Kronstadt 48

  • Uploaded by: La redazione di Kronstadt
  • 0
  • 0
  • June 2020
  • PDF

This document was uploaded by user and they confirmed that they have the permission to share it. If you are author or own the copyright of this book, please report to us by using this DMCA report form. Report DMCA


Overview

Download & View Kronstadt 48 as PDF for free.

More details

  • Words: 10,689
  • Pages: 8
k ronstadt 48 © Massimo Ghimmy

periodico mensile Numero 48 Giovedì 1 Ottobre 2009 ISSN 1972-9669

Associazioni Battagliere

associazionismo O pavese

Intervista ai Co.R.S.A.Ri. di Luca Martelengo

P

arlateci di voi. Come siete nati e quali sono i vostri obiettivi? Il collettivo Co.R.S.A.Ri., acronimo che significa Comitato per il Recupero Sociale delle Aree Riciclabili, nasce nell’autunno del 1997. In quegli anni si cominciava a discutere finalmente del piano regolatore che avrebbe dovuto definire il nuovo volto di Pavia. Eravamo consci che per la nostra città, data l’enorme eredità di aree dismesse, o meglio, aree riciclabili lasciata dal suo passato industriale, la stesura del piano regolatore offriva una grande opportunità di azione politica dal basso: l’intervento dei cittadini nella gestione del territorio e della sua trasformazione. In uno dei primi documenti dichiaravamo infatti che “il territorio è una risorsa collettiva e la comunità deve partecipare in maniera attiva, riappropriandosi dei suoi spazi e proponendosi per la gestione libera e diretta di questi ultimi”. All’inizio, quindi, i Co.R.S.A.Ri si ponevano due obiettivi: nell’immediato l’apertura di un Centro Sociale Autogestito (obiettivo per cui già in passato avevano combattuto una miriade di collettivi scontrandosi con la repressione giuridica, l’indifferenza e il pregiudizio della città) e nel lungo periodo la nascita di un “Quartiere Sociale”.

Per questo abbiamo recuperato un’area dismessa, il capannone inutilizzato di via dei Mille 130, e lo abbiamo reinventato, guidati dalle nostre finalità sociali. È nato il Barattolo che, pur con i suoi limiti e le sue difficoltà, resta la prima, per ora unica, esperienza di Spazio Sociale Autogestito in città. Parlateci dell’esperienza del Centro Sociale Barattolo. Quali sono le iniziative che il centro porta avanti? Come si finanzia? In questi 10 anni il Barattolo ha ospitato un numero pressoché infinito di iniziative e progetti. Molti di questi a dire il vero, come la Banca del Tempo o il progetto “Radio Macondo”, sono naufragati ancor prima di essere realizzati, ma molti altri sono andati in porto e continuano ancora oggi. Il Barattolo ad esempio ha fondato nel 2001 il Gruppo di Acquisto Solidale di Pavia che negli anni è continuato a crescere coinvolgendo oggi più di 100 nuclei famigliari. Qualche anno fa è nata nel gabbiotto all’esterno dello spazio la ciclofficina popolare “Ciclopi”, che ogni giovedì è aperta a tutti per aiutare gratuitamente ad aggiustare le proprie biciclette riutilizzando vecchi catorci e maContinua a pagina 4

Manuale di Sopravvivenza Urbana per Fottuti Cap. I - Cercare Alloggio di Makka

C

on la fine dell’estate si avvicina l’inizio di un nuovo anno accademico. Le città universitarie cominciano a ripopolarsi di studenti che, spinti da un atavico istinto di cambiamento pre-autunnale (e dello scadere del contratto d’affitto) si dedicano alla febbrile ricerca di una nuova dimora. Se tale attività coinvolge universitari di ogni ceto, età, sesso, credo politico nonché reli-

gione, è indubbio che questi elementi condizioneranno pesantemente i potenziali risultati della ricerca. Le migliori sistemazioni sono piuttosto care, spesso riservate a ragazze, magari non fumatrici, mentre un giovane e inesperto studente del primo anno, con pochi soldi da spendere e molti vizi da soddisfare, avrà parecchie difficoltà a trovare un domicilio. Continua a pagina 2

Abbastanza grande per badare a se stesso?

breve storia del debito pubblico italiano/2 di Gianluca Flego

E

così siamo arrivati alla parte succosa della storia: gli anni ‘80 e successivi. Ma prima, un breve riassunto. Nelle puntate precedenti, il nostro debito cresce allegro, sull’onda dell’espansione dello stato sociale a gruppi sempre più ampi. Per un bel po’, però, tutto sembra sotto

controllo, un po’ perché il PIL cresce anch’esso, e un po’ perché, dal ‘73 in poi, a crescere è soprattutto l’inflazione. Che c’entra l’inflazione? C’entra, c’entra. L’inflazione è una grande amica dei debitori: prendi in prestito a prezzi bassi e ripaghi a prezzi alti. Continua a pagina 6

gni ottobre, in numerose città italiane, si può facilmente assistere a un fenomeno naturalistico molto emozionante: la migrazione della Tribù delle Matricole dal loro paese d’origine alla nuova residenza d’elezione, tendenzialmente una città di media grandezza, dalla storia millenaria e dall’Università rinomata. Pavia non può certamente sfuggire a questa logica evoluzionistica e ogni anno si prepara ad accogliere coi suoi vicoli medievali e le sue piazze coperte da fastidiosissimi ciottoli centinaia di cuccioli in fase di svezzamento, curiosi e un poco sperduti. Iniziare l’Università, è banale dirlo, catapulta i nostri giovani eroi in un mondo nuovo e affascinante, fatto di lezioni saltate, frenetica ansia da socializzazione e feste alla Animal House. Ma tutto questo non può bastare ad appagare l’entusiasmo e l’iperattività della Matricola da combattimento: tempo di Università, tempo di consapevolezza e impegno. E Pavia – o meglio, i giovani pavesi da questo punto di vista cercano di non deluderci. In questa ridente cittadina padana, infatti, le prospettive nel campo dell’associazionismo non sono di certo misere. Come si suol dire, ce n’è per tutti i gusti: associazioni culturali, ludiche, impegnate nella realizzazione di concerti e manifestazioni oppure nella difesa e valorizzazione di spazi sociali e condivisi. Proprio per permettere alla volenterosa matricola (e anche al pavese disinformato che scopre solo ora questo vasto mondo) di non perdersi in tale Babele associazionistica, ma di sfruttare al meglio tutte le occasioni che la città propone, questo numero sarà dedicato ai gruppi, alle iniziative e ai progetti (presenti, passati e futuri) che osteggiano l’apatia generale con pochi fondi e tanta volontà. Senza nascondere l’altra faccia della medaglia: da un lato, l’entusiasmo e le idee; dall’altro, la difficoltà di organizzare eventi culturalmente rilevanti in una città in cui le istituzioni fanno poco o nulla per facilitare e incentivare l’impegno dei volontari. In linea con una concezione semplicistica che preferisce la via delle ordinanze, dei provvedimenti restrittivi e della penalizzazione sistematica dei centri di aggregazione giovanile a quella del dialogo e del buonsenso. In un contesto del genere, c’è davvero da essere battaglieri. Isabella Bossolino

2

Pubblichiamo il comunicato dell’Arci provinciale sulla vicenda dello studente camerunense Yanick. Firmate la petizione su www.lamiapetizione.ch

locale

Manuale di Sopravvivenza Urbana per Fottuti. Cap. I - Cercare Alloggio continua dalla prima.

Per questo il Manuale di Sopravvivenza Urbana per Fottuti - EdizioniOMP - contiene un capitolo interamente dedicato ai criteri da seguire per trovare la migliore sistemazione al miglior prezzo e soprattutto per evitare tutta una serie di equivoci e problematiche in cui incappa inesorabilmente chi è privo di esperienza specifica in questo campo. Il primo consiglio riportato nel manuale è: diffidate degli annunci. Quasi nulla di ciò che riportano vi sarà di aiuto nell’intento di valutare una possibile sistemazione. Spesso si fa notare che gli annunci non sono abbastanza chiari, ed è vero, ma è proprio quando comunicano qualcosa con apparente chiarezza che palesano la malafede con cui sono stati scritti. Ad esempio, la maggior parte degli annunci riporta un canone mensile d’affitto, dando l’impressione all’inquilino che sarà in grado di stimare la cifra che spenderà ogni mese per l’appartamento. E’ bene invece ricordare che il costo reale di un appartamento in affitto non è conoscibile in anticipo, non rispondendo ad alcuna legge matematica o statistica ad oggi nota. Il problema risiede nel numero spropositato di variabili in gioco. Riportiamo, a titolo di esempio, il paragrafo che il Manuale di S. U. F. dedica alla sola voce “bollette”. Le bollette arrivano a strappi, anche dieci in un mese, poi magari nulla per un semestre. Non importa che avvisiate o sporgiate reclami. Un giorno vi toglieranno la luce e il gas e vi recapiteranno di colpo venti bollettini postali, alcuni risalenti agli anni ‘70, altri nemmeno intestati al vostro domicilio, ma se non li pagate vi saranno comunque addebitati, o subirete terribili ritorsioni: i vostri fornelli inizieranno ad erogare oscure miscele di gas al posto del metano, mentre la luce inizierà a funzionare ad ore alterne e colori variabili; le vostre telefonate saranno smistate da un centralinista cinese bravissimo ma che pretende precise indicazioni in cantonese, per non parlare di quello che verrà fatto tramite il vostro IP di internet… Se vi vedete recapitare bollette insolite, che certamente non vi spettano, vi consigliamo quindi di paga-

