il giornale dalla parte dei carovignesi
francamente CRONACA DI UN FALLIMENTO ANNUNCIATO? CAROVIGNO come Taranto: troppi debiti, il nostro Comune rischia il DISSESTO FINANZIARIO
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abbiamo già parlato nel numero scorso. In un articolo di Rosetta Fusco, pubblicato in prima pagina e titolato “Carovigno: un’altra Taranto?”, veniva evidenziato il pericolo concreto che anche per il nostro Comune si possa arrivare ad una situazione di dissesto finanziario così come è accaduto per il Comune di Taranto. Non si tratta di fare facili allarmismi. Il fallimento di un Comune non arriva dall’oggi al domani, ma è il frutto di una serie di scelte sbagliate e irresponsabili messe in atto nel corso degli anni. Il Comune di Carovigno sembra proprio che stia imboccando questa disastrosa strada. A dirlo non siamo noi. Lo afferma a chiare lettere la massima autorità comunale in materia, il Responsabile del Servizio Finanziario, motivando il proprio parere negativo sulla regolarità contabile relativa all’assestamento di bilancio. Un fatto grave, che chiama direttamente in causa Sindaco e Amministratori, là dove il Dott. Giovanni Quartulli, a chiare lettere, conclude la motivazioni del proprio parere negativo affermando: “(…) l’atto non è conforme alla vigente disciplina normativa in ordine al rispetto del patto di stabilità e in ordine all’assenza di specifici indirizzi politicoamministrativi relativi alla funzione affidata per legge all’Amministrazione Comunale”. Attenzione: queste non sono parole di qualche Consigliere dell’opposizione ma, lo ribadiamo, del Responsabile del Servizio Finanziario del Comune di Carovigno chiamato dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali (Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n.267) ad esprimere i pareri sulla legittimità tecnica e contabile della Deliberazione di Consiglio Comunale n. 53 del 30 novembre 2006. Nel parere del Dr. Giovanni Quartulli ci sono altri elementi che inchiodano l’Amministrazione Comunale alle proprie responsabilità. Infatti, si legge, la “Relazione sul perseguimento degli obiettivi in tema di Patto di Stabilità interno per l’esercizio 2006”, inviata dal Dott. Giovanni Quartulli nel maggio 2006 al Sindaco e alla Giunta, non ha trovato alcun riscontro. Così come, sempre su richiesta del Responsabile del Servizio Finanziario nel luglio 2006, il Sindaco non si è preoccupato di indicare azioni concrete da perseguire per il rispetto del Patto di Stabilità a cui i Comuni sono chiamati. Eppure la Corte dei Conti ha rilevato che il Comune di Carovigno in sede di Bilancio di Previsione 2006 non rispettava il Patto di Stabilità così come ridefinito dalla Legge Finanziaria 2005. In parole povere, faceva notare che il Comune di Carovigno aveva più debiti del consentito. Ma il Sindaco e l’Amministrazione Comunale non se ne sono preoccupati, anche se più volte sollecitati. Che dire ancora? Lasciamo parlare la competenza del Responsabile del Servizio Finanziario che nella motivazione al proprio parere negativo evidenzia come “il bilancio non è stato considerato nella sua valenza di documento di programmazione che rispecchia il processo di analisi e valutazione, nel rispetto delle compatibilità economico-finanziarie, della possibile evoluzione dell'ente nel senso che non si sta tenendo affatto conto delle conseguenze che tale miopia valutativa e programmatoria può avere sui bilanci futuri”.
