Museke N. 21 - Ottobre 2004

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NOTIZIARIO DEL GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE O.N.L.U.S. – Via Brescia, 10 – 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. e Fax 030.2130053 - Cell. 349.8832835

NUMERO VENTUNO - OTTOBRE 2004 fotolito e stampa: nadir - ciliverghe (bs)

Felicitazioni a Padre Gabriel È diventato Vescovo di Izabal, vicariato apostolico nell’estremo est del Guatemala, con sede episcopale a Puerto Barrios sull’Atlantico

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con grande gioia che abbiamo appreso nel giugno scorso la nomina di Padre Gabriel Peñate Rodriguez a Vescovo di un Vicariato Apostolico (= Diocesi) grande quasi come la Lombardia, che prende il nome da un grande lago, Izabal, il cui emissario, il Rio Doulce, dopo aver disegnato in mezzo alla foresta tropicale dolci insenature e ampie anse si butta nell’Atlantico. L’amicizia con P. Gabriel risale a 25 anni fa quando lo incontrammo giovane nel seminario di Città del Guatemala. Diventato prete nell’84, venne a Roma specializzandosi in Teologia Dogmatica. Molti di noi hanno avuto modo di conoscerlo alla fine degli anni ‘90 per le sue visite a Castenedolo. Museke lo ha aiutato nella costruzione di una Clinica nella

Parrocchia di Guastatoya e ultimamente in quella di Mataquescuintla sostenendo un progetto sanitario per le donne e la scolarizzazione di tanti giovani altrimenti destinati all’analfabetismo. Dopo questa lunga amicizia non potevamo assecondare il suo desiderio, sicché il 14 agosto ero presente allo stadio di Puerto Barrios per l’ordinazione Episcopale, accompagnato da don Gabriele Filippini, direttore della “Voce del Popolo”. Nella Festa dell’Assunta abbiamo celebrato nella cattedrale e alla sera in un’altra parrocchia delle 12 che compongono la Diocesi; di esse 5 sono senza prete. La settimana seguente abbiamo vissuto nel suo Episcopio, visitando praticamente tuttto il vasto territorio della sua Diocesi che unica del Guatemala, oltre agli indios e ai discendenti degli spagnoli annovera tra i suoi abitanti alcuni di colore. Sono gli epigoni degli schiavi che vennero deportati dall’Africa e parlano la lingua garifona. Gli abbiamo incontrati nel-

la cittadina di Livingstone posta sullo stesso oceano che bagna l’Africa occidentale. È un motivo in più per continuare l’amicizia e la solidarietà con P. Gabriel perché nella sua diocesi c’è un pezzo d’Africa. Abbiamo pensato già a certi processi di sviluppo e di aiuto che grazie alla generosità di tutti potremo realizzare. Ad Multos Annos al quarantasettenne nostro amico che ha scelto come motto episcopale “Sulla tua parola getterò le reti”. Tutto il gruppo Museke gli assicura una costante preghiera per il suo ministero. Don Roberto

Dall ’Eucaristia, la Missione

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l messaggio del Papa per la giornata missionaria mondiale di quest’anno è intitolato “Eucaristia e missione”, in correlazione al Congresso Eucaristico Internazionale, celebrato a Guadalajara in Messico a metà ottobre, mese missionario.Riprendendo alcune sollecitazioni da parte del Santo Padre credo che possiamo approfondire e vivere la missione con spirito eucaristico.Infatti quando si partecipa al Sacrificio eucaristico si percepisce più a fondo l’universalità della redenzione e di conseguenza l’urgenza della missione della Chiesa:attorno a Cristo eucaristico la Chiesa cresce come popolo, tempio e famiglia di Dio: una santa cattolica e apostolica. Al termine di ogni Messa, tutti dobbiamo sentirci inviati come “missionari dell’eucaristia”a diffondere in ogni ambiente il grande dono ricevuto.Chi infatti incontra Cristo nell’Eucaristia non può non proclamare con la vita l’amore misericordioso del Redentore.Senza una costante relazione con l’eucaristia, senza nu-