re. Si tratta di qualche affare losco di un impiegato della società erogatrice del servizio. Forse ne va della sua vita, certamente ha qualcosa da guadagnarci e se collaborerete avrete la vostra parte: al vostro prossimo domicilio, ovunque vi trasferiate, risulterete sempre leggermente in credito nei confronti, mettiamo, dell’ENEL, e non pagherete più nulla per un bel po’. La vostra ricerca non prescinderà di certo da una più o meno accurata ispezione dell’appartamento. Non illudetevi che questo vi sia più di tanto d’aiuto, ma fatelo, se vi può tranquillizzare. La maggior parte delle persone è in grado di individuare solo i difetti più banali, mentre le problematiche più gravi non sono mai immediatamente riconoscibili, se non da particolari apparentemente insignificanti da cui si realizzano pericolose evoluzioni. Per chiarire citiamo un altro esempio tratto dal Manuale. SITUAZIONE INIZIALE: macchia di muffa. Appare come un innocuo alone scuro appena visibile in qualche zona remota della casa.. Può comparire e scomparire all’improvviso, variare discretamente di dimensione e forma, talvolta di colore: è comune che tenda alla mimesi durante le operazioni di pulizia mentre assume volentieri colori brillanti, anche fosforescenti, se avete ospiti importanti. Al di la di questo non rappresenta un serio pericolo. EVOLUZIONE: muffa nera tossica Con il tempo la chiazza di muffa crescerà di dimensione e, inevitabilmente, di potenziale pericolosità. Le casalinghe d’oltreoceano la chiamano ìToxic black moldî ovvero muffa nera tossica, e ne sono terrorizzate: in essa Dr House riconosce la causa di almeno una patologia su due... La muffa nera tossica è davvero pericolosa, ma più ancora che per i danni che può fare al vostro organismo, per l’influenza nefasta che ha sugli equilibri della casa. È naturale che gli inquilini si accusino a vicenda di essere responsabili della proliferazione dell’intruso e si nota sperimentalmente che la convivenza in casa ne risulti velocemente compromessa. La comunità scientifica ritiene che la muffa eserciti un’oscura influenza sulla psiche degli inquilini, mettendoli uno contro l’altro con l’unico scopo di proliferare. Si ipotizza che il potere della muffa possa concentrarsi su di un individuo in particolare, che farà di tutto per rimanere celato mentre realizza una folle strategia a base

di prolungate docce bollenti, installazione di umidificatori, evaporazione di ingenti masse d’acqua da pentole e pentolini, finestre e persiane rigidamente sigillate tutto il giorno. Una volta individuato il responsabile, lavatelo per bene e stendetelo al sole per qualche giorno. Tornerà come nuovo. Nel frattempo rimuovete la muffa e smetterete anche di ricevere fastidiose visite notturne da parte di specializzandi in medicina armati di provette che hanno visto troppe serie televisive... Avrete capito che il rapporto con i coinquilini (compresi i miceti) può rivelarsi la vera discriminante tra una sistemazione soddisfacente o meno. Rimandando per una trattazione completa all’appendice della nuova edizione aggiornata del Manuale di Sopravvivenza Urbana per Fottuti, elenchiamo di seguito alcune tipologie più o meno diffuse di inquilini, con una breve descrizione delle loro caratteristiche peculiari. IL NERD Si tratta di individui caratterizzati dal tipico comportamento ciclotimico, il cui lato maniacale è caratterizzato da iperattività dedicata, ad esempio, a installare Linux su tutti i PC della casa o ad affrontare sfide ambiziose come far girare MacOS su di un PC oppure il programma della lavastoviglie su un Atari. Esaurito l’entusiasmo, tende a rifugiarsi in mondi virtuali, e può passare intere notti a vendere sandali in un MMORPG o coltivare la terra in un’applicazione di Facebook. L’ESPANSIONISTA Tende ad occupare tutti gli spazi liberi. Non esiste un limite teorico al numero di scaffali, cassetti, mobili che sia in grado di saturare. Qualunque superficie piana fa scattare in lui un desiderio ossessivo di conquista. Esauriti gli spazi comuni, la sua sete di dominio non si sarà placata. Se appoggia un libro sul vostro comodino, affrettatevi a rimuoverlo: un simile gesto, se trascurato, porta inevitabilmente a dormire seppelliti dalla sua collezione di gialli Mondadori. Se trovate un suo calzino nei pressi del vostro armadio, potrebbe essere già troppo tardi: probabilmente i suoi vestiti invernali vi si sono già introdotti e un giaccone da sci tiene in ostaggio in un angolo le vostre camicie. IL MANIACO DELL’ORDINE E DELLA PULIZIA Esemplare rarissimo che pulisce di continuo la casa, garantendo condizione igienicamente accettabili, senza chiedere nulla

in cambio. Se ti riconosci in questa descrizione e cerchi casa, posso offrirti condizioni vantaggiose! Contattami a [email protected]! IL DISTRATTO È in assoluto il coinquilino più pericoloso e che va evitato con ogni mezzo. Non è in grado di mantenere l’attenzione per più di un minuto. Inevitabilmente ogni volta che mette il caffè sul fuoco, si ritrova impegnato in altre attività mentre una caffettiera ormai incandescente erutta materiale lapideo sul soffitto della cucina. Non paga mai in tempo bollette/affitti/spese, è in grado di smarrire oggetti suoi, comuni, altrui, perfino se stesso: è normale che scompaia senza ragione per settimane. Non esiste limite agli inconvenienti che può provocare un coinquilino distratto, inconvenienti che tipicamente riguardano tutti coloro che lo circondano, lasciando il responsabile incolume. Da qui il nostro consiglio: se in una casa esiste un inquilino distratto, l’unico modo per non subirne i danni è essere l’inquilino distratto. Makka

periodico mensile Numero 48 Giovedì 1 Ottobre 2009

k

Pavia Città Aperta

“Abbiamo bisogno di arte e poesia, di spazi e diversità per non morire di realtà”. In queste parole si sono riconosciute una trentina di associazioni pavesi, con il proposito di creare una rete associativa in grado di dimostrare come Pavia sia una città ricca di stimoli e in costante fermento, al contrario di ciò che comunemente si pensa. “Pavia città Aperta” significa proporre un’alternativa alla politica della paura del diverso, valorizzare quella realtà frammentata costituita dalle associazioni locali, darle una voce per esprimersi e creare il presupposti di un rigoglioso tessuto sociale. Un primo incontro è già avvenuto, il 16 settembre a Spaziomusica, su proposta di Daniela Bonanni, fondatrice dello storico locale e promotrice dell’iniziativa, il prossimo passo sarà la creazione di un manifesto con il logo di tutte le associazioni, a metà ottobre. Successivamente si penserà a come creare nuovi progetti, a come rendere maggiormente viva e consapevole delle sue risorse questa Pavia. Le associazioni che intendano aderire, possono inviare il loro logo a Riccardo, all’indirizzo [email protected], o mettersi in contatto con Daniela Bonanni, all’indirizzo [email protected]. Di.L.S.

L’Arci di Pavia fa ricorso per Yanick

I

n Italia il diritto di asilo è garantito dall’art.10 comma 3 della Costituzione: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.” Yanick è uno studente camerunese di chimica al terzo anno. Fino a pochi mesi fa viveva nella sua città, Douala. Rappresentante degli studenti per il sindacato studentesco del Camerun, (http://www.addec-cm.org/fr/ declarations/67-arrestation-etudiants-fevrier-2008.html), ha subito torture e aggressioni da parte dei militari durante le manifestazioni studentesche pacifiche del 2005 e del 2008. Molte ONG, come Amnesty International, per esempio, (http://www. amnesty.org/en/region/cameroon) hanno documentato i grandi abusi delle forze dell’ordine e del Governo nei confronti della popolazione camerunese e hanno anche verificato che gli studenti vengono sistematicamente torturati, aggrediti e detenuti senza ragioni precise. Yanick è fuggito dalla sua terra, perché la situazione di estremo pericolo

per la sua vita e per quella della sua famiglia era troppo grave. Con l’aiuto delle associazioni studentesche è arrivato in Italia e non è un clandestino. L’Arci di Pavia ha avviato le pratiche per la richiesta di asilo politico, ma, nonostante le prove fisiche delle torture inflittegli, la ricca documentazione, le testimonianze e il mandato camerunese di cattura per ribellione, la richiesta non è stata accolta, anche se Yanick ne ha tutto il diritto. Yanick non può e non deve assolutamente tornare in Camerun, almeno finché la situazione non cambierà. Gli studenti incarcerati con lui per alcuni giorni sono spariti nel nulla e uno è stato trovato misteriosamente morto. In Camerun è ancora largamente applicata la pena di morte. Chiediamo solidarietà per questa situazione. Chiediamo che chiunque possa aiutarci ci contatti. Chiediamo agli studenti e alle associazioni umanitarie di tutta Italia di prendere posizione davanti ad un caso gravissimo di violazione dei diritti umani. Arci territoriale Pavia Il Presidente Alessandra Fuccillo

