Numero 15

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k ronstadt 15 © Massimo Ghimmy

periodico bimensile Numero 15 Mercoledì 20 Aprile 2005

un mondo perfetto Un giorno come tanti ma non certo per qualcuno qualcuno che da giorni mesi anni sta lottando contro chi di questo stato na gabbia sta facendo reprimendo ascolta dico reprimendo chi da solo denuncia e combatte sti fetiente e sa bene che significa emarginazione esattamente quanto costa amare un centro sociale Officina 99 Il resto lo conoscete e non a caso lo citiamo a questo punto della nottata che sembra quasi essere passata. Sono passati 16 anni dalla caduta del muro, 15 dalla Prima Guerra del Golfo (quella giusta per alcuni), 14 anni da quella canzone, 13 da Falcone e Borsellino, 12 da Mani Pulite e 11 dalla Gioiosa Macchina da Guerra. E siamo tornati allo stesso punto. Solo che questa volta lo sappiamo, perché, come direbbe De Andrade, ballava la polka sopra il muro, mentre si arrampicava le abbiamo visto tutti il culo (per non dire della piramide di Cheope che volle essere ricostruita in quel giorno di festa, masso per masso, schiavo per schiavo, comunista per comunista). Questa volta non ci faremo fregare. Genova e Bagdad sono bastate per far capire a tutti l’andazzo. La recessione, la Cirami, la Gasparri, la Moratti, la Biagi, la Guzzanti sono bastate. Non dobbiamo avere paura del potere. Allende non aveva paura. Mattei non aveva paura. Mossadeq non aveva paura. Sandino neanche. Ci sono voluti i carri armati, le bombe, gli stadi per levarli di mezzo. Questo è il rischio che corriamo, certo. Gladio era di casa, certo. La Maddalena, Aviano, Camp Derby, Camp Ederle sono in casa nostra. Ma questa volta noi abbiamo l’euro. Questa volta l’Europa è unita. Questa volta non ci toccheranno. E qui da noi, nel nostro cortile di casa, è rimasta la nostra Bagdad, la nostra Babilonia. È rimasta la famosa città civile da far cadere. E la seppelliremo sotto una sterminata risata. pecché nun me faje cchiù male aggio ’mparato a caré’, curre curre guagliò... Emanuele Quinto

2 pagina - strumenti

PPP: Il cinema dei popoli lontani, un’analisi tra antropologia e tradizione classico di Pier Paolo Pasolini Doppiavùdoppiavùdoppiavù: www.jesusoftheweek.com, in redazione ci sono dei miscredenti Ecos da Lusitania: parte prima, Portogallo XX secolo

3 pagina - terza pagina

Senza filtro, la prima radio bimensile […]: Son Of The Bowmen Of Shu di Ezra Pound, traduzione originale dall’inglese

4 pagina - cronache

Le colonne dell’accesso: Informagiovani cronaca: de Gustibus, dove mangiare a Pavia La bacheca, cosa succede in città e provincia

Ancora uno sforzo, amici! Ancora uno sforzo, perchè la bat- conti aziendali truccati. E i se- riforme importanti come quella taglia politica iniziata con la tornata elettorale delle amministrative non è ancora terminata, anzi da ora in poi diviene decisiva a livello nazionale. Il Grande Inganno sta per misurare gli ultimi suoi giorni, sconfitto dal principio di realtà che, lo sapeva bene Freud, in definitiva è il solo vero limite oggettivo posto tra noi e la realizzazione dei nostri desideri. La politica fatta di pulsioni, di illusioni, di nevrosi, di paranoie di persecuzione (i comunisti!) che ancora nell’ultima puntata di Ballarò ha celebrato la sua grottesca liturgia sortendo effetti parodistici (ho avuto l’impressione che in alcuni momenti ridesse di sottecchi) sta per lasciare posto al paese reale che non è tutto di sinistra, non si creda, ma di certo non è più tutto convintamente berlusconiano. Ma facciamo attenzione, come ben sapeva Spinoza nel suo “Trattato Teologico-Politico”, il binomio terrore-speranza è spesso servitore efficace della persuasione politica nella sua deriva personalistica e autoritaria che tende ad alzare il tono del pathos del suo esercizio del potere soprattutto nei momenti di difficoltà. Non facciamo festa troppo presto, perchè il rischio maggiore è ora se incomincerà una campagna elettorale ininterrotta fino alle prossime politiche che sarà feroce, subdola, ambigua, diffamatoria, lusingatrice e incantatoria come e più di prima. Ora servono politici, a destra e a sinistra, con il senso delle istituzioni, capaci di rifiutare (finalmente) i sortilegi del Grande Incantatore, le illusioni della gestione manageriale (cioè di stampo autoritario) della cosa pubblica, l’uso privatistico dell’apparato di governo, il marketing come strumento di manipolazione dell’opinione e di creazione del consenso su proclami di profitto falsati come

