k ronstadt 11 © Massimo Ghimmy
periodico bimensile Numero 11 Martedì 8 Febbraio 2005
M.S./A.F.A.
il treno era in orario
I nodi al pettine Ma la democrazia è un problema? Bloccano i treni e ne parlano al telegiornale. Non pagano l’abbonamento La riflessione che propongo non ha nulla di scien- Del resto una serie di manipolazioni permetteranno e mandano la polizia sui treni. Nessuno sa quanti siano davvero: dieci quindicimila, forse. Escono di casa col sole che sorge e tornano che è già tramontato. Ma che vita fanno? Cosa vorrebbero dalla città? Nessuno si era preoccupato di chiederglielo, nemmeno di considerarli peraltro. Non esistono. Come non esistono gli studenti. Pavia città di anziani e di dipendenti pubblici o semipubblici (comune, provincia, università, policlinico), e di un’orda di persone che scompaiono per più dodici ore dall’orizzonte delle torri e delle vie medievali. Ma ci sono. E qualcuno finalmente se ne sta accorgendo. Qualcosa si sta muovendo. Alla fine tra due mesi, infatti, il 4 aprile, si vota per il nuovo sindaco. E non è un male che l’appuntamento elettorale abbia fatto rizzare le antenne a chi si occupa di politica, perché magari ne può venire qualcosa di buono per tutti. Non è certo un problema di destra o sinistra, anche se certe scelte (incoraggiare o scoraggiare il trasporto pubblico, per esempio) lo sono. Per certo è un fatto di attenzione e di capacità di cogliere quali siano le questioni che realmente riguardano la vita quotidiana: i parcheggi (da fare), l’integrazione con i trasporti pubblici (che non sono sufficienti negli orari serali), la protezione nei confronti di Trenitalia (che riceve soldi pubblici per i propri servizi e che paga delle multe quando non rispetta i propri impegni), gli orari degli esercizi commerciali (incoraggiare le aperture in orari serali dei piccoli esercenti). Ecco qualcosa su cui sarebbe interessante vedere quali saranno gli impegni e i programmi dei candidati. Sempre che le segreterie si degnino di presentare alla cittadinanza dei candidati comprensibili e delle proposte ragionevoli, e non chiamino al voto sperando nelle pallide bandiere che, almeno a sinistra, non hanno quasi mai il coraggio di sventolare, demandando la difesa della costituzione, dell’informazione e della democrazia a quelli che chiamano con malcelato fastidio girotondini. Emanuele Quinto
2 pagina - strumenti PPP: Accattone, il primo lungometraggio di Pier Paolo Pasolini Doppiavùdoppiavùdoppiavù: www.uaar.it, gli atei in rete La Gaia Scienza: L’Auschwitz della ricerca scientifica, cosa si intende per tecniche di riproduzione assistita?
3 pagina - terza pagina Senza filtro, la prima radio bimensile [...]: O Recreio di Mário De Sá-Carneiro, traduzione originale dal portoghese Il Testamento di Jean Meslier, le memorie di un curato francese del settecento
4 pagina - cronache cronaca: Rotaie, seconda parte dell’inchiesta sui pendolari La bacheca, cosa succede in città e provincia
tifico e di oggettivo ma deriva invece da una suggestione del tutto personale. La concomitanza di una serie di avvenimenti in un tempo piuttosto breve mi ha suggerito un’impressione inquietante. Le elezioni americane hanno portato alla vittoria bis di Bush, senza brogli questa volta, ma con una manipolazione dell’opinione pubblica così puntuale e sistematica da rendere quasi inefficace la libera scelta nell’esercizio di voto. Nelle moderne democrazie occidentali non accadrà mai (!) che il diritto di voto venga negato, ma i sistemi per limitare, marginalizzare, ridicolizzare e rendere inefficace la libera partecipazione alla vita politico-economica del paese sono tali e tanti da rendere quasi inefficace il seppur preziosissimo diritto di voto e le libertà d’opinione ad esso connesse. Tutti siamo liberi di parlare e dire la nostra e non verremo perseguiti per questo ma solo perché in realtà nessuno ascolta, come dimostra il fallimento di più d’una mobilitazione mondiale su temi importanti (la guerra, l’ambiente, la fame). E’ davvero bello gridare nel deserto, lo si può fare a squarciagola senza disturbare nessuno. E la democrazia che si riduce all’esercizio del voto una volta ogni 4, 5, 6 anni è una democrazia formale, ma non sostanziale e quindi è incompiuta.