k

periodico mensile Numero 48 Giovedì 1 Ottobre 2009

Turistofobia

U

no degli imperativi del viaggiatore è di non fare il turista. Questa è una questione vecchia come il mondo ma mi pare ci sia un po’ sfuggita di mano. Vedo viaggiatori che evitano zone turistiche come la peste e si rifugiano negli angoli più sperduti solo perché sono, gloria a loro, Non Turistici. Ogni viaggio è storia a sé e quindi non posso giudicare i singoli casi, ma vorrei dire la mia: rilassatevi. Non diventi viaggiatore solo perché sei l’unico occidentale in vista, né sei un turista perché ci sono altri tuoi simili attorno a te. L’autenticità e l’esotismo non sono sempre e solo lontani dal centro. Anzi, spesso sono dietro l’angolo. Prendiamo Venezia. Strapiena di turisti, cara e puttana, d’accordo. Ma sempre Venezia, unica e imperdibile. Mi pare che molti qui, sparsi per l’Asia o il Sud America, solo perché Venezia é turistica, se ne vadano a Marghera. Me li vedo girare per le vie di questa cittadina non turistica, ad ammirare le bellezze della vera vita dei locals. Un po’ patetico? No, ha un senso anche questo. Dà la prospettiva. E forse la cosa migliore è proprio vedere Venezia e Marghera. Ma se sei in zona, non hai mai visto Venezia e mi vai solo a Marghera, forse stai un po’ esagerando, no? Dall’alto dei miei 25 giri del mondo (di cui uno in triciclo) io in Verità Vi Dico: fregatevene dei turisti. Anche nel bel mezzo di Venezia se entri in un bar e sai gestirti, ti puoi fare una bella chiacchierata a suon di “ghe sboro mi” e “chei cani de ta morti”. Molto local e real. Forse la capacità da sviluppare é la Trasparenza del Turista. Ci sono ma non li vedi perché sono trasparenti, non permetti che disturbino l’immagine, e riesci a vedere al di là. Tanto, accettiamo questo fatto, sono presenti in tutti i bei posti del mondo. Non vorremo farci cacciare via dalle Piazze San Marco e vedere tutte le Marghere del mondo? Voler per forza differenziarsi fa tanto il dodicenne con i primi peli sul pube che di colpo ignora il fratellino di 9 anni, sbarbato.Se sei viaggiatore (e chissà se importa o meno questa definizione un po’ stanca), non hai bisogno di fare la voce grossa. Sei pelosissimo.

3

A grande richiesta ritornano le avventure del dottor Gonzi!!!

esteri

Hong Kong: le Quattro Grandi Regole per gli acquisti

V

ado a Hong Kong e mi compro la roba. Facile, no? No. Questo per rispondere al titolo in maniera semplice: no. Non è facile. Hong Kong è un delirio di negozi, mercatini e centri commerciali. Vuoi comprare decente spendendo poco? Per prima cosa evita ad ogni costo i centri commerciali. Ed evita le trappole per turisti tipo Nathan Road e in generale tutti i negozi che si affacciano su strade principali. Infilati nei vicoli. Basta seguire il buonsenso: vai dove comprano i cinesi! Quindi vai a Mong Kok, evita Hong Kong Island e cerca in posti lontani dal centro, come Sham Shui Po. E contratta fino alla morte. Spesso nei negozi troverai delle etichette con i

prezzi. A volte no. Non c’è una regola generale: certe volte si può contrattare, altre volte la cosa non è contemplata. Cercare di ottenere uno sconto, comunque, non costa nulla e quindi vale sempre la pena fare un tentativo. Ecco dunque le Quattro Grandi Regole per gli acquisti. (0) Non incazzarti mai. Davvero, sembra facile a dirsi. Ma sei in Asia: sfrutta le loro regole. Spesso i venditori ti sembreranno molto agitati, frettolosi e al contempo sorridenti. Loro non si incazzeranno mai, tu neppure. Anche se ti sparano un prezzo inverosimile, magari 2 volte più alto di quello della bancarella a fianco, sorridi sempre. Non vale la pena prendersela, è un gioco. Sorridi, di’ “M-sai, m-sai”

Trova l’inganno Lo riconoscete? È il Dottor Gonzi! Il nostro studente attento e volenteroso è tornato a Pavia per occuparsi di inchieste assai delicate. Stavolta lo vedremo alle prese con il giovane sindaco Cattaneo...

e spara una cifra più bassa. (1) Hong Kong è il paese delle ciulate e delle occasioni. Il problema è che, in perfetta assonanza con il dualismo Yin/Yang, necessariamente le ciulate e le occasioni saranno presenti contemporaneamente nello stesso negozio o bancarella. Sta a te essere saggio e discernere qual è l’articolo con un ottimo prezzo. (2) Tutti vendono tutto. In Italia, se cerchi qualcosa, vai in un negozio specializzato e magari prima cerchi sulle pagine gialle dov’è. O magari vai in un spermercato, sapendo che la roba costa meno. A Hong Kong invece basta che giri a caso: il piano terra di tantissimi edifici è cosparso di negozi, e potresti trovare quel che cerchi ad un prezzo più basso rispetto al supermercato (la frutta, ad esempio, meglio cercarla nei wetmarket dove i vecchi vanno a far la spesa). Non dimenticherò mai quando entrai in un negozio per comprare un cavetto ethernet e ne uscii con due pentole antiaderenti. Nel negozio trovi la mercanzia più varia:

ricorda la regola numero (1). (3) Il valore a un oggetto lo dai tu. Questo è quanto sostiene il mio amico Dharmesh, e io sono d’accordo. Pensa anche al fatto che il vestito che in Italia paghi 40 euro, in Asia lo puoi trovare a 10 (se non sei esperto nel contrattare) o 4 (se sai contrattare). Stabilisci un prezzo e cerca di ottenerlo. Non incazzarti per il fatto che magari, a posteriori, scopri che potevi ottenere un prezzo migliore. Rimando alla regola numero 0: se hai pagato un cifra che per te era ragionevole, allora va bene così. Simone Marini.

Tripluca Vivere viaggiando:

http://www.tripluca.com/ http://tripcentre.org/ http://www.tripcentre.org/bbforum/

Al Dottor Gonzi, sempre attento e volenteroso, non è sfuggito l’inganno. Trovalo anche tu, in base ai disegni e ai fumetti. Soluzione a pagina 46

4

associazioni UniOnPV

associazione delle associazioni studentesche

U

niOnPv è un progetto degli studenti e giovani pavesi per la nostra città. Associazioni e gruppi di studenti che da anni lavorano a Pavia per creare eventi, cultura, e sostenere la libera aggregazione si sono messe in rete, grazie al bando Anci “Pavia Città Partecipata”, per rendere possibile uno scambio sempre più costruttivo, volto a “svegliare” Pavia e a renderla una cittadina più a misura di studente. Di UniOnPv fanno attualmente parte il Circolo Arci Radio Aut, la rivista Kronstadt, il giornale Inchiostro, Idee in Cantiere (la mutua studentesca), il Coordinamento per il Diritto allo Studio - UDU, la Corale Universitaria Valla, OMP - Officina Multimediale Pavese, Rockline. UniOnPv rappresenta un panorama vastissimo di interessi, un ventaglio di servizi per gli studenti e di possibilità e l’opportunità di un continuo confronto e scambio. Un punto di incontro per tutti i soci, una grande rete che raccoglie le proposte più svariate, cercando, con tutte le associazioni che ne fanno parte, di calendarizzare gli eventi, le iniziative culturali e di

L’

periodico mensile Numero 48 Giovedì 1 Ottobre 2009

Il premier sulla pedofilia: “Ottimi rapporti con la chiesa...”

associazione teatrale In Scena Veritas nasce nel 1998 (nel 2000 assume la attuale denominazione) ed è un’associazione teatrale non a scopo di lucro comprendente 12 soci, che oltre a svolgere il compito di seguire gli iscritti ai corsi di recitazione sono loro stessi attori. Dopo anni l’associazione trova finalmente nella Frazione Rotta di Travacò Siccomario uno spazio dove sviluppare la propria ricerca artistica: lo Spazio ISV, un luogo che sino a poco fa era destinato alla produzione artigianale. È qui che nascono gli spettacoli che l’associazione propone e vende senza scopi di lucro, e dove si svolgono i corsi di formazione teatrale per bambini, adolescenti e adulti. Da quattro anni, inoltre, vi prende forma la Rassegna Teatrale “Argini Teatro Festival - un palcoscenico tra due fiumi”.

