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Forme di cortesia Uso del tu, del lei, del voi Quando ci si rivolge ad una persona, secondo i rapporti che passano con essa, ci si regola in modo differente: si può dare del tu, dare le lei, dare del voi. Tra familiari, compagni ed amici, ciò nei casi di confidenza, si una nel discorso diretto il pronome tu. I sostantivi, gli aggettivi e i participi si accordano con la persona alla quale ci si rivolge: Tu sei un bravo ragazzo – Tu sei stata sempre buona – Tu sei una preziosa compagnia – Tu sei un caro amico.
Si può usare il pronome voi, con il verbo alla seconda persona plurale, anche se si parla con una sola persona. La concordanza del sostantivo, dell’aggettivo e del participio avviene, però, con la persona reale; cioè al singolare maschile, se si parla con un uomo, al singolare femminile se si parla con una donna: Voi, Mario, siete un giovane serio – Voi, Luisa, siete simpatica – Voi siete una donna strana – Voi siete un uomo fortunato – Siete stata sempre buona con me – Siete stato sempre generoso.
Non essendo in confidenza con la persona alla quale ci si rivolge, si usa il pronome lei. Si adopera con persona estranea, di riguardo o con la quale, comunque, si voglia usare una forma di cortesia e di rispetto. Quest’uso non sempre riesce facile, specialmente quando si tratta di concordare i pronomi e gli aggettivi. Si usa indifferentemente rivolgendosi a uomo o donna e si adopera il verbo alla terza persona singolare. Quando ci si rivolge a più persone si adopera il pronome loro ed il verbo alla terza persona plurale: Lei come sta? – Come sta lei? – Lei quando parte? – Lei come si chiama? – Che cosa desidera lei, signor direttore? – Dove abita lei, signorina? – Dove abita lei, signor dottore? – Loro come stanno? – Quando partono loro? – Loro come si chiamano? – Dove abitano, signorine? – Dove abitano, signori?
La concordanza dei participi e degli aggettivi che si riferiscono al pronome lei, avviene con la persona reale alla quale ci rivolgiamo; si userà il maschile se si parla con un uomo, il femminile se si parla ad una donna: Lei, professore, è stato sempre buono con me – Loro, professori, sono stati sempre buoni – Lei, signora, è molto allegra – Loro, signore, sono molto allegre – È arrivato ora, signor Paolo? – È stata lei, signorina?
La forma lei, pronome personale di cortesia, corrisponde al pronome personale femminile di terza persona ed ha, come quel pronome, le particelle pronominali atone:
la (per il complemento diretto) le (per il complemento indiretto) Io, professore, la vedo sempre con piacere (vedo con piacere lei) – Noi la ammiriamo per il suo coraggio e le siamo grati per l’aiuto che ci dà (noi ammiriamo lei… e siamo grati a lei) – Signor direttore, le sarò sempre riconoscente (sarò sempre riconoscente a lei) – Io, signore, le dico la
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verità – Io, signora, le dico una bugia – Signorina, le voglio molto bene – Signora, non la vedo e non le parlo da molto tempo – Il professore le darà un libro in premio – Signor Rossi, le invio i documenti richiesti – Signora Rosa, le porgo i più distinti saluti.
Bisogna, quindi tener presente che lei è una terza persona femminile, ma si dà ad una persona, uomo o donna, per rispetto. Viene così a determinarsi una specie di discorso indiretto adattato al discorso diretto, perché si parla ad una seconda persona usando le forme verbali come se si parlasse ad una terza persona. Con persona estranea si usa anche il pronomi voi. Esempi: Tu: Ti saluto, Gino – Ti dico che sono stanco di te. Voi: Vi saluto, Gino – Vi dico che sono stanco di voi. Lei: La saluto, Gino – Le dico che sono stanco di lei.
Ti assicuro, mio caro amico, che verrò presto – Vi assicuro, gentile amico, che ci vedremo domani – Le assicuro, signor direttore, che tutto procede bene. Tu sei un amico – Io ti ammiro – Ti scriverò domani. Voi siete un signore – Vi aspetto questa sera – Vi rispondo subito. Lei è un amico – Quando la vedo, le parlo con piacere.
Quando lei partì, era troppo tardi per richiamarla.
Non si dirà per richiamarlo, perché si intenderebbe per chiamare lui, un altro, mentre io parlo direttamente con una persona, ma non di una terza persona reale. Quando si tratta di ossequio e non di semplice cortesia, quando cioè ci si rivolge ad un’alta autorità, come Santità, Maestà, Eccellenza, si osserva la concordanza grammaticale; quindi i participi e gli aggettivi saranno femminili, pur riferendosi a persone reali maschili. Ciò avviene per attrazione dei nomi Santità, Maestà, Eccellenza. In questi casi il pronome lei si scrive sempre con l’iniziale maiuscola e può essere sostituito dal pronome Ella: Eccellenza, Lei è stata veramente generosa nei miei riguardi. Ella, Maestà, si è degnata di accogliere benevolmente la mia richiesta.
Si può dire, quindi, che generalmente nelle forme di cortesia l’aggettivo o il participio concordano con la persona reale, alla quale ci si rivolge, e che soltanto nelle formule di ossequio e di grande riguardo l’aggettivo o il participio seguono la concordanza grammaticale: Lei è tanto caro – Lei, signora, è buona – Lei, caro signore, è noioso – Lei, eccellenza, è stata sempre benevola con me.
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