PROGETTO “FRAGINE RESTART”
Foto d’epoca - Piazza S. Maria . La Fontana caratterizzava tutte le piazze di Fraine. Con la messa in opera della rete idrica furono tutte eliminate per evitare sprechi . Il crescente fabbisogno idrico, soprattutto nel periodo estivo, ha determinato disagi considerevoli a causa del conseguente razionamento delle risorse. Ciò ha influito negativamente sul turismo locale ed in particolare ha spinto parte dei vacanzieri abituali a rinunciare al loro periodo di ferie a da trascorrere a Fraine .
La pietra dalle sfumature incredibilmente variegate ed uniche, i coppi di argilla strappati alla terra di cui ne conservano i caldi colori della ricca natura circostante, gli archi in pietra che costituiscono gli elementi architettonici primari delle abitazioni, le piccole finestre ed il selciato in sampietrini di roccia viva, caratterizzano Fraine in modo assolutamente unico.
Il progetto ha lo scopo di indicare un possibile percorso di programmazione politica economica a medio termine con l’obiettivo finale di evitare la altrimenti certa scomparsa d’ogni traccia di un paese rurale (Fraine), uno dei tanti comuni montani che, per un periodo lunghissimo protrattosi fino all’ultimo dopoguerra, sono stati gli elementi primari della storia d’Abruzzo. Essi ne hanno condizionato la cultura e le abitudini di vita contribuendo a modellare indubbiamente lo stereotipo del cittadino
abruzzese. La conservazione demografica e l’eventuale ripresa dovranno passare attraverso incentivi mirati a rendere oggettivamente conveniente per gli attuali residenti stabilire la propria dimora abituale in loco e ad agevolare un eventuale ritorno (anche per periodi parziali dell’anno) di persone ancora legate da vincoli affettivi, relazionabili all’infanzia vissuta nel proprio paese d’origine e caratterialmente forgiate da rilevanti, sempre vive abitudini di vita assimilate dal contesto familiare. Inoltre bisognerà porre in essere azioni che “convincano” chi comunque preferisce stabilirsi altrove, a trascorrere, almeno periodi parziali a Fraine, per creare un discreto movimento sempre utile per trattenere risorse economiche utili, anzi vitali, per raggiungimento del nostro obiettivo. Nel tener presente molto realisticamente, l’effettiva difficoltà di conciliare le aspettative di progresso individuale oltre che di ciascun nucleo familiare con la decisione di scegliere un 2
Lo stemma della famiglia Caracciolo, ora ufficiale del Comune di Fraine, è ben visibile sul portone d’ingesso della chiesa parrocchiale “S. Silvestro”.
Centro Montano quale sede di residenza (problematiche connesse a studi dei figli, carenze dei servizi essenziali, difficoltà quotidiane per l’approvvigionamento, svago, e quant’altro) è necessario puntare al conseguimento di un obiettivo apparentemente secondario, che è quello di creare/incrementare un turismo del fine settimana che necessiti di un indotto dal quale tragga linfa vitale un numero più
elevato di cittadini.
Interno della chiesa parrocchiale “S. Silvestro” di Fraine.
Il primo intervento, (la priorità va al restauro del Centro Urbano che rappresenta la risorsa più consistente) deve essere decisivo, di forte impatto visivo, concentrato in una sola zona che, benché ridotta come dimensione, sia la più indicata per diverse ragioni di opportunità; va curato nei minimi dettagli per “convincere” il privato a
seguirne l’esempio. Il zona oggetto di restauro dovrà “apparire” tale da fornire sensazioni immediate che riconducano alla semplicità ed essenza di un tempo; l’intervento dovrà anche costituire una prova generale di un auspicabile più radicale intervento sull’intero agglomerato urbano. La realizzazione sarà Il materiale usato per “legare” le pietre e l’intonaco presentava una utilissima per sottoporre colorazione giallo ocra determinata dalla presenza nella malta di polvere di all’attenzione di tutti, ma tufo. E’ bene ricreare, sia pure utilizzando materiali più moderni, le stesse soprattutto dei meno suggestive originali colorazioni. fantasiosi e lungimiranti, la bellezza e la naturalezza delle costruzioni ultracentenarie e costituirà per i cittadini tutti l’esempio concreto da seguire. Il risultato dovrà essere strabiliante come la visione di un quadro restaurato che mostra in modo superbo le sfumature la vivacità e delicatezza dei colori dei materiali naturali che impreziosiscono gli edifici di un bellissimo ed, a suo tempo, efficientissimo centro rurale. 3
Ottimo esempio di abitazione in via San Rocco….peccato per i cavi elettrici che “disturbano” la gustosa visione dell’edificio.
Il selciato va ricostruito con caratteristiche molto vicine a quello originale. Sconsigliabile qualsiasi altra soluzione che preveda l’utilizzo di pietre di forma, colore e materiale roccioso troppo differente. Il risultato sarebbe una perdita di identità e stile certamente non auspicabile.
L’intervento dovrà fornire un feedback positivo ed un incoraggiamento a chi avrà stanziato e destinato qualche risparmio per la manutenzione del proprio immobile, convincendo tutti sulla convenienza dell’investimento e sulla serietà d’intenti e competenza degli amministratori locali che così indicheranno a tutti i cittadini il giusto sentiero da percorrere e che porta dritto ad un traguardo certamente raggiungibile quando guidati con onestà e competenza. E’ necessario emergere dalla mediocrità e dalla approssimazione dirigendo verso il traguardo ambizioso e sbalorditivo di regalare a tutti uno scorcio di paesaggio nella sua semplicità assolutamente perfetto. Dopo aver riportato alla luce l’antico splendore e restituito il gustoso carattere rurale, per i giovani ancora vicini culturalmente al caratterizzante “modus vivendi” della famiglia d’origine, anche se ormai avviati a stili di vita differenti, più facile sarà apprezzare l’eredità ricevuta dagli avi e più significativo i loro presumibili successivi investimenti per la manutenzione e conservazione dei beni ricevuti. Il beneficio derivante dal successo dell’operazione è molto evidente. La strada da percorrere è dura e bisogna essere motivati nell’azione di governo oltre che mossi dal convincimento che le nuove generazioni sono culturalmente più elevate, più raffinati e qualificati, quindi capaci di apprezzare con appropriata competenza tutto ciò che viene sottoposto alla loro attenzione e pertanto vanno perseguiti risultati di rilievo senza accontentarsi della mediocrità. I giovani, molto più che nel passato, amano viaggiare e, nel farlo, acquisiscono conoscenze di nuovi luoghi e paesaggi, ed il loro arricchito bagaglio culturale li predispone maggiormente alla attenta osservazione dei dettagli ed alla misurazione critica ma oggettiva della loro bontà; è richiesta pertanto una meticolosa attenzione e cautela nell’operare affinché sia fornito un gustoso esempio di standard molto elevato che risvegli 4
e catturi l’interesse e spingendoli a dare il loro fresco e vitale contributo alla causa. I nostri antenati, lavorarono con maestria e gusto nell’edificare, con materiali pienamente compatibili con la generosa natura circostante dando vita ad un paesino rurale di rara bellezza che aspetta da troppi anni essere privato della maschera assurdamente costruita con il materiale cementizio Interno del Salone Parrocchiale ristrutturato ed adibito a saletta proposto dalla civiltà industriale cinematografica, conferenze utile anche per le varie manifestazioni. A che ha coperto la pietra con disposizione della comunità per le varie attività religiose e sociali. indicibile bruttura; Spinti nella direzione giusta attraverso esempi concreti e forti del loro sapere i nostri ragazzi non proveranno più alcuna vergogna nell’affermare l’origine della propria famiglia, riconquistando il positivo senso di appartenenza ad una società contadina antica ed importante; Sarà solo allora che un bene ereditato (una abitazione ad esempio) costituirà un indissolubile legame con la loro storia e saranno create le condizioni necessarie per un utilizzo più intenso del bene stesso; potrà essere base per ottenere la conservazione della struttura urbana di Fraine attualmente messa in pericolo dall’abbandono dovuta, in primo luogo, alla scarsa valorizzazione ed utilizzo degli immobili. E’ fondamentale scrollarsi di dosso quella incomprensibile vergogna che già in passato ha provocato la distruzione, in nome del progresso, del “vecchio lavatoio” (qualcuno ne attribuiva la realizzazione a Ruggiero da Fraine) e l’interramento delle maestose pietre lavorate sotto le fondamenta del Edificio del COMUNE DI FRAINE, stigmatizzando, come in una ironica metafora, la mancanza assoluta di cultura e di sensibiltà del potere politico locale, mossa a suo tempo, solo dalla inaccettabile presunzione di onnipotenza. L’elite della società Frainese, arsa dal desiderio di prendere decisamente le distanze dal passato di un popolo misero e sottomesso, procedeva con la cancellazione dei segni più evidenti delle umili abitudini, quale quella di abbeverare gli animali e lavare i panni in un comune volgare lavatoio/abbeveratoio. Ancor peggio se parliamo di eliminazione del vecchio selciato costituito da “Sanpietrini” in roccia viva anch’esse sepolte sotto un nero asfalto simbolo emblematico della corsa alla modernizzazione. Ovviamente per la programmazione di un piano d’intervento è indispensabile un’analisi approfondita del “potenziale” territoriale che dovrà essere opportunamente valorizzato ed il compito primario dell’Amministrazione comunale sarà quello di finalizzare progetti seri ed efficaci dando un ordine prioritario agli interventi, e porli in essere ricercando ogni risorsa disponibile da fondi europei, regionali e provinciali per gli interventi strutturali primari e legiferando intelligentemente per incentivare investimenti privati. Indispensabile in tal senso è la designazione dei collaboratori, (anche al di fuori della popolazione residente ma possibilmente di origine Frainese) in relazione ai requisiti morali e culturali. Il coinvolgimento di giovani laureati, oggi un po’ 5
