NOTIZIARIO DEL GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE – Via Brescia, 10 – 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. 030/2130053 – Fax 030/2130044
NUMERO NOVE - NATALE 1997
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Natale: la festa incompiuta Di giorno in giorno le vie si accendono di luci. Negozi e uffici si addobbano a festa. Gli spot pubblicitari fanno apertamente l'occhiolino alla voglia di Natale che è in noi.Tutto ha buon gioco nel sollecitare il nostro sentimento,perché tutti abbiamo nostalgia e desiderio di cose buone,di rapporti risananti e pacifici,di un giorno di sosta dai conflitti quotidiani. Soprattutto: tutti abbiamo voglia di compagnia,di legami dolci e stabili,abbiamo bisogno di un po' di conforto che plachi un attimo il senso di solitudine che spesso ci accompagna,abbiamo bisogno di "casa",di sentirci appagati e accolti in un ambiente che non ci misuri e ci faccia sentire amati e amabili. Il Natale sembra fatto apposta per diventare la festa della casa e dei legami,dell'innocenza e della gioia dei bambini, dei sentimenti di pace che giacciono in fondo al cuore di tutti: per questo tutti si danno da fare per confermarsi reciprocamente che mai come in questo giorno si ha diritto ad avere casa e compagnia. Ed è per questo che poi, al dunque,il giorno di Natale si trasforma in una potente arma che mette a nudo la solitudine ed il dolore: chi è solo, lo è in modo particolare a Natale; chi soffre, soffre particolarmente nella festa; chi ha perso occasioni ed amori,mai come a Natale si sente perso e perdente,proprio perché ci hanno convinto che a Natale dovrebbe essere tutto diverso, ci hanno fatto credere che in questo giorno magico ci sarebbe stato restituito ciò che non abbiamo mai avuto o abbiamo perso. Non succede: viene Natale e tutto è come prima, ingigantito dal clima intorno che canta canzoni dolci ed inneggia all'amore. Chi non può unirsi a questo coro,mai come nel giorno di Natale si sente tagliato fuori,relegato nel proprio magone, abbandonato da tutti coloro che,vivendo la festa,non vogliono avere intorno visi e parole sofferenti.Il Natale che ci hanno insegnato diventa così la festa crudele dove, chi può, si crea un piccolo
paradiso di luci e di calore nella propria casa, chiudendo accuratamente fuori coloro che hanno scritto sulla faccia la fatica e non trattengono neppure a Natale le lacrime.Per costoro, Natale è il giorno del maggiore abbandono e della smisurata solitudine che deve restare segreta: nella messa di mezzanotte, nel rincorrersi allegro del "Buone Feste", una persona che non abbia nè allegria nè calore non ha posto:meglio che si nasconda in casa sua e non turbi la legittima festa degli altri,il sogno che un giorno all'anno tutto sia a posto. Che inganno e che delusione un Natale così! Anche i più fortunati, giunti alla sera della festa, diranno con un sospiro di malinconia:"Anche per quest'anno è finita",e si pensa che domani sarà di nuovo tutto come prima,fatiche e conflitti,lacrime ed inganni. Per questo è essenziale dire agli uni ed agli altri, a coloro che soffrono e non possono sorridere neppure a Natale così come a
