2007-06

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Costruiamo

Carovigno,

costruiamola

insieme

“Senza la partecipazione dei cittadini il Piano Urbanistico Generale non si farà”

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hi tu, come desideri la tua città? E tu? Tu come la vuoi? Quali sono le tue esigenze? Quali sono le criticità che bi-sogna superare? Quali sono le bellezze e le ricchezze che bisogna preservare? Quali quelle da rivalorizzare? Il centrosinistra di Carovigno si è posto queste domande e ha tracciato un percorso perché le risposte arrivino dai cittadini. È doveroso sapere che l’Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco Zizza, in gran segreto, sta lavorando alla redazione del Piano Urbanistico Generale. Cioè, da sola, sta compiendo delle scelte che caratterizzeranno la vita futura, la crescita, lo sviluppo della nostra cittadina. Stanno decidendo a nome di tutti come dovrà essere la Carovigno dei prossimi anni. Come sarà cioè la loro Carovigno. Quella che vogliono costruire solo sulla base delle loro esigenze. Quella che stanno pensando non ha un presupposto indispensabile: la condivisione e la compartecipazione dei cittadini. Giovedì 31 maggio presso il salone di rappresentanza del castello i partiti dell’UNIONE di centrosinistra insieme all’assessore regionale Angela Barbanente hanno tenuto una conferenza stampa per sollevare la questione. Oltre ai giornalisti delle emittenti televisive e a quelli della carta stampata il salone era gremito di cittadini, liberi professionisti, architetti, ingegneri, rappresentanti del sindacato. Vi riportiamo una sintesi dell’intervento del Segretario dei Democratici di Sinistra Mario Cicorio: “Abbiamo sentito l’esigenza di convocare questa Conferenza Stampa per assolvere un compito che non dovrebbe spettare all’opposizione. In effetti, quello di aprire una discussione pubblica a cui far partecipare tutti (dai cittadini agli addetti ai lavori) sul Piano Urbanistico Generale è un dovere di ogni Amministrazione Comunale. Tuttavia, la Giunta Municipale guidata dal Sindaco Zizza, si è vista bene dal far partecipare i cittadini alla redazione di questo importantissimo strumento urbanistico. I vari passaggi che dal 2003, data in cui fu conferito l’incarico alla società A.S.Q., al 2007, quando nel mese di marzo è stata approvata la fase strutturale del Piano Urbanistico Generale, sono avvenuti nel più stretto riserbo, come se si trattasse di qualcosa che interessa a pochi. Eppure, nel frattempo, si stavano spendendo centinaia di migliaia di euro. Soldi pubblici, non privati. Ma l’aspetto economico non è la sola fonte di preoccupazione. Il Piano Urbanistico Generale è lo strumento che regolerà il futuro sviluppo urbanistico e territoriale di Carovigno. Da esso dipenderà la sorte del nostro centro urbano, della nostra costa ma anche dell’entroterra che rappresenta un patrimonio di grande valore. È uno strumento che deve avere una doppia valenza: permettere lo sviluppo e allo stesso tempo salvaguardare il nostro territorio. Per questo motivo la fase realizzativa del Piano Urbanistico Generale non può passare sottosilenzio. Carovigno da tantissimi anni sta cercando di dotarsi del PUG. Pensate che noi abbiamo ancora il vecchio Piano di Fabbricazione del 1973. Le varie Amministrazioni, che si sono succedute in tutti questi anni, non hanno avuto la capacità di portare a compimento questo importantissimo strumento. Eppure soldi ne sono stati spesi tantissimi. Di Piani ne sono stati commissionati più di uno. Ma nessuno di essi ha mai visto la luce. Paghiamo l’inefficienza (e spero che si tratti solo di inefficienza) di una classe politica che ha sepolto la nostra città. La pianificazione è sempre stata un miraggio. Siamo andati avanti per anni e anni a colpi di varianti al Piano di Fabbricazione fin tanto da collezionarne un record: più di 50. La logica seguita dai nostri amministratori è stata quella della realizzazione a macchia di leopardo. Oggi un intervento qua, domani un albergo di là. A seconda di come tira il vento (tanto per usare un eufemismo). Noi siamo per la programmazione. Ma la programmazione di un territorio la si fa tutti insieme. Avvalendosi delle competenze e delle esigenze di tutti. In molte realtà gli amministratori si sono avvalsi delle competenze e della collaborazione