Concorso di poesia e prosa
Scadenza: 31 Marzo 2005 Tema: libero Lunghezza massima: poesia: 30 righe prosa: 4 pagine, corpo 12, interlinea singola Iscrizione: 5 euro Premi: pubblicazione di un libretto celebrativo, 200 copie del quale andranno ai vincitori opere artistiche (acquarelli e oli) pubblicazione on-line su http://loopanare.ilcannocchiale.it/ http://www.kultvirtualpress.com/ Informazioni:
[email protected] Trovate il bando comlpleto su: http://www.upartaid.net/koncorso.htm
agli angloamericani di dare all’Irak l’illusione di una democrazia, finalmente, che però sarà impedita nel deliberare liberamente sulla questione delle forniture energetiche. Non è una profezia, è una certezza. In Ucraina un altro fenomeno ci ha mostrato qualcosa di sintomatico dello stato di salute del nostro tempo. Si è tentato di tutto per evitare la vittoria democratica di un candidato non gradito a Mosca, e se ha vinto il leader degli arancioni senza spargimento di sangue e senza intervento militare russo, è solo perché la potenza europea ha fatto pesare il suo ruolo. In fondo il leader arancione è gradito all’Europa che con lui accoglie nel suo seno una grande ex potenza dotata di importanti risorse e di abbondante energia nucleare. Insomma, diciamolo, a livello internazionale la democrazia in sé è un problema. Imprevedibile, incontrollabile e capricciosa, deve essere limitata o per lo meno indirizzata nella direzione giusta. A casa nostra non va meglio. Non appena il centro sinistra ha pensato di aprire alla consultazione il problema inesauribile delle poltrone per le regionali, con lo strumento spurio e contestabile delle cosiddette “primarie”, tutti i leader erano felici del gesto magnanimo, salvo poi fare marcia indietro quando il popolo bue ha scelto a sorpresa come suo rappresentante un gay comunista molto distante dalle dottrine centriste e conciliatorie che vanno forte nell’attuale centro sinistra. La democrazia è contro il trend economico, è inconciliabile con il decisionismo delle multinazionali e delle nuove politiche del lavoro, è incompatibile con una politica di rinnovamento e di sviluppo. Non a caso la Cina tira in economia, è in ascesa vertiginosa, è un modello di sviluppo, soprattutto dopo che ha represso nel sangue, col carcere e la deportazione, la rivolta democratica di Tienammen. Viviamo in un grande pericolo se all’economia non fa da contrappeso la politica come campo autonomo di sovranità e di decisione, se il movimento globale del capitale e delle risorse materiali e umane prescinde dalle politiche di riequilibrio degli stati, se la politica è solo connivenza con l’attualità economica e gestione del presente e non invece ideazione di società, programmazione del futuro delle generazioni a venire, previsione dei bisogni di domani, intervento capace di indirizzare la vita sociale, economica, culturale di intere nazioni. Se ciò non viene fatto esplicitamente e autonomamente dalla politica, verrà fatto implicitamente e subdolamente dall’economia, come sta accadendo. Ma l’economia non ha vincoli, non è soggetta ad alcuna forma di controllo democratico, non prevede nessun diritto di voto. Allora, se questa sostituzione avverrà, ci sarà sottratto, senza che ce ne accorgiamo, il frutto più prezioso della cultura occidentale, la democrazia, senza dittatori e senza armi. Matteo Canevari
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PPP Accattone
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Che bello! Un koncorso!.
strumenti
La Gaia Scienza L’Auschwitz della ricerca
1961
Il primo film di Pasolini, Accattone, un racconto doloroso di un’Italia sottoproletaria contrapposta al nuovo che avanza, quando le lucciole stavano scomparendo Pier Paolo Pasolini si avvicina al cinema come sceneggiatore. Il salto alla regia arriva nel 1960, quando riesce a raggiungere un accordo con Alfredo Bini per la produzione del suo primo lungometraggio, Accattone, uscito nel 1961. Al centro di Accattone Pasolini pone la storia dei ragazzi delle borgate romane e della loro derelitta quotidianità, tema di certo non nuovo per l’autore, attorno al quale gravitavano i suoi precedenti romanzi (Ragazzi di vita e Una vita violenta). Infatti, quando viene presentato alla Mostra di Venezia, è subito liquidato dagli avversari politici come una sterile trasposizione cinematografica dei suoi precedenti lavori. Ma il linguaggio cinematografico è ben lontano da quello letterario, e se i protagonisti, i luoghi e la polemica sono gli stessi, quello che ne risulta è qualcosa di rivoluzionario. Il regista ci racconta la storia di Vittorio Cataldi, detto Accattone perché vive alla giornata, di espedienti e alle spalle di una prostituta, Maddalena. Quando Maddalena finisce in carcere, Accattone deve cercare nuovi modi per “sopravvivere”. Conosce Stella, ragazza incredibilmente ingenua, e cerca di sfruttarla come donna di strada, ma, colpito dal suo candore e dalla sua estraneità a quel mondo di ladri, prostitute, “accattoni”, se ne innamora. Da questo momento Vittorio cerca di dare una svolta alla sua vita. Cerca un lavoro, ma poi, preso dallo sconforto per una condizione di miseria dalla quale non sembra esserci via di uscita, torna a rubare. Infine l’epilogo: braccato dalla polizia muore in un incidente stradale. Le sue ultime parole saranno: “Mo’ sto bene”. Accattone è il racconto del dolore e della sottomissione di un’umanità consumata nel continuo tentativo di sopravvivere. È la vitale storia di un’Italia sottoproletaria, autentica, tragica e miserabile, che si contrappone tanto a quella borghese quanto a quella proletaria. È la fotografia di un mondo ancora puro, incontaminato, privo delle sovrastrutture imposte dalla civiltà, che per Pasolini rappresenta l’unica speranza per la nascita di una società nuova. Per questo nel film non si esprime alcun giudizio di condanna per la condotta dei suoi personaggi. Racconta semplicemente la storia di uomini che (come dice Pasolini stesso) obbediscono ad un’altra scala di valori rispetto a quella borghese, cioè pongono “se stessi” in modo assoluto. La loro
