Museke N. 20 - Pasqua 2004

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NOTIZIARIO DEL GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE O.N.L.U.S. – Via Brescia, 10 – 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. e Fax 030.2130053 - Cell. 349.8832835

NUMERO VENTI - PASQUA 2004

impianti: nadir - ciliverghe (bs) / stampa: euroteam - nuvolera (bs)

Dalla morte alla Vita –P P L – ER UNA

DEDICATO A VOI Pasqua 1994 - Pasqua 2004 Dieci anni fa, in Rwanda, nella settimana dopo Pasqua, il conflitto in atto dal 1990 aveva raggiunto il suo apice e di lì a tre mesi si consumò uno dei genocidi più tremendi con oltre 800.000 morti su circa 7.500.000 di abitanti. La miccia fu accesa il 6 aprile dall’assassinio del presidente Juvenal Habyarimana che aveva preso il potere in un colpo di stato nel 1973. Il suo aereo fu colpito da un missile mentre stava atterrando a Kigali, con il suo omologo burundese Cyprien Ntaryamira. In quella follia di morte riuscimmo ad aggrapparci alla vita, con l’aiuto di molti amici, lasciando Rilima dove avevamo realizzato un centro per handicappati e orfani e un ospedale attrezzato. Nelle notti del 13 e 14 aprile giunsero in Castenedolo 41 bimbi accompagnati dai volontari e dal personale che lavoravano al Centro Santa Maria di Rilima, dove pensavamo di ritornarci... a guerra finita. La tragedia purtroppo si perpetuò e ad oggi non è del tutto finita. All’epoca più di 3.000.000 scapparono e si rifugiarono nei

ASQUA DI

IBERAZIONE

paesi limitrofi, la maggiorparte angoscia ma la fede in Gesù, la in Zaire, oggi R. D. del Congo. speranza nella sua Pasqua, l’amoAlcune centinaia di migliaia fu- re suo consumato fino alla fine ci rono costretti a ritornare, altri hanno fatto superare difficoltà e eliminati fisicamente, altri si tro- incomprensioni per amore della vano nelle prigioni (in 200.000) VITA, della vostra vita. ancor oggi in attesa di giudizio; Ora, diventati grandicelli, potendo altri ancora sono rimasti nei pae- intuire qualcosa della vostra vita, si d’accoglienza cercando di ri- certo non facile fin dall’inizio, siete consapevoli del farsi una vita. dono che Voi ragazzi, ignari, foste strappati dalla morte e (continua a pag. 2) accolti da braccia e cuori amorosi per ritornare a sperare e a vivere: protagonisti inconsapevoli di un vortice di solidarietà e di amore non solo della comunità di Castenedolo ma anche di tutte le istituzioni italiane. Non vi nascondiamo che vi furono anche momenti di ansia, BEATO ANGELICO, Noli me tangere (S. Marco in Firenze) quasi di

voi siete per noi e noi per voi. Sciogliamo quindi un inno di gratitudine al Signore perché ci ha liberato dalla morte e dall’egoismo e insieme ragazzi e famiglie stretti in un abbraccio d’amore, cantiamo perché è tornata a germogliare la vita. Ma non possiamo essere felici da soli. Il Papa ha dedicato la sua riflessione per la Quaresima 2004 ai bambini, soprattutto a quelli “feriti profondamente dalla violenza degli adulti”, mettendo a tema le parole di Gesù: “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18,5). La lista dei diritti negati è purtroppo lunga: “abusi sessuali, avviamento alla prostituzione, coinvolgimento nello spaccio e nell’uso della droga; bambini obbligati a lavorare e arruolati per combattere; innocenti segnati per sempre dalla disgregazione familiare; piccoli travolti da un turpe traffico di organi e di persone. E che dire della tragedia dell’AIDS con conseguenze devastanti in Africa?”.