gnali in questo senso sembrano esserci, finalmente. Che si torni a fare politica, non più direzione (fallimentare) d’impresa. Montanelli sosteneva che Berlusconi è come una malattia che può essere debellata solo portando a termine il suo corso in modo che la società generi da sè i suoi anticorpi. Io toglierei il “come” dal discorso di Montanelli, dicendo che il berlusconismo è una malattia sociale profondamente radicata nel fragile corpo della società italiana, di tanto in tanto percorso da fremiti personalistici, alterato da febbri paternalistiche e scosso da miti eroici e salvifici, e sempre devastato da uno scarsissimo senso civico, come la prossima celebrazione del 25 aprile ci dovrebbe ricordare. Berlusconi, il mito dell’imprenditore vincente, è stato solo la causa scatenante della malattia. Ma ora, nel momento della sua risoluzione potrebbe manifestare anche il massimo della sua virulenza disgregante il corpo stesso dello Stato oltre alla società civile che già ha così profondamente devastato. Ad esempio, non si possono lasciare in mano a questo governo, in questo momento,

costituzionale o del sistema elettorale perchè i danni si potrebbero perpetrare dopo la fine di Berlusconi e la società potrebbe non essere in grado di reagire. Infatti, i germi che il berlusconismo è capace di immettere non sono ancora esauriti e non è detto che il principio di realtà che ha prodotto il recente risultato elettorale sia abbastanza forte da permettere alla società di resistere alla macchina di propaganda del Cavaliere e ai suoi ultimi atti di potere. Per chi non ha senso delle istituzioni il “tanto peggio tanto meglio” con cui si affonda tutti, colpevoli e innocenti, è una prospettiva d’uscita di scena come un’altra. Il comico Luttazzi nei suoi spettacoli dice che l’edificio berlusconiano sta per crollare, ma noi dobbiamo stare attenti a non essere travolti dalle sue macerie. Anche la sua fine può essere un male per la nostra vita politica, esattamente come lo fu il suo inizio. Anche i miti, come i corpi fisici, si decompongono e il loro fetore, le loro esalazioni producono vertigini e diffondono morbi. Matteo Canevari

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Doppiavùdoppiavùdoppiavù www.jesusoftheweek.com Se è vero che Gesù ci ha lasciato la sindone, non è detto che apprezzerà una t-shirt con la sua faccia insanguinata. Scrivo questo articolo mentre la papa-mania è al suo apice. I baracchini allestiti dai napoletani, a Roma, stanno incassando migliaia e migliaia di euro. Vendono senza alcun pudore oggetti di dubbio gusto. Sfruttano la fede cattolica proprio come se fosse tifo per una squadra di calcio o passione per un gruppi pop idiota. La tshirt del papa, la felpa del papa, il piatto del papa, la candela la papa-mania del papa . Non so dilaga... se esiste uno zerbino del papa… ma, se esistesse, non sfigurerebbe nel sito http://www.jesusoftheweek.com, piccola perla trash incastonata in quella colata di letame secco che i mortali chiamano internet (o ‘la Grande Biblioteca di Babele’). Proposito del sito è catalogare e documentare tutta l’oggettistica religiosa più assurda e grottesca, a patto che sia legata alla figura di Gesù. Il sito, non a caso, è americano: come potrete immaginare, è proprio l’America a donarci le migliori chicche nel campo del cattivo gusto. L’America con le sue sette cristiano-fondamentaliste e cristiano-deliranti, l’America dei così-semplici-che-sembrano-stupidi, l’America retorica e babbiona. Esiste una

serie di santini, ceramiche, ninnoli, statue, statuette e volantini così orribili e kitsch da infrangere le barriere del blasfemo. Sono tutti diligentemente catalogati su http://www.jesusoftheweek.com. Come recita il sottotitolo del sito: looking for the love of Christ in all the wrong places? (Stai cercando l’amore di Cristo in tutti i posti sbagliati?). Solo per citare alcuni esempi: la statuetta di Gesù giocatore di baseball, di basket o ...ma ci sono di calcio (per la gioia cose molto dei sudamericani); peggiori il Gesù antenna del televisore, ovvero un’antenna a forma di crocefisso con tanto Cristo inchiodato sopra; le salviette deodoranti di Gesù Salvatore (in pacchi da tre); il volantino con la preghiera del motociclista ‘He would have rode a Harley’ (cioè: ‘Lui avrebbe guidato una Harley’); i Lego del Golgota, frutto di bricolage (sul volto di Gesù crocefisso, c’è il sorriso inebetito tipico degli omini Lego); il portafoglio di Gesù (in cuoio). Tutti gli oggetti elencati qui sopra sono reali, e ce ne sono altre centinaia. Non sto scherzando, lo giuro. Con rispetto per Wojtyla. Simone “Maro” Marini