Siamo quindi all’inizio della china. Può capitare, e capita, che un Comune non rispetti il Patto di Stabilità, cioè l’insieme delle disposizioni, contenute nelle leggi finanziarie dello Stato a partire dal 1999, a cui anche i Comuni devono attenersi in merito al rapporto entrate-spese. In pratica stabilisce il livello di indebitamento massimo. Ogni comune, quindi, quando approva il Bilancio di Previsione deve tener conto di questi parametri. Il Comune di Carovigno per il 2006 non lo ha fatto. Ma la cosa grave è che l’Amministrazione Comunale nel corso dell’anno non ha attivato al-
cun meccanismo correttivo, per cui a fine novembre si è arrivati all’assestamento del bilancio 2006 senza “assestare” proprio niente. Le conseguenze si riverseranno automaticamente sul bilancio di previsione del 2007, con parametri ancora più sbilanciati, e quindi nel 2008 e così via, con una spirale debitoria che potrebbe sfociare nel dissesto finanziario, ossia nel fallimento del Comune. Non è fantapolitica: il Comune di Taranto insegna. Non tener conto di questi aspetti è leggerezza politica. Un discorso che vale anche per la maggioranza in Consiglio Comunale
“miopia valutativa e programmatoria” un parere ch e n on lascia d ub b i Riportiamo integralmente il “parere di legitti- sta", alla richiesta n.15404 del 18 luglio 2006 a mità ” del responsabile del servizio finanziario, firma del Sindaco, con la quale l'AmministrazioDott. Giovanni Quartulli, reso ai sensi dell'art. ne Comunale è stata invitata a deliberare ade49 del d.lgs. 18.08.2000, n. 267, in merito alla guatamente sulla decisione di rispettare i vincoDeliberazione del Consiglio Comunale di Caro- li di spesa imposti dal Patto di Stabilità; vigno n. 53 del 30 novembre 2006 ad oggetto: vista la nota protocollo 11.23475 del 24 novem“Art.175 comma 8, del D.Lgs. 18 agosto 2000 bre 2006, a firma del Sindaco, di risposta alla non.267. Variazione di assestamento generale del ta n. 23042 del 20.11.2006 del Servizio Finanziabilancio annuale di previsione dell’esercizio fi- rio con la quale si chiedeva di indicare le priorinanziario 2006”. tà da salvaguardare al fine di consentire l'equilibrio e il rispetto del bilancio nonché di un'appo<
che il 30 novembre 2006 ha approvato la Deliberazione n. 53 di assestamento del bilancio di previsione dell’esercizio finanziario 2006 con un parere di legittimità negativo, e che nel dispositivo, cioè nel contenuto di ciò che veniva votato, conteneva tra l’altro anche il seguente “punto 4”: “Di dare atto, altresì, che per l’anno 2006 non si rispetteranno le previsioni di competenza e di cassa così come esplicitati nella Circolare n. 8 del 17 febbraio 2006 del Ministero delle Finanze in applicazione del Patto di stabilità interno di cui all’art. 1, commi da 138 a 150, della legge finanziaria 23 dicembre 2005, n. 266 e che la Giunta Comunale non si è attivata per l’adozione della delibera di presa d’atto per il mancato rispetto dei limiti relativi al Patto di stabilità”. Questa Deliberazione è stata approvata con il voto favorevole dei seguenti 12 componenti del Consiglio Comuale: Zizza, Semeraro, Mele, De Biasi, Barella, Epifani, Pepe, Simeone, Brandi, De Simone, Cervellera, Lanzillotti. Erano assenti i Consiglieri Comunali: Peciccia, Carlucci, Sbano, Locorotondo e Perrino; hanno votato contro: Fusco, Saponaro e Annicchiarico. Su questa faccenda, per il bene di Carovigno e dei carovignesi, i Consiglieri dell’opposizione chiederanno un incontro con il Prefetto. Intanto, al fine della massima trasparenza, a fianco, titolato “miopia valutativa e programmatoria”, riportiamo integralmente il “parere di legittimità” che, ripetiamo, è negativo in ordine alla regolarità contabile, reso dal responsabile del servizio finanziario Dott. Giovanni Quartulli, in merito alla Deliberazione del Consiglio Comunale di Carovigno n. 53 del 30 novembre 2006 ad oggetto: “Art.175 comma 8, del D.Lgs. 18 agosto 2000 n.267. Variazione di assestamento generale del bilancio annuale di previsione dell’esercizio finanziario 2006”. CORRADO TARANTINO nella sua valenza di documento di programmazione che rispecchia il processo di analisi e valutazione, nel rispetto delle compatibilità economico-finanziarie, della possibile evoluzione dell'ente nel senso che non si sta tenendo affatto conto delle conseguenze che tale miopia valutativa e programmatoria può avere sui bilanci futuri; che la formalizzazione della funzione di indirizzo politico e di controllo politico-amministrativo è disattesa stante l'assenza di indicazioni di programma in relazione agli atti fondamentali dell'ente; che lo stesso accade anche, e di conseguenza per quanto sopra, per la funzione gestionale affidata ai responsabili di servizio così come formalizzato dagli artt. 107 e 109 del d.lgs. 18.08.2000, n. 267; si esprime parere positivo in ordine alla regolarità tecnica in quanto formalmente sono rispettati gli equilibri di bilancio e negativo in ordine alla regolarità contabile in quanto l'atto non è conforme alla vigente disciplina normativa in ordine al rispetto del patto di stabilità e in ordine all'assenza di specifici indirizzi politico-amministrativi relativi alla funzione affidata per legge all'Amministrazione Comunale.>>
