RAPPORTO MICRORGANISMOOSPITE 1. COMMENSALISMO (MICROBIOTI) 2. SIMBIOSI MUTUALISTICA (MICROBIOTI) 3. PARASSITISMO (PATOGENI)
POPOLAZIONI MICROBICHE DEL CORPO UMANO
Quantità di microrganismi presenti in ufc/ml, ufc/g,ufc/cm2
Microrganismi normalmente residenti
MICROBIOTA=FLORA MICROBICA
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE
Stomaco e Duodeno
COLON Digiuno e Ileo
500 SPECIE DIVERSE DI MICRORGANISMI
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Fattori che influenzano la composizione del microbiota
VELOCITA’ DEL FLUSSO
PRESENZA DI OSSIGENO
pH
SOSTANZE ANTIMICROBICHE
DIETA
Microbioti del tratto G-I nell’uomo adulto (Log n. batteri/g contenuto) stomaco digiuno ileo colon AEROBI Enterobatteri 0–2 0–3 2–6 4 – 10 Streptococchi 0–3 0–4 2–6 5 – 10 Stafilococchi 0–2 0–3 2–5 4–7 Lattobacilli 0–3 0–4 2–5 6 – 10 Miceti 0–2 0–2 2–3 2–6 ANAEROBI Batteroidi rari 0–2 3–7 10 – 12 Bifidobatteri rari 0–3 3–5 8 – 12 Cocchi rari 0–3 2–5 8 – 11 Clostridi rari rari 2–4 6 - 11
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: da dove vengono? il microbiota intestinale deriva dall’interazione tra ospite e ambiente
Isolauri E. et al, 2004, BP &RCG, 18, 299-313
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Specie più rappresentative
Bifidobatteri
- nel neonato il 90 % dei microbioti è rappresentato da Bifidobatteri;
- nell’individuo adulto i Bifidobatteri costituiscono solo il 50 %
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Rapporti con l’ospite
E’ possibile suddividere i microbioti in tre gruppi in relazione al loro comportamento nei riguardi dell’ospite umano : -potenzialmente dannosi : Proteus, Staphylococcus, Clostridi, Veillonella, Prevotella, Candida -indifferenti o benefici: Bacteroides, batteri enterici, Enterococcus. -benefici : Lactobacillus, Eubacterium, Bifidobacterium
Bifidobatteri
Gram positivi, Anaerobi obbligati
Gram positivi, Anaerobi facoltativi
Lattobacilli
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Cosa fanno?
FUNZIONI NUTRITIVE-METABOLICHE Sintesi e produzione 1- vitamine del gruppo B 2- vitamina K 3- acidi grassi a catena corta (BUTIRRATO, PROPIONATO
Metabolizza 1- acidi biliari 2- farmaci
ACETATO)
MICROBIOTI E SISTEMA IMMUNE 1- importante ruolo nello SVILUPPO e OMEOSTASI del sistema immunitario 2- produzione di s-IgA 3- mantiene uno stato permanente di INFIAMMAZIONE FISIOLOGICA
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Cosa fanno?
Antagonismo con potenziali patogeni Microbioti
Patogeni
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Cosa fanno?
Antagonismo con potenziali patogeni
Antagonistic activities of lactobacilli and bifidobacteria against microbial pathogens
Servin A.L. FEMS Microb. Review , 2004, 28, 405-440
Rapporto Ospite-Microbiota SIMBIOSI MUTUALISTICA
VANTAGGI PER L’OSPITE 1. Vitamine e fattori nutrizionali 2. Antagonismo con potenziali patogeni 3. Stimolazione del sistema immunitario VANTAGGI PER I MICROBIOTI 1. Disponibilità di nutrienti 2. Condizioni ambientali ottimali (temp., pH, O2, aw)
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Cosa faremmo senza di essi? Come valutare il microbiota intestinale. Considerazioni sperimentali
•Studi condotti su animali germ-free (axenici)
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Come valutare il microbiota intestinale. Considerazioni sperimentali
Colonie di E. coli in agar MC La maggior parte delle specie batteriche del nostro microbiota intestinale sono scarsamente coltivabili in laboratorio Metodi molecolari alternativi: 16S rRNA, PCR, FISH ecc.