Accanto all’egoismo di tanti adulti, il Papa registra anche la “tanta generosità” di quanti invece accolgono i bimbi preoccupandosi di trasmettere a loro i valori umani e religiosi che danno senso vero all’esistenza. Solo chi si fa “piccolo” è in grado di accogliere con amore i fratelli più piccoli. Anche il nostro Vescovo nell’omelia di San Faustino ha ripreso questo tema. “Lo spirito evangelico di inndica la grandezza della dignità dei bambini ed apre alla speranza che tutto ciò che di buono viene fatto oggi a questi piccoli è garanzia per un futuro dove sarà il bene ad avere l’ultima parola” (Giulio Sanguineti). Di fronte a questo panorama non certo esaltante del nostro mondo in rapporto ai bambini, noi graziati dall’amore, in forza della Pasqua crediamo in un mondo nuovo illuminato dalla luce e dalla vita del Risorto. Ecco allora il nostro impegno comunitario per i bimbi, futuro dell’umanità. Lo facciamo in nome dell’uomo e in nome di Gesù che ha detto “Lasciate che i bambini vengano a me ”.

Queste parole sono dipinte con i colori della pace all’ingresso del nuovo Centro di Accoglienza Nazareth a Mutwenzi, che abbiamo inaugurato 3 mesi fa per ospitare bambini orfani e di strada del Burundi. È un dono e un compito. È dedicato a voi, mitici 41, ormai consapevoli, dopo 10 anni del vostro esodo di liberazione. È un impegno per tutti, ragazzi, famiglie e associazione nel costruire una cultura della vita. L’ONU ha dedicato quest’anno 2004 all’abolizione della schiavitù. La Pasqua ci trovi uniti con tutti gli uomini di buona volontà a spezzare le catene di ogni schiavitù, soprattutto quella perpetrata verso i minori. Al bambino derubato dall’infanzia, rapito, dissacrato, violentato, diverso, sfruttato, venduto, abbandonato, handicappato,... non nato, un augurio perché il loro sacrificio e il nostro amore per l’uomo edifichino una società liberata e libera.

BUONA PASQUA PASIKA NZIZA Il “Patiri” don Roberto

I mitici 41 al “Centro” di Castenedolo, Maggio 1994. Vi riconoscete? MUSEKE - 2

Inaugurazione del Centro Nazareth Mutwenzi 29-12-2003

Dal discorso della nostra presidente Carissimi tutti, ringrazio dell’accoglienza e dell’affetto che ci dimostrate. Ringrazio mons. Simon, Arcivescovo di Gitega che ha voluto partecipare all’inaugurazione della casa di accoglienza per i bimbi orfani; un saluto deferente al Nunzio che non ha potuto realizzare il desiderio di essere presente per un improvviso impegno.

Come è nata questa iniziativa? Nel 1999 abbiamo inaugurato la maternità; in quella circostanza, madre Cecilia mi invitò a visitare l’orfanotrofio Nazareth. Restai colpita da questi bimbi... dagli ambienti malsani e decrepiti, molto stretti rispetto al numero dei bimbi. Ho incontrato due suore, la madre Salomè e suor Virginia, che con affetto curavano e sorvegliavano i bambini. Ho chiesto se avevano degli aiuti. La risposta è stata che... c’era solo la provvidenza. Purtroppo l’orfanotrofio non era conosciuto. Ho fatto una riflessione: come fanno queste suore, sole, senza mezzi, a continuare questa opera? Soltanto la Grazia di Dio e la gran fede può dare forza per continuare! Questa situazione mi ha preso il cuore.

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Ritornando a casa in Italia, non arrivavo a dimenticare ciò che avevo visto. Oltre il cuore, anche la testa ha iniziato a pensare. Ne parlai al consiglio Museke. Non arrivavano a capirmi. È proprio vero, Gesù dice “venite e vedrete”. Così don Roberto e l’ing. Giovanni Piotti hanno deciso di venire in Burundi, per valutare se valeva la pena di ristrutturare o se era opportuno costruire una nuova struttura: in ogni caso avevano bisogno! Non sto a descrivervi tutto l’iter... Le difficoltà ci sono sempre, di ordine umano e finanziario. Non è facile anche in Italia reperire forze nuove e mezzi finanziari. Come vorrei presenti tutte quelle persone che in Italia hanno lavorato per il progetto! Decidemmo per il sì... con un po’ d’incoscienza. Ricordo che siamo in un paese tanto amato ma purtroppo in difficoltà e a rischio! Chi parte per prima? Cesarina! Con la sua volontà e capacità, oltre poi a Carlo, Maria, Luigi e una decina di tecnici nella costruzione. Convinti di fare una cosa necessaria.