della Regione Puglia (attraverso i suoi assessori al ramo) e hanno risparmiato anche un sacco di soldi. A Carovigno la partecipazione democratica non esiste! E ciò non è più tollerabile! Noi non siamo il partito del NO. Quelli che si oppongono a qualsiasi proposta. Quelli che sanno fare solo ostruzionismo. Noi vogliamo aprire la discussione sul Piano Urbanistico Generale con tutti i cittadini e lo facciamo presentando le nostre proposte. Proposte che sono solo una base di partenza. Intendiamo infatti aprire una campagna di ascolto per capire e sentire le esigenze dei carovignesi. Perché la città non è nostra o di qualcun altro. Anche se a certi politici piace pensare di essere i padroni della città. Carovigno è di tutti coloro che in questo paese lavorano, vivono, credono. E noi sentiremo la voce di tutti, dalle unità produttive, alle associazioni, dai comitati dei quartieri ai liberi professionisti. Dagli addetti ai lavori ai semplici cittadini. Alla fine di questo percorso le nostre proposte si saranno arricchite del contributo di tutti. E alla fine di questo percorso noi faremo una grande iniziativa pubblica alla quale inviteremo l’Assessore Barbanente e ci faremo portavoce di un disegno collettivo e condiviso. Questi sono gli strumenti di vera democrazia e partecipazione. In questi giorni nel nostro territorio stanno accadendo delle cose strane. Siamo passati dalla notizia del conferimento della bandiera blu alla nostra cittadina (onorificenza che accogliamo con grande soddisfazione) ad altre notizie meno liete. Se vogliamo mantenere la bandiera blu, bisogna tutelare il nostro verde pubblico, non distruggerlo. Sviluppo non vuol dire assalto al territorio. Occorrono più servizi, più infrastrutture, più struttu-re ricreative per allietare le serate dei turisti. Occorre un percorso guidato che unisca la nostra marina alla bellezza dei nostri monumenti e del nostro centro storico. Il tutto però dev’essere gestito con una logica. Quella dell’armonia fra ambiente e territorio.” Molto eloquenti sono state le conclusioni della Prof.ssa Arch. Angela Barbanente, Assessore Regionale all’Assetto del Territorio (urbanistica, edilizia residenziale pubblica): “Non può accadere in una società moderna e democratica che un gruppo ristretto di persone abbia l’esclusivo potere di modificare la qualità della vita di un’itera comunità attraverso la pianificazione urbanistica del territorio. IL PIANO URBANISTICO GENERALE È UN GRANDE PROGETTO COLLETTIVO DI FUTURO! Esso non può essere elaborato esclusivamente da una parte politica perché incide sulla vita di tante persone e soprattutto sulle generazioni future. Sono loro che erediteranno il nostro Piano. È quindi fondamentale la partecipazione del pubblico, delle scuole, dei giovani, degli anziani, dei diversamente abili, di tutte le persone di questa comunità poiché sono i loro bisogni, i loro desideri, le loro aspettative che questo Piano deve esaudire e alle quali deve rispondere. La Regione Puglia questo lo fa diventare norma. Nel senso che noi pretenderemo che sia dimostrato il coinvolgimento del più