k

In onore del compleanno del gatto di Schrödinger la Redazione ha deciso di riproporre la rubrica “Le colonne dell’accesso” per dare visibilità alle numerose associazioni presenti nel panorama pavese. E ci metteremo pure i loghi! Da questo numero in poi, dunque, troverete presentazioni e/o interviste sul tema. Pace a voi e alle vostre famiglie

trattare tutti gli argomenti di cui davvero si sente il bisogno di discutere. Il carattere no-profit, l’estraneità a qualunque logica o interesse di tipo partitico, religioso o ideologico, e la piena trasparenza di ogni attività, rendono l’associazione il punto di riferimento ideale per tutti i gruppi studenteschi e giovanili che intendono realizzare iniziative di carattere sociale o culturale. UniOnPv, per questa sua ottica di rete, è sempre intenzionata ad ampliarsi, già sono infatti attive collaborazioni con altre realtà studentesche e associazioni giovanili. Tra le varie iniziative di UniOnPv, durante il Maggio Pavese 2009, il “Festival delle Idee”, una tre giorni di eventi, concerti e spettacoli. E ancora, aperitivi interculturali, conferenze sui temi caldi come l’ambiente e l’integrazione e sostegno a tutte le iniziative delle associazioni che fanno parte della rete. L’intento dell’associazione è, infatti, dare organicità e continuità alle attività dei propri membri e creare iniziative culturali di rilievo unendo le forze degli associati. Lavorando tutti insieme, con un obiettivo comune, si sono raggiunti già grandi traguardi: la forza di un progetto comune rende UniOnPv un’associazione attiva e sempre pronta nel panorama culturale pavese. Marta Mangiarotti Presidente UniOnPV

Gioco, Cultura e Creatività

L’

associazione ludicoculturale Aerel è nata dalla volontà di alcuni ragazzi pavesi di creare un punto di riferimento a Pavia per tutte le persone appassionate, come loro, di gioco di ruolo e gioco intelligente. Infatti si sono ben presto unite molte altre persone, che hanno portato l’associazione a diventare il principale punto d’incontro per i giocatori. Aerel comprende tutte le attività direttamente o indirettamente connesse al gioco intelligente: dall’organizzazione di sessioni di gioco di ruolo da tavolo e dal vivo, ai tornei di giochi di carte collezionabili e di miniature. Non manca l’organizzazione di meeting e convention, che permettono la promozione del gioco intelligente non solo fra gli appassionati, ma anche tra coloro che vi si avvicinano per la prima volta. Inoltre, attraverso conferenze a sfondo socio-culturale, vengono svelate le pieghe storiche e letterarie sfruttate nelle diverse ambientazioni del gioco di ruolo, con l’intervento di voci rilevanti nel riguardo dei temi trattati. Nel suo primo anno di vita Aerel ha potuto, grazie ai suoi soci ed ai sostenitori esterni, fornire due luoghi di incontro settimanale, in cui si sono svolte diverse attività che hanno riscosso grande successo fra i partecipanti. Nel gioco di ruolo dal vivo, si sono proposte trame costruite

In Scena Veritas Gentilmente si è prestata a rispondere ad alcune domande la presidentessa dell’associazione, Manuela Malaga Qual è la tua idea di cultura? Chi vuol fare teatro lo fa perché ha qualcosa da dire. Fare teatro significa creare stimoli culturali ed emotivi in un rapporto di scambio e di confronto continuo con il pubblico. Il bello del teatro è che permette di “fare cultura” ovunque, nelle strutture teatrali più classiche così come nelle scuole o in spazi alternativi. Un esempio dei messaggi che volete lanciare con i vostri spettacoli? Possiamo certamente dire che non facciamo un teatro politico ma che amiamo utilizzare questo mezzo per sensibilizzare la gente su alcuni temi che ci stanno a cuore: il rispetto per l’ambiente, sviluppato sia negli spettacoli per un pubblico adulto che in quelli per i bambini

(a questo proposito da tre anni è attiva una collaborazione con la Provincia di Pavia che ha inserito i nostri spettacoli nel percorso didattico da loro offerto alle scuole elementari), il dramma della Shoa e non ultimo il messaggio che più di tutti speriamo arrivi al nostro pubblico: si possono affrontare i più svariati temi, dai più frivoli ai più seri, con il sorriso sulle labbra. Come vi mantenete? La nostra principale fonte di sostentamento sono i corsi di teatro, oltre alla vendita delle nostre produzioni a comuni e a teatri esterni. Soltanto per la rassegna teatrale “Argini teatro festival - un palcoscenico tra due fiumi” riceviamo un piccolo finanziamento dalla Provincia di Pavia, dal Comune di Travacò Siccomario e da piccoli sponsor privati. Paolo Dallavalle

sulla base di ambientazioni conosciute come Call of Cthulhu, Vampiri: la Masquerade e Mage: the Awakening, fino a vere e proprie sperimentazioni di successo come il genere Interpretativo-Investigativo, ideato e portato avanti proprio da due soci. Fra gli eventi di discussione letteraria, grazie alla collaborazione con la libreria “Il Delfino” si sono potuti avere un incontro sul genere Fantasy, un incontro con la scrittrice Silvana De Mari ed un incontro sul genere fantascientifico. Aerel ha inoltre organizzato un torneo interno di Warhammer Fantasy, ed ha collaborato alla realizzazione di diversi tornei di Magic: l’Adunanza, l’ultimo dei quali si è svolto entro la cornice del Castello Visconteo. Ma le attività del primo anno di vita di Aerel non si sono concluse qui. In collaborazione con il Comune di Pavia, insieme all’Assessorato all’Istruzione e alle scuole coinvolte, l’Associazione ha partecipato alla realizzazione di due eventi di fine anno del progetto scolastico “Scienza ed Arte”: il Corteo Ri-

nascimentale e la Cena Medioevale. L’Associazione ha anche partecipato all’importante convention “Belgioioso Fantasy 2009” organizzata all’interno del castello di Belgioioso, avendo a disposizione un’intera area espositiva allo scopo di promuovere e presentare le sue attività. In collaborazione con le Associazioni giovanili pavesi, ha partecipato alla realizzazione del Maggio Pavese, e si è occupata direttamente dell’organizzazione della prima “Zombie Walk” cittadina. Infine, in occasione del “Festival dei Saperi 2009”, Aerel ha potuto presentarsi all’intera cittadinanza con una miniconvention all’interno della Cupola Arnaboldi. All’alba del suo secondo anno di vita, Aerel ha già programmato la celebrazione del suo primo “compleanno”, nuovi laboratori nelle scuole superiori, due eventi live da non perdere e l’ampliamento della torneistica dei giochi di carte, wargames e giochi da tavolo. Per Aerel Giulio Raimondi

Gi. P. Pa.

Giovani Protagonisti a Pavia

G

iovani Protagonista a Pavia (Gi.P.Pa.) nasce come associazione culturale nel marzo 2009 a seguito della vittoria di un bando regionale in partnership con Comune e Provincia. Gi.P.Pa., che ha come associazioni fondatrici Divercity e Officina Multimediale Pavese – O.M.P., raccoglie attorno ad un tavolo tecnico un gran numero di associazioni e gruppi informali giovanili che da anni lavorano attivamente sul territorio pavese. Gli obiettivi principali di Gi.P.Pa. sono l’aggregazione delle diverse realtà associative giovanili presenti in città, per poter studiare un’attività coordinata, una programmazione degli eventi culturali che fornisca il più ampio spettro possibile, e l’organizzazione di eventi che vedano la componente giovanile della città protagonista nell’ideazione/realizzazione e nella fruizione dei momenti di crescita e svago creati. Gi.P.Pa., insieme alle associazioni giovanili presenti in città e alla rete di associazioni studentesche UniOnPv, e in collaborazione con il Comune di Pavia

- Unità operativa Progetto Giovani, ha dato vita al Maggio Pavese 2009, un mese di attività ricreative e culturali che ha visto la partecipazione di artisti di rilievo nazionale. Ci proponiamo quest’anno di proseguire le attività e sviluppare ulteriormente la collaborazione con le altre associazioni. In particolare intendiamo contribuire attivamente al progetto “Pavia Città Aperta”, certi del fatto che, nel momento che la città sta attraversando, sia sempre più importante avvalorare il lavoro di rete ed incentivarlo, per fornire alternative all’attuale paradigma culturale e mostrare come questa città possa rivelarsi culturalmente attiva e vivibile. Luca Schiavi presidente Gi.P.Pa.

k

periodico mensile Numero 48 Giovedì 1 Ottobre 2009

5

Conferenza sull’ambiente: -Obama:”Bisogna trovare un’accordo sul clima” -Berlusconi: “Si, bisogna porre fine a questo clima d’odio nei miei confronti”

pavesi

Intervista ai Co.R.S.A.Ri.

