Mother Sai 5 2008

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  • Pages: 53
Sommario

03 Discorso Divino 09 Raro Sai 14 Discorso Divino 19 Domande&Risposte 23 Discorso Divino 28 Sotto la Veranda 31 Discorso Divino 37 Cronache 42 Discorso Divino 48 Zoom 49 Occhio al Libro

22 07 ’08 L’Amore è Verità, la verità è Amore; vivete... Culto, riti e religione

21 07 ’08 Conducete una vita ideale e stabilite un esempio... Dio e la Creazione

20 07 ’08 Sviluppate Educare e siate uniti Il Divino Magnete

18 07 ’08 Sviluppate fede e fiducia in voi stessi per... Celebrazioni a Praµânti Nilayam

28 06 ’08 Contemplate il Nome Divino di Râma Così Bhagavân parlò delle donne “La Vita di Sai Baba” – vol. V°

MOTHER SAI PUBLICATIONS Sathya Sai Books and Publications of Italy Tutti i diritti sono riservati Anno XX n.5 (123) settembre-ottobre 2008 Direttore responsabile: Giorgio Piccaia sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India. 2

Discorso 22-07-2008

L’Amore è Verità, la Verità è Amore; vivete nell’Amore Incarnazioni dell’Amore! Negli ultimi due giorni, seduti in questa sala, avete partecipato alla conferenza e avete ascoltato gli oratori sopportando tutte le scomodità. È stato davvero il vostro buon fato a farvi arrivare qui da Paesi lontani a partecipare a questa conferenza. Siete venuti spendendo molto denaro e a costo di grandi sforzi e già questa è, di per sé, una testimonianza della purezza del vostro cuore. A questo mondo ci sono miliardi di persone e svariati lakh (1 lakh equivale a 100.000 rupie - N.d.T.) di scuole e college, ma solo pochi vengono benedetti dalla possibilità di venire qui. Potete immaginare quanto siete fortunati! Che cosa ci si aspetta che impariate partecipando a questa conferenza? Innanzitutto dovete capire la natura del vostro stesso cuore e manifestare i Valori Umani quali la Verità, la Rettitudine, la Pace, l’Amore e la Non violenza. Solo allora potete essere definiti “istruiti” nel vero senso del termine. Sviluppate l’unità e la comprensione Al mondo ci sono molti avvocati che studiano libri voluminosi; nonostante tutto questo studio fra di loro troviamo molti “bugiardi”. Ci sono anche molti medici, ma a che cosa servono se rimangono invischiati nella loro rivalità professionale? Non si riesce a trovare unità, da nessuna parte. QUINDI , INNANZITUTTO , DOBBIAMO SVILUPPARE L’UNITÀ. SIAMO TUTTI FIGLI DI DIO, SIAMO TUTTI FRATELLI E SORELLE; DOBBIAMO CONSERVARE QUESTA VERITÀ NEL CUORE. Talvolta tra fratelli e sorelle possono esserci delle differenze d’opinione, ma dobbiamo impa-

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rare a trovare un accordo. Anzi, prima di tutto dobbiamo capirci: se abbiamo una giusta comprensione, un accordo diventa facile, mentre senza di essa non può esserci accordo alcuno. PRIMA D’OGNI ALTRA COSA DOVETE CAPIRE CHE QUALSIASI COSA SWAMI INSEGNI È MOTIVATA SOLO DAL SUO AMORE PER VOI. La causa dell’ansietà e dell’illusione è la paura Oggi assistiamo a un grande progresso in campo scientifico, ma tutte le invenzioni degli scienziati rientrano nell’ambito dei sensi. Di fatto, molti di essi agiscono in modo insensato e commettono errori. Gli scienziati stessi non sono sicuri di ciò che dicono e fanno; affermano che stanno aiutando la società, ma in effetti fanno esattamente l’opposto. Il loro motto sembra essere “non siate mai di aiuto, fate sempre del male”. Come risultato, al momento attuale la gente vive nella paura e nell’ansietà. Se salite a bordo di un aeroplano non siete certi di arrivare a destinazione sani e salvi. La gente è presa nella morsa della paura; teme persino i ratti! NON ABBIATE MAI PAURA DI NIENTE, NON TEMETE; LA PAURA È LA CAUSA PRIMA DELL’ANSIETÀ E DELL’ILLUSIONE. Non mangiate cibo spazzatura La gente oggi ha paura persino di cibarsi di frutta e verdura perché vengono coltivate con l’uso di prodotti chimici dannosi per la salute. Il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo sono inquinati. Come possiamo condurre una vita sana in un ambiente talmente inquinato?