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Questioni aperte
La funzione della maggior parte dei membri della comunità microbica è sconosciuta •Gnotobioti •Studio della comunità microbica nel suo complesso •Interazioni tra i microbi e tra i microbi e l’ospite
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Fattori che modificano la composizione della comunità microbica
•STRESS •ANTIBIOTICI •MALATTIE •BATTERI PATOGENI • VIRUS •DIETA
CONSEGUENZE di un alterato microbiota intestinale 1. funzioni fisiologiche alterate 2. cattivo assorbimento di nutrienti 3. indebolimento delle difese immunitarie 4. infezioni 5. diarrea o stipsi Clostridium difficile
MICROBIOTI DEL TRATTO GASTRO- INTESTINALE: Cosa succede se si rivoltano contro l’ospite?
Batteri normalmente residenti
Condizioni cliniche associate alla flora microbica normale
PROBIOTICI 1882 - Metchinkoff
Primi studi
alta concentrazione di LATTOBACILLI = MAGGIORE SALUTE E LONGEVITÀ DELL’UOMO
1965 – Lilly e Stillwell
Prima definizione:
“… è probiotico qualsiasi sostanza o microrganismo in grado di contribuire all’equilibrio della flora batterica…”
1998 – Salminen “…PROBIOTICI come MICRORGANISMI vivi presenti nei cibi che hanno un effetto positivo sulla salute umana”
Using probiotics and prebiotics to improve gut health Tuohy, K.M . et al Drug Discovery Today, 2003, 8 (15), 692-700
Batteri lattici - aggregato Lactobacillus acidophilus: Lactobacillus gasseri Lactobacillus crispatus Lactobacillus amylovorus Lactobacillus gallinarum Lactobacillus johnsonii - aggregato Lactobacillus casei: Lactobacillus paracasei Lactobacillus rhamnosus - Lactobacillus reuteri - Lactobacillus salivarius - Lactobacillus plantarum - Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus - Streptococcus thermophilus Bifidobatteri: - Bifidobacterium longum - Bifidobacterium bifidum - Bifidobacterium breve - Bifidobacterium infantis - Bifidobacterium animalis - Bifidobacterium lactis Altri microrganismi: - Enterococcus faecium - Propionibacterium spp. - Saccharomyces boulardi
PROBIOTICI Caratteristiche
acido e bile resistenza sicurezza ed efficacia difesa della mucosa intestinale; antagonismo verso batteri patogeni
Caratteristiche dei microrganismi probiotici I microrganismi per essere considerati probiotici devono soddisfare i seguenti requisiti: •essere di provenienza intestinale. I microrganismi probiotici devono essere normali componenti della microflora dell’intestino umano in condizioni di salute; •essere assolutamente sicuri per l’impiego nell’uomo senza causare effetti collaterali specialmente in pazienti debilitati o immunocompromessi; •essere attivi e vitali alle condizioni ambientali che sono presenti a livello intestinale •essere resistenti ad un basso pH, al succo gastrico, alla bile ed al succo pancreatico; •essere in grado quindi di persistere, almeno temporaneamente,nell’intestino umano
Rapporto Microrganismo –Ospite
Parassitismo Azione patogena dei batteri 1) Penetrazione all’interno dell’ospite 2) colonizzazione dei tessuti dell’ospite 3) resistenza ai meccanismi di difesa 4) malattia Fattori di virulenza 1) Fattori di attacco 2) Fattori di invasione e colonizzazione 3) Strategie per sfuggire ai meccanismi di difesa dell’ospite 4) Danneggiamento dei tessuti