francamente - nuova serie - n. 20 - GENNAIO 2007 - distribuzione gratuita mensile a cura della sezione "Enrico Berlinguer" dei Democratici di Sinistra di Carovigno Direttore responsabile: Natalino Santoro - Direttore editoriale: Mario Cicorio Reg. Trib. di Brindisi n. 7 del 20.04.2001 - stampa: Nuova g@ srl - Ostuni -
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uesto articolo scaturisce da un’indagine conoscitiva che, a distanza di alcuni anni dai lavori di rifacimento della piazza, punta a raccogliere le opinioni di tantissimi cittadini che hanno voluto offrire il loro contributo alla discussione. È evidente che, essendo ancora vivo il ricordo di questo luogo come punto di incontro, come centro di attività sociali e commerciali, molti ragionamenti viaggiano sull’onda della nostalgia per quanto si è perso, altre sono critiche, anche dure, contro questo progetto di improvvisata devastazione di questo bene, altre ancora sono osservazioni su quanto è possibile fare per cercare di limitare l’impatto di questa scelta. Naturalmente, mi soffermerò sull’aspetto propositivo di questi interventi, tralasciando gli altri che, anche se legittimi, non servono certamente a far ritornare la piazza così com’era. Tra tutti, un suggerimento mi sembra davvero interessante, anche perché riveniente da un addetto ai lavori con tantissimi anni di esperienza sul campo. Intanto, sarebbe opportuno aprire la piazza al traffico automobilistico fino all’incrocio con via Regina Margherita limitandolo ad una certa ora della sera quando maggiormente si concentra il numero di persone che la frequentano, poi, separare la carreggiata riservata al traffico dall’area pedonale con colonnine di ferro o quant’altro, a ristabilire, quasi, la situazione preesistente senza escludere di riservare una corsia al parcheggio temporaneo delle auto. Credo sia un’ipotesi da valutare e tenere in considerazione alla luce dei primi timidi tentativi di riutilizzo della piazza per scopi commerciali. Concludendo, voglio ringraziare quei pochi esercenti che con grande coraggio e caparbietà hanno continuato a svolgere la loro attività impedendone il definitivo declino. PINUCCIO CALÒ
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ingraziamo il lettore per il contributo. Quello della piazza è un argomento molto sentito dai cittadini carovignesi. Abbiamo tutti una grande necessità di ritrovare un punto d’incontro in un paese diventato “ metropolitano” . Per questo ho voluto partecipare anch’io alla discussione, che certamente troverà ancora tanto, tantissimo spazio sulle pagine di questo giornale. Credo che i cittadini carovignesi abbiano bisogno di scendere dalle proprie auto. L’unica forma di vita sociale nella nostra città è quella che si consuma nell’abitacolo della propria autovettura. Fuori dalle auto il nulla. Nessun punto d’incontro, nessun passeggio, nessuno scambio di socialità. C’è chi opta per far transitare la piazza con le macchine, io sono per una Carovigno in cui si torni un po’ a camminare a piedi. Immagino la nostra piazza come luogo frequentato da giovani, anziani, donne e bambini. Immagino i locali con i loro tavolini all’aperto, musica diffusa, allegria e la consapevolezza che se si vuol incontrare qualcuno, si sa dove poter andare. Questo è per me la piazza. Non ho nostalgia della struttura della piazza prima del rifacimento, ma lo sforzo fatto (soprattutto economico) dall’Amministrazione comunale non ha certamente portato effetti positivi. Chissà se fra qualche tempo smetteremo di scrivere pagine tristi e potremo goderci il giusto “ clima” nella nostra cara e controversa piazza. MARIO CICORIO
BELLA CON L’ANIMA
IN DIFESA
Sara Semeraro porta Carovigno nell’olimpo del musical
