2006-08

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il giornale dalla parte dei carovignesi pag -8 iale c e sp o st ero Ago Num lio/ g u L

francam e nte

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IL BALLO DEL POTERE

“Ti

muovi sulla destra, poi sulla sinistra, resti immobile sul centro e provi a fare un giro su te stesso, un giro su te stesso, su te stesso su te stesso, fingi di riandare avanti con un salto, poi a sinistra con la finta che stai andando a destra, che stai andando a destra, che stai andando a destra, poi si aggiungono i pensieri, con un movimento indipendente, della testa dalle gambe, con un movimento dissociato, dalla testa, dalla testa…”. Così il noto cantautore catanese Franco Battiato descrive l’arte di molti sedicenti politici di rimanere legati al potere, “giravoltando” allegramente tra partiti e schieramenti. Non sappiamo se Vittorio Zizza, Nicola Semeraro, Angelo Lanzilotti, Franco De Biasi, Martino Cervellera, conoscono questa canzone, ma hanno dimostrato comunque di esserne degli infallibili interpreti. Ballano senza mai stancarsi da ormai 20 anni sul misero palcoscenico della politica del centrodestra carovignese, regalando, a noi poveri spettatori, improvvisi giri di valzer e casquè mozzafiato. Mele suona e loro ballano. Certo è capitato anche che si siano pe-

stati i piedi (capita quando il palcoscenico diventa troppo piccolo per così tanti bravi ballerini); che abbiano li-

tigato per chi dovesse aprire le danze, o per chi dovesse fare la primadonna, arrivando anche a insulti pesanti e li-

tigi furibondi. Ma poi tutto passa. Mele suona, e loro riprendono a ballare. E’ uno spettacolo che evidentemente

riscuote molto successo, visto che nonostante le tante repliche gli incassi sono ancora così alti. E così quando ogni 5 anni la compagnia danzante fa il casting per selezionare nuove comparse, per illudere il pubblico che i ballerini stanno cambiando, c’è chi fa la fila per entrarci. Non dobbiamo stupirci se medici, avvocati, ingegneri, commercialisti, gente insospettabile, che ha un lavoro e una propria autonomia e una dignità da difendere la troviamo inspiegabilmente a ballare su quel palco. Non illudiamoci, noi spettatori, non sarà cambiato nulla. Lo spettacolo è sempre lo stesso. Mele suona e loro ballano. Per fortuna arriva il giorno in cui anche gli spettacoli più riusciti chiudono i battenti, quando il sipario cala inesorabilmente spinto dalla noia di un pubblico stanco di pagare un biglietto così alto per ascoltare la solita musica e per vedere i soliti volteggi dei soliti ballerini. Allora si che ci sarà da divertirsi. Lo spettacolo è cambiato. Il pubblico suona e loro ballano. Altroché se balleranno… MARIO CICORIO

IL SINDACO SI DEVE DIMETTERE

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uello che si sta verificando nel comune di Carovigno è un vero e proprio terremoto politico che sta sconvolgendo gli assetti politici ed Istituzionali del nostro paese. Le dimissioni del Vice Sindaco Raffaele Peciccia, degli Assessori Brandi e De Simone e del Presidente del Consiglio Comunale Sbano, sono l’ulteriore testimonianza della crisi politica e amministrativa, ormai irreversibile, in cui versa la Maggioranza che regge il nostro Comune. Dalle accuse pesanti fatte da Peciccia ai vertici del suo partito e in particolare a Mele, emerge con forza un quadro inquietante di una amministrazione pubblica esclusivamente condizionata da interessi personali. Certo, niente di nuovo, i rappresentanti del centrodestra del nostro paese ci hanno abituati in questi anni a cambi di maggioranza e a rimpasti di giunta conditi da accuse e denunce reciproche. Ma ciò che è accaduto questa volta fa riflettere in modo particolare per come si è sviluppato e per i personaggi che vede coinvolti. Il Sindaco e Mele (vero artefice dell’operazione) hanno deciso di ricucire i rapporti con De Biasi, Semeraro e Lanzilotti, perché hanno preso atto della debolezza politica ed elettorale della maggioranza monocolore UDC con cui governavano Carovigno. Questa debolezza si è manifestata concretamente alle Elezioni Politiche del giugno scorso quando l’UDC nel nostro paese, nonostante potesse contare sul Sindaco, gli Assessori e l’intera maggioranza, sulla candidatura alla Camera dei Deputati di Mele, e sull’assenza di candidati di Carovigno nelle altre liste del Centrodestra, ha ottenuto un risultato modesto (3110 voti pari al 31,10%), con una perdita di consensi rispetto alle Regionali del 2005 (3578 voti pari al 38,93%) e molto al di sotto delle aspettative. È facile comprendere che con questi numeri, la riconferma dell’UDC e di Zizza alle prossime elezioni amministrative sarebbe stata molto complicata. Dunque un rimpasto per “debolezza” e non per “forza”. E così la paura di poter perdere il potere da un lato, e la voglia di

Dopo gli insulti, le accuse e le ingiurie Mele ordina l’ennesimo rimpasto riconquistarlo dall’altro, hanno fatto riappacificare Lanzilotti con Mele e con Zizza, cancellando in un solo colpo tutti gli insulti, le accuse e le ingiurie che si sono scambiati fino a qualche giorno fa; Semeraro, De Biasi e Cervellera con Mele e con Zizza tanto da riavere le deleghe assessorili dopo che gli erano state tolte perché, a detta del Sindaco, questi non erano capaci di svolgere il compito a loro affidato ed inoltre avevano comportamenti poco consoni al ruolo (in questi due anni evidentemente avranno partecipato a corsi accelerati di buona e corretta amministrazione). Quindi ora governeranno il nostro povero paese tutti insieme appassionatamente: Mele, Zizza, Lanzilotti, De Biasi, Semeraro, Pepe, Pagliara, Simeone…in un già visto che non lascia presagire niente di buono. Quanto dureranno? Mele, per comporre questo sgangherato mosaico, ha usato la solita arma: le promesse. Da quanto si sa avrebbe promesso: a Lanzilotti un ruolo nell’UDC provinciale oltre alla candidatura alle prossime elezioni provinciali; a De Biasi la candidatura a Sindaco e a Zizza quella a consigliere regionale. Almeno questa volta, manterrà le promesse? E così, mentre continuano a languire irrisolti i tanti problemi del nostro paese, l’unico impegno del nostro Sindaco Zizza e dei suoi amici è quello di mantenere in piedi un centro di potere nella gestione della cosa pubblica che di fatto blocca lo sviluppo e la crescita economica, sociale e culturale del nostro Comune. Quanto ancora i cittadini dovranno subire il malcostume politico di chi rappresenta la nostra comunità anche a livelli romani?

Il Sindaco dovrebbe prendere atto del totale fallimento amministrativo e politico della sua gestione rimettendo il mandato nelle mani dei cittadini che hanno il diritto di scegliersi, quanto prima, un nuovo Sindaco e una nuova maggioranza capace di Governare la comunità nell’interesse di tutti. E’ finalmente giunto il momento che la politica torni ad occuparsi dei problemi di tutti i cittadini, creando le condizioni per una svolta morale e amministrativa ormai non più rinviabile. Ci auguriamo che per il raggiungimento di questo importante obiettivo, ci sia la mobilitazione e l’impegno di tutte le forze sane che ancora esprime la nostra collettività. CORRADO TARANTINO SEGRETARIO DS CAROVIGNO

Un'idea per Belvedere rettifica Caro Don Giovanni Di Latte, molto volentieri ti chiedo scusa per la mia mancanza di informativa sulla proprietà del terreno retrostante il Santuario di Belvedere. Nel numero di Francamente di Maggio u.s., mi affidavo al tuo buon cuore e ti invitavo a cedere il terreno di tua proprietà al Santuario, anche a titolo oneroso. Non sapevo che questa transazione era stata da te portata a compimento già da diversi anni ed a titolo gratuito. Unitamente alla redazione di questo giornale, voglio ringraziarti per questo gesto, per l' apprezzamento da te manifestato all' idea di restauro delle colonne della Via Crucis di Belvedere e per la collaborazione offertaci. PINUCCIO CALÒ

francam e nte

- nuova serie - n. 14/15 - LUGLIO/AGOSTO 2006 - distribuzione gratuita mensile a cura della sezione "Enrico Berlinguer" dei Democratici di Sinistra di Carovigno Direttore responsabile: Natalino Santoro - Direttore editoriale: Mario Cicorio