PATOGENICITA’ E VIRULENZA
PATOGENICITA’ E VIRULENZA
Malattia infettiva E’ “LA RISULTANTE” TRA L’AZIONE PATOGENA DEL MICRORGANISMO E LA RISPOSTA DIFENSIVA DELL’OSPITE
Fattori di attacco dei batteri alle cellule dei tessuti ospite BATTERI
Streptococcus pyogenes Streptococcus mutans Streptococcus salivarius
ADESINE Proteina F Glicosil transferasi Acidi Lipoteicoici
Streptococcus pneumoniae
Proteine di superficie
Staphylococcus aureus
Proteine di superficie
Neisseria gonorrhoeae
Pili
E. coli Enterotossigeno
Pili tipo I
E. Coli Uropatogeno
Pili tipo I
Bordetella pertussis
Pili
Vibrio cholerae
Pili
Treponema pallidum Mycoplasma
Peptide della membrana esterna Proteina di membrana
Adesione dei batteri ai tessuti dell’ospite
Rapporto tra i batteri patogeni e le cellule dell’ospite
Fattori di invasione e colonizzazione INVASINE
BATTERI
ATTIVITA
Ialuronidasi
Streptococci, staphylococci e clostridi
Collagenasi
Clostridium
Collagene
Neuraminidasi
Vibrio cholerae e Shigella dysenteriae
Acido neuraminico
Coagulasi
Staphylococcus aureus
Chinasi
Staphylococci e streptococci
Leucocidine
Staphylococcus aureus
Antifagocitaria
Streptolisine
Streptococcus pyogenes
Antifagocitaria
Emolisine
Streptococci, staphylococci e clostridia
Fosfolipasi
Lecitinasi
Clostridium perfringens
Fosfolipasi
Clostridium perfringens
Ac.ialuronico
Fibrinogeno/Fibrina Plasminogeno/Plasmina
lecitine fosfolipidi
DIFESE COSTITUTIVE
Difese innate, non specifiche, Pronte per l’uso
DIFESE COSTITUTIVE DELL’OSPITE 2. Barriere anatomiche,ecc. 3. Proteine, peptidi, enzimi antimicrobici 4. Risposta infiammatoria (Fagocitosi)
Fagociti professionali
neutrofili macrofagi
INGLOBARE E DISTRUGGERE I MICRORGANISMI
Fasi della fagocitosi •RICONOSCIMENTO •INGESTIONE E FORMAZIONE DEL FAGOSOMA •FORMAZIONE DEL FAGOLISOSOMA •DIGESTIONE
Fase di riconoscimento
IgG FcR CR
OPSONIZZAZIONE
OPSONIZZAZIONE
OPSON= SALSA
Facilita il processo di riconoscimento Microbo invasore
OPSONINA, IgG Recettore FcR
FRAMMENTO Fc
FAGOCITA
Respiratory Burst Esplosione respiratoria Produzione di radicali tossici dell’ossigeno
Glucose +NADP+ G-6-P-dehydrogenase NADPH + O2 Cytochrome b558
Pentose-P + NADPH -
NADP++ O2
-
2O2 + 2H+
H2O2 + 1O2
Superoxide dismutase 2
2O + H2O2
.OH + OH- + 1O2
Esplosione respiratoria
H2 O2 + Cl-
OCl- + H2O
myeloperoxidase 2OCL- + H2O -
2O2 + 2H+ Superoxide dismutase 2 H2 O2 catalase
-
O2 + Cl-+ H2O
1
H2O2 + O2H2O + O2-
Batter i
AZIONE TOSSICA DEI BATTERI Caratteristiche delle esotossine • Natura proteica • Alto potere immunogeno • Attività enzimatica • Azione citotossica (specifica o ampia) • Azione a “lungo raggio” • E’ possibile ottenere dei tossoidi
TOSSINE Cholera toxin(A-5B) Diphtheria toxin (A/B) Pertussis toxin (A-5B) E. coli heat-labile toxin LT (A-5B) E. coli heat stable toxin ST Shiga toxin (A/5B) Pseudomonas Exotoxin A (A/B) Botulinum toxin (A/B) Tetanus toxin(A/B) Anthrax toxin LF (A2+B) Bordetella pertussis AC toxin (A/B) and Bacillus anthracis
Tossina difterica Azione tossica
Interagisce con recettori cellulari Prodotta da Corynebacterium diphtheriae •Tossina di tipo A/B •Pm 60KDa •535 aminoacidi
