il giornale dalla parte dei carovignesi
francamente SPAZZATURA: ASSENZE, ENI GMI E NOCCI OL I NE
Carbinia S.p.A.: un cattivo affare
per il servizio di igiene urbana i conti del Comune non tornano
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indaco: assente. Giunta: assente. Maggioranza: assente. Tutti assenti quando si tratta di dar conto ai cittadini su scelte nel cui operato il Sindaco era presente, la Giunta era presente, la Maggioranza in Consiglio Comunale era presente. O almeno così si presume che fosse. Sarebbe cosa molto grave se certe scelte di grossa rilevanza politica ed economica fossero operate in assenza degli organi preposti a farlo, magari calate dall’alto da qualche Grande Fratello. Capita così che in merito all’articolo “Sembrava fosse oro, invece era spazzatura” di Corrado Tarantino, pubblicato nella prima pagina dello scorso numero di “Francamente”, chi interviene in merito al costo del servizio di igiene urbana è l’ing. Mariantonietta Uggenti, Capo Settore Ambiente e Gestione del Territorio. Un dipendente comunale, quindi, e non un politico: che chiede, però, di rettificare un articolo i cui contenuti sono squisitamente politici. Ringraziamo, intanto, l’ing. Mariantonietta Uggenti per la sensibilità dimostrata verso un problema molto sentito dai cittadini. E prendiamo atto delle sue affermazioni: la Multiservizi Carbinia S.p.A. costa al Comune di Carovigno meno di quanto costava la Tradeco. E fornisce dei dati. A questo punto nasce un enigma: se il servizio costa meno perché i cittadini pagano di più? Anche perché il risparmio, secondo i dati forniti dal Capo Settore Uggenti, sarebbe notevole: prendendo come riferimento il 2005, il costo annuo del Servizio di Igiene Urbana con la Carbinia S.p.A. risulta di 1.567.774.40 euro mentre con la Tradeco risulta di 2.069.220,09 euro. Ma sempre stando ai dati forniti dal Capo Settore nella medesima lettera il canone annuo alla Carbinia è di 1.260.000,00 euro e alla Tradeco è di 1.007.209,00 euro. Il canone alla Carbinia S.p.A., quindi, è superiore di quello alla Tradeco. Ma al Comune la gestione Tradeco costa più di quella della Carbinia S.p.A. Un altro enigma. La risposta, qui, è abbastanza semplice. I costi di gestione che il Comune avrebbe pagato alla Carbinia S.p.A. sono di comparazione ipotetica (infatti la Carbinia nel 2005 non ha gestito il servizio) mentre in merito alla Tradeco sono riportati, oltre al canone e ai costi aggiuntivi canonici, anche altre spese aggiuntive contingenti come, ad esempio, l’aumento dei costi del conferimento dei rifiuti in discarica, la revisione del canone contrattuale dovuto agli indici ISTAT, tra cui anche quelli pregressi rispetto al 2005. Da ciò si desume che se nel 2005 il servizio di igiene urbana fosse stato gestito dalla Carbinia S.p.A., dato il canone superiore e attenendosi ai costi aggiuntivi reali, dovuti a qualsiasi gestore, sarebbe costato al Comune circa 2.230.000 euro. Ossia oltre 160.000 euro in più del servizio pagato alla Tradeco. Oltre 300 milioni delle vecchie lire. Che non sono noccioline. NATALINO SANTORO
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Carbinia S.p.A. è una società di servizi costituita tra Comune di Carovigno e Italia Lavoro e si occupa della manutenzione degli immobili comunali, del trasporto alunni con servizio scuolabus, delle pulizie degli immobili comunali, della refezione scolastica, dei servizi cimiteriali, della gestione del patrimonio comunale e dei servizi di igiene urbana. Con il presente articolo cercheremo di fare un po’ di chiarezza su quelle che sono le peculiarità della convenzione stipulata dal Comune di Carovigno e le ragioni che hanno portato alla costituzione di questa società Multiservizi, soffermandoci sugli aspetti economico-finanziari della vicenda, rimandando ai prossimi numeri l’approfondimento sulla gestione dei servizi. Essa è stata costituita con atto deliberativo del Consiglio Comunale n. 46 del 29 novembre 2004, nel quale si legge che l’amministrazione comunale ha deciso di istituire tale società allo scopo di: incrementare i servizi alla cittadinanza e contemporaneamente attivare una riduzione dei co-
sti gestionali dell’ente; tutelare meglio e direttamente il proprio patrimonio immobiliare e liberare forze dipendenti dal comune per avviare attività che ad oggi, per carenza di organico, non sono gestite al meglio e di stabilizzare 9 lavoratori provenienti dai precedenti piani di impresa che il comune aveva stipulato. La durata della convenzione è di anni 5 rinnovabili e con una ricaduta occupazionale di 54 addetti, di cui 39 unità a tempo indeterminato e 15 a tempo determinato. Dal Piano di Impresa tecnico, economico e finanziario della Carbinia si evincono gli aspetti più importanti della gestione della società. Il Capitale sociale con cui è stata costituita la Carbinia ammonta a 400mila euro di cui il 51% (204mila euro) versato dal comune di Carovigno, e il restante 49% (196mila euro) versato da Italia Lavoro. L’attività realizzata dalla società Multiservizi è remunerata attraverso un impegno finanziario assunto dall’Amministrazione Comunale di Carovigno pari a euro 2milioni135mila+Iva annui per il triennio
