Numero 14

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k ronstadt 14 © Massimo Ghimmy

periodico bimensile Numero 14 Mercoledì 30 Marzo 2005

il gioco della sedia

M.S./A.F.A.

Una poltrona per due Che cos’è la politica locale La sedia che vedete nella foto è la sedia che il dottor Albergati ha occupa- Nel suo “La democrazia in Ameri- l’individaure i rischi connessi col ti”. Il sentimento diffuso rispetto

2 pagina - strumenti

PPP: Teorema, la pellicola cardine del cinema di Pier Paolo Pasolini Doppiavùdoppiavùdoppiavù: www.darwinawards.com, le morti più stupide Espana en el corazone: parte quarta

3 pagina - terza pagina

Senza filtro, la prima radio bimensile [...]: Despedida di Luis Cernuda, traduzione originale dallo spagnolo Come si scrive un articolo per Kronstadt

4 pagina - cronache

cronaca: Politica d’annata, i candidati a confronto sulle proposte di Legambiente La bacheca, cosa succede in città e provincia

ca”, pubblicato in Europa nei primi decenni dell’ottocento, Alexis de Tocqueville, il precocissimo e geniale teorico francese, di ritorno da un viaggio di osservazione attraverso gli Stati Uniti d’America, la giovane nazione democratica che suscitava tante speranze e tanti timori nel Vecchio Continente (!), scrive: “L’abitante della Nuova Inghilterra si affeziona al suo comune, poichè esso è forte e indipendente; vi si interessa perchè concorre a dirigerlo; lo ama perchè non ha da lagnarsi della sua sorte; mette in esso la sua ambizione e il suo avvenire; si mescola ad ogni piccolo incidente della vita comunale; in questa sfera ristretta che è in suo potere, egli si esercita al governo della società... si compenetra del suo spirito, prende gusto dell’ordine, comprende l’armonia dei poteri, e raccoglie infine idee chiare e pratiche sulla natura dei suoi doveri e sull’estensione dei suoi diritti”. Molte riflessioni ed entusiasmi si possono trarre da queste poche righe anche sulla nostra realtà odierna, anche se ogni studente di scienze politiche sa che il comune a cui si riferisce Tocqueville non è identico alla nostra realtà comunale, poichè il francese descrive piccole comunità che si autogovernano col concorso di tutti i cittadini, mentre la nostra realtà è di un governo mediato, cioè di tipo rappresentativo e frutto di elezioni. Del resto lo stesso Tocqueville è acuto nel-

sistema rappresentativo tipico delle democrazie, che a volte ci fanno disamorare della politica, quando scrive che “molte persone in Europa credono... che uno dei più grandi vantaggi del suffragio universale sia quello di chiamare alla direzione degli affari uomini degni della pubblica fiducia. Il popolo - essi dicono - non è capace di governare da solo ma desidera sempre sinceramente il bene dello stato e il suo istinto non manca mai di designare coloro che sono animati dallo stesso desiderio e che sono più atti a tenere in mano il potere. Devo dire per parte mia che quello che ho visto in America non mi autorizza affatto a pensare che sia così. Al mio arrivo negli Stati Uniti fui molto sorpreso scoprendo fino a qual punto il merito fosse comune tra i governati e come fosse scarso nei governan-

alla vita poltica locale oscilla tra questi due estremi, tra il desiderio di partecipazione e il timore dell’usurpazione del potere da parte dei peggiori, tra la speranza e la disillusione. Tuttavia, in un tempo che erode sempre di più gli spazi di democrazia reale, spostando i centri decisionali sempre più lontano da dove si svolge la vita quotidiana dei più, l’interesse alla vita politica locale appare chiaramente come una forma di resistenza. In una dimensione globalizzata che incombe da ogni parte, che lo si voglia o meno, e dove il concetto della soglia tra “in casa” e “fuori casa” si fa sempre più labile, dalla dimensione politica locale passano grandi interessi e grandi questioni che riguardano la gestione o la liquidazione della continua in seconda pagina

il mercato dei folletti erboristeria Alimenti biologici Proteine vegetali Cosmesi naturale di