distaccati, produrrebbe un significativo scossone alla loro apatia, risvegliandone l’interesse. La sensibilità artististica è un’altra dote che permette di vedere meglio le possibili evoluzione dei vari processi ed interventi e pertanto nei soggetti da coinvolgere, va certamente ricercata. Essi devono essere idonei, per le loro qualità professionali e culturali, per spirito di iniziativa e perseveranza, ad occuparsi con competenza delle sotto elencate attività (il coinvolgimento di personalità spiccate, affermate e socialmente ben inserite potrebbe rivelarsi fondamentale nel momento in cui si è chiamati a decidere sui piani d’investimento): • Ricerca di risorse pubbliche sfruttabili con aggiornamento continuo sui contenuti della legislazione europea, governativa nazionale, regionale e provinciale; importanza assoluta va data alla viabilità verso Vasto invertendo le tendenze di routine di sistema nella realizzazione dell’opera e convincendo la Provincia a dare la priorità a quei tratti particolarmente difficili e pericolosi, che, tra l’altro, esasperano i tempi di percorrenza penalizzando proprio i Comuni più a monte già maggiormente compromessi dal punto di vista demografico. Sicuramente procedere su questi tratti consente un sensibile miglioramento dei tempi di percorrenza; al contrario, realizzare in modo sequenziale i tratti più a valle (da Vasto a salire), non influisce sensibilmente su di essi. I nostri ragazzi sono costretti ad un massacro quotidiano per raggiungere le scuole di Vasto ed insieme ai lavoratori sono messi quotidianamente in pericolo in special modo durante il periodo invernale. Ciò rappresenta uno dei fattori particolarmente influenti sulla decisione di trasferirsi o meno a valle. • Studio e redazione progetti specifici inerenti le urgenti e reali esigenze della Comunità; • Rapporti di Collaborazione con gli altri Comuni della Comunità Montana per diversificare gli investimenti evitando sperperi di risorse in inutili progetti speculari (ne siamo pieni di esempi negativi) e concordare sinergicamente i piani di sviluppo; • Guida agli interventi privati e verifica del rispetto dei vincoli restrittivi in materia di ristrutturazioni degli immobili ottenibile attraverso la fornitura gratuita di consulenza professionale per i cittadini in modo da “accompagnarli” verso le scelte corrette. In tal senso l’Ufficio Tecnico gestito attraverso un Geometra/Architetto ed aperto al pubblico per qualche ora settimanale con consulenza gratuita, potrebbe essere una soluzione certamente conveniente sia per il Comune che per il professionista che ne trarrebbe indubbi vantaggi. I “motivi” dei complementi di arredo (quadri ad esempio) dell’Ufficio dovrebbero tutti essere legati alla architettura di Fraine e pertanto sono indicate soprattutto foto che ritraggono lavori ben fatti, zone di particolare bellezza ed anche foto elaborate al Computer che ritraggano abitazioni non ancora ristrutturate che visualizzino il risultati ottenibili ì (con interventi saggi). Chi vi entra deve essere incuriosito dalle foto….e magari scorgendo anche quella della propria abitazione “elaborata al Computer” potrà ricevere una indicazione corretta su come procedere.). • Potenziamento attraverso la Pro-loco delle manifestazioni religiose, folcloristiche, culturali e, perché no, anche goliardiche; L’inserimento nelle 6
attività della tradizionale festa di S. Martino, (unica nel nostro territorio) e la processione del venerdì santo con gli strumenti caratteristici scomparsi negli anni potrebbe destare un qualche interesse. Di recente si è è dato più peso alla teoria che la festa di Allowey sia effettivamente stata esportata dall’europa in america. La nostra Festa di San Martino, la cui memoria si perde negli anni, ne è l’esempio più lampante. Non è pensabile che nell’800 sia potuta essere “impotata” dall’America ma è più facile che sia stata da noi esportata considerando i notevoli flussi migratori oltreoceano (in Italia tornavano in pochi e non avrebbero potuto influenzare le tradizioni di una intera comunità). • Ricerca e riscoperta delle risorse culinarie con approntamento di ricettari da diffondere (in realtà dovrebbe già essere il vademecum dei ristoratori); viene naturale pensare che tra le risorse più pregiata del territorio c’è l’ottimo Tartufo, non adeguatamente valorizzato e talvolta attraverso un mercato sommerso, va ad incrementare e le già cospicue finanze e fama di località già arcinote. Sarebbe opportuno, compatibilmente con la legislazione in vigore, regolamentare abbastanza rigidamente lo sfruttamento agevolazioni fiscali (se possibili) per i residenti. Infine conseguire un marchio D.O.C. dovrebbe essere d’interesse di tutti i comuni della zona e pertanto va perseguito. • Potenziamento della rete di comunicazione, attraverso Internet, e preparazione dei giovani sull’uso di tali mezzi per dare ai futuri cittadini un mezzo indispensabile per sfruttare le opportunità di un ampio mercato considerando che sul posto, il bacino di utenza è troppo esiguo per permettere una qualsivoglia attività commerciale che fornisca un reddito sufficiente. • Relazione con la comunità frainese all’estero per il rafforzamento dei legami ancora vivi anche se affievoliti dal tempo, studio di progetti che favoriscano il rientro vacanziero di molti emigrati oltreoceano ora non più possibile per mancanza di strutture ricettive (Tanti cittadini non hanno più a disposizione abitazioni agibili e pertanto sono impossibilitati a rivisitare il loro paese d’origine ed a far conoscere il paese di origine della propria famiglia ai loro figli spezzando definitivamente così quel cordone ombelicale che li lega ancora a Fraine). Coscienti di quanto la sensibilità della Regione Abruzzo
La “Raganella” rumoroso strumento ottenuto con l’inserimento di un ingranaggio in legno su di una “canna”. Usata durante la settimana Santa anche nella tradizionale processione al Calvario (Croce di San Rocco – attuale Via Roma).
La “Tip e Tap”. Strumento usato nei riti della Settimana Santa. Sostituiva anche il suono delle Campane dal Venerdì alla Domenica di Pasqua (mezzanotte) quando queste venivano “sciolte”. Tradizione di origine Spagnola considerato che questo attrezzo è tipico anche di altre tradizionionali manifestazioni inaltre Città sottomesse in passato alla dominazione Aragonese.
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verso gli emigrati sia grande, è necessario convincersi che un progetto mirato a creare una struttura ricettiva da porre prioritariamente a disposizione di cittadini residenti all’Estero (anche se per periodi parziali dell’anno solare), troverebbe certamente una facile approvazione; Tale progetto può essere inserito ed accomunato a quello di recupero di qualche edificio di interesse Storico o di abitazioni attualmente in stato di abbandono; inoltre la Comunità di Mutuo Soccorso S.M. Mater Domini, che ha già dato ampia prova di generosità, sarebbe certamente ben disposta a collaborare fattivamente in tal senso. Palazzo Tilli è indubbiamente l’edificio più indicato per tale scopo, ma tenendo presente le oggettive possibili difficoltà, non si escludono altri immobili possibili oggetto di attenzione per il raggiungimento del nobile scopo.
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RISORSE 1.
Centro Urbano
Il centro urbano rappresenta la risorsa più importante e va posto quale punto fermo di partenza per la ripresa di Fraine. Risalente circa all’anno 1550 (questa è datazione della Chiesa Parrocchiale di S. Silvestro P.P.) esso costituisce l’essenza di Fraine, la sua storia, sin dalla nascita dopo l’abbandono della vecchia Frainelle; pertanto, va esso considerato in punto focale su cui concetrare gli sforzi e dove rivolgere le attenzioni per la programmazione degli interventi. L’idea di cosa e come fare è molto semplice....non c’è niente da inventare ma solo da osservare e ripristinare tutto avvicinandosi, anche attraverso l’utilizzo di nuovi materiali innovativi, a com’era nel passato. Se aggiunte o modifiche devono esserci è bene affidarsi a professionisti qualificati. La Torre Campanaria della Chiesa Parrocchiale sovrasta le E’ importante, per procede, la collaborazione di un abitazioni del centro storico. consulente tecnico (architetto) preparato e soprattutto E’necessario procedere al consolidamento dell’edificio per profondo conoscitore della cultura e storia di Fraine, di un poter ristrutturare anche la consulente tecnico specializzato per l’illuminazione al fine pavimentazione della zona più di esaltare gli elementi architettonici più rilevanti creando significativa di Fraine. un effetto scenografico che non può certo essere affidato alla improvvisazione. E’ bene avere anche il supporto di un consulente artistico (al cui ruolo pongo la mia candidatura non fosse altro per lo smisurato amore che nutro per la mia terra, secondariamente per i miei recenti pregressi nel settore artistico-organizzativo ed in quasto artista polivante anche se solo per pura passione.....) Feritoie di Difesa – Palazzo Tilli – Di qui era La struttura urbana di via Piano della possibile “mirare” sulla zona antistante l’ingresso del Palazzo per difendersi dai briganti. Torre consente un intervento globale che permetterebbe di regalare alla vista di tutti uno scorcio importante ma soprattutto completo del cuore di Fraine ovvero nella zona intorno alla quale è successivamente cresciuto l’intero agglomerato urbano. L’intera piazza/zona va “scenografizzata” in modo permanente con arredi semplici che richiamino al medioevo e decorazioni che ne esaltino l’estetica (es: sostegni fissi in ferro forgiato per vessili, bandiere e torce d’epoca da utilizzare anche durante la rievocazione storica, decorazioni floreali permanenti muretti e panche in pietra viva etc... La conformazione è quella di un centro rurale di tipo Cunicolo in via La Porta – Passaggi feudale il cui perimetro è disegnato dalle umili abitazioni e nicchie simili erano ricavate per fruttare gli esigui spazi disponibili.