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artiamo subito dal personaggio di grande prestigio e vasta popolarità, oltre che di provata bravura: Riccardo Cocciante. Poi diciamo che questo famoso cantautore, dopo l’enorme successo mondiale del suo musical “ Notre Dame de Paris” sta allestendo un’altra rappresentazione, “ Giulietta e Romeo” , con debutto a Verona agli inizi di giugno 2007. E adesso veniamo a noi con la notizia che ci riguarda da vicino: del cast di “ Giulietta e Romeo” farà parte la giovane artista Sara Semeraro, che si è fatta conoscere ed apprezzare nella Compagnia musicale “ Apulia” di Carovigno. Una ragazza sicuramente dotata di talento, ma anche in possesso di una valida preparazione di base, acquisita presso la scuola di musica “ De Armonica” del Maestro Franco Carlucci e la scuola di danza “ Arabesque” di Rosanna Tersicci. Due scuole con sede a Carovigno. Allora possiamo ben dire che la bella (con l’anima, però: in riferimento a una famosa canzone di Riccardo Cocciante) Sara Semeraro ha portato Carovigno nei vertici più alti della musica di qualità, facendola approdare di diritto nell’olimpo del musical. Un successo di notevole portata. Il cast è stato scelto attraverso una selezione severissima, a più fasi, che ha visto partecipare ben 1.252 artisti, provenienti anche dall’estero. I responsabili del casting, infatti, fanno sapere che hanno partecipato artisti nati in Germania, Svizzera, Stati Uniti, Russia, Argentina. Bulgaria, Ungheria, Svezia, Albania, Francia, Belgio, Congo ed Egitto. Si tratta ora di sfruttare l’onda lunga di questo successo. Sara Semeraro è ostunese, ma è emersa anche grazie alle professionalità presenti a Carovigno. Scuole di musica e danza capaci di alimentare spettacoli di notevole qualità: dobbiamo prendere atto che Carovi-
Chiesto il riconoscimento dei danni causati dagli “ storni”
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gno, già da tempo un indiscusso punto di riferimento per l’intero territorio, ora ha dimostrato la capacità di competere anche a livello internazionale. Con un genere, tra l’altro, capace di interessare il grande pubblico e per il quale esiste una vasta domanda formativa. Una grossa risorsa che va valorizzata. Gli Amministratori locali sono chiamati ad attivare tutti gli strumenti necessari per farlo. Non si tratta di inventarsi niente, ma solo di lavorare sull’esistente. Non ipotesi astratte (che magari vengono dal freddo) e lontane anche dalle nostre tradizioni, ma solo la disponibilità a far crescere una realtà culturale che già sta dando i suoi frutti, nata dal caldo dell’entusiasmo e della passione della nostra gente. NATALINO SANTORO
segretari dei partiti del centrosinistra: Corrado Tarantino, Vito Uggenti, Michele Lanzilotti, Antonino Palmo Mosaico hanno scritto al Presidente della Regione Puglia: Nichi Vendola, all’Assessore Regionale alle Risorse Agroalimentari: Enzo Russo, al Presidente della Provincia di Brindisi: Michele Errico, al Sindaco del Comune di Carovigno:Vittorio Zizza. Il motivo di tale atto si evince dall’oggetto: «Sollecito interventi per riconoscimento danni causati all’economia agricola del comune di Carovigno dal fenomeno dei “ passeracei storni” e richiesta interventi per scongiurare tale fenomeno» . Difatti nell’ultimo periodo il territorio del Comune di Carovigno (così come quello della provincia di Brindisi) è stato interessato dal fenomeno di una presenza massiccia di storni con gravi danni alla già precaria agricoltura locale e in particolare alle coltivazioni in atto (uliveto e seminativo). I rappresentanti dei partiti del centrosinistra chiedono perciò: «Al Governo Regionale e alla Provincia l’attivazione di tutte le procedure necessarie al fine di ottenere il riconoscimento dei danni all’agricoltura causati dalla calamità dei “ passeracei storni” e nel contempo un intervento istituzionale straordinario e specifico per scongiurare tale fenomeno» . Inoltre sollecitano il Comune di Carovigno ad adottare un atto deliberativo con il quale si riconosce il danno all’agricoltura causato dal fenomeno della presenza massiccia degli storni. L’atto deliberativo deve necessariamente essere accompagnato dalla relazione del locale ufficio tecnico-agricolo nella quale si descrive dettagliatamente l’entità del fenomeno che crea danni alle coltivazioni agricole in atto sul territorio (uliveto e seminativo). Nella relazione tecnica, inoltre, i danni all’agricoltura devono essere necessariamente descritti e quantizzati. La missiva si conclude così: «E’ nostro auspicio che le Istituzioni sopra indicate facciano ognuna la propria parte per rispondere concretamente alle legittime richieste di quei cittadini che in pochi giorni vedono compromesso il lavoro di anni» . LA REDAZIONE
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Contro gli stati ASSASSINI