Reg. Trib. di Brindisi n. 7 del 20.04.2001 - stampa: Nuova g@ srl - Ostuni - [email protected] (chiuso in Tipografia l’1/8/2006)

francamente è scaricabile dal sito www.carovigno.net

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Appello ai giovani dell’UDC

alcuni giorni circola in città una lettera aperta indirizzata al Sindaco di Carovigno a firma di un gruppo di giovani UDC. Ci ha colpito molto il tono di delusione usato dai giovani in questione. Essi infatti si rivolgono al primo cittadino di Carovigno “…Siamo un gruppo di ragazzi iscritti e simpatizzanti dell’UDC, ci siamo avvicinati alla politica quando questa formazione ha deciso di appoggiare Lei come candidato Sindaco in una lista che comprendeva anche Forza Italia”. La lettera continua: “Abbiamo sostenuto Lei e quella lista ritenendola la cosa migliore da fare nell’interesse della città, abbiamo osteggiato le liste avversarie e soprattutto l’ex alleato Angelo Lanzilotti che, come voi ci avete sempre detto, nel suo mandato di Sindaco ha causato tanti problemi alla nostra comunità”. I ragazzi esprimono tutta la loro delusione per le scelte che il Sindaco Zizza ha recentemente reso pubbliche di accogliere nella sua maggioranza gente che nel recente passato non ha goduto della stima del nostro primo cittadino: “Le siamo stati vicini quando senza un minimo di discussione Lei ha deciso di estromettere dalla giunta gli assessori di Forza Italia perché a suo dire avevano assunto comportamenti che avrebbero potuto danneggiare la città di Carovigno e compromettere l’attività amministrativa dell’intera giunta. Non abbiamo capito perché Lei ha favorito sempre senza alcuna giustificazione, l’ingresso di Tonino Pagliara in maggioranza ed in giunta privilegiando un avversario a scapito di chi si era candidato con Lei e da sempre era stato fedele e lea-

le. Sempre senza spiegarne i motivi, ha deciso di aprire le porte della maggioranza a quell’Angelo Lanzilotti da Lei ritenuto, come ha avuto modo di affermare pubblicamente più volte, il male peggiore per la città”. A questo punto il tono della lettera si fa particolarmente duro e i ragazzi non vanno tanto per il sottile: “Adesso ancora una volta senza spiegare il Suo pensiero, (ma ne avrà poi uno?) riprende in giunta quel Semeraro che aveva prima cacciato via per quei famosi comportamenti che ancora noi non conosciamo quali fossero, ma se Le sono bastati per fare quella revoca dovevano essere a dir poco significativi. Tutto questo senza un confronto, un dibattito, una spiegazione alla città ed a tutti noi che Le siamo stati vicini”. Le conclusioni della lettera ribadiscono un pensiero molto diffuso fra i cittadini di Carovigno: “Qualcuno dice che Lei non può dare spiegazioni su tutti questi accadimenti perché quelle decisioni non sono le Sue, ma quelle di Mimmo Mele, il vero Sindaco della città, e perché Lei stesso non ne conosce motivi e retroscena”. Non si conoscono gli autori di questa lettera aperta firmata in maniera generica, ma è a loro che rivolgo il mio appello. Tutte queste manovre che voi avete appena condannato hanno un solo nome: giochi di potere e hanno una sola finalità: rinsaldare la propria poltrona ad ogni costo. Il problema è proprio questo. Il costo che tutti noi e la città tutta è costretta a sopportare. Nel mese di marzo l’ ex sindaco Angelo Lanzilotti, in una intervista a Francamente, disse dell’ attuale maggioranza: “Questi ti fanno passa-

re perfino la voglia di andare in consiglio comunale”. Ha usato parole durissime nei confronti dell’ Amministrazione Zizza: “… L’immobilismo totale dell’Amministrazione Zizza che nulla ha fatto negli ultimi tre anni…”, lanciando molte ombre sull’ operato della giunta e della maggioranza di centrodestra. Oggi cosa accade? A distanza di soli quattro mesi, dalla costruzione di una grande lista alternativa all’ asse Zizza-Mele, Angelo Lanzilotti passa a far parte della stessa coalizione del Sindaco. Ragazzi, credo che né per noi nè per voi sia facile sopportare tutto ciò. Capisco il vostro stato confusionale. I vostri beniamini ed i vostri avversari cambiano con una tale rapidità da far girare vorticosamente la testa. Non è semplice orientarsi se la propria bussola sembra essere impazzita. In ogni partita ci sono dei vinti e dei vincitori. In questa gli sconfitti siamo noi e voi: i giovani. Il mio appello è rivolto a quanti di voi hanno sostenuto con fede incrollabile, con tenacia e dedizione la lista che ha dato vita all’ amministrazione comunale di Carovigno. Non permettete tutti questi soprusi. Fate sentire il vostro sdegno quando vengono fatte delle scelte che nulla hanno a che vedere con la politica, ma che anzi la screditano agli occhi della gente. Ed è proprio per l’ amore della politica (quella vera) che risolve i problemi della gente che dovete unire al nostro un grande grido di disapprovazione. Fate sentire la vostra voce e fatelo con grande fermezza. Abbassare sempre e comunque la testa, non può che contribuire alla rovina del nostro paese. MARIO CICORIO

Un bidone di bilancio – anno secondo

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ono stati depositati gli atti del bilancio consuntivo del Comune di Carovigno relativo all’ anno 2005. Se la gestione finanziaria si chiude con il pareggio dei conti, ciò avviene grazie all’ equilibrio del Responsabile del servizio finanziario. Ma è un bilancio consuntivo fortemente negativo sia dal punto di vista politico che dal punto di vista strettamente finanziario. La situazione politica a circa due terzi del mandato popolare è, a dir poco, critica: il vice sindaco Peciccia si dimette; con lui si dimettono l’ Ass. De Simone, l’ Ass. Brandi, il presidente del Consiglio. Nel contempo rientrano nella maggioranza altri personaggi fuoriusciti per lungo tempo, o, addirittura eletti all’ opposizione. Tutto ciò per accordi personali e contro ogni logica amministrativa e finalizzata al bene dei cittadini. Dopo tre anni di amministrazione Carovigno è chiamata, oggi, più che nei tre anni precedenti, a pagare un prezzo altissimo del malgoverno del sindaco Zizza e della sua maggioranza. I debiti fuori bilancio sono diventati una consuetudine: perché ci sono 30.000 euro di cordoni non pagati? Perché non erano stati programmati e, poi, all’ improvviso, in clima elettorale si sente l’ esigenza di rinnovare i cordoni? Perché ci sono 100.000 euro di debito nei confronti della ditta De Sarlo per punti luce non pagati? Neanche questi erano stati programmati, e anche questi sono stati considerati necessari in clima elettorale, ricorrendo ai debiti fuori bilancio. Continuiamo a perdere cause: il Comune è stato condannato nell’ anno 2005 a pagare 180.000 euro per una causa e 120.000 euro per un’ altra causa; eppure paghiamo 30.000 euro al legale del-

to 180.000 euro e per l’ anno 2006 il Comune verserà per lo stesso servizio 236.000 euro. Il servizio scuolabus per cui nel 2004 abbiamo speso 120.000 euro, con la Multiservizi nel 2005 è costato 275.000 euro, e per il 2006 il Comune verserà per lo stesso servizio 357.000 euro. Per il servizio refezione scolastica che nel 2004 è costato 162.000, il Comune verserà alla Multiservizi per l’ anno 2006 349.440 euro. Questi sono solo alcuni esempi per comprendere se è conveniente per il Comune che i servizi vengano gestiti dalla Multiservizi, e se possiamo pensare di mantenere ancora in vita una struttura per la cui esistenza il Comune concorre con costi dei servizi enormemente maggiori rispetto a prima, addirittura raddoppiati. È facile dedurre che il Comune di Carovigno è nelle mani di persone, a dir poco, incompetenti. La gestione che ne viene è chiaramente clientelare, fortemente fallimentare, dolorosamente contro gli interessi della nostra comunità costretta a pagare il prezzo di tanto malcostume. ROSETTA FUSCO CAPOGRUPPO DS ALLA PROVINCIA

