Museke N. 8 - Settembre 1997

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NOTIZIARIO DEL GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE – Via Brescia, 10 – 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. 030/2130053 – Fax 030/2130044

NUMERO OTTO - SETTEMBRE 1997

impianti: nadir - ciliverghe (bs) / stampa: euroteam - ciliverghe (bs)

Il Guatemala lancia un S.O.S. Da vent’anni conosco Padre Gabriel, sacerdote guatemalteco, il quale mi ha sempre invitato a collaborare nel suo Paese. Non potendo rientrare in Rwanda,come Museke abbiamo accolto questo invito.Il cristiano non può più stare tranquillo, deve lasciarsi coinvolgere dai grandi bisogni che sono nel mondo. Anche in Guatemala esistono grandi povertà, basta pensare al lungo periodo di 35 anni di guerriglia: solo a dicembre 1996 hanno firmato l’accordo di pace. Hanno bisogno di una mano. È un popolo con tanta volontà di ricostruirsi e di ricominciare a vivere in pace. Purtroppo la maggior parte di questo territorio è molto arido, l’economia è basata sull’agricoltura. Così con l’Ing. Faini e mio fratello siamo andati a vedere quali sono le emergenze.I bisogni sono tanti:la sanità e la scuola sono state privatizzate dal Governo, cosicché il povero non può usufruirne e rimane sempre più emarginato: a farne sempre le spese sono in particolare le donne ed i bambini. Il vero povero non chiede, è dignitoso, ti fa venire il “magone”. Il loro silenzio si fa sempre più assordante:sono una grande realtà. La parrocchia ha 30.000 abitanti al centro ed altrettanti nelle 52 aldee (frazioni) sulle montagne sparse nel raggio di 60 Km., dove non vi è nessuna struttura.Come prima emergenza ci sarebbe bisogno di un dispensario, perché la piccola struttura parrocchiale è inadeguata e le persone che ne usufruiscono sono mediamente 150 al giorno.Inoltre sarebbe necessario sistemare le due scuole: al Rancho esiste un stabile molto pericolante. In queste scuole studiano i bambini emarginati che diversamente non potrebbero frequentare. Sono 350 nella scuola della parrocchia e

451 nella scuola del Rancho. Ci sarebbero inoltre alcuni mini progetti per la promozione della donna. Come donne non ci sentiamo di stare a guardare o di far finta di non vedere ciò che ci sta tanto a cuore. È necessario quindi dare loro un lavoro sicuro e dignitoso. Con questi progetti la donna si può togliere dalla strada e garantire ai 1500 bambini che ci sono un pezzo di pane ogni giorno. Si riuscirebbe così a dare un lavoro a parecchi famiglie, è un aiuto vero, dignitoso, sicuro e costante. Noi come Museke ci sentiamo una goccia nel mare di fronte a queste grandi povertà.Abbiamo tanta voglia e speranza di riuscire,anche se la goccia ogni tanto disturba, la maggior parte delle

volte è benefica.Anche i giovani di questa comunità si definiscono una goccia nel cuore della Chiesa. Sono tanti e straordinari! Purtroppo hanno tutti grossi problemi e passano ogni giorno dal Padre che è molto attento: li fa sedere a tavola e dopo averli sfamati dialoga. In casa ne ha venti fissi: vengono tutti dalle montagne e li fa studiare. Sono sicura che la Provvidenza ci aiuterà, chi può veda se vuole condividere questa impresa, chi non può preghi molto perché l’uomo e tutti gli abitanti di questo pianeta hanno bisogno non di solo pane! A tutti gli amici e benefattori un grosso grazie,ai benefattori defunti il ricordo è quotidiano. Cesarina