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addam avanza, barcolla, alza lo sguardo, un lampo di paura nei suoi occhi, ha le mani legate, i boia lo scherniscono. Lo conducono al patibolo, gli sistemano il cappio intorno al collo e lo lasciano penzolare ben oltre la morte. Aldilà di ogni ideologia politica o confessione religiosa, quelle immagini muovono ad un comune sentimento di pietà umana. La pena di morte è abominevole, una barbarie. Saddam Hussein era uno spietato criminale, questo non è in discussione. Ma lo Stato non può commettere un omicidio per giustiziare un assassino. Diventa assassino a sua volta. Uno Stato assassino non puòessere uno Stato di democrazia. È una contraddizione insanabile. “ Occhio per occhio, dente per dente” . Sarebbe questo il modo di regolare i conti con la giustizia? La vicenda Saddam ha chiuso un pessimo capitolo di una storia orrenda. Con l’esecuzione gli è stata regalata una dignità che non aveva. Andava condannato all’ergastolo. Doveva invecchiare in carcere. Perdere la sua spocchia. Questa è la pena più equa per uno che si è macchiato di atroci crimini contro l’umanità. “ L’esportazione della democrazia” (la scusa di Bush e Blair per l’invasione, quando le “ armi di distruzione di massa” non erano state trovate) ha partorito un Governo che, persiste nell’ applicazione della pena capitale in perfetta continuità con il vecchio regime che aveva insanguinato l’Iraq, contravvenendo ad ogni elementare principio dello Stato di diritto e di tutela dei diritti umani. Come si puòcondannare un omicidio e poi applicarlo per legge? Nessuno Stato che si proclami depositario di una tradizione e di una cultura autenticamente democratiche e liberali può sconfessare se stesso, continuando a giustificare la vendetta e la morte come risposta al crimine. La verità storica continua a dimostrare che la rozza giustizia dell’ “ occhio per occhio, dente per dente” non ha alcun fondamento etico e, soprattutto, alcuna efficacia sociale. Gli Stati Uniti, contrariamente a quasi tutti gli stati occidentali, hanno benedetto, per usare un eufemismo, l’impiccagione di Saddam. Contraddizione fra le contraddizioni. Durante il 2005, almeno 2.148 prigionieri sono stati messi a morte in 22 paesi e almeno 5.186 imputati sono stati condannati a morte in 53 paesi. Il 94% di tutte le esecuzioni conosciute è av-
venuto solamente in quattro paesi: Cina, Iran, Arabia Saudita e Usa. In base alle informazioni pubbliche disponibili, Amnesty International ha stimato che in Cina sono stati messi a morte almeno 1.770 prigionieri, sebbene il dato reale sia probabilmente molto più alto. Un esperto legale cinese ha dichiarato che, ogni anno, almeno 8.000 prigionieri sono messi a morte nel paese; la stima è basata unicamente sulle informazioni raccolte da ufficiali locali e giudici, in quanto le statistiche ufficiali sull’applicazione della pena di morte in Cina sono classificate come segreto di stato. In Iran sono stati messi a morte almeno 94 prigionieri, di cui 8 minorenni all’epoca del reato, in aperta violazione dei trattati sottoscritti dalle autorità iraniane a riguardo. In Arabia Saudita almeno 86. In entrambi i paesi, i dati reali potrebbero essere più alti. Nel 2005, Kenneth Boyd è stato il millesimo condannato messo a morte in Usa. Sono 60 in tutto le condanne a morte eseguite nel paese durante l’anno. Ad oggi, purtroppo, ancora 71 paesi mantengono in vigore la pena capitale. Dal 2000, questi sono i metodi utilizzati: Decapitazione in Arabia Saudita e Iraq; Fucilazione in Bielorussia, Cina, Somalia, Taiwan, Uzbekistan, Vietnam e altri paesi; Impiccagione in Egitto, Giappone, Giordania, Iran, Pakistan, Singapore e altri paesi; Iniezione letale in Cina, Filippine, Guatemala, Tailandia e Usa; Lapidazione in Afghanistan e Iran; Sedia elettrica in Usa. Nel 2005 in Usa si è sviluppato un ampio dibattito, tutt'ora in corso, sull'uso dell'iniezione letale. Secondo un rapporto pubblicato da Lancet, una autorevole rivista britannica di medicina, spesso accade che il prigioniero sia cosciente e avverta un dolore intenso durante la procedura, ma, essendo paralizzato, nessuno può accorgersi della sua sofferenza. In Usa, recentemente, la Corte suprema della Florida ha bloccato due esecuzioni con la motivazione che l'iniezione letale possa costituire una "punizione crudele e inusuale" e quindi violare l'ottavo emendamento della Costituzione. Così come in Florida, in altri Stati si sta cominciando a mettere in discussione tale pratica. Se dobbiamo esportare la democrazia, abbiamo almeno il coraggio di farlo senza ipocrisia. MARIO CICORIO
PAGHIAMO DUE AS S ES S ORI AL POS TO DI UNO