Leardi dott. isabella via olevano, 24 27100 PAVIA TEL. E FAX. 0382.4746.85

t Q v a u a g e l s sc le ia to d o c n e n o d l t m o 10 o e %

to negli ultimi anni, per due mandati, con una giunta di centrosinistra. Cosa su cui pochi, all’epoca della prima elezione, avrebbero scommesso. Perché Pavia era stata una delle culle della Lega: una puntata di MilanoItalia, gestione Gad Lerner, nei primi anni ‘90, ne ha lasciato traccia come fenomeno nazionale. Pochi anni dopo un sindaco leghista avrebbe infine conquistato Palazzo Mezzabarba. Pavia una città saldamente in mano della destra. Ma il dottor Albergati divenne sindaco. Che strano. Ma non poi così tanto se si ricorda il nome del primo sindaco del dopoguerra, il capo partigiano Angelo Grassi, o il fatto che ci sia poi stata negli anni ‘60 uno dei primi esperimenti di centro-sinistra, o ancora la vitalità della cultura negli anni ‘70 e primi ‘80. A ben vedere la storia di questa città, ne viene che è sempre stata, probabilmente senza rendersene totalmente conto, un laboratorio di nuovi equilibri politici, in anticipo sui tempi del paese. Dopo sei cinque quattro anni di governo del Polo delle Libertà qualcosa sembra stia cambiando. Affidandoci ai sondaggi, in queste regionali, la destra sembra poter essere sicura solo dei risultati in Veneto e Lombardia (con grosse preoccupazioni anche per quest’ultima). Sempre secondo i sondaggi a Pavia potrebbero trovarsi al ballottaggio due candidati del centrosinistra. Che strano. Sì, forse, magari, o non così tanto, perché che il vento sia girato è una sensazione che si fa strada nel paese, perché nuovi equilibri politici sembrano a portato di mano, perché forse il centrosinistra sta, faticosamente, trovando quella coesione che gli elettori hanno mostrato di volere a tutti i costi, perché comincia a esserci chiarezza sul tipo di mondo che vogliamo. Ecco in nome di questa chiarezza (sviluppo sostenibile, diritti, integrazione, cultura) ci aspettiamo che da Pavia venga un segnale chiaro. Ci auguriamo che il prossimo sindaco (uomo o donna che sia) ne tenga conto. Emanuele Quinto

2

Kronstadt non dorme mai!

strumenti

Doppiavùdoppiavùdoppiavù www.darwinawards.com Le morti più stupide, comiche ed inutili, archiviate per voi dal 1995 Immaginate una cisterna di gasolio che deve essere svuotata e lavata. Dopo l’estrazione del gasolio, all’interno della cisterna permangono dei gas più pesanti dell’aria. Gas altamente infiammabili. E’ prassi, quindi, versare acqua nella cisterna fino a colmarla: così facendo i gas vengono spinti fuori e si disperdono. Si fa così in tutto il mondo: anche in Brasile, dove lavorava un uomo chiamato Manoel Messias Batista Coelho. Una volta, per controllare a che altezza era arrivata l’acqua nella cisterna, Manoel ha deciso di farsi un po’ di luce… con un accendino. Grazie a questa sua geniale intuizione, la cisterna è esplosa e Manoel è morto. Adesso pensate ad un diciannovenne che vuole giocare alla roulette russa. Carica la pistola tra gli amici ammutoliti e poi, alla la roulette russa puntandosela con una semiau- testa, preme il grilletto. BANG! Morto. tomatica E ci credo, perché per fare la roulette russa non aveva preso un revolver (quelle pistole da, le pistole con un tamburo che gira, appunto, come la ruota della roulette)… aveva usato una pistola semiautomatica. Quelle col caricatore cilindrico estraibile, quelle dove il colpo automaticamente viene messo in canna. Un genio. Come poteva la rete, la Grande Biblioteca di Babele, non archiviare fatti del genere? Morti così ridicole? E infatti esiste www.darwinawards.com!

E’ un sito che raccoglie tutte le morti più stupide, comiche ed inutili, sin dal 1995 (ma c’è anche un’apposita sezione “vintage” con le cronache recuperate dagli anni addietro). Leggiamo nell’homepage: “The Darwin Awards salute the improvement of the human genome by honouring those who accidentally kill themselves in really stupid ways. Of necessity, this honour is generally bestowed posthumously.” Ormai, dopo anni di militanza sulla rete, darwinawards ha raccolto centinaia di segnalazioni. Non mancano una sezione sulle leggende urbane e una sui episodi docuracconti personali, mentati e leg- ma la stragrande gende urbane maggioranza degli episodi sono estrapolati da notiziari e riviste, con tanto di riferimento. C’è anche la possibilità di dare un giudizio ad ognuna di queste storie, creando appunto il premio “Darwin”, che viene assegnato ogni anno a quella più assurda. Sono raccolte anche le “honorable mentions”, cioè le menzioni d’onore date a quegli esseri umani che, per il loro acume, si sono procurati danni più o meno permanenti ma non sono riusciti ad ammazzarsi - giusto per citarne uno: l’uomo che si è piantato per errore otto graffette nei testicoli. Nota: gli eventi citati in questo articolo sono archiviati come: Workin’ at the Car Wash, Gun Safety Training e Scrotum SelfRepair Simone “Maro” Marini

