2005-09

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il giornale dalla parte dei carovignesi

francam e nte Un sogno chiamato

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ari lettori, non possiamo farci niente, siamo prigionieri di un sogno! Il nostro sogno si chiama Carovigno. Sogniamo di vivere in una città pulita, fiorente sia dal punto di vista economico che culturale e sociale. Sogniamo un paese dove ci sia benessere per tutti. Un paese dove le tante bellezze naturali della nostra costa come dell’entroterra siano degnamente valorizzate e rese meta turistica di grande richiamo. È stato detto che il nostro giornale non fa altro che criticare. Che Carovigno ha bisogno di pubblicità positiva e non negativa. Il nostro spirito è quello di costruire, non di distruggere. Le nostre critiche sono mosse non per partito preso ma perché abbiamo un' altra visione di sviluppo e di progresso. Non ci sembra che Carovigno stia andando in una direzione che porti benefici ad alcuno se non ai soliti noti, divenuti ormai i padroni della città. I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Che razza di sistema è questo? Chi lo avalla? Non possiamo affermare (come vorrebbero che facessimo) che Carovigno stia vivendo un periodo florido, perché così non è. Basta pensare alla stagione turistica appena conclusa: un disastro! Abbiamo raccolto diverse testimonianze di gente che è venuta a passare le vacanze da noi ma che non ci tornerà più. Affitti carissimi, prezzi impossibili, speculazioni selvagge. Questo offriva Santa Sabina. E i servizi? Quasi del tutto inesistenti! Lido Specchiolla vive una lenta e incessante agonia. Chiedere ai villeggianti per credere. È una visione distorta o realistica la nostra? Cosa fa l’Amministrazione Comunale per contrastare questa realtà? Permette di costruire ovunque. Non ostacola gli abusivismi. Non redige un piano per il controllo del traffico ormai impazzito nelle borgate marine dove peraltro si respira più gas di scarico delle auto che aria pulita. Non installa bagni pubblici per cui ognuno deve arrangiarsi come può. Si ha la sensazione che si viva alla giornata. Oggi va bene quello, domani invece quell’altro. Oggi costruiamo un albergo qua e poi domani si pensa. E la programmazione? E la progettualità? Non è caos questo? Ma la cosa che meno di tutte ci convince è la lotta alla illegalità e al malcostume. A Carovigno c’è un gusto del tutto particolare a parcheggiare dove non si può o nel modo più strampalato possibile. È più divertente! Addirittura eccitante è riempirsi la cisterna con l’acqua delle fontane. Si possono fare tante altre cose che non si dovrebbero poter fare. Se dobbiamo utilizzare questo parametro allora possiamo dire che Carovigno è il paese più bello del mondo. Dove ognuno è davvero libero di fare quello che gli pare senza che nessuno glielo impedisca. E se per sbaglio un giorno qualcuno gli fa una multa si incazzano pure. Non siamo stati abituati a rispettare norme e regole e quindi non le rispettiamo. Del resto con questo stato di cose è più semplice accontentare gli amici o mantenere qualche promessa fatta in campagna elettorale. Ma temi come sviluppo, lavoro, benessere, qualità della vita sono molto lontani dall’essere seriamente affrontati e portati avanti con idee degne di tale nome. Martin Luter King diceva: “I have a dream” («ho davanti a me un sogno…»). Lasciateci almeno coltivare il nostro sogno. Un sogno chiamato Carovigno. MARIO CICORIO

Idee per uno sviluppo t urist ic o sost enib ile a

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notizie di stampa di questi giorni, a proposito di nuovi insediamenti turistici, hanno riportato di attualità un argomento che spesso è sulle labbra dei politici durante le varie campagne elettorali: - SVILUPPO TURISTICO Ho poi ascoltato alcune interviste rilasciate dai nostri attuali amministratori che accusano gli ambientalisti di NON VOLERE LO SVILUPPO DI CAROVIGNO. Forse occorre cominciare a fare un po di chiarezza. Nel 1995, a Lanzarote, nelle isole Canarie, gli studiosi del mondo si incontrarono per definire i criteri per uno sviluppo turistico sostenibile. - da questa conferenza nacque una CARTA DEL TURISMO SOSTENIBILE (visibile su internet - http://www.solidea.org/ Aree/turismo/lanzarote.htm) In sostanza, la conferenza prende atto che il turismo è un fenomeno dirompente e inarrestabile e detta una linea comportamentale affinché lo sviluppo turistico sia compatibile e sostenibile dal territorio. Tali concetti sono poi stati ripresi e contestualizzati nella conferenza di Rimini del 2001 (visibile su internet - http://www.provincia.rimini.it/turismo/conferenza/testi/carta/carta_di_rimini.htm) L'industria turistica deve portare un beneficio al territorio e ai suoi abitanti, e questo beneficio non può essere solo economico e per pochi, ma deve essere un beneficio diffuso in termini di soldi e qualità della vita.