Carovign o: u n ’altra Taran to? Il Consiglio Comunale ha discusso l’assestamento di bilancio del nostro Comune. Non ci preoccupa tanto il mancato rispetto del Patto di stabilità. Ciò che ci preoccupa è, invece, la relazione presentata dal Responsabile del servizio finanziario, da cui emergono fatti gravi per il bilancio del nostro Comune e per il futuro del nostro territorio: 1. Il Sindaco, più volte sollecitato, non ha indicato azioni da perseguire per il rispetto del Patto di stabilità, sottraendosi in tal modo ad un suo preciso dovere; 2. il Sindaco e la giunta non hanno programmato azioni e interventi compatibili con le possibilità finanziarie e, in tal modo, non tengono conto delle conseguenze che si avranno sui bilanci futuri; 3. il Sindaco e la Giunta non assolvono alla funzione di in-
dirizzo politico e di controllo politico-amministrativo sugli atti fondamentali dell’Ente; 4. il Sindaco e la Giunta non assolvono alla funzione affidata per legge all’Amministrazione comunale. Noi non pensiamo ci sia altro da aggiungere rispetto a quanto è stato scritto dal Dirigente del Servizio Finanziario. Tutto riporta alla illegittimità. È per questo che noi abbiamo chiesto l’immediato invio di tutti gli atti del Bilancio alla Corte dei Conti, preoccupati che l’ombra del dissesto finanziario possa travolgere la nostra Comunità. Non vogliamo che Carovigno diventi un’altra Taranto. ROSETTA FUSCO (CAPOGRUPPO DS PROVINCIA DI BRINDISI)
2005-2007. Inoltre, il Comune deve farsi carico del rimborso delle spese sostenute dalla società per l’acquisto di tutti i materiali ed accessori necessari allo svolgimento dell’attività. Se non bastasse, tutti gli immobili necessari alle attività della Carbinia (sia quelli per il ricovero dei mezzi, sia quelli amministrativi) saranno dati in comodato gratuito ventennale dal comune. Il primo punto critico sta proprio nella sostenibilità economica di questa operazione. Tant’è vero che, ormai, la stragrande maggioranza degli Enti pubblici tende ad evitare l’utilizzo di società miste per la gestione dei servizi comunali. Sono di estrema attualità infatti il crac finanziario del Comune di Taranto dovuto ad una gestione allegra del patrimonio pubblico e il fallimento della multiservizi di Francavilla Fontana che sarà posta in liquidazione per una situazione patrimoniale definita “in coma irreversibile”. In particolare la situazione di Francavilla Fontana ci deve far riflettere poiché denota alcune analogie con la situazione carovignese. Anche in quel caso il Comune aveva una partecipazione del 51% del capitale sociale e la mutiservizi gestiva le stesse attività della Carbinia S.p.A. Costituita nel 2000, già nel 2003 denunciava gravi perdite costringendo il Comune di Francavilla a versare altri soldi nelle casse della società. Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, il Comune ha già provveduto all’acquisto dei mezzi per le operazioni di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed assimilabili, per lo spezzamento stradale, lavaggio cassonetti ecc., contraendo un mutuo superiore ai 500mila euro. Ritengo una scelta grave e dannosa quella operata dall’Amministrazione perché ha impegnato le già sgangherate casse comunali in un impegno finanziario a lungo periodo difficilmente sostenibile, che dovrà essere pagato ancora una volta dai cittadini. CORRADO TARANTINO
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Lo stato di abbandono dei Beni Architettonici di Carovigno
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ono ormai due anni che il noto Arco di Porta Brindisi, in via Cattedrale, verte in un pericoloso stato di abbandono e di degrado. Tutto è iniziato in un inverno come altri, in seguito ad una pioggia persistente che ha indebolito la struttura dell’arco stesso, rendendola pericolante. A quel tempo, si ritenne utile provvedere dapprima e in modo piuttosto provvisorio, con un intricato sistema di ponteggi in legno, per sostenere la spinta laterale esercitata dall’arco, cui sarebbe seguito, in un secondo momento, mai arrivato, un intervento responsabile e duraturo, finanziato non si sa da chi (se dal Comune o dal proprietario del bene, dato che esiste una controversia in corso) e non si sa come (con quali fondi), ma in ogni caso con un intervento autorizzato dagli Organi competenti (quale la Soprintendenza ai Beni Architettonici per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etno-Antropologico per le province di Lecce, Brindisi e Taranto). Se da un lato il primo rimedio è apparso tuttavia comprensibile, o quantomeno giustificabile data l’urgenza del caso, dall’altro lato, invece, non si può comprendere oltre, il perdurare di un atteggiamento di incuranza del pubblico e del privato, verso un bene architettonico così importante per la nostra cittadina. Probabilmente