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Discorso 22-07-2008 Dobbiamo quindi rendere le nostre vite li- DOVREBBE DIRE CHE IL VOSTRO PAESE D’ORIbere dall’inquinamento. Lo dobbiamo fare GINE È LA CALIFORNIA, CHE È SOLO UNA PICnoi stessi. Per il mero piacere di soddisfare COLA PARTE DELL’AMERICA, MA CHE SIETE le nostre papille gustative non dobbiamo AMERICANI. NEI VOSTRI PENSIERI, DOVETE mangiare cibo spazzatura e rovinarci la sa- SEMPRE AVERE UNA MENTALITÀ APERTA. lute. Se vi prendete la dovuta cura della vostra salute, anche i bambini che vi na- I figli emulano i genitori Essere dotati di una mente aperta è la vosceranno saranno sani. stra fortuna; se sviluppate l’apertura mentale, anche i vostri figli l’avranno. I genitori Osservate il silenzio e siate pieni devono far frequentare ai loro bambini le d’Amore Dite sempre la verità e rimanete calmi e lezioni Bâl Vikâs e impartir loro insegnacomposti davanti alle critiche: solo così po- menti sacri. Come sono i genitori così satrà esserci pace. I NOSTRI ANTICHI SAGGI ranno i figli; perciò i genitori devono segui(©¹I) OSSERVAVANO IL SILENZIO CONSIDERAN- re il retto sentiero e stabilire un ideale, affinché i figli possano emularli. SE I FIGLI DOLO PARTE DELLA LORO PRATICA SPIRITUANON SI COMPORTANO BENE LA COLPA È DEI LE (SÂDHANÂ). L’OSSERVANZA DEL SILENZIO GENITORI; PERCIÒ QUESTI DEVONO ALLEVAVI AIUTA A PROGREDIRE SUL SENTIERO SPIRIRE I FIGLI CON LA MASSIMA CURA. DOPO UNA TUALE; PRATICANDOLO POTETE SPERIMENTACERTA ETÀ I FIGLI NON OBBEDISCONO AI GERE FACILMENTE LA PACE MENTALE. L’Amore scaturisce dalla pace; se siete pieni d’Amo- NITORI A MOTIVO DEL FATTO CHE I GENITORI re non avrete nemici. Quindi, conducete le STESSI NON SEGUONO IL RETTO SENTIERO. I vostre vite con Amore; solo attraverso GENITORI DEVONO VIVERE UNA VITA ESEMPLAl’Amore possiamo stabilire la pace nel mon- RE SE VOGLIONO CHE I LORO FIGLI SIANO do. Oggi la gente parla di pace, ma ovun- BUONI E PROGREDISCANO NELLA VITA. que troviamo solo pezzi (qui Swami fa un gioco di parole intraducibile basato sulla Padre e madre in sintonia insegnino ai somiglianza fonetica delle parole ingle- figli il sentiero della Verità si “peace”, pace e “pieces”, pezzi - PADRE E MADRE NON DEVONO AVERE DIVERGENZE D’OPINIONE. DEVONO ESSERE UNITI IN N.d.T.). QUALSIASI COSA ESSI DICANO AI LORO FIGLI. IN ALCUNE FAMIGLIE LA MADRE DICE UNA COSA Abbiate una mente aperta Persino il Paese è stato diviso a pezzi! Quel E IL PADRE NE DICE UN’ALTRA. QUESTA MANche voglio dire è che la gente mette gli inte- CANZA DI UNITÀ E COMPRENSIONE FRA I GENIressi della propria regione al di sopra di quelli TORI NON È UN BUON SEGNALE: ENTRAMBI nazionali. Dobbiamo restare uniti come Pa- DEVONO ATTENERSI A UN’UNICA PAROLA E INese. Se qualcuno vi chiede: “Di dove sie- SEGNARE IL RETTO SENTIERO AI FIGLI . te?” dovete rispondere con orgoglio che sie- Innanzitutto devono insegnar loro ad aderite indiani; non dovete dire: “Sono di re alla verità; seguire il sentiero della verità Puttaparthi, sono del distretto di è sufficiente, perché la verità è la base di Anantapur”, ecc. Solo chi ha una mente tutto. ristretta darà risposte di questo tipo. “PROSatyannâsti paro dharmah VENGO DALL’INDIA”, DOVREBBE ESSERE LA Non esiste Dharma più elevato VOSTRA RISPOSTA. ANALOGAMENTE, NON SI 4