Ecos da Lusitania Parte prima Presentiamo al lettore un modesto sommario del Novecento portoghese nella speranza di offrire pagine che vengono omesse nei testi di storia. Con la perdita del Brasile e il completo fallimento degli intenti di creare un nuovo impero sul litorale africano, il Portogallo varcò il nuovo millennio privato dei motivi di orgoglio che riscattava il Paese dalla povertà e dall’esclusione ai giochi politici coloniali. Gli sviluppi della politica in Africa, ed in particolar modo la contesa con l’Inghilterra di Zaire, Zimbawe e Zambia, rila difficile svegliarono tuttavia situazione quegli ideali patriotcoloniale tici, quei sentimenti e quel fermento culturale che diedero i natali all’idea repubblicana. La resa all’ultimatum imposto dall’Inghilterra e il ritiro immediato delle truppe dalla valle del Chire dell’11 gennaio 1890, vennero infatti considerate una forma di tradimento del re Carlo I e della sua corte alla nazione. I repubblicani approfittarono del malcontento generale per ampliare le loro schiere e per screditare la monarchia; il re rispose agli attacchi affidando il governo al riformista João Castelo Branco (1907), ma ciò non evitò il regicidio da parte di esponenti della Carbonária (2 febbraio 1907). Il successore Emanuele II nulla poté fare per acquietare gli animi: nelle notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1910 iniziò quel movimento armato che in tempi brevissimi condusse alla proclamazione della repubblica e all’esilio del re. Il nuovo modello repubblicano si contrad-

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Quand’è che ce la ridate quella bottiglia di whisky?

distinse per le importanti riforme legislative, economiche e sociali, ma la prassi costituzionale della fiducia parlamen- la Repubblica instabile tare non fece altro che rendere instabile la politica del tempo e dividere le frange parlamentari in partiti dai programmi elettorali vacillanti: in meno di venti anni si susseguirono ben otto presidenti e cinquanta cambiamenti di governo. Ad esasperare la precarietà governativa si aggiunse l’insorgenza della prima guerra mondiale che portava con sé le vecchie rivalse coloniali verso l’Inghilterra e la Germania, il terrore di perdere quei pochi territori d’oltremare che erano rimasti al Paese e il desiderio di una nuova ribalta del Portogallo nel contesto europeo. Il governo risolse le divergenze catturando nel 1916, dietro esplicita richiesta dell’Inghilterra, delle navi tedesche che si erano rifugiate nelle acque neutrali del Tago. Entrato in guerra la prima il Paese inviò due guerra divisioni in Francia; mondiale altre furono inviate in Angola e Mozambico dove morirono 5000 uomini. Alla conferenza di pace, l’alleanza con i vincitori diede al Portogallo il diritto agli indennizzi e il riconoscimento dei possedimenti in Africa ma ciò non riuscì a sanare i problemi finanziari, economici e sociali che condussero il governo a ricorrere nel 1924 alla vendita dell’argento e alla bancarotta. Iniziò in quegli anni a serpeggiare una sola convinzione: “solo la dittatura può salvarci”. Camillo, [email protected]

PPP Il cinema

dei popoli lontani

Richiamo al mito e provocazione alla società borghese sono il fulcro di questo cinema. I film girati da Pasolini tra il ’69 e il ’74 vengono raggruppati nel “Cinema dei popoli lontani”. In essi il regista sembra voler tornare ad analizzare i meccanismi della realtà, ma attraverso un’analisi antropologica che utilizza i filtri della tradizione classico-letteraria. Fa iniziare questo orientamento con Medea. Ma Pasolini non è certo nuovo alle rivisitazioni degli antichi miti. Medea rappresenta la conclusione di un ciclo che era iniziato con la trasposizione cinematografica dell’Edipo Re ed era proseguito nel documentario Appunti per un’Orela rappresenta- stiade africana. Ma zione del mito: è forse Medea la pellicola più rappreMedea sentativa di questo filone mitico, perché ha in sé tutti i temi dei film precedenti e utilizza immagini mutuate da un contesto classico per portare avanti un’indagine sull’uomo che punta l’attenzione sul contrasto tra una società moderna, razionale e materiale, che ha rinnegato la dimensione sacrale, e una società arcaica, innocente, affine al mondo contadino e presente ancora nel Terzo Mondo. È una lotta tra due culture, quella barbara e ancestrale di Medea, caratterizzata da un sacro rapporto in simbiosi con la terra, e quella moderna e pragmatica di Giasone, per il quale il solo culto a cui affidarsi è quello del potere. E per rappresentare questo, Pasolini contrappone le immagini della selvaggia Colchide, girate tra Siria e Turchia, a quelle di una Corinto civilizzata, girate a Pisa. E la feroce Medea (interpretata dalla Callas, che fu fortemente voluta da Pasolini, anche se questo contribuì a conferire un aspetto forse più commerciale alla pellicola), colei che uccide i suoi figli per punire il marito che l’ha abbandonata per sposare la figlia del re di Corinto, secondo la logica arrivista che sta alla base della modernità, diventa l’eroina di Pasolini, una sorta di ultimo baluardo contro la questa società. E alla base del comportamento di Medea egli pone l’amore che essa prova per Giasone: l’amore tradito dalla logica del potere,