vasto pubblico alla realizzazione del Piano. Io mi auguro che noi a Carovigno possiamo passare da un rapporto un po’ conflittuale che si è creato con la Giunta Comunale in seguito alla nota vicenda dell’albergo nei pressi di Torre Guaceto per cui la Regione ha una propria ferma opinione, a un rapporto di collaborazione. Io devo ringraziare la fiducia che l’Unione di Carovigno nutre nei confronti dell’Assessore Regionale per il modo nuovo di operare che noi stiamo cercando di far comprendere ai Comuni, ovvero non solo il controllo del territorio ma anche quello di creare percorsi comuni di sviluppo.” L’UNIONE di Carovigno rappresentato dai segretari politici, Mario Cicorio, Vito Uggenti, Michele Arcangelo Lanzilotti, Tonino Mosaico hanno presentato all’assemblea delle proposte di Piano Urbanistico Generale che sono state riassunte dall’arch. Vito Saponaro e che prevedono 14 punti programmatici: 1. Valutazione ambientale strategica; 2. Piano dei Servizi; 3. Piano Comunale idrogeologico ed idrografico 4. Piano di sviluppo Agricolo; 5. Piano di sviluppo Artigianale; 6. Piano di sviluppo Turistico; 7. Piano di valorizzazione, fruizione e accessibilità dei beni culturali; 8. Piano per l’incentivazione dell’edilizia economica e popolare; 9. Piano di recupero e riqualificazione urbana del centro storico; 10. Piani di riqualificazione delle zone residenziali esistenti e delle periferie degradate; 11. Piano per la valorizzazione della borgata di Serranova; 12. Piano per la tutela, conservazione e valorizzazione dell’area protetta di Torre Guaceto; 13. La previsione di una normativa comunale per il risparmio energetico; 14. Piano Comunale delle Coste. Con questo documento intendiamo aprire la discussione con i cittadini per apportarne modifiche, ampliamenti, miglioramenti, idee nuove. Il percorso è cominciato e quanto prima proseguiremo con la prossima tappa. LA REDAZIONE

Scuola dell’infanzia, scuola di vita A conclusione del percorso didattico, la scuola dell’infanzia di via Adua ha organizzato una manifestazione dal titolo: “Tutti al circo della fantasia”. Aiutati dall’animatore Rino Tateo, i bambini si sono esibiti con canti, giochi e balletti. Scopo della festa è quello di verificare che i bambini abbiano raggiunto alcuni obiettivi, ovvero le tre grandi finalità che la scuola dell’infanzia si pone: l’identità, l’autonomia e le competenze. Si tratta di un percorso alquanto lungo e complesso. La scuola ha ottenuto grandi risultati con i bambini di cinque anni che a settembre entreranno a far parte della scuola primaria. È principalmente a loro che è dedicata la manifestazione conclusiva di martedì 12 giugno ore 18.00 presso la piazzetta di via Adua; alla quale sono invitati genitori, famigliari, amici e cittadini tutti. Ed è nei valori della famiglia che la scuola pone la speranza, affinché i bambini trovino il giusto inserimento sociale e che siano testimoni e costruttori di una società migliore. ROSANNA TARANTINO