Meccanismo d’azione della tossina difterca
Inibizione della sintesi proteica della cellula ospite
Basi genetiche e molecolari dei fattori di virulenza
Fattori di virulenza Cromosoma principale
Plasmidi
Batteriofagi Trasposoni
Evoluzione patogena dell’Escherichia coli
GENOMICA EVOLUTIVA E. coli non virulento
2. Cambiamento di virulenza.
DNA batterico
1. Trasferimento genetico. Coniugazione Trasduzione Trasformazione
3. Malattie intestinali: dovute ai geni per i fattori di virulenza Adesine Invasine Enterotossine Citotossine
DNA batterico E. coli virulento
Plasmidi
Endotossina (LPS)
Endotossina o LPS
Attività tossica dei batteri ENDOTOSSINE
ESOTOSSINE
NATURA CHIMICA
Lipopolisaccaride(mw = 10kDa)
Proteine (mw = 501000kDa)
Relazione con la cellula batterica
Parte della membrana esterna
Estracellulare, diffusibile
Termoresistenza
si
no
ANTIGENICITA
SI
SI
FORMAZIONE DI TOSSOIDI
No
SI
POTENZA
Relativamente bassa (>100μg) Relativamente alta (1 μg)
SPECIFICITA
bassa
alta
ATTIVITA ENZIMATICA
No
solitamente
PIROGENICITA
SI
occasionalmente
Fattori di virulenza dello Staphylococcus aureus
Staphylococcus aureus è un patogeno molto versatile Siti di infezione e malattie provocate da S. aureus
PATOGENICITA’ DI S.AUREUS • Lo S. aureus è causa di lesioni superficiali della pelle quali: • • • •
Impetigine Ectima Infezioni dei follicoli dei capelli Infezione secondaria delle ferite della pelle
• Sindrome di desquamazione cutanea da stafilococco • Sindrome da shock tossico • Scarlattina da stafilococco
Inoltre lo S. aureus è in grado di determinare infezioni più gravi come:
polmonite mastite flebite meningite infezioni del tratto urinario osteomielite endocardite Lo S. aureus è una causa importante di infezioni ospedaliere; è anche causa di intossicazioni alimentari dovute al rilascio di enterotossine negli alimenti.
Esotossine batteriche TOSSINE PRODOTTE DA S.AUREUS α-tossina: shock settico β, δ-tossina: ruolo sconosciuto
γ-tossina e leucocidina: la prima emolitica, la seconda necrotica Enterotossine: emesi TSST-1: shock tossico ET: sindrome da desquamazione cutanea
POSSIBILI FATTORI DI VIRULENZA ESPRESSI DURANTE LA PATOGENESI DI ALCUNE INFEZIONI DI Staphylococcus aureus
FOLLICOLITE Colonizzazione: adesine Invasione: Invasine: stafilochinasi Altri enzimi (proteasi, lipasi, nucleasi, collagenasi, elastasi. ecc.) Resistenza alla fagocitosi: coagulasi, leucocidine Resistenza alla risposta immune: coagulasi Azione tossica: tossine citotossiche (emolisina e leucocidine)
POLMONITE
Colonizzzione: adesine Invasione: Invasine: stafilochinasi, ialuronidasi Altri enzimi (proteasi, lipasi, nucleasi, collagenasi, elastasi. ecc.) Resistenza alla fagocitosi: coagulasi, leucocidina, emolisina, carotenoidi, superossidodismutasi, catalasi, crescita a basso pH Resistenza alla resposta immune: coagulasi, variazione antigenica Azione tossica: Tossine citotossiche (emolisine e leucocidine)
I POSTULATI DI KOCH Critiche
• Alcuni microrganismi patogeni non sono coltivabili • Poiché alcuni patogeni crescono solo in un ospite umano, il loro studio richiederebbe la sperimentazione sull’uomo • Alcune specie commensali possono avere un ruolo patogeno • …. • …..