Ma tutto questo che cosa significa per Carovigno ? Significa innanzitutto una progettazione e programmazione del percorso di sviluppo turistico, cosa che fino ad oggi è mancata. La mancanza di una programmazione di sviluppo del territorio ci porta inevitabilmente a fare delle scelte improntate al bisogno quotidiano, al pressappochismo, al faccendierato che pone l'amministrazione comunale nella condizione di decidere in modo solitario senza il coinvolgimento sia dei cittadini e sia di tutte le organizzazioni sociali e partiti

politici. Vi è poi, nelle poche azione portate avanti dai nostri politici, una assoluta miopia, una idea di un turismo solo "balneare" e "costiero" che trascura tutte le altre potenzialità turistiche legate all'entroterra, alle antiche masserie, al mix turismo-agricoltura, al recupero e valorizzazione in chiave turistico-culturale nel centro storico. In questo panorama di "non programmazione" appunto, qualche amministratore si è fatto una idea tutta sua di turismo, pensando di proporre un modello "RIMINI" assolutamente non adatto e sostenibile dal nostro territorio. Oppure assistiamo ad arrembaggi di speudo imprenditori turistici che altri non sono che SPECULATORI IMMOBILIARI (vedi le 40 ville che a ottobre inizieranno a costruire nella zona detta "dei tedeschi" in una zona appunto destinata come "alberghiera" ma in cui dubito mai andrà ad operare un "albergatore" Un altro punto di azione, sempre trascurato, e la estensione della stagione turistica. Da S. Giovanni a S. Martino citava uno slogan nella vicina Ostuni. Occorre cioè estendere la stagione almeno da giugno a ottobre o anche più. Nel sud della Spagna sono riusciti a mettere in piedi un circuito turistico che fa svernare i ricchi pensionati tedeschi da marzo a novembre. Perché noi non possiamo farlo? Ovviamente al pensionato tedesco dobbiamo offrigli dei servizi di qualità, e dei prezzi competitivi e poi soprattutto un ambiente di qualità. Vorrei citare per concludere uno slogan: "Quando l'ultimo albero sarà abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro". Quindi sig. Sindaco, non dica in televisione (TRCB) che non capisce il perché gli ambientalisti si agitino tanto per un NUOVO VILLAGGIO TURISTICO, facendo cosi intendere che noi saremmo contrari allo sviluppo turistico del nostro territorio. La verità è che noi siamo per uno sviluppo turistico MIGLIORE di quello che ha in mente Lei, e soprattutto sostenibile dal nostro territorio. Uno sviluppo alla cui programmazione siamo pronti a dare il nostro contributo culturale e tecnico se mai si arriverà un giorno a sedersi intorno ad un tavolo per decidere tutti insieme cosa fare di questa nostra Carovigno. PIERO SCUSSAT

LUCCIOLE PER LANTERNE

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cambiare lucciole per lanterne. E' una storia antica. Uno sciame di lucciole che viene scambiato per le lanterne di un imponente esercito. Il tragico inganno tra essere ed apparire. Oppure, più banalmente, tra ciò che si è veramente e quello che si vuol dimostrare di essere. Sulla lanterna, poi, ci sono altre metafore. Diomede, con la fioca luce di una lanterna, cercava l'uomo. Inutilmente. Altri invece, nei nostri tempi, con la fiammella virtuale di una lanterna fotocopiata, credono di aver trovato il popolo. Che si illudono di poter "illuminare". Si credono lanterne, ma sono lucciole. L'imbarazzo, poi, sta nell'individuare la tipologia. Stiamo parlando delle lucciole scambiate per soldati, di quelle della metafora pasoliniana oppure, più prosaicamente, delle "lucciole" che illuminano i bordi delle strade con la fiamma dei copertoni bruciati? Anche per far la lucciola, comunque, ci vuole stile. E torna a conforto un altro antico insegnamento: la saggezza non ha tempo e la stupidità non ha confini. Qualche novello e improbabile Diomede vaga nel tempo o ha trovato i confini di Carovigno? NATALINO SANTORO

francam e nte - nuova serie - n. 4 - SETTEMBRE 2005 - distribuzione gratuita mensile a cura della sezione "Enrico Berlinguer" dei Democratici di Sinistra di Carovigno Direttore responsabile: Natalino Santoro - Direttore editoriale: Mario Cicorio