storia si intreccia a quella degli interpreti, reclutati da Pasolini nello stesso luogo in cui si svolge la vicenda, tanto che a tratti diventa quasi impossibile distinguere lo spirito della trasposizione poetica da quello dell’inchiesta sociologica. Bisogna ricordare che Pasolini si è servito della consulenza linguistica dell’amico Sergio Citti, un uomo di borgata, per rendere realisticamente il linguaggio. Ma al contrario di quanto si sia portati a pensare, Accattone non è un film neorealista. Certo, la descrizione degli ambienti e dei personaggi ne è figlia, ma viene contaminata dalla sensibilità artistica di un regista completamente digiuno delle più elementari tecniche cinematografiche. Il risultato è sorprendente: le immagini sono semplici, solenni, rese tali dalla fotografia in bianco e nero di Tonino Delli Colli, quasi “impressionistica”, caratterizzata da una forte predominanza della luce, a tratti quasi accecante. È chiaro il rimando alla tradizione pittorica italiana del ‘300-‘400 (Giotto, Masaccio) e quindi all’esigenza di rappresentazioni frontali dei suoi personaggi fortemente chiaroscurali. Interessante è anche notare l’influenza del pittore Corot sulla resa dei paesaggi. Lo stile del film risulta essere rozzo, con l’alternanza di immagini in movimento a primi piani statici e un montaggio spesso “nervoso”. La cinepresa a mano è “addossata” ai volti, ai gesti, soffermandosi sui numerosi comprimari di Accattone e descrivendone la realtà devastata, senza mai cadere nella retorica e nel falso documentario. Tutto questo è accompagnato dalla musica di Bach, che acquista una funzione estetica: nel momento della rissa di Accattone l’utilizzo in sottofondo di La Passione secondo Matteo produce una sorta di contaminazione tra violenza e sublime musicale; o ancora, viene utilizzato il Secondo Movimento del Concerto brandeburghese n. 2 per creare contrasto con le immagini di Maddalena che viene malmenata. Il coro finale di La Passione secondo Matteo viene anche inserito per accompagnare solennemente Accattone nel momento della morte, unica vera libertà concessa dalla società a uomini privi di dignità, che ignorano o rifiutano le leggi della ragione dominante. Una pellicola, quindi, dove si mescolano sacro e profano (nella miglior tradizione pasoliniana), liricità e volgarità, poesia patetica e polemica politico-sociale. Una pellicola complessa che ha in sé tutta la passione di un uomo deluso dal proprio tempo, in continua ricerca di una purezza atavica ormai perduta. Cristina Resa
La fecondazione assistita: tra paure e speranze molte famiglie aspettano che si decida del loro futuro. Abbiamo le giuste conoscenze per affrontare questa scelta? Quasi vent’anni fa, il grande biochimico Erwin Chargaff profetizzava l’incombenza di una Auschwitz molecolare dove, anziché denti d’oro, si sarebbero estratti enzimi ed ormoni; tale pensiero scaturì dalla preoccupazione di un uso sconsiderato delle nuove “tecnologie riproduttive”. Da allora sono stati condotti numerosi studi, siamo più informati, ci siamo dati delle regole e giustamente discutiamo in modo animato della liceità e della moralità delle nuove tecnologie. Ma cosa si intende per tecniche di riproduzione assistita? Si intende qualunque metodica che preveda un intervento sui gameti (cellula uovo e spermatozoo) al fine di indurre una gravidanza, favorendo la fecondazione, cioè l’unione dei due gameti, o sostituendosi ad essa; cioè o aiutando l’incontro dei gameti nelle sedi fisiologiche dell’organismo femminile, oppure riproducendo in provetta (in vitro) tale processo. Attualmente le tecniche più usate sono quelle di fecondazione in vitro mediante le quali si ottiene un embrione da trasferire successivamente nell’utero materno. Semplice? Tutt’altro. Le tecniche sono assai costose e complesse, ed è raro che il procedimento riesca al primo tentativo. Si può riprovare, certo, ma pagando a caro prezzo, sia economicamente sia in termini di salute della donna la quale deve subire ogni volta pesanti cicli di trattamento farmacologico -non del tutto salutari!- che inducono una ovulazione multipla: in questo modo si ottengono più ovuli da fecondare, quindi più embrioni da impiantare e, di conseguenza, una maggiore probabilità di successo della gravidanza. Una soluzione ci sarebbe: creare embrioni “in sovrannumero”, congelarli e riutilizzarli in un secondo momento, sen-
za passare attraverso ulteriori stimolazioni ovariche. Gli embrioni creati ma non utilizzati sarebbero, inoltre, la preziosa fonte per ricerche sperimentali volte alla cura di malattie come Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, diabete, cardiopatie e tumori. In un Paese (più o meno) civile come il nostro, “anche” la politica ha deciso di interessarsi alla materia; apprezzabile la volontà di regolamentare, deprecabile il metodo. La famigerata legge 40, obbligando la creazione di un numero massimo di tre embrioni e l’impianto coatto, ne vieta il congelamento ma vieta anche la ricerca sui circa 30.000 embrioni conservati in Italia e destinati alla decomposizione. Viene vietata anche la diagnosi preimpianto e la selezione embrionale: se esiste il rischio che l’embrione creato si sviluppi in un individuo con gravi anomalie genetiche, pazienza, bisogna comunque procedere all’impianto. Questa è la conseguenza dell’equiparazione, dal punto di vista morale e giuridico, del soggetto già nato e del concepito. Inoltre, senza addentrarsi in questioni etiche, c’è una palese ipocrisia nel fatto che una legge, la cui finalità primaria sembra quasi essere la vigilanza che nessun ovulo fecondato vada perduto, permetta comunque l’utilizzazione di tre embrioni al solo scopo di aumentare le probabilità della gravidanza, sapendo che quasi sicuramente ne andranno persi due. Di questo nessuno ha mai parlato, evidentemente è comodo per entrambi gli schieramenti politici. E allora restiamo pure a guardare l’incipiente “turismo riproduttivo” -incentivato anche dal divieto di fecondazione eterologa…[1]- ma coscienti che proprio siffatte situazioni danno vita ad una nuova Auschwitz in cui, però, sono state rinchiuse molte opportunità di un significativo progresso scientifico. Alessio Vagnoni
Glossario fecondazione eterologa: fecondazione in cui si utilizzano gameti appartenenti a donatori esterni alla coppia in cura. Attualmente il 20% delle coppie sterili fanno ricorso a questo tipo di metodica.