Chiave molecolare
1. L’inattivazione dei gene o dei geni sospettati del carattere di virulenza deve fare diminuire la virulenza in modo sostanziale 2. La sostituzione del gene mutato con il gene originario ripristina la virulenza 3. Il gene /i geni per il fattore/fattori di virulenza deve essere espresso durante la patogenesi 4. Gli anticorpi diretti contro il prodotto del gene hanno un’azione protettiva
DIFESA SPECIFICA CARATTERISTICHE DEL SISTEMA IMMUNITARIO • SPECIFICITA’ • MEMORIA • CAPACITA’ DI DISCRIMINARE TRA SELF E NON SELF
NON IMMEDIATAMENTE DISPONIBILE
SISTEMA IMMUNITARIO
Immunità cellulomediata LINFOCITI T
Immunità umorale
LINFOCITI B
Sistema immunitario
Immunità umorale Linfociti B
Plasmacellule
Immunità cellulo-mediata Linfociti T Regolazione
ANTICORPI
Produzione di Interleuchine
CITOTOSSICITA’
Caratteristiche degli antigeni
• Alto peso molecolare ( proteine, zuccheri) • Complessità chimica • Non-self Molecole o strutture microbiche con caratteristiche antigeniche: LPS, flagelli, pili, peptidoglicano, capside, esotossine ecc.
Caratteristiche della difesa costitutiva e della difesa immunitaria
Difesa costitutiva Antigene independente Immediatamente disponibile
Non specifico Nessuna memoria
Difesa immunitaria Antigene dipendente Periodo di adattamento Specifico Sviluppo di memoria immunitaria
Anatomia del sistema immunitario
Ruolo dei Macrofagi nella risposta immune
I macrofagi sono cellule APC (Antigen Presenting cell)
Macrofagi=APC cellule presentanti l’antigene
IMMUNITA’ CELLULO -MEDIATA • Linfociti TH (CD4)
TH1: ATTIVAZIONE DEI MACROFAGI E DELLE CELLULE NATURAL KILLER
TH2: ATTIVAZIONE IMMUNITA’ UMORALE
• Linfociti Tc (CD8): Linfociti citotossici • distruzione delle cellule infette • rigetto trapianti • distruzione delle cellule tumorali
I linfociti T CD8-citotossici- possono interagire direttamente con l’antigene
LINFOCITI T CD8 CITOTOSSICI
IMMUNITA’ UMORALE
ANTICORPI
Struttura degli anticorpi • Catena leggera:
Disulfide bond
– VL & CL
Carbohydrate
– Catena pesante CL
– VH & CH1 - CH3 (o
VL
CH4)
CH2
CH1 VH
Hinge Region
Regione cerniera
CH3
Classi delle Immunoglobuline • • • • •
IgG – catene pesanti Gamma IgM - catene pesanti Mu IgA - catene pesanti Alpha IgD - catene pesanti Delta IgE - catene pesanti Epsilon
Rapporto tra Struttura/Funzione negli anticorpi
Fab sito di legame per l’antigene
Sito di legame del Sito di legame per i recettori del frammento Fc
Complemento Frammento FC
Risposta primaria Risposta secondaria
Sistema del complemento
Complesso MAC Membrane Attack Complex
Citotossicità cellulamediata anticorpo dipendente ADCC
Superantigene prodotto da S.aureus
Stimolazione incontrollata dei linfocitiT
artificiale
IMMUNIZZAZIONE ATTIVA
naturale
IMMUNIZZAZIONE PASSIVA naturale naturale