trirsi di questo cibo che santifica la Chiesa non può certo realizzare la propria vocazione missionaria. Nutriti di Lui, i credenti comprendono che il compito missionario consiste nell’essere “una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo” (Romani 15,16), per formare sempre più “un cuor solo e un’anima sola”(Atti 4,32) e diventare testimoni del suo amore fino agli estremi confini della terra.Cristo infatti è morto per tutti; è per tutti il dono della salvezza, che l’Eucaristia rende presente sacramentalmente nel corso della storia. L’Eucaristia è il conforto e il pegno della definitiva vittoria per chi lotta contro il male e il peccato; è il “pane di vita”che sostiene quanti a loro volta, si fanno”pane spezzato”per i fratelli, pagando talora persino con il martirio la loro fedeltà al Vangelo. Il messaggio del Papa ci invita dunque a recuperare la centralità dell’Eucaristia nella vita cristiana perché la nostra esistenza possa essere eucaristica e donata ai fratelli, soprattutto ai più poveri e abbandonati.

Nuova

“spedizione” in Burundi

Venerdì 8 ottobre sono partiti alla volta di Gitega (Burundi) l’ingegner Giovanni Piotti con gli amici Micheletti Sergio e Ruggeri Andrea per studiare l’ipotesi della realizzazione di un acquedotto che assicuri l’acqua alla casa di accoglienza Nazaret di Mutwenzi inaugurata il Natale scorso; Carlo e Maria Colombo, Luigi Manzeni, e il giovane Claudio Brera, per iniziare un Centro per l’infanza patrocinato dall’associazione Solidarietà di San Vigilio di Concesio. Secondo voi chi è alla guida di questo gruppo? Naturalmente avete già indovinato! E’ Ceserina Alghisi che non ha lasciato cadere l’invito e generosamente ancora una volta è partita con gli altri per servire i fratelli più bisognosi.

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Museke vuol ringiovanire

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l Gruppo Museke, che nella sua storia ormai quarantennale ha operato in varie terre di missione prima fra le quali il Burundi e ha visto passare e operare innumerevoli operatori e volontari, ha bisogno, ora, per usare un termine moderno, di un buon “lifting”, vuole ringiovanire, arricchirsi di forze nuove. Per questo lancia un appello alle persone di buona volontà che hanno un po’ di tempo e il desiderio di avvicinarsi ai problemi degli altri. Il Gruppo si apre volentieri ad accogliere nuovi elementi nel Consiglio, vuole proporre ai giovani esperienze in loco, desidera intensificare i rapporti con altre realtà missionarie e di volontariato. Attualmente conta numerosi soci, che hanno sottoscrit-

to l’adesione personalmente o barrando la voce:”quota socio” sul modulo di conto corrente postale e vengono iscritti nel relativo libro. A questi soci viene esteso l’invito a partecipare all’Assemblea annuale che per il 2004 è convocata il 6 Novembre. I soci si assumono l’impegno di versare la quota associativa che è fissata in € 30,00. Noi ci auguriamo che la partecipazione alle assemblee sia sempre più numerosa sia perché è l’occasione per rinsaldare l’amicizia, per forzare e condividere lo spirito missionario che ci lega, per un aggiornamento della situazione, ma anche perché tale gruppo assembleare ha potere decisionale e quindi è chiamato ad approvare talune proposte.

“Educami

Nderanseke

dozioni: quota 300 e più! Tante siete, voi famiglie, che avete aderito all’iniziativa partita quattro anni fa. Appena giunge a noi la quota di adesione vi viene spedita, in tempi compatibili con la disponibilità di fotografie e notizie, una breve presentazione del bambino/a adottato. Tutti voi, poi, giustamente, siete desiderosi di essere informati sui cambiamenti nella loro crescita, sul loro stato di salute ecc. Ma finora è stato molto difficile mantenere, a scadenza periodica, questo aggiornamento. Ora noi, per soddisfare le vostre numerose

richieste, abbiamo pensato di intensificare il dialogo con Suor Cecilia, la nostra responsabile in Burundi, che svolge con zelo e competenza il faticoso e impegnativo compito di seguire i bambini. Nostro intento è di farle sentire la vicinanza e il sostegno nostri e di voi famiglie adottanti e nello stesso tempo essere maggiormente a conoscenza della crescita e dei cambiamenti che si verificano nella vita dei bambini. Sicuramente a noi tutti, che siamo così lontani, sfuggono la situazione concreta e le innumerevoli e continue emergenze che aggra-