tra i tanti impegni che accentrano le risorse fisiche e mentali dei nostri Amministratori, i finanziamenti vinti faticosamente per realizzare opere “maestose” di falso recupero storico (come quello del parco provinciale, in via Santa Sabina), e dopo la fatica per imbastire uno scellerato sviluppo turistico, fatto di speculazione delle aree costiere e di furba privatizzazione dei palazzi civici più belli del nostro centro storico, stimolato dal famoso “Progetto di Quartiere” del 2004, non si è avuto davvero il tempo e l’intenzione di occuparsi dell’arco medievale…(oltre che degli altri Beni immobili da recuperare!) A tutt’oggi quindi, non puònon saltare agli occhi di tutti, dal carovignese al turista di passaggio, il degrado di molte emergenze ar-
chitettoniche di Carovigno, proprio a partire dall’arco a sesto acuto di Porta Brindisi, ancora abbandonato, nonostante l’interesse di alcuni cittadini e le loro richieste di recupero. Si è lasciato perdurare uno stato di abbandono che costituisce anche un pericolo per i passanti, ma cosa ancor più grave, senza che si sia giunti a risolvere l’annosa disputa tra il pubblico e il privato per il restauro conservativo dell’immobile, secondo quanto previsto dagli art. 14 e 16 della legge n. 1089 del 1939, che regolano le opere di conservazione di beni di interesse storico-artistico appartenenti ad enti o istituti riconosciuti o a privati. Fra le tante spiegazioni di questo stato di cose, ce ne sovviene una, molto sensata: la mancanza di responsabilità, sensibilità e di competenza nell’affrontare questo tipo di argomenti e le problematiche loro annesse. Da tempo sono previsti finanziamenti pubblici per il restauro, il recupero e la riqualificazione in genere, dei centri storici, ma anche di singoli immobili di interesse storico caduti in degrado, abbandono o disuso, per la realizzazione di progetti Comunali o di Consorzi di Comuni, che mirino all’occupazione dei loro giovani: non ultimo il noto bando regionale CIPE con cui la Regione Puglia invitava i Comuni alla presentazione di proposte per la realizzazione di “Progetti di riqualificazione urbana con particolare riferimento agli interventi di rivitalizzazione economica e sociale rivolti alle fasce giovanili della popolazione…” si diceva “attraverso forme di progettazione partecipata, che mettano in gioco i giovani per riqualificare piazze e spazi urbani, in particolare le periferie, ma anche rafforzare i legami sociali, per difendere l’ambiente, per irrobustire un nuovo senso civico, per favorire una positiva dimensione multiculturale”… È necessario RECUPERARE il nostro PATRIMONIO CULTURALE per far rivivere di nuova linfa Carovigno e il suo passato. E allora, ricorrendo in loro aiuto, mi permetto di suggerire la consultazione di un importantissimo documento internazionale: Car-
L’OCCHIO SPIONE NON È LEGALE
chiediamo che sulla questione dei photored a Carovigno intervenga l’On. Mele
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o avevamo definito l’occhio spione. Ma ora dobbiamo dire: occhio spione e fuorilegge. Sul numero di luglio 2005 avevamo sollevato la questione dei photored installati ai semafori di Carovigno, avanzando alcuni dubbi sul loro corretto funzionamento. E si spiegava come con quel sistema d’uso di tali apparecchiature non si raggiungeva l’obiettivo della maggior sicurezza agli incroci ma l’esatto contrario. Ci siamo tornati nel numero di luglio/agosto 2006, evidenziando alcuni aspetti di notevole portata. Si diceva in quell’articolo, come il Giudice di Pace avesse dato ragione ai Cittadini che avevano presentato ricorso, annullando le multe e la decurtazione dei punti sulla patente. Quelle sanzioni erano illegittime perché il sistema non era a norma. E chi aveva pagato in buona fede e si era trovato con i punti decurtati? Veniva avanzata un’ipotesi: andavano risarciti. Ora si aggiunge un fatto nuovo. Il Comandante della Polizia Municipale di Carovigno Emilio Parisi, in una dichiarazione riportata da alcuni organi di stampa, tra cui il Quotidiano di Brindisi del 30 ottobre 2006 in un articolo di Giuseppe E. Brandi, tra l’altro, afferma: “(…) La rilevazione delle infrazioni commesse dagli automobilisti ai semafori, infatti, è subordinata alla presenza della polizia municipale vicino ai semafori muniti di photored (…)”. A Carovigno questo non accadeva. Perché, si diceva, il Photored F.17A utilizzato agli incroci carovignesi era omologato per funzionare, e quindi sanzionare, anche in mancanza dei Vigili Urbani. Ma ora, dopo che sono fioccate migliaia di multe, il servizio è stato disattivato “a causa dell’insufficiente numero di Vigili in organico”. I casi sono due: o l’Amministrazione Comunale sapeva che il Photored F.17A non poteva funzionare senza Vigili e lo ha tenuto lo stesso in servizio, oppure ha ricevuto un bidone dalla ditta fornitrice che gli ha rifilato un apparecchio non omologato al funzionamento senza Vigili spacciandolo per uno a norma. Un fatto di tale gravità, lesivo per i diritti dei Cittadini, non può finire così, semplicemente spegnendo i photored e scordandosi del passato. Chiediamo, allora, all’On. Mimmo Mele, deputato al Parlamento in rappresentanza di tutti i Carovignesi, compreso quelli che sono stati ingiustamente sanzionati dai photored fasulli, di rivolgere al Ministro delle Infrastrutture e al Ministro degli Interni una interrogazione al fine di fare piena chiarezza sulla questione. NATALINO SANTORO