Reg. Trib. di Brindisi n. 7 del 20.04.2001 - stampa: Nuova g@ srl - Ostuni - [email protected]

francamente è scaricabile dal sito www.carovigno.net

Supermercato Spesa

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V.le Foggia, 10 - CAROVIGNO (BR) - Tel. 0831.990695

“... il piano delle coste non può diventare il piano di spartiz ione delle aree verg ini” Intervista al capogruppo dei Democratici di Sinistra, Vito Saponaro Consigliere Saponaro, sicuramente avrai letto l’intervista a Vito Perrino pubblicata sul numero di Agosto di “Francamente”, la prima di uno scambio di opinioni finalizzato alla comprensione del perché questa città non riesce a decollare, del perché nonostante le risorse di un territorio vasto e bellissimo, Carovigno non riesce a creare sviluppo e del perché i processi di crescita sono molto più lenti rispetto a realtà anche a noi vicine. Si è parlato di un’idea di sviluppo, di un’idea di città che non può prescindere da una gestione qualificata e condivisa del territorio, per arrivare ai guasti della politica quando questa interseca personalismi che ne condizionano le finalità. Come capogruppo dei Democratici di Sinistra, qual’è la tua analisi rispetto a queste problematiche, quale la tua idea di sviluppo, quale la tua idea di città. E’ certamente una domanda complessa che richiede un’analisi attenta del sistema di gestione della città. Io credo si debba partire dalla constatazione che Carovigno è da lungo tempo governata da Amministrazioni di centrodestra e quindi, già di per sé, questo immobilismo impedisce il cambio di rotta verso lo sviluppo. La città ha bisogno di una svolta, di un cambiamento, di un ricambio di classe dirigente, di classe politica.

Carovigno non cresce per questi motivi e l’immobilismo di cui parlavo prima, crea disinteresse nei confronti della politica che non riesce ad attrarre ed a coinvolgere, anche per sua incapacità, nel dibattito sui temi sociali, dello sviluppo probabile, su un’idea di città. Sono d’accordo con te quando parli di gestione condivisa del territorio e sono convinto che lo sviluppo parte dall’individuazione di settori strategici su cui puntare. Quali per esempio. Sono le nostre risorse naturali, l’ambiente, le opportunità che potrebbe fornire l’area protetta ed il parco marino di Torre Guaceto. Sono il settore olivicolo. Sono i beni culturali trascurati da questa Amministrazione che, a distanza di oltre due anni dal suo insediamento, non ha un piano di fruizione del Castello, elemento trainante dello sviluppo di questa città, capace di interagire con realtà a noi vicine e diventare centro di eventi culturali e formativi. Carovigno ha gravi carenze in alcuni settori ed in particolare nei servizi, carenze che vengono anche da lontano e che,a volte, hanno poco a che fare con la politica e rientrano in quel minimo di norme igieniche garanti della salute dei cittadini e di quanti sono ospiti del nostro territorio. Può essere Santa Sabina sprovvista di servizi igienici? Si può ancora tollerare la storia infinita dell’impianto di depurazione, dei liquami di Specchiolla, dello svuotamento dei pozzi neri, delle decine di discariche abusive sparse su tutto il territorio. Sicuramente siamo di fronte ad una situazione di degrado in molti settori. L’Amministrazione ha una grande occasione rappresentata dal nuovo Piano Urbanistico Generale. Io vorrei sollecitare l’attenzione della maggioranza su due punti qualificanti. Il progetto di riqualificazione urbanistica delle borgate, che versano in condizioni deprecabili e una maggiore attenzione nei confronti di Specchiolla nella cui gestione vedo una mancanza di stile, come se quest’ultima non facesse parte del territorio di Carovigno. Urge attivare, insieme al comune di San Vito dei Normanni, tavoli programmatici per capire in che direzione partire con la riqualificazione. Il piano delle coste, però, non può diventare il piano di