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dei contadini che si erigono a difesa e protezione degli edifici più rappresentativi ovvero Palazzo Tilli (sede del potere politico) e la Chiesa Parrocchiale (sede del potere ecclesiastico). I due poteri si sono a volte uniti data la presenza nella famiglia di prelati posti alla guida anche della comunità religiosa frainese. Si presume che l’edificazione sia avvenuta secondo i criteri logici dettati dalla necessità contingente di difendersi dal brigantaggio diffuso di cui si narra e per il quale fu abbandonata la vecchia Fraine (Zona Colle Castello in cui sono visibili le fondamenta del vecchio torrione di avvistamento. L’accesso al paese era possibile attraverso due porte di ingresso: la porta da Capo rivolta verso la via di commercio e quindi
Vecchia fontana in disuso - via Piano della Torre -
Il ferro forgiato costituisce un elemento decorativo ricorrente nel centro storico.
verso Castelluccio (attuale Castiglione Messer Marino) e la la porta da Piedi verso il Sobborgo di San Rocco (attuale via Roma) frequentata, asu tempo, da pellegrini e lebbrosi. Difatti “abball a la chiazz” era già una zona non facente parte della struttura urbana (per piazza si intendeva , difatti una zona di mercato e quindi era presumibilmente sgombra da abitazioni). Queste due porte andrebbero ricostruite (con
l’apposizione di due archi in pietra che ne conservino la memoria storica). La Porta da Capo doveva trovarsi sulla casa dei Di Iorio nel punto in cui, salendo, diventa visibile la chiesa. La Porta da Piedi nella parte bassa di Via la Porta appunto. Le costruzioni rigorosamente in roccia di estrazione locale (unica come consistenza e colorazione) erette in aderenza si susseguono e sorreggono vicendevolmente costituendo un’opera monumentale notevole. La quantità di roccia utilizzata è impressionante. Le mura perimetrali di cascuna abitazione poggiano solitamente su ampie arcate (generalmente due) che ne sostengono il peso e qualche volta hanno permesso anche di guadagnare significativo spazio sotterraneo dal quale sono nati cunicoli e nicchie ideali per la conservazione a temperatura perfetta del vino ed alimenti vari. Percorrendo i silenziosi stretti vicoli caratteristici si respira un’atmosfera surreale, che ci riporta indietro nel tempo sino al
medioevo. Qui nulla è casuale ed anche lo spazio più esiguo è sfruttato ed utilizzato per scopi vitali. La conservazione di tali caratteristiche va assolutamente salvaguardata per non snaturarne l’architettura. Pertanto la demolizione di abitazioni pericolanti va assolutamente evitata per non variare la complessa struttura urbana; oltretutto la tecnica costruttiva lega le mura di sostegno di ciascuna abitazione all’altra; le abitazioni si intrecciano e compattano formando una barriera di roccia in cui appaiono incastonate piccole I coppi ed i mattoncini in terracotta porte e finestre. Eventuali fondi e sovvenzioni fruibili per contengono la “tavolozza” dei colori che dovrebbe essere considerata vincolo l’edilizia popolare, qualora possibile in conformità con la imprescindibile per le ristrutturazioni delle legislazione in vigore, dovrebbero essere utilizzati non pareti esterne laddove non è possibile riportare alla luce la pietra e nelle nuove per erigere nuove abitazioni ma per riattare le vecchie costruzioni. fatiscenti e pericolanti consolidandole per la successiva 10
assegnazione, (un duplice obiettivo sarebbe così raggiunto). Il cemento attualmente nasconde, per gran parte, la preziosità delle facciate ma paradossalmente ne ha protetto l’integrità. Il recupero è possibile con spese relativamente Anelli in ferro battuto fissati ai muri esterni per contenute in quanto lo strato cementizio risulta legare gli asini e cavalli durante il carico e lo scarico delle dei prodotti agricoli e merci. facilmente asportabile e con costi relativamente bassi. Qualche immobile già ristrutturato, è facilmente visibile ed apprezzabile ne è la bellezza delle facciate in pietra granitica e mattoni in terracotta impreziosite da parapetti in ferro battuto forgiato da mani esperte che li rendono pressoché indistruttibili. I tetti sono pennellati dai caldi colori dei coppi di fabbricazione locale (fino al dopoguerra era attiva una fornace nella valle del torrente LAMA) e, densi di colori strappati alla terra, si confondono con il paesaggio con stupefacente naturalezza. Ogni piccola abitazione rappresenta un pezzo infinitesimale di un grandioso puzzle. Con il trascorrere del tempo, il Centro Urbano, per far fronte al crescente fabbisogno di spazio, si è esteso in modo omogeneo crescendo con le medesime Uscendo da stretti vicoli e cunicoli caratteristiche costruttive delle abitazioni esistenti si mostrano scenari naturalistici integrandosi perfettamente sino al raggiungimento delle splendidi. attuali dimensioni che risultano assolutamente considerevoli. Nella attuale estensione, certamente possiamo affermare che trattasi di un’opera importante anzi direi imponente. La recente demolizione di un’abitazione ha evidenziato la problematica connessa alla stabilità Gerani e legna per il camino sono elementi degli edifici adiacenti e sottolineato che decorativi ricorrenti. l’abbandono ed il deterioramento, ciò che è particolarmente evidente nel Centro Storico, costituisce un reale pericolo per il tessuto urbano circostante. Palazzo Tilli nel Centro Storico è l’Edificio che necessita assolutamente di essere recuperato per evitare la perdita di una testimonianza storica irrinunciabile. Da qualcuno si sono udite recentemente voci di presunti sopralluoghi di qualche rappresentante delle “Belle Arti” che ha sentenziato definendolo l’edificio una “accozzaglia mi materiali di risulta e di scarso valore storico ed artistico”. Le strutture murarie Non è certamente nostra intenzione sostituirci nelle sono molto spesso valutazioni ad “esperti”, ma ricordiamo che già nel passato, per la rinforzate con tiranti in Materdomini, era stato espresso un giudizio simile e poi, invece, ferro. c’è voluta la caparbietà, la passione e la convinzione di un 11
piccolo prete per convincere tutti (Belle Arti incluse) sul valore del millenario santuario che è stato fortunatamente restituito all’antico splendore con un superbo impegno della popolazione tutta e della Comunità dei Frainesi residenti negli Stati Uniti d’America. Non bisogna arrendersi, d’altronde come è possibile pensare alla cancellazione dell’edificio? Sarebbe la fine e sfido chiunque a provare solo ad immaginare via Piano della Torre senza il Palazzo! Una vera visione spettrale.. Questo edificio è, unitamente alla Chiesa il “principio” di Fraine e della sua storia, rappresenta Fraine, insieme alla famiglia Tilli, e cancellarlo vuol dire mettere a rischio la sopravvivenza del Comune che entro 20 anni sarebbe definitivamente cancellato dalla topografia del nostro Paese. La pavimentazione del Centro Storico deve essere ricostruita con utilizzo di materiali (Sanpietrini) il più vicino possibile, per colorazione e forma, a quelli preesistenti; dove attuabile, bisogna assolutamente recuperare quelli originari ancora sepolti sotto lo strato di asfalto per costruire delle piccole isole che ne mostrino la bellezza al fine di conservare la memoria della (benché spartana) originale prezioso selciato. Secondo il mio personale parere credo che i vecchi sampietrini (Zeppi) possano essere utilizzati per fare il percorso con scalinata (nei punti particolarmente scoscesi) che porta alla ristrutturata “Fonte vecchia”, precipitosamente approntato in modo inevitabilmente approssimativo (a causa dei tempi stretti a disposizione) e che attualmente si presenta estremamente impervio. Prima ancora che nel tratto predetto, possono trovare utilizzo nella piccola area antistante la fonte stessa. Altra possibilità di utilizzo è quello di creare delle zone “verdi” nel centro storico per riempire i vuoti delle abitazioni abbattute o cadute facendone del piccoli giardini con muretti in pietra e pavimenti in sampietrini. Ne ho individuate almeno tre zone che possono essere sottoposte a tale variante. L’inserimento nel sottosuolo dei cavi elettrici e telefonici è d’obbligo realizzarlo Abitazione in Via dell’Unione attualmente in stato di abbandono (modificata al computer per mettere durante il rifacimento della pavimentazione in risalto la bellezza della struttura originaria). unitamente agli impianti idrico e fognario ormai Il tetto non manutenuto è causa di infiltrazioni che vetusti. mettono a repentaglio la stabilità dell’edificio e di quello adiacente a valle. Ci sono zone già crollate Una idea di recupero delle abitazioni a catena per questo tipo di fenomeno. Non si fatiscenti, che non vanno certamente demolite per ritiene necessario che debba essere il privato ad intervenire già dalle prime infiltrazioni che poter conservare la struttura del centro storico pongono a rischio i muri solkitamente in comune intatta, può essere quella di procedere come già tra le abitazioni adiacenti inquanto la struttura dell’intero Centro storico è di per sè un bene avvenuto, con notevole successo, in Sicilia patrimoliale che deve destare l’immediato (Vittorio Sgarbi ne fu promotore). Le abitazioni interesse dell’Amministrazione Comunale. che gli eredi dei defunti proprietari non intendono mettere in sicurezza rinunciandone alla proprietà possono essere vendute a cifre 12