ta per un Turismo Sostenibile - Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile - Lanzarote, 27/28 aprile 1995, siglato tra vari paesi del Mondo, in cui si ribadiscono alcuni principi fondamentali, molto semplici, per lo Sviluppo Sostenibile… Al fine di rispolverare, per chi lo avesse dimenticato, o farlo sapere, a chi ancora lo ignorasse, il significato profondo del binomio Sviluppo Sostenibile e il motivo per cui c’è stato bisogno di Siglare un documento ufficiale mondiale sul suo nome. Non resta che AugurarVi una Buona lettura e invitarVi a una doverosa Riflessione... CARMELA IAIA
A Carovigno... cercasi PRO LOCO
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alle pagine di questo giornale facevo notare, nello scorso numero, la presenza di segnali nella direzione del recupero del nostro patrimonio storico e archeologico che definivo timidi tentativi. Sono contento che, in tanti, hanno condiviso questa mia attenzione manifestando l’intenzione di aprirsi ad ulteriori iniziative. Sempre nello scorso numero, il brillante intervento del segretario dei DS, Corrado Tarantino che, in risposta ad una mia provocazione politica, risollevava il tema di una società civile che a Carovigno è inesistente. Concordo pienamente con Corrado nella constatazione che esiste una realtà in cui gli alibi al disimpegno di ognuno di noi vengono, a volte, con qualche leggerezza, forniti dall’inefficienza presunta o reale delle amministrazioni e delle opposizioni. Su questo argomento voglio tornare a riflettere partendo da alcune considerazioni. Intanto, non mi spiego il perché di una società civile che non riesce a incidere nelle scelte di futuro della propria città, quando a fronte, poi, assistiamo ad una crescita qualitativa dell’associazionismo che a Carovigno si avvale di tre rispettabilissimi gruppi sbandieratori, associazioni podistiche, ciclistiche, musicali, sportive, di danza, del tempo libero, per non parlare della Croce Rossa e di quanto, sicuramente, mi è sfuggito in questa elencazione. Io credo manchi, tra le associazioni, un collegamento che faccia di loro motore propulsivo della crescita della città. E voglio lanciare un esempio di coordinamento possibile citando, con un plauso, l’articolo dell’amico Do-
menico Basile che, dalle pagine del suo giornale, ha fatto un’analisi puntuale e precisa delle condizioni in cui versa il nostro Castello. Come si fa a non essere in sintonia con lui, come può l’associazionismo non essere attento a questa problematica assistendo, passivamente, all’assalto disordinato a questo immobile che porterà al suo più totale degrado. E qui non si tratta di essere contro questa o quella amministrazione, di essere rossi o neri, di parte o non di parte. La politica deve smetterla di giocare a creare contrapposizioni finalizzate unicamente alla propria sopravvivenza o tornaconto. Significa essere contro l’Amministrazione o contro il Sindaco quando si chiede un piano di utilizzo e razionalizzazione del Castello? Significa essere contro l’Amministrazione o contro il Sindaco quando s’invoca l’intervento su una situazione di caos che si è venuta a creare nel nostro traffico interno? Significa essere contro l’Amministrazione o contro il Sindaco quando si chiedono strumenti di regolamentazione che, tutelando l’ambiente, preservino lame, zone archeologiche, zone umide ecc.? Mi fermo qui perché vorrei lasciare al contributo dei lettori l’approfondimento di queste considerazioni. Un’altra cosa voglio dire a proposito dell’inesistente coordinamento tra le associazioni e lo faccio con una domanda che pongo a me stesso ed ai lettori. Per caso, questo, non è dovuto anche ad una Pro Loco inesistente sul nostro territorio? PINUCCIO CALÒ
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Topi, buste di plastica e cani randagi
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ei pressi della Chiesa Nuova, nell’angolo formato da Via Giusti, Don F.Andriani e via N. Brandi, c’è un gran terreno incolto, dove si riuniscono i cani randagi del paese. La scarsa attenzione dell’amministrazione comunale è riuscita a creare un posto per loro: qui, liberi possono rincorrersi nell’erba, sdraiarsi al sole, giocare anche con dei simpatici topolini… È offerto loro anche del cibo: peccato che al posto delle ciotole siano usate delle tremende buste di plastica, le quali non vengono più raccolte da chi le porta. L’erba è alta e quelle poche volte (forse due nell’arco di un anno) che gli addetti puliscono il terreno, si dimenticano di portare con loro l’erba tagliata lasciandola lì.