coloro che riescono ad ingannare la vita per un giorno e vestono la festa dolce del Natale dei buoni sentimenti, che il Natale altro non è che il Natale del Signore:è festa perché viene uno che rinnova la nostra speranza, raccoglie la nostra attesa senza ingannarci, senza offrirci bacchette magiche.Viene uno che porta nella sua pelle la fatica dell'umanità, che è segnato dalla morte più disonorevole, che nelle mani e nei piedi ha le ferite mortali dei chiodi,ma si presenta come vivente;viene uno che ha aperto la via della vita,ma che ha anche detto e vissuto in prima persona che tale via si apre nel dono di sè,nel fare strada in compagnia dei ciechi e degli zoppi,fratelli dei pubblicani e dei peccatori di ogni tempo. Gesù di Nazareth,nel nome del quale celebriamo il Natale,è il Signore di questa festa. Essa è dunque giorno di gioiosa speranza e consolazione: Gesù apre per noi il cielo di continua a pag. 8
Guastatoya - Guatemala Una sera incontrai la signora Lombardi Enrica e mi propose di recarmi in Guatemala,nella cittadina di Guastatoya,presso la parrocchia di padre Gabriel per il riordino di opere idrauliche vecchie e mal messe, e la realizzazione di un impianto nuovo nei locali destinati alla sala ginecologica, all'ambulatorio ed al laboratorio per le analisi. Lì per lì rimasi un po' titubante pensando al lungo viaggio, ma poi il 4 ottobre, all'assemblea del Gruppo Operazione Museke,ho conosciuto padre Gabriel. Se prima avevo qualche perplessità, sentendo i tanti bisogni di quella povera gente, ho sentito il dovere di accettare questa proposta. Ne parlai con il mio amico Giuseppe Caprioli con il quale avevo già vissuto una esperienza simile in Ruanda,a Rilima.Dopo aver ottenuto la sua disponibilità partimmo il 23 ottobre '97 carichi di materiali vari e di tanto entusiasmo. Dopo un lungo viaggio siamo arrivati all'aeroporto in Guatemala dove ci attendevano padre Gabriel e Cesarina; dopo aver espletato le solite pratiche doganali, siamo partiti per la parrocchia di Guasta-
toya, che dista circa 70 Km sull'unica arteria stradale che collega i due oceani, dove gente e merci vengono trasportati su ruote. Eravamo stupiti dall'immenso traffico caotico e disordinato; pullman vecchio stile americano anni '50,tutti colorati,senza portiere, con la gente appesa sui gradini, ed un'infinità di camion. Nonostante fosse la fine dell'inverno trovammo un clima abbastanza caldo. La gente povera, ma MOLTO dignitosa e cordiale, nonostante sia reduce da una guerriglia che è durata da 35 anni,chiede di essere aiutata a ricostruire una vita in pace. E' un popolo che vive solo di agricoltura, con molta fatica, dal momento che il terreno molto arido si trova in collina. In città la vita è abbastanza decente e si trova un po' di tutto, mentre nella periferia ci sono ancora baracche e capanne con tetti di paglia, gente analfabeta che ci ricorda l'Africa. Siamo stati meravigliati dalle immense iniziative di umanità di padre Gabriel per i più bisognosi, specialmente per i bambini ed i ragazzi con problemi familiari; li ascolta tutti; le porte della sua casa sono sempre aperte e dà loro quel poco che ha: anche solo un piatto di fagioli.
Attualmente nel vecchio ambulatorio, dove esercita il medico Oto,fratello di padre Gabriel, ci sono file di mamme con i piccoli in attesa di una visita dalle 5 del mattino:è l'unico ambulatorio gestito dalla parrocchia. La domenica mattina, assistendo alla S.Messa, abbiamo notato come partecipino tutti: vecchi e bambini con canti e preghiere molto toccanti. La sera, prima di partire, i ragazzi e le ragazze della parrocchia, con in testa padre Gabriel, ci hanno fatto festa con musiche e balli offrendoci, come loro usanza,una tazza di cioccolata e un piccolo ricordo che abbiamo accettato con immenso piacere, perchè datoci dal cuore. Ricorderemo sempre questi momenti significativi. Ringraziamo il Signore per la salute donataci e l'opportunità di aver potuto aiutare (nel nostro piccolo) questa povera gente; l'abbiamo fatto con molto, molto entusiasmo. Un ringraziamento particolare a padre Gabriel, veramente ammirevole in tutto;a Cesarina,coordinatrice di questo piccolo progetto ed un sincero “grazie” alla signora Enrica e a Don Roberto per averci offerta l'opportunità di fare questa meravigliosa esperienza. Mario Riello e Giuseppe Caprioli MUSEKE - 2