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così sono felice” vano la già drammatica quotidianità, che vorremmo conoscere meglio e condividere. Abbiamo predisposto una scheda che contiene il profilo del bambino sotto l’aspetto famigliare, scolastico e sanitario che potrà essere compilata e aggiornata annualmente da suor Cecilia e dalle sue assistenti; questa sarà spedita a noi che provvederemo a inoltrarla ad ogni famiglia. Ci auguriamo così di sentirci più solidali e uniti ai nostri amici africani ai quali cerchiamo di dare una mano, ma soprattutto il nostro affetto. Il Consiglio di Museke

La Festa per il nostro decennale

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omenica 6 giugno abbiamo vissuto una giornata veramente straordinaria per il nostro incontro, ricordando l’arrivo dei nostri bimbi, a dieci anni da quel terribile esodo che li portò presso di noi, nell’aprile del 1994. Siamo stati ospiti della signora Margherita Facchini nel suo stupendo “camping San Francesco” di Desenzano, alla quale va il nostro grazie di cuore per la sua accoglienza e profonda amicizia. Essendo passato del tempo dal nostro ultimo incontro, per alcuni non è stato facile identificare i bambini che ormai stanno vivendo in questo momento il passaggio alla pubertà. La crescita, la diversità dei lineamenti, il cambio di voce hanno provocato non poco la memoria di tanti per scoprire in alcuni adolescenti il bimbo di ieri. Gioia tra di noi, gratitudine al Signore per il risultato conseguito e un augurio a tutti i ragazzi e alle loro famiglie per un futuro sereno e di pace.

impressioni a caldo RIVEDERCI FELICI

AMICI RITROVATI

Ciao, sono Margherita, ormai sono passati anni da quando vi ho scritto l’ultima volta, se non sbaglio ero in prima elementare, ora vado alle superiori e tutto stà cambiando tranne una cosa: sono ancora affezionatissima a voi. Che bello quando a giugno vi ho rivisti per fare un tuffo in piscina e passare il pomeriggio tutti insieme. Ma la cosa più bella è vedervi felici così come lo sono io. Rimaniamo così, sempre nei nostri cuori. Grazie,

“E’ finita la scuola, che bello! Finalmente posso fare quello che voglio, posso passare la domenica pomeriggio all’oratorio con le mie amiche senza pensare ai compiti per il giorno dopo” pensavo dentro di me. Invece la prima cosa che mi ha detto la mia mamma è stata:” Monica, domenica andiamo tutti insieme ad una grande festa a Desenzano”. Mi sono chiesta chi fossero quei “tutti” a cui si riferiva, di certo non intendeva le mie amiche, per cui ho arricciato un po’ il naso, pensando si trattasse di un ritrovo di parenti e amici di famiglia per lo più adulti. Poi, però, la mamma mi ha spiegato che si trattava di una grande ricorrenza per i dieci anni dal nostro arrivo in Italia, quindi i festeggiati eravamo noi bambini del “centro”: Allora mi sono sentita emozionata e anche un po’ ansiosa di rivedere qualcuno che ricordavo un pochino e qualcuno di cui non sapevo nemmeno che faccia avesse. L’incontro è stato così…così…. Per la vergogna e poi perché ci guardavamo tutti senza riconoscerci o quasi.

un bacione dalla vostra Margot

Raccontare in poche parole questi anni è difficile ma quando ci troviamo tutti insieme e quando guardiamo nostra figlia ormai adolescente pensiamo al grande miracolo di dieci anni fa e non passa giorno che non ringraziamo Dio per il meraviglioso dono che ci ha dato. Ci auguriamo che anche per gli anni avvenire i nostri ragazzi si possano incontrare perché insieme sono fantastici. Un grosso abbraccio, Beppe e Patrizia

Ho visto le mie amiche Margherita, Giacinta; Gloria e Annarosa che non vedevo da un anno e altre che invece non ricordavo nemmeno che nome avessero. Comunque in piscina ci siamo scambiati scherzi e battute e il ghiaccio si è rotto. Poi durante la messa don Roberto ci ha chiamati uno per uno a presentarci al microfono: è stato emozionante. Io non sapevo cosa dire, così mi sono presentata con il nome che mi hanno dato in Africa cioè Florence, che nessuno conosceva, per cui ho visto le facce sorprese di molti che si chiedevano: “ E questa da dove arriva?” Mi scappava da ridere, ma anche altri han detto cose che facevano ridere. La festa si è poi conclusa in pizzeria dove abbiamo continuato a chiacchierare e a ridere tra di noi ed era come se fossimo tutti vecchi amici. Mi è dispiaciuto alla fine della giornata lasciare la bella compagnia e sarei contenta di ripetere spesso questi momenti, perché non vorrei più dimenticarmi di questi amici ritrovati. Monica Braga Florence MUSEKE - 4