simboliche con la clausola contrattuale che obblighi l’acquirente a procedere alla loro messa in sicurezza e ristrutturazione seguendo i criteri stabiliti dal Comune. Internet consentirebbe di avere un bacino di utenza per eventuali “vendite simboliche” o “donazioni” che permetterebbe certamente un successo immediato. E’ auspicabile la costituzione di una Associazione No-Profit che si occupi del centro storico e dello sviluppo delle attività del Centro Storico Stesso. L’alternativa è affidare alla Pro-Loco la competenza dello sviluppo e delle attività ma in tal caso è necessaria l’apertura di un conto corrente specifico per la ristrutturazione al fine di evitare confusioni e dubbi agli eventuali donatori circa l’utilizzo dei fondi. La Pro-Loco necessita sicuramente di un sito internet per meglio adempiere al compito di promozione delle varie attività e divulgazione di notizie d’interesse andrebbe bene anche inserirla in una sezione del sito ufficiale del Comune. Attraverso l’Associazione è possibile raccogliere risorse economiche e soprattutto consensi non sempre ottenibili con la Politica; Essa può e deve accorpare persone capaci, di cultura e attive (anche non residenti) che non sempre sono reclutabili dalla politica, deve lavorare in collaborazione con l’Amministrazione Comunale ma anche con l’autorità religiosa, in considerazione, non fosse altro, della primaria importanza delle strutture architettoniche della Parrocchia e delle ricorrenze religiose di grande richiamo; è però importante conservare l’autonomia per evitare le inimicizie che la Politica trascina con se. Può così essere il volano della ricostruzione del Centro storico e della gestione delle relazioni con i Frainesi all’Estero ed intervenire dove la Politica (per ragioni a volte legislative) non può farlo. Il Comune deve molto seriamente valutare la possibilità di procedere (la dove il risultato di recupero non è raggiungibile con i proprietari e loro eredi) alla vendita, per cifre ovviamente simboliche, delle abitazioni fatiscenti a privati ed anche a questa associazione che, con i propri fondi, tenterà di procedere prontamente alla messa in sicurezza e successivamente alla loro ristrutturazione ponendole poi a disposizione sia di Frainesi residenti all’estero desiderosi di rivisitare il loro passato e le loro origini che di eventuali occasionali affituari per il resto dell’anno solare. Si può creare un piccolo indotto occupazionale che dovrà necessariamente crescere negli anni. La ricerca di Sponsor (banche, attività industriali etc. che credono nel progetto) è un altro obiettivo dell’associazione. Si può valutare la possibilità di mettere a disposizione qualche alloggio per studenti universitari impegnati in ricerche su flora e fauna pensando anche a eventuali accordi/convenzioni con qualche Università, e se la cosa funziona e ad un ampliamento successivo della convenzione stessa visto che il comune dispone di numerosi “spazi inutilizzati”. Valutabile è anche la possibilità di riconversione, a tale scopo, di qualcuna delle strutture del complesso di San Domenico che si presterebbe certamente in modo ideale (data la sua collocazione) all’attività di ricerca e studio. Pervasi da una lungimirante follia pur di salvare questo nostro amato paesino natale, in un era in cui la comunicazione rappresenta il mezzo più efficace per raggiungere un maggior numero di potenziali acquirenti, non vanno scartate altre due soluzioni che possono sembrare un pò stravaganti ma potrebbero rivelarsi molto efficaci per introitare risorse vitali: Ci sono delle Vie di Fraine le cui denominazioni non hanno alcun senso (Via dell’Unione (era la vecchia società elettrica), Vico I, II, III, IV e V del Sole etc. E 13
possibile “vendere” mettendo all’asta su Ebay il diritto alla denominazione delle predette Vie cercando di ricavare utili da utilizzare successivamente per la ristrutturazione del Centro Storico. E’ ovvio che gli eventuali vincitori dell’asta che intendono dare il proprio nome alla Via in questione devono essere in possesso dei requisiti necessari (non avere precedenti penali, non aver subito condanne, etc...basta visionare un concorso per accesso a scuole militari per avere idea dei requisiti richiesti.). Si tratta una idea nuova, di una vendita di un particolare spazio pubblicitario che molti bramosi di fama sarebbero disposti a pagare profumatamente......Il prezzo di base dell’asta deve essere di almeno €. 20.000. L’acquisto del diritto alla denominazione della Via da parte di qualche agiato o meglio ancora di qualche società (perché no) potrebbe anche indurre i soggetti ad acquistare qualche abitazione dando un ulteriore contributo al mantenimento del Centro storico. Utilizzare Ebay anche per la vendita, a cifra simbolica, di quelle case in stato di abbandono che attualmente non hanno mercato a causa unicamente (ne sono convinto) della fascia piuttosto ridotta e non certo per altre ragioni.....Gli annunci andrebbero inseriti anche in lingua inglese ed in modo estremamante professionale (conosco addetti di settore di madrelingua inglese che potrebbero essere utili) al fine di raggiungere un numero piuttosto dei eventuali possibili acquirenti (anche all’estero) visto il crescente interesse verso la campagna italiana di cittadini nordeuropei e in particolare del Regno Unito. Tutto sommato, a pensarci bene, non è poi un gran follia visto che nel passato qualcuno ha “venduto” le nostre montagne con profitti invisibili per il Comune e soprattutto con trascinamento di guai legali perdurati decenni e con conseguenti mancati introiti che tuttora pesano (vedi questione degli impianti eolici...).....Cosa vogliamo che sia in fondo la semplice denominazione di una Via se questo serve a rimpinguare le esigue casse del Comune ed accelerare il processo di rinascita? La regione Abruzzo ppropone cose molte interessanti per i piccoli centri e si riporta alla pagina seguente una estrapolazione dalla Brochure informativa .
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Asse IV Sviluppo Territoriale l’Asse promuove l’attrattività e la competitività del territorio regionale attraverso politiche di salvaguardia e prevenzione dell’ambiente naturale volte alla riduzione degli squilibri territoriali, alla valorizzazione del capitale naturale nonché al miglioramento della qualità della vita delle aree urbane e delle zone di montagna; l’obiettivo è perseguito anche attraverso PIT e PISU.
Attività IV.1.1: Sostegno ai Programmi Integrati di Sviluppo Urbano (PISU): promuovere lo sviluppo delle politiche europee per i problemi afferenti l’ambiente urbano; sono possibili interventi sia per le opere pubbliche, con attenzione ai problemi connessi con la mobilità urbana, che l’erogazione di finanziamenti e/o servizi sociali ai cittadini. Ammontare delle risorse: € 40.773.974,00 Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Edilizia residenziale e Aree Urbane, Portici di San Bernardino, 67100 – L’AQUILA, tel. 0862/364507
Attività IV.2.1: Valorizzazione dei territori montani (PIT): promuovere interventi integrati di sviluppo mirati a valorizzare le specificità e le vocazioni territoriale delle aree montane e gli aspetti sinergici con le aree urbane. Promuovere l’accoglienza e la ricettività attraverso il recupero di immobili (Albergo diffuso) e diffondere l’uso dei beni naturali e culturali. Ammontare delle risorse: € 28.418.224,00 Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Attività internazionali, Piazza S. Giusta, Pal. Centi, 67100 L’AQUILA, tel. 0862/364264
Attività IV.3.1: Misure volte alla gestione e prevenzione dei rischi naturali, con particolare riferimento alle aree soggette
a rischio sismico ed idrogeologico: realizzazione di sistemi di prevenzione ambientale mediante la realizzazione di piani relativi a tematismi della difesa del suolo, interventi connessi all’attuazione degli stessi, sistemi di monitoraggio e prevenzione rischi, investimenti per la sala operativa della Protezione Civile ed interventi di prevenzione su edifici strategici ad alto rischio sismico. Ammontare delle risorse: € 17.298.050,00 Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Difesa del suolo , Via Aldo Moro, 67100 L’AQUILA, tel. 0862/364342 Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Previsione e prevenzione rischi (protezione civile), Via Leonardo da Vinci, n. 6 67100 – L’AQUILA, tel. 0862/363300
Attività IV.3.2: Bonifica dei siti contaminati: interventi pubblici per la difesa del suolo, dei fiumi e l’erosione marina. Recupero dell’ambiente fisico di proprietà pubblica con la bonifica dei siti contaminati e il ripristino ambientale dei siti inquinati. Ammontare delle risorse: € 24.711.499,00 Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio gestione rifiuti, Via Passolanciano, 65121 PESCARA tel. 085/7672536
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Nei programmi di assegnazione Fondi Europei attraverso la Regione Abruzzo esiste la possibilità di richiederne per il consolidamento e tutela del territorio....(non mi pare che si escluda il tessuto urbano). Essi potrebbero essere utilizzati per la messa in sicurezza di quelle zone che rappresentano un serio rischio per il resto degli edifici a causa delle infiltrazioni che vanno a minare le fondamenta e muri delle abitazioni attigue. Inoltre alcune case abbattute per ragioni di sicurezza, mostrano in modo evidente la necessità di consolidare i muri portanti delle abitazioni attigue che hanno perso, con la demolizione in questione, un importante sostegno/protezione. Questi siti ed abitazioni pericolanti vanno acquisite/requisiti e devono divenire oggetto di intervento con utilizzo dei fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea. E’ necessario richiedere, qualora non sia già stato fatto, una perizia da parte della Protezione Civile per valutare il reale pericolo di dissesto idrogeologico derivante dai crolli e conseguenti infiltrazioni di acque piovane: Via Del Sole – Edificio abbattuto a causa del pericolo incombente e la zona confinante. Via La porta presenta almeno due abitazioni pericolanti e che sono ancor più pericolose sul lato che volge verso via Dell’Unione nella zona già oggetto di altro abbattimento. Via dell’Unione – diverse abitazioni sono già cadute e le piogge si infiltrano attraverso le macerie arrecando danni anche alle abitazioni a valle. Sempre in via dell’Unione a terminare con Via La Porta la zona denominata “giardinetto” appartenente al Palazzo Tilli presenta muri pericolanti, il tetto quasi del tutto crollato con conseguente infiltrazione delle acque piovane che creano problemi ai muri delle abitazioni a valle.....basta visionate l’abitazione confinante di proprietà dela Fam. Stampone e le cantine delle case acquistate da Frainesi residenti in Francia per rendersi conto della gravità; i privati si sono arresi....ma il Comune deve considerarsi soggetto attivo e pensare alla tutela del tessuto urbano in quanto bene architettonico e storico (quindi non modificabile perchè apporterebbe varianti sostanziose all’architettura di Fraine che è un bene collettivo e quindi dello Stato); deve inoltre considerarsi direttamente parte in causa in Il “giardinetto” e parte diroccata del Palazzo Tilli cu via Dell’Unione il primo e su quanto le anomalie derivanti da Via La Porta il secondo. La parte di palazzo ancora con le mura diciamo “integre” ha il tetto sfondato con una superfice esposta alle intemperie piuttosto infiltrazioni e crolli importante. Sarebbe possibile realizzare una piccola zona di relax con muretti in pietra, panche , qualche albero e piante ornamentali con pavimentazione del rappresentano un innalzamento resto della superfice finalizzata al convogliamento delle acque piovane ad pericoloso del rischio per il già evitare il deterioramento delle case a valle precario assetto Idrogeologico.