Espana en el corazon Parte quarta La diversa compattezza degli schieramenti, l’unione dei nazionalisti e i dissidi interni dei repubblicani Oltre all’enorme disparità di armamenti ed efficienza militare (i nazionalisti, anche grazie all’aiuto di Italia e Germania, facevano affidamento su un esercito organizzato e moderno, le milizie repubblicane erano costituite da volontari mal equipaggiati e peggio addestrati), uno dei fattori che influì in maniera sensibile sull’esito della guerra civile fu la diversa compattezza dei due schieramenti. I nazionalisti erano uniti e coesi nel voler debellare la democrazia, che consideravano alla stregua di una tabe che corrodeva l’anima della vera Spagna, mentre i repubblicani erano lacerati da contrasti interni. Dissidi che li costrinsero a continui rimpasti di governo, e che ebbero il loro sfogo sanguinoso con gli scontri di Barcellona del maggio ’37 tra comunisti e anarchici. Il partito comunista spagnolo deteneva scontri tra il monopolio degli comunisti e aiuti militari sovieanarchici tici, e si atteneva scrupolosamente alle direttive di Stalin, le quali consistevano nell’emarginazione dei movimenti anarchici e filotrockijsti, che, con i loro ardori rivoluzionari spaventavano troppo i benpensanti delle democrazie occidentali, a detrimento dell’immagine ormai “istituzionale” del-

l’Urss. Così facendo la repubblica si privò dei combattenti che più di ogni altro avevano impedito l’immediato successo del golpe. Testimone della repressione stalinista fu anche George Orwell, volontario e membro del filotrockijsta POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), che lasciò testimonianza degli scontri di Barcellona in Homage to Catalonia. Dall’altra parte si era ormai affermato l’affermarsi del come leader, anche generale Franci- se più per caso che per scelta, il genesco Franco rale Francisco Franco, che, con il suo fanatismo religioso e la sua fobia anticomunista, trasformò quella che era una lotta per il potere in una guerra di annientamento, allungando di fatto il conflitto e l’agonia della repubblica per almeno due anni, anche a dispetto delle pressioni dell’alleato italiano, pur di debellare definitivamente i suoi oppositori. 1937: l’esito Già all’inizio del della guerra 1937 l’esito della era segnato guerra era segnato, i franchisti avanzavano ovunque e i repubblicani ottenevano solo episodici successi. Tra questi spicca la battaglia di Guadalajara, dove il corpo di spedizione inviato da Mussolini venne sconfitto dai volontari italiani della brigata Garibaldi. Era il preludio alla guerra partigiana che otto anni dopo avrebbe sconfitto il fascismo in Italia. Danilo

PPP Teorema

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1968

La pellicola “cardine” dell’intera cinematografia pasoliniana Teorema nasce nel ‘65 come una tragedia in versi, si sviluppa in seguito come romanzo e nel ‘68 diviene un film. Non è certo un caso che quest’opera dal titolo eloquente abbia percorso tutte le forme artistiche alle quali Pasolini si è dedicato. Teorema rappresenta probabilmente la pellicola “cardine” dell’intera cinematografia pasoliniana. In essa viene raccontato lo sconvolgimento che l’arrivo di un misterioso Ospite provoca nella famiglia borghese che lo accoglie. Il giovane, per la sua estraneità a tutto quello che lo circonda, attrae uno ad uno tutti i componenti della famiglia, a cominciare dalla serva Emilia, che tenta di suicidarsi ma viene sconvolgimento salvata dal ragazzo. nella famiglia È poi la volta di Pietro, il figlio coetaborghese neo dell’Ospite, che prende coscienza della sua diversità sessuale. In seguito seduce Lucia, perfetta moglie e madre borghese, e la figlia Odette, fino ad allora completamente dedita al culto della la figura paterna. Infine anche Paolo, il padre, proprietario di una grande fabbrica e dunque padrone dei mezzi di produzione, cade vittima del suo fascino. Ma dopo aver avuto rapporti sessuali con ognuno di loro, l’Ospite, così come era giunto senza un motivo esplicitato, deve ripartire. La sua partenza lascia in tutti i membri della famiglia la consapevolezza dell’assenza di quel qualcosa che mancava loro prima dell’avvento dell’Ospite, e che si era incarnato per un breve periodo nel giovane e nella passione sessuale per esso. Tale consapevolezza porta ognuno a fare scelte. Emilia è l’unica che lega l’avvento dell’Ospite ad una dimensione sacrale: fa ritorno alla cascina delle sue origini, si siede davanti ad un muro nutrendosi di ortiche e annullandosi totalmente nella preghiera vive l’esperienza dall’ascesi. Odette, chiusa in una paralisi isterica, viene ricoverata in una casa di cura. Pietro si rifugia nella sua arte di pittore senza talento, incolpando di questo non se stesso ma la società in cui vive. Lucia, fino ad allora moglie onesta e fedele, comincia a concedersi sessualmente a giovani coetanei dell’Ospite, nella speranza di ritrovarlo in quei volti. Infine