continua dalla prima. teriali di recupero. L’Hack-lab Gnufunk è invece un collettivo di ragazzi che, oltre ad aver allestito diversi computer e la rete wi-fi liberamente accessibili all’interno dello spazio, si batte per la diffusione del Free Software e, più in generale, per un accesso libero ai saperi. In queste settimane inoltre ha lanciato una radio in streaming per dare spazio alla musica rilasciata sotto licenza Creative Commons (http://radio.gnufunk.org). Il Barattolo inoltre ha ospitato per diverso tempo lo sportello migranti dell’associazione “Ci siamo anche noi” (con cui continuiamo a collaborare) e dal lunedì al venerdì ospita il doposcuola dell’associazione Babele, che offre sostegno e aiuto ai ragazzi migranti. Chiaramente a tutto ciò si aggiungo le iniziative maggiormente conosciute come dibattiti, concerti e cineforum, tramite le quali abbiamo sempre cercato di veicolare la cultura del’autogestione e della libera socialità slegata dalla logica del profitto. Questo tipo di iniziative aggregative rappresentano anche la principale fonte di finanziamento dello spazio e ci permettono di pagare l’affitto della struttura al comune, le spese per manifesti e altri materiali informativi e le spese per l’impianto musicale e le altre strumentazioni necessarie. Infine il Barattolo ha ospitato festival, iniziative, assemblee in collaborazione con moltissimi collettivi e associazioni. In questi anni abbiamo infatti cercato di rendere Il centro uno spazio realmente accessibile a tutte le realtà che animano il territorio pavese, con le uniche

discriminanti dell’antifascismo e della non appartenenza a partiti politici. Quali sono i rapporti con l’amministrazione, per quanto riguarda il CSA Barattolo? In che cosa consistono gli accordi stipulati con la giunta di centrosinistra? Questi accordi hanno un futuro con l’attuale giunta? Quali rapporti con il vicinato? La giunta di sinistra, si sta parlando del primo Albergati, ha avuto il merito di concedere uno spazio comunale, di credere in un progetto di autogestione che, seppur con luci ed ombre, ha di molto arricchito la cultura di Pavia negli ultimi 10 anni. Formalmente il Barattolo è stato regolamentato come una qualsiasi sala comunale, da affittarsi a tempo, ma di fatto è stata utilizzata prioritariamente dal collettivo Co.R.S.A.Ri., che si è reso responsabile della sua gestione di fronte alla città. Non per utilizzarla in proprio, come i nostri denigratori vorrebbero far credere, ma per ospitare centinaia tra associazioni e singoli che hanno potuto svolgere le proprie attività senza alcun aggravio economico e senza tutte le burocrazie cui l’Amministrazione costringe, nonché realizzando migliaia di iniziative culturali per la Città. I rapporti tra Amministrazione e Co.R.S.A.Ri. erano e sono regolati da una convenzione e da un regolamento molto restrittivi, ma che con le giun-

te precedenti erano mitigati nei fatti con accordi verbali che permettevano una migliore gestione del Centro, ad esempio permettendo deroghe sugli orari, altrimenti in-

norizzazione inoltre ha sicuramente ridotto se non annullato il disturbo creato al vicinato che, solo in minima parte, continua a lamentarsi. D’altronde anche i frequenti sopralluoghi

Luca Martelengo

sostenibili. Con l’attuale giunta non rimarrà nulla perché, oltre al rispetto letterale di convenzione e regolamento (nessuna somministrazione di bevande, chiusura alle 24:00,etc.) chiedono, “fuori sacco” come dice l’assessore alla partita Faldini, di non fare più attività musicali. Richiesta che viene dopo che negli anni scorsi sono state spese decine di migliaia di euro per rendere il posto insonorizzato (pareti, doppie porte, finestre e tetto) e che ha l’unico scopo di assestare un duro colpo alle nostre già scarse finanze, oltre a privare la comunità dell’unico spazio coperto pubblico dove fare musica. L’inso-

della polizia municipale, chiamata dalla dirimpettaia animatrice del fantomatico “Comitato degli abitanti del Borgo”, si sono sempre risolti con un nulla di fatto, laddove gli stessi agenti non riscontravano nessun rumore fuori dalla norma. Quello che viene tratteggiato dall’attuale giunta come un grave problema è in realtà sentito da un numero assai ristretto di persone, più per partito preso che non per reale disturbo, a cui siamo sempre stati attenti limitando i volumi e chiudendo tutte le possibili fonti di uscita del suono. In campagna elettorale il sindaco ha definito i ragazzi del

AcquasumARTE, un’officina artistica a Pavia

S

abato 12 contatto Maurizio Capisani, uno dei membri fondatori dell’associazione culturale AcquasumARTE e mi reco con un amico presso la loro sede. Entrando troviamo in cima a delle scale Maurizio, che ci accoglie e ci fa salire al piano di sopra dove si trova un grande spazio con un’area bar con molti tavoli e sedie, un palco basso per le attività artistiche e un’area back-stage coperta da una tenda. Ci accomodiamo in un accogliente angolo divanato che scopriamo poi essere la sede dei loro incontri di lavoro, inizia quindi l’intervista. Innanzitutto come presenteresti il progetto AcquasumARTE? Dopo anni di attività artistica di vario genere in giro per il mondo, nell’aprile del 2008 io e le sorelle Sonia e Sabrina Conti abbiamo sentito la necessità

di cercare un luogo che potesse essere la sede dello sviluppo di un progetto di arte contemporanea aperto a chiunque fosse interessato. Il primo anno è servito per capire quali strade percorrere, quali fossero gli eventi che ci interessavano e quali no e fissare degli obiettivi. Quali sono questi obiettivi? L’idea è quella di sviluppare un progetto interculturale di arte sperimentale tramite la ricerca di un linguaggio comune. Questa è la base di “Not Now”, un laboratorio sperimentale durante il quale, con la presenza dei responsabili delle varie attività artistiche di acquasumARTE, si lavora sul tema del diritto dellíindividuo di disporre liberamente del proprio corpo; ci ritroviamo 1-2 volte al mese facendo prima un incontro sperimentale e poi una serata aperta al pubblico. Inoltre

Barattolo “dei privilegiati”. Cosa rispondete? Più che privilegiati abbiamo avuto un grande onere ed onore: quello di servire la comunità pavese per tutti questi anni, organizzando dibatti, proiezioni, concerti, corsi e concorsi e molto altro. Dando alla città, gratuitamente e dal basso, migliaia di eventi che altrove non avrebbero avuto spazio e che quindi non si sarebbero potuti svolgere. Facendo dell’autogestione la modalità di organizzazione e partecipazione al Centro, che è sempre rimasto aperto al contributo di chiunque volesse mettere a disposizione idee e tempo.

vengono sviluppate singolarmente le varie discipline artistiche: le arti visive con mostre mensili di fotografia, la musica -tramite, ad esempio, il progetto di sound painting-, la danza, il teatro sperimentale che sarà attivo tra poco, e il cinema, con dei cineforum sui generis -gestiti da Giampiero Raganelli- che puntano alla ricerca dell’originalità piuttosto che all’inquadratura in un tema. Come vi rapportate col pubblico e come entrate in contatto con altri artisti? La nostra è un’associazione artistica indipendente da associazioni politiche e prevede la sottoscrizione di una tessera annuale per diventare soci, la gente poi partecipando alle serate può o no restare colpita da una performance, ma le cose importanti sono l’apertura e la curiosità verso un’attività artistica sperimen-

tale che si distacca dall’omologazione culturale. Gli artisti entrano in contatto con noi per lo più tramite il passaparola, ma anche le serate possono offrire possibilità di incontro. Inoltre l’angolo caffè con i tavolini è stato pensato per favorire la convivialità e il confronto culturale. È difficile continuare a portare avanti questo tipo di progetto artistico? In questo primo anno siamo riusciti a stare nei costi principalmente grazie alle quote associative, inoltre abbiamo avuto un piccolo contributo dal comune e altre piccole entrate dalle nostre attività. In generale rifiutiamo la commercializzazione, gli artisti collaborano con noi se ne hanno il piacere e il bar è aperto solo durante le serate a un costo di rimborso spesa.” JCO

Per chiunque fosse interessato ad approfondire le iniziative delle associazioni presentate, ecco un breve elenco di

CONTATTI UTILI: In Scena Veritas

sito: www.inscenaveritas.com blog: http://argini.blogspot. com/ mail: [email protected] tel: 0382 556649 339 5373945 (Manuela)

AcquasumARTE

sito: www.acquasumarte.it. mail: [email protected]

Aerel

sito: www.aerel.org mail: [email protected]

UniOnPV

sito: www.unionpv.net mail: [email protected] (potete seguire le attività dell’associazione su Facebook)

Gi.P.Pa.

sito: www.gippa.org mail: [email protected]

Co.R.S.A.Ri.

sito: www.csabarattolo.org mail: [email protected] tel: 0382-21293

6

Al termine di un percorso evolutivo durato centinaia di migliaia di anni, le Capolettere sono infine arrivate anche a Kronstadt.