Rilima 1994 - 2004 Brescia GRAZIE ALLA PROVVIDENZA

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l decennio 1994-2004 ha portato cambiamenti importanti a livello interno e internazionale, pubblico e privato. Così è stato anche per noi: con il mese di aprile del 1994 sono arrivati in Italia provenienti dal Rwanda i nostri figli. Ciascuno di noi genitori conserva nel proprio animo le emozioni, i sentimenti di amore, ma anche le preoccupazioni che questo arrivo così speciale ha messo in moto. Un accadimento imprevisto e imprevedibile che ha cam-

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biato la vita di tutti noi. Che ci fa sentire vicini gli uni agli altri, pur nella diversità delle situazioni personali e famigliari. Dobbiamo quindi dire grazie a don Roberto e a Enrica per avere preso l’iniziativa dell’incontro che si è svolto il 6 giugno nella bella struttura turistica di S. Francesco a Desenzano. Sono stati un pomeriggio e una sera bellissimi, vissuti tra di noi e con i nostri figli, in una dimensione privata e senza trionfalismi. Il ricordo, il ringraziamento, la gioia di vedere questi ragazzi e queste ragazze crescere sani, motivati, fiduciosi nel futuro: sono questi i sentimenti che si sono

rincorsi durante la giornata, ma che hanno potuto esprimersi in particolare nel corso della Messa celebrata da don Roberto e nella successiva presentazione con la quale ciascuno di loro ci ha informato sulle tappe dei propri studi scolastici. Poi la sera ci ha visto tutti riuniti intorno a don Roberto, Enrica e Cesarina, in una grande sala per un vero e proprio banchetto che è stata ulteriore occasione di festa e di allegria. Siamo stati molto bene insieme. Per questo, ma soprattutto per i nostri figli ringraziamo la Provvidenza. Antonio, Daniela e Bruno Porteri

La scuola e la famiglia: luoghi Pubblichiamo volentieri i temi di due ragazzi di terza media che dopo aver ascoltato dalla loro insegnante il racconto della nostra storia, hanno stilato queste osservazioni molto riflessive e mature.

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causa di migrazioni interne o internazionali, sono quasi un miliardo le persone che si ritrovano a vivere in una regione diversa da quella di nascita. Su circa centocinque milioni di migranti sparsi nel mondo, più della metà vive nei Paesi poveri. L’Italia è una delle nazioni in cui molti extracomunitari decidono di vivere, quindi negli ultimi anni ci siamo trovati a convivere con molte persone provenienti da Stati con culture, lingue, religioni, abitudini completamente diverse dalle nostre. Anche nel mio paese, Castenedolo, vi è un gran numero di persone provenienti da vari paesi ed io, frequentando la scuola, ho conosciuto parecchi ragazzi che provengono da paesi come: l’India, l’Albania, il Ghana. Già quando ero all’asilo avevo come compagni bambini provenienti dal Ruanda. Questi, però, non vivevano con la propria famiglia, ma provenivano da un orfanatrofio gestito da missionari laici a Rilima ed erano dovuti fuggire perché nel Ruanda era scoppiata la guerra civile. Nel 1994 erano stati accolti tutti e quaranta in una struttura del mio paese e qui accuditi da tutta la popolazione. La situazione sembrava provvisoria, ma, visto il protrarsi della terribile guerra tribale, l’associazione MUSEKE che era responsabile dei bambini, decise di farli restare in Italia e affidarli a varie famiglie del paese e non. Molti avevano circa la mia età e frequentavano il mio asilo come ad esempio Roger, che ricordo per i disegni in cui utilizzava solo due colori: il nero e il rosso. Quei colori, infatti, gli ricordavano quando sua madre era stata uccisa con lui legato sulla schiena. La cosa che ricordo con più tenerezza è quando abbiamo chiesto alle maestre se Roger, Sara e Stefano erano neri anche sotti i vestiti e perché avevano le palme delle mani bianche.