lottizzazione e di spartizione delle aree vergini ma deve mirare al riutilizzo e alla riqualificazione dell’esistente con la creazione di infrastrutture e per infrastrutture intendiamo parcheggi, aree verdi, servizi primari e secondari. Non è possibile che possano ancora verificarsi le situazione di cui parlavi nella domanda. Una tua lettura della scelta del consigliere Perrino di posizionarsi definitivamente nello schieramento di centrosinistra. Noi Democratici di Sinistra, alla luce delle defenestrazioni operate da questa maggioranza, abbiamo avviato una serie di contatti con gli scontenti di questa Amministrazione, perché è nostro dovere capire le cause del fallimento politico che parte dall’alleanza FI-UDC e perde per strada De Biasi, Cervellera, Tamborrano, Semeraro. Credo, che da questo punto di vista, sia ormai un’Amministrazione delegittimata a governare la città. Tornando alla domanda, leggo positivamente la scelta di campo di Perrino, perché è un amministratore che viene da lontano e poi il suo passaggio nel centrosinistra credo rappresenti un’ulteriore conferma del fallimento della destra a Carovigno. Dobbiamo sollecitare gli altri scontenti attorno ad un tavolo e capire se ci sono le possibilità di un coordinamento e di un allargamento di questa opposizione ai defenestrati. Come Nicola Semeraro? Da questo punto di vista la posizione di Nicola Semeraro rientra in questa serie di contatti con chi, pur avendo avuto risultati elettorali determinanti, è stato depauperato del proprio consenso rispetto a quelli che erano stati gli accordi elettorali. I Democratici di Sinistra hanno il dovere politico di portare avanti questi contatti con estremo equilibrio e con la chiarezza di chi non ha mai creduto negli inciuci ma nei progetti politici. Consigliere Saponaro, per quanto riguarda il controllo del territorio si percepisce qualcosa che manca, si avverte una forma di abbandono in cui ognuno si sente libero di fare quello che crede. Io non sono addentro ai problemi amministrativi in questo settore ma credo che la mancanza di coordinamento tra le forze dell’ordine, l’assessore al ramo e il Sindaco sia fin troppo evidente. Credo che il Sindaco ogni tanto dovrebbe verificare le posizioni e le deleghe, quantificare il lavoro che stanno facendo gli incaricati e fare bilanci positivi o negativi. Avverto poi la mancanza di pianificazione e di programmazione che dev’essere prerogativa dell’assessorato. Mi dispiace dire che non ho avuto l’onore in questi due anni di Consiglio Comunale, di ascoltare nessuna relazione e nessuna proposta da parte degli assessori in carica. Sono assessori che lavorano nell’ombra, non ci rendono partecipi dei progetti, non sappiamo se ne hanno e gradiremmo anche qualche scambio di idee con consiglieri comunali dei quali non conosciamo neanche la voce. Opposizione invisibile, così viene percepita

dalla gente. Qui mi sento personalmente chiamato in causa come capogruppo del centrosinistra e onestamente credo sia ingeneroso parlate di opposizione invisibile, considerato quanto questo gruppo consigliare ha prodotto. Siamo stati i primi a denunciare lo scempio dei photored quando ancora i giudici di pace respingevano i ricorsi, tant’è che abbiamo invitato il Sindaco a restituire ai cittadini ciò che è stato incassato illegittimamente. Siamo stati parte attivissima contro l’istallazione dell’impianto di produzione di combustibile da rifiuti e questo per salvaguardare la nostra vocazione alle scelte ambientalistiche e allo sviluppo turistico. Abbiamo presentato proposte per la valorizzazione dei prodotti agro-alimentari con l’istituzione di un marchio comunale di origine, proposta che giace nei cassetti dell’assessore. Decisivi sono stati i nostri interventi sull’adozione del Piano Urbanistico Generale, mirati ad alzare il livello culturale del dibattito, unitamente alla richiesta di condivisione dello stesso da parte delle forze politiche, delle forze sociali, dei sindacati, delle associazioni datoriali. L’Amministrazione, sotto questo aspetto sta andando per conto suo. Abbiamo vigilato sugli atti della pubblica amministrazione. Abbiamo sollecitato Consigli Comunali monotematici per quanto riguarda la faccenda censimento e l’annoso problema relativo all’impianto di depurazione, ma non abbiamo ricevuto risposta alcuna. Abbiamo presentato proposte per il Parco provinciale, per la salvaguardia degli ulivi secolari. Ammetto, comunque, che a fronte di tutto questo lavoro sia mancata la forza di comunicare all’esterno ma possiamo assicurare la cittadinanza che sempre ha potuto e può contare sull’apporto qualificato di tutto il centrosinistra e dei DS che sono ancora l’unica forza politica organizzata sul territorio. Certamente, per essere più visibili, avremmo bisogno di una crescita di consensi che con le ultime elezioni regionali sono stati alquanto deludenti. Da uno a dieci, la tua valutazione sull’operato di questa Amministrazione. Quattro! E’ una valutazione che scaturisce dalla mancanza di pianificazione e programmazione e dalla mancanza totale di fantasia che pure è necessaria nella risoluzione dei problemi. E’ fin troppo evidente che c’è necessità di sostituire la Pro Loco con un’Agenzia dello Sviluppo supportata da operatori del settore, che sarebbe utile l’istituzione di una nuova delega allo sviluppo delle coste e molta più attenzione alla formazione per i nostri ragazzi che in massa stanno abbandonando la loro terra in cerca di opportunità. PINUCCIO CALÒ