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Discorso 22-07-2008 La mente è causa tanto della schiavitù dell’aderenza alla Verità. quanto della liberazione dell’uomo. Seguite il sentiero della Verità: siate autentici, fate qualsiasi cosa con Com’è il pensiero, così è l’azione. tutto il cuore Perciò dovete intrattenere solo pensieri buoLa Pace ha origine dalla Rettitudine e ni che conducano a delle buone azioni: alla l’Amore si manifesta dalla Pace. Dove c’è fine si raccoglieranno buoni risultati. Non Amore c’è Non violenza e tutti possono seguite le divagazioni della mente, non siacondurre una vita tranquilla. Se la nazione te sotto il suo controllo: è la mente a dover deve acquisire pace e prosperità dobbiamo essere sotto il vostro controllo. LA MENTE È seguire il sentiero della Verità. Ma che cos’è COME UNA SCIMMIA PAZZA E VA OVUNQUE, SENZA LIMITI, MA DIVENTA QUIETA E SOTTOMESSA la Verità? QUANDO SI VOLGE VERSO DIO. Mânasyeka¼ vâcasyeka¼ karmanyeka¼ mahâtmanâ¼ Conquistate l’illusione rivolgendo la mente verso Dio Uno spirito nobile è colui i cui pensieri, Quando il sole sorge, la nostra ombra è parole e azioni sono in armonia. molto lunga. Se cominciamo a camminare Il fatto che il vostro pensiero, la vostra pa- in direzione del sole, essa cade dietro di noi, rola e la vostra azione siano discordanti equi- mentre, se camminiamo in direzione oppovale a mentire. Prima di insegnare ai figli ad sta, con la schiena rivolta verso il sole, è aderire alla verità dobbiamo metterla in pra- davanti a noi e dobbiamo seguirla. Quando tica nella vita quotidiana; solo così essi ci il sole è esattamente sopra la nostra testa, potranno emulare e diventeranno bambini invece, l’ombra ci cade sotto i piedi. ideali. Dobbiamo vivere “con tutto il cuo- L’illusione (mâyâ) è come la nostra omre” (heartful life) e non condurre una vita bra. Per conquistare l’illusione dovete volartificiale (artificial life). Oggi, a comin- gere la mente verso Dio; quando essa è ciare dal sistema didattico, tutto è diventa- focalizzata direttamente su di Lui, l’illusioto artificiale. La gente legge molti libri sa- ne sarà totalmente soggiogata, come l’omcri, canta mantra e pratica la meditazione, bra sotto i nostri piedi. Nell’orologio ci sono ma fa tutto in modo non genuino. Quale che tre lancette che indicano i secondi, i minuti sia la disciplina spirituale intrapresa, dove- e le ore. La lancetta dei secondi è la più lunga e si muove più velocemente delle alte praticarla con tutto il cuore. tre due: mentre essa fa il giro completo delle sessanta cifre, quella dei minuti si muove in Dovete controllare la mente In nome della meditazione la gente chiude avanti di un solo spazio. Similmente, quangli occhi e siede a gambe incrociate, ma non do è la lancetta dei minuti a fare il giro comha il controllo della propria mente, che vaga pleto delle sessanta cifre, anche quella delovunque secondo i suoi capricci e fantasie. le ore avanza di uno spazio solo. Pertanto, in primo luogo, dovete controlla- Ciononostante è la lancetta delle ore a essere la più importante. SE SI PENSA A DIO re la mente. OGNI TANTO E SI PASSA IL RESTO DEL TEMPO