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Palazzo Tilli Lo stralcio di palazzo Tilli dal contesto progettuale del Centro Storico non è certo causale ma dovuto alle reali incertezze sulla possibilità di giungere ad un accordo tra il Comune e la Famiglia. Le reali condizioni di pericolo in cui l’edificio versa sono gravi ma purtroppo l’onerosità dell’eventuale intervento di recupero è desisamente importante per accollarlo alle casse del Comune. Purtroppo una evoluzione negativa della questione crea i presupposti per una totale cancellazione della struttura (inevitabile se non si concorda diversamente), e con esso si darebbe sepoltura alle più consistente testimonianza storica della presenza della nota famiglia e a parte significativa della storia di Fraine che ha inizio intorno alla fine del settecento primi dell’ottocento. La pericolosità determinata dallo stato di conservazione è evidente e già episodi di caduta di Ingresso principale del palazzo Tilli. massi, pezzi di cornicioni e calcinacci (anche se non ufficialmente rilevati) indurranno inevitabilmente l’Amministrazione a emettere ordinanze non auspicabili. Una serie di abitazioni a valle della zona denominata “giardinetto” è crollata per una serie di concause tra le quali potrebbe essere stata influente l’infiltrazione sotterranea di acqua piovana da tale zona Feritoie di difesa del palazzo Tilli. Di qui si poteva mirare sull’ingresso principale del Palazzo per difendersi dai briganti. abbandonata. Si ritiene che i Proprietari debbano in qualche modo, fare uno sforzo per raggiungere un accordo risolutivo per diverse ragioni: 1) Le attuali Amministrazioni, vista la non recente genesi dei prblemi legali intercorsi, hanno i requisiti morali per poter essere l’interlocutori ideali per uscire da uno stallo relazionale con la famiglia e non hanno alcuna responsabilità circa i contenzioni che andrebbero quindi messi da parte; 2) E’ interesse della Famiglia recuperare la propria storia e la propria immagine e sull’esempio di tantissime altre che hanno provveduto a donazioni per fini sociali o anche solo pubblicitari (numerosissimi esempi sono riscontrabili nell’intero territorio nazionale), anche la famiglia Tilli Effige in pietra - Palazzo Tilli può, senza dubbio, se educatamente e rispettosamente 17
incoraggiata, agire in tale senso. Come contropartita è realistico pensare alla possibilità di lasciare, a disposizione della stessa, qualche spazio che le consenta di trascorrere quando e come crede periodi di vacanze a Fraine. Inoltre conferire ufficialmente la denominazione di “PALAZZO TILLI” con atto formale che sottolinei la riappacificazione delle parti che per anni hanno dato vita ad un interminabile contenzioso. Per quanto attiene al piano inferiore, una volta ristrutturato, sarebbe conveniente prevederne un utilizzo per attività aperte al pubblico con inserimento di reperti, oggetti, targhe e materiali significativi per la Famiglia, il che gioverebbe alla notorietà dei Tilli (ristrutturazione del frantoio e delle cantine che nel periodo vissuto nel palazzo erano luoghi essenziali per le attività dell’epoca). Anche un raffinato ristorantino non sarebbe male.... L’approntamento di un depliant riassuntivo sulla storia dei Tilli e della loro residenza in Fraine va preparato con cura e messo a disposizione dei Retro del Palazzo Tilli in via La Porta. La parte diroccata ed abbandonata diventa visitatori. un serio problema per le abitazioni Nella parte superiore oltre allo spazio da porre a circostanti. Infiltrazioni di acqua piovana sono pericolose per le abitazioni a valle. disposizione della Famiglia, andrebbero realizzati Topi, serpenti, insetti e scarafaggi trovano almeno due mini appartamentini per gli emigranti l’ideale rifugio tra le erbacce e nei muri che ne facessero richiesta (quelli non più in possesso non mantenuti. di alloggi agibili nel Paese). Le richieste di soggiorno, avanzate con un congruo anticipo, sarebbe opportuno farle pervenire, attraverso i rappresentanti della comunità dei frainesi all’estero per dare maggiore visibilità e peso alla stessa associazione che sarebbe così ancor più motivata a fornire il suo contributo attivo per la realizzazione del progetto ed organizzativo per portare i turisti d’oltre oceano a rivisitare Fraine (sarebbe la prima opera specificatamente realizzato per loro quindi una specie di attestazione di riconoscimento doveroso alla loro storica generosità). Sarei felice di essere io l’interlocutore principale con i Tilli poiché ritengo di avere le referenze giuste per interloquire avendo nel passato con mio padre fornito loro alcune piccole informazioni d’interesse della famiglia stessa, con altruismo e senso civico, con atteggiamento assolutamente privo di ingordigia, atto molto apprezzato e che ha creato, così almeno credo, i presupposti per un rapporto di fiducia con il nobile interlocutore. Un tentativo o prova generale di restauro è possibile realizzarla sulla porzione di palazzo che da su Via Piano della Torre (dal tetto crollato e muri in parziale decadimento); questa parte, tra l’altro, si rivelerebbe un passo importante per quella già descritta “risrutturazione totale del sito più significativo di Fraine” il cui obiettivo teniamo sempre presente. Se la Famiglia procedesse ad un atto di donazione al comune e questi alla successiva vendita (a cifra simbolica) o donazione della porzione di Palazzo in questione, sarei personalmente disponibile ad acquisirla 18
provvedendo subito al rifacimento del tetto, alla messa in sicurezza dei muri e messa in opera degli infissi al fine di dare un senzo di “vissuto” alla struttura ed alla Piazza stessa. Procederei alla realizzazione di una vetrata in tiffany (in stile più ottocentesco possibile) da apporre sulla Porta Principale raffigurante lo stemma della Famiglia (su suggerimento ed approvazione della famiglia stessa) ed a realizzare un capitello in pietra con sopra incisa la scritta ben visibile “Pazzo Tilli”. Accetterei i vincoli posti dalla Famiglia sulla architettura esterna sempre in linea con le disposizioni ed ordinanze comunali reputando giusto che ad essa (la famiglia) debba rimare il potere decisionale sulla destinazione d’uso, qualora venga successivamente pensato ad una (destinazione) differente da quella di civile abitazione. Credo che non debbano mai più ripetersi errori come quello di cui tutti sono al corrente e che, nel passato, ha consentito di utilizzare un bene donato dalla nota famiglia al Comune in una maniera tale da rivelarsi persino dissacratorio della stessa Materdomini rivoltando quel nobile gesto nientemeno contro il suo fine stesso (ovvero quello di dare ai Cittadini frainesi uno spazio utile per meglio esercitare la loro professione di fede). Infatti, nella zona donata, attigua tra l’altro ai possedimenti della Parrocchia, è nato un ritrovo, a volte gogliardico, diventato nel tempo sempre più un impedimento insormontabile per lo svolgimento del tradizionale rito religioso in occasione delle festività (credo bene che i Tilli siano, a dir poco, estremamente infastiditi). Non è più attualmente possibile, difatti, celebrare la messa sotto la storica simbolica quercia a causa della presenza del ristorante che profana la sacralità del luogo e reca disturbo attraverso la presenza di chiassosi ed irriverenti clienti che non nutrono rispetto alcuno per il La quercia secolare, storico simbolo dell’apparizione vivo sentimento religioso che anima parte dissacrata dalla presenza di un ristorante che accoglie, anche della popolazione e dei pellegrini. in concomitanza della ricorrenza dell’apparizione della Vergine C’è anche da dire che gli attuali Madre di Dio, clienti distratti ed irriguardosi del sentimento religioso dei Pellegrini. proprietari del Ristorante non hanno alcuna colpa in merito alla questione, anzi, attualmente l’attività rappresenta un irrinunciabile elemento di sostentamento per la famiglia e una delle poche attività commerciali significative di Fraine. Quantomeno la struttura è stata modificata, resa più compatibile con il suggestivo ambiente circostante e consente a clienti di tutto l’Abruzzo di avere un richiamo Il Santuario della Materdomini immerso nella lussureggiante natura circostante - vista laterale -. Visibile la scalinata che importante che ha nel tempo conduce alla forestarie dove nel passato alloggiavano i frati incrementato la visibilità della benedettini tenutari del santuario e dei terreni agricoli Materdomini e di Fraine stesso. circostanti.-
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Santuario Mater Domini e Romitorio di San Domenico La chiesetta, recentemente ristrutturata ed inserita in un contesto naturalistico di grande fascino, è molto bella ed immette in un clima di pace mistica dove i devoti trovano la loro serenità interiore. La recente ristrutturazione è stata effettuata con scrupolo e competenza con ricostruzione Il Santuario della Materdomini immerso nel attenta e curata nei più piccoli dettagli, bosco delle Vicenne è datato intorno all’anno apparentemente insignificanti ma, in realtà, Mille. estremamente utili per la completezza dell’opera. L’utilizzo del materiale edilizio originale e materiale cementizio di corretta consistenza e Interno molto suggestivo del Santuario della Materdomini. colorazione, ha ridato all’edificio l’antico splendore tipicamente benedettino. Ogni dettaglio è stato curato in modo quasi maniacale, difatti La vecchia quercia simbolo del miracolo e la fontana ricostruita dai “ragazzi” di Fraine. il risultato finale è veramente stupefacente. Questa opera deve essere un esempio illuminante per tutti sul come agire in futuro. Una nota sicuramente stonata nel luogo è rappresentata dalla presenza del Bar/ristorante che, come già detto, collocato a ridosso della simbolica e storica quercia, ne infrange la misticità ed in occasione delle festività esprime il picco più acuto di irriverenza verso il sentimento religioso che invece necessita di silenzio, raccoglimento e Immagini Sacre della Materdomini
Complesso Turistico di San Domenico da valorizzare apportando lievi modifiche.