Complice il vento, essa svolazza sporcando. Cosa si potrebbe fare? Se questo terreno appartenesse a qualcuno, si potrebbe convincerlo a pulirlo frequentemente, in modo da evitare gruppi di cani affamati, sporchi che vi si radunano. Cercando di evitare la rabbia di coloro che vivono e lavorano: insicuri nel fare giocare i bambini, insicuri nel camminare di sera per paura dei cani e spaventati dalla possibilità di ritrovarsi i topi in casa. Non è l’unico posto in cui si avverte questo senso di decadimento e d’indifferenza da parte dell’Amministrazione (se ne potrebbero citare tantissime, ad esempio le spiagge alla fine di maggio o le zone periferiche adibite a discarica). Vogliamo iniziare a pulire? Dobbiamo aspettare che il nostro paese, già di per sé deriso e compianto, diventi un immondezzaio? Chi, con i suoi atti di scarsa importanza per il paese, contribuisce a sporcarlo con gesti assurdi come quello di buttare la propria, personale spazzatura in terreni periferici o anche meno isolati, non si meravigli quando Carovigno è additato come un paese sporco e incivile. Se non si cerca di aiutarlo, purtroppo, il nostro paese rimarrà sempre così: privo di vita e privo di maturità… Se non è possibile fermare un treno in corsa, almeno proviamo, partendo dalle piccole cose, a farlo decelerare… stiamo andando verso il nulla. MARIA ANTONIETTA GRECO
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19 novembre scorso a Ceglie Messapica assegnando il I TROFEO MASSERIE FERRUZZO & JAZZO si è conclusa l’ultima gara di MTB UISP 2006. 50 BIKERS si sono riuniti per gareggiare lungo un percorso di 9km all’interno della masseria promotrice e sponsorizzatrice dell’evento. Qui, hanno ripetuto 4 volte il percorso, in alcuni tratti tra asfalto e sterrato, imbattendosi in una discesa da brivido, dove si raggiungevano i 50 km/h. In una giornata quasi primaverile il campione provinciale 2006 MTB per la categoria senior è stato Domenico Primicerio detto Mincuccio, percorrendo in meno di un’ora due giri; mentre il campione provinciale 2006 MTB per la categoria C è stato Arcangelo Vitale di San Michele Salentino che corre con il gruppo di Carovigno. Congratulazioni dalla redazione e un grazie anche a voi per questa passione sportiva e questa volontà di partecipare e vincere. LA REDAZIONE
C’era una volta la Pallacanestro Carovigno
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o sport unisce tutti gli uomini del mondo. La riprova di ciò è che l’unica manifestazione planetaria che richiama tutti, ma proprio tutti, i paesi del mondo, sono le Olimpiadi sportive. Carovigno ha uno strano rapporto con lo sport, nella fattispecie con il basket. Esattamente 24 anni fa cominciai a giocare a Pallacanestro. La nostra nazionale di calcio si era appena laureata campione del mondo, quando io rimasi affascinato da un altro sport emergente. Qualcuno sicuramente ricorderà due grandi campioni locali di pallacanestro. Il mitico e compianto Claudio “ Lupetto” Malagoli, il più grande tiratore puro che abbia conosciuto. Il “ piccolo-grande uomo” Checco Fischetto, uno dei più grandi playmaker dell’epoca, allora oscurato a livello nazionale, solo dalla presenza in quel ruolo di Marzorati e Caglieris, due mostri sacri della storia della nostra pallacanestro. Tutti e due i sopraccitati facevano parte della grande Pallacanestro Brindisi, che proprio quell’anno centrò lo storico traguardo della promozione in serie “ A” . Fu proprio grazie alle gesta di questi due grandi giocatori che io decisi di intraprendere questo sport, approdando così alla corte dell’avvocato Salvatore Camposeo, allora presidente della Pallacanestro Carovigno. A quell’epoca si giocava al campo sportivo, cioè all’aperto, con gli ovvi disagi che ne conseguivano. Partite giocate sotto i più svariati agenti atmosferici (vento, pioggia, neve ecc.), spesso senza avere neanche la possibilità di allenarsi in settimana. Ricordo la prima volta che giocai in un impianto coperto, mi sembrò di entrare nel Madison Square Garden. Era il palazzetto di San Vito. Questo ha comportato, nei venti anni a seguire in cui si è giocato sempre all’aperto, una notevole difficoltà per la dirigenza della società a portare avanti il discorso della creazione e della crescita di un adeguato settore giovanile. Questa mancanza di ricambio generazionale ha causato non pochi problemi, anno dopo anno, ad allestire una squadra di promozione all’altezza della situazione. Quando si cercava di prendere qualche giocatore esterno per elevare il livello tecnico della rosa, si riceveva sempre un sonoro due di picche. Venire a giocare a Carovigno, una volta l’anno, risultava un incubo per tutti, figuriamoci giocarci tutto l’anno. Mi ricordo le scuse più strambe dei giocatori interpellati. Chi diceva che doveva portare il figlio al parco giochi, chi, invece, si scusava ma la domenica mattina doveva andare a messa con la fidanzata. Fortunatamente, in