Doppiavùdoppiavùdoppiavù www.uaar.it e www.uaar.org Il sito recensito in questo numero è il sito dell’UAAR – Unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Dopo un primo momento di sorpresa, questo sito si rivela professionale, ben curato e interessante. L’obbiettivo principale dell’UAAR è la laicizzazione dello stato –non si tratta di un’associazione che combatte le religioni, né di una “setta” il cui scopo è far proseliti per convertire i cittadini all’ateismo (che, a ben guardare, è comunque un credo). Dal sito leggiamo: “pur essendo solennemente sancito dalla Corte costituzionale, il principio della laicità dello Stato fatica a trovare applicazione in una nazione che si trova ad avere al suo interno (all’interno della sua capitale) uno staterello teocratico […]. Atei, agnostici, non credenti o semplici indifferenti alla fede, fin dalla nascita sono pressoché obbligati, volenti o nolenti, a confrontarsi con questa invadente realtà”. Gli iscritti all’UAAR – tra gli altri Margherità Hack e Sergio Staino – combattono quindi delle battaglie civili: ad esempio per eliminare il crocefisso dalle aule di scuola o dai tribunali (la questione dei tribunali l’hanno praticamente vinta). Siamo in Italia, e la religione cattolica è, ovviamente, quella con il maggior numero di seguaci e il maggior potere. Non deve quindi stupire che le diatribe dell’UAAR siano praticamente tutte contro la Chiesa cattolica. Tra le altre attività, oltre all’attivismo ci-
scientifica
vile, l’UAAR organizza convegni nazionali ed internazionali, pubblica una rivista (l’Ateo) e cura mailing list e forum sull’argomento. Su www.uaar.it (oppure www.uaar.org) potrete trovare numerosi documenti di varia natura (dagli aforismi alla controinformazione clericale) e notizie utili per il cittadino non religioso, come ad esempio schede informative sul matrimonio civile e la procedura per “sbattezzarsi” – è semplice, basta una lettera al parroco. Chi è stato battezzato ma non condivide la fede cattolica, infatti, può ottenere la cancellazione del proprio nome dal registro parrocchiale. Ci si potrebbe domandare: ma perché sbattezzarsi? Non certamente per ripicca o vendetta. Ecco – dal sito dell’UAAR – alcune motivazioni etiche: “Per coerenza. […] Per impedire alla Chiesa cattolica di conteggiare tra i propri sostenitori anche chi non lo è: andando poi a trattare con i governi sbandierando cifre improbabili. […] Per rivendicare la propria identità nei passaggi importanti della propria vita. Non essere più cattolici comporta l’esclusione dai sacramenti, […] non vedersi rifilare una estrema unzione […] e avere la sicurezza che i propri eredi non effettueranno una cerimonia funebre in contrasto con i proprî orientamenti.” Cose magari di poco conto per un falso cattolico, ma importanti per un ateo convinto. Simone “Maro” Marini
k cerca... Un/Una Webmaster Impaginatore Organizzatore di eventi Amministratore delegato Forense aperto Tanti giornalisti Ed Anche: Distributori/trici Erotomani incalliti/e Amanti di Pasolini Satiri/e Impazziti/e Paleografi/e Incunamboli/e Aspiranti Magistrati/e Scienziati/e Politici/he ����������������������������������������� ������������������������������������ ������������������������������������������������������� ���������������������������������
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Jambon à tout le monde
terza pagina
Il Testamento di Jean Meslier [...] Nelle sue memorie Jean Meslier, curato francese del settecento, spiega ai suoi parrocchiani che forse si può fare in un altro modo ... Si sa ben poco della vita e della morte di Jean Meslier, oscuro parroco di un villaggio di Champagne della Francia di Luigi XV, ma anche incredibile figura di rivoluzionario comunista ante litteram. Dopo un’esistenza perfettamente ligia all’ortodossia che il suo ruolo imponeva, al momento della morte donò ai parrocchiani, oltre ai suoi averi, tre esemplari di un Testamento, ovvero delle memorie scritte durante le sue due vite: quella pubblica di prete di campagna e quella segreta di teorico rivoluzionario. Esse sono un durissimo atto d’accusa ateo e socialista contro le classi dirigenti dell’epoca, oppressive e parassitarie, ma anche la Chiesa e la religione cristiana. Il curato incita la povera gente a smettere di lasciarsi sfruttare dai ricchi, in passi dove sembrano già riecheggiare le parole di Karl Marx: “Cercate di unirvi, voi e i vostri simili, per scuotere il giogo tirannico dei vostri principi o re. – La salute è nelle vostre mani, la salvezza non dipenderebbe che da voi, se sapeste mettervi d’accordo. – Tutti i grandi della terra e tutti i nobili dovrebbero essere impiccati e strangolati con le budella dei preti. – Mettete tutto in comune in ciascuna parrocchia per godervi in comune la terra e i frutti dei vostri lavori”. Ne ha anche per la Chiesa, accusata di essere uno strumento politico utilizzato dalle classi dirigenti per mantenere lo status quo, e si sforza di dimostra-
re come la religione sia solo un ammasso di superstizioni: “Voi non siete meno vittime dell’inganno di coloro che ne sono le vittime per eccellenza. Voi non siete meno contaminati dall’errore di coloro che vi sono immersi fino al collo. La vostra religione non è meno inutile, né meno legata alla superstizione, di ciascuna delle altre; non è meno falsa nei suoi princìpi, né meno ridicola e assurda nei suoi dogmi e nelle sue regole morali; voi non siete meno adoratori di idoli di coloro che condannate e che voi, per primi, accusate di idolatria. Le idee dei pagani e le vostre non sono diverse che in apparenza.” E’ ancora più sorprendente pensare che Meslier formulò queste idee nonostante possedesse la scarsa e retriva cultura a cui poteva aspirare un prete di provincia. Elaborò infatti le sue teorie grazie ad un innato spirito critico ed una straordinaria lucidità nella comprensione della società. Stralci delle parti antireligiose del Testamento furono pubblicate da Voltaire già nel 1762, ma il filosofo censurò dove s’incitava alla rivolta violenta e all’instaurazione di una società atea e libertaria, spaventato dalla carica sovversiva di queste parole. Le memorie di Meslier furono conosciute interamente solo nel 1860. Il geniale e profetico parroco rimane fuori della storia del pensiero e oggi il suo nome si trova a stento nelle enciclopedie, mentre il suo testo resta un’espressiva testimonianza della disperazione presente in un mondo che sarebbe stato travolto di lì a poco dalla Rivoluzione Francese. Domenico Santoro
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C’è un trauma adolescenziale che più o meno tutti noi abbiamo vissuto all’interno delle nostre dimore familiari, un trauma che però, come tutti i traumi, ci ha lasciato un fondo di languida malinconia. Tutti noi ci ricordiamo una secca scampanellata al mattino presto seguita nella maggioranza dei casi da una voce femminile che, dolce e suadente, al citofono ci proponeva una valida alternativa alla fede convenzionale. Che fine hanno fatto? Chi li ha decimati? Le loro zanne sono forse diventate oggetto di culto per l’arredamento delle dimore di ricchi sceicchi del Brunei? Questo è Senza filtro il primo programma radio che va in onda su carta, che lotta contro l’estinzione del Testimone di Geova e io penso di essere afflitto dalla sindrome di Stoccolma.