L’Era Del Diritto & la Destra Sgrammaticata

S

i sa: nell’anomia imperante durante questi tempi bui, l’instaurarsi di ideologie bizzarre fa ancora più facile presa che un tempo, pressoché ovunque. Navigando per la rete ci si imbatte non di rado in compagini folcloristiche di dubbio gusto e ignota tradizione. Si scopre così l’esistenza di un nuovo glorioso manipolo di eroi moderni, confluito nel ventre del benemerito e accomodante PDL, contenitore di tutte e sole le libertà del pianeta: Destra Libertaria. La prima cosa che indubbiamente potrebbe saltare all’occhio del malcapitato navigatore è l’inconsueto uso del termine “libertario”, accostato ad una parola a lui così lontana nell’immaginario collettivo, dal suono così stridulo e fastidioso, come “Destra”. Benché tale termine sia oggettivamente nato e usato come sinonimo stretto di “anarchico”, sarebbe doveroso sapere che alcune ideologie di stampo liberale, in senso “libertario” o come vedremo meglio poi “libertariano”, si sono sviluppate in Europa e negli Stati Uniti giànel secondo dopoguerra. Volte a promuovere la totale abolizione dello Stato in tutti i suoi campi di azione, dall’amministrazione alla giustizia, passando per la difesa della proprietà e arrivando alla tutela della salute, sono state presto etichettate e riconosciute come correnti “anarco-capitaliste” (il lettore che proprio proprio volesse assolutamente approfondire può partire da un’opera scelta a caso del filosofo americano Murray Newton Rothbard). Fulcro di queste idee la proprietà privata, diritto inequivocabile del cittadino, da cui scaturirebbero tutte le forme di cooperazione associativa non pubblica (una sorta di collettivismo imprenditoriale) che dovrebbero offrire alla comunità tutta, in un contesto di mercato davvero completamente libero, ogni servizio di cui ha bisogno. Abolite le tasse, considerate un vero e proprio furto legalizzato, il cittadino avrebbe a disposizione l’assoluto controllo del suo operato e dei suoi guadagni, potendo quindi sfruttarli in relazione alle vere necessità e ai sui veri interessi. Niente stato, niente leggi, niente partiti, anche etica e morale sarebbero appannaggio del singolo, libero e pensatore. Poiché l’agire e il predicare del noto Libertarian Party, terzo partito americano dopo i classici democratici e repubblicani, sono effettivamente riconducibili a quanto di cui sopra, da un punto di vista prettamente linguistico, in Italia si è sempre stati soliti definire le varie filosofie “anarco-capitaliste” con il termine “libertarianismo”, proprio per non rischiare banal-

strumenti

mente di confonderle con l’originale matrice anarchica del termine. Il movimento “Destra Libertaria”, a cui questo articolo deve la sua nascita, sembra quindi già in partenza aver sbagliato direzione. Apprendendone statuto e principi costitutivi appare subito chiaro un confondersi d’intenti e definizioni, non solo in forma, ma anche di sostanza: troneggiano infatti in bella mostra continui richiami alla tradizione “cattolico apostolica della chiesa d’occidente”, al ruolo della famiglia come “struttura portante della nostra società millenaria”, alla “difesa della vita in senso assoluto”, dal suo “pre-embrionale” concepimento, fino alla definitiva dipartita e forse oltre. La solita minestra conservatrice conservata in salsa muffa, che vorrebbe riconosciuti, in maniera talmente diretta da risultare quasi ingenua, “il carattere sovvertitore dei movimenti scaturiti dalla rivoluzione francese” e “l’affermazione del Creazionismo e dell’Intelligent Design antagoniste allo pseudo darwinismo scientifico” (cit. art. 1 del loro Statuto). Pochi, pochissimi, quasi nulli i richiami ad un “anarco-capitalismo” in senso stretto a cui, quantomeno dalla scelta dei termini usati erroneamente per autodefinirsi, questa nostra “Destra Libertaria” dovrebbe tendere. Sarebbe lecito quindi chiedersi quale razza di bizzarria postmoderna, quale viscerale e irrefrenabile necessità impellente, quale manipolo di facinorosi sedicenti libertari può aver partorito quello che appare come un abominio ideologico, linguistico e filosofico da qualunque punto di vista lo si voglia analizzare. Sforzo lecito ma forse inutile, se non addirittura superfluo: “Destra Libertaria” troneggia in buona compagnia, nel capitolo delle assurdità dell’ideologia, anni luce avanti a mostri sacri come i “nazimaoisti” di Sinistra Nazionale e i veri “anarco-capitalisti” di Proprietà e Libertà. Non è poi un caso che ciò a cui forse maggiormente DL si avvicina, in senso astratto e a personale giudizio, è definito nella terminologia specialistica come “paleolibertarianismo”: al pari di certe epoche lontane, durante le quali l’uomo imparava a mala pena i primi rudimenti di tecnologia, forse i suoi esponenti stanno imparando i primi rudimenti di pensiero. Chiunque si prodighi nell’atteggiarsi come bestia, rinuncia al privilegio di essere uomo. Matteo Bertani

periodico mensile Numero 48 Giovedì 1 Ottobre 2009

k

Abbastanza grande per badare a se stesso? breve storia del debito pubblico italiano/2

continua dalla prima. E non ti è così difficile se, come di solito, si sono alzati anche i tuoi introiti. Lo stato, poi, ha un altro vantaggio: la moneta la stampa lui, quindi può sempre pagare quel che gli serve. Quando però questa carta nuova andrà in circolo, i prezzi si alzeranno, e i soldi in mano ai privati varranno di meno: la tassa da inflazione. Il clima di interessi bassi e inflazione alta dei ‘70, insomma, faceva sì che il debito si sgonfiasse da solo anno per anno: praticamente una festa! E in un periodo di crisi come quello, via coi round di assunzioni pubbliche: è probabile che dai ‘60 la produttività per addetto nel settore pubblico sia addirittura scesa. Nei primi ‘80, però, in questo bel quadretto arriva un incomodo: Volcker, capo della FED, la banca centrale americana. Che per risolvere i suoi problemi d’inflazione alza i tassi d’interesse americani (e dunque mondiali) di 20 punti percentuali: l’idea è rendere gli investimenti più cari, per sgonfiare la domanda e quindi i prezzi. Nell’83 (l’ultimo anno in cui l’interesse è più basso dell’inflazione) il rapporto debito/PIL fa un balzo di dieci punti: dal 63% al 73%. » l’inizio del disastro. Sì, direte, ma tutto questo succedeva pure all’estero: perché solo da noi le cose vanno a rotoli? Come tutte le belle domande, anche questa ha una risposta complessa, e molti aspetti oscuri. Ma andiamo per ordine. Il problema è duplice: da un lato, troppa spesa; dall’altro, poche tasse. La troppa spesa veniva da una storia di stato sociale creato in ritardo rispetto all’Europa: il Servizio Sanitario Nazionale, per dire, è nato solo nel ‘78. Quello che in Francia e Germania era stato fatto in un periodo di boom, da noi nasceva sotto stelle ben più opache. Altro problema era la sfasatura delle decisioni sulla spesa (principalmente locali) da quelle sul suo finanziamento (principalmente centrali): se chi decide quanto spendere e chi è responsabile di trovare i soldi rispondono a soggetti diversi, facile che il primo se ne freghi di quel che succede al secondo, con le prevedibili conseguenze. L’altro lato sono i cronici pro-

blemi di gettito fiscale. L’Italia, si sa, ha grossi problemi di evasione. Uno studio del ‘96 (Alesina/Marè) stimava cautamente che se essa avesse avuto gli stessi tassi di evasione degli USA il rapporto debito/PIL sarebbe stato dell’80% anziché del 106% (!!!): insomma, l’evasione è il problema. Ma perché così tanta evasione? L’argomento ricorrente che la tassazione italiana sia opprimente sembra molto poco fondato: paesi come la Svezia, ad es., hanno aliquote anche più alte. Accanto agli spesso invocati, e indubbi, fattori culturali (l’evasore come furbo etc.) c’è anche un fatto meno noto: l’Italia ha un tasso molto alto di lavoratori autonomi, con uno dei più alti numeri di partite IVA d’Europa. E, come si sa, per un autonomo evadere è molto più facile. Ma non si può capire bene questa storia senza guardare al suo sfondo. Negli anni ‘80, in Italia, una guerra era in corso: quella tra PSI e PCI. Craxi aveva un disegno molto chiaro, esemplato sulla storia della Francia e di altri paesi dell’Europa occidentale: il PSI doveva uscire dall’angolo della politica italiana, dal 10% del ‘78, e diventare un partito socialdemocratico moderno ed egemone a tutta spesa del PCI. Per farlo, doveva estrarre dalla sua posizione strategica di chiave di volta della maggioranza tutte le rendite possibili, per reinvestirle in campagne elettorali aggressive. Così, la corruzione (fenomeno non nuovo, originato dalle rendite che alla DC venivano dal regime di alternanza bloccata) conobbe negli ‘80 un’esplosione senza precedenti. Chiaramente, quando tiri in barca ogni genere di manigoldi pur di battere il tuo avversario, apri un vaso di Pandora che è difficile controllare. Craxi giocò spregiudicatamente, causando al sistema Italia costi di efficienza imponenti, e sicuramente incidendo (con gli appalti gonfiati) sull’ulteriore