Laboratorio confezioni l’ Ente, nomina che, a questo punto, sarebbe più giusto riconsiderare. Continuiamo a svenare il bilancio comunale per mantenere in vita la Multiservizi. La caratteristica che deve avere una Multiservizi è quella di garantire il giusto rapporto costo-benefici. Così non è per la Carbinia S.p.A. La società costituita dal Comune di Carovigno

che detiene il 51%, e Italia lavoro S.p.A. che è titolare del 49% del capitale, fornisce servizi il cui costo ognuno di noi deve analizzare per cogliere, appunto, il rapporto costo/benefici. Il servizio manutenzione e pulizia immobili comunali, per il quale nel 2004 abbiamo speso 140.000 euro, è iniziato con la Multiservizi nel mese di febbraio e fino a dicembre 2005 è costa-

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Pratiche Automobilistiche e Amministrative

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I “Photored” ai semafori di Carovigno non sono a norma. I cittadini che hanno pagato le multe andrebbero risarciti.

cumprà?” Il triste ritornello degli extracomunitari nel disperato tentativo di guadagnare la pagnotta. Esiste un luogo privilegiato per questa frase ossessionante: i semafori. L’ automobilista è impotente: mani sullo sterzo, occhi alla colonnina semaforica ad invocare il verde. Ma le orecchie non possono non sentire il lacerante lamento di chi cerca di incassare pochi centesimi propinando la merce più disparata. Oppure a imbrattare il parabrezza con improbabili strumenti lavavetri. Una scena comune in tutta Italia. Ad eccezione di Carovigno. Dove i semafori sono tristemente famosi per altre situazioni. Qui a far incetta di incassi ci sono gli Amministratori che si fanno rappresentare da colonnine acchiappamulte. Ossia i famigerati “ Photored” , sbarcati non da continenti lontani ma da zone industriali vicine, arrivati non per cercare un diritto altrove negato, ma per negare qui un diritto sancito. Per questo non è regolare il loro permesso di soggiorno sui marciapiedi di un paese che fa parte di una nazione civile. Semplicemente perché, in uno stato di diritto, l’ infrazione va dimostrata. E, soprattutto, va rilevata nel rispetto della norma. I“ Photored” installati a Carovigno non sono a norma. Non siamo noi a dirlo. Lo dicono a chiari lettere le sentenze del Giudice di Pace. Perché i cittadini multati che si sono rivolti alla magistratura hanno avuto pienamente ragione e il Comune di Carovigno chiaramente torto. Non vogliamo tediare i lettori, ma vanno riportati alcuni stralci delle motivazioni. Uno: “ (… ) la strumentazione adoperata in occasione della presunta infrazione, e precisamente Photored F17A, prodotto dalla Italtraff, è privo della attestazione della periodica verifica atta ad accertare la regolare taratura della strumentazione adoperata, come si evince dalla documentazione in atti. Mancando la prova della funzionalità dell’apparecchio, data dalla necessaria taratura, non si può considerare attendibile il fotogramma prodotto (…). Due: “ (… ) per la documentazione fotografica devono essere scattati due fotogrammi di cui uno all’ atto del superamento della linea d’ arresto e l’ altro quando il veicolo in infrazione si trova circa al centro della intersezione controllata. Le due foto devono riportare i tempi di attraversamento dell’intersezione differenti tra i due scatti (…)”. Tre: (… ) Non vi è alcuna indicazione del tempo di entrata in funzione dopo l’inizio del segnale rosso (…). Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui dato che la sostanza è

latrice? Il multato non può avere quelle foto in mano se non va all’ Ufficio dei Vigili Urbani a ritirarle (e se abita a Canicattì?); ma quali e quante altre mani e quali e quanti altri occhi hanno facoltà di interagire con quelle foto? Sul verbale è riportato solo il “ responsabile del procedimento” : fa tutto e solo lui?...

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ampiamente dimostrata. E possiamo dire che in difetto non sono i cittadini multati ma l’ Amministrazione Comunale che li ha multati attraverso un sistema non a norma. Vengono così, purtroppo, confermati i dubbi manifestati nel nostro articolo Quei semafori rossi di vergogna pubblicato sul numero di luglio 2005 di “ Francamente” . Ma il discorso non finisce qui. Chi ha prodotto ricorso alla Magistratura si è visto annullare la multa e la decurtazione dei sei punti dalla patente. Perché l’ infrazione era stata rilevata da un sistema ritenuto non affidabile e quindi non in grado di accertarla. Come dire: potrebbe anche darsi che ha preso la multa pure chi è passato con il giallo, magari facendo scattare il sistema con le ruote posteriori, proprio perché non è alcuna indicazione del tempo di entrata in funzione dopo l’ inizio del segnale rosso, oppure l’ apparecchio era sfasato data la mancanza di taratura. E ancora: perché i due scatti portato lo stesso tempo? Il multato guida una macchina diabolica capace di trovarsi in due posti diversi allo stesso istante, oppure uno dei due tempi è aleatorio e quindi non in grado di documentare l’ infrazione? Quindi, chi ha prodotto ricorso alla Magistratura si è visto annullare la multa e la decurtazione dei sei punti dalla patente. E chi, in buona fede, ha pagato la multa e si trova con i punti decurtati? I “ Photored” sono gli stessi. Non a norma e quindi non affidabili. Ovvia la conclusione: questi cittadini vanno risarciti. E’ dovere morale dell’ Amministrazione. Ma la questione è ancora più complessa. E sorgono altri dubbi se appena riflettiamo sulla questione. Esiste o non esiste un progetto di installazione del sistema supportato da uno studio della geografia dell’ incrocio? E va sottolineata la particolarità degli incroci su cui sono montati i “ Photored” , che presentano canalizzazioni viarie complesse, anche con innesti di accessi privati. Ed ancora: da chi viene eseguita l’ elaborazione fotografica dell’ infrazione? Esistono garanzie sulla non manomissione degli scatti, dato che l’ “ occhio” del “ Photored è posizionato ad altezza d’ uomo? C’ è, poi, un altro aspetto inquietante. In che modo viene tutelato il diritto alla privacy? Al cittadino multato, ossia al diretto interessato, non vengono inviate le foto dell’ infrazione per rispetto della privacy. Come dire: Per tutelate la “ tua” privacy non vengono inviate “ a te” le foto della “ tua” macchina. Una bella garanzia, non c’ è che dire. Ma, poi, nulla è dato sapere, a quel cittadino, delle misure adottate per tutelare quella privacy nel corso dello svolgimento delle operazioni che portano alla emanazione del verbale di multa. Chi tratta le foto? I Vigili Urbani, o i tecnici della Ditta instal-

Carovigno «un anno dopo» redo, "francamente" che, a distanza di un anno, questo giornale si sia conquistato uno spazio importante nella realtà della nostra Carovigno e sono convinto che a decretarne il successo siano state la sobrietà e la pacatezza nell' impostazione dell' informazione, la capacità di rimanere sulle analisi di principio senza mai trascendere in dissertazioni sulle persone, rischio sempre presente in fogli a diffusione locale, la determinazione ad aprirsi all' esterno. Nessuno si illude di affidare ad un foglio a diffusione locale le aspettative di crescita e cambiamento di una collettività, ma la sempre più crescente domanda di interventi rivolta a questo giornale, al quale faccio i miei personali auguri, può essere sicuramente interpretata come esi-

Via Duca degli Abruzzi, 39 CAROVIGNO - Tel./Fax 0831.994028

genza e bisogno di partecipazione. Fatta questa premessa, voglio fare qualche semplice considerazione su un anno di politica a Carovigno, rapportandola ai relativi accadimenti. • Continuano i salti delle quaglie, i riposizionamenti del personale politico che, lungi dall' essere segnali di discontinuità, rivelano chiaramente la loro natura di strumenti necessari all' appagamento delle mai sopite aspettative personali; • la stessa attesa di sviluppo, che viene puntualmente descritto ogni anno come alle porte, di fatto, cozza contro l' immutabilità della condizione generale della città; • le continue sollecitazioni delle associazioni, del mondo della cultura, del personale docen-

te, della gente comune, come sempre, non ricevono alcun riscontro dalla politica; • qualcuno, dalle pagine di questo giornale, continua a sognare una città diversa, a teorizzare il dialogo come strumento di crescita anche culturale di un popolo, ma, pare non interessi a nessuno; • l' amministrazione comunale continua tra alti e bassi, licenziamenti e reingaggi, ad andare avanti; • l' opposizione, a corto di carburante, continua, stancamente, a fare il suo lavoro in consiglio, assistendo impotente al trascinarsi degli eventi. Qualcosa, comunque, è successo nella nostra città. Le elezioni politiche del 9 e 10 aprile scorso, e quelle referendarie del 25 e 26 di giugno, oltre

a decretare la sconfitta del berlusconismo, hanno segnato, a Carovigno, una sostanziale avanzata delle forze del centro sinistra ma hanno consentito, anche, al capo dell' UDC brindisina, Cosimo Mele, la conquista di un seggio nel parlamento italiano, fatto rilevante al punto da far dire a qualcuno che, con questa vittoria, è ormai lui che governa Carovigno, è lui che prende tutte le decisioni, è lui che suggerisce gli indirizzi e le scelte all' Amministrazione. Personalmente, come soggetto che trova nell' agire quotidiano le ragioni di una scelta convintamente democratica, lascio ad altri le esternazioni sulle monarchie assolutistiche e ribadisco la mia personale convinzione che Carovigno ha bisogno di dialogo perché sono fermamente convinto che le chiusure e i modi della politica, infettando il nostro fragile tessuto sociale, hanno causato solamente danni, forse irreparabili, alla crescita armonica della nostra città. PINUCCIO CALÒ