Proposte di intervento a sostegno delle iniziative intraprese dalla Parrocchia di “Nuestro Señor Crucificado” di Guastatoya Dietro sollecitazione di Cesarina ho effettuato, dal 17 marzo al 04 aprile, un viaggio in Guatemala raggiungendola nella cittadina di Guastatoya dove mi aveva preceduto da circa una settimana insieme al fratello Italo. Il viaggio doveva servire per verificare lo stato di conservazione e consistenza di alcuni fabbricati in precedenza realizzati per iniziative intraprese da padre Gabriel Penate Rodriguez,attuale parroco della parrocchia di Guastatoya. Insieme a Cesarina ed ad Italo abbiamo approfittato del breve soggiorno per cercare di capire e valutare in linea di massima sia le possibilità di intervento legate a specifiche situazioni ma anche quali fosero i maggiori bisogni dei ceti più poveri della popolazione,per valutare eventuali programmi di aiuto. Il Guatemala esce da un periodo di disordine e violenza durato più di 35 anni, da quando nel 1957 un golpe militare esautorò il governo di centro sinistra che aveva vinto le elezioni due anni prima e che aveva iniziato una politica di suddivisione delle terre, sino ad allora patrimonio di grandi famiglie e multina-

zionali nord americane. Da allora si sono succeduti vari governi militari che hanno mantenuto il paese in una situazione di estrema povertà; le opposizioni, clandestine e non ed i movimenti di guerriglia nati successivamente hanno contrastato il potere centrale provocando violente repressioni. La situazione di stallo si è “ufficialmente” risolta nel dicembre del 1996 quando è stato fir-

mato un accordo di pace tra l’attuale governo e le organizzazioni della guerriglia e dell’opposizione. Attualmente il Guatemala è un paese allineato con altri stati centro americani: vi si trova quasi tutto, i beni di consumo esistono e sono disponibili ma sono appannaggio di pochissimi, mentre la maggior parte della popolazione rimane in uno stato di estrema povertà.

La cittadina di Guastatoya (25.000 ab. circa) è situata a 74 Km dalla capitale del paese,Città del Guatemala, nel distretto di El Progreso in una zona abbastanza povera, con un clima prevalentemente secco ed arido. Buona parte della popolazione è dedita all’agricoltura, si coltiva prevalentemente mais,ma la produzione è fortemente condizionata sia dalla mancanza d’acqua che dal tipo di conduzione delle coltivazioni, tuttora effettuata prevalentemente a mano. Nella zona ci sono anche alcune cave di materiale lapideo, utilizzato per la produzione del cemento, cave di granito e pietre da costruzione in genere ma non sono determinati nell’economia della zona; si è incrementato invece ultimamente il fenomeno del pendolarismo verso la capitale e i suoi sobborghi, dove trova impiego sempre più parte della popolazione attiva, con il conseguente sviluppo dei problemi legati al pendolarismo, comuni a tutte le aree industriali. Complessivamente comunque la cittadina gode di un discreto tenore di vita, paragonato allo standard locale, ma la situazione è radicalmente diversa nei MUSEKE - 2

piccoli paesi e nei villaggi che compongono la maggioranza della popolazione dell’intero distretto ( circa 120.000 ab. ), villaggi per la maggior parte dislocati sulle montagne della sierra che circonda Guastatoya e che caratterizza l’intero distretto.

da Guastatoya B) realizzazione di un poliambulatorio in Guastatoya; C) realizzazione di un piccolo presidio sanitario, dotato di ambulatori per medicina generale, ginecologia e farmacia, sempre in El Rancho.

Padre Gabriel, parroco della Parrocchia, ha dato vita ad una serie di iniziative indubbiamente encomiabili che sono servite a tamponare, pur parzialmente, il disagio delle categorie più povere della popolazione che, per motivi di indigenza e/o culturali, non riescono ad accedere ai servizi sanitari pubblici di base ed alla scuola di stato.