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rima di assumere le funzioni, il Sindaco presta giuramento innanzi al Consiglio Comunale, nella prima riunione dopo l'elezione del Presidente, pronunciando la seguente formula: "Giuro di osservare lealmente la Costituzione, le leggi della Repubblica e l'ordinamento del Comune e di agire per il bene di tutti i cittadini". Il Sindaco nomina gli Assessori, attribuendo gli incarichi per settori e per progetti, convoca e presiede la Giunta Comunale. Puòrevocare uno o più Assessori, dandone motivata comunicazione al Consiglio Comunale. Il ruolo dell'assessore, nell'attuale sistema, è sostanzialmente quello di collaboratore del Sindaco, dal quale dipende la stessa nomina nell'incarico. L 'Assessore è legato al Sindaco da un rapporto fiduciario: egli, così come può nominarlo, allo stesso modo può revocarlo. Capita anche nelle migliori famiglie di litigare e, cosi, anche nelle compagini governative degli enti locali, nonostante l'elevato tasso di stabilità loro conferito dalla vigente normativa, accade che talvolta qualche componente venga, presto o tardi, ripudiato. Sebbene l'atto di revoca da parte del Sindaco di un Assessore risulti caratterizzato da un’ampia discrezionalità, in quanto attiene al rapporto fiduciario tra Sindaco ed Assessore, è necessario che tale atto sia fornito di una sufficiente motivazione, che imponga allo stesso di dare motivata comunicazione della revoca al Consiglio Comunale ed ai cittadini che lui rappresenta. Perché allora il nostro Primo cittadino nell'agosto 2006 sulla Lanterna del popolo ha rilasciato la seguente dichiarazione: “ L'Assessore De Simone ha messo sul piatto le sue dimissioni con tranquillità e serenità, e di questo lo devo ringraziare…” ? Mentre successivamente l'Assessore De Simone, per far valere i suoi diritti lesi, si è rivolto al Giudice Amministrativo, TAR di LECCE? I giudici, peraltro, hanno accolto il ricorso dell’Assessore, riconoscendogli il diritto ad essere reintegrato nella delega e il percepimento delle indennità pregresse. In questo modo, le nostre povere casse comunali, per un periodo di tempo, hanno avuto n° 2 assessori per la stessa delega. Secondo il Giuramento fatto all’atto del suo insediamento, nella fattispecie, il Sindaco ha davvero agito per il bene e nell’interesse di tutti i cittadini? MICHELE LANZILOTTI
La Scuola Profe s s ion ale A lb e rg h ie ra d i C arov ig n o: “ un a b e lla re altà ”
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on l’anno nuovo, vogliamo iniziare a fare indagini conoscitive sulle potenzialità che il nostro territorio puòriuscire ad esprimere se si riesce a creare un circuito virtuoso tra politica e società, innescando processi di maggiore attenzione di quest’ultima alle esigenze di crescita della città che può avvenire in sintonia con una politica consapevole della necessità di uscire dagli schemi della contrapposizione quando si tratta di lavorare per il bene della collettività. Siamo andati a fare visita all’Istituto Professionale Alberghiero di Carovigno e la prima cosa che ci ha colpito è stata la gentilezza dei professori, degli addetti, dei ragazzi e del responsabile della scuola, il Prof. Angelo Basile.
Siamo al terzo anno di attività della struttura, ci ha detto, e si è passati dai settanta alunni del primo anno ai duecentocinquanta di oggi e la cosa più sorprendente è che, per la prima volta, sono i ragazzi dei paesi limitrofi a raggiungere il nostro territorio e non viceversa. Noi siamo arrivati senza preavviso ma, nonostante questo, abbiamo potuto constatare il massimo impegno, serietà e professionalità dei ragazzi addetti alla sala bar, alla sala ristorazione, alle cucine. Voglio ringraziarli, a mezzo stampa, per l’ottimo caffè che mi hanno offerto. La scuola sta crescendo al punto che si renderanno necessarie, con l’inizio del nuovo anno scolastico, altre aule, una palestra attrezzata e degli ulteriori spazi per attività sempre correlate all’apprendimento. Angelo mi diceva che l’Amministrazione Provinciale ha preso impegno pubblico relativamente alla realizzazione di questo progetto e noi, come giornale, cercheremo di essere presenza attenta affinché questi impegni vengano mantenuti. Una cosa importante che traspare dal lavoro dei ragazzi è il fatto che tantissimi di loro credono fortemente in quello che fanno ed hanno consapevolezza che i loro studi ben si sposano con un territorio che se saprà sfruttare le sue potenzialità, potrà rappresentare anche il loro futuro lavorativo. Ribadiva il prof. Basile che difficilmente trovi realtà d’eccellenza quale è il territorio di Carovigno che coniuga la collina con il mare, la piana di Serranova con quella stupenda realtà che è Torre Guaceto.