Dall’Amore esplode la Vita Michele "E' in arrivo un fratellino o una sorellina. Sei contento?" Io rispondevo di sì, anche se non sapevo che cosa significasse.Certo,mi piaceva l'idea di un fratellino come Andrea (mio cuginetto e fratellino di Federica) con cui giocare e magari combinare qualche guaio. Certo che si è fatto attendere parecchio! Una notte in cui avevo la febbre e Sandra era venuta nella mia cameretta,mi ero avvicinato al pancione ed avevo esclamato "Toc toc! Ci sei? Ciao sono Luca, vieni fuori!".Ma l'attesa era ancora lunga, proprio come quando si aspetta il Natale. E poi un bel giorno ...la mamma è andata all'ospedale a prendere Michele. Quando Luciano mi ha portato a trovarla c'erano tanti bambini. Non ero riuscito bene a capire quale era il mio fratellino ... erano tutti uguali. E poi era più divertente correre per il corridoio ed intrufolarsi in qualche camera, dove c'erano signore gentili che mi offrivano caramelle e cioccolatini. Il ritorno a casa e ... insomma, ma che cosa era questo fratellino? Non era proprio come me l'aspettavo. Non parlava, non giocava. Mangiava, dormiva o piangeva, sempre in braccio, sempre da camMUSEKE - 3
biare. Una volta, mentre la mamma lo lavava,me l'ha fatta quasi sui piedi;sono rimasto senza parole per almeno un quarto d'ora (e questo per me è davvero insolito).All'inizio un po’geloso lo sono stato:qualche capriccio per attirare l'attenzione, qualche crisi di pianto.Però mi piaceva farlo vedere ai miei cuginetti ed ai miei amici; loro non avevano un fratellino come il mio. Piano piano Michele è diventato più interessante: ha cominciato a guardarmi ed a sorridermi,stava seduto ed io potevo farlo giocare. Adesso cammina a quattro zampe e va in giro dappertutto;cerca sempre di prendermi i capelli, ma non ci riesce quasi mai perchè sono corti e ricci. Lui è piccolino e bisogna stare attenti che non si faccia male; quando sbatte contro la porta, io le do i calci e le dico: "Brutta, cattiva, hai fatto male al mio fratellino". Al mattino, quando mi sveglio, mi piace stare con Sandra, Luciano e Michele nel lettone a giocare oppure, se il papà è già andato a lavorare, salto nel lettino e mi sdraio vicino a Michele a fare le coccole. Lui mi abbraccia e mi lecca (è il suo modo di dare i baci, mi ha detto la mamma). Insieme ci divertiamo a giocare a nascondino:io mi nascondo e lui mi cerca e ride quando mi trova. Gli ho insegnato tante cose:ad urlare,a picchiare col martello ed a giocare con le costruzioni; ho provato anche a dargli da mangiare con il cucchiaino,
perchè a scuola io sono un mezzano, ma a casa io sono il suo fratello grande! A pensarci bene mi piace proprio avere un fratellino... però la prossima volta all'ospedale prendiamo anche una sorellina. Luca Hakizimana
Martina Ci è stato chiesto di scrivere in occasione del prossimo Natale, due righe per il giornalino "Museke" che avrà come argomento principale "la vita". Nella nostra famiglia fra il dicembre '95 e l'aprile '96 nell'arco di soli quattro mesi, sono "nate" due vite meravigliose:Laurent e Martina.Fino a poco meno di tre anni fa, non avremmo mai pensato che la nostra vita avrebbe avuto in così poco tempo questo risvolto, che, a distanza di due anni, non può che essere considerato positivo. Quando è arrivato Laurent e si aspettava Martina, a volte si pensava :"Come faremo poi? Sarà facile? Ce la faremo?". Questi interrogativi hanno trovato subito risposta, ci ha aiutato molto ed incoraggiato l'atteggiamento di Laurent alla nascita di Martina. Si è dimostrato da subito molto vicino a lei, si preoccupava e