preghiera. Sicuramente, in un futuro non troppo prossimo, la possibile traslazione del locale è una delle soluzione da tenere in considerazione, tenendo ben a mente, che comunque questa attività commerciale costituisce una irrinunciabile fonte di sostentamento per chi vi lavora e risorsa importante per Fraine.
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Recenti eventi presumibilmente miracolosi hanno rafforzato l’interesse e la devozione per la veneratissima Madre di Dio; tali eventi sono stati da molti interpretati come espressione di gradimento di Maria per la realizzazione della onerosa e Muro di contenimento tipicamente monastico benedettino con roccia e saggia opera di ristrutturazione. coppi e campana del Santuario della Materdomini. Nelle vicinanze della Materdomini è collocato Romitorio di San Domenico anch’esso ristrutturato con analoghi criteri. Nei terreni adiacenti al Romitorio un’importante e costosa struttura di ricezione turistica si erige quasi a sottolineare l’interminabile conflitto tra sacro e profano. Mai efficacemente utilizzata, rappresenta una sottolineatura alla ricorrente mancanza di idee in fatto di Il Romitorio di San Domenico recentemente ristrutturato progettualità e programmazione di con particolare cura dei dettagli originali. sviluppo, ed un triste esempio di dispersione di risorse che avrebbero potuto, senza dubbio essere meglio sfruttate per sostenere la lotta per la sopravvivenza della comunità Frainese. L’attuale struttura del complesso di San Domenico necessita di interventi di adeguamento per renderlo utile e produttivo, ovvero di piccole modifiche finalizzate e renderla più idonea ad ospitare gruppi organizzati di Scout, gruppi di preghiera, studenti universitari interessati a ricerche e studi di flora e fauna, scolaresche in visite naturalistiche etc…. La destinazione del Complesso a tali scopi, lo renderebbe perfettamente integrato con il territorio ed il contesto ambientale circostante. La presenza di giovani soggiornarti, soprattutto nel periodo estivo, indurrebbe, senza dubbio, qualche turista (familiari degli stessi) a trascorrere qualche breve periodo a Fraine. Ci piace ricordare che nel passato proprio la Zona “Materdomini” ha ospitato un raduno nazionale degli Scout e pertanto, se già nel passato il luogo è stato Vecchi sentieri molto suggestivi che permettono una superba ossigenazione scelto per un evento così significativo, vuol dire che è sono indicati per attività sportive quali meritevole di attenzione ed ha i requisiti per potersi mountain bike e jogging e vanno sistemati con aggiunta di indicazioni ed riproporre. attrezzi molto spartani utili agli amanti Altra possibilità è quella di farne un centro ri della natura e dello sport. riabilitazione post-degenza chiedendo fondi per la conversione, il che porterebbe anche un presumibile impiego di personale, prevalentemente femminile che aiuterebbe certo ad evitare lo spopolmento del 21
Comune. Se una donna Lavora a Fraine è difficile che la sua famiglia si trasferisca. Altra possibilità di conversione può essere quella di adeguarla per la ricettività di piccoli gruppi di studenti universitari (ricercatori, biologi, naturalisti….) valutando la possibilità di convenzionarsi con qualche Università. Se ci si inoltra nel bosco delle Vicenne si raggiungono le cave di Ruggero da Fraine del quale, a Vasto, si può ammirare un’opera pregevole collocata nel cuore della città, pertanto molto visibile e di discreto interesse. Più avanti nel bosco, la presenza di presunte postazioni romane, ed Are, destano un particolare interesse. Infine “Colle Castello” per la presenza della delle tracce della “vecchia Frainelle” andrebbe ad arricchire un percorso turistico e naturalistico di ottima consistenza. Questo percorso va attentamente studiato, ripulito, reso meno aspro in alcuni tratti e più adatto alle esigenze di naturalisti che intendono immergersi nella natura e di sportivi amanti del Jogging in ambienti sani e ossigenati. Il collocamento lungo il percorso di attrezzi in legno adatti alla ginnastica ed esercizi fisici lo renderebbe maggiormente appetibile dai potenziali fruitori. Un percorso alternativo (ma senza escludere la possibilità di utilizzo polivalente del già descritto) potrebbe essere disegnato per bici da cross (mountain bike) e pensare anche alla successiva possibilità di realizzare un percorso professionale per poter ospitare La natura ha riconquistato tutti gli spazi anche competizioni. lasciati liberi dall’uomo. L’ormai La presenza dei boschi e l’ossigenazione superba selvaggio territorio rende la zona ideale rende il luogo adatto ad un turismo di tipo per escursioni ed avventure molto suggestive. Ma i percorsi devono essere naturalistico sportivo a costi estremamente segnalati, mappati e disponibili per il competitivi. turismo ecologico. Mappe dettagliate dei percorsi sono indispensabili e devono essere di facile reperimento per i fruitori. La definizione di un percorso turistico/religioso da Vasto attraverso Monteodorisio, San Buono, Furci, Liscia, Materdomini fino a Castiglione con la Madonne del Monte è sicuramente realizzabile. La Materdomini è un’oasi dove tutti possono assaporare la spiritualità, la natura, la storia oltre che la buona cucina che non stona.-
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3.
Commercio e Comunicazione
Nella recente periodo di soggiorno a Fraine mi sono reso conto che tra le infinite penalizzazioni presenti in tutti i settori dei servizi essenziali, con colpevole indifferenza di tutti gli Enti Istituzionali, quelli più carenti riguardano i giovani. I ragazzi non hanno più una scuola elementare e media, per le superiori sono costretti a trasferisi a Vasto, quando possibile, o affrontare spese tali da rendere oggettivamente più conveniente l’abbandono del Paese da parte della famiglia per permettere loro una esistenza (sin dai primi anni vita) più sopportabile. Questo induce a pensare che, se realmente l’interesse della Regione Abruzzo è quello di mantenere un minimo presidio del territorio e non cancellare quei comuni che sono la storia dell’Abruzzo, bisogna che venga colmato il Gap prima di giungere al punto di non ritorno, offrendo una serie di agevolazioni per quei servizi che sono fondamentali nei nostri giorni per superare le difficoltà in questione. Lo stato dovrebbe quantomeno offrire ai comuni, già privati delle scuole d’obbligo, fondi per rendere meno aspra la vita agli studenti pendolari senza gravare sulle casse del comune che per l’esiguo numero di abitanti ha già di per se un incolmabile handicap: • A Fraine non c’è una rete ADSL perchè le società di gestione della telefonia fissa non hanno l’interesse a ad adeguare la rete visto l’esiguo mercato; • Non esiste alcuna possibilità di collegarsi con Wireless Lan (se non una strana rete Wireles di gestione locale) perchè anche i gestori della telefonia mobile non nutrono alcun interesse a fornire la copertura; • I ragazzi frainesei non hanno alcuna possibilità di frequentare corsi che altrove sono incentivati e sovvenzionati dalla Comunità Europea con rilascio di certificazioni. • Non esiste un Internet Point per permettere a chi intende passare un minimo periodo di soggiorno a Fraine di avere almeno la possibilità di connettersi evitando l’isolamento mediatico vista la non copertura della zona con UMTS, Super UMTS e altri sistemi ad alta velocità (sono stato venti giorni senza poter leggere e-mail ed accedere a servizi essenziali che fanno ormai parte della normale vita del cittadino); • Non esistono Negozi di Informatica e fornitori/gestori di software per poter creare e gestire siti internet che sono oggi fondamentali per “informare” un ampio pubblico su eventi interessanti, offerte di mercato, notizie storiche, e dare opportunità di commercializzazione (Un potenziale e-commerce non è da esludere anzi è l’unica soluzione per permette una pensabile attività produttiva e conseguente vendita dei prodotti). E’ necessario realizzare la reta fissa ad alta velocità. E’ necessario che la rete wireless ad alta velocità sia funzionante altrimenti prevedere un contratto cumulativo con qualche gestore che permetta a tutti di collegarsi in wireless soprattutto ai turisti e villegianti non muniti di rete fissa telefonica. E’ necessario approntare una saletta multimediale con almeno 5 postazioni che consenta di effettuare dei corsi in loco per i ragazzi frainesi convenzionandosi con qualche Istituto che fruisce di fondi Europer per l’Euroformazione (spingere perchè la Regione ponga come condizione necessaria per l’accesso ai fondi la disponibilità dei vari Istituti ed Enti beneficiari ad organizzare corsi nei centri montani in conformità 23
con i recenti indirizzi della Comunità Europea). Utilizzare anche questo centro come Internet Point fino a quando non sarà attiva una rete wireless ad alta velocità per i non residenti e per i ragazzi meno abbienti per istruirli, allenarli ad un uso intensivo del PC e spingerli verso la multimedialità. Organizzare, sempre utilizzando la saletta multimediale, corsi specifici sul e-commerce, corsi di aggiornamento o di iniziazione professionale, insomma si tratta di mettere in atto iniziative a vantaggio delle giovani generazioni alle quali, in prospettiva futura, può essere data un aiuto significativo per l’inizio o consolidamento di attività che potranno essere utili per al percorso ricostruttivo di Fraine (es: ditte costruttrici e muratori, allevatori, artigiani, possibili agricoltori..etc ). La Regione sta facendo già la sua parte e visto lo sforzo notevole verso il recupero e la riabilitazione dei centri montani è necessario cogliere l’occasione e fare della professionalità la migliore arma per stare sul mercato, della multimedialità uno strumento irrinunciabile per essere competitivi nella commercializzazione di prodotti sani, altamente qualitativi e con elevato rapporto qualità/prezzo grazie alla introduzione di un concetto di gran moda, mai come oggi essenziale per il successo: “dal Produttore al Consumatore”.