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LA POLITICA IN CRISI... LA RISPOSTA DEI CITTADINI

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on sono ancora del tutto concluse le tornate elettorali che hanno visto le amministrative nella regione Sicilia prima e quelle nei diversi comuni della Nazione oggi, che infuria la solita polemica di una destra disfattista e poco seria. Non convince, infatti, né aiuta la crescita e il processo di stabilizzazione economico del paese, il berlusconiano dicit: “È ora nuove elezioni!”, quando il magnate della tv e di parte dell’economia nazionale non ha ancora ben calcolato, a nostro avviso, che di questo passo l’unico vincitore sarà un altro: l’astensionismo e il reazionismo. Ma non convince nemmeno la sicurezza con cui egli preannuncia il suo imminente ritorno al governo dopo che ha trascinato l’Italia nello stallo con una politica economica ballerina dove le tasse e dunque le entrate per lo Stato furono bandite per compiacere il popolo mentre al contempo, nel paese dei balocchi, si promettevano investimenti per milioni di euro per la costruzione di ponti e lavoro per un milione di persone; e, non da ultimo, rappresentando un Italia all’estero “simpatica” nel fare le corna ma poco credibile nella elaborazione di una politica estera che facesse dell’Italia quella che è una sua naturale vocazione per natura e posizione geografica: una Nazione costruttrice e portatrice di pace nel mondo e soprattutto capace di impostare una propria politica responsabile e autorevole, non a tutti i costi servile e onnisciente, come nelle fatali scelte che si sono appoggiate nelle vicende del medio-oriente. Una famosa pubblicità dice: “C’è qualcuno?” E qualcuno potrebbe aggiungere: “Avete visto quel milione di particelle?...riferendoci al milione di posti di lavoro…perché sono così infinitesimamente piccole dal punto di vista della qualità e della durata del rapporto di lavoro che nessuno le ha percepite. Ma tornando alla questione….I risultati di queste elezioni, seppur parziali, mostrano chiaramente un dato e cioè che i risultati numerici, sia che vedano vincere netto il centro destra, sia che vedano pareggiare il centro sinistra nei ballottaggi, hanno già svelato una costante in evoluzione: la sfiducia, sempre più radicata nella società italiana verso la politica e che coinvolge tutti indistintamente. Sfiducia, che trova le sue origini nei profondi cambiamenti storici e politici che ha vissuto l’intero sistema politico mondiale dopo aver visto crollare l’URSS e l’ideologia del comunismo di staliniana memoria e che perciò ha fatto venir meno la storica divisione del mondo in due blocchi America-Russia. Fine di un assetto che ha inevitabilmente condizionato anche gli assetti delle politiche nazionali; in Italia abbiamo vissuto la prima scossa con tangentopoli che meriterebbe un attenta lettura e considerazione come momento storico perché lì si potrebbero scoprire tanti perché. La magistratura toglie il coperchio ad un sistema politico oramai degenerato prima di tutto nella morale politica oltre che nell’affare già preannunciata da Berlinguer qualche anno prima. La rivoluzione che la magistratura, si disse, portò nella politica non riuscì però a redimere quel male che l’aveva colpita. Perchè? Forse questo non ritorno alla morale e alla legalità da parte dei partiti è stato ben percepito dai cittadini italiani? Forse qui una delle prime cause? E da qui forse l’emergere da subito e con prepotenza di coloro che avrebbero reso di un governo una grande impresa? Forse la politica e le sue lacune hanno portato a farsi gestire dall’economia? Azzardato pensarlo? E cosa pensare arrivando a considerare la politica di oggi dove per il timore di non ritornare ai comandi un centro destra si è costruito la propria legge elettorale. Questa politica non ha forse dimostrato di aver completamente stravolto le democratiche regole della rappresentatività? La legge di Berlusconi, Fini e Casini ci ha indicato chi di loro dovevamo eleggere quando nella regola sono i cittadini che dovrebbero scegliersi da chi farsi rappresentare. Un bel modo di considerare “noi cittadini”, signor Fini, viene da chiedere, vista l’enfasi colla quale questo civilissimo e nobile sostantivo lo si sta sbandierando in tutte le occasioni. Roma diede con questo sostantivo un grande segno di civiltà conferendo diritti e garanzie giuridiche anche ai “non cittadini di Roma”; 2000 anni fa si includeva, nel Terzo millennio si è arrivati ad escludere e ad auto acclamarsi. Ma forse si pensava che tutto questo non fosse percepibile? Che si fosse così assuefatti da non reclamare il vizio?

La mancanza del rispetto delle regole e della comune morale può veramente aiutare il cittadino a credere nei partiti che nel ‘900 sono stati i più grandi strumenti di lotta per i diritti e la crescita morale e sociale di tutti? E potremmo oggi anche chiederci con un po’ di autocritica se in questo contesto sia stato poco consona la scelta dell’indulto? Non è meglio porsi un interrogativo critico anziché rimpiangere domani battaglie perse? Non si può allora pensare che la sfiducia verso la politica derivi anche da tutto questo e che in quest’ottica si possa leggere la risposta dei cittadini elettori? Sfiducia e allora conseguente “reazionismo” definiremmo la risposta elettorale venuta dal nord Italia. Un nord che riesuma la politica individualista e protezionistica della Lega che guarda caso riemerge dal buio sempre nei momenti di sbando del Paese; mentre il sud, pur senza eccessivo distacco, si divide nella scelta tra un governo di sinistra e quello di destra mostrando ovunque la tendenza, non senza velature, della volontà di allontanarsi dal voto. Reazionismo e tendenza all’astensionismo, noi intravediamo;un vuoto da colmare che non rappresenta un’imminente minaccia per la nostra Democrazia di oggi ma che se permane deve da subito portare a serie considerazioni da fare. Non è in questi vuoti che si attanaglia il populismo? Di marce l’Italia ne ha vista già una, come oggi conosce pseudo - attiratori di masse in salsa commercialtv. Una fotografia piena di luci e contrasti per la nostra politica italiana. Giusto e doveroso da parte del nostro partito fare una costruttiva riflessione e tenere ben presente l’appello del Presidente della Repubblica Napolitano quando giorni fa ha ribadito che la “Politica” ha di nuovo bisogno di “moralità”. Una giusta considerazione, però, per l’azione del nostro governo che in un solo anno ha dovuto tirare la corda per recuperare i vuoti degli anni scorsi e riassestare le casse dello Stato. Ora si può anche pensare di alleggerire il carico fiscale che ognuno di noi ha dovuto sopportare con una sana politica verso la famiglia, con la dovuta considerazione dell’aumento delle pensioni minime e soprattutto con una politica che consideri e potenzi i due diversi motori dell’Italia del sud e del nord: la piccola e la grande impresa e soprattutto con politiche mirate all’incentivazione allo sviluppo turistico (nel rigoroso rispetto della protezione del territorio), vera miniera ancora sepolta per noi meridionali. Se in questa fase di forti bisogni e aspettative che provengono dalla società italiana non si danno delle risposte serie e credibili dalla politica essa è inevitabilmente nella sua crisi più profonda. Il centro-sinistra, a cominciare