punito con la morte. Amore e morte sono proprio alcune delle tematiche principali delle tre pellicole successive, quelle che vanno a formare la “Trilogia della Vita”, Il Decameron, I racconti di Canterbury amore e morte, e Il fiore delle mille la trilogia e una notte. Pasolini mette da parte il mito classico e attinge dalla letteratura per continuare la sua indagine. Mette al centro di queste pellicole la propria esperienza esistenziale, portandola all’estremo: il risultato è l’erotizzazione di tale esperienza. Ma certo, l’intento del regista non è quello di mostrare gratuitamente atti sessuali. Il tentativo che sta alla base della Trilogia è la ricerca di un’innocenza perduta che Pier Paolo riconosce nell’atto sessuale istintivo e puro. Per questo in queste opere notiamo la rappresentazione in dettaglio dei gesti erotici, che è affine all’attenzione marcata verso la gestualità rituale di Medea. L’atto carnale esibito possiede quindi un alone sacrale. Ma questi sono anche i film del successo di pubblico, che l’intellettuale avverte come un segnale fortemente negativo: lo spettatore dell’epoca non riesce a coglierne il vero significato, ma è attratto da quella superficie scandalosa che certo non è negli intenti del regista. Così, nello scrivere L’abiura alla Trilogia della vita, Pasolini prende le distanze non dalle sue opere ma dalla strumentalizzazione di esse. Egli scrive: “Io abiuro dalla Trilogia della vita, benché non mi penta di averla fatta. Non posso infatti negare la sincerità e la necessità che mi hanno spinto alla rappresentazione dei corpi e del loro simbolo culminante, il sesso. [...] anche la realtà dei corpi innocenti è stata violata, manipolata, manomessa dal potere consumistico: anzi, tale violenza sui corpi è diventato il dato più macroscopico della una provocazio- nuova epoca umana” ne alla società (Lettere luterane, 1976). Questo non borghese vuol dire che la Trilogia sia estranea alle sue tipiche istanze critiche: rimane una provocazione, rivolta come di consueto alla società borghese e benpensante, e allo stesso tempo ai critici, i quali hanno sempre cercato di svuotare di contenuto le sue opere puntando l’attenzione esclusivamente sugli aspetti più scandalosi di esse. In ultimo, bisogna notare la forte presenza del tema della morte (forse più accentuata ne I racconti di Canterbury) nelle tre pellicole: nel rappresentare gli aspetti più vitali dell’esistenza non può ignorare quella che ne è sia conclusione che negazione. Nel regista si sta insinuando un forte senso di nichilismo che avrà il suo drammatico sfogo, e forse il suo superamento, nell’opera conclusiva: Salò. Cristina Resa

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terza pagina

È nel dodicesimo secolo a.C. che l’Europa ha riposto i suoi miti: è più o meno a quell’epoca che alludono le leggende greche che leggiamo da ragazzi sui libri di mitologia: Ercole e l’Idra di Lerna, Achille e la guerra di Troia, Ulisse e Polifemo, Teseo e il Minotauro, Perseo e la Medusa, Bellerofonte e la Chimera. Crescendo, ci raccontano che costoro sono in realtà i re micenei, mitizzati ed eroicizzati dai loro discendenti nei secoli successivi, e trasformati in intrepidi eroi, uccisori di mostri. E ci raccontano anche che è con la più antica trattazione di queste gesta leggendarie, la poesia omerica del VII-VIII sec., che ha inizio la “nostra” letteratura, e con essa la “nostra” civiltà; “nostra”, nel senso di noi bianchi dell’est, noi al di qua dell’Himalaya; eppure ai professori pigri non importa che i ragazzi intendano il “noi” in ben altro senso: “noi”, l’intera civiltà umana; ma questo tragico errore, detto anche ignoranza, se lo poteva forse permettere il vecchio sistema di istruzione, generatore di certe perle dell’idiozia umana quali la sedicente superiorità della razza ariana o, più recentemente, di quella cristiano-occidentale; oggi ai ragazzi ciò non è più possibile: devono raccogliere le forze e fare un salto, un piccolo salto che scavalchi l’Himalaya e li porti a conoscere quella parte del “noi umanità”, il popolo cinese, che documentava con precisione la propria storia nel periodo che per noi è età mitica, e che produceva vera e preziosa poesia mentre i nostri superiori antenati erano

Senza filtro

ancora a saltare sugli alberi. Questa poesia pare che risalga al 1100 a.C., e fa parte della celebre raccolta dello ShihChing, “il libro delle odi”, redatto tra VII e IV sec.a.C., la più antica delle raccolte cinesi in nostro possesso. Quella che presentiamo è in realtà la traduzione di una traduzione, quella del grande poeta americano Ezra Pound (18851972). Leggiamo e chiediamoci quante traduzioni, ancora, ci separino dalla Cina. Simone Mattoli

Canto degli arcieri di Shu Bunno (forse 1100 a.c.)

HERE we are, picking the first fern-shoots And saying: When shall we get back to our country? Here we are because we have the Ken-nin for our foemen, We have no comfort because of these Mongols. We grub the soft fern-shoots, When anyone says “Return,” the others are full of sorrow. Sorrowful minds, sorrow is strong, we are hungry and thirsty. Our defence is not yet made sure, no one can let his friend return. We grub the old fern-stalks. We say: Will we be let to go back in October? There is no ease in royal affairs, we have no comfort. Our sorrow is bitter, but we would not return to our country. What flower has come into blossom? Whose chariot? The General’s. Horses, his horses even, are tired. They were strong. We have no rest, trhee battles a month. By heaven, his horses are tired. The generals are on them, the soldiers are by them. The horses are well trained, the generals have ivory arrows and Quivers ornamented with fish-skin. The enemy is swift, we must be careful. When we set out, the willows were drooping with spring, We come back in the snow, We go slowly, we are hungry and thirsty, Our mind is full of sorrow, who will know of our grief?