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Santa Sabina: un patrimonio da tutelare

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anta Sabina, frazione costiera di Carovigno, luogo turistico ormai noto a livello regionale, negli ultimi trent’ anni ha visto uno sviluppo urbanistico intenso e devastante, che ha trasformato la sua antica e originaria fisionomia. Tanti ricorderanno, chi per esperienza diretta chi solo di riflesso, come si presentava il luogo qualche decennio fa: ampi spazi di veduta panoramica tra dune grandiose e mare aperto si aprivano agli occhi di chi vi giungeva… Oggi invece, molti di quei quadri o punti di vista o di belvederi, che dir si voglia, bellezze panoramiche dal sapore e colore mediterraneo, non esistono più. Al loro posto si sono sostituite le prime case e le prime strade: ma, se in una prima fase di occupazione e uso del luogo, l’ urbanizzazione era in armonia con il contesto del sito, seppur solo per la povertà dei mezzi di chi vi costruiva, man mano l’ edificazione ha determinato uno sconvolgimento degli assetti idrogeologici dell’ area, talora anche modificandone la morfologia, e quelle semplici e povere case di pescatori si sono mutate in grandi ville residenziali a più piani, costruzioni che poco si adattano ad un contesto costiero, quale è quello di S. Sabina. Il suo attuale aspetto fa tornare in mente i versi di Alessandro Manzoni, un grande della nostra letteratura, quando scriveva “le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro..” I gravi danni ormai causati all’ ambiente e al paesaggio di S. Sabina, non possono più essere rimediati, e mi riferisco a tutte quelle abitazioni che, in barba alle disposizioni legislative previste per la tutela dei territori e terreni costieri, tutelati dalla profondità di 300 m dalla linea di battigia,

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sono state realizzate mostruosamente a ridosso del mare! (art. 142 del “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” del 2004 e ai sensi del D.L. 490 del 1999, in cui sono confluite le leggi in materia di salvaguardia e tutela dei beni paesaggistici, come la legge n. 1497 del 1939, la legge n. 431 del 1985 “Legge Galasso”, e la n. 1089 del 1939). Molte sono le segnalazioni di fuoriuscita di schiuma bianca e gialla in alcuni punti della costa, proprio al di sotto degli scogli !!!! Tuttavia, questo passato atteggiamento non può e non deve autorizzare ulteriori abusi. S. Sabina e Torre Guaceto sono state sottoposte a vincolo archeologico ed architettonico perché luoghi di notevole interesse archeologico e architettonico, come si evince dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico (PUTT serie n.5, dicembre 1993) e dall’ Archivio di Deposito della Soprintendenza archeologica di Taranto. Quello che oggi si rende assolutamente necessario è tutelare una delle ultime aree di interesse paesaggistico ed archeologico di S. Sabina: l’ area del cosiddetto “canale della Mezzaluna” fino alla Masseria Caposenno Piccolo, un’ area dal sapore antico, quanto la storia che è stata sul nostro territorio. L’ area in questione è quella compresa ad est, ad ovest, e a sud del suddetto canale, oggi minacciata da un’ edificazione speculativa, che sta facendo dell’ area il palcoscenico dell’ auto-rappresenta-