crescita del debito. Come capita ai giocatori, perse infine rovinosamente, trascinando con sé l’intero PSI. E Tangentopoli, con l’instabilità politica interna (cui si accompagnavano la disgregazione del blocco comunista, le guerre al confine, le stragi di mafia), rischiò di travolgere le stesse finanze pubbliche italiane. La famosa crisi finanziaria del ‘92: dopo mesi di attacchi speculativi (cioè vendite in massa di titoli di debito italiani, con lo scopo di farne scendere il prezzo, quindi la domanda di lire e il “prezzo” di queste, il cambio), il governo Amato è costretto a svalutare la lira del 7% e così uscire dal sistema monetario europeo. Siamo tornati al presente. Anzi no: manca ancora un passaggio. Ed è quello più importante, anche se per motivi ben strani: l’Euro. Cosa c’entra l’Euro? C’entra, c’entra. L’Euro è una moneta fica, praticamente la prima che l’Italia abbia avuto dai tempi dei fiorini. Quindi: gli investitori si fidano a prestare in Euro -e prestano a buon prezzo!- perché sanno che avranno indietro i loro soldi: la Banca Centrale Europea non mi svaluterà mica tra capo e collo, eh no. Perché mai dovrebbe farlo? I conti sono in ordine, no? tutto sotto controllo, no? ...ah, sì, quei bischeri degli italiani!... Quindi. Cosa fare se sei un paese ricco, serio, responsabile, insomma, se sei la Germania, ma hai un vicino completamente scriteriato? Gli imponi un patto che gli leghi le mani, sì, insomma, un Patto di Stabilità. E così, il nostro Bel Paese si è trovato, in cambio di una bella moneta, coi rubinetti della spesa otturati. Certo, continua a lamentarsene: sarebbe bello non fosse così, specie in tempi di crisi, quando i sussidi aumentano e si vorrebbe stimolare la ripresa. Ma come dire, gli altri paesi fanno orecchie da mercante. Ciò non toglie che i problemi strutturali restano: uno tra tutti, le pensioni. Un altro tra tutti, l’evasione. Anziani e autonomi, tutte categorie che il governo non andrà certo a disturbare. E così se il debito non sale nemmeno scende, e pure il tasso d’interesse sui BTP, lo scorso dicembre, ha avuto una fiammata - traduzione: al mercato è già passato per la testa che forse, chissà, ma come li pagheremo i nostri debiti?... e così, come in una serata al Billionaire, l’Italia continua a ballare sull’orlo del vulcano. Gianluca Flego

k

periodico mensile Numero 48 Giovedì 1 Ottobre 2009

“Whugfnghu” Martelengo ci arringa sulle cause profonde della crisi economica mondiale masticando un hamburger

cultura

P

Dai fiori nascono i fiori ARMI & DANNY

er chi ha sempre pensato che la Finlandia esportasse solamente renne, Babbi Natale, babucce, maglioni, legname , elfi e cose così, queste poche righe rappresentano una rivelazione. Anche i nostri amici finlandesi infatti possono vantare tra le loro celebrità una coppia di interpreti d’alto livello. Armi (vero nome Armi Aavikko, miss Finlandia 1977) & Danny (al secolo Ikka Johannes Lipsanen) hanno rappresentato, fino alla fine degli anni Ottanta, il non plus ultra della musica finnica, sfoderando toccanti intrecci vocali conditi da un uso insistito deI sentetizzatorI che riporta alla mente le atmosfere portuali della Bristol di Tricky e Massive Attack (ne è una prova la splendida “Vai niin, Vai niin”). Per intenderci, confronto a loro, Al Bano e Romina Power sembrano due commessi peruviani dell’Ikea di Carugate. La loro fama, enorme nel Nord Europa per tutti gli anni

O

ttobre, mese dell’autunno e della ripetizione. Per quanti non lo sapessero questo è il periodo dell’anno che fa del deluxe la parola chiave: Fnac e limitrofi vedono i loro scaffali riempirsi di rimasterizzazioni, riedizioni, ricopertinizzazioni tutto fatto seguendo l’urlo barbarico del repetita juvant. Visto che i soldini scarseggiano, lasciamo ai fanatici spendaccioni l’ultracofanetto dei Beatles con copertina olografica che se la inclini vedi Lennon che ti saluta con l’altra mano e dedichiamoci alle migliori e pi˘ sugose tre (ri)proposte di otto-

7

Settanta e Ottanta, è arrivata sino a noi grazie al brano “Tahdon olla sulle hella” (meglio nota come “I wanna love you tender”), toccante e non scontata ballata sintetica di stampo chiaramente 80’s riscoperta nel 2006 da alcuni ragazzi americani che l’hanno diffusa facendola diventare in breve tempo uno dei video più cliccati di YouTube. Terminato il loro sodalizio artistico verso il 1988, le loro strade si sono divise: Danny ha continuato a regalarci emozioni con le sue apparizioni nei più importanti festival europei mentre Armi, dopo il ritiro dalle scene, ha trovato rifugio nell’alcool ed è morta nel 2002 a causa delle complicazioni dovute al suo alcolismo cronico.Stando alle ultime notizie presenti sul suo sito (www.danny.fi), il nostro amico Danny ha previsto una serie di apparizioni oltre i confini finlandesi. Nel caso passasse per l’Italia, io sono già lì. Elia Mariani

‘A Ribollita bre : Fever Ray, Andrew Bird e (udite udite) Tricky (con il suo capolavoro Maximquaye). CD+DVD con gli introvabili video per Fever Ray, CD+DVD (con live) per Bird e doppio album (secondo disco di remixes) per un grande classico del trip hop. Fidatevi: c’è del sugo su cui fare abbondante scarpetta. **** Recuperiamo gli Smiths che ce n’è bisogno. **** Dalla rete un po’ di materiale gratis che, in questi tempi di proibizionismo, è sempre gradito. Visto che l’indirizzo del link è lunghissimo, vi segnaliamo la chiave di ricerca di google: lunatici convinti e click su mi sento fortunato. Playlist di 15 (quindici) canzoni con artisti di qualità (tra questi Tre Allegri Ragazzi Morti, Ulan Bator e Goose). Male non fare, canzone da avere. **** Live live live e ancora live low cost: 28 novembre a Firenze, Yo La Tengo a solo 18 eurini, 29 ottobre Kings of Convenience a 22 eurini (elevabili a 35 per chi slarga), 4 dicembre a Milano, Editors 25 eurini, 8 ottobre a

Milano, Kiddy Car 7 eurini (anzi, album da recuperare hop! Hop! SUPERDURO!) **** Riporto qui un passaggio dal blog di Stereogram (http://stereogram.menstyle.it). Il post è illuminato e illuminante e non c’è altro da aggiungere oltre alle parole di Emiliano Colasanti (che ci dona gentilmente il suo verbo): Dire che non è un bel momento per le televisioni musicali italiane è un eufemismo pari ad affermare che Ronaldinho “non è molto in forma” e che il Premier e Fini “stanno avendo qualche piccola divergenza”. In realtà il momento è nero. Tetro. Pessimo. Talmente tetro che, ora come ora, risulta impossibile pensare a una via d’uscita che non lasci alle spalle una scia di morti e feriti pari al fallout della bomba su Hiroshima. I casi recenti di MTV e All Music sono sulla bocca di tutti: licenziamenti a pioggia, contratti buoni giusto per gli eccessi di muco nasale, sinergie che hanno il sapore dell’asso pigliatutto e un senso di pesante e indecifrabile incertezza nei confronti del futuro, ma anche del presente. Se guardiamo poi solo al lato prettamente artistico, musicale e qualitativo, la situazione sembra anche peggiore. Il concetto di TV musicale come l’abbiamo conosciuta fino ad ora appare vecchio, superato a destra dalle infinite possibilità del web, piegato a logiche pubblicitarie e di marketing che guardano alla qualità come a una parolina magica da sventolare nelle conferenze stampa, ma da tenere ben nascosta in consiglio di amministrazione.

Perché la musica in televisione non la guarda nessuno. E probabilmente quasi nessuno guarda quei reality strampalati con le tizie che vanno a cercare le macchie di sperma nelle case degli sconosciuti, la figlia di Hulk Hogan che si fa sculacciare da papà per il nuovo piercing sulla vagina e le gare di ballo tra negri del ghetto. Con la differenza che i reality spappola-cervello costano meno, hanno solo bisogno di un

tizio capace di accendere una macchina e garantiscono il massimo risultato. Che poi è il minimo, e ‘sti cazzi. [continua su http://stereogram.menstyle.it] Collettivo Modulare Musicale Kronstadt Se vuoi partecipare al Collettivo Modulare Musicale di Kronstadt mandaci una mail a [email protected]

Reg. Trib. Pv n° 594 - ISSN 1972-9669 - Stampa: Industria Grafica Pavese SAS, Pavia - Chiuso in Redazione 27-09-2009 - Tiratura 2000 copie - 2009, Alcuni diritti riservati (Rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.5 Ita by-nc-sa)

8 Sono andato dal mio capo a chiedere un aumento. - Ah, Bandini, siete voi. - Vorrei un aumento, capo. - Certamente, Bandini. Un aumento di che cosa? Siate più preciso. Un aumento di, lavoro? - Lavoro? No, che lavoro. Un aumento di stipendio. - Un aumento di stipendio, certamente. Un aumento di stipendio positivo o negativo? - Un aum... come, positivo o negativo. - Volete un aumento di stipendio positivo, o negativo? - Capo. Non so come dire, voglio più soldi. - Voglio, voglio, l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re. Come si dice, Bandini? Si dice voglio? - Per piacere. - Ecco, andiamo già meglio. - Per piacere, posso avere più soldi? - Per piacere di chi? - Mio, direi. Per piacere mio. - Ma figuratevi, caro Bandini! Il

periodico mensile Numero 48 Giovedì 1 Ottobre 2009

“Si sta come in ufficio/sullo schermo/i post-it” Ungaretti rivisitato - S.Galassi

racconti

Nel giardino del re piacere è tutto mio! - Grazie. Ma, quindi? - Quindi che? - Me li date, più soldi in busta paga? - Ma certamente. Li volete nella vostra? - Nella mia che? - Busta paga. I soldi in più, li volete nella vosta busta paga o in quella di un altro. Tipo per esempio, la mia. - Oh no. No, nella mia, nella mia busta paga. - Perché fate il difficile Bandini? Io sto cercando di venirvi incontro. - Ah sì? - Ah sì. Ah sì. - Non vedo come potrei... - Bandini, voi lo sapete com’è la situazione, no? - Sì, sì, lo so, c’è la crisi - PERDIO NON DICA MAI PIU’ QUELLA PAROLA, È IMPAZZITO? - Quale parola? Cri- MA STIAMO SCHERZANDO. MA DOVE VI CREDETE DI ESSERE.