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Gruppo Sbandieratori Città di Carovigno

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Esibizione del Gruppo alla Manifestazione internazionale di Melilla, città della legione Spagnola in Marocco Altro appuntamento internazionale per gli Sbandieratori Città di Carovigno “Rione Castello” alla Festa Internazionale medioevale tenutasi in Marocco, a Melilla Città della legione Spagnola. Premiata la bravura con la futura partecipazione al grande corteo storico che si terrà sulla costa Azzurra, a Nizza fra il 3 ed il 7 agosto 2006.

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ccezionale partecipazione del Gruppo Sbandieratori Città di Carovigno “ Rione Castello” alla manifestazione internazionale del “ Mercato Medioevale” di Melilla, città della legione Spagnola in Marocco, fra il 29 giugno ed il 4 luglio 2006. Una cornice suggestiva ed entusiasmante quella della città arabo-spagnola dove si mescolano tumulti, passioni e giochi di un tempo che fù che non conosceva tregua ed evoluzione se non nel crogiolo delle suggestioni. La ricerca di quel “ Piacere antico” dello stare insieme senza competizione alcuna, se non quella del gioire insieme l’ uno accanto all’ altro, facendosi scudo con la gogliardia dei timori di un futuro incerto e tutto da scoprire. Una festa senza confini fra pubblico e rievocazione, ma un continuo gioco di sguardi, gesti ed emozioni che pone interrogativi e suggestioni. Il gruppo si è esibito insieme ad altri artisti di animazione provenienti da tutta Europa. I giocolieri di Pamplona, i saltimbanchi di Madrid, i cortigiani di Malaga, i celebri danzatori del fuoco di Feves e tanti altri. Coinvolgente e strepitosa l’ esibizione dei nostri ragazzi che fra squilli di chiarine, rulli di tamburi ed ammirabili movenze ed acrobazie hanno dato un tocco di magico e fiabesco. Il nostro gruppo ha saputo colpire nel segno, offrendo uno spettacolo al pubblico unico ed entusiasmante. Una occasione importante che ha permesso al gruppo di accedere a numerosissime proposte future, difatti il gruppo rappresenterà il folklore della nostra terra portando il nome di Carovigno anche alla Manifestazione internazionale di Nizza, sulla costa azzurra. Piena soddisfazione per i dirigenti ed i soci per avere ancora una volta portato il nome di Carovigno in un altro continente, sempre con quel tocco di popolarità, amicizia e fratellanza tipica della nostra terra. IL PRESIDENTE FRANCESCO CARPARELLI

NEL RICORDO DI “MIMINO DELLA CAMERA DEL LAVORO” Il 9 aprile scorso è successo qualcosa che, per quanto brutta sia, non pensi mai ti possa colpire personalmente o meglio pensi che debba accadere il più tardi possibile: la morte di papà. Molte persone a Carovigno si sono fatte tante domande: “ Ma come è successo?” , “ Ma da quanto tempo?” Domande alle quali non puoi trovare una risposta, perché non esiste. Un giorno stai bene e pensi al tuo domani. E allora ti chiedi: “ Perché proprio a lui, perché a papà, colui che ha sempre dato se stesso per tutti, colui che si è sempre prodigato per il bene della famiglia?” Sono troppi i quesiti ai quali non si riesce a rispondere e allora bisogna solo pensare che la vita continua e che questo è solo uno dei tanti ostacoli ai quali ci mette di fronte. Papà era una persona buona, comprensiva e sempre pronta a risolvere i problemi di noi figli, ma è inutile descriverlo in quattro righe, sarebbe qualcosa di molto restrittivo e non è giusto. Abbiamo voluto scrivere questa lettera per ringraziare tutta quella gente che in quel giorno così triste ha pianto la sua scomparsa, ed era davvero tanta; vorremmo ringraziare chi lo ha nominato in piazza per porgergli l’ ultimo saluto e vorremmo ringraziare il suo compagno e amico, così come lo ha definito lui, Rocco Semeraro, il quale gli è stato vicino anche durante la sua malattia. Ricordo che veniva a casa e rimaneva lì, quasi impassibile davanti a quella veduta così atroce: il suo amico che, giorno per giorno, anzi minuto per minuto, ci stava abbandonando, lasciandoci quel vuoto, impossibile da colmare. Sperando che le nostre parole siano servite a trasmettere tutto l’ affetto che proviamo per voi, vi porgiamo un grosso simbolico abbraccio. Grazie di cuore a tutti. LA MOGLIE E I FIGLI

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ari concittadini, la settimana scorsa sono stata in un posto meraviglioso. Ho fatto una lunga passeggiata tra tipi di piante sconosciute, mi sono fatta coccolare dal primo caldo sole di giugno su una spiaggia formata da conchiglie e ho ammirato un mare cristallino dove l’ acqua salata incontra quella dolce. Sono stata a Torre Guaceto, la nostra riserva naturale, della quale fa parte anche Punta Penna Grossa, che anche voi amate frequentare durante la stagione del sol leone. Ma la conoscete davvero Torre Guaceto???!!! O la maggior parte di voi pensa che sia un luogo inutile da visitare tanto cosa c’ è da vedere se non due misere piante o una vecchia torre; tanto ammirate sempre quella di S.Sabina durante le passeggiate serali… !!! Cari miei non sapete quanto vi sbagliate… Ne sono rimasta folgorata… Sarà perché fantastico sulle storie mitologiche che si associano alla bellezza delle piante o forse perché mi sorprendo della serenità che quel posto trasmette, di quanto la natura sia totalmente incontaminata. Le guide turistiche della cooperativa Thalassia hanno molta cura nell’ illustrare (e nell’ avere pazienza con ciurme di ragazzini) le varie parti di cui si compone la riserva. Prima di tutto, vi ricordo che ci sono 1100 ha di terra e 2200 ha di mare con ben 7 km di costa; una parte di questa costa non è predisposta alla balneazione perché si vogliono e devono tutelare le specie vegetali ed animali presenti. Ma a partire dal mese di giugno è possibile, grazie al sea watching, fare una sorprendente e avvincente incursione marina della durata circa di un’ ora con maschere e pinne, prima della quale le guide parleranno delle varietà di pesci e delle varietà di piante che potrete ammirare, compresa la Posidonia e il coralligeno. La cosiddetta zona B è quella balneabile; infatti si può accedere liberamente alle calette e alle spiagge (per gli appassionati di cinema, la spiaggia più bella che si intravede dalla macchia, ha fatto da sfondo ad una scena del film “ la Terra” di S. Rubini) che ti fanno sembrare in un mondo perfetto, lontano dalla vista delle macchine parcheggiate ad abbronzarsi sulle dune, o dalla sporcizia che fino ad i primi di giugno campeggia sulle spiagge carovignesi! La pulizia è dovuta al lavoro di coloro che si occupano della riserva. All’ entrata è possibile ammirare un leccio, considerata pianta maledetta perché l’ unica a fornire il legno per costruire la croce di Cristo. Poi ci si immette nella zona retro-dunale: ci sono piante come l’ Asfodelo che per superstizione e per divertimento le guide consigliano di non toccare perché, dato che adornavano nell’ antichità i cimiteri dei Greci e emanavano un cattivissimo odore, i Romani pensavano che sotto di esse si seppellissero i morti.