Eccoci qui a strappare i primi germogli di felce e a chiederci: “Quando torneremo a casa?” [1] Siamo qui perché i Ken-nin sono i nostri nemici e questi Mongoli non ci danno pace. Estirpiamo teneri germogli di felce e quando qualcuno pronuncia la parola "ritorno" gli altri si incupiscono. Cupi pensieri: il nostro dolore è grande e abbiamo fame e sete. La nostra difesa è ancora insicura: nessuno può lasciare il suo posto. Estirpiamo vecchi steli di felce e ci chiediamo: "Ci lasceranno tornare a Ottobre?" C'è agitazione a Corte e noi non abbiamo pace. Il nostro dolore è amaro, ma non torneremo a casa. Quale fiore è già sbocciato? E quel carro di chi è? Del Generale. I cavalli, anche i suoi cavalli sono stanchi. Ed erano così forti. Ma non c'è tregua: tre battaglie al mese. Perdio, sono davvero stanchi i suoi cavalli. I generali li montano e i soldati li affiancano. Sono ben addestrati i cavalli; i generali hanno frecce d'avorio e faretre decorate con squame di pesce. Il nemico è rapido, dobbiamo stare attenti. Quando partimmo la primavera piegava i salici Ed ora torniamo nella neve, andiamo piano e abbiamo fame e sete, e nessuno saprà il nostro dolore.

I Ken-nin sono una popolazione non cinese del nord della Cina

Fiera del Libro di Torino Come già saprete saremo presenti alla Fiera del Libro dal 5 al 9 maggio col nostro banchetto: rivista e kuaderni! Se volete che i vostri scritti siano portati in fiera mandateli a noi, se ben scritti saranno pubblicati tra i nostri libretti e distribuiti. Che aspettate? Poesie, prose, testi teatrali, fumetti, delirî e ricette di cucina aspettano solo che li inviate a noi. La mail? [email protected]

La partecipazione della rivista alla Fiera è possibile grazie al sostegno del Comune di Pavia, Assessorato alle Politiche Giovanili

Il Papa. Terry Schiavo. Il principe Ranieri. Papa Schiavo Ranieri; Schiavo Ranieri Papa; Papa Ranieri Schiavo, Schiavo Papa Ranieri, Ranieri Schiavo Papa. Questa è senza filtro, la prima trasmissione radio che va in onda su carta, e qui non c’è trucco e non c’è inganno: fate la vostra giocata signori e indovinate sotto quale delle tre carte è nascosta l’opinione pubblica. Andiamo a cominciare [On Air – Frankie Hi Nrg Mc: Sana e Robusta-]

Son Of The Bowmen Of Shu Traslation by Ezra Pound , from Cathay (1923)

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Traduzione di Alfonso Maria Petrosino

E’ un brutto momento: la primavera, consueta foriera di vita, si è rivelata essere una cornucopia di necrologi. Chiedo quindi scusa se la puntata di oggi sarà un po’ più melanconica delle altre, vinta com’è da un sano rispetto verso un decesso che ci ha toccato nell’intimo del cuore. Un decesso tanto celebre quanto doloroso; un decesso indecoroso, indegno, privo di alcun senso. Un decesso che ci ha privati di una presenza essenziale; una presenza che, nella sua lunga (ma sempre breve) esistenza, ha fatto tanto bene all’intero popolo italiano e internazionale. Siamo soffocati dal dolore per la morte della nostra Costituzione. Mentre Roma viveva un macabro gemellaggio con Montecarlo, mentre medici d’oltre oceano si interrogavano se staccare o meno la spina, mentre il mondo attendeva, sul filo del rasoio, una risposta dal Vaticano e centinaia di giovani muniti di chitarra e voce rompevano i coglioni a un intero ospedale con cori da stadio; mentre tutto questo accadeva, in un’altra grande struttura medica romana, altri medici senza camice dichiaravano il decesso della Libertà Italiana. Un decesso chiamato Riforma che, in effetti, inserito ad hoc in una frase, può anche avere un suo senso: Morto un principe se ne riforma un altro. Morto un Papa se ne riforma un altro. Morta una Costituzione se ne riforma un’altra. Ma per questo funerale non si sono presentati capi di stato, regnanti, reggenti, politici, giornalisti, alte personalità e vip di ogni genere. Questa è stata una cerimonia per pochi intimi: la libertà se ne è andata sottovoce, in una piccola bara chiamata silenzio istituzionale, accompagnata da un misero corteo funebre composto dai suoi amici più intimi, i Diritti umani, che però, anch’essi, non è che stiano molto bene. Così, in un clima triste e abbattuto, senza squilli di trombe o assalti di Verissimo, senza neanche 5 minuti dell’attenzione di Vespa, la Libertà ci ha abbandonato. E a nessuno, a quanto pare, importa quel gran che. [On Air – SOAD: Prison Song-] L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle norme e nei limiti della Costituzione. La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Costituzione italiana Esaurita (si attende nuova ristampa) [On Air – Jazzanova: coffee talk-] Così, dunque, finisce la quinta e forse ultima puntata di Senza filtro, il primo programma radio che va in onda su carta, che si preoccupa perché “se sono sempre i migliori ad andarsene, quelli che rimangono sono solo i peggiori”. Buona mattina, sera o notte incosciente a tutti. Il Piccolo Esteta