Paolo, dopo aver donato la sua fabbrica agli operai, raggiunge la stazione centrale di Milano, si denuda completamente e cercando di districarsi tra la folla raggiunge l’arido deserto del quale si percepisce la presenza per tutta la pellicola. La sua vicenda si alterna a quella di Emilia, e mentre la donna si fa sotterrare viva per far dono alla terra delle sue lacrime, Paolo, nudo, in quel deserto prende coscienza della propria nullità lasciandosi andare in un drammatico urlo di angoscia. La tesi è dimostrata: l’esistenza borghese, messa in contatto con un elemento estraneo alla la vita borghese ragione dominante, svela la sua man- svela tutta la sua canza di senso mancanza di senso, diventa “deserto”, portando all’annullamento della propria identità basata su deboli e illusorie convenzioni. Ciò che rimane è la consapevolezza di non essere. E se la famiglia borghese, incapace di sopportare la presenza di quel vuoto che gli è stato svelato in seguito alla partenza del giovane, cerca di sostituirlo con “altro”, solo Emilia, di origine contadina, riesce a superare tale esperienza dandole un significato religioso e di speranza, trasformando se stessa nell’ “altro” incarnato dall’Ospite. Teorema fu presentato alla mostra di Venezia nel ‘68 e inevitabili furono le critiche (sia della destra che della sinistra) per la scandalosa tematica sessuale. E sebbene nessuna scena di sesso venga mostrata, l’uscita di Teorema portò ad un nuovo critiche, premi processo, che arrie impatto sul vava in un periodo di forte crisi per l’ausociale tore. La religiosità fu colta, però, dalla giuria dell’OCIC (Office Catholique International du Cinema) che gli assegnò il suo massimo premio. L’opera può apparire ostica per la quasi totale mancanza di dialoghi, con una narrazione affidata alle immagini (nelle quali le suggestioni violente dei quadri di Bacon si mescolano agli equilibrati modelli medievali cari al regista) e alla musica (che si incentra su citazioni dal Requiem di Mozart). Una pellicola quindi molto controversa, ma dal forte valore estetico e sociale che portando al massimo livello gli intenti del cinema di poesia ne segna anche il superamento. Cristina Resa

continua dalla prima cosa pubblica, la difesa della collettività o degli affari di pochi, la valorizzazione autonoma delle risorse materiali e umane del territorio o la colonizzazione da parte di grandi speculatori. Non è una fantasia, ma è una realtà che parte dalla messa sul mercato, liberalizzandola, della cosa pubblica nella sua materialità più immediata: l’energia, la gestione dei servizi, tra poco l’acqua. Le associazioni e i movimenti fanno molto in questa sfida, ma non basta. L’incidenza che possono avere sulla realtà è limitata. E’ inevitabile che il governo reale sia una questione ristretta a una piccola cerchia. Ma proprio per questo, non è indifferente nemmeno a livello locale che governi una parte o un’altra. La dimensione del recinto di casa, dove più che le idee contava l’affidabilità della persona, è superata, sorpassata in grandezza dalle dimensioni sistemiche della nuova realtà globalizzata dove gli effetti di una guerra lontana si fanno sentire anche in una piccola realtà di provincia sotto forma

di emergenza sociale, di immigrazione più o meno clandestina, di mobilitazione per l’accoglienza, solo per fare un esempio semplice. Servono classi dirigenti capaci di questa visione di sistema. Che ci piaccia o no, il governo è responsabilità e privilegio di una élite. La nostra fortuna, preziosa, è di poterla scegliere e di poterla tenere sotto stretta tutela con un controllo attento e tenace. E’ vero che spesso la politica locale è deprimente per la pochezza della classe dirigente che la rappresenta, per il via vai di interessi e speculazioni di parte, dei grandi gruppi, delle solite famiglie e dei soliti nomi (e Pavia ne conosce, come tutte le realtà provinciali) per il meschino intrallazzo degli arraffoni che saltano ora di qua ora di là, per la demagogia di qualche populista cane sciolto che promette a tutti pur di avere una poltrona da destra o da mancina. Ma proprio per questi motivi, non lasciamola in mano a un’accozzaglia, facciamola nostra. Matteo Canevari

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Kronstadt vi invita tutti alla sua festa a sorpresa

terza pagina

ComesiscriveunarticoloperKronstadt Senza filtro Patibolo, al contrario di quanto si possa pensare, Kronstadt è lieto di presentarvi Come si scrive un articolo per Kronstadt di Domenico Santoro è sabato mancano ancora ventiquattro ore prima di riposare forse sarebbe meglio, forse sarebbe meglio diamo un’occhiata in mailing leggiamo gli articoli che sono arrivati ad oggi che c’è il nuovo numero da fare. Leggiamo gli articoli mmh un po’ pochini chissà come si fa per il prossimo numero ma in fondo non è affar mio chissà come si fa ma in fondo il mio l’ho dato; ma in fondo cosa dicono Lidia e Marta cosa dicono sì in fondo mi rilassa mi piace scrivere gli articoli magari ne butto giù uno nel pomeriggio se mi va se può essere utile che qualche articolo in più male non fa. Sonno tanto sonno sono stanco ma non riesco a dormire nel pomeriggio che fa troppo caldo che siamo a marzo era ora che facesse caldo ma all’improvviso troppo caldo per studiare per scrivere per leggere i giornali e internet per farsi venire idee interessanti; bello il centro pieno di gente che cammina di Pavia studentesse studenti lavoratori pensionati; dio come vestono male quelli là ecco c’è vicino il supermarket compro qualcosa di fresco da bere cedrata, buona la cedrata gialla chimico che mi frega; Come si scrive un articolo per Kronstadt? non so magari faccio un’inchiesta sulla Line mezz’idea ma non non ne ho voglia adesso troppo complicato parliamo d’altro, cose meno difficili da fare che fa troppo caldo cosa mi ha fatto incazzare ultimamente leggendo i giornali?; sì però mi dico: troppo facile così,