quegli anni, venne fuori un gruppo di ragazzi molto valido, di cui io posso dire con fierezza di farne parte e che ha portato avanti, con qualche sporadico innesto negli anni a seguire, la carretta della Pallacanestro Carovigno praticamente fino ai giorni nostri. Tra mille difficoltà, si sono affrontati tanti campionati di promozione ed anche tre campionati di serie “D”, mettendo in campo sempre roster di tutto rispetto, e “ soprattutto” , solo con giocatori “ carovignesi” . Il 2001 è stato l’anno della svolta. Finalmente l’inaugurazione del Palazzetto dello Sport sembrava aver fatto smuovere le acque. Le premesse sono state più che positive. Sono decollati definitivamente due centri Minibasket. Uno legato strettamente alla Pallacanestro Carovigno. L’altro alla Delphian Basket, società nata anni prima da una costola della precedente, ma fino ad allora in buoni rapporti l’una con l’altra. Ebbene, quando sembrava che tutto dovesse procedere per il bene del Basket carovignese, ecco che questi rapporti si inaspriscono inaspettatamente. Un inesplicabile intreccio di gelosie e contrasti indefinibili nasce tra i vertici delle due società. Diatriba che va avanti ormai da cinque anni. L’anno scorso, la Delphian Basket, non avendo una squadra Senior e volendo dare uno sbocco ai ragazzi provenienti dal suo settore giovanile, decide di acquistare i diritti della serie “D”. Non disponendo di materiale umano locale, è costretta ad ingaggiare almeno sei o sette giocatori esterni, i quali stavolta, grazie all’offerta economica, ed alla prospettiva di giocare in un bell’impianto, si sono ben guardati dal rifiutarsi. A distanza di un anno, anche la Pallacanestro Carovigno ha fatto richiesta di ripescaggio in serie “D”. Una volta ottenuto il diritto, ha pensato bene di non essere da meno dei cugini dirimpettai. Così, dopo un’attenta campagna acquisti, ha ingaggiato anch’essa sei o sette giocatori esterni, molti dei quali provenienti da squadre militanti in categorie superiori. Tutto ciò senza considerare che, se da una parte ha effettivamente contribuito ad innalzare il tasso tecnico del team, dall’altra ha probabilmente gettato alle ortiche, innanzitutto la valenza dello zoccolo duro della squadra, cioè il gruppo di giocatori locali ancora a disposizione della società. In secondo luogo, lo sbocco concreto di alcuni giovani provenienti dal vivaio e che finalmente quest’anno potevano essere aiutati a migliorare e valorizzati. Quindi, la situazione attuale è che, se un profano oggi si avvicina alla pallacanestro, vede che a Carovigno ci sono si, due squadre di
basket di serie “D”, ma che entrambe hanno non solo il quintetto, ma i sette decimi della squadra, composta di giocatori esterni. La conclusione logica che ne trae, è che a Carovigno non ci sono giocatori in grado di giocare in questa categoria, e di conseguenza non ci sono neanche allenatori in grado di far crescere un settore giovanile locale. Come si può dargli torto davanti all’evidenza dei fatti? Ma chi, come me, non’è un profano, a partire dalle dirigenze di entrambe le società, sa benissimo che le cose non stanno così. Allora come si spiega tutto ciò? Purtroppo non è semplice rispondere a questa domanda senza entrare in dettagli piccanti, i quali non ritengo opportuno trattare, per non perdere il clima di assoluta imparzialità e moderazione che caratterizza il filo conduttore di questo articolo. Vorrei porre, invece, all’attenzione del lettore e, di rimando, alle due società sopraccitate, un’altra precisa domanda. Ma è proprio necessario qui a Carovigno, un paese con un bacino d’utenza inferiore a quindicimila abitanti, avere due squadre di serie“D”? Vi risulta conveniente avere, fra entrambe le società, ben “quattordici” giocatori più un allenatore, “quindici” elementi esterni? La maggior parte dei quali sotto lauto compenso mensile? O forse non’è meglio avere un'unica società di categoria, che includa tutto il materiale umano “carovignese”, più due o tre acquisti esterni ben mirati? Con una piccola parte dell’enorme cifra che si verrebbe a risparmiare, non sarebbe auspicabile investirla nel settore giovanile e nel minibasket, magari ingaggiando per un paio d’anni un istruttore nazionale, che lavori in simbiosi con i nostri istruttori, sia nei progetti scolastici che nei centri minibasket? Diciassette anni fa è caduto il muro di Berlino. Perché quello che c’è qui a Carovigno dev’essere ancora in piedi? Vorrei chiudere citando uno dei tanti episodi allegorici tratto dal romanzo “I Promessi Sposi”: Renzo, andando a chiedere un parere al dottor Azzecca-garbugli, gli portava in dono quattro capponi vivi, “…li legò insieme dalle zampe tenendoli a testa in giù. E quelli ignari di essere affratellati da un comune destino (la pentola) durante il tragitto si beccavano tra di loro…” C’era una volta la “ Pallacanestro Carovigno” . ...Evviva “quella” Pallacanestro Carovigno. NICO VITA
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ventisei Novembre, in una giornata caldissima, si è svolta, come annunciato sullo scorso numero di Francamente, la XXIII edizione della maratona di Firenze. Nella meravigliosa città rinascimentale, l’A.S.D. Podistica Carovignese ha partecipato con ben quattro atleti che hanno percorso 42 chilometri e 195 metri, partendo da piazzale Michelangelo e, attraverso il centro storico cittadino; dal quale si potevano scorgere gli scorci di Palazzo Pitti e del meraviglioso nonché suggestivo Ponte Vecchio, sono giunti in piazza Santa Croce. I nostri atleti, con tanto impegno e concentrazione, hanno ottenuto dei tempi notevoli e addirittura Antonio Marraffa, il primo dei quattro a tagliare il traguardo, si è classificato 699esimo su 7600 partecipanti; impiegando 3h e 13m.