quando piangeva correva da lei, addirittura pretendendo che noi non la lasciassimo piangere. La presenza di Laurent è stata ed è di molto aiuto per la crescita di Martina, e nello stesso tempo anche a Laurent, aver avuto subito dopo il suo arrivo una sorellina, è servito molto: ha imparato a dividere con lei i momenti della sua giornata. Insieme giocano molto, Martina imitandolo, ha imparato presto a giocare soprattutto con le macchinine. Quando per lei è l'ora del riposino, lui si rattrista perchè dice che è solo e non può giocare con lei, così come quando lui deve fare i compiti, Martina è irrequieta perchè si sente persa. Non sono neppure gelosi, anzi sono solidali tra loro: Martina piange se si sgrida Laurent e lui difende lei, quando la si rimprovera dicendo che è piccola. A volte ci capita di pensare come sarebbe stata la nostra vita senza di loro, ora possiamo dire: vuota ed insignificante, sì, perchè avere due bambini così, è molto bello. Grazie a loro abbiamo imparato ad affrontare i problemi quotidiani in modo diverso e più serenamente, mentre, può sembrare ridicolo, andiamo in crisi e diventiamo ansiosi e preoccupati di fronte a banali febbriciattole e malattie dei bambini. Buon Natale. Giovanni,Antonella, Laurent e Martina
Maria
FIDES
Il 1997 è stato un anno “veramente straordinario” per tutta la nostra famiglia, un anno pieno di avvenimenti e di scoperte interessanti. Lo è stato per Jean Claude, che ha imparato moltissime cose, fra cui, ad esempio che schiacciando un riccio (animale) non ne esce una castagna; lo è stato per Lodovico che, ormai padrone della lingua italiana, ha deciso di esplorare nuovi mondi imparando a parlare la lingua degli indiani, “l’indialetto”; lo è stato sopratttutto per Maria che,incuriosita dalle strane urla provenienti da sconosciuti esseri esterni, ha deciso di presentarsi con discreto anticipo,non prima di essersi adeguatamente protetta con solido caschetto di folti capelli; lo è stato anche per noi, a cui Maria (sempre lei) ha concesso il grande privilegio di poter ascoltare anche di notte la sua tenera voce,non sazi del quotidiano concerto a tre. Ora che questo “anno straordinario”è finalmente “finito”,preferiremmo pensare al futuro, e ci sembre bello riportare il testo delle tre poesie che abbiamo dedicato ai nostri bambini, sperando che un giorno sappiano apprezzare e condividere lo spirito e gli ideali di chi le ha composte. Agostino e Clara
Oltre il pensiero è non la fantasia o il reale. Oltre il pensiero è la morbida noncuranza del tempo. Oltre il pensiero è la rotondità dei gesti. Oltre il pensiero è credere in ciò che non si vede. Oltre il nostro pensiero, così adulto e mortale, è la fede magica di un bimbo. Antonella Bertolotti
ALLA VITA La vita non è uno scherzo prendila sul serio come fa lo scoiattolo, ad esempio, senza aspettarti nulla dal di fuori o nell'al di là non avrai altro da fare che vivere. La vita non è uno scherzo prendila sul serio ma sul serio a tal punto che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate, o dentro un laboratorio MUSEKE - 4
col camice bianco e grandi occhiali, tu muoia affinchè vivano gli uomini gli uomini di cui non conoscerai la faccia, e morrai sapendo che nulla è più bello, più vero della vita. Prendila sul serio ma sul serio a tal punto che a settant'anni, ad esempio, pianterai gli ulivi non perchè restino ai tuoi figli ma perchè non crederai alla morte pur temendola, e la vita peserà di più sulla bilancia. Nazim Hikmet