La realizzazione Fatto il progetto... ecco la realizzazione: è ciò che vediamo con la collaborazione di tanti specialisti Italiani e della manodopera burundese.

A questo punto, devo ringraziare le suore Bene Mariya nella Persona della Madre Generale e di suor Cecilia che hanno collaborato ad una opera per i più poveri (orfani), senza un proprio interesse personale, o di Congregazione. Ricordo che la gente italiana è sempre stata ospite nella casa Museke delle Bene Mariya. Ora incomincia la cosa più importante: l’organizzazione dell’opera. Ho chiesto se la Congregazione Bene Mariya può continuare la sua collaborazione mandando due consorelle per aiutare le suore di Nazareth. La Generale mi ha risposto di sì perché ama l’opera. È difficile trovare una Congregazione che ne aiuti un’altra. In Italia e in Burundi non è facile trovare questa generosità. Ora siamo qui ad inaugurare questa Casa Nazareth.

L’augurio Le strutture ci vogliono... ma occorre tanto Amore e Calore per riscaldare i bimbi privi dei loro genitori. Alle suore delle due Congregazioni auguro che la Casa Nazareth diventi veramente la famiglia ideale per questi bambini. Che sappiano scoprire la Gioia e la Pace, la Serenità e l’Amore che senz’altro, diventati grandi, riverseranno. Enrica Lombardi

Inaugurazione Centro Nazareth

Un’esperienza significativa

N

egli anni scorsi ho avuto sempre racconti del Burundi. Finalmente quest’anno ci sono stata, invitata all’inaugurazione del nuovo orfanotrofio e sono tante le emozioni che vengono percepite quando si vive questa esperienza in prima persona. I vecchi non esistono, la gente muore mediamente a 50 anni, la popolazione è fatta da pochi uomini (tanti sono morti e tanti continuano a morire in guerra) tante donne e tantissimi bambini. È proprio per alcuni di questi bambini che Museke ha creato una nuova realtà di accoglienza: un orfanotrofio per bimbi da 0 a 5 anni, dotato di asilo. Ho

el Popolo” Dalla “Voce d 2004 del 9 gennaio

visto questi bambini. I loro occhi sono belli, vitali e “semplici”, le loro mani stringono la tua, la stringono forte e questo ti trasmette il senso di “dover” esistere per loro. La condizione di vita nell’orfanotrofio fa sì che non siano degli infelici. Il sorriso è pronto sulle loro labbra, un semplice tappino di birra crea un divertimento spontaneo. Il paesaggio nel periodo di Natale è bellissimo: è la stagione delle piogge, tutto è rigoglioso e dà l’impressione della vita che pulsa, che cresce, di qualcosa che va avanti. Mi ha colpito tantissimo quel loro modo un po’ distaccato, apparentemente meno coinvolgente del

nostro, di vivere gli avvenimenti: è fatalità? È incoscienza? È voler nascondere una realtà così forte? Rincuora ed è bello constatare con i propri occhi che qualche iniziativa umanitaria esiste e quanto sia importante che se ne continuino a sviluppare per far sì che i “burundesi” possano sperare in un futuro di vita in questa così faticosa realtà di guerra e di sopravvivenza. Un grazie di cuore a Cesarina, a suor Cecilia e a tutte le suore Bene Mariye della casa di accoglienza di Museke che mi hanno dato la possibilità di condividere con loro un’esperienza così significativa. Ciotti Bresciani