dal Segretario Fassino, ha avuto il coraggio e l’ostinazione di credere in un nuovo progetto e soggetto politico che può ridare all’italiano il vero senso dei suoi diritti- doveri di cittadino. È il Partito Democratico la vera risposta che un centro sinistra può dare a chi ha bisogno di nuovi punti di riferimento nella società italiana che vuole rinnovarsi. È la sua formula che ridà potere di scelta in mano ai suoi sostenitori che colmerebbe il vuoto di democrazia che si è innescato anche nei partiti. Esso può rappresentare la risposta politica alla crisi della politica portando con sé nuovi e rafforzati contenuti e valori come la partecipazione, la legalità, la moralità, le libertà, la tutela del lavoro nella difficile fase dell’era della globalizzazione. Portare un nuovo e sostanziale concetto di emancipazione della donna dalla millenaria cultura patriarcale e che anche nella politica ha trovato buoni propagandisti e mediocri se non ipocrite strumentalizzazioni. Il nome del Partito Democratico ne porta intrinseco il suo spirito e la sua funzione: riaprire le porte della politica ai cittadini e ridar loro in mano lo strumento della partecipazione politica. Quale strumento già collaudato se non quello delle primarie? Riconoscere e rafforzare quello che è il diritto inviolabile che a ciascuno di noi è stato sigillato nella legge suprema del nostro Stato, ovvero la Costituzione. ART 49 della Costituzione: tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Per concorrere con metodo democratico…era già tutto scritto…. Le bagarre, purtroppo, a cui assistiamo in questi giorni per l’aggiudicazione del segretariato del Partito Democratico non ci aiutano a lanciare con fiducia e forza l’idea del partito nuovo. È in gioco la vera riforma dei partiti e della politica italiana e tutto ciò sarebbe imperdonabile oltre che pericoloso per chi già inneggia al populismo e alla demagogia. Il Partito Democratico sarà uno e di tutti coloro che vogliono e credono nelle capacità di un partito che ridia voce ad una società e che di essa sia rappresentante. Da giovani della politica e da donna lanceremmo un’audace sfida alla nostra politica nell’ottica della scelta del segretario nazionale: nel nostro immaginario c’è un politico che impersonifica a pieno le qualità che dovrebbe avere il primo rappresentante del partito riformista del terzo millennio. E questo “politico” è una donna! Serietà, responsabilità, competenza e di sicuro la innata sensibilità che una donna può portare in una politica di uomini. Io la chiamerei Anna Finocchiaro. E voi in piena democrazia come la chiamereste? PRIMAROSA SAPONARO

Piove e il rione “Pacifico e’ invaso d alla...