[...]

lo potrebbe fare chiunque; sì mi dico ancora, sono mica chiunque io nel senso che se lo faccio io ha un senso non è che lo fa chiunque altro, loro lo farebbero in maniera diversa peggiore o migliore a seconda dei casi, io faccio il mio che va bene va male chi se ne frega mica mi pagano, tanto. Laptop musica tranquillità di una biblioteca, buon vecchio carattere Courier corpo 10; è un po’ che mi andava di ordinarmi i pensieri su questa o su quella cosa quindi mi documento che mi piace credermi uno preciso quindi scrivo spero di non dire (scrivere) troppe idiozie che ci tengo alla stima che gli altri hanno di me inutile negarlo inutile negarlo; quindi veloce batto sui tasti sessanta caratteri al minuto (diciamo quarantacinque ok sono bravo fino ad un certo punto non bluffiamo). Eccolo là bello che pronto ecco che è pronto un altro articolo per Kronstadt mica male in fondo non è che devo stare qui ad essere ipercritico sì lo rileggo una decina di volte, magari lo rileggerò tra una decina di mesi e mi dirò ma che mi passava per la testa che idiota che sono, ma si sa la storia non si fa con i se e con i ma eccetera eccetera, quindi se adesso sono in grado di produrre questo è quello che posso fare quindi va bene così e non è male modestia parte, perciò glielo mando a Lidia e Marta che magari viene utile poi se la vedono loro e Kronstadt è stato lieto di presentarvi Come si scrive un articolo per Kronstadt di Domenico Santoro. Domenico Santoro

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agnello sacrificale è comparso d’improvviso: l’atto di Nicola Calipari (o solo “Nicola”, come alcuni giornalisti con dovuta prosopopea chiamano oramai) è stato l’agognato gesto forte, incisivo e incredibilmente generoso. Nicola Calipari: L’uomo che, nobilmente, cede la sua vita frapponendosi tra la donna che deve proteggere e la morte. L’uomo che fa di sé uno scudo contro le pallottole vaganti e assassine. Finalmente lo Stato Italiano ha qualcuno da celebrare, da beatificare e da inserire in un nuovo, recentissimo e laicissimo santino distribuibile durante i comizi elettorali e i reclutamenti (ora che [On Air: Jakatta - I don’t know] la leva è diventata facoltativa, la parola d’ordine è “Marketing”). L’Italia ha bisogno di eroi: ce lo dice il Presi- Signor Calipari li perdoni, perché dente della Repubblica, ce lo dice la televisione non sanno quel che fanno. e, in fondo in fondo, nel calduccio della nostra O forse lo sanno...e allora sono cazzi. coscienza patriottica, ce lo diciamo anche noi. Nella corsa all’immaginario collettivo, in effetti, lo [On Air: Otto von Schirac - Laptop&Martini] Stato sta arrancando in maniera inequivocabile: se da un lato il Papa fa un santo al mese, dall’altro la Le pause di riflessione non durano mai a lungo, da Patria è rimasta inchiodata a Gramsci e a Topolino queste parti. E’ facile quindi immaginare come l’Iraq, con il -Amore, questa zona bar l’ha progettata George suo essere teatro di una bella guerra solida, robu- Nakashima, - puntualizza JD con calma. - Non Yaki sta e mediatica, fosse stato considerato da subito Nakashima, cioè Yuki Nakamorti, cioè - oh, merda, come il terreno fertile per l’Operazione Rinascita. aiutami Peyton. Un paio di colpacci, in effetti, sono andati a segno: -Il bar di questo piano è stato progettato da Yoki Nakal’attentato a Nassyria per fare un esempio è servito muri. E approvato, - dice Peyton. allo scopo. -Ah sì ?- chiedo -Approvato da chi? Tuttavia ammettiamolo, fino ad oggi sono man- -Be’, da moi, - dice Peyton. cati i gesti eclatanti che tanto fanno godere il Pausa. Fulmino con un’ occhiata Peyton e JD. melodrammatico cuore Italiota; tanto che, in -E chi cazzo è Moi ?mancanza di altro, hanno cercato di farla un po’ sporca con Quattrocchi e con le sue “presunte” (B.E. Ellis - Glamourama) ultime parole (ma il dubbio, che è sempre in pp.731 - 11 euro, edito da Einaudi Tascabili agguato, ha smorzato un po’ l’euforia collettiva). Per quanto riguarda i sequestri, poi, un vero e pro[On Air: The Cure - Lovecats] prio disastro: Ci sono state le due Simone, ma sono state, e sono, E così dunque finisce la quarta e forse ultima punideologicamente dalla parte sbagliata della barricata. tata di Senza filtro, il primo programma radio che Giuliana, fortunatamente di nuovo tra di noi, va in onda su carta, che ogni tanto parla e ogni sembrava essere anche lei decisamente priva tanto dice. degli attributi necessari ma, inaspettatamen- Buona mattina, sera o notte incosciente a tutti. te, ecco che, grazie a lei, il tanto desiderato Il Piccolo Esteta non deriva dal verbo patire bensì dal latino patere che significa mostrare. Ricordiamocene quando decidiamo, nonostante fuori la temperatura sfiori i 3 gradi centigradi, di indossare quella fichissima magliettina di CK in puro sintetico o quel meraviglioso top girotetta: stiamo andando al patibolo. Benvenuti a Senza filtro il primo programma radio che va in onda su carta, che adora i sacrifici fatti in nome del look e che ogni tanto si domanda il perché delle cose (e si risponde sempre “Perché è bello così”). Andiamo a cominciare.