Senza filtro
[On Air: Aphex Twin - Windowlicker] Mi sono sempre domandato che logica ci fosse alla base di un palinsesto televisivo o chi fosse il genio del male che ne tirasse le fila. Ho letto di recente su Repubblica che Mediaset ha deciso di dire basta ai reality show per dare più spazio a film e fiction. Ora, non è che la cosa mi dispiaccia particolarmente (anche se, da un lato, il mio libidinoso gusto per il fantastico e grottesco ne è rimasto un po’ colpito), ma c’è qualcosa in ciò che non mi convince del tutto. La conferma l’ho avuta settimana scorsa quando ho avuto la fortuna di gustare “Sogni” di Kurosawa trasmesso da Italia Uno alle 3 di notte. E’ vero, erano le 3, ma si deve tenere conto che si sta anche parlando di Italia Uno.
Mário De Sá-Carneiro La ricreazione Mário De Sá-Carneiro (Lisbona 1890 - Parigi 1916) è considerato insieme all’amico Pessoa uno dei massimi esponenti del Modernismo portoghese. Persona introversa e solitaria, clown e pierrot decadente, la “sfinge grassa” prosegue a Parigi l’audace e straziante viaggio autoscopico già iniziato in Portogallo con la rivista Orpheu. La sua penna, spesso voluttuosamente obnubilata dall’alcol e dall’oppio, segue la parabola estetizzante di una vita che dal caffè del Boulevard des Italiens, di Place de l’Opéra, dai music-hall del Quartiere Latino in compagnia di bohémiens e entraîneuse, lo condurrà, a 26 anni, a invitare i suoi amici nella sua stanza dell’Hôtel de Nice, indossare un frac e ingerire un flacone di stricnina. L’opera postuma Indicíos de Ouro (1937), da cui è tratto O Recreio, è considerata da molti la raccolta poetica più significativa di questo autore. La seguente traduzione, seppur filologicamente molto discutibile, ha tentato di ricreare quella crudezza mai improvvisata e quella audacia linguistica che mancano nelle traduzioni precedenti. La ricreazione
O Recreio
Nella mia Anima c’è un’altalena Che sta sempre a dondolare Sul bordo d’un pozzo un’altalena, Ben ardua da montare…
Na minha Alma há um balouço Que está sempre a balouçar Balouço à beira dum poço, Bem difícil de montar...
- E un bambino in grembiule Sopra a quella sempre a giocare…
- E um menino de bibe Sobre ele sempre a brincar...
Se un dì si rompe lo spago, (E già sta diventando logorato) Addio allo svago: Muore il bimbo affogato…
Se a corda se parte um dia (E já vai estando esgarçada), Era uma vez a folia: Morre a criança afogada...
- Io la corda non la cambio, Sarebbe grande sforzo…
- Cá por mim não mudo a corda. Seria grande estopada...
Se muore il piccolo, mollalo… Vale più morire in grembiule Che in giacca… Lascialo Finché campa a ciondolare…
Se o indez morre, deixá-lo... Mais vale morrer de bibe Que de casaca... Deixá-lo Balouçar-se enquanto vive...
- Cambiar la corda sarebbe facile… Ma mai ho avuto questo ideale…
- Mudar a corda era fácil... Tal ideia nunca tive...
* ricordo a tutti i gentili ascoltatori che, al momento della redazione dell’articolo, Fuori Orario di Enrico Ghezzi, cornucopia del cinema d’autore on tv, trasmesso da Rai tre a tardissima notte, è ridotto a una breve striscia quotidiana di 5/10 minuti salvo alcuni - rari - casi di retrospettive su qualche regista della Nouvelle Vague o un film di OZU * Che l’Italiano medio, dismessi i panni del trashofilo impunito, abbia deciso una radicale virata verso l’intrattenimento colto? Di certo, se così fosse, siamo di fronte e un fenomeno sociale di portata epocale dovuto a un conato da indigestione di spazzatura catodica. Più semplicemente: non se ne può più. Sebbene il sillogismo non faccia una piega rimane comunque nell’aria un certo qual senso di fregatura colossale. Non posso che ripensare alla politica di una delle reti più modaiole della storia della televisione: MTV. Al mattino, pomeriggio e sera: tette, culi e Britney Spears. Durante la notte, magari, anche un video dei Massive Attack - Manson & Co., invece, sono una certezza. Allora tu, spettatore cosciente, che fino ad allora hai portato un venerabile disprezzo per quell’accozzaglia di cattivo gusto, non puoi che sorridere e pensare che, in fondo, “non è poi così male se ti passa anche quello”. Insomma, per farla breve, ho l’impressione che finiremo tutti felici e contenti con un palo infilato su per il sacapano. Un palo dorato certo, ben unto e lubrificato. Ma sempre palo è.