- Ma - Questa è la Clebbino , signore caro. La Clebbino non è mai in quella parola lì. Le persone, sono in quella parola lì. Le altre aziende, sono in quella parola lì. I valori, sono in quella parola lì. Il mondo, è in quella parola lì. La Clebbino , no! - Ma allora... - E tuttavia, per solidarietà, anche la Clebbino ha pensato di ricorrere alla cassa integrazione. Perché noi non vogliamo umiliare nessuno. E anzi, presto partiremo con una coraggiosa campagna di licenziamenti a tappeto. Perché noi non stiamo con le mani in mano, noi non gozzovigliamo all’ombra degli allori solo perché fatturiamo come dei gesucristi in calore. - Gozzovigliamo all’ombra degli allori? - È una metafora, naturalmente. Una dieresi, si fa per dire. - Dieresi? - Ascoltate - se è una rassicurazione che volete, voi non verrete licenziato, ok?

- Ma io non sono neanche assunto, capo. Io non sono un dipendente. Io ho un contratto Co.Pro.Fa.G.O. - Vedete la lungimiranza? Sapete una cosa, potete metterci la mano sul fuoco sacro dell’indignazione che voi non verrete mai, mai licenziato. Proprio per questo. - È un po’ difficile, visto che non sono assunto. - Proprio per questo. Proprio per questo, certamente. - Certamente. Per quanto riguarda l’aumento... - Se riguarda l’aumento, non riguarda voi. Non complicatevi la vita. - Io... - Ma sì, diamoci pure dell’io. In fondo sono anni che lavoriamo insieme, fianco a fianco, io e io. Samuele Galassi http://zonadeumanizzata. blogspot.com/

In sentimento col tonno Mesi fa ho preso un salmone e l’ho messo in una vasca piena di pesci. Tra i vari esemplari c’era anche una femmina di tonno che aveva un accento bergamasco marcatissimo. I primi tempi salmone se ne stava sulle sue, guardandomi attraverso il vetro e facendo segno con lepinne che appena lo tiravo fuori mi uccideva. La femmina di tonno pareva come attirata dai movimenti del salmone, che da dentro l’acquario dovevano sembrare incomprensibili e un po’ bizzarri. Allora il tonno ogni giorno faceva un passettino verso salmone, e salmone, che osservava con la coda dell’occhio, faceva finta di niente e continuava a insultarmi dal vetro. Poi un giorno il tonno era proprio vicino al salmone, e salmone si è spostato nell’angolo opposto dicendo che non aveva tempo. Il gioco dei passettini, che da noi sulla terra somiglia a uno due tre stella, è durato per settimane, finché un giorno salmone si è dimenticato di cercarmi fuori dal vetro e ha guardato il resto del mondo. Guardando il resto del mondo, ha pensato o voluto pensarsi in sentimento col tonno, e invece di fare un passetto indietro è stato lì fermo. La fissità immobile del sentimento si divide in tre fasi: nella fase preliminare, così chiamata per la preparazione all’immobilità, i due esemplari si muovono freneticamente oppure uno dei due si muove anche per l’altro, ma comunque c’è mobilità di pensiero; che risulta goffa al

resto degli esemplari vicini e risulta invece, per dirla in termini più tecnici, «sturm und drang» per i due esemplari coinvolti; nella seconda fase i due esemplari, spaventati essi stessi dalla precedente fase, si bloccano e stanno immobili mentre tutto il resto dei pesci si muove. Giuro che ho visto un acquario con due pesci che sembravano statue, e tutti gli altri allegri a fare spese, constatazioni amichevoli e biciclettate. La fase che segue si distingue in due possibili fasi distinte, l’una in positivo e l’altra in negativo, con diversi esiti per i due diversi esemplari. Le combinazioni non sono infinite e tuttavia numerose. Farò solo il primo esempio e si continui immaginando le diverse combinazioni come in una tabella di verità: uno dei due esemplari si riattiva e si muove come nella fase preliminare, ma l’altro si spaventa per il troppo movimento e rumore delle acque, e allora sta immobile. Detto questo, ai più parrebbe allora che il processo, che qui su per giù nella terra lo si chiama in-

namoramento (e si sarebbe dovuto raccontare, con buona pace per le gocce che inducono il sonno, all’incirca così: «ma io mi ero innamorato di te! non potevi non saperlo, era evidente!», «ma io non l’avevo capito, non l’avevo voluto capire!», «ma adesso è tardi, ora che tu ti sei innamorato di me io mi sento così lontana da te, ma possiamo recuperare», «ma io non sono innamorato di te – terza fase – io volevo esserlo e basta», «ma io», «ma te», «ma noi», «recuperiamo», «addio», «ti voglio bene», «ma anche io», etc.), questo processo non si debba chiamare «fissità immobile del sentimento»; tuttavia abbiamo deciso di chiamarlo così perché ritenia-

mo che la fissità, di tutte le scemenze che si possono raccontare, ci pare insomma la cosa più bizzarra. E se anche non lo fosse, vendo o regalo una statua di salmone domestico con gancio per parete, fissa e immobile per sempre, con la bocca aperta dallo stupore, marmorea, con gli occhi che sembrano guardarti, che sembrano guardarti e implorarti e dirti facciamo almeno una constatazione amichevole, mentre tu, che sei immobile sull’altra parete, gli rispondi che magari un giorno una biciclettata. http://lumicino.splinder. com/

Soluzione a pagina 46 (Trova l’inganno)

KRONSTADT: iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione A.C.E.R.SA.T. dell’Università di Pavia nell’ambito del programma per la promozione delle attività culturali ricreative degli studenti. Dal numero 43 Kronstadt partecipa al progetto “Pavia - la città partecipata”, iniziativa cofinanziata dall’ANCI. Altre entrate sono rappresentate da eventi culturali, feste, concerti, il sangue di chi collabora, libagioni e gozzoviglie varie.

k

ATTREZZATURE E MATERIALI PER BIOEDILIZIA VERNICI ECOLOGICHE

20081 ABBIATEGRASSO (MI) Via Dante, 110 Tel.02-94699044 - 94699083 Fax 02 - 94696203

Kronstadt cerca

collaboratori!! visto che perdi già tempo leggendolo, valuta l’idea di perderne anche realizzandolo!

non aspettare:

[email protected] Credits: Le vignette di pagina 3, 8 e 46 sono del maestro Matteo Amighetti, ritornato finalmente a Kronstadt con somma gioia della redazione. Gli animali imbalsamati vestiti da zorro sono una creazione di Mario Antonelli. Per gli altri prodotti Del Niente consultate il sito: http://produzionidelniente.blogspot.com/ e anche www.improponibile. com. Il manifesto della gara di remake è opera del buon Bernasconi. Tutte le altre foto, copertina inclusa, sono tratte da internette. Sempre in attesa che un’orda di fotografi e illustratori alieni venuti dallo spazio invada la città. Si ringraziano Jimmy Bandini e Lumicino per i racconti di pagina 8. Grazie anche alle associazioni che hanno gentilmente collaborato alla realizzazione del numero. Grazie a mamma e papà che mi hanno sempre amato. Grazie a tutti coloro che hanno creduto in me. Grazie di cuore a tutti voi, siete bellissimi. Direttore editoriale Isabella Bossolino Direttore responsabile Salvatore Gulino

Kronstadt

periodico mensile Numero 48 La redazione di Kronstadt è aperta ad ogni tipo di collaborazione. Potete contattarci a: www.kronstadt.it kronstadt.splinder.org [email protected] http://creativecommons. org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/ legalcode/

Related Documents

Kronstadt 48
June 2020 1
Kronstadt 30
June 2020 5
Kronstadt 33
June 2020 8
Kronstadt 23
June 2020 7
Kronstadt 21
June 2020 2
Kronstadt 44
June 2020 1

More Documents from "La redazione di Kronstadt"

Numero Speciale 05
June 2020 10
Kronstadt 35
June 2020 7
Kronstadt 25
June 2020 9
Numero 06
June 2020 10
Kronstadt 34
June 2020 5