“Erano i giorni migliori, erano i giorni peggiori, era un’ epoca di saggezza, era un’ epoca di follia, era tempo di fede, era tempo di incredulità, era una stagione di luce, era una stagione buia, era la primavera della speranza, era l’ inverno della disperazione ogni futuro era di fronte a noi, e futuro non avevamo, diretti verso il paradiso, eravamo incamminati verso la direzione opposta” . C. Dickens OGNI FUTURO ERA DI FRONTE A NOI E FUTURO NON AVEVAMO… Effettivamente noi carovignesi non abbiamo molto futuro; seppure esso si trovi davanti ai nostri occhi. Siamo troppo ingenui o troppo furbi per non riuscire ad afferrarlo. Il problema di fondo è che ognuno si preoccupa di un futuro migliore per sé, di un domani pieno di fortuna, di successo, di denaro.

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È fantastico perdersi a contare le radici del Ginepro Coccolone chiamato così perché costituito da coccole, cioè bacche e anche perché appare piegato, come se stesse riposando o se offrisse il ristoro; si racconta che molti clandestini trovassero un primo rifugio sotto le sue fronde. Scendendo nella macchia mediterranea troviamo la pianta dell’ amore, il Mirto, denominata così perché i Greci erano soliti adornare il capo delle loro spose con le foglie della pianta, le quali emanano un profumo intenso; o ancora la pianta del Lentisco circondata da una vastità di leggende… La Torre regna da più di cinquecento anni costruita dagli Aragonesi, fatta di fango ed acqua dolce. Sapete che Guaceto deriva dal turco GAWSIT denominata così dai turchi cioè “ luogo dell’ acqua dolce” ?!? Importante è anche la zona paludosa, serena, tranquilla, molto assolata dove se si è fortunati si possono vedere gli aironi.

Credo sia un piccolo paradiso che non valorizziamo poi tanto… Bisognerebbe trascorrere anche solo poche ore lì per scrollarsi di dosso l’ ansia, la fretta, la paura del domani e abbandonarsi a quei rumori (la natura, il vento, il mare), perdersi nei silenzi e nella tranquillità che non riusciamo a trovare più. Ci perdiamo nei discorsi, ci perdiamo nelle banalità e non riusciamo più a distinguere le cose che ci provocano davvero emozioni forti, che ci danno felicità. Nell’ estate sono in programma anche escursioni notturne con musica dal vivo e degustazione di specialità eno-gastronomiche; oppure campi natura dedicati ai più piccoli dai 3 ai 5 giorni o ancora ciclotrekking ovvero passeggiate in bicicletta per chi ama visitare la Riserva in modo un po’ più avventuroso … . Se cercate semplicità, bellezza e divertimento andate a torre Guaceto! Un grazie a Daniela e Vito per la bellissima esperienza. MARIA ANTONIETTA GRECO

“Erano i giorni migliori” È giusto. È normale. È la corsa velocissima della vita che ci porta ad essere egoisti, “ arraffoni” se mi permettete, siamo scaltri, istintivi. Siamo “ impiccioni” e questo interessarci con passione alla vita degli altri ci porta anche ad essere generosi, buoni; ma, a parte gli affetti sinceri; il più delle volte tendiamo la mano destra per dare e utilizziamo la sinistra per riprendere anche più di ciò che abbiamo dato. Gli avvenimenti degli ultimi giorni, gli scossoni e i cambiamenti che hanno colpito il consiglio comunale, all’ apparenza interessano tutti; ma in realtà no. Perché? Perché possiamo vederlo anche nella nostra nazione ciò che i favoritismi e le promesse, sempre accompagnate da un sano tornaconto personale, stanno facendo: da calciopoli alla sanità, dai palazzi di giustizia agli spettacoli televisi, all’ università. È il mondo che ruota intorno ai potenti e a chi potente vuole diventare.

E chi non è d’ accordo con questo vivere poco onesto, se ne sta nel suo angolino di mondo, in compagnia dei suoi ideali: nell’ amara rassegnazione che quasi solo non riuscirà ad invertire questi processi. È anche inutile giudicare il comportamento oramai radicato nella società: non possiamo stupirci più di nulla… Tutto ciò che voglio dirvi è: interessatevi del vostro paese, non siate indifferenti, non inseguite solo chi può aiutarvi. E come quando togli la vernice da un mobile vecchio: raschi la superficie e sotto appare il legno, col suo colore vivo, vero. Raschiatevi di dosso questo senso di non appartenenza, partecipate, parlate di quello che non va (anche attraverso questo giornale), siate uniti nel progresso… affinché anche noi possiamo vivere in un tempo di speranza e incamminarci verso un paradiso in cui si riesca a sentire forte il battito del buon cuore dei carovignesi. MARIA ANTONIETTA GRECO

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Amministratore unico Salvatore GRECO C.so Umberto I, 101 - CAROVIGNO Tel. uff. 0831.990924 - 368.7168364

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LE DONNE IN VIAGGIO TRA I PALAZZI “MONTECITORIO” E “MADAMA”

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è concluso con un indimenticabile viaggio a Roma l’ 8 e il 9 giugno tra i suggestivi palazzi della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica il “ corso di formazione politica per donne” promosso e fortemente voluto dalla commissione “ Pari opportunità” della Provincia di Brindisi che vede come suo Presidente la nostra consigliere prov. le Rosetta Fusco. Il corso che ha visto la partecipazione di 150 donne provenienti dalle diverse località della provincia si è tenuto a Brindisi nel salone della Provincia ogni sabato da gennaio fino a fine maggio e si è concluso nella più rosea delle aspettative; da partecipante allo stesso oserei dire che questa iniziativa, se ripetuta nelle diverse realtà locali, potrà rappresentare la sorgente alla quale potranno attingere tutte quelle donne che, seppur non coinvolte direttamente nella vita dei partiti, sentono

forte il senso e l’ importanza della “ politeia” (trad. dal greco) ovvero dell’ essere cittadini e di voler partecipare direttamente alla vita dello Stato e dunque alla propria crescita umana-economica e sociale. Lo scopo del corso era quello di riflettere e soprattutto di dare un’ opportunità in più alle donne, appunto, per avvicinarsi ad un mondo (quello della politica) senza alcun intento femminista ma bensì con quello più alto, ovvero, di rendere più compiute le istituzioni democratiche. Ed esso ci è riuscito a pieno sotto due diversi profili: quello della conoscenza (della formazione, appunto) e quello dell’ interazione, io direi, proprio tra noi donne. Le tematiche e gli argomenti affrontati sono stati questi: Il trattato di Maastricht e il suo superamento (Pres. Prov. Errico); la problematica della sottorappresentanza delle donne nelle assemblee elettive e la politica della differenza di genere (prof.sse A. Forcina e A. Merico); le funzioni del Comune in materia di sviluppo economico-terr.ambiente- servizi (prof. Mevoli); le problematiche nelle autonomie locali (prof. Liberati); il comune ed il decentramento amm.vo (Sindaco Brin. Mennitti); la provincia (Avv. Capone); la regione e i suoi organi (Dr. Pepe); lo Stato, le sue funzioni e quelle del Parlamento (Avv. Bruno); i partiti politici e la loro storia (prof. Fistetti); il partito, strumento democr. di partecipazione alla politica (prof. Vacca); il mercato del lavoro (prof. Boccia); il Welfare (Sen. Stanisci); gli organismi internazionali (prof. Cafaro); la riforma dei sistemi elettorali (Sen. Procacci); tecniche per tenere un discorso in pubblico (prof. Spedicato). Evidenti la qualità, il livello del corso e dei suoi relatori. Ma quel che mi preme e che mi esalta dire è che lo scopo pratico mi pare già raggiunto ma da consolidare: al timido susseguirsi dei primi incontri la competenza, la buona capacità organizzativa e soprattutto la personalità di Donne come la Fusco (Pres.) e la Carrozzo (Vice Pres.) hanno di sicuro contribuito a dar voce a tutte noi innescando un meccanismo, quello della rete, che potrà dare col tempo i suoi buoni frutti.