CONCERTO IN RE MINORE Mattina d'autunno nella vigna fila per fila ceppo per ceppo i ceppi si ripetono e i grappoli sui ceppi e gli acini sui grappoli e la luce sugli acini. La notte nella casa grandissima e bianca una luce dentro ciascuna le finestre si ripetono sui grappoli, rinnovamento di acini sugli acini, la luce camminare verso il giusto MUSEKE - 5
e il vero combattere per il vero, il giusto conquistare il giusto, il vero le tue lacrime mute e il tuo sorriso, mio amore, i tuoi singhiozzi i tuoi scoppi di risa, mio amore, il ripetersi del tuo riso dai denti bianchi brillanti il mattino d'autunno nella vigna fila per fila nodo per nodo i ceppi si ripetono sui ceppi, i grappoli sui grappoli, gli acini sugli acini, la luce nella luce, il mio amore. Il miracolo del rinnovamento, mio cuore, è il non ripetersi del ripetersi. Nazim Hikmet
Nicolò Sono già trascorsi sei mesi da quando il Signore ha fatto dono alla nostra famiglia di una nuova creatura, dopo il primo “Miracolo dell’Amore”, ovvero Simbi. L’abbiamo chiamato Nicolò, su ispirazione di mamma Roberta; papà Franco ebbe invece l’im-
pegnativa decisione che dovesse essere con una “c” sola. Si può dire che un’ondata d’amore, di tenerezza, d’innocenza si è riversata su di noi, e noi ci siamo lasciati beatemente travolgere.L’avevamo a lungo cercato questo figlio (per la verità cercavamo più una figlia). E quanta fatica partorirlo. E che fatica crescerlo. La vita, si capisce, già notevolmente cambiata con l’arrivo di Simbi, è ora completamente rivoluzionata: ritmi, abitudini, interessi nuovi. E molte più sono le preoccupazioni. Ci chiediamo spesso come abbia preso Simbi la presenza del nuovo venuto. Possiamo senz’altro dire, con un moto di legittima soddisfazione, straordinariamente bene. Lungi da atteggiamenti negativi dettati da gelosia e rivalità, Simbi si è subito affezionato al fratellino, colmandolo di attenzioni e donandoci pure un fattivo aiuto nelle mille incombenze di ogni giorno. Anche Cleo, il nostro cane, ha da subito manifestato un innato ottimismo, per una predisposizione al pensare in positivo, ma veramente tutto sta procedendo per il meglio e non potremmo chiedere di più. Ora si sta avvicinando il Natale, e Simbi, ci viene spontaneo pensare, è da due anni con noi. Non possiamo che ringraziare costantemente Dio per tutte que-
ste grazie, per questi momenti indimenticabili, magici, di intensa felicità, nella consapevolezza che questi legami, creati dall’amore non verranno mai spezzati. Perché, comunque vadano le cose su questa terra mai nessun amore verrà perduto. Roberta e Franco
Giorgia Il 17 dicembre 1995 Cyprien è arrivato nella mia casa; come dice la mamma è stato un vero regalo di Natale. Da quel giorno sono passati già due anni e in essi ho conosciuto meglio mio fratello e ho notato che quando giochiamo insieme, frigna e la mamma, pensando che gli ho fatto male, mi sgrida; però quando gli chiedo di aiutarmi a fare qualcosa, lui non dice mai di no. La cosa che mi fa arrabbiare sul serio è quando usa i miei giochi e immediatamente li distrugge. Adesso è nata Giorgia Ludovica, la mia nuova sorellina e Cyprien è un po’ geloso e combina qualche guaio in più, mi corre sempre dietro e vuole sempre venire con me. Se in due anni me la sono cavata penso che riuscirò a cavarmela per sempre. Simone Camporeale