Peccato perché abbiamo dovuto verificare anche fenomeni di vandalismo quali rottura di vetri e zanzariere che non avremmo voluto vedere e che ci auguriamo non succedano più nella certezza che in ognuno di noi crescerà la consapevolezza che il territorio è come il nostro salotto di casa che mai ci permetteremmo di distruggere. Terminiamo questo breve intervento con l’augurio alla scuola di consolidarsi come realtà territoriale e con l’auspicio che la politica, unitamente alla società civile, faccia la propria parte con determinatezza, con un pizzico di fantasia e con una buona dose di passione. PINUCCIO CALÒ
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“La Pignata Scasciata”
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uando la “ pignata si scascia” bisogna porvi rimedio. Un tema così delicato va affrontato con tutta la famiglia, ma come fare a mettere a freno gli isterismi paterni? Basta trovare soluzioni originali e tutti vissero felici e contenti. Mercoledì 4 e giovedì 5 gennaio 2007 il gruppo teatrale “ Lu Pizzuttinu” ha messo in scena la divertentissima commedia in tre atti dal titolo “ La Pignata Scasciata” . Già un’ora prima dell’inizio, tanta gente, non solo bambini, ma uomini e donne di ogni età, hanno cominciato a gremire il “ teatro” della scuola media statale A. M. Cavallo, tant’è che alle ore venti, quando era previsto di alzare il sipario, non c’erano più posti disponibili e molti si sono dovuti arrangiare in piedi. Tante ed esilaranti le risate che i pittoreschi personaggi: Franciscu DI PISCIACCHIU (Francesco CARPARELLI), Cuncittina DI RANCEDDA (Francesca LA CAMERA), Maculata (Antonella LA CAMERA), Papa CARMELU (Giovanni LANZILOTTI), Titinu LU PUDDISCIARU (Antonio LOTESORIERE), Rinzuddu LU SACRISTANU (Arcangelo LANZILOTTI), Ziella LA BIATELLA (Simona SAPONARO), Luccia LA BIATELLA (Piera CELINO), Momò (Carmine ANTELMI) hanno regalato ad una platea entusiasta. Due ore di puro divertimento hanno reso lieta la serata ai grandi e ai più piccini. Davvero bravi gli attori che hanno reso frizzante la commedia recitando con verve e spigliatezza non da dilettanti. Francesco Carparelli e Francesca La Camera, bravissimi, hanno saputo trascinare il pubblico con una mimica e una serie di gag da strappa applausi. La commedia, rivisitata e recitata in vernacolo, è stata diretta da Luigi Cesaria: in una Carovigno dove la cosa più importante è il giudizio della gente, la povera Maculata è costretta ad un matrimonio riparatore con l’ingenuo Titinu dai genitori Franciscu e Cuncittina. Matrimonio riparatore benedetto dal parroco Papa Carmelu. Ma alla fine arriva Momò ed il finale è a sorpresa.
L L’’a an ng go ol lo o d de el l B Ba as sk ke et t Con la giornata disputata tra Sabato 6 e Domenica 7 gennaio si è concluso il girone di andata del campionato di serie “ D” di pallacanestro maschile. Sicuramente positivo il bilancio generale delle due compagini locali che militano in questa serie. Senza luci né ombre il cammino della “ Pallacanestro” , che con quattordici punti è attestata esattamente a metà classifica, posizione di tutto rispetto per una matricola. La squadra ha inanellato sette sconfitte su sette lontano dalle mura amiche. Riscattandosi però nelle gare interne laddove ha collezionato altrettante vittorie, perdendo solamente il derby con la “ New Basket” nella seconda di campionato. Buono il finale di girone. Dopo aver sfiorato il colpaccio esterno a Brindisi contro “ Quelli che il Basket” , una delle formazioni più accreditate per la vittoria finale (sconfitta patita di soli due punti ai supplementari), è seguita una grande vittoria nel giorno della Befana contro la capolista Nardò. Formazione che prima della pausa natalizia, era riuscita ad espugnare il campo del Monopoli, squadra che fino ad allora stava dominando incontrastata il girone. In entrambe le partite grande prestazione del play Pierluigi Rubino e dell’ala Giuseppe Bagnardi. Due ragazzi che dopo qualche incertezza di inizio stagione, hanno preso fortemente in mano le redini della squadra, dimostrandosi finora i due acquisti più azzeccati. Ancora meglio il bilancio su sponda New Basket, che con diciotto punti in carniere è situata nei primi tre o quattro posti, in piena zona play off. Dopo un inizio di stagione alta-