Mi rimane in mente una frase della prof.ssa Merico: “ la politica” per noi donne inizia già quando ne cominciamo a parlare e a discutere tra noi perché è qui che si prende la consapevolezza della nostra identità e del ruolo che noi abbiamo sia nella famiglia che nella società” . In tempi come i nostri dove la politica non si è vista più al servizio del cittadino ma più che altro sottoposta alle logiche delle lobby economiche penso che sia doveroso per noi donne dare un contributo reale alla formazione di una società e di una nuova politica che riporti in primo piano i valori alti della uguaglianza, della solidarietà e del progresso sociale ed economico di noi tutti così come i nostri nonni, encomiabilmente, ce li hanno riconosciuti e garantiti nella Costituzione. C’ è stato un uomo nel nostro paese, del quale noi donne di Carovigno dobbiamo essere fiere e che per primo ben 150 anni fa in Parlamento e in Europa lottava per il riconoscimento alle donne di tutti i diritti civili e politici: il diritto di voto, il diritto all’ istruzione, il diritto al lavoro ed il diritto ad essere agevolate dallo Stato nella creazione di strutture (come gli asili) attraverso le quali rende-

re liberi e forti madri e figli e dunque il piccolo Stato qual’ è la famiglia. Questo uomo era Salvatore Morelli… Ed a tal proposito nulla potrebbe meglio spiegare l’ importanza del corso come piccola ma significativa chiave per aprire la porta della politica alle donne, se non con le parole del genio umano di Morelli. Sosteneva egli in uno dei suoi tanti scritti e proposte al Parlamento nel 1874: “ Una volta che coi plebisciti e con le leggi avete sciolto il vecchio potere sociale, nelle cui mani la donna fù compressiva (compressa) per tenere coll’ ignoranza in stato di manomorta la società umana, il Parlamento Italiano ha l’ obbligo di organizzare il nuovo potere facendo della donna, con la scienza e la libertà, la forza illuminatrice ed attiva che prepara nel seno della famiglia, mercè l’ istruzione e il lavoro, la moralità e il benessere economico, dei quali emerge durevole e senza scosse il vero progresso sociale e politico della Nazione” . Non vi pare che queste parole calzino a pennello a tutt’ oggi? A noi la parola, dunque,… ed il contributo. PRIMAROSA SAPONARO

UNA LEGGE DI CIVILTA’

Approvato il piano coste regionale: basta con le speculazioni edilizie sfrontate La legge appena approvata dal Consiglio regionale che disciplina “ La tutela e l’ uso delle coste” si inscrive a pieno titolo in un quadro di provvedimenti legislativi adottati o perseguiti dal centrosinistra pugliese ispirati a criteri di civiltà. Nella fattispecie, gli articoli che ne strutturano l’ ossatura centrano tre nodi problematici, affrontati e risolti con esemplare efficacia: il tema dell’ ambiente, quello della cittadinanza attiva e quello dell’ impresa. Innanzitutto si determina una soluzione di continuità con il passato, remoto e recente, il quale è stato caratterizzato da speculazioni edilizie sfrontate e protette o dallo status quo anarcoide o da amministratori inetti o più spesso conniventi. Le norme stabiliscono infatti criteri di disciplina e salvaguardia dei litorali regionali; ne indicano lo stato in cui versano, le strutture e le infrastrutture presenti, le misure del loro utilizzo, individuando i rischi geologici e le varie criticità, cadenzando i programmi a

breve, medio e lungo termine. In questo modo il Piano regionale delle coste diventa, da momento legislativo, un’ occasione di sintesi e di indirizzo per l’ elaborazione organica dei succedanei Piani Comunali delle coste, tale da consentire lo sviluppo concertato e quindi armonico dei programmi ambientali locali. Ciò spingerà l’ Amministratore a tenere nel dovuto conto una sorta di comune sentire civico, adoperandosi per contribuire a formare una coscienza ambientale collettiva, quasi una piattaforma culturale per i moderni diritti di cittadinanza. Inoltre il cittadino, fin qui derelitto e bistrattato utente, assume su di sé nuovi e pregnanti diritti-doveri, che vanno in direzione sia della possibilità di usufruire compiutamente dei beni ambientali del proprio territorio, sia in quella di rispettarne e migliorarne le condizioni. Per finire, la legge fornisce la sospirata regolamentazione al mercato delle concessioni dei beni demaniali, ad oggi una Suburra sconsiderata; accoglie le istanze dei concessionari virtuosi i quali, pur decadendo rispetto alle vecchie autorizzazioni, mantengono una sorta di diritto di prelazione per le nuove domande in sede di riesame; muove i concessionari ad adeguarsi alle normative; ribalta il punto di vista delle direttive degli enti locali, ponendo comunque il cittadino al centro del discor-

so politico-amministrativo, valutando finanche “ l’ impatto ambientale” prima del rilascio dell’ autorizzazione o se “ il soggetto sia persona proba” . Il dato che segna la svolta rispetto alle politiche del passato, tutte caratterizzate da una selvaggia deregulation, dall’ arrembaggio ai forzieri della nostra immaginifica natura, è l’ attenzione felicemente ossessiva posta nei confronti delle donne e degli uomini delle nostre terre: tutelare il demanio pubblico vuol dire salvaguardare la qualità della vita di ciascuno di noi e quindi la nostra profonda identità; avere a cuore il territorio significa creare le condizioni indispensabili perché le generazioni future partano dalle migliori premesse. VINCENZO MONTANARO CONSIGLIERE REGIONALE D.S.

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PERSONE E PERSONALITÀ DELLA CULTURA CAROVIGNESE La nostra rubrica nasce dalla necessità di voler conservare e trasmettere i nomi e le gesta di coloro che hanno tracciato con la loro esistenza terrena segni indelebili che meritano di essere immortalati per salvaguardare la nostra memoria storica. Del nostro paese e della società tutta. Il nostro intento non è tanto ambizioso, infatti noi non potremmo rendere con questi brevi articoli giustizia al merito di chi ci ha pre-

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ceduto, ma, vogliamo semplicemente trasmettere il loro ricordo storico alle nuove generazioni per favorire la trasmissione di quei valori ineluttabili che sono a fondamento di tutte le civiltà e origine di sviluppo. Se tutti noi carovignesi tornassimo a ricercare e concimare le nostre radici, l’ antichissima terra fruttifera potrebbe portare nuovi e preziosi frutti a beneficio dell’ intera collettività.

Questa sarà una raccolta che presenterà uomini e donne che hanno contribuito alla crescita umana-morale-sociale economica e non da ultima folkloristica del nostro paese. Essi hanno tenuto alto nel tempo il nome di Carovigno, tanto quanto lo è il volo delle nostre bandiere variopinte. Nella loro presentazione non sarà rispettato un ordine cronologico né tanto meno questa avverrà per ordine di importanza… A voi tutti, da parte nostra, buona lettura. MICHELA LOTTI - PRIMAROSA SAPONARO

SALVATORE MORELLI: uomo povero, ma onesto

alvatore Morelli nacque a Carovigno il 1° maggio 1824, in un contesto storico caratterizzato da un clima di misticismo incerto fra Restaurazione e Costituzione. In questo periodo venivano perseguitati dalla polizia borbonica i liberali facenti parte di sette segrete. Morelli ebbe come insegnante don Felice Sacchi, a quel tempo, arciprete di Carovigno e proseguì gli studi nel Seminario di Brindisi per completarli poi all’ Università di Napoli nella facoltà di legge. La sua esistenza fu caratterizzata da molteplici attività che possono essere distinte in quattro periodi: 1) La formazione giovanile; 2) La lunga carcerazione e la maturazione delle idee espresse poi nel libro “ La donna e la scienza” ; 3) L’ attiva partecipazione al movimento democratico repubblicano e la radicale opposizione ai governi liberali moderati tra il 1860 ed il 1867; 4) L’ attività parlamentare dal 1867 alla morte. Nelle varie fasi della sua vita hanno assunto un valore predominante le figure femminili che egli ha avuto modo di incontrare, le quali hanno determinato in lui, grazie alla sua sensibilità d’ animo, la sua speculazione filosofica e le sue scelte etico-morali e politiche. Egli stesso racconta che fu la perdita della madre ad indurlo a meditare sull’ importanza della donna, ed è alla signora Giovanna Greco De Angelis che lui ha dedicato, nel settembre del 1859, la sua opera “ La donna e la scienza” . Molto è stato scritto su Morelli, ma io ritengo che sia giusto conoscerlo attraverso i suoi stessi scritti, infatti, solo l’ attenta lettura di essi si può intuire la grande motivazione e la vivace esigenza di rinnovamento che lo hanno visto sempre impegnato nella sua attività politica. Dal libro “ La donna e la scienza” : la donna e la scienza sono due cardini fondamentali del verace immegliamento umano. La donna deve educarsi con la scienza, e la scienza deve attingere non dai libri, che si aggirano per lo più in ipotesi filosofali, sebbene dalla sistematica riflessione sull’ essere delle cose. … combattiamo dunque l’ errore sistematico dell’ astrattezza che rende impopolare la scienza, combattiamo la mala assuetudine di attingere la verità dai pozzi di Democrito per nasconderle nelle nubi, senza intendere con ciò di voler disprezzare i filosofi o di non tenerne conto. Anzi, noi essi invochiamo come grande forza, come spiriti magni, che esercitar possono una salutare influenza sull’ universale… ” “ Far l’ uomo non importa solo concepirlo nella mente, formarlo nel seno; ma sebbene l’ importa perfezionarlo in modo da poter servire al fine cui venne preordinato. Or la perfezione essendo riposta nei mezzi educativi, questi in un’ emplicita maniera debbono necessariamente possedersi dalla madre, perché compia e perfezioni l’ opera sua” . “ … ..onde possa la donna crear l’ uomo, educarlo e muoverlo da che nasce, sino a che muore, è d’ uopo ch’ ella sia illuminata dalla