Camillo [On Air: Ivan Segreto - Porta Vagnu] Everett se la ricordava. San Francisco. Fault gli fece fare il giro lungo, passando per il Submission District prima di risalire la collina fino a No Alley. Le vie di Submission erano vive e brulicanti, i neon a energia solare tutti accesi, i marciapiedi percorsi dalla foga degli ambulanti, le vie intasate dal traffico animale, meccanico e pedonale. I gestori di bagni turchi erano fermi davanti all’ingresso dei loro negoziucoli a smerciare turni di un quarto d’ora ai passanti. Coloro che accettavano entravano nelle taquerias schiacciandosi tra urbiachi, bambini, ladruncoli, ladruncoli ubriachi, ladruncoli bambini e bambini ubriachi. Transessuali rimasti a metà del cambio di sesso si affacciavano dalle finestre sopra i negozi e si chiamavano strillando da un lato all’altro della strada. […] Era proprio come Everett se la ricordava, ma era anche cambiata. O forse era cambiato Everett. (J. Lethem – Amnesia Moon) pag. 256, 13 euro, edito da Minimum Fax. [On Air: Llorca - Mood Indigo] Così, dunque, finisce la prima e forse ultima puntata di Senza filtro, il primo programma radio che va in onda su carta, che prova a non fare il verso a Jack Folla (un saluto a Lucignolo il mignolo ginnico di Italia Unolo) e che vi fa stare tranquilli. Buona mattina, sera o notte incosciente a tutti. Il Piccolo Esteta
cronache
Rotaie (seconda parte) Il comfort
“Trenitalia, nata il primo giugno del 2000, è la società di trasporto del Gruppo Ferrovie dello Stato. La Carta dei La sua missione è quella di asServizi sicurare un’offerta di servizi in grado di soddisfare, in ambito nazionale ed europeo, le esigenze di mobilità dei viaggiatori, sia di media e lunga percorrenza sia in ambito metropolitano e regionale, e quello delle merci. Alla base della sua missione Trenitalia pone la sicurezza, la qualità del servizio e la centralità del rapporto con la clientela”. Così si presenta Trenitalia all’utente attraverso la propria Carta dei Servizi (http:// www.trenitalia.com/home/cartaservizi/cs1.html), il documento preparato, annualmente, per illustrare agli utenti gli impegni dell’azienda per migliorare il proprio servizio e per realizzare “un’offerta di servizi concorrenziale e di qualità” (CdS pag.10). Nella CdS una parte importante viene dedicata appunto dedicata alla qualità del servizio i cui diversi aspetti sono stati raggruppati, per quanto riguarda il trasporto passeggeri, nei seguenti fattori: • regolarità e puntualità dei treni; • pulizia dei mezzi; • comfort; • servizi aggiuntivi; • informazioni alla clientela; • livello di servizio; • aspetti comportamentali e comunicazione del personale di servizio. Inoltre sono presi in considerazione: • attenzione per l’ambiente; • sicurezza del viaggio; • sicurezza personale; • integrazione modale; • servizi per i clienti disabili. Questi ultimi aspetti vengono trattati in maniera più generale perché riguardano non solo il servizio di trasporto in sé per sé ma l’intera organizzazione dell’azienda. Trenitalia preSu ciascuno di questi parametri Trenitalia, nella senta ogni anno i Carta dei Servizi, pre- risultati raggiunti senta i risultati raggiunti nel corso dell’anno sia come dati oggettivi sia come dati percepiti dalla clientela, e gli obiettivi che si prefigge per l’anno seguente. Trenitalia sottolinea l’importanza di rendere pubblici i propri obiettivi e gli indicatori che hanno lo scopo di “rendere misurabile ogni singola performance aziendale”. A questo proposito Trenitalia riconosce che, accanto ai dati oggettivi (non è peraltro chiaro se i risultati presentati siano stati verificati da un qualche agente esterno) definiti “qualità erogata”, è necessario “avere l’esatta misura del gradimento… presso la clientela”, verificando la customer satisfaction, ovvero la “qualità percepita”, attraverso campagne di indagine condotte due volte l’anno su un campione di 60.000 utenti e più in particolare, per la qualità del viaggio, con 24.000 interviste telefoniche. Nella Carta dei Servizi del 2004, riferita ai dati del 2003, Trenitalia afferma che “emerge chiaramente un trend positivo generalizzato”. Riconosce peraltro alcune “poche eccezioni”, almeno nella un trend positivo qualità percepita, generalizzato che attribuisce a una “indubbia e repentina (fonte Trenitalia) crescita delle aspettative della clientela” e per le quali dichiara di avere “già in atto importanti programmi pluriennali di miglioramento”. In particolare risultano in peggioramento gli indicatori del comfort e delle informazioni a bordo. Fin qui sembra andare quindi tutto bene. Sono dati inoppugnabili, non fosse altro perché non c’è alcun riferimento preciso e non ci sono garanzie che siano stati verificati o controllati da qualcuno che non sia un solerte funzionario di Trenitalia: se così non fosse sarebbe veramente bizzarro che la cosa non venisse comunicata con orgoglio all’utente. Non per mancanza di fiducia ma per fare una piccola verifica della qualità percepita dall’utente pendolare abbiamo effettuato (il 2-3 febbraio) un sondaggio richiedendo ai viaggiatori (205 interviste) una valutazione (esprimendo un voto da 1 a 9) su 4 indicatori di qualità (gli stessi della Carta dei Servizi): puntualità, comfort, pulizia e informazioni. E i dati sono molto lontani da quelli presentati nella Carta. La puntualità Trenitalia dichiara che “gli obiettivi del 2003 relativi alla puntualità dei treni dedicati ai servizi locali e regionali sono stati tutti ampiamente raggiunti e superati […]. Tale andamento è stato registrato puntualmente dalle rilevazioni sulla soddisfazione della clientela che esprimono un valore medio annuo di 54,6% di Il 57% degli utenti soddisfatti” (nelle stati- è soddisfatto per stiche viene considerala puntualità to soddisfatto il cliente (fonteTrenitalia) che esprime un voto maggiore o uguale a 6). Dall’inchiesta effettuata da Kronstadt risulta invece un valore pari al 12,2% di utenti soddisfatti.