Mariachiara Cip & Ciop ... e la storia continua. Seconda Parte. ...dove eravamo rimasti? Sì, mi pare di ricordare che le famose gemelle Cip & Ciop vivevano felici e contente in un paese fatato dove le avventure non finivano mai. Ma di tempo allora ne è passato, le simpatiche sorelle hanno concluso l’avventura nella “scuola per cuccioli” (N.d.R. asilo) dove potevano liberamente scorrazzare e giocare ogni momento della giornata, ballando la“macarena” e il “meneito”. Poi è arrivata l’estate, le magnifiche vacanze al lago, e grande gioia...la nascita della tanto attesa sorellina! Certo è stato difficile decidere se era meglio un fratellino o una sorellina, poiché Cip voleva una femmina, mentre Ciop preferiva un maschio. Poi non parliamo di quanto c’è voluto per decidere il nome: c’è voluto un gran consiglio nel “bosco”. Ed a forza di dai e dai Ciop disse:”Se Cip vuole la sorellina, io voglio darle il nome. Si chiamerà Mariachiara(chiamata nella favola Cippina), capitooo!”. ...e così fu. La data della nascita si inserì perfettamente nel “tri-
duo festoso”(ogni mese almeno un compleanno). 4 agosto Mariachiara, 2 settembre le gemelle Cip & Ciop (data ufficiale del permesso di soggiorno), 24 e 30 ottobre per il papà e la mamma. Grande gioia in questa casa...soprattutto la notte! Nel frattempo è giunta l’ora dell’inizio della “scuola di volo” (elementare) che prevede tempi duri di esercizio (compiti) e di attenzione, purtroppo non si può più giocare a scuola, ma solo imparare. Per altro tra stelle e stelline, bravi e bravissime... sembra che i “voli” incomincino a riuscire. Ciop, che si è dotata nel frattempo di un bellissimo paio di occhiali, ha superato con disinvoltura l’esame di tuffi in piscina conquistandosi il meritato diploma. Cip da parte sua ha imparato già a leggere e scrivere con una certa facilità e si propone come la piccola cantastorie della sorellina Cippina. Ahimè, anche questa seconda parte della splendida favola sta per finire, per questo vi diamo l’appuntamento alla prossima... non senza ricordarci di ringraziare il “Gran Signore del bosco” che sempre ci è vicino con tanti suoi doni. Buone feste a tutti gli amici di Museke, alle famiglie ed ai bambini.
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Assemblea annuale dei soci del Gruppo Operazione Museke 4 ottobre 1997 Relazione della Presidente “Se facciamo un bilancio dell’ultimo triennio, dobbiamo dire che con l’affidamento dei bambini finisce per noi il periodo di emergenza.Abbiamo preso la decisione, molto sofferta, di separare, anche formalmente, l’Associazione Museke dall’ASBL S. Maria di Rilima.Pertanto le nostre energie non sono più assorbite completamente dal Rwanda. In Consiglio ci siamo quindi chiesti: cosa possiamo fare? A chi e come possiamo renderci utili? Ci si presentavano due prospettive:o trasformarci in raccoglitori di offerte e ridistributori di aiuti economici a più iniziative gestite da altri, oppure individuare una o più realtà locali in Paesi poveri e impostare nuovi progetti per intervenire con risorse finanziarie, ma soprattutto umane. All’unanimità abbiamo deciso di proseguire il nostro lavoro in quest’ultima direzio-
Durante l'Assemblea annuale dei soci è stato eletto per acclamazione il nuovo Consiglio del Gruppo Operazione Museke. Fanno parte del Consiglio: Enrica Lombardi, Don Roberto Lombardi, Andrea Trebeschi, Mario Loda, Cesarina Alghisi, Giovanni Piotti, Maria Rizzetti, Giacomo Marniga, Mauro Salvatore; supplenti: Flavio Modonesi, Valeria Boldini. Nel corso della prima riunione del Consiglio sono state elette le cariche sociali:Presidente, Enrica Lombardi; Vice Presidente, Andrea Trebeschi; Segretaria, Maria Rizzetti.