scienza a queste tre sublimi missioni” . La scienza qui citata dall’ autore non è da considerarsi come cattedratica e misteriosa ma, è quella di senso comune che si acquisisce attraverso la semplice osservazione e riflessione sui fenomeni della vita: l’ unica scuola dove si può apprendere questa scienza è quella materna. Da queste riflessioni emerge il grande interesse che il Morelli aveva nei riguardi dell’ educazione che egli identificava con l’ istruzione e, quindi con la scienza. L’ istruzione, a parer suo, doveva essere generalizzata, universale e libera; egli condusse non poche battaglie per affermare questi principi che a quei tempi venivano considerati utopie. “… .l’ unica via dunque che può condurci ad una completa rigenerazione morale, è la via della scienza, ma quale dovrà essere questa scienza? Non certo quella misteriosa, e dirò anche feudale, generata sotto le paure della tirannide, che cava la verità dagli abissi per lanciarle nel regno dell’ infinito, facendole patrimonio di pochi spiriti privilegiati. Questa è la scienza che dà morte all’ ingegno, è la scienza che ha impedito la popolarità del sapere, ed ha fecondato nella ignoranza lo spirito retrivo. Gli errori, le miserie, la corruzione e lo stesso dispotismo, voi lo sapete, o Fratelli, non rampollano che dall’ ignoranza… Or con una scienza esclusiva ed egoistica, come può ottenersi da ciascun membro sociale il concorso al bene, quando non si ha la coscienza di sé e ciascuno deve muoversi non per spontaneità intrinseca, ma per urto che gli viene dal di fuori? La scienza bene intesa dunque, che vuol rendersi edificatrice dello spirito collettivo, deve lasciare gli arbitri scolastici e tornare al sistema della natura, studiando l’ uomo nell’ uomo… La formula di un nuovo sistema scientifico dev’ essere popolana, dev’ essere universale, acciò la donna, il fanciullo, l’ uomo, il vecchio e tutte le classi possano percepire senza sforzi il vero di cui hanno uopo per l’ alimento dell’ intelletto” . “ … .un sistema politico che à in mira di rigenerare i popoli con l’ opera della scienza, non può e non deve negligentare l’ educazione intellettiva della donna; anzi riconoscendo in quest’ essere la potenza, che nel finito deve creare l’ uomo, deve educarlo, deve muoverlo, scorgendo nell’ orbita domestica ove è limitato apparentemente il suo impegno, il seminario dei popoli e delle nazioni, fa mestieri occuparsi principalmente di lei, come causa genetica del bene e del male, risalirne la persona a giuridica ugualità di diritto con l’ uomo, e dirigerla allo scopo di una radicale rigenerazione mercè la coltura dell’ intelligenza” . Dai suoi scritti si evince il clima repressivo socio-politico nel quale egli ha vissuto, che, come egli stesso afferma, non può essere origine di sviluppo e di crescita collettiva: solo la libertà fa spaziare la mente e permette lo sviluppo del pensiero divergente e quindi della creatività; questo privilegio non può e non deve essere ri-

servato solo a pochi eletti. Morelli è stato fautore e precursore di tutti gli sviluppi legislativi che hanno visto una graduale e lenta rivendicazione dei diritti femminili che ancora oggi in alcune situazioni e culture non vengono riconosciuti. Le sue posizioni politiche sono state sempre molto contrastate ma, nonostante questo, venne eletto il 18 giugno 1867 alla Camera dei Deputati mandato dalla Sinistra del Collegio di Sessa Aurunca. Ci fu grande stupore e sbigottimento per la sua elezione, ma “ gli elettori (così come sostenne l’ Estival), respingendo le calunnie dei nemici e le insidie dei falsi amici, respinsero l’ uomo del privilegio e gli preferirono l’ uomo della moralità, l’ uomo dei principi. Egli è povero, dissero i suoi nemici, quando si avvidero della propensione di questi bravi elettori. E noi vogliamo i poveri per deputati, perché i poveri sono onesti, risposero quegli uomini integri delle montagne. E s’ egli ha bisogno di scarpe, sorse a dire un calzolaio, io gliele manderò a Firenze” . MICHELA LOTTI Bibliografia di riferimento: La donna e la scienza (Salvatore Morelli) Emancipazione e democrazia nell’ Ottocento Europeo (Ginevra Conti Odorisio)

TERRANERA, di Giuseppe Convertini

Un inaspettato e travolgente spettacolo sotto forma di teatro sperimentale ci è stato regalato il 26, 27 e 28 di luglio dal regista-scenografo Giuseppe Convertini nel castello di Carovigno. Un lavoro, il suo, di forte introspezione psicologica-culturale e sociale della nostra terra, della nostra gente e di quel suo (forse) antico e medioevale costume mentale di rassegnarsi a quelli che poi chiamiamo “ eventi” nella realizzazione di quei sogni e di quelle aspirazioni a cui tutti tendiamo. In poche parole a quelle tante volte in cui ci sentiamo dire: “ Ma tu addò a tà scì?” Ma anche quando noi cominciamo a dire a noi stessi: “ Non ci sono riuscito per colpa della famiglia - della società! (me inclusa)” . Senza pensare, invece, che ad essere artefici del proprio destino siamo sempre noi stessi e che dobbiamo imparare a lottare per cambiare lo stato delle cose, se veramente le vogliamo. È solo così che non avverrà la morte della nostra giovinezza che simbolicamente ed egregiamente ci è stata rappresentata. Questa “ terranera” , che ci circonda e che abbiamo dentro, se vogliamo, la possiamo cambiare, migliorare, ma solo se la lavoriamo e le diamo quella linfa fertile che porterà i suoi buoni frutti. Questo è stato il succo di questo cantiere teatrale che tra l’ altro (cosa non da poco) ha visto catapultarsi per la prima volta sul palco una trentina di giovani alle prime armi desiderosi di dare a sé stessi e di voler trasmettere agli altri un briciolo di sé e di ciò che si vorrebbe dire. Un rinnovato sincero plauso a tutti voi!.. E soprattutto a Giuseppe Convertini che con l’ antica e nobile arte del teatro ha voluto dare un contributo alla rinascita della cultura e dell’ arte di questo paese… Sperando che sia il primo di una lunga serie… PRIMAROSA SAPONARO