All’asilo giocavamo e ballavamo tutti insieme, al ritmo dei tamburi che si erano portati dall’Africa, ed era facile per noi andare d’accordo e creare un clima di collaborazione, poiché i bambini non conoscono differenze e pregiudizi. Era divertente, poi, durante la mensa vederli mangiare con appetito tanto da nascondere qualche polpetta in tasca da portare a casa. Siamo arrivati alle elementari e qui qualcuno ha avuto problemi d’integrazione: i “neri” ed i “rosa” non sempre andavano d’accordo e quindi veniva facile “attaccarli” per il colore della pelle. Gli scontri e i diverbi, pertanto, erano all’ordine del giorno e le incomprensioni facevano del male a tutti. Buona parte della giornata eravamo comunque a stretto contatto e le nostre insegnanti hanno avuto un ruolo importante, perché ci hanno trattati tutti alla stessa maniera, aiutandoci a comprendere, ad accettare di lavorare insieme ed, alla fine, sono riuscite ad avvicinarci ed a creare un gruppo solidale ed aperto alla diversità, con l’aiuto costante dei genitori naturali ed adottivi. Adesso essi sono tutti perfettamente integrati grazie anche al fatto che sono stati legalmente adottati dalle famiglie e parlano anche perfettamente il dialetto bresciano. Però alcuni, come Sara, un’amica di

mia sorella Giulia, ogni tanto mostrano, non si sa con quale vero sentimento nel loro cuore, una certa nostalgia. Forse nel loro cuore hanno il rimpianto di non sapere come sarebbe stata la loro vita nel loro paese anche se tutti ripetono loro quanto sono fortunati per tutto ciò che hanno ricevuto e possiedono in Italia. Però sapranno sempre dentro di loro che questo non è il loro paese, che vengono dall’Africa e che laggiù c’era qualcuno, che adesso non vive più, con la pelle uguale alla loro che li aveva amati per primo. Federico B.

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di accoglienza e integrazione

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a famiglia è il più antico gruppo sociale della storia, pertanto per tradizione è un gruppo chiuso, legato da stretti vincoli di sangue; le sue radici sono antiche e profonde, ma accade che si apra alla diversità, a volte stabilmente ed a volte occasionalmente, accogliendo persone che non hanno l’affetto dei propri cari. La vicenda che voglio raccontare mi ha colpito molto perché, oltre a riguardare molte famiglie, ha avuto addirittura coinvolgimenti internazionali e legislativi che hanno interessato governi, ambasciate e tribunali, eppure si è svolta vicino a noi, in provincia di Brescia, e ha avuto come protagonisti famiglie e bambini che anch’io ho incontrato. Ecco i fatti. Quando ancora ero all’asilo, in Ruanda ci fu un sanguinoso scontro tribale fra due diverse etnie, i Tutsi e gli Hutu, che provocò un genocidio. Molti bimbi rimasero orfani, perché i loro genitori furono uccisi in questa sanguinosa guerra. Un prete missionario, originario di Castenedolo, riuscì ad organizzare clandestinamente la fuga di quaranta bimbi ancora molto piccoli, ma già orfani. Arrivarono in aereo in Italia e la famiglia del prete organizzò per loro un centro di prima accoglienza. Ovviamente si mobilitò tutta una comunità: le inservienti delle scuole offrirono il loro tempo per preparare i pasti, insegnanti e volontari si organizzarono per accudirli sia di giorno che di notte, molte mamme procurarono giochi e vestiti. Questi bambini però erano anora infelici: non avevano ritrovato l’amore di una famiglia. Pian piano la loro presenza fece nascere in tante coppie dapprima la sensibilità e successivamente la decisione di far diventare un piccolo estraneo membro del gruppo, per essere amato, accudito ed educato. Così, in poco tempo, il centro di accoglienza si svuotò e tante famiglie adottarono un nuovo figlio. MUSEKE - 7

Però uno di questi bambini, dal carattere vivace, fece fatica a inserirsi in famiglia. Per lui è stato necessario un amore più grande di quello di due genitori, per lui si è aperto il cuore del prete missionario che è diventato il suo padre adottivo. Infatti, superando i limiti delle leggi sull’adozione, il tribunale ha riconosciuto che solo la grande generosità di un prete poteva dare il calore familiare ad un ragazzino irrequieto e turbolento. Ma questa non fu l’unica difficoltà: dopo alcuni anni il governo ruandese chiese la restituzione dei bambini, in quanto affermava che la guerra era finita e che i bimbi avrebbero potuto crescere in un clima di pace e serenità nel loro Paese. Ormai, però, essi si erano ben integra-