La bacheca martedì 8 febbraio
Menconico - ore 14 - Carnevale con sfilata di carri allegorici - Rievocazione di un’antica leggenda locale e rogo della Pierina (info: Biblioteca Comunale, 0384 759041) Candia Lomellina - ore 20.30 Carnevale 2005 - (info: Pro Loco, 348 7148671) Vigevano - ore 15 - Carnevale a Vigevano - Sfilata dei carri allegorici e ballo in maschera per bambini mercoledì 9 febbraio Teatro Fraschini - ore 21 - Massimo Quarta - dirige “I Pomeriggi Musicali di Milano” (info: 0382 371202) Vigevano - Teatro Cagnoni - La bella addormentata nel bosco Stagione Balletto 2004/2005 venerdì 11 febbraio Teatro Fraschini - ore 21 - Il Misantropo - di Molière, regia di Roberto Guicciardini, musiche di Nicola Piovani - replica il 12 alle ore 16 (info: 0382 371202) Aula Magna Collegio Volta - ore 20.30 - L’evoluzione - Seminari 2004-2005 - Incontro su Evoluzione dell’Universo sabato 12 febbraio Stradella - ore 8.30-18.00 - Antiqua e Strabio - Mercatino dell’antiquariato e dei prodotti biologici (info: Comune, 0385 246821) Borgo Priolo - Az.Agrituristica Torrazzetta - ore 20.30 - Carnevale antico - Maschere, musica dal vivo e falò di Carnevale, per scacciare col fuoco gli spiriti dell’inverno (info: Az.Agrit.Torrazzetta, 0383 871041) Castello Visconteo - ore 21 - Cena di gala per Chernobyl - Prima della cena (ore 19.00), visita guidata alla mostra ‘Paesaggi’ Broni - Teatro ‘De Tommasi’ - ore 21 - Jus primae noctis - 3^ Festival Provinciale del Teatro Dialettale () CSA Barattolo - ore 22 - Pin Pin Sugar - Seguono i Mary Newsletter domenica 13 febbraio Broni - ore 7.30-18.00 - Mercatino dell’antiquariato - Mobili, quadri, oggetti vari (info: Comune, 0385 257036/257011) Voghera - Palatexas - Roping Trophy Ice 2005 - Finale - Tappa finale del campionato invernale di Roping, Steer Stopping e Team Roping (info: Cowboys’ Guest Ranch, 0383 364631) Voghera - ore 14 - Carnevale Vogherese - Sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati, trofeo Burcianéla, Palio dei quartieri,
Su questo aspetto Trenitalia ammette che, nonostante l’impegno profuso (il 46% di vetture climatizzate raggiunto a fine 2003) “la customer satisfaction rispecchia una situazione di insoddisfazione della clientela le cui aspettative, evidentemente, tendono ad aumentare nel tempo penalizzando gli sforzi compiuti per offrire treni sempre più confortevoli”. I pendolari si aspettano sempre di più dall’azienda, è questo il problema. Ciononostante la percentuale di viaggiatori soddisfatti risulta essere del 57.2%. Peccato che sulla linea Pavia Milano la percezione sembra essere molto diversa: solo il 15,1% degli utenti si è dichiarata soddisfatto del comfort sulle carrozze. La pulizia L’aspetto della pulizia riguarda, nelle intenzioni di Trenitalia, sia la pulizia esterna (“l’annoso problema dei graffiti”), che meno interessa gli utenti, sia quella interna che evidentemente è considerata più importante dai viaggiatori. Su questo punto l’azienda ammette “la percezione negativa della clientela”, infatti solo il 47,1% se ne è dichiarato soddisfatto. Un dato negativo che nel sondaggio è evidenziato dal 14,1% di pendolari soddisfatti. L’informazione In questo campo Trenitalia presenta una situazione rosea: “i risultati ottenuti relativamente al tema delle informazioni sono molto positivi, in particolare per gli aspetti legati all’informazione a bordo”. In effetti il 71,4% degli utenti ha valutato adeguato il livello di informazioni disponibili alla clientela a bordo dei treni. Anche in questo caso la percezione dei pendolari è differente: il 19,5% si è dichiarato soddisfatto, un dato pur sempre superiori agli altri aspetti del servizio. Per tutti e quattro gli indicatori si è risconUna situazione trata quindi una sostanmolto differente ziale differenza tra la (sondaggio su percezione riscontrata da Trenitalia e quella 205 utenti) raccolta nelle interviste effettuate. Non si può certo affermare che i pendolari abbiano espresso dei giudizi così severi sull’onda delle proteste delle ultime settimane che al contrario sono indice di una situazione che nel corso del tempo è andata deteriorandosi: un tempo che si misura in mesi se non anni, visto che, come risulta dai dati raccolti per la prima parte dell’inchiesta, pubblicata sul numero 10 di Kronstadt, solo il 16% dei pendolari lo è da meno di un anno. Né può valere la suggestione dell’esiguità del campione: Trenitalia dichiara infatti di trasportare quotidianamente 1.300.000 viaggiatori, cioè 500 milioni l’anno circa, e di effettuare 24.000 interviste, ovvero una ogni 20.000 utenti; sulla tratta Pavia Milano viaggiano almeno 10.000 persone al giorno (la cifra non è conosciuta, anche perché nessuno, comune, provincia, regione si è mai preoccupato di valutarla) per un totale di 3 milioni e mezzo di viaggiatori trasportati, divise per le 200 interviste si ottiene un intervista ogni 18.000 utenti, come per Trenitalia, appunto. C’è qualcosa che non torna. Forse un’azienda di stato, come è Trenitalia, e speriamo continui a essere (la storia delle ferrovie inglesi dopo le privatizzazioni degli anni ’80 non è certo esemplare), dovrebbe concentrare le proprie forze più sull’utenza che sulla committenza: a chi serve davvero l’alta velocità (oltre alle fortunate aziende che si sono aggiudicate gli appalti) e a chi la bassa velocità (forse ai pendolari?). Ma questo, forse è un altro discorso.