cronache

Le colonne dell’accesso Informagiovani L’Informagiovani è uno spazio aperto e gratuito offerto dal comune di Pavia tramite l’assessorato alle politiche giovanili dal 1994. Offre un servizio d’informazione e orientamento su lavoro, formazione e tempo libero, per ragazzi e per membri di fasce sociali più disagiate che desiderino inserirsi nel mondo lavorativo, che sono alla ricerca dei percorsi migliori per la loro formazione culturale e professionale, o d’informazioni su servizio civile, volontariato e vita sociale a Pavia. Presso l’ufficio, da poco trasferito in Via del Comune 16 (vicino a Piazza della Vittoria, lato Broletto), è possibile: consultare materiale su stage, tirocini, master, corsi di formazione e volontariato; consultare la rassegna stampa degli annunci di lavoro aggiornata settimanalmente; registrarsi nella banca dati per un contatto diretto con le aziende; esporre annunci personali in bacheca e sul sito internet (www.comune.pv.it/infogiovani). È anche offerta una consulenza nella ricerca di lavoro: come si scrive un curriculum vitae, come si volge un colloquio d’assunzione, dove si debbano cercare le opportunità giuste, ma anche le leggi e le normative da conoscere, e i suggerimenti per creare nuove imprese.

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La bacheca

Per le aziende o i privati alla ricerca di personale (i secondi spesso per servizi alla persona come l’assistenza agli anziani) è offerta una mediazione tra la domanda e l’offerta di lavoro. Potrete anche venire a conoscenza degli eventi, delle manifestazioni culturali e sociali nella provincia pavese, dei percorsi turistici. Un’altra funzione dell’ufficio è l’accoglienza degli immigrati e il loro inserimento nel sistema sociale e lavorativo: i dati sull’attività svolta tra luglio e dicembre del 2004 dimostrano come quasi un terzo dei circa mille utenti che hanno usufruito del servizio sia straniero. Lo sportello è aperto lunedì, martedì e giovedì dalle 15 alle 18, il mercoledì dalle 9 alle 12. Potete mettervi in contatto con i ragazzi che vi lavorano anche tramite telefono (0382 35212 o 0382 530558) ed e-mail ([email protected]). Il punto informativo è stato realizzato grazie alla collaborazione tra le ACLI ed il Comune e con i fondi stanziati dalla legge 285, utilizzati anche per l’apertura della Sala Prove, il circolo Arci “Radio Aut” ed il finanziamento della spedizione di Kronstadt alla fiera del libro di Torino. Domenico Santoro

de gustibus … non disputandum erat. Essendo esaurita la scorta di jalapeños[1] a casa del Maro, la Redazione ha costituito una task force, composta dai soliti ignari, col nobile fine di stabilire quali punti di ristoro fossero degni dei Suoi palati e indegni delle Sue finanze. Quindi, affinché mai più si possa affermare che nella capitale longobarda gli sventurati universitari si nutrano solo di surgelati scotti e gelidi risotti, abbiamo rischiato la più orrenda delle gastriti ingurgitando le leccornie offerte dai più temuti ristoratori pavesi. Vi siete fracassati gli incisivi azzannando un surgelato? La prossima volta portatelo a temperatura ambiente! Se invece avete fretta potete rivolgervi al Max, l’artista del risotto pavese! Menù fissi composti da primo, secondo, contorno, acqua, quartino di vino e caffé, aspettano solo 10,50€ per essere vostri, il 10% di sconto a chi entra tesseramunito. Valide alternative sono la Cooperativa bocciofila (menù fisso 9€ e tanto vino), dove fra una partita a scopa e una a bocce potrete incontrare vecchi partigiani, e il Wyne bar Gerry, che offre ravioli al Grand Marnier capaci di rendere loro schiavo ogni palato a soli 3€, e un menù a 10€. Stanchi della solita pizza? Potete trovare la terra promessa a Focaccilandia, entrare nel mondo delle fiabe da La pizza con gli stivali, o farvi rendere Pan Pier Focaccia a partire da un eurino. Se non vi basta, C’è pizza, in corso Garibaldi, a partire da 3,3€ e pronta in un baleno. Il carretto passava e quell’uomo gridava: panini. Facile a dirsi, ma a che prezzo? Allo Schnauzer, hamburgoni e panini di ogni tipo da 2,10 a 3,70€, da Le Ghiottonerie caldi cani a partire da 2€. Se non vi spaventa fare un po’ di strada, la Piadineria del Nano (circa 3€), vi porterà nella terra di mezzo della Romagna, dove neppure il buon Karol è riuscito ad abbattere il comunismo. E se neppure i nazisti vi spaventano, aggirato il loro ritrovo il vostro eroismo sarà premiato dalle Crepés di Stuzzico (2-3€). Volevate gustare il sapor mediorientale ma il periglioso viaggio vi ha scoraggiato? In cambio della democrazia che l’occidente ha esportato tanto ge-