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ncora una volta a Carovigno è stato possibile attivare un processo di degenerazione culturale. Oltre ad avere un patrimonio ambientale e monumentale di spiccato riguardo, abbiamo personaggi di meritate capacità che non hanno possibilità di contribuire alla propria crescita artistica e a quella del paese. Mi riferisco alla mostra di pittura e scultura tenutasi nel castello Dentice di Frasso dal 13 al 21 agosto. L’ evento è stato “pubblicizzato” con locandine in cui emergeva in primo piano la dicitura: “con il patrocinio del Comune di Carovigno”. Ma quale patrocinio!? Forse intendevano semplicemente immortalarsi il giorno dell’ inaugurazione con foto e taglio del nastro? Sicuramente! Infatti sostegni economici sono stati assenti e gli artisti hanno dovuto autosovvenzionarsi anche le spese di stampa delle locandine. Tutto ciò evidenzia la mancata attenzione dell’ amministrazione comunale a promuovere eventi culturali e il mancato incentivo nei confronti degli artisti locali. Il paese ha bisogno di farsi conoscere anche attraverso queste manifestazioni; il paese ha bisogno di attivarsi e di attivare. La mia speranza è che l’ amministrazione comunale assuma un atteggiamento intelligente nei confronti della cultura perché uno sviluppo del paese è possibile grazie alla loro partecipazione fisica ma soprattutto economica. Necessaria sarebbe una linea di tendenza stabilmente caratterizzata da un continuo incremento di iniziative culturali, ma, bisognerebbe interrogarsi sulla effettiva fruibilità da parte del pubblico, certamente richiamato con stimolazioni di stampo pubblicitario e con finalità di turismo “intelligente”. Perché anche la cultura è una forma di attrazione turistica. SARA PERRINO

zione sociale. Si pensi che la zona è tutelabile dalla legge già solo per il fatto di rappresentare una "singolarità geologica" (art. 136 del “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” del 2004): si tratta infatti di una lama che presenta nel suo tratto finale affioramenti di acque di falda in risorgiva; inoltre, vi è il passaggio di un fiume, quello noto come “canale della Mezzaluna” che nell’ antichità è stato certamente di grande importanza, probabilmente come il Canale Reale per Torre Guaceto; in più la presenza del fiume ha determinato il formarsi di una zona umida, habitat tipico di alcune specie floro-faunistiche (si pensi all’ insana idea di alcuni di voler bonificare tale area!!!!). Essa inoltre, ha valore di bellezza naturale per la vista che da quell’ insenatura offre sul mare, ed infine, ha interesse archeologico, poiché attesta diverse fasi di frequentazione, dal Paleolitico all’ età tardo medievale, attestate da numerosi studi scientifici (si vedano V. ANDRIANI, Carbina e Brindisi (memorie), Fasano 1888, D. COPPOLA, Civiltà antiche, Brindisi 1977, D. COPPOLA, P. RAIMONDI, L’ insediamento dell’ età del Bronzo di Torre S. Sabina, 1995, F. D’ ANDRIA, Le ceramiche arcaiche da Torre S. Sabina, 1976, A. TRAVAGLINI, Torre S. Sabina –Masseria Caposenno Piccolo, 1994, AURIEMMA R., IANNONE A., MASTROUZZI G., MAUZ B., SANSÒ P., SELLERI G., Late Holocene sea-level changes in southern Apulia(Italy), in Final Conference, Project IGCP 437 (Otranto/Taranto- Puglia 22-28 September 2003), 2003, vol. I, pp. 31-34; V. DE SANTIS, M.I. MARACCHIONE, M. CALDARA, E. CENTENARO, G. MASTRONUZZI, P. SANSÒ, G. PALMENTOLA, A. SERGIO, The coastal features of Puglia region, in Final Conference Project IGCP 437, (Otranto/Taranto- Puglia 2003), 2003, vol. II, p. 27). Molte e importanti sono state le scoperte archeologiche: dal sito del Neolitico antico (VI millennio a.C.) ad est del fiume della mezzaluna; al grande abitato dell’ età del Bronzo, sui terrazzi

circostanti il solco torrentizio; ai resti di un abitato di età ellenistico-romana fino alla fase romana imperiale, presso l’ area della Masseria Caposenno Piccolo, etc…. Ma degno di nota è soprattutto il fatto che l’ intera l’ area ha ospitato, nel periodo della dominazione romana (iniziata in Puglia a partire dal III sec. a.C.) le cosiddette Speluncae o Ad Speluncas (letteralmente Le grotte o Alle grotte) sito tanto ricercato e dibattuto dagli studiosi, indicato nei vari itinerari antichi lungo il tratto di costa tra Egnazia e Brindisi, presso un tratto della via Appia Traiana, il cui percorso è pure rintracciabile nelle vicinanze, presso la Masseria Caposenno Piccolo n.3. Le Ad Speluncas costituivano un punto di sosta lungo il tragitto che da Brindisi, per Egnazia, Bari, Canosa conduceva a Benevento, dove la via Appia Traiana si ricollegava alla via Appia. Le Speluncae erano delle grotte site fuori dagli insediamenti urbani, e nel nostro caso, fungevano da luoghi di riposo (mansio) e di cambio vettura (mutatio) lungo la strada consolare, dove alcune colonette miliarie in pietra calcarea indicavano il sito al viaggiatore ( alcune di esse erano ancora presenti nel canale della mezzaluna, poi sono misteriosamente scomparse). Lo stesso canale artificiale che si trova ad ovest dell’ insenatura della “mezzaluna” ancora oggi visibile nel suo tratto finale (miracolosamente!), è frutto dell’ ingegno romano, creato con lo scopo di collegare il mare al fiume. Alla luce di tutto questo, proporrei per l’ area un blocco di tutti gli interventi edilizi previsti, a favore invece della realizzazione di un piano paesaggistico che attribuisca a ciascuno degli ambiti individuati degli obbiettivi di qualità paesaggistica corrispondenti (art. 143 del “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” del 2004), un mezzo, ora più che mai indispensabile per salvaguardare un’ area indiziata come l’ antico porto di S. Sabina. CARMELA IAIA