Mana eva manu¹yânâm kâra²am bandhamok¹ayoh Mother Sai settembre - ottobre 2008

IN OCCUPAZIONI TERRENE, SI È COME LA LANCETTA DEI SECONDI, CHE HA BEN POCO SIGNI-

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Discorso 22-07-2008 FICATO, MENTRE, SE SI CONTEMPLA DIO COQualunque cosa Egli faccia è per il vostro STANTEMENTE, SI È COME LA LANCETTA DELbene e quindi lasciate tutto alla Sua Volontà. LE ORE, CHE È LA PIÙ IMPORTANTe. Non agiSukhaduhkhe samek©tvâ te seguendo le divagazioni della mente; lâbhâlâbhau jayâjayau come ho detto prima, la mente può causare Si deve rimanere equanimi la liberazione o la schiavitù. Tenetela quinnella gioia e nel dolore, di sotto controllo e rivolgetela nella giusta nel guadagno e nella perdita, direzione, cioè verso la Verità e l’Amore, in modo che divenga stabile e acquisisca la nella vittoria e nella sconfitta. (Bg. 2,38) capacità di concentrazione. L’Amore è Verità e la Verità è Amore. Vivete nell’Amore. Non si tratta di amore fisico e terreno: Qualunque cosa possa accadere, considequello che noi dobbiamo custodire nel cuo- ratela come un atto d’Amore Divino e acre è l’Amore spirituale; soltanto così pos- coglietela di tutto cuore. Quando sarete siamo ottenere la stabilità della mente. immersi nell’Amore Divino avrete succesL’amore mondano non farà altro che ren- so in tutte le vostre imprese. dere la nostra mente capricciosa e instabile; perciò tenete la mente sempre focalizzata Non deviate mai dall’Amore Divino e su Dio. Solo allora potrete sperimentare la offrite a Dio tutto ciò che è in voi pace. La gente pensa che sia difficile, ma Eppure oggi la gente si immerge soltanto lasciate che vi dica che non esiste una di- nell’amore mondano. Chi prova amore monsciplina spirituale (sâdhanâ) più facile di dano è un bugiardo! SOLTANTO L’AMORE DIquesta. QUANDO IN NOI NASCE L’AMORE PER VINO PUÒ ESSER DEFINITO AMORE VERO; DIO LA MENTE PUÒ ESSER CONTROLLATA MOL- ESSO NON VI TRADIRÀ MAI. Lasciate che la gente pensi quello che vuoTO FACILMENTE. AL CONTRARIO, SE LA MENle, lasciate che vi critichi in qualunque modo, TE NON È RIVOLTA A DIO, NON POTRÀ MAI ESma rimanete stabilmente saldi nell’Amore SERE DOMINATA. Divino. Non deviate mai, in nessuna circoTutto accade per Volontà di Dio ed è solo stanza, dal sentiero dell’Amore Divino. Quando preservate l’Amore Divino nel per il vostro bene Qualunque cosa facciate, consideratela come cuore, il vostro futuro e quello dei vostri fiil lavoro di Dio. TUTTO ACCADE PER VOLON- gli sarà al sicuro e tranquillo. Quando qualcuno vi chiede: “Chi sei?”, non TÀ SUA. NON ABBIATE L’ILLUSIONE CHE SIA SOLTANTO LA VOSTRA VOLONTÀ A FAR MUOVEsiete capaci di dare la risposta corretta. Voi vi identificate con il corpo fisico, ma, in reRE LE COSE; SE COSÌ FOSSE, PERCHÉ NON SIEaltà, esso è come una borsa di pelle che TE CAPACI DI ESERCITARE ALCUN CONTROLLO contiene varie entità, come la mente, l’inSU CERTI EVENTI CHE SI VERIFICANO NELLA telletto ecc. Una volta che il principio vitale VOSTRA VITA? DOVETE CAPIRE CHE TUTTO SI se ne va, il corpo diventa “una borsa vuoMUOVE PER VOLONTÀ DI DIO. Se vi accade qualcosa di bello, consideratelo come Vo- ta” che non ci serve più e infatti lo mettialontà di Dio. Se accade qualcosa di brutto, mo sul fuoco e lo riduciamo in cenere. PRIaccettate anche questo come Sua Volontà. MA CHE QUESTO ACCADA DOVRESTE OFFRIRE A Dietro a tutto ciò che Egli fa, c’è certa- DIO TUTTO CIÒ CHE QUESTA BORSA VUOTA mente uno scopo a voi incomprensibile. CONTIENE E REDIMERE LA VOSTRA VITA. PRI6