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è tenuto a Carovigno domenica 30 di luglio 06 il 1° torneo federale dedicato a “ CRISTIAN CASULA” Campione d’ Italia 2004 nel gioco delle bandiera che ha donato il suo ultimo sorriso e la sua instancabile energia alla famiglia, all’ amato gruppo “ Sbandieratori Battitori Nzegna” di Carovigno ed alla comunità tutta il 26 luglio dello scorso anno. Dopo la celebrazione di una Santa Messa, tenutasi nella Chiesa Nuova alle 10:00 del mattino del 30 luglio in sua commemorazione, i gruppi degli sbandieratori partecipanti al trofeo hanno dato inizio ai giochi alle ore 20.00 in piazza dopo aver sfilato in corteo per le vie G. Matteotti e corso V. Emanuele. Dopo la commovente visione di un piccolo video filmato nel quale si è rivisto Cristian “ danzare” con la bandiera con lo stile e l’ eleganza che lo contraddistinguevano, si è arrivati alla presentazione dei gruppi. I 3 storici gruppi di sbandieratori e musici di Oria: “ rione Lama” i “ Federiciani” e “ San Domenico” . Poi gli sbandieratori di “ Bisignano” , l’ arrivo a sorpresa dei pluripremiati campioni della bandiera di “ San Giacomo” di Ferrara e in fine il gruppo sbandieratori “ Battitori Nzegna” di Carovigno. Un piccolo dispiacere per la mancanza degli altri 2 gruppi di sbandieratori di Carovigno: “ Lu Pizzuttinu” ed i “ Carvinati” . Il trofeo ha visto, indiscussi vincitori nella singola e nel gioco di coppia, gli sbandieratori di Ferrara mentre al 2 e 3 posto si sono piazzati rispettivamente per la singola: i Federiciani e San Domenico, per la coppia Lama e ancora i Federiciani. Quanto al nostro gruppo impeccabili, come loro solito, il portamento e l’ accoglienza data da padroni di casa, comprensibile l’ emozione e la commozione nell’ esercizio di gara. Caro Cristian, nelle pagine del giornale della Nzegna della Pasqua del 2005 ci hai lasciato un messaggio universale sui quei valori che per te più contavano, ovvero quello dell’ amore per le cose in cui si crede e quello della condivisione con gli altri nel segno dell’ amicizia. Tu scrivevi: “ Sbandieratore è solo colui che, oltre ad emozionare se stesso, offre la sua passione per la bandiera e la voglia di stare assieme a chi lo guarda!” La bandiera era per te: “ libertà, leggerezza, colore e tradizione” . Il tuo trofeo ha visto la tua gente racchiudere in un cerchio i tuoi amici che sventolavano e vibravano in aria quella bandiera, per noi simbolo di libertà, di unione e di innalzamento al cielo… La tua comunità ti sarà per sempre grata… CIAO CRISTIAN! sarai il vento che accarezzerà le nostre bandiere!... LA REDAZIONE Prendo spunto da una lettera (firmata) che un turista ha inviato al giornale “Il Quotidiano” e pubblicata venerd ì 07 luglio 2006. Purtroppo per problemi di spazio non è stato possibile riportarla ma La invito a leggerla. La cosa che mi ha colpito ma non meravigliato è che questo signore in 21 giorni di vacanze,ha percorso più volte a piedi il tratto lungo la spiaggia SpecchiollaTorre Guaceto e che lo stesso,a suo dire,non aveva mai visto tanta spazzatura accumulata a cielo aperto. Si potrebbe obiettare sarcasticamente e dire:bella scoperta,lo sanno tutti,politici (di maggioranza e di opposizione),f unzionari del comune (con specif iche responsabilità),cittadini (onesti o meno). E allora quale il problema? L’ importante è non calpestare l’ erba del proprio giardino. M a andiamo avanti. Al turista,che chiedeva le cause di tanto degrado gli veniva risposto che è colpa del mare che porta dalle proprie viscere lavatrici,gomme,sacchetti di spazzatura. Tralasciando altro,l’articolo terminava in questo modo:“Come singolo cittadino io vi scrivo questo mio disagio e aggiungo che non spenderò più un centesimo nella vostra regione”. Ora,signor f unzionario re-

A cura di Aldo Bellanova

sponsabile,che risposta darebbe a questo signore? Non si preoccupi,Lei ha un alibi perf etto:si sa, è colpa dei politici tutti che non attuano mirate politiche per l’ eliminazione del grave problema;è colpa della gente del tutto ineducata al rispetto della natura. M a lei che f a o che dovrebbe f are? Dove inizia e dove f inisce la sua responsabilità in materia di igiene pubblica? Per esempio Lei sa che quando piove a Carovigno quel ridicolo sistema delle griglie architettato da non so quale genio (tra l ’a l t ro ricoperte ora di cemento)inquinano le f alde acquif ere in modo spropositato e pericoloso per l’ igiene pubblica per l’ appunto? M a questo e tutt’ altra cosa. Ci sarebbe altro da dire,ma la domanda nasce spontanea:Quanti dei soldi dei contribuenticittadini il comune di Carovigno impiega per tenere pulito il nostro territorio? Subito accontentati. Dal bilancio consuntivo 2005 e in previsione nel 2006,la spesa per lo smaltimento dei rif iuti solidi urbani ed altri servizi (svolti dalla Carbinia SpA)è aumentata passando da euro 1.384.757, 00 a euro 1.799.301, 37;su chi graverà tale aumento? M a sui cittadini–contribuenti no. I nf atti anche le tasse che si pagheranno aumenteranno si passa da euro 1.370.000, 00 del consuntivo 2005 a euro 1.800.000, 00 del 2006. Grazie Carbinia SpA del servizio che ci rendi. A proposito:e la raccolta diff erenziata? Lasciamo stare. M a Lei in ef f etti cosa centra in tutto ciò? Lei è solo responsabile dell’ igiene pubblica.

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adino dal citt saluto

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P.z z a Italia, 2 2( Viale Pola)- Ostuni ( BR)

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AL RESPONSABILE DELL’UFFICIO DI IGIENE PUBBLICA DEL COMUNE DI 72012 CAROVIGNO

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Pietro BAGNULO Teodosio DEL PRETE 333.2592283 Francesco DEL PRETE 338.4914263

Santa Maria Goretti

abato 29 luglio 2006 si è rinnovata la tradizionale processione della statua di Santa Maria Goretti che dalla Borgata Serranova ha raggiunto la spiaggia di Pennagrossa. Giunta nella località marina la statua è stata issata su un’ imbarcazione e ha preso il largo seguita da molte imbarcazioni appartenenti alla Lega Navale Italiana. Alla fine del tragitto marittimo la Sacra statua è stata portata nella Lega Navale Italiana sez. San Vito a Specchiolla per rimanervi sette giorni e sette notti. Presso la Lega Navale, alle ore 19.00 è stata ufficiata anche la santa messa in onore di Santa Maria Goretti. Sarà così per tutte e sette le sere. Un ringraziamento sentito va alla Lega Navale Italiana che, non solo ha permesso che si svolgesse la tradizionale processione, ma ha anche ospitato la Sacra statua che sarebbe rimasta senza dimora giacché la chiesa della borgata Specchiolla risulta essere chiusa. MARIO CICORIO

Uno sguardo al passato e uno al f uturo! ! !

F

inalmente le elezioni politiche sono state da noi vinte e anche il referendum.. L' Italia, ormai stanca, ha voluto voltare pagina e anche io, una ragazza di liceo, dopo questo articolo lo farò. Non credo che le lotte di ragazzini possano aver messo in luce la condizione drammatica (oserei dire) nella quale la nostra amata Italia viveva... noi abbiamo lottato comunque per ciò che è per noi vita, fondamento, principio di tutto: la nostra formazione scolastica. La nostra scuola, posta nelle mani di incompetenti, di coloro che hanno nutrito attenzioni solo per chi è figlio si papà.."che poi se ci pensi bene siamo figli di papà anche noi" non poteva non chiamarci a lottare e così soprattutto quest' anno, numerose iniziative sono state intraprese da studenti di tutta la provincia, di tutta la Puglia o meglio dire di tutta l' Italia. Signori, questo anno di occupazioni, MANIFESTAZIONI, DISORDINI E CATTIVI UMORI non è stato per noi una perdita di tempo, un gioco per marinare le lezioni ma voleva essere una sorta di rivoluzione per dire "ci siamo anche noi che non siamo dei numeri ma il vostro futuro". Forse il ricordo di un vecchio ma vivo ' 68 ha acceso i nostri animi o forse ci siamo resi conto che la nostra scuola si andava trasformando in una "bella" industria. Le occupazioni sono durate settimane intere con incontri, scontri, dibattiti, striscioni, lunghe notti insonni, catenacci, polizia, banchi come letti e vocabolari come cuscini...No, non era un gioco anche perché dopo, una volta riprese le lezioni, i programmi dovevano obbligatoriamente concludersi e quindi si doveva recuperare...ma questo ci rendeva ancora più forti e

pronti ad affrontare quel mostro:" Letizia Moratti". Finalmente però il 10 Aprile è arrivata la primavera dopo un lunghissimo inverno durato ben 5 anni..la fiducia è passata nelle mani di uomini con i piedi per terra che hanno ora tanto su cui lavorare per tutti noi... IO PONGO il mio futuro nei loro cinque anni, forse mi sbaglierò ma la politica è crescita, amore, passione, voglia di fare bene e in questo mondo ci vorrebbe davvero tanta politica. Chissà, saranno le loro facce un po'anziane, poco elaborate, senza LIFTING, a ricordarmi i vecchi saggi di un tempo e a darmi fiducia. La loro vittoria si è riconfermata a discapito della "Casa delle Libertà" il 25 giugno con il referendum che proponeva di dividere l' ITALIA, DI PORTARLA alla completa rovina ma il "NO" HA vinto, l' Italia ha vinto, la Costituzione ha vinto. Io incrocio le dita e auguro a noi tutti cinque anni di primavera per dimenticare quei cinque anni di tempestoso inverno… FEDERICA LANZILOTTI

francamente è aperto alla collaborazione dei cittadini

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