ti, consideravano l’Italia la loro vera patria, e la separazione dalle nuove famiglie sarebbe stata molto dolorosa. Il governo italiano rispose allora che questi bambini erano non solo affidati, ma realmente adottati e quindi a tutti gli effetti cittadini non più ruandesi ma italiani. Spero di sentire parlare spesso di realtà come queste, nella quale un uomo, pur di salvare delle vite, va conro le leggi per l’immigrazione; nella quale i governi si rendano conto di situazioni eccezionali che superano comportamenti ammessi dalle legislazioni, e nella quale il contributo delle famiglie e della scuola è il vero fondamento per la risoluzione definitiva di quella situazione di emergenza. Lorenzo D.

Un grazie alle Orsoline Le religiose di S. Orsola hanno la loro origine a Brescia nel 1827 per volontà del Vescovo Gabrio Maria Nava, accogliendo il carisma di S. Angela Merici (sec. XVI). Nell’Istituto Santa Maria degli Angeli, di via Bassiche (Bs) educano la gioventù nella scuola: materna, elementare, media, liceo scientifico. Gli alunni sono più di 600. Nella Quaresima scorsa hanno realizzato alcune attività il cui provente di euro 13.400 è stato devoluto all’Associazione Museke. A Madre Grazia, superiora della Comunità che conta 22 suore, agli insegnanti, ai genitori e a tutti i ragazzi un grazie di cuore per la sensibilità e la solidarietà dimostrateci.

Per l ’iscrizione al Registro delle associazioni di volontariato

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l Consiglio di Museke ha deciso di proporre all’Assemblea l’iscrizione della nostra Associazione nella sezione provinciale del registro generale regionale delle organizzazioni di volontariato previsto dalla legge 226/1991 e dalla legge regionale 22/1993. L’iscrizione consente di ottenere un riconoscimento istituzionale dell’attività dell’associazione per accedere a contributi, per stipulare convenzioni con enti pubblici, per fruire di consulenze specialistiche e gratuite, per godere di agevolazioni fiscali, per partecipare gratuitamente a corsi di formazione per operatori del volontariato, per consentire ai volontari di fruire, nel loro lavoro e a condizione che lo preveda il contratto, di forme di flessibilità nell’orario di lavoro e nella turnazione, ecc. La scelta d’iscriversi al Registro delle associazioni di volontariato

è ispirata anche dal desiderio di confrontare e condividere la nostra esperienza ormai pluridecennale con quella di altri gruppi impegnati nel volontariato: siamo convinti che l’isolamento costituisce un ostacolo al miglioramento della qualità del nostro servizio, mentre c’è sempre molto da imparare dal confronto e dalla collaborazione con realtà che, pur impegnate in campi diversi, condividono la nostra ispirazione di solidarietà nei confronti delle persone più deboli e svantaggiate. La domanda di iscrizione al Registro è anche l’occasione per aggiornare il nostro Statuto, che è lo strumento attraverso il quale l’Associazione si dota di una struttura organizzativa adeguata per affrontare problemi concreti con strumenti concreti e viene quindi riconosciuta idonea al raggiungimento degli scopi perseguiti. Presso la sede dell’Associazione resta

depositata a disposizione dei soci la versione del nuovo Statuto che verrà sottoposta all’approvazione della prossima Assemblea. Andrea Trebeschi

Assemblea dei Soci di Museke

Sabato 6 Novembre 2004 celebreremo la nostra assemblea annuale presso la sede di Castenedolo in via Brescia, 10

Programma ore 15.00: Santa Messa ore 00.00: Seguirà l’Assemblea con il seguente ordine del giorno: ore 00.00: PARTE STRAORDINARIA * Modifiche allo statuto ore 00.00: PARTE ORDINARIA * Iscrizione alla sezione provinciale del Registro Regionale delle Associzioni * Resoconto dell’ultimo viaggio dei nostri volontari in Burundi (progetto approvvigionamento acqua a Mutwenzi) * Varie ed eventuali L’assemblea si concluderà con un piccolo rinfresco

GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE O.N.L.U.S. • Via Brescia, 10 • 25014 CASTENEDOLO (BS) • ITALY • Tel. e Fax 030.2130053 c/c postale 15681257 • c/c bancario: 27499 - Banco di Brescia - ABI 3500 - CAB 11200 intestati a GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE ONLUS MUSEKE - 8

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