Abbiamo potuto verificare il peso e la valenza che hanno assunto queste iniziative nell’ambito dell’organizzazione sociale di Guastatoya e dei villaggi vicini,constatandone nel contempo i limiti e le carenze. In particolare l’aspetto edilizio è, in genere, precario sia dal punto di vista delle strutture che degli impianti, in particolare elettrici. Padre Gabriel, con molta buona volontà,ha fatto disegni e progetti,ha curando personalmente la direzione dei lavori ma logicamente non sono state del tutto valutate le condizioni di progetto, la resistenza dei materiali e la

Concretamente sono state avviate negli ultimi anni le seguenti iniziative: A) acquisizione del “Liceo Santo José “ - nel villaggio di EL RANCHO, sito a 20 Km circa

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sicurezza degli impianti. Oltretutto la zona è caratterizzata da un elevato rischio sismico ( l’ultimo terremoto del 1976 ha completamente distrutto Guastatoya ). Padre Gabriel ci ha poi illustrato alcuni progetti che potrebbero essere intrapresi per il completamento e l’integrazione di quanto già realizzato, ma che non possono essere iniziati per mancanza di fondi e di assistenza tecnica, ed in particolare: • l’ampliamento dei poliambulatori di Guastatoya, completati con la realizzazione di un locale per il pronto soccorso ed una sala parto per casi di emergenza; • l’adeguamento ed il completamento delle strutture del Liceo S. Iosè di El Rancho; • un piccolo ampliamento del presidio sanitario di El rancho. Ing. Silvestro Faini

Dalla terra dei Mayas Non è facile raccontare in poche righe quello che ho vissuto in Guatemala:l’accoglienza ricevuta, la generosità delle persone, il loro modo di vivere, di cooperare per superare le difficoltà. Sì, sono poveri...MA come sono ricchi nel loro spirito! Non hanno molto a propria disposizione, la stessa natura contrappone a spazi bellissimi da vedere, luoghi aridi e ostili alla mano dell’uomo. Ma hanno tanta voglia di fare, di donare, di ricominciare anche dopo un lungo periodo di guerra. Quindici giorni sono sicuramente pochi per capire il loro “mondo”, il loro modo di vivere ma sono stati sufficienti per comprendere quale è la forza che sorregge e guida i loro progetti:la fede in Dio e l’amore per le persone. Ho “visto”ciò soprattutto nella persona che ci ha accolto e ospitato: Padre Gabriel. Un ultimo pensiero alla bambina idrocefala, ZULY ADALID CARRANZA RAMIREZ che ha compiuto un anno il 26 agosto e che ha l’urgente bisogno di essere operata per continuare a vivere. Un saluto a Guastatoya e HASTA LUEGO! Sandra

ogni persona là conosciuta mi ha donato, ma in particolare alle esperienze che ho potuto vivere grazie a persone accoglienti, amiche e ... felici. Molte cose mi hanno colpito. Prima di tutto le persone che ho conosciuto e soprattutto i giovani della Comunità Vocazionale, il gruppo che Padre Gabriel ha riunito intorno a sé. Mi ha colpito il fatto che questi ragazzi, nonostante difficili condizioni economiche, familiari, sociali, siano riusciti a trovare una speranza nella vita, ad essere felici. E questo grazie ad una forte fede religiosa. Mi è rimasta impressa anche la povertà di questa gente, gran parte della quale è costretta a vivere in condizioni a dir poco disastrose. Vedendo le baracche, in cui gran parte della gente vive, faticavo a credere che in quell’“ammasso di ferro” qualcuno potesse vivere. Al di là di questa grande povertà, mi è rimasto comunque un messaggio molto positivo che ha

dato anche a me un po’ di speranza: ho infatti incontrato persone con un grande desiderio di ricominciare, di vivere nonostante le sofferenze e le varie calamità... Inoltre sono stata colpita dal forte desiderio di questo popolo di potersi radunare a pregare insieme: è stata molto suggestiva la celebrazione della messa al buio in una chiesa che alcune donne si sono impegnate a ricostruire. E poi non potrò dimenticare tutte le persone conosciute:Tony, Corinae, Maria, Ines, Gladys, Esloania, Padre Gabriel, il cui esempio di padre (nel vero senso della parola) mi resterà sempre e poi tutti gli altri ragazzi che ci hanno dimostrato molto affetto e che io spero di rivedere in futuro. Il bilancio di questa esperienza non può essere che molto positivo, nonostante i numerosi, ma divertenti, scherzi di Italo, Cesarina e Maria che facevano di tutto per introdurre insetti e strani animali in camera mia e di Sandra. Benedetta