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Sono a disposizioni Fondi Fondi Europei - FESR 2007-2013 (si riportano i dati estrapolati dalla brochure di presentazione della regione abruzzo) Asse III Società dell’Informazione l’Asse, articolato in tre diverse Attività, è destinato al miglioramento dell’accesso e utilizzo delle ICT da parte delle PMI mediante il potenziamento delle infrastrutture della banda larga nelle aree montane. La quota dell’Attività 1.1, destinata agli aiuti alle PMI verrà implementata attraverso bandi regionali di evidenza pubblica. Attività III.1.1: Miglioramento della disponibilità di servizi ICT per le imprese: potenziamento dei servizi ICT (e-commerce, e-business, tracciabilità agro-alimentare, ottimizzazione logistica) e delle infrastrutture informatiche connesse, al fine di raggiungere una crescita di tutto il sistema produttivo regionale realizzando un sostanziale incremento dell’accessibilità a nuove applicazioni e servizi da parte delle PMI delle aree montane. Si punta a favorire l’accesso da parte delle PMI dell’utilizzo dell’ICT al fine di facilitare la crescita delle imprese e la loro penetrazione nel mercato nazionale ed internazionale. Possono presentare progetti per la richiesta di finanziamento le PMI e gli enti pubblici. Ammontare delle risorse: € 9.884.600,00 Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Strutture Informatiche e Tecnologiche, Via Leonardo da Vinci, n. 6 67100 – L’AQUILA, tel. 0862/363623
Attività III.2.1: Potenziamento delle reti immateriali (banda larga) nelle aree di montagna: diffusione della banda larga nelle aree interne di montagna, là dove esiste il fallimento del mercato, facilitando in tal modo l’accesso ai servizi da parte delle amministrazioni locali e dei cittadini e promuovendo la competitività territoriale attraverso gli strumenti legati alla società dell’informazione. Possono presentare progetti per la richiesta di finanziamento gli enti pubblici. Ammontare delle risorse: € 24.711.499,00 Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Strutture Informatiche e Tecnologiche, Via Leonardo da Vinci, n. 6 67100 – L’AQUILA, tel. 0862/363623
Attività III.2.2: Miglioramento della disponibilità di servizi ICT per i cittadini delle aree montane: interventi tecnologicamente avanzati sulle strutture della pubblica amministrazione quali strumenti per la digitalizzazione volti a favorire lo scambio di documenti tra il cittadino e la P.A, e-governament, il telesoccorso e la teleassistenza in particolare per i piccoli comuni per facilitare l’erogazione di servizi per il cittadino. Possono presentare progetti per la richiesta di finanziamento gli enti pubblici. Ammontare delle risorse: € 14.826.900,00 Struttura Competente: Dirigente pro tempore del Servizio Strutture Informatiche e Tecnologiche, Via Leonardo da Vinci, n. 6 - 67100 – L’AQUILA, tel. 0862/363623
Per informazioni Autorità di Gestione del POR FESR Abruzzo 2007 - 2013 Dirigente del Servizio Attività Internazionali Ufficio Attività Comunitarie ed Internazionali Telefono: 0862/364216-17-50 Fax: 0862/364211 Email:
[email protected] Email:
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Il Comune, soggetto imprescindibile nella Comunità Montana
La struttura di San Domenico, costruita con progetto alquanto improvvisato forse finalizzato unicamente all’ottenimento dei fondi messi a disposizione dalla Regione in una assurda logica di spartizione e senza alcuna valutazione delle reali necessità, richiama l’attenzione sul metodo e sui piani di investimento posti in essere dalle varie entità della Comunità Montana. La struttura, sorta tra l’altro, in un contesto sbagliato ovvero in una zona che avrebbe dovuto essere protetta e non oggetto di cementificazione, sottolinea in modo evidente la necessità di meglio indirizzare gli investimenti disponibili. Di fatto è la copia di altre opere nate nello stesso periodo un po’ in tutti i Comuni e la dimostrazione evidente è che difatti non è mai entrata in funzione e non trova neppure alcuna possibilità di utilizzo così come è strutturata. La natura domina........Vista da Via Ora, quindi, si rende necessaria una revisione del Borea verso il Vallone Lama.... progetto con lo scopo di adattarla ad un utilizzo diverso e più mirato a scopi realisticamente raggiungibili con ulteriore dispendio di soldi pubblici. L’errore purtroppo tristemente ripetitivo nella gestione delle già esigue risorse dei Comuni delle Comunità Montane e della Regione, fa riflettere molto sull’esigenza di diversificare gli investimenti in modo tale che lo sviluppo di ciascuno sia complementare a quello degli altri; l’intera area va vista come una grande Circoscrizione che, al fine, dovrà dotarsi di tutti i servizi essenziali possibili senza sovrapposizioni che frammenterebbero il potenziale pubblico fruitore rendendo il servizio inefficiente, dispendioso e quindi inutile. La ovvia deduzione è che per intraprendere un percorso di investimento che abbia una minima probabilità di successo è indispensabile la collaborazione attiva tra i vari Sindaci ed Carunchio, uno dei Comuni della Amministratori locali che troppe volte, invece, Comunità montana Alto Vastese”- vista abbagliati da rancori politici eccessivamente da Fraine. personalizzati e soffocati da campanilismi esasperati quanto inutili, perdono di vista la necessità di unire le forze. Bisogna ricordare loro che lo scopo prioritario delle Comunità Montane è quello di meglio analizzare le problematiche del territorio nella propria interezza e
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complessità e proporre uno sviluppo sinergico delle varie piccole entità che le compongono. C’è da dire tuttavia, che a volte, i rappresentanti istituzionali non hanno la necessaria competenza, rifiutano i suggerimenti di esperti, (a volte in buona fede a volte no) e, poichè la legislazione non riesce a prevedere tutto e quindi a fermarli, spesso si rendono artefici di veri disastri, (ecologici, architettonici ma soprattutto economici). E’ urgente cambiare rotta. Bisogna avere il coraggio di rinunciare anche ad alcuni fondi (cedendoli ad altri comuni che ne hanno un più immediato bisogno per progetti oggettivamente più concreti e futuribili) non cedendo alla tentazione di opere inutili, per concentrare lo sforzo economico sulla realizzazione di strutture e servizi essenziali con assegnazione di competenze specifiche settoriali a ciascun Comune in modo tale da avere nel territorio una certa completezza nei servizi ritenuti irrinunciabili (es: se a Roccaspinalveti si intende realizzare un pronto soccorso attrezzato, è perfettamente inutile realizzarne uno anche a Fraine e magari un altro a Carunchio; al contrario a Fraine realizzeremmo (in tal caso) un centro di recupero post-degenza e fisioterapico che serva l’intera comunità montana) – Chi eroga i fondi dovrebbe bocciare i progetti “fotocopia” e premiare quelli mirati al completamento dei servizi utili e necessari in una visione esclusivamente comunitaria e mirata a soddisfare le esigenze dei cittadini più bisognosi ed anziani che sono la componente numericamente più importante altre che abbisognevole di servizi. Il danno economico e sociale derivante dagli errori commessi è talmente evidente e grave che nessuno può più permettersi di sbagliare pena la scomparsa certa dei nostri Comuni e conseguentemente della nostra Comunità Montana. La valutazione dei progetti presentati deve avvenire con severità e scrupolo ed il valore assoluto di ciascuno di essi va considerato con criteri rivoluzionari e coraggiosi che premino ed incoraggino quelli più in sintonia con gli obiettivi della Regione, quelli più innovativi e concreti e quelli più mirati ad uno sviluppo proporzionato e vitale in una ottica di progresso sinergico e non sbilanciato a danno dei più deboli (che devono anzi essere privilegianti proprio in quanto tali). Vanno poi premiate le Amministrazioni che danno dimostrazione di capacità nell’investimento dei soldi pubblici e cercati i riscontri di tale bravura misurandone i risultati finali affinché siano queste poste ad esempio per tutta la comunità. Mi conforta l’idea che la Regione mira effettivamente in modo prioritario a questo tipo di sviluppo dei vari centri montani e la sinergia progettuale è considerata una delle prerogative essenziali per l’assegnazione dei fondi....