Likkiu Likkiu = (L) Salvo Valente = (S) Nome? (L): Angelo (S): Salvatore Soprannome? (L): Likkio Ghilli Ghilli (S): Nessuno Età? (L): 67 (S): 17 Professione? (L): contadino (S): studente maturando La tua giornata tipo? (L): ore 5:00 campagna, casa, campagna, partito fino alle 21:00 (S): ore 7:00 scuola, casa, compiti, Moog, Ostuni e/o partito fino alle 23:00 Titolo di studio? (L): Prima elementare (S): Terza media
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MARIELLA CAMPOSEO
Tre aggettivi per definirti… (L): simpatico, affascinante e sincero (S): lunatico, riflessivo, polemico Tre aggettivi per definire Carovigno... (L): bella, pulita, piccola (S): arretrata, noiosa, venduta Da 1 a 10, quanto soddisfa le aspettative degli anziani/giovani? (L): 10 (S): 4 e mezzo Ti senti sicuro a Carovigno? (L): si (S): in parte… dove sono i poliziotti da quartiere promessi da Berlusconi? Non ne ho visto uno! Cosa ne pensi dell'amministrazione Zizza? (L): non va, Carovigno..si è guastata! La piazza è diventata un posteggio! (S): alquanto Berlusconiana
Cosa pensi del Governo Prodi? (L): giovani ed anziani va bene..per salvare l'Italia e il sanamento...non va bene per la Ds (S): coerente col proprio programma Cosa cambieresti di Carovigno? (L): cambiare la piazza ed i giovani (S): la mentalità chiusa Dove vorresti vivere? (L): in campagna (S): a Miami beach Citaci un proverbio… (L): Cristu chiovi sempri sobbra lu bagnatu (S): Il lupo perde il pelo, ma non il vizio Un saluto alla Sinistra Giovanile (L): Un po’ di educazione...auguro di studiare e di avere un posto (S): ciao ragazzi
gno:un m onum ento al l ’ i nci vi l tà, al l ’ i ndecenza, al l a schi f ezza,all assi sm o e al La stazi one diCarovi
m enef reghi sm o dituttiici ttadi niresi dentii n questo paese.
Una stazi one dovrebbe essere uno deitantisegnidi sti nti videl l a ci vi l tà e ospi tal i tà diun paese.M a ci ò
non val e,ovvi am ente,per Carovi gno.Certo item pisono cam bi ati ,è vero.Le f errovi e del l o stato,nel
corso degl ianni ,hanno dovuto l i mi tare sem pre pi ù gl ii nvesti m entiperf arf ronte ad una pi ù m oderna ri organi zzazi one delcom parto del l ef errovi e.Chine ha f atto l e spese sono statisoprattutto ipi ccol ipae-
si .Iri sul tatidiquestiam m odernam enti ,poi ,sono a tutt’ oggisf oci atinel l af al l i m entare gesti one deisu-
perpagatim anager .M a tutto ci ò,com unque,cosa ha a che f are con i lf atto diavere una pi ccol a stazi o-
ne deitreni ,quanto m eno pul i ta,con qual che f i ori era e con un m i ni m o disi curezza?
Eppure,a quanto ri sul ta,è frequentata al m eno neibrevitragi ttida operaie studentie da tutte quel l e persone che non hanno un propri o m ezzo.
Sf i do chi unque a trovare pertutto i ltragi tto Bari -Lecce una stazi one cosìschi f osa com e quel l a diCaro-
A cura di Aldo Bellanova
vi gno.Sem bra distare nelf ar-west.M a nonostante tutto nessuno se ne f rega ni ente:non se ne f regano
ni ente iresponsabi l idel l e FFSS;non se ne f regano ni ente ipol i ti cidiCarovi gno si a dim aggi oranza che
diopposi zi one (hanno al tro da pensare che queste baggi anate);se iprospettidel l e propri e case (con
annessigi ardi ni )f ossero cosìm alri dottichi ssà se inostripol i ti cif arebbero qual cosa.Abbi am o anche i lcoraggi o,i n tal icondi zi oni ,dii nseri re Carovi gno neici rcui tituri sti ci .
Secondo voi ,cosa pensa un turi sta che m al auguratam ente scende al l a stazi one diCarovi gno? O che so-
AL RESPONSABILE DELLE FF.SS.
l am ente transi ta senza f erm arsi ? Non trovo l e parol e.Eppure,basterebbe così poco a dare un al tro
aspetto sem pl i ce e decoroso.