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ari concittadini, ci risiamo! Appena madre natura inonda di lacrime quest’atomo opaco del male; le strade della nostra bella cittadina si riempiono d’acqua e non solo. E, complice la scarsa manutenzione che ricevono le griglie per lo smaltimento dell’acqua, si verificano enormi disagi soprattutto in alcune zone di Carovigno. Lunedì 28 maggio nel rione Pacifico, l’acqua piovana ha portato allo straripamento della fogna bianca, che ha invaso la fogna nera; provocando la fuoriuscita di quest’ultima nelle strade. Immaginate la sorpresa e lo sdegno della gente, da anni costretta ad arginare questo costante straripamento,quando ha notato che anche nelle proprie case c’era la melma. La polizia municipale e l’amministrazione comunale, immediatamente allertate dai cittadini preoccupati, sono intervenuti con notevole ritardo. Un cittadino ha più volte provato a contattare il Sindaco che però per motivi di pennichella pomeridiana si è potuto recare sul posto solo nel tardo pomeriggio, quando l’emergenza era ormai finita. Purtroppo la zona di Pacifico è quella più esposta ai rischi di straripamento, giacché essendo il punto più basso di Carovigno convoglia tutta l’acqua piovana del paese. La gente è stanca, disgustata e preoccupata per il futuro. Si chiede a chi di competenza un tempestivo intervento per evitare gli incresciosi disagi che i cittadini subiscono ogni volta che un acquazzone si abbatta sulla città. E speriamo che domani non piova… MARIA ANTONIETTA GRECO

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LA SG AL PRIMO MAGGIO Anche quest’anno, come tutti gli anni, il primo maggio è stato festeggiato in piazza San Giovanni a Roma con un mega concerto a cui hanno partecipato tantissimi giovani provenienti da ogni parte d’Italia. Cosi, l’idea di festeggiare il primo maggio con un concerto continua ad essere vincente perché la musica fa da filo conduttore fra le varie generazioni. Il tema di quest’anno, infatti, è stato il rock’n roll (i suoi 50 anni). Cosi, mentre in piazza c’eravamo noi ragazzi, a casa in poltrona e, possibilmente in pantofole, quasi certamente anche i nostri padri e le nostre madri hanno seguito l’evento ricordando e forse rimpiangendo la loro giovinezza. Alla conduzione del ,concerto c’erano Paolo Rossi, Claudia Gerini e Andrea Rivera e fra i tanti artisti che si sono alternati abbiamo avuto modo di ammirare gli Africa Unite, gli Avion Travel, Enzo Avitabile, Carmen Consoli, Tullio De Piscopo, Irene Grandi, Le Vibrazioni, I Nomadi, la P.F.M., Daniele Silvestri, i Tiromancino ecc… A fare da contraltare a questa giornata di festa il tema dominante “Sicurezza sul posto di lavoro”, voluto dai sindacati confederali per la manifestazione del primo maggio 2007, ci porta ad una triste realtà a cui non ci sarà possibile sottrarci fino a quando il lavoro non sarà visto come un momento di realizzazione della personalità degli individui e non più legato al profitto dei singoli. ROBERTA TRIARICO