Luis Cernuda (Siviglia,1902- Città del Messico,1963) è, al pari di García Lorca e Aleixandre, uno dei più grandi esponenti della poesia spagnola del Novecento. Poeta sino a poco tempo fa messo in ombra a causa della sua omosessualità, soltanto in epoca recente ha riscosso la meritata gloria; in Italia si deve alle stupende traduzioni di Ilide Carmignani la scoperta di questo autore. Costretto all’esilio dalla vittoria di Franco, nel 1938 lascia la Spagna per vivere dapprima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. Finirà per imbattersi nel Messico dove ritroverà nella lingua, nella cultura, nel folklore e nei colori il riverbero di quell’Andalusia che gli diede i natali; da questa esperienza nascerà Variaciones sobre tema mexicano (1952). La poesia qui presentata è tratta dall’opera Poemas para un cuerpo (1957) ispirata dall’amore verso un giovane messicano chiamato Salvador. Questa raccolta è da intendersi come esempio di equilibrio e perfezione formale in cui l’amante cessa d’essere Salvador per divenire proiezione poetica dalla carnalità prorompente. Despedida

Partenza

La calle, sola a medianoche, Doblaba en eco vuestro paso. Llegados a la esquina fue el momento; Arma presta, el espacio.

La via, deserta a mezzanotte, Restituiva in eco il vostro passo. Giunti all’angolo fu il tempo; Arma pronta, lo spazio.

Eras tú quien partía, Fuiste primero tú el que rompiste, Así el ánima rompe sola, Con terror a ser libre

Eri tu che partivi, Fosti tu il primo a spezzare, Come l’anima rompe sola, Con il terrore d’essere libera

Y entró la noche en ti, materia tuya Su vastedad desierta, Desnudo ya del cuerpo tan amigo Que contigo uno era.

Ed entrò la notte in te, sostanza tua La vastità deserta, Svestito ormai del corpo tanto amico Che era uno con te. Camillo [email protected]

Fiera del Libro di Torino Come già saprete saremo presenti alla Fiera del Libro dal 5 al 9 maggio col nostro banchetto: rivista e kuaderni! Se volete che i vostri scritti siano portati in fiera mandateli a noi, se ben scritti saranno pubblicati tra i nostri libretti e distribuiti. Che aspettate? Poesie, prose, testi teatrali, fumetti, delirii e ricette di cucina aspettano solo che li inviate a noi. La mail? [email protected]

cronache

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Politica d’annatache, a patto che queste siano costruite secondo le La bacheca giovedì 31 marzo