Già prima di partire per il Guatemala ero convinta che questo viaggio sarebbe stato molto importante per me. Lasciando il Guatemala ho infatti portato con me qualcosa di nuovo;non mi riferisco solo a tutti i regali che MUSEKE - 4

Dalle famiglie contento quando faccio arrabbiare la mamma. A scuola ho preso voti belli e dopo domani partiamo per le vacanze. Ciao a tutti!

La mia prima comunione Il 27 aprile è stato un giorno molto importante per me perché ho ricevuto il Corpo di Gesù. Ero molto emozionata, vicino a me c’era la mamma ed il papà. Io spero che Gesù mi faccia diventare brava con tutti.C’erano i miei parenti e finita la celebrazione mi hanno dato i regali. Ad un certo punto ho visto anche la mia amica del cuore:Margherita che mi donava un bel mazzo di fiori arancio.Infine ho fatto le fotografie in gruppo con i sacerdoti e le catechiste. E’ stata una giornata molto bella.

Vincent

Vincent dal primo giorno ha imparato molte cose.Una fra queste è di non abbuffarsi:gli piace mangiare tutto tranne i würstel e le zucchine. Va matto per la pizza. E’ un bel pigrone e racconta un mare di frottole.E’ però molto simpatico e fa battute divertenti ma un po’ stupide. Certe volte mi fa arrabbiare perciò litighiamo e succede un finimondo. Quando fa i compiti si addormenta un po’, per cui ci sta su tutto il giorno. Di film gli piacciono molto“Il Re Leone”e “La Carica dei 101”. Vincent dorme in stanza con Claudio suo e mio fratello.

Barbara

Farsi in quattro Quando era inverno il papà mi ha accompagnato in macchina e sono scivolato sul ghiaccio.Quando ero a Castenedolo mi sono messo 5 volte la giacca mentre aspettavo mamma

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Marta

e papà. Noi fratelli qualche volta litighiamo perché ci facciamo i dispetti ma poi giochiamo tutti insieme e andiamo al parco. A me piace quando alla sera giochiamo tutti insieme e non sono

Quando Vincent è arrivato io litigavo con Vincent per i giochi ma era curiosissimo e frugava la casa e è andato a vedere la tele. Anna (6 anni)

Una giornata con Annarosa Stamattina ti sei svegliata nel lettone e hai detto:”Mamma, hai visto che belle coccoline abbiamo fatto?” Eh sì, alle 6 avevi sentito tuo fratello Luca che si alzava per andare a scuola e ti sei infilata nel letto tra mamma e papà. Hai ascoltato poi Chiara e Francesca che chiaccheravano e si vestivano, ma sotto le coperte hai preferito farti coccolare ancora un po’. Ci siamo poi alzate, hai dato un grosso bacio al papà che andava a lavorare e ti sei seduta per la colazione comportandoti come al solito se la mattina è quella giusta fai colazione abbastanza velocemente, poi mi chiami e “sorpresa”... la tazza è vuota, altrimenti bisogna imboccarti! Ci prepariamo per il pulmino che ti porta all’asilo e l’autista ti saluta dicendo:” Annarosa, quand’è che diventi bionda? e tu soddisfatta ti tocchi la testa e mi dici:“ Vero che ho tanti capelli?” All’asilo ti sei inserita benissimo, hai i tuoi “amichi” come li chiami tu, ma quando vieni sgridata o combini qualche pasticcio ti difendi dicendo:”ma io sono una bambina del Rwanda!! ..” come per giustificarti. Il pomeriggio continua poi in compagnia dei tuoi fratelli. I primi scherzetti li hai imparati con Luca; tu sei una grande bambina rwandese che gioca a basket con suo fratello e lo saluta come Michael Jordan con un “batti un 5”. Chiara come una maestrina ti coinvolge nelle danze, nei giochi, nei canti e quando vieni sgridata corri da lei o scendi dalla nonna per farti consolare. Se invece le bambine stanno facendo i compiti anche tu vuoi il foglio e la biro; Francesca ti ha insegna-