Le bandiere della “ N

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L’angolo del Basket

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omenica 29 Aprile si è giocata l’ultima giornata del campionato regionale di serie “ D” . Dopo 30 partite lunghe ed estenuanti, sono stati emessi gli ultimi verdetti. Vittoria sofferta ma scontata da parte della New Basket sul Manduria. Sconfitta invece non scontata ma comunque annunciata, della Pallacanestro, sul campo della capolista solitaria Nardò. Il campionato delle nostre due compagini era però già finito nella penultima di campionato. Infatti, la New Basket con la sconfitta di Monopoli, aveva dato addio a tutte le velleità di conquistare il 4° posto in classifica. Quarto posto che sarebbe significato giocarsi i play-off per la promozione in serie C2. La Pallacanestro, da parte sua, con la vittoria interna sulla formazione brindisina “ Quelli che...” , aveva già staccato anticipatamente il biglietto della salvezza. Quinto posto finale, quindi, per la New Basket dei patron Magli e Carlucci. Nono per la Pallacanestro del presidente Cozzolino. Vorrei spendere solo due parole di commento sul campionato dei due team. Sicuramente positivo il quadro generale su sponda New Basket. Dopo il deludente campionato della scorsa stagione (salvezza raggiunta solo ai play-out), grazie ad un paio di ritocchi nel roster, quest’anno si è sfiorato l’exploit di raggiungere i play-off. Traguardo che con un po’ più di convinzione, soprattutto in alcune partite fondamentali, ne vorrei citare due su tutte, cioè entrambi gli scontri diretti con il Lecce (Squadra quarta classificata, da sottolineare a “ pari punti” con la New Basket), partite perse entrambe di misura, dopo che si era stato in vantaggio per quasi tutta la gara. Quindi con un po’ di attenzione in più ed anche perché no, un po’ di fortuna si sarebbe potuto anche toccare il sogno di giocarsi i play-off. Più ombre che luci, quello della Pallacanestro, per il quale è stato un anno molto travagliato a livello societario, di questo ne abbiamo già parlato negli articoli precedenti, quindi mi sembra inutile tornarci. Personalmente credo che la società abbia pagato lo scotto di essere una matricola per questo campionato. Quello di cui adesso ci preme discutere è il futuro. Quali sono i progetti delle due società per l’anno prossimo? Continuare in questa direzione? Cioè continuare ad avere due società che continuano a farsi la guerra sottobanco? Due squadre che raccolgano quindici o sedici elementi esterni, tutti sotto compenso? Oppure si vuole cercare di raggiungere un punto d’incontro per arrivare alla fusione delle due società? Cercando innanzitutto di recuperare qualche elemento locale, persosi per strada quest’anno, e per far scendere il numero dei cosiddetti stranieri a non più di quattro o cinque unità? Le voci di corridoio che si stanno propagando parlano di una possibile fusione a breve termine, ma sappiamo benissimo quanto ciò sia un’eventualità molto difficile da realizzarsi, soprattutto a breve termine. Esaminiamo attentamente intanto i lati positivi e quelli negativi dell’eventualità di una fusione o di quella contraria. Continuare su questa falsa riga significa innanzitutto un budget di spese doppio. Non voglio fare i conti in tasca alle due società, ma credo che le uscite per poter portare a termine il campionato siano state consi-

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Siamo davvero felici che tanti anni di impegno dell’Ente Culturale “ Nzegna” nella divulgazione della nostra tradizione più bella, siano stati brillantemente raccolti da Antonella ed Antonio Carlucci, due ragazzi che con il loro portale stanno collaborando al processo di recupero del nostro patrimonio storico ed archeologico. Ed è proprio grazie al loro sito www.carovigno.com e ad una webcam posizionata sulla piazza, che circa 8.000 utenti dall’Italia e da altre nazioni del mondo, compresi gli Stati Uniti e l’Australia, hanno potuto assistere, ascoltando anche la suggestiva musica che l’accompagna, alla battitura della “ Nzegna” . Tutte le vie e i mezzi utili al rilancio della nostra città sono da noi visti con grande interesse. Possiamo affermare con certezza che, quest’anno, le bandiere della “ Nzegna” sono volate alte sul mondo portandosi appresso i colori della speranza di una pace duratura per tutti gli uomini del pianeta. LA REDAZIONE