Abbiamo pubblicato il progetto di Legambiente L’appello di per la tutela e lo sviluppo Legambiente, del territorio pavese nel tre candidati a numero 12[1] della riviconfronto sta. Lo scopo dell’appello era di attirare l’attenzione dei candidati sindaco su precisi problemi ambientali della città. Per essere sicuri che il futuro primo cittadino ne abbia almeno preso visione, l’abbiamo sottoposto all’attenzione dei favoriti, Giorgio Rondini, candidato per il centro destra, Piera Capitelli per il centro sinistra ed Elio Veltri della lista civica “Il cantiere per Pavia”. Ecco come l’appello è stato commentato dagli intervistati. 1. A Pavia l’inquinamento atmosferico ha raggiunto livelli elevati. Considerato che in città non ci sono più industrie, l’unica causa del problema sembra essere il traffico cittadino. Tenendo presente le proposte di Legambiente, come intende procedere in caso di successo elettorale? Tutti sono d’accordo meno traffico in nel limitare il traffico centro storico nel centro storico. Si propongono di scoraggiare la circolazione delle automobili ampliando le aree di parcheggio nelle vicinanze e migliorando i servizi pubblici con mezzi ecologici. La candidata Ds pone particolare attenzione all’inquinamento acustico e alle condizione di anziani e disabili, per i quali propone agevolazioni, e sottolinea come Pavia sia l’unica città della regione a rispettare le normative dell’Unione Europea riguardo alla concentrazione delle polveri sottili. Elio Veltri insiste sul rilancio delle attività artigianali e culturali nel centro storico, si propone di favorirne il ripopolamento, e ricorda di essere stato il primo in Europa a chiudere al traffico il centro di una città. Era il 1978, la città era Pavia. Segnala, ora, nel suo programma spazi nei quali edificare nuovi parcheggi [2]. Entrambi hanno intenzione di risolvere il problema della consegna della merci utilizzando mezzi ecologici, Veltri propone di creare terminali a San Martino Siccomario e a San Genesio dove una compagnia di trasporti raccolga i prodotti e li smisti nel centro, diminuendo il numero di furgoni necessari. Rondini, sostenitore dei parcheggi a corona[3], si dimostra avverso nei riguardi di quelli d’interscambio[4], e suggerisce che gli autobus nel centro storico coprano brevi percorsi (solo le due vie principali, Strada Nuova e Corso Cavour/Via Mazzini, senza uscire dalla zona pedonale). E’ favorevole, alla eventuale autostrada Pavia-Mortara, se costruita nell’assoluto rispetto delle norme europee antinquinamento, mentre l’On. Capitelli sottolinea la necessità di inserirla in un progetto globale di viabilità della regione lombarda. Tutti i candidati concordano sull’ampliamento delle attuali piste ciclabili. 2. Il territorio di Pavia, ancora in stato di buona conservazione, è costantemente minacciato dalla continua espansione milanese. Fattori ad elevato impatto ambientale sono scaricati nella nostra Pavia, discarica provincia. milanese? Come prevede di far fronte a questa situazione? Le risposte dei candidati sono state divergenti. Rondini ritiene che ciò che accade nella provincia non sia di competenza del comune di Pavia. È dell’idea, però, che ogni città debba provvedere al proprio sostentamento energetico e allo scarico dei rifiuti, è favorevole perciò alla creazione di zone per lo smaltimento dei rifiuti e per centrali elettri-

norme vigenti. L’Onorevole Capitelli crede che lo sviluppo della città debba tenere conto del territorio circostante, e vede Pavia come nuova capitale, promotrice di uno sviluppo sostenibile in tutta la regione. Veltri, si propone di evitare l’invasione milanese del territorio attraverso i mezzi legali in possesso del comune e insiste sulla loro efficacia, portando ad esempio la cancellazione di una lottizzazione di 13.000 abitazioni, da lui effettuata nel ’78, che avrebbe trasformato Pavia nel dormitorio di Milano. 3. A parere di Legambiente e nostro, lo sviluppo del territorio deve essere integrato e coordinato al fine di preservare aree agricole e adibite al verde pubblico da un’edificazione selvaggia ed incontrollata e di riqualificare le aree industriali dimesse. Come pensa di affrontare questo punto? Tutti si sono dimostrati preservare nettamente contrari alaree verdi e l’edificazione nel parco recuperare della Vernavola. La canaree dismesse didata Ds ha aggiunto che l’attuale Piano Regolatore consente di costruire solo nella zona sud del parco, dove già sorgono abitazioni. Inoltre si propone di creare uno staff che “traduca” per il cittadino i contenuti del PRG, da lei stessa giudicato illeggibile a causa del linguaggio giuridico difficilmente comprensibile. Per quanto riguarda la riqualificazione delle aree dismesse, sia Rondini sia Veltri sono d’accordo nel proporre la creazione di strutture ricreative e di servizi per giovani e anziani, nonché l’edificazione di complessi residenziali. Il candidato della lista civica pensa di indire bandi di concorso internazionali per il recupero delle aree NE.CA., NECCHI, Scalo ferroviario e SNIA, e ha già espresso in altra sede la sua disapprovazione all’attuale PRG. 4. Legambiente propone l’istituzione di un Assessorato allo sviluppo sostenibile che garantisca una crescita armonica e coordinata delle aree in via di sviluppo. Propone un sistema orizzontale e intersettoriale per evitare conflitti e contraddizioni tutti i candidati e promuovere la aderiscono allo cooperazione dei sviluppo sostenibile settori in crescita. Cosa ne pensa? I candidati concordano nel ritenere non necessaria l’istituzione di un Assessorato allo sviluppo sostenibile. Non basta, precisano, una sola persona che si occupi di un tema così importante per la comunità, tutta la giunta, e il sindaco in prima persona, deve impegnarsi profondamente nel coordinare e armonizzare lo sviluppo di tutti i settori. Le parole si sa, in politica contano poco, ma da questa intervista sembra che i candidati abbiano le idee precise su cosa serva alla città e su come provvedere a tali mancanze. Non ci resta che augurare a tutti loro di vincere le elezioni, e a noi che queste belle parole non siano solo il frutto di una ben studiata campagna elettorale. solo Belle Parole?