Dichil a col pa? Dinessuno natural m ente:non sono responsabi l il ef errovi e,non è responsabi l ei lSi n-
E AL SINDACO
daco,non sono responsabi l iici ttadi ni .È col pa del l a nostra arretratezza m ental e e cul tural e,dituttico-
l oro che vi vono i n questo paese:ti tol atie non.Itrenipassano m a Carovi gno non ri esce a prenderne nes-
suno.Forse perché non sisa dove andare.Non ri m ane che aspettare,aspettare,aspettare
P.S.:Chi unque vogl i a i nol trare una sem pl i ce cartol i na su un qual si asiprobl em a ad una qual si asiper-
sona può f arl o l i beram ente scri vendo al l a redazi one delgi ornal eo i nvi ando una e-m ai la : al dobel l ano-
va@ l i bero. i t
Un
adino dal citt saluto
DEL COMUNE DI CAROVIGNO
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Anche gli altri non sono stati da meno e hanno impiegato rispettivamente: Mario Marraffa 3h e 28m; Angelo Cisternino 3h e 30m e Fedele Lanzillotti 3h e 57m. Sempre stimolati e incoraggiati dal presidente dell’associazione podistica Carmelo Buongiorno, hanno dato prova di vera bravura e di grande passione per il loro sport. La loro voglia di partecipare, di lottare e di raggiungere risultati sempre più importanti li porterà il prossimo anno alla maratona di Roma (marzo), alla maratona di Padova (aprile), a quella della serenissima Venezia (ottobre) fino ad accarezzare e, ci auguriamo per loro, raggiungere New York nel 2008. La redazione si congratula per i meravigliosi risultati ottenuti e vi promettiamo di documentare e seguire tutte le vostre future maratone; affinché la vostra corsa diventi anche la nostra per un futuro migliore, più armonioso ed emozionante. LA REDAZIONE
Gusto e tradizioni La Lega navale italiana sez. San Vito dei Normanni organizza delle serate di degustazione di pesce fritto. Questi gli appuntamenti a cui la cittadinanza è invitata a partecipare: sabato 23 dicembre e domenica 7 gennaio 2007 in piazza a San Vito dei Normanni, mentre sabato 30 dicembre l’appuntamento con il gusto è fissato presso il castello di Carovigno. La Lega navale italiana sez. San Vito dei Normanni, inoltre, in occasione del Santo Natale, invita la cittadinanza a visitare il presepe allestito nella sede nautica di Specchiolla e promette di non lasciare i visitatori a stomaco vuoto. Saranno infatti offerte le tradizionali “ pettole di natale” , per cui l’appuntamento con le tradizioni è veramente completo. Non resta altro che partecipare. LA REDAZIONE UN CAROV IG NO F ORM ATO RE AL Ca m
G
p ion i d e n tro
iovani di Carovigno, uniamoci. Sembra essere questo il motto della nuova squadra di calcio “Real Carovigno”. Entusiasmo, tanto e puro entusiasmo, sta coinvolgendo molti giovani e meno giovani che, con il contributo economico, ma soprattutto offrendo la propria collaborazione spontaneamente, stanno creando qualcosa di nuovo, di pulito. Di questi tempi nel calcio di pulito c’è veramente poco, dirigenti che con gli ideali dello sport hanno poco da condividere, calciatori mercenari, tifosi violenti ecc. Invece no, c’è qualcosa di pulito, si chiama Real Carovigno. Sono partiti dal basso, dall’ultimo scalino calcistico, l’inferno della terza categoria. Si sono messi in discussione questi ragazzi, solo per il proprio paese. Non ci sono stipendi né per i calciatori né per chi dando l’anima mette a disposizione il proprio tempo per organizzare trasferte, per pulire gli spogliatoi o per appendere una semplice locandina, lasciando la propria famiglia e le tradizionali polpette domenicali per stare dietro ad una squadra: il Real Carovigno. Gente che lavora o che studia tutta la settimana dà qualcosa di proprio, di profondo a questa squadra senza chiedere in cambio né denari né fama, solo la passione dello stare insieme e magari di vincere insieme.
Carovigno ha bisogno dei suoi giovani, del loro contributo. Questo è un esempio, uno splendido esempio che tutto il paese deve sostenere con la propria passione. Allora la domenica, di settimana in settimana, la gente sulle tribune aumenta di pari passo con l’entusiasmo. Non costa nulla sostenere il Real, come non costa nulla sostenere Carovigno, questo si che è sport. Grazie ragazzi per l’impegno, grazie Real per il coraggio. Questo l’organigramma del REAL CAROVIGNO Presidente: Vincenzo Gentile; Vicepresidente: Salvatore Cecere; Dirigenti Accompagnatori: Giony Zizza, Gianfranco Fusco, Rocco Marraffa, Sandro Giannoccaro, Pietro Cecere, Luigi Caputo, Rodolfo Cavallo; Allenatore: Salvatore Gentile; Giocatori: Felice Locorotondo, Giovanni Bellanova, Fabio Bellanova, Vincenzo Gentile, Salvatore Gentile, Vittorio Di Tullio, Giovanni Caliolo, Marco Fusco, Fabrizio Saponaro, Pietro Cecere, Giuseppe Balestrieri, Angelo Apollone, Antony Carlucci, Stiven Lanzilotti (unico straniero), Damiano Lanzilotti, Carmine Carparelli, Nicola Cretì, Giuseppe Mele. GIOVANNI CALIOLO
Body building - Push power Aerobica - Step - Latino Balli di gruppo - Ginnastica dolce - Karate tradizionale Aerofit m arzial - Fitboxe Via S. Quasimodo, 18 - CAROVIGNO (B R ) Tel. 0831.994030
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