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Il lavoro “rosa” ed il comune imprenditore.
Uno delle soluzioni più banali per contrastare l’abbandono dei centri montani e che ritengo non abbia avuta la giusta valorizzazione, è quello di convogliare, con azioni di governo veramente significative, le attività che richiedono manodopera femminile nelle zone montane. Parto da considerazioni abbastanza elementari ma supportate da esperienza, che mi inducono a credere che le scelte più importanti in ciascuna famiglia vengono effettuate prevalentemente dalle donne o comunque da esse influenzate in modo significativo. Pertanto ne deduco che impiegare la componente femminile delle famiglie ancora residenti nei centri montani, indurrà inevitabilmente ad un cambiamento di rotta. La donna che lavora e deve occuparsi dei figli e della casa non credo che possa scegliere convenientemente di trasferirsi in “città” ed aggravare il personale carico di sacrificio….semmai “costringerà” il marito a fare il pendolare verso le fabbriche ed uffici dislocati nei centri costieri. La Regione deve disporre forti incentivi al lavoro rosa che credo sia davvero la medicina per evitare l’abbandono della montagna, deve investire fortemente mettendo a disposizioni risorse (anche a fondo perduto) per costruire zone industriali che prevedano prevalente impiego femminile e agevolino persino i rientri dei nuclei familiari ora altrove residenti. Alcuni capannoni industriali (ancora non affittati) potrebbero essere assegnati con tale finalità anche a costi ridottissimi (compatibilmente con la legislazione in vigore). Il Comune può anche valutare la possibilità di diventare imprenditore (ha tutto da guadagnare) per esempio comprando o costruendo un piccolo immobile commerciale per ivi accomunare quelle piccole attività produttive possibili che da sole non potrebbero esistere. Un locale di questo genere potrebbe essere il punto di riferimento per far conoscere alcune tipiche produzioni di grande qualità di Fraine. Il Comune diventerebbe anche lo sponsor delle attività produttive (penso alle mozzarelle e latticini (Fraine è tuttora un raro esempio di allevamento al pascolo nell’intero Abruzzo), penso ad una possibile produzione di salumi artigianali, penso all’ottimo tartufo di cui il territorio è ricco (Fraine non risulta nemmeno menzionato), penso al pane con le patate alla pizza con l’origano resa speciale dall’acqua eccellente e sorgiva dei nostri monti, penso all’olio di eccelsa qualità che non trova rivali nel mondo ma per niente valorizzato, penso al riscoperto farro o al grano denominato “cappella”, alle preziose ed introvabili cicerchie, alle patate che sono il prodotto maggiormente adatto per il terreno frainese….etc….. Insomma una piccola organizzazione commerciale che per la, sia pure esigua produzione locale, potrebbe essere un interessante motore che ne favorisce la ripresa). D’altronde non abbiamo niente da perdere mentre il successo significherebbe un incremento esponenziale delle attività che potrebbe trasformarsi in un volano molto efficace ….vale la pena provare…poiché, .toccato il fondo si può solo risalire…
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Gli anziani, una risorsa e non un problema.
Martino Domenico detto “Cavallott” (con il figlio Guido) storico “vecchio” dalla simpatia ineguagliabile. Famiglia di Muratori maestri nelle costruzioni in pietra lavorarono alla gran parte degli edifici adibiti a civile abitazione di Fraine.
In una società che invecchia con crescita demografica vicina allo zero, non si può non porre l’attenzione sugli anziani che dovranno rappresentare una risorsa per la comunità e non un peso. In tempi recenti si è notato un certo acutizzarsi delle problematiche delle varie famiglie in relazione ai non più giovani, che con l’avanzare dell’età, non sono più riusciti a conservare appieno la loro proverbiale autonomia ma solo la caratterizzante testardaggine (c’è un motto che dice di quelli di Fraine: “coccia tosta e litighini”. E’ più corretto subito specificare che i soggetti della questione sono gli anziani e non le famiglie. Molti vivono un incubo mentre altri diventano sordi e ciechi dovendosi confrontare con la necessità di garantire una adeguata assistenza senza far perdere l’identità ai loro cari. Ci si scontra con la riluttanza degli anziani nel vedersi collocati in strutture che li privano della loro riservatezza, timidezza e di quei piccoli segreti che si trascinano da un vita
intera. Recentemente ho personalmente assistito ad un caso di un’anziana novantenne in condizioni davvero pietose (anemica e che nonostante le cedevoli gambe tentava disperatamente di provvedere a se stessa apponendo un secco rifiuto al trasferimento in struttura per anziani di Castiglione M. M.). Nel manifestare tale rifiuto si giustificava dicendo ai figli di non voler abbandonare la “sua” casa perché tutte le pietre con le quali era stata eretta le aveva trasportate sul suo capo cedendole poi alle maestranze per la successiva messa in opera………sono rimasto davvero colpito….e ancor più sono amareggiato sapendo che quella stessa casa sarà certamente messa in vendita da chi non nutre più alcun interesse per il luogo………… Il trasferimento degli anziani in strutture attrezzate, comporta lo sradicamento dal proprio paese, dalla propria casa ed loro averi ovvero da tutto ciò per il quale essi hanno lottato per l’intera esistenza. L’anziano va posto al centro del progetto e questo deve mirare alla realizzazione dei suoi desideri e delle sue aspettative; e non va quindi, preso in considerazione alcun altro tipo di progetto se solo mirato alla la soluzione dei problemi dei familiari (perché questi non riescono più a conciliare la loro vita con il “peso” di un familiare non più efficiente). L’anziano deve rimanere al centro delle attenzioni affinché i progetti non suonino come una soluzione finale per i malcapitati. 29
Le esigue residue forze dei soggetti deboli devono unirsi nei momenti di bisogno, come avveniva nelle difficoltà quotidiane della sepolta civiltà contadina, perché possano continuare a dare il loro contributo alla società ed alle rispettive famiglie (perché questo loro vogliono). E’ possibile tirar fuori da loro risorse derivanti da quella straordinaria volontà di sentirsi vivi ed attivi che li rende felici di essere partecipi alla vita della “Famiglia” distogliendoli dalla solitudine; è possibile fornire in tal modo l’antidoto efficace per combattere il senso di abbandono che ossessiona normalmente la loro psiche che manifesta il picco massimo di delusione quando un uomo perde, anche se parzialmente, la propria autonomia. Ognuno di loro ha il diritto di sognare ancora e programmare il proprio futuro anche se ciò può rivelarsi una pura illusione. Detto ciò si ritiene fondamentale la realizzazione di piccole strutture (case Famiglia) in ciascuno dei centri montani. Poiché i vantaggi sono tanti e proviamo ad analizzarli: Porre soggetti anziani in una struttura (possibilmente) aperta nel proprio paese di origine significa inserirli in un contesto di persone conosciute, probabilmente amici o amiche di infanzia che parlano la stessa lingua (visto che il dialetto è meglio conosciuto dell’Italiano), dalle stesse abitudini equivale a dire che le forzature sono meno brutali. Conservando una certa vicinanza alle loro proprietà, non sarebbero ossessionati dalla perdita del controllo di queste e la loro serenità ne gioverebbe sicuramente. La presenza di anziani di origine Frainese in una struttura in loco permetterebbe certamente un ritorno vacanziero più frequente dei familiari degli ospiti con maggiore utilizzo degli immobili a disposizione e vantaggi per una eventuale economia indotta e per il mantenimento in efficienza delle abitazioni; la messa in funzione della struttura a Fraine, indurrebbe probabilmente molti anziani a frequentarla o ricoverarvisi quando ancora in condizioni di salute discrete e non al limite della loro capacità fisiche e mentali con la conseguente percezione, in tal caso, dell’atto di ricovero quale segnale di rifiuto da parte dei propri cari con conseguenze psicologiche disastrose. possibilità, a chi ha l’efficienza per poterlo fare, di far svolgere attività, nella struttura stessa, di tipo hobbistiche e personalizzate che li faccia sentire utili e non un peso per la società. Poiché i terreni sono quasi totalmente abbandonati, si può assegnare a chi lo desideri un orticello da curare, un giardino di cui occuparsi, una piccola serra di fiori da tenere in ordine a chi desidera cimentarsi in floricoltura e anche possibilità di preparare “piccole sorprese “ per i propri familiari in occasione di festività e ricorrenze. Trattasi insomma di dare la possibilità di dedicarsi agli altri e rendersi utili come nella loro vita hanno sempre fatto per sentirsi ancora vivi dentro. Una accelerazione alla realizzazione del progetto va data in modo deciso poiché l’attuale situazione è già critica e gli anziani e famiglie in affanno sono molteplici. Queste situazioni esasperate sono spesso causa di dissapori tra componenti della stessa famiglia ed il deterioramento dei rapporti interfamiliari non favorisce certo i nobili scopi di questo progetto (a Fraine, che è veramente piccola, si viene normalmente per ritrovarsi con i fratelli, le sorelle e gli amici e se il rapporto è
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irrimediabilmente compromesso può non avere più senso tornarvi anzi, in tal caso, al fine di evitare “spiacevoli incontri”, si sceglie di andare altrove).
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