nerosamente e a prezzi da fame, valorosi ottomani ci hanno portato, avvolto in un sudario di carta oleata, il gustoso kebab. Scambio equo? A voi l’ardua sentenza, ma 30 anni di petrolio quasi gratis, giustificano i 3€ di Euro Kebab o i 3,5€ della Porta di oriente, che tra l’altro prepara anche couscous, golash e zighni. Anche la via della seta è stata percorsa a ritroso, fino a giungere nelle sacre terre che i celti donarono ai nostri padri, da valorosi cuochi mandarini, che con i loro arti tuttora deliziano i nostri palati a partire da 4€ per un china bis, 5€ per un china tris, il china full purtroppo è più costoso. Dove trovare questi valorosi uomini? Alla rosticceria cinese Ru Yi. Se invece non siete interessati alla seta ma siete eminenze grigie e state tramando contro lo stato italiano, il console greco vorrà mangiare qualcosa di caldo e seduto (il console, non qualcosa). Non essendoci ristoranti greci a Pavia consigliamo la cucina del Voltino (menù fisso 8,50€). Se invece avete ospiti un professore universitario o un onorevole, farete bella figura e riempirete lo stomaco con meno di 10€ portandoli all’Ateneo o al Senatore. Se li avete ospiti entrambi mettete una buona parola per Kronstadt. Noi la nostra soluzione l’abbiamo trovata: al Divina Commedia hanno un sacco di jalapeños! E molto più buoni dei tuoi, Maro! Per dovere di cronaca panini e cucina messicana a partire da 3,20€. E internet gratis.

Locali recensiti (in rigoroso ordine alfabetico): Ateneo: via Di Catalogna, 1 C’è Pizza: corso Garibaldi, 70 Cooperativa artigiani: via Pontevecchio,1 Borgoticino Divina Commedia: via Dei Mille, 72 Euro kebab: corso Garibaldi, 20/L Focaccilandia: via Mazzini, 6 Le Ghiottonerie: piazza della Vittoria, 10/A Pan Pier Focaccia: corso Garibaldi, 43

Piadineria del Nano: corso Garibaldi, 50 La pizza con gli stivali: corso Carlo Alberto, 60 La Porta d’Oriente: corso Cairoli, 30 Da Max: via Indipendenza, 42 Rosticceria cinese Ru Yi: corso Cairoli, 40/A Schnauzer: via Mascheroni, 24 Senatore: via Mazzini, 4 Stuzzico: corso Cairoli, 30/A Voltino: via Sacchi, 19 Wyne bar Gerry: piazza Municipio, 6

Note: 1. Peperoncini di origine messicana in grado di mettere in difficoltà la Torcia Umana. Stefano Menegon, Domenico Santoro, Luca Schiavi www.inventati.org/ hackeralbum i disegni in questo numero sono di Angelo Rindone Hacker Art

mercoledì 20 aprile Motoperpetuo - ore 21.30 (replica il 21-22) - “Il corpo del nemico”, teatro, Laboratorio Motoperpetuo (info: 0382 572629 www.motoperpetuo.org) CSA Barattolo - fino al 22 - “verso il 25 aprile” - percorso storico attraverso i manifesti della rivoluzione russa, della guerra civile e del maggio ‘68 francese (info: 0382-21293) giovedì 21 aprile Circolo Arci Radio Aut (fino al 1 maggio) - “Ferruccio Ghinaglia” - mostra fotografica con racconti e articoli di giornale. Teatro Fraschini - ore 21 - concerto “I Solisti di Pavia” - musiche di Brahams. (info: 0382 371202) venerdì 22 aprile Codevilla, Thunderroad - Bandabardo’ - concerto - ingresso 10 eu (info: 0383 373064) Belgioioso, Castello ore 10-20, fino al 25 - “Fashion vintage show” XIII Mostra mercato della moda e degli accessori d’epoca, ed. primaverile (info: 0382-970525) Teatro Fraschini - ore 21 – “Il grigio”, rassegna “Altri percorsi”, di Giorgio Gaber e Sandro Leporini, con Fausto Russo Alesi, regia di Serena Sinigaglia, musiche Carlo Cialdo Capelli (info: 0382 371202) sabato 23 aprile Torre d’Isola, chiesa di S.ta Sofia - ore 16 - “Coloritmi” - inaugurazione mostra fotografica. Concerto con tromba e sax (info: http: //xoomer.virgilio.it/paolopoesia) Sartirana Lomellina, sala polifunzionale Pina Rota Fo - ore 21.15 - “Il medico per forza”, commedia di Molière con La Banda dal Dus (info: 0384 800810) Vigevano. Teatro Cagnoni - ore 21 - “Il grigio”, di Giorgio Gaber e Sandro Leporini, con Fausto Russo Alesi, regia di Serena Sinigaglia, musiche Carlo Cialdo Capelli (info: Pro Loco 0381 690269) Fraz. Boschi di Travacò Siccomario, C.na Orologio - ore 18 - Presentazione del libro “Medici di Pietra - I poteri di guarigione dei luoghi sacri” - incontro con l’autore, Paolo Molesti (info: Maha Deva 0382 482809) domenica 24 aprile Varzi,-piazza della Fiera - “Fiera di San Giorgio” - Giostre e mercatino di oggettistica (info: I.A.T. 0385 545221) Voghera - ore 8-19 – “Mercatino dell’antiquariato” - Mostra e scambio oggetti e mobili (info: 0383 336407) San Genesio - ore 8.30 - “Strass, oss e ferr rutt” - mercato e scambio di vecchi oggetti (info: Comune 0382 586023) Cava Manara, Fraz. Mezzana Corti - ore 10 - “Rally del Po” - Granfondo Nazionale di mountain bike (info: G.C. Destro Pavia, 0382-530671) Codevilla, Thunderroad – ore 21 - “Punkreas” – concerto, ingresso 10 eu (info: 0383 373064) lunedì 25 aprile Piazza Ghinaglia - ore 9 - manifestazione nel sessantesimo della Liberazione Piazza della Vittoria - “La guerra di resistenza partigiana” - mostra fotografica mercoledì 27 aprile Motoperpetuo - ore 21.30 - “L’uomo che bucava le gomme da masticare “ – Teatro, Compagnia “I Rospi” (info: 0382 572629 www.motoperpetuo.org) Torre d’Isola, Villa Botta Adorno - ore 21.15 - “concerto di Daronstadt periodico bimensile Numero 15 www.upartaid.net/kronstadt [email protected]