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BENVENUTI IN PERIFERIA… O M BEL IC O

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uando abbiamo deciso di organizzare la Festa de l’ Unità 2005 a Carovigno nella zona 167 di via Martiri di via D’ Amelio (Nuova area mercato), lo abbiamo fatto con entusiasmo. Sentiamo l’ esigenza di “ ritornare” a Carovigno, di fare qualcosa di più grande e diverso, di permettere a tutti i carovignesi di vivere questo evento dopo la bellissima esperienza delle Feste de l’ Unità organizzate a Torre Santa Sabina. Si ricomincia dunque, da una periferia che diventerà l’ agorà all’ interno del quale si svilupperanno confronti, iniziative, spettacoli, emozioni. Per noi, infatti, ogni periferia sta al “ centro” . La periferia urbana, la periferia del mondo, la periferia sociale, tutto ciò che può essere considerato come marginalità. Ed è con la speranza di eliminare le marginalità che alimentiamo quotidianamente la nostra passione politica, forti di una identità ben radicata nell’ appartenenza ad un partito organizzato della Sinistra Europea. “ Amiamo Carovigno” , questo il tema scelto per la Festa de l’ Unità 2005. La nostra vuole essere una esortazione a tutti i cittadini a sentirsi protagonisti del riscatto del nostro paese. E’ infatti evidente che anni di cattiva amministrazione hanno danneggiato il nostro territorio e peggiorato la qualità della vita dei carovignesi infondendo in loro un senso di disaffezione e di distacco nei confronti del paese. Allora “ ritorniamo” tutti insieme a Carovigno. E’ questo il “ senso” della Festa e questa sarà certamente una grande Festa! Tre giorni realizzati con la passione di sempre, ricchi di stand espositivi, di dibattiti politici, spettacoli con artisti di fama nazionale, gastronomie con pizzeria, ristorante, paninoteca, piatti tipici a cura dell’ associazione dei ristoratori di Carovigno. Un grazie ai commercianti che hanno voluto contribuire

D EL M O ND O alla realizzazione della Festa sponsorizzandola e ai volontari per il loro insostituibile lavoro. Un grazie particolare a tutti gli abitanti della Zona 167 di via Martiri di via d’ Amelio per l’ accoglienza che sapranno riservare ai carovignesi che parteciperanno a questa Festa, ma anche ai tanti visitatori che giungeranno da altre città. CORRADO TARANTINO

INIZIATIVE POLITICHE • Venerdì 23 settembre - ore 19,30 “Amiamo Carovigno” Comizio di apertura della festa di Corrado TARANTINO Segretario DS di Carovigno • Sabato 24 settembre - ore 19,30 INCONTRO DIBATTITO: “Elezioni primarie de l’Unione - I DS per un futuro sicuro - Con Prodi” Onofrio CRETÌ Segretario provinciale DS Sen. Rosa STANISCI • Domenica 25 settembre - ore 19,30

francamente presenta: “Idee, proposte e iniziative per lo sviluppo del nostro territorio” Intervengono: Vito SAPONARO Capogruppo Centrosinistra Comune di Carovigno Rosa FUSCO Capogruppo DS Provincia di Brindisi Damiano FRANCO Vice presidente provincia di Brindisi Francesco SAPONARO Assessore regionale al Bilancio e alla programmazione economica.