to a disegnare il sole e quando ti abbiamo detto “brava” nei tuoi occhi c’era tanta gioia e soddisfazione e ci hai regalato uno dei tuoi meravigliosi sorrisi. Al momento della merenda ti lasci scappare qualche capriccio. I capricci più belli però li sai fare al supermercato perchè vuoi le caramelle o i dolci: al no secco della mamma ti metti a piangere con grossi lacrimoni e ti fai compatire. La sera arriva papà e lo metti al corrente di tutte le novità della giornata; a cena ci ricordi la preghiera e vuoi essere tu ad ini-

ziarla. Finalmete poi andate a letto, ognuno nel proprio letto..., ma so già che anche stasera ti troverò nel letto di Chiara. Eh sì, ... non l’avevamo previsto...in tutto questo tran-tran siamo aiutati proprio da questi tre fantastici bambini che al di là del loro carattere hanno accettato Annarosa in maniera naturale e con amore, e ci danno sei mani per aiutarla a crescere. E adesso... anche noi a nanna perchè domani inizia una nuova giornata. Emanuela e Giancarlo

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Carlo ha trovato rifugio Ogni volta che don Roberto ci ha consegnato una copia del giornalino di Museke abbiamo letto con particolare attenzione le testimonianze delle famiglie che portavano le proprie esperienze. Spesso ci siamo trovati presi da una forte emozione per la gioia ed i sentimenti che ci accomunano agli altri genitori. Raccontare quanto noi abbiamo vissuto e viviamo forse è un poco ripetere cose già dette o condivise da tutti voi.Ma ogni storia ha,comunque, una sua particolarità ed intimità che va al di là di ciò che si riesce ad esternare. Quando Carlo è entrato nella nostra casa eravamo veramente molto felici. si è inserito subito come un piccolo uragano, portando allegria e vivacità in famiglia.Il significato del suo nome è “dove posso rifugiarmi?”. Fin dai primi giorni ha vissuto la sua nuova casa veramente come un piccolo “rifugio”.Ci voleva vedere sempre tutti insieme; assentarci a turno per andare al lavoro o per qualche commissione lo rattristava e gli creava piccole ansie.E il ritorno a casa,per lui,rap-

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presentava un momento di festa. Carlo per la nostra famiglia è stato ed è una benedizione di Dio. Il nostro desiderio,quando ci siamo sposati,era che la nostra famiglia fosse ricca di figli. Il Signore ha voluto donarci solo Federica. E questo inizialmente ci poneva degli interrogativi ai quali non trovavamo risposta. Non sapevamo ancora che il Signore stava preparando per noi qualcosa di grande.Questo dono ci apre alla speranza,pur tra mille incertezze, che i nostri bambini rimarranno con noi fino a quando, da adulti, avranno la possibilità di decidere la strada migliore per il loro futuro. L’entusiasmo di Carlo contagia tutta la famiglia; quando abbiamo visite cerca in ogni modo di stabilire un rapporto con tutti, a dimostrazione della sua apertura, pur se velata da alcune espressioni di timidezza. E’ molto generose, soprattutto con i bambini più piccoli,per i quali si trasforma in difensore in caso di difficoltà. Ama essere rassicurato appena ultimate le sue lunghe chiacchierate, soprattutto a tavola dove spesso dobbiamo mettere un argine al suo moto perpetuo. Infilarsi nei suoi discorsi,a volte ,è davvero un impresa.