ronstadt periodico bimensile Numero 11 www.upartaid.net/kronstadt
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I dati dell’inchiesta Sono state effettuate 205 interviste nei giorni 2 e 3 febbraio (ore 6-8, ore 17-18) con un questionario per il quale era prevista una valutazione da 1 a 9 su “puntualità e regolarità”, “comfort a bordo”, “pulizia dei mezzi” e “informazioni alla clientela” La media dei dati raccolti mostra che gli utenti valutano in maniera decisamente negativa gli aspetti di qualità presi in esame. media dev. stand. puntualità 3,5 2,0 comfort 3,1 1,9 pulizia 2,9 2,0 informazioni 2,9 2,2 Le percentuali di clienti soddisfatti (voto ≥ 6) sono decisamente inferiori a quelle presentate da Trenitalia. sondaggio Trenitalia puntualità 12% 55% comfort 15% 57% pulizia 14% 47% informazioni 20% 71%
polenta, salamini e chiacchiere (info: Comune, 0383 336227) Voghera - Teatro Adolescere ore 16 - Oricacaori - Spettacolo nell’ambito di ‘In Compagnia dei Burattini’ Broni - Teatro ‘De Tommasi’ ore 21 - Quand gh’è l’amur - 3^ Festival Provinciale del Teatro Dialettale lunedì 14 febbraio Teatro Fraschini - ore 21. - “l’Antigone di Sofocle” - Di Bertold Brecht - Regia Federico Tiezzi . (info: 0382 371202) martedì 15 febbraio Teatro Fraschini – ore 9.30 – “La violenza ideologica e razzista” incontro–dibattito con i giovani, gli studenti, la cittadinanza - relatori: D. Bidussa , Don .Gallo , S. Veca; intervengono: A. Albergati, A. Bengiovanni, P. Modini, T. Montagna, A. Sacchi giovedì 17 febbraio Codevilla - Thunderroad - Concerto “Hanoi Rocks” - R’n’r dalla Finlandia - ingresso 16 euro (info: 0383 373064) venerdì 18 febbraio Aula Magna Collegio Volta - ore 20.30 - “Evoluzione delle arti figurative” - seminario (info:
[email protected], E. Gherardi) Teatro Fraschini - ore 21 - “Il signor Rossi contro l’impero del male” - Monologo di Paolo Rossi replica il 19 alle ore 21 e il 20 alle ore 16 (info: 0382 371202) sabato 19 febbraio Vigevano - “Bancarelle tra e colonne” - Mercatino antiquariato (info : Pro Loco, 0381 690269) Cassolnovo, Cine-Teatro Verdi - ore 21.30 - “Che Botta” - serata di cabaret con Gaspare e Zuzzurro (info: Assoc. Callerio Cassolnovo - Comune, 349 3912531 - www.assocallerio.it) domenica 20 febbraio Stradella - dalla mattina - “Carnevale stradellino” - (info: Pro Loco, 0385 245912) Voghera - Palatexas - “A.C.C.P. show” - Mostra cinofila aperta alle razze da presa (info: 0161 478283) martedì 22 febbraio Teatro Fraschini - ore 21 - “Il bugiardo” - di Carlo Goldoni, compagnia di Glauco Mauri - replica il 23 e il 24 alle ore 21 (info: 0382 371202) mercoledì 23 febbraio Palaravizza - Beppe Grillo - prezzo 20-33 euro (info: 0382 303155) Abbonamenti: 20 euro annuale C.C.P. 51533743 intestato ad “Up Art Aid” causale “Kronstadt” Direttore Responsabile Salvatore Gulino
70 Informazioni 60 Pulizia 50 Comfort 40 Puntualità 30 20 10 0
la redazione di Kronstadt
periodico bimensile Numero 11 Serpette, Décadi, 20 Pluviôse, An CCXIII
1 2 3 4 5 6 7 8 Distribuzione statistica dei giudizi espressi dagli utenti
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Questo non è un messaggio subliminale: quando finite di leggere queste righe mandateci i vostri scritti, link preferiti, immagini, eventi:,
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Reg. Trib. PV - Stampa: Cooperativa Sociale “Il Giovane Artigiano”, Pavia - Chiuso in Redazione 4-2-2005 - Tiratura 2000 copie - 2005, Alcuni diritti riservati (Attribuzione–NonCommerciale–Condividi allo stesso modo)
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Però quando arrivo in ritardo io, sei in orario, eh?!