ne anche per restare fedeli allo spirito del nostro Statuto. Affinché il nostro contributo all’autopromozione delle popolazioni locali abbia una qualche efficacia, dobbiamo essere in grado di garantire alla nostra Associazione, oltre allo spirito missionario, un adeguato patrimonio finanziario e umano. Finanziario perché l’esperienza ci ha insegnato che se vogliamo proporci come protagonisti e partner validi in iniziative di un certo rilievo, che consentano di accedere anche a fondi statali e comunitari per la promozione e lo sviluppo del Paesi emergenti, dobbiamo essere in grado di supportare fin dall’inizio il nostro intervento, la nostra partecipazione, con un budget adeguato. Non sempre, infatti, bastano buona volontà e buone intenzioni. Non sempre è possibile dire:iniziamo e poi troveremo i soldi.....Ma soprattutto dobbiamo far crescere il patrimonio umano,che è la nostra vera ricchezza. Non solo continuando ad of-
frire occasioni ed esperienze di volontariato nei Paesi in cui sarà richiesto il nostro aiuto,ma anche cercando di approfondire qui, a casa nostra, la nostra formazione (partecipare e organizzare incontri, approfondimenti, confronti con altri organismi di volontariato ecc.). Far fruttare l’esperienza trentennale, compresi gli errori commessi in passato (per non ripeterli) e ricercare sempre di non isolarci ma di lavorare in armonia con chi condivide i nostri ideali. Voglio, infine, fare un augurio agli amici di Bergamo che stanno cercando di rimettere in funzione il Centro di Rilima. Se non con le mani, continuiamo a seguirli con il cuore che è rimasto in Africa, da dove siamo partiti e dove ci siamo incontrati. Sappiano che, se lo vorranno, saremo ben felici di contribuire economicamente a sostenere progetti che consentano al Centro di realizzare quegli obiettivi per cui è stato costruito”. Enrica Lombardi
Guatemala: ¡vamos! con i lavori Nel numero di settembre del notiziario di Museke avevamo presentato le possibilità di intervento in Guatemala; come sapete Museke ha poi deciso di finanziare i lavori di ampliamento della Clinica Parrocchiale di Guastatoya. Il lavoro è iniziato a metà ottobre e quando sono ritornato, l'11 novembre, parte delle strutture verticali e della prima soletta erano già state completate; ne sono particolarmente soddisfatto perché qualche difficoltà iniziale c'è stata e non poteva essere altrimenti; poi però si è trovato il giusto ritmo ed una buona intesa con la manodopera locale, con grande merito di Carlo che tutte le mattine alle sei, puntualissimo, iniziava a "picchiare il martello in cantiere" ed anche di Mario e Giuseppe
che hanno riordinato completamente tutto l'impianto idraulico esistente, provvedendo inoltre a posare già le tubazioni e gli allacciamenti per la nuova costruzione. Restano, in particolare per chi sta continuando il lavoro, alcuni problemi da risolvere e la difficoltà di approvvigionamento di alcuni materiali, ma adesso il lavoro è ben avviato e proprio due giorni fa, parlando al telefono con Carlo e Cesarina ne ricevevo la conferma. In collaborazione con un'altra organizzazione di volontariato bresciano in gennaio si potranno spedire con un container il materiale e le attrezzature non reperibili sul posto e quindi penso che questa prima fase di lavoro potrà essere terminata entro la fine della continua a pag. 8
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Natale: la festa incompiuta Dio e quindi nessuna lacrima sarà dimenticata, nè alcun povero sarà messo alla porta. E' giorno di decisione e di libertà:vuoi tu,oggi, in questo mondo in cui scorrono ancora troppe lacrime e troppo sangue impegnarti per la vita come fece Gesù in nome di tutti noi? Vuoi tu, oggi, vivere la tua festa aprendo la porta agli impuri ed ai peccatori, poiché Gesù ha detto che proprio per questi è venuto? E vuoi,tu,oggi,consegnare nelle sue mani provate dal dolore della morte la tua speranza di vita buone e riconciliata? Vuoi tu,oggi,permettergli di entrare nella tua fatica, nel tuo dolore, nella tua solitudine per trasformare il tuo sentimento, per vincere la disperazione nella certezza che nessuno, mai, è lontano dal cuore di Dio, nessuno è abbandonato neppure quando i gemiti non trovano ascolto e consolazione da parte di nessuno? Natale -diciamolo chiaronon è la festa dell'essere tutti buoni,della tregua armata, dei bambini e della famiglia. Natale è festa del Dio -con- noi,del cielo aperto