Alcuni amici,spesso,ironicamente ci dicono:”Volevate un bambino, ma ora ne avete uno che fa per due!”.Alcune sue espressioni sono veramente esilaranti. Un giorno al supermercato ha incontrato un bambino senegalese in braccio a sua madre.Rivolto a Mina ha proferito:” “Mamma perché quel bambino ha la mamma nera?”La scuola che frequenta è multietnica, con bambini provenienti da vari Paesi e lui si è integrato immediatamente con gli altri piccoli. Quando al mattino lo accompagniamo a scuola e lo guardiamo salire la rampa che immette al salone, pensiamo che Carlo abbia già dovuto affrontare salite ben più ripide nei suoi brevissimi quattro anni (la morte della madre,i vari distacchi...).Nello stesso tempo siamo convinti che abbia ricevuto tanto amore sia a Rilima che a Castenedolo, perché ha una gioia naturale che nasce solo da chi ha sperimentato molto affetto. Per questo ci sentiamo in dovere di ringraziare tutti coloro che lo hanno aiutato a crescere prima di noi, nella certezza che possa rimanere sempre nella nostra famiglia. P.S.:Per Natale aspettiamo una nuova vita! Lidio e Mina

Madre Teresa: “non Requiem, ma Magnificat” Agnes Ganxhe Bejanxhiu, nota in tutto il mondo con il nome di Madre Teresa, nasce il 27 Agosto 1910 da genitori albanesi a Skopje. Dal 1948 indossa il sari bianco e blu,raccoglie attorno a sè un gruppo di Missionarie della Carità e si dedica ad alleviare le sofferenze di milioni di miserabili in ogni angolo del mondo. Nel 1979 riceve il Premio Nobel per la Pace. Il 5 Settembre 1997 “scivola in Dio” (così descrive la morte un detto ebraico). Inebriata di Dio, questa donna ha visto l’immedesimazione di Dio con l’uomo, ha visto Gesù ricrocifisso continuamente nelle ferite del povero, nelle piaghe dell’ammalato, nel pianto del derelitto, nelle grandi tristezze della terra.Ecco perché noi non cantiamo Requiem, oggi, ma cantiamo Magnificat per questo angelo dei poveri, per questa regina della carità e segno di speranza e di unità per tutti gli uomini del mondo, aldilà della religione, della razza e della lingua.

La vita dell’associazione Presso l’Ideal cine di Castenedolo, Sabato 4 Ottobre alle ore 15.30, assemblea dell’associazione, rinnovo delle cariche sociali e inizio ufficiale del nuovo progetto in Guatemala.Sarà con noi padre Gabriel.

L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico NON IMPORTA AMALO Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici NON IMPORTA, FÀ IL BENE Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici NON IMPORTA, REALIZZALI

Preghiera per i profughi Mio Signore! Tutta questa gente ha perduto terra e case e molti sono stati privati anche degli affetti più cari. Dammi forza, Signore, di intercedere per loro presso il Padre ma soprattutto di innestare nell azione la preghiera. Amen. (Madre Teresa)

Il bene che fai verrà domani dimenticato NON IMPORTA, FÀ IL BENE L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile NON IMPORTA, SII FRANCO ED ONESTO Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo NON IMPORTA, COSTRUISCI Se aiuti la gente, se ne risentirà NON IMPORTA, AIUTALA Dà al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci NON IMPORTA, DAí IL MEGLIO DI TE (Da una scritta sul muro a Shshu Bhavan, la Casa dei bambini di Calcutta)

GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE - Via Brescia, 10 - 25014 CASTENEDOLO (BS) - ITALY - Tel. 030/2130053 - Fax 030/2130044 c/c bancario: 27499 - Banca S. Paolo di Brescia Sede MUSEKE - 8

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