Note: 1: Il testo con le proposte di Legambiente è disponibile su internet www.legambiente.it, il numero 12 della rivista su www.upartaid.net/kronstadt.htm 2: Il programma completo è leggibile sul sito

www.ilcantiereperpavia.org

3: Attorno al centro storico. 4: Parcheggi in periferia adiacenti a fermate di mezzi pubblici. Francesca Pepe, Luca Schiavi

Teatro Fraschini - ore 21 – “Don Quixote” - ballettoin 3 atti e 7 scene - Stanislavskij Ballet, musiche Ludwig Minkus, coreografie Alexander Gorsky (info: 0382 371202) Aula Magna del Collegio Ghislieri - ore 21 – “Dialoghi: Jazz per due” - Concerto della rassegna internazionale di musica jazz: pianoforte Stefano Bollani, sassofono Mirko Guerrini (info: 0382 399337) sabato 2 aprile Belgioioso, Piazzale Europa ore 9-20 – “Fiera di primavera” - Commercio, agricoltura e prodotti tipici - fino al 3 aprile (info: 0382 970371) Codevilla - Thunderroad - ore 21 - Diumvana - concerto, ingresso 5 euro Spaziomusica - Jaimie Dolce & Innersole (U.S.A.) - The Jimi Hendrix songbook (info: 0382 20198) domenica 3 aprile piazza Vittoria e Cupola Arnaboldi – “Mercatino dell’antiquariato” - (info: Ascom 0382 372511) Retorbido – “Il baule della nonna” - mostra e scambio oggetti e mobili (info: Conf.S.Andrea, 0383 74059/74031) martedì 5 aprile Teatro Fraschini - ore 21 – “Sogno di un valzer” - operetta di Felix Dormann e Leopold Jacobson, musiche di Oscar Straus, compagnia Corrado Abbati, regia di Corrado Abbati (info: 0382 371202) Vigevano, Teatro Cagnoni - ore 21 – “La pulce nell’orecchio” di Georges Feydeau, con Paolo Bonacello, Patrizia Milani, Carlo Simoni, regia di Marco Bernardi - replica il 6 e 7 (info: pro Loco, 0381 690269)

mercoledì 6 aprile Aula dei ‘400 - ore 21 - “La spada nella roccia” - Incontro del ciclo Quattro passi nel Mistero (info: CICAP - Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale)

venerdì 8 aprile Spaziomusica - Marco Di Maggio Rockabilly Trio - In collaborazione con LIVE STUDIO e ACCADEMIA LIZARD. Ha suonato con Eric Clapton, B.B. King, Mark Knopfler (info: 0382 20198)

marzo-aprile Vigevano, Castello Sforzesco - da martedì a venerdì: 14.30-18.30; sabato: 10.00-23.00; domenica: 10.00-20.00 - “Mario Sironi, l’immagine e la storia” - mostra delle opere dell’artista dal 1930 al 1950 Ex convento dei Crociferi, via Cardano, 8 – “Paesaggi del corpo” - Mostra fotografica: cinque fotografi di fama internazionale si confrontano sul tema del corpo e della natura, del paesaggio riscoperto nella sinuosità del corpo femminile. Musei Civici del Castello Visconteo • “Paesaggi: pretesti dell’anima” - Arte figurativa dell’Ottocento. • Sezione Archeologica: resti necropoli romana Clastidium, bronzi e terracotte locali. • Sezione Romanico-Rinascimentale: resti architettonici della doppia cattedrale romanica di Santo Stefano e Santa Maria del popolo. • Pinacoteca Malaspina: dipinti di varia provenienza dal secolo XII al ‘600, Modello Ligneo del Duomo, dipinti del Tiepolo. • Quadreria dell’800: Appiani, Ayez, Giani, Piccio, Cremona. Aperura: martedì-venerdì 10-18, sabato-domenica 10-19

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ronstadt periodico bimensile Numero 14 www.upartaid.net/kronstadt [email protected]

Questo non è un messaggio subliminale: quando finite di leggere queste righe mandateci i vostri scritti, link preferiti, immagini, eventi:, [email protected]

Reg. Trib. PV - Stampa: Cooperativa Sociale “Il Giovane Artigiano”, Pavia - Chiuso in Redazione 24-03-2005 - Tiratura 2000 copie - 2005, Alcuni diritti riservati (Attribuzione–NonCommerciale–Condividi allo stesso modo)

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Kronstadt promette un milione di posti di lavoro (in Siberia, paga minima sindacale)

Abbonamenti: 20 euro annuale C.C.P. 51533743 intestato ad “Up Art Aid” causale “Kronstadt” Direttore Responsabile Salvatore Gulino

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