Riportiamo alcuni stralci dell’intervista di don Gabriele Filippini alla presidente di Museke Enrica Lombardi al suo rientro da Gitega, apparsa sul settimanale La Voce del Popolo dal titolo:

Continueremo ad aiutare il Burundi e il suo futuro: i bambini “Anche in Burundi esistono tanti bambini di strada – dice Enrica Lombardi – perciò abbiamo voluto la Casa di accoglienza (Casa Nazareth). È un bisogno reale. Abbiamo scelto la zona presso Gitega, perché ve ne sono tanti e perché erano già seguiti da due barundi consacrate laiche. Per di più la struttura vede anche la collaborazione di un’altra congregazione religiosa femminile locale, le Bene Mariya che aiuteranno le consacrate laiche nella scuola materna, soprattutto.Questa collaborazione è molto positiva”. Enrica Lombardi parla poi dell’inaugurazione della Casa Nazareth e della benedizione della cappella, avvenuta il 29 Dicembre, alla presenza del Vescovo che ha concelebrato con tanti sacerdoti. Sono stati amministrati

anche 20 battesimi. “A questa inaugurazione avrebbe dovuto presenziare anche il Nunzio Michael Courtney, che invece è stato ucciso. Questo fatto ha steso un velo di tristezza sulla gioiosa giornata. Anche la gente del Burundi era visibilmente impaurita, anche perché – dice - non era mai successo che toccassero un rappresentante del Vaticano”. “Stando laggiù – continua Enrica Lombardi – ho avuto la percezione del rammarico e del dolore corale perché con questo fatto la pace si allontana. Ma la speranza ci deve essere sempre. E la Casa di accoglienza inaugurata vuole essere un segno. Questi bimbi, di etnie diverse, cresciuti in un ambiente bello, sapranno vincere l’odio e la violenza, spesso frutto di ignoranza e povertà”.

E pensando al futuro parla del progetto di tenere i bambini più piccoli per tre o quattro anni e poi trovare famiglie dove collocarli e istruirli. Gli altri andranno educati, istruiti, orientati al lavoro. “Il Gruppo Museke cercherà, ora, di fare azioni mirate. Fra queste c’è il sostegno alle suore, laiche e Bene Mariya, perché facciano funzionare l’orfanotrofio nel migliore dei modi. Forse è giunto il momento di fare meno costruzioni e potenziare la solidarietà verso chi opera localmente. Comunque non abbandoneremo il Burundi, continueremo ad essere accanto a loro credendo e sperando nella pace”. E noi tutti, cosa possiamo fare? Continuare la disponibilità alle adozioni, alle offerte, al volontariato…

MUSEKE - 4

Inaugurazione Centro Nazareth

Gli orfani della “Famiglia di Nazareth”

A

bbiamo appena messo piede nel cortile, ed ecco che una frotta di bambini di ogni taglia ci viene incontro. Sono allegri e curiosi come uccellini. Testine rotonde e ricciute, occhini vivacissimi e lampeggianti, dentini bianchi e bocche sorridenti, corpicini fragili e dinamici sembrano steli di fiori che si dondolano come mossi da una delicata carezza di vento e allora ti accorgi che sono poveramente vestiti: magliette sovrabbondanti e scollate, pantaloncini di chissà quale colore e camicie stinte che arrivano quasi ai piedi, nudi. Sono gli orfanelli di Mutwenzi (Burundi), una piccola località immersa nel verde alla periferia di Gitega. Cesarina è orgogliosa di mostrarci la nuova struttura, sorta in tempo di record e che sarà la residenza per una cinquantina di bambini rimasti senza famiglia. Era un’opera davvero urgente, me ne sono resa conto visitando la vecchia abitazione; ma che dico! Una vera e propria “catacomba”: un corridoio stretto e buio porta a delle misere stanzette, stipate di lettini a castello, mancano aria e luce… Una visione che stringe il cuore pensando alla facilità con cui i bambini si ammalavano e troppo spesso morivano… E così, prima ancora dell’inaugurazione, i piccoli erano già stati traslocati nel nuovo ambiente: ampio, luminoso e accogliente. Chi ci viene ad aprire ha una nuova neonata tra le braccia: la stringe, la coccola e la bacia con dolcezza, ma non è la sua mamma… è una delle consacrate che, insieme ad altre persone, si prende cura dei più piccini. Sul tappeto, nel mezzo della stanza, alcuni frugoletti, per nulla intimiditi della nostra presenza, gattonano, stringono o si contendono un peluche. Ai lati, ben allineate e ordinate, due file di lettini; alcuni sono occupati… È divertente vedere come questi piccolini, sdraiati, reggono da soli la “ciuccia” e tranquillamente succhiano il latte. Torneremo più volte, durante il nostro MUSEKE - 5