Questo non è un messaggio subliminale: quando finite di leggere queste righe mandateci i vostri scritti, link preferiti, immagini, eventi:, [email protected]

Reg. Trib. PV - Stampa: Cooperativa Sociale “Il Giovane Artigiano”, Pavia - Chiuso in Redazione 15-04-2005 - Tiratura 2000 copie - 2005, Alcuni diritti riservati (Attribuzione–NonCommerciale–Condividi allo stesso modo)

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Kronstadt ricorda caldamente: la mappa non è il territorio!

vid Malusà” - musiche di Liszt, Franck e Skrjabin (info: http:// xoomer.virgilio.it/paolopoesia) Teatro Fraschini - ore 21 - concerto “I pomeriggi musicali di Milano”, musiche di Mozart (info: 0382 371202) giovedì 28 aprile Spaziomusica - “Joe D’Urso Band” - concerto (info: 0382 20198) Codevilla, Thunderroad – ore 22.30 - “Lord bishop”, concerto (info: 0383 373064) venerdì 29 aprile Torre d’Isola, Villa Botta Adorno - ore 21.15 - “Umberto Petrin” - concerto jazz (info: http:// xoomer.virgilio.it/paolopoesia) Belgioioso, castello (fino al 1 maggio) – “Officinalia”, XIX Mostra mercato dell’alimentazione biologica e dell’ecologia domestica (info: 0382 970525) sabato 30 aprile CSA Barattolo - ore 22 - “Anatrofobia + Green Like July” - concerto (info: 0382 21293) Gambolò – “Weekend in bici nel parco”, due giorni nel Parco del Ticino a contatto con flora e fauna fluviale, pernottamento in azienda agrituristica (info: Studio Selva 338 9737677) domenica 1 maggio San Giorgio Lomellina - ore 7 - “Fiera del drago”, mercato dell’antiquariato, fiera dei prodotti artigianali, bancarelle e stands dei comuni lomellini (info: 0384 43010) Mortasa - ore 8 - “Fiera di S Croce”, esposizioni di merci varie e manifestazioni varie (info: 0384 98759) Frascarolo - ore 9-20 – “Sagra di San Vitale”, mostra del commercio e dell’artigianato con degustazione di prodotti tipici (info: Pro Loco 0384 84646) Voghera, Ex Caserma di Cavalleria – “Fiera dell’ascensione”, artigianato, agricoltura, commercio, antiquariato, luna park e spettacoli (info: 0383 336227) Varzi – “Varzi in fiera”, prodotti tipici, musiche tradizionali, animali in fiera e festa nell’antico borgo (info: I.A.T. 0385 545221) piazza Vittoria e Cupola Arnaboldi – “Mercatino dell’antiquariato” (info: Ascom, 0382 372511) Retorbido – “Il baule della nonna”, mostra e scambio oggetti e mobili (info: Conf.S.Andrea, 0383 74059/74031) Codevilla, Thunderroad – ore 22.30 - “Alberto Camerini” - concerto (info: 0383 373064) martedì 3 maggio Teatro Fraschini - ore 21 (replica il 5) - “Lasciami andare madre” rassegna teatro, di Lina Wertmüller, Helga Schneider, con Roberto Herlitzka, Milena Vukotic, regia di Lina Wertmüller (info: 0382 371202) Aula del ‘400 - ore 21 - “Superstizione, magia, tarocchi: uno sguardo storico e critico”, incontro del ciclo Quattro passi nel Mistero (info: CICAP - Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) aprile Castello Sforzesco di Vigevano – “Mario Sironi, l’immagine e la storia”, mostra delle opere dell’artista dal 1930 al 1950 - da mar-ven 14.30-18.30; sab 10-23; dom 10-20 Castello Visconteo di Pavia - “Paesaggi: pretesti dell’anima”, arte figurativa dell’Ottocento - fino al 25 aprile - mar-ven.: 10-18; sabdom: 10-19 Abbonamenti: 20 euro annuale C.C.P. 51533743 intestato ad “Up Art Aid” causale “Kronstadt” Direttore Responsabile Salvatore Gulino

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