lenante, i ragazzi dei patron Magli e Carlucci hanno inanellato una serie impressionante di sei vittorie consecutive, serie culminata nel trionfo casalingo contro la capolista Monopoli prima della sosta di Natale. Partita in cui Dario e Calò hanno sfoderato una prestazione non da una, ma forse da due categorie superiori, e che ha portato la squadra al secondo posto in classifica, proprio dietro al Monopoli ed al Nardò che nel frattempo aveva approfittato del passaggio a vuoto dei ragazzi baresi, affiancandoli in classifica. Brutta sconfitta però alla ripresa del campionato sul difficile campo di Manduria. Scarsa vena al tiro di Dario, data l’insufficiente illuminazione del campo e pesantezza fisica oltremodo accusata dal play Calò, data la mancanza di cambi e la durezza del terreno di gioco, fanno si che per la New Basket sia notte fonda già dall’inizio. Sconfitta di undici punti ed ambizioni ridimensionate per il roster di mister Mautarelli. Niente di compromesso però, visto che c’è un intero girone di ritorno da giocare, e visto che dalla prossima gara la New Basket potrà contare sul nuovo acquisto Petracca, giocatore brindisino proveniente dalla C2. Per invitare tutti quanti a seguire le partite al palazzetto, in fondo all’articolo vi segnaliamo le date e gli orari delle prossime gare interne delle due squadre locali. Prima però vogliamo soffermarci su due fatti di cronaca che hanno sconvolto l’ambiente cestistico provinciale. Vale a dire due tagli eccellenti e nello stesso tempo inspiegabili operati da due so-
Molto probabilmente quella Carovigno non è tanto lontana dalla Carovigno dei giorni nostri, ma il gruppo teatrale “ Lu Pizzuttinu” l’ha saputa rappresentare al meglio riscuotendo un meritato successo. MARIO CICORIO
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cietà locali. Il primo avvenuto in seno alla società di B2 dell’Assi Ostuni, la quale ha deciso un mese fa di tagliare il suo uomo più rappresentativo, il giocatore che con la sua classe ed esperienza aveva contribuito più di tutti al salto di categoria due anni fa, quando l’Ostuni vincendo il campionato di C1 fu promosso in B2. Parlo ovviamente del grande, ex nazionale, Max Di Santo. Mandato via dalla dirigenza dei nostri vicini di casa per far posto al “ quarantenne” Avenia. Un altro taglio che ha fatto scalpore è avvenuto proprio in casa nostra, su sponda “ Pallacanestro” . La cui dirigenza ha preso l’opinabile decisione di mettere fuori squadra il pivot locale Andrea Pascale per poter ingaggiare l’ala mesagnese De Fazio. Taglio eccellente che ha fatto scalpore non solo per le qualità tecniche, morali ed umane dell’atleta nostrano, ma soprattutto perché egli rappresentava “ l’ultimo giocatore carovignese” a disposizione della società dopo le continue e ripetute defezioni che si sono succedute dall’inizio
Sabato 20-01-07 ore 18:00 Sabato 03-02-07 ore 19:15 Domenica 04-02-07 ore 18:00 Sabato 17-02-07 ore 19:15 Domenica 18-02-07 ore 18:00 Sabato 03-03-07 ore 19:15 Domenica 04-03-07 ore 18:00 Sabato 17-03-07 ore 19:15 Domenica 18-03-07 ore 18:00 Sabato 31-03-07 ore 19:15 Domenica 01-04-07 ore 18:00 Domenica 22-04-07 ore 19:15 Domenica 29-04-07 ore 18:30
del torneo. “ Pallacanestro” , che adesso si troverà a battere un record poco invidiabile e nello stesso tempo difficilmente eguagliabile in queste categorie minori (Promozione e Serie D). Vale a dire quello di dover giocare un intero girone di ritorno solo con giocatori “ stranieri” , vista anche l’impossibilità di schierare i ragazzi del settore giovanile, perché tesserati con l’Ostuni. È lecito affermare, alla faccia dell’articolo del mese scorso? (Vedi il numero precedente di Francamente). Chiudiamo come promesso segnalandovi date ed orari delle prossime gare interne delle due formazioni locali di pallacanestro, ed incitandovi tutti quanti ad avvicinarvi al basket, per scoprire cosa significa per i ragazzi seguire o meglio ancora praticare questo sport, e per cercare di capire cosa stia succedendo nell’ambiente, discorso anche questo iniziato il numero scorso e rimasto ancora in sospeso. NICO VITA
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