Lettera indirizzata a “Francamente” e alla “Gazzetta del Mezzogiorno”* Ho avuto la fortuna di ritrovarmi tra le mani il programma dell’ Estate Carovignese da voi stilato già a metà luglio e, quindi, di leggere la lettera del sindaco e di uno degli assessori sul retro. Devo ringraziarvi perché ormai ci sono così poche occasioni per abbandonarsi al riso e voi me ne avete fornito una delle più originali. Cito fedelmente: «Abbiamo coperto l’ intero territorio carovignese, programmato manifestazioni di buon livello nella città come nelle località balneari (… ). Tutto questo per dare a quei turisti che hanno scelto Carovigno come meta delle loro vacanze, l’ immagine di una città che vuole essere all’ altezza delle più rinomate località della Puglia». Perdonate la scelta delle frasi, ma mi sono sembrate quelle che meglio rendono il vostro intento: prenderci in giro. Infatti dato per scontato, ovviamente, che sia Frassica sia le varie processioni, sia i variegati saggi delle rinomate scuole di danza e musica, sia infine il concerto di Adriano Pappalardo siano validi eventi culturali, vorrei da voi qualche delucidazione sul resto della lettera. Ma quali turisti? E quali sarebbero le modalità di investimento in questo settore? Ah, già! Forse i «tanti chilometri di costa» ricoperti, quando va bene, di ogni genere di rifiuti portati dal mare sulle spiagge; quando va male grondanti di spazzatura prodotta esclusivamente dall’ ingegno e dalle capacità umane. O forse «la splendida Oasi Naturale di Torre Guaceto» dove, passeggiando tra bellissime ed incontaminate calette, ci si può imbattere in lattine di coca cola, scarpe di gomma o intatte bottiglie di plastica.

L’estate carovignese e i turisti

Per non parlare, poi, dello «splendido paesaggio che fa da cornice»: le selvagge dune della «Mezzaluna» e di «Pantanagianni», la naturale macchia mediterranea, le scogliere secolarmente scolpite dal mare. Tutto questo da ammirare, però, solo ed esclusivamente nelle primissime ore del mattino, tra le tre e le cinque, quando lo sguardo non si ferma subito sulle cataste di macchine che ci parcheggiano sopra, affiancate da fornitissime roulottes e colorati camioncini di ambulanti che insieme provocano un suggestivo odore di gas di scarico. Ma a goderne è anche l’ udito, con i vari motori delle auto che amano inseguirsi tra una duna e l’ altra e i gruppi elettrogeni del tutto abusivi funzionanti per ore! Ma, in compenso, sono spiagge facilmente raggiungibili se si elimina il piccolo intoppo di strade strette a due sensi nelle quali è permesso parcheggiare su ambo i lati. Non lontano dal mare, nel centro storico del paese, come avete giustamente ricordato voi, colpisce lo sguardo il favoloso castello «Dentice di Frasso» finalmente ristrutturato ed adibito ad ogni sorta di rappresentazione o… evento culturale! Già perché così amate definire i saggi di danza di impreparati ragazzini che ogni anno sono costretti a riproporre la stessa scandalosa sequenza di movimenti. O meglio! Le mostre di artisti locali… Idea bellissima di suo, ma chi vi si rechi, perché venutone a conoscenza per puro caso, non sa cosa vede perché l’ evento è privo sia di una necessaria presentazione storica sia di una guida critico-artistica. Per il resto la gestione dei locali del castello è a cura di chiunque ritenga in suo diritto appropriarsi temporaneamente degli spazi, decidendo da se orari e modalità. In questi casi la situazione più suggestiva da osservare con interesse diviene il teatrale litigio di

questi caratteristici personaggi, rivestiti da non si sa chi di un potere decisionale inadeguato, con il povero guardiano del castello che, in questo ginepraio di elementi deliranti, è l’ unica persona autentica ed amabile. Peccato che, per l’ amore, il rispetto e la cura che dimostra verso il castello e i suoi spazi, deve sottostare quotidianamente a soprusi, offese, lavoro straordinario non pagato, compiti e responsabilità assolutamente non consoni al suo ruolo. Quindi, cari rappresentanti del mio amato paese, ancora una volta avete ragione voi: «Non è turisticamente appetibile e credibile una città che si presenta così!». In ultimo, rispondendo positivamente al vostro invito, voglio assicuravi che faremo ciò che chiedete. Faremo scattare l’ orgoglio di essere carovignese; ci daremo da fare!… E forse sceglieremo il prossimo treno con più consapevolezza! Sinceramente vi ringrazio. Una cittadina che ama il suo paese…nonostante tutto (lettera firmata) * pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno nel mese di agosto

francamente è aperto alla collaborazione dei cittadini Per collaborazioni, informazioni, sponsorizzazioni:

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