soggiorno, a visitare questa numerosa famiglia che deve la sua opportunità di vivere all’iniziativa del Gruppo Operazione Museke. La descrizione della struttura è ampiamente illustrata e documentata nel notiziario n.19 dell’Ottobre 2003. Il 29 dicembre u.s. posso affermare che l’inaugurazione è avvenuta in pompa magna con la presenza del Vescovo, di numerosi sacerdoti, religiose, autorità, amici vicini e lontani. È davvero una “festa” quando gli Africani fanno festa… un’atmosfera gioiosa e serena si diffonde, avvolge e coinvolge tutti fin quasi a commuoverci. Il cuore di tutta quella struttura sarà la cappella consacrata quello stesso giorno e dedicata alla “Famiglia di Nazareth”, la cui icona campeggia occupando tutta la parete di fondo. È opera di suor Cecilia e dei suoi allievi. Ha la fresca spontaneità e dolcezza dei quadri naïf. Anche le pareti del refettorio e delle aule sono graziosamente decorate. Certamente i bambini saranno felici di vivere in un ambiente decoroso e salubre e speriamo che il passato con le sue ristrettezze, non sia più per loro nemmeno un ricordo. I fondi raccolti dalla generosità di tutti gli amici di Museke sono stati davvero ben impiegati e lo scopo raggiunto! Ma quei bimbi dovranno, anche se poco, mangiare… “Signore, dacci oggi il nostro pane quotidiano”e mi viene da aggiungere, anche un po’ di latte e di riso per quei piccini!…. E allora, carissimi amici, la Provvidenza ha bisogno del nostro cuore. Il Vangelo ci

conferma che il migliore investimento dei nostri risparmi, e che non corre alcun rischio di perdita, è quello per i poveri. Il giorno del giudizio avremo la gradita sorpresa di aver guadagnato il massimo degli interessi. Ginì

Inaugurazione Centro Nazareth

S

Esempi di vita

ono tornata in Burundi dopo molti anni e ho trovato un paese disastrato. Nonostante si vedano ormai più casine che capanne, non è possibile illudersi che le cose vadano meglio. Il senso di instabilità e di precarietà che si respira suscita timore, talvolta angoscia. La strada sarà sicura? Si potrà passare? O vedremo uomini contro uomini, gente che scappa o viene ammazzata? Perché? Per chi? Eppure la vita va avanti e nascono bambini. C’è la buona volontà dettata dalla necessità di sopravvivenza, ci sono persone positive che cercano di fare del loro meglio. Ho incontrato due amiche che negli anni ’80 insegnavano alla scuola di Museke a Gitega. Una ha otto figli (il maggiore ha 16 anni), ha adottato una bambina sola e ha un marito affetto da periodi di psicolabilità. Eppure è bella, elegante, sorridente, felice di vedermi. Mi dice