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Discorso 22-07-2008 MA DI TUTTO ABBANDONATE LE CATTIVE QUAperché l’Armata Rossa sta marciando LITÀ COME LA LUSSURIA, L’IRA, L’AVIDITÀ, al comando di Stalin; L’INFATUAZIONE, LA SUPERBIA E LA GELOSIA essa porrà fine a Hitler. ( KÂMA , KRODHA , LOBHA , MOHA , MADA E Allora, quale altra ragione MÂTSARYA). ESSE POSSONO CAUSARE IN VOI hai per piangere? SOLO SOFFERENZA E NON FELICITÀ. Potete È perché i compatrioti mancano di unità? CONSTATARE VOI STESSI COME DIVENTATE FETutti i compatrioti si uniranno LICI QUANDO VI LIBERATE DI QUESTE QUALIe lotteranno per ottenere la libertà. TÀ MALVAGIE. Per poter sperimentare tale Dormi, bambino mio, dormi.” eterna Beatitudine dovete offrire a Dio tutto ciò che è in voi. Oggi vi siete riuniti qui in così gran numero. Abbiamo inviato un invito a qualcuno di voi? Stabilite un contatto diretto con Dio No, no, è soltanto l’Amore ad avervi portaAvete moltissimi desideri: è mai possibile ti qui (applauso); solo l’Amore può unire realizzarli tutti ? No. Non causate mai dan- tutti, non l’odio. QUANDO IL VOSTRO AMORE no ad altri nel tentativo di esaudirli. SE DE- E IL MIO AMORE SI UNISCONO, QUALSIASI SIDERATE QUALCHE COSA, PREGATE DIO E IMPRESA PUÒ ESSERE PORTATA A COMPIMENCHIEDETELA A LUI DIRETTAMENTE. STABILITO; SVILUPPATE QUINDI L’AMORE. Con il poTE UN CONTATTO DIRETTO CON DIO. SE USEtere dell’Amore potete vincere chiunque, RETE METODI “INDIRETTI” SARETE SOTTOpotete sottomettere persino un possente POSTI AD AVVERSITÀ INDICIBILI. Oggi però le demone (râk¹asa). persone cercano di danneggiare gli altri per soddisfare la propria ingordigia. La gente Il potere di un buon carattere di questo tipo è destinata a raccogliere le Quando Râva²a rapì Sîtâ, Hanuman andò conseguenze delle proprie azioni malvagie. a cercarla a La¾kâ e la trovò nel boschetto Molto tempo addietro, durante il movimen- di Aµoka, seduta sotto un albero a cantare to per l