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per la vita del mondo, della speranza e della pace venuta a noi con il volto e la voce di Gesù di Nazareth. Natale è festa della fede rinvigorita, dell'accoglienza di Dio, delle porte del cuore che si spalancano per sempre a Dio
ed ai suoi amici, poveri, sfortunati peccatori in prima fila.Alla sera della festa, quando la malinconia del tramonto ci porterebbe a dire "Anche questo Natale è andato" potremo pensare che anche domani è un giorno buo-
no,visitato da Dio,che nessuna ora ormai sarà orfana perché il Vivente è sempre con noi; ma altresì potremo ammettere che è ben giusto che le nostre feste siano sempre segnate da un po' di malinconia perché non possiamo chiudere fuori coloro che in questo giorno penano. Alla nostra festa mancano tutti coloro che anche nel giorno di Natale non possono essere in festa,perciò ci sono dei posti vuoti che aspettano di essere occupati. Le nostre feste saranno ancora e sempre incompiute e segnate da un'attesa: che il Signore venga per sempre a consolare la terra che tutti coloro che oggi non possono sorridere ne abbiano le lacrime asciugate. Allora il Natale non sarà il giorno dei paradisi familiari di chi è contento e nell'angoscia di coloro che soffrono senza speranza.Per gli uni e per gli altri il Natale è giorno della visita di Dio.Per questo in qualsiasi situazione, come ci ha insegnato Gesù, noi osiamo sperare di una speranza che non delude. Valeria Boldini
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primavera ’98. Per quanto mi riguarda questo secondo viaggio è stato senz'altro più proficuo del precedente e le tre settimane sono volate (forse un po' meno per il mio collega, l'ing. Franco Vailati che anche questa volta è stato disponibile di buon grado per sostituirmi e portare avanti in mia assenza i lavori in corso, e che quindi sinceramente ringrazio); oltre ad aver potuto concretamente avviare i lavori ho, infatti, constatato di persona il "gradimento" manifestato per il progetto che andavamo ad iniziare, non solo per la funzione della nuova costruzione, ma anche per la solidarietà e la comprensione dei loro problemi, connessi con quanto si sta realizzando. Il mio spagnolo "maccheronico" è un po' migliorato e mi ha permesso di dialogare meglio e più direttamente con la gente, almeno per cercare di capire qualcosa in più di questo piccolo paese, grande solo un terzo dell'Italia, ma dove sono concentrate ingiustizie ed iniquità sufficienti per un intero continente; due soli dati: - la vita media non raggiunge i cinquant'anni (con i miei quarantacinque venivo già guardato con sospetto);
- l'analfabetismo è superiore al 50% (dati 1988/89). Davanti alla porta degli ambulatori già esistenti della "clinica" tutte le mattine alle sei la gente è già in fila, per lo più donne con bambini; aspettano pazientemente che alle otto arrivi il medico che forse riuscirà a visitarle prima di mezzogiorno o nel pomeriggio molte di loro vengono dalle "aldee" i villaggi della sierra, ma non c'è alternativa perché quella è la sola assistenza sanitaria che si possono permettere e la mortalità infantile nel primo anno di vita è molto alta. Certo, queste cose purtroppo non succedono solo in Guatemala, ma cosa devo dire, un conto è averne sentito parlare ed un conto è vederle di persona. Nell'area di proprietà della parrocchia potrebbero essere ricavati altri due padiglioni che andrebbero a completare quanto stiamo realizzando; Museke valuterà in futuro se dare o meno seguito all'iniziativa. Nel frattempo l'aiuto di tutti potrebbe servire non solo come sostegno concreto, ma anche per manifestare "solidarietà" con quanto l'associazione sta realizzando.
sinceri Auguri di Buon Natale e di un prospero Anno Nuovo Noheli Nziza Umuvaka Mushya Muhire Feliz Navidad
Silvestro Faini
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