che praticamente lavora solo lei come insegnante, ma che la sua famiglia è meravigliosa. Irradia tale coraggio di vivere la sua situazione con levità che mi contagia, e capisco cosa vuol dire: “Beati gli uomini di buona volontà” già qui, in questa vita. L’altra amica ha avuto un’esperienza diversa. Suo marito è stato in prigione per ragioni politiche un paio d’anni, poi è andato con la moglie e il bambino in un campo profughi dello Zaire, dove è nato il secondo figlio. Sono rientrati in Burundi, il marito è stato ucciso e lei era in attesa del terzo bambino che ora ha sei anni. Eppure anche lei ha un atteggiamento positivo e lieve verso la vita, non indugia in elenchi di lamentele. Ha un lavoro come impiegata, vive in un’unica stanza con i tre figli, cucina all’aperto e cerca di farcela. Anche lei straordinaria e serena. Queste amiche sono un esempio di come, in qualsiasi situazione anche tragica, si possa scegliere fra una rea-

zione positiva e una negativa, fra la fiducia e la disperazione. Mi vengono in mente le parole che leggiamo nel Deuteronomio 30,19: “Io pongo davanti a te la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, amando Yahvè, Dio tuo, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a Lui”. A questo penso vedendo anche Cesarina e le suore africane di Museke che lavorano intensamente per occuparsi dei bambini soli e di tanti bisognosi. L’orfanotrofio nuovo è un segno di grande fede e speranza. Cesarina ha fatto un lavoro immane, ha una energia e una volontà incredibili, e penso che la sua presenza sia un grande incentivo per le suore. Oggi, mentre scrivo queste righe, è la festa della Madonna di Lourdes: affidiamo il Burundi a lei, che è la Donna più positiva della Storia. Clara Zoppola

MUSEKE - 6

Rendiconto della Gestione 2003 ENTRATE 2003 - Per offerte e quote associative 95.646 - Per progetto Nderanseke

49.887

- Per proventi finanziari

13.306

- Totale

€ 158.839

USCITE 2003 - Per progetto orfanatrofio Casa Nazaret (Mutwenzi) - Per adozioni “Nderanseke”

255.352 47.000

- Per elargizioni a terzi

9.290

- Per spese promozionali

2.154

- Per telefono fax - Per segreteria - Per valori bollati

504 5.458 172

- Per oneri finanziari

4.025

- Per approntamento nuova sede associativa

2.447

- Parziale

326.402

- Disavanzo di gestione

– 167.563

- Totale

€ 158.839

N

el presentare il rendiconto con la consueta forma del raffronto con l’anno precedente risulta subito evidente il lievitare dei numeri sia per quanto concerne la raccolta, aumentata del 43%, ma soprattutto per le spese sostenute che si sono quasi triplicate. Non è una sorpresa perchè già sapevamo che il capitolo dedicato alla costruzione della Casa di Nazareth in Mutwenzi (Gitega - Burundi), avrebbe impegnato risorse consistenti ancorchè non comprensive del valore delle offerte in beni gratuite e del tempo dei nostri generosissimi volontari che, per alcuni mesi, hanno messo alla prova il loro spirito missionario nella costruzione dell’orfanatrofio. Come ci viene testimoniato, nel caso specifico, l’edificazione non è stata circoscritta ai muri ma si è propagata nell’affiancare ai nostri esperti i tanti del posto che sono stati indirizzati, istruiti e messi in condizioni non solo di lavorare e quindi percepire un salario (già di per sè eccezionale in Burundi) ma di imparare i primi rudimenti di un mestiere. Complessivamente l’esborso sopportato per la realizzazione del progetto è stato MUSEKE - 7

