Bilanci comunali 2009: una situazione insostenibile Antonio Misiani Deputato PD – Commissione bilancio
Entrate: i tagli-ombra
Per il 2009 ai Comuni verranno a mancare importanti entrate correnti:
1.100 milioni per effetto dell’incompleta compensazione del mancato gettito ICI prima casa (3,7 miliardi in meno, a fronte di 2,6 miliardi di trasferimenti erariali compensativi) 750 milioni per effetto del taglio dei trasferimenti erariali in eccesso rispetto al gettito aggiuntivo ICI immobili rurali (818 milioni tagliati, a fronte di entrate aggiuntive di 70 milioni) 300 milioni per effetto del taglio dei trasferimenti erariali disposto dalla Finanziaria 2008 (costi della politica: 313 milioni tagliati, a fronte di risparmi di 4-5 milioni) 200 milioni per effetto del taglio dei trasferimenti erariali previsto dal decreto-legge 112/2008
TOTALE: 2 miliardi e 350 milioni di entrate correnti mancanti
Una manovra penalizzante per i Comuni
Nel 2007 i Comuni, per la prima volta dal 1995, hanno registrato complessivamente conti in avanzo: +325 milioni Il decreto-legge 112 ha imposto ai Comuni una pesante manovra di riequilibrio finanziario:
1.350 milioni nel 2009 2.200 milioni nel 2010 3.900 milioni nel 2011
Nel 2009, il combinato disposto delle minori entrate correnti (2.350 milioni) e della manovra di riequilibrio (1.340 milioni) si tradurrà in uno sforzo difficilmente sostenibile per i bilanci comunali: 3.700 milioni
Le contraddizioni del Patto di stabilità interno 2009 Il Patto di stabilità interno 2009 conferma formalmente una struttura basata sul saldo finanziario, cambia la base di riferimento (che diventa il 2007) e le sanzioni, e distingue opportunamente tra comuni virtuosi e non virtuosi L’esame alla Camera della finanziaria 2009 ha permesso di apportare alcune ulteriori correzioni/integrazioni Rimangono però forti contraddizioni:
Il blocco dell’autonomia impositiva costringerà i Comuni ad agire prevalentemente sul versante delle spese (di investimento e correnti) L’identificazione di un singolo esercizio come riferimento rende necessario depurare la base di calcolo dalle entrate di carattere straordinario Il comma 8 dell’art. 77-bis, anche se riformulato alla Camera con la finanziaria 2009, rimane di incerta interpretazione (l’eventuale esclusione permanente delle alienazioni dal calcolo del Patto rischia di penalizzare chi ha intenzione di effettuarle nel 2009) Il calcolo sulla cassa delle spese in conto capitale ai fini del Patto sta provocando un blocco dei pagamenti alle imprese già nel 2008. Tale effetto rischia di accentuarsi dal 2009 in avanti
Le conseguenze depressive della manovra
Per effetto del blocco delle addizionali e dei tributi (fatta eccezione per la Tassa rifiuti), la manovra di riequilibrio avverrà necessariamente attraverso:
Aumento delle entrate extratributarie (tariffe) Riduzione delle spese in conto capitale (investimenti) e di quelle correnti (servizi)
In entrambi i casi, la manovra avrà effetti depressivi:
Sulle famiglie (penalizzate dall’aumento delle tariffe e dalla riduzione dei servizi alla persona) Sull’economia (i Comuni realizzano il 43% degli investimenti pubblici; la riduzione delle loro spese in conto capitale ha un evidente effetto recessivo)
Serve un cambio di rotta: le proposte del PD
Le proposte del PD: i Comuni protagonisti del pacchetto anti-crisi
Restituire ai Comuni almeno parte dei tagli alle entrate correnti (con l’impegno dei Comuni di bloccare le tariffe e introdurre agevolazioni per le famiglie in funzione anti-crisi) Sbloccare subito i pagamenti in conto capitale per il 2008, anticipando l’entrata in vigore dell’art. 2, comma 41, lettera f) del ddl finanziaria (per evitare di penalizzare ulteriormente le piccole e medie imprese) Allentamento del patto di stabilità 2009 sulle spese in conto capitale dei Comuni come chiave per rilanciare gli investimenti pubblici (le grandi opere hanno tempi di realizzazione di 10-11 anni; le opere in capo ai Comuni sono cantierabili in tempi molto più ravvicinati)