stenti per entrambi. Fondi che devono, necessariamente, essere reintegrati l’anno prossimo per affrontare nuovamente il campionato. Correre separatamente significa disperdere le forze. E sappiamo benissimo quanto anche nello sport, il detto “ l’unione fa la forza” sia valido. Due società significa anche due settori giovanili distaccati e quindi anche qui sfilacciamento e dispersione delle forze. Infine dualismo anche nella suddivisione delle ore di lavoro al palazzetto dello sport. Meno ore a disposizione comporta un lavoro qualitativo minore. Tutti fattori negativi, quindi, non ci vuole certo una laurea per giungere a queste conclusioni. Forse l’unico fattore positivo lo si può trovare nel Minibasket. Avere due centri Minibasket, vuol dire indubbiamente raddoppiare il reclutamento dai 6 ai 12 anni. Inoltre dare la possibilità al genitore di poter scegliere il Centro che gli sia più comodo e conveniente sia per il luogo, sia per il modo che per gli orari da rispettare. Credo che due Centri MiniBasket possano coesistere benissimo, a patto di essere coordinati però da un’unica società al vertice, verso la quale i ragazzi debbano poi convergere a tredici anni per l’inizio della loro attività nel settore giovanile. Passiamo ora ai fattori positivi della fusione delle due società. Esattamente discorso contrario del precedente. Dimezzamento delle spese di gestione. I fondi che si vengono a risparmiare possono essere utilizzati innanzitutto in progetti scolastici. Non dimentichiamo che le scuole, soprattutto le scuole elementari, rappresentano il serbatoio principale del reclutamento giovanile. Tutti i bambini passano da questa istituzione. Da qui si evince la necessità di dover diffondere la cultura cestistica in questi ambienti. Negli Stati Uniti, la patria della Pallacanestro, non c’è scuola in ogni livello istruzionale che non abbia la sua squadra rappresentativa ed il suo istruttore-allenatore che lavora a tempo pieno durante tutto l’anno. Un’altra parte dei fondi risparmiati può essere devoluta ad un campionato di Promozione, in cui possano trovare posto ed essere valorizzati tutti i giocatori locali, soprattutto i giovani che non trovano spazio in serie “ D” , con la conseguenza positiva di mantenere attivo il movimento. Un’unica società significa convogliare le forze e l’impegno di tutti quanti gli addetti ai lavori in un’unica direzione. Significa raddoppiare le ore di utilizzo del Palazzetto dello Sport, con conseguente miglioramento della qualità del lavoro degli istruttori. Un’unica squadra significa un unico settore giovanile, con il naturale miglioramento della qualità dei campionati dall’Under 13 fino all’Under 18, con la conseguente crescita numerica e qualitativa del vivaio. Crescita che, portata avanti con impegno unidirezionale, può condurre, nel giro di qualche anno, al fatto di non avere più bisogno di elementi esterni per fare un campionato dignitoso di serie “ D” o per aspirare perché no anche ad obiettivi lungimiranti. Concludo con un in bocca al lupo alla dirigenza di entrambe le società ed a tutti gli addetti ai lavori, perché nei prossimi mesi si lavori insieme per il bene e per la rifondazione della “ Pallacanestro Carovigno” . NICO VITA

UNA CAROVIGNESE A M ISS M OND O! Una bella e fresca notizia ogni tanto. Nelle gare di selezione per la finale di miss mondo che si sono svolte ad Otranto lo scorso 30 maggio, sono state elette sette pugliesi e tra queste la carovignese Ilaria Santoro. Una sedicenne acqua e sapone, dagli occhi di un verde del colore del nostro mare che siamo sicuri porterà con la semplicità e la sensualità che la contraddistinguono il nome di Carovigno nel gala delle bellezze. Attendiamo la finale del 9 giugno e tanti auguri Ilaria per il traguardo che hai già raggiunto! LA REDAZIONE

San Vito: un sogno c h iam ato A 2

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omenica 21 Maggio nel palasport di Carovigno, gremitissimo (all’incirca 1.500 persone), si è materializzato definitivamente il sogno della Polisportiva Volley SanVito di approdare alla serie A2 Nazionale. Dopo un campionato avvincente ed emozionante le ragazze di mister Cosimo Lo Re e del presidente Luigi Sabatelli, vincendo la partita di spareggio contro le avversarie del Santa Croce, hanno coronato un sogno che durava da anni. Complimenti sentiti da tutti gli sportivi carovignesi alla società sanvitese che per tutto l’anno sportivo è stata ospite del nostro impianto, data l’inagibilità del palasport di San Vito. Un plauso particolare alle società sportive locali, che hanno permesso al roster ospite non solo di giocare ma anche di allenarsi durante tutta la settimana, privandosi di orari importanti per la propria attività giovanile. Merito riconosciuto e sancito giustamente dal presidente Sabatelli, in una conferenza tenutasi giovedì 24 maggio presso il castello di Carovigno. Conferenza in cui il patron sanvitese, presenti Sindaco ed Assessore allo sport, ha ringraziato ufficialmente l’Amministrazione Comunale e tutte le società sportive di Carovigno. Iniziativa che tutti gli addetti ai lavori hanno apprezzato, a conferma che lo sport è un fenomeno che deve unire gli uomini e non essere fonte di divisione. NICO VITA La Redazione di FRANCAMENTE si unisce al coro di complimenti per l’importantissimo risultavo sportivo raggiunto dalla Pallavolo di San Vito dei Normanni che ha permesso a tutta la città di coronare un sogno chiamato A2. Il nostro auspicio è che anche una società carovignese possa seguire le orme ed ottenere il successo della polisportiva San Vito.

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