di € 304.232 e, per la parte non coperta dalle offerte, si è potuto 2002 attingere ai residui degli esercizi precedenti. 55.752 Sappiamo inoltre che 39.397 un ulteriore impegno ci sta aspettando an15.743 che se non siamo ancora in grado di definirne 110.892 il peso economico: si tratta del problema approvvigionamento 2002 dell’acqua attualmente inadeguato al fabbisogno dell’orfanatrofio. 35.977 La sorgente che attual37.494 mente viene utilizzata, quando le piogge scar29.610 seggiano si inaridisce. Il centro di Mutwenzi 1.223 è stato inaugurato lo 494 scorso mese di dicembre con una cerimonia 3.360 toccante, arricchita 651 con battesimi e nello stesso tempo funestata 3.916 dall’assassinio di mons. Michael Aidan Courtney nunzio in Burundi. 0 Evento che le crona112.725 che definiscono come l’azione di chi non gli – 1.833 ha perdonato l’ostinata ricerca della pace e del 110.892 dialogo tra le popolazioni burundesi in lotta da sempre. Il nunzio, che aveva espresso alla nostra presidente un sentito desiderio di partecipazione, si era dimostrato piacevolmente sorpreso e meravigliato che l’opera fosse stata voluta e realizzata in una regione notoriamente povera e marginalizzata, portata poi a compimento con grande rapidità. Chi ha assistito alla prima presentazione dell’opera efficacemente illustrata dall’ing. Piotti Giovanni al quale, unitamente ai volontari, va il nostro grazie per l’ideazione, la dedizione e l’attuazione del progetto e chi ha potuto leggere dal notiziario di ottobre 2003 l’articolo ad essa riferito si è potuto rendere conto che la realizzazione, rigorosamente a mano, dei vari edifici che la compongono, compreso lo sbancamento, non è stato uno scherzo viste le dimensioni. Che poi ce se ne sia innamorati al punto che il regalo di una campana fa nascere, come un fungo, un campanile anche se non contemplato dal progetto, forse anche questo è da attribuire al famoso “mal d’Africa”. Ve detto che l’orfanatrofio sta funzionando a pieno regime con un numero di

bambini che ha già superato la capienza ideale (prevista in 50 posti). Altro discorso riferito al progetto Nderanseke per le adozioni continua ad evolversi ed i numeri che si confrontano tra i vari anni ne danno un tangibile riscontro, mantenendo peraltro, tra entrate ed uscite, un equilibrio economico, ancorchè a livelli accresciuti. Ciò che non si vede è l’enorme lavoro che comporta seguire un numero di casi così elevato (oltre 250 adozioni ad oggi) in un ambiente che offre un tessuto sociale sempre più povero di nuclei familiari, più o meno allargati, per effetto delle continue lotte indigene e conseguenti lutti. Il consiglio, al riguardo, sta valutando ipotesi per vedere se è possibile e come, regolamentare una situazione in costante lievitazione, onde mantenere un livello di efficacia del progetto che sta rispondendo egregiamente alle più rosee aspettative. Rammentiamo inoltre, quale costante del nostro impegno, l’attenzione verso realtà caratterizzate da intenti comuni e non certo dissimili a quelle che ci sono note come la missione di suor Micaela, a Santa Cruz in Bolivia, dove opera da 15 anni, coadiuvata da una decina di postulanti e da tre novizie, riuscendo a garantire una scolarità a circa 9.800 bambini, dall’asilo alla scuola media; la missione di padre Gabriel in Guatemala, abbiamo conosciuto il suo impegno, indirizzato a garantire un minimo di assistenza sanitaria, in un paese dove il ricovero ospedaliero è praticamente interdetto ai poveri essendo tutto a pagamento; il progetto di padre Renato in Zaire con l’adozione di un insegnante onde facilitare l’evangelizzazione partendo dall’istruzione (Lui dice: ti possono portare via la casa, la conoscenza no!). A tutti abbiamo offerto un segno della nostra solidarietà e la misura complessiva è indicata nel rendiconto. Da alcuni mesi abbiamo a disposizione un nuovo ambiente allestito a segreteria e sala riunioni, ricavato da una recente sistemazione logistica della casa di un nostro associato, il quale generosamente e gratuitamente l’ha messo a disposizione di Museke. Quanto nel bilancio viene evidenziato a tale titolo di spesa rappresenta il minimo di dotazione possibile per il funzionamento di questo servizio. Non ci rimane che ringraziare tutti per la generosità dimostrata in momenti come quelli che stiamo vivendo, turbati da eventi raccapriccianti, con la speranza che la nostra, come altre simili iniziative, contribuiscano a portare un pò di serenità, di speranza e di pace. Il Consiglio Direttivo

Da Gitega... Gitega, 29/01/04 Carissima Enrica e tutti gli amici del gruppo Museke e benefattori, Sapevo che da decenni il gruppo Museke si interessa concretamente dei poveri: ho potuto constatare personalmente, da quando vi ho conosciuto, che il vostro obiettivo è l’aver sempre al centro gli orfani, le vedove e le tante emergenze del quotidiano, oltre a costruire ambienti sani e belli per i più piccoli e i più poveri, come la Maternità, la scuola materna, l’orfanotrofio. È passato appena un mese dall’inaugurazione della Casa di accoglienza. Il miglioramento si vede ogni giorno. Vi devo ringraziare anche della fiducia che avete avuto nei nostri confronti, dandoci la possibilità e l’impegno di collaborare con le suore di Nazareth. Questa apertura e collaborazione ci hanno fatto crescere e comprendere veramente il significato della condivisione. Non per ultimo il coraggio della Signorina Enrica di affrontare il viaggio, e non nascondo i pericoli dei nostri tempi, con le amiche Sig.re Clara, Ciotti e Ginì. Questo è lo spirito di rinuncia e sacrificio offerti per gli altri: È UN VERO AMORE CHE CONTINUA. A noi è stato di grande esempio. Vi ricordo quotidianamente nella preghiera. Vi ringrazio e vi auguro ogni bene. Con stima e affetto suor Cecilia Miburo (Bene Maria)

I martiri della Chiesa Nel 2003 la Chiesa cattolica ha avuto 29 martiri, di cui 3 italiani: Padre Taddeo Gabrieli, Padre Mario Mantovani (bresciano) e Annalena Tonelli. Ultimo, il 29 dicembre, è stato il Nunzio apostolico in Burundi, mons. Michael Aidan Courtney: nato in Irlanda il 5 febbraio 1945, ordinato nel 1968, era Nunzio dal 18 agosto del 2000. Aveva espresso il desiderio di essere lui ad inaugurare il nostro Centro Nazareth, ma la sera precedente telefonò che non sarebbe stato possibile, per un improvviso impegno. Mentre si inaugurava il centro, veniva barbaramente trucidato in una imboscata tesagli da uomini accecati dalla violenza che non vogliono la pace, fortemente voluta e predicata anche il giorno di Natale dal Nunzio. Che il suo sacrificio sia l’aurora di un mondo nuovo e di pace dove ciascun uomo è fratello e non nemico dell’altro.

Progetto Nderanseke (adozioni) Il Gruppo Museke nel ringraziare quanti hanno aderito al progetto – ormai più di 250 adozioni, comunica quanto segue: • i ragazzi in adozione oltre i 15 anni, che con il generoso contributo hanno potuto completare la scuola e ottenere un minimo di autonomia, verranno mano a mano sostituiti con ragazzi più giovani. • poiché si sono verificate oggettive difficoltà a trovare famiglie burundesi adeguate per l’accoglienza e il sostegno di un orfano, noi continueremo a sostenere, tramite le adozioni a distanza, i bimbi ospiti presso la casa di

accoglienza Nazareth, che sono orfani di uno o entrambi i genitori. • la quota di adozione annuale passa da € 210,00 a € 249,00 (per noi, meno di un caffè al giorno). Ciò si è reso necessario per garantire ai bimbi oltre alla scolarizzazione, un minimo di assistenza sanitaria. N.B. Si raccomanda di compilare in modo preciso e completo il proprio indirizzo sui bonifici bancari e sui moduli di conto corrente postale che potrete conservare quale giustificazione per la detrazione nella denuncia dei redditi.

GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE O.N.L.U.S. • Via Brescia, 10 • 25014 CASTENEDOLO (BS) • ITALY • Tel. e Fax 030.2130053 c/c postale 15681257 • c/c bancario: 27499 - Banco di Brescia - ABI 3500 - CAB 11200 intestati a GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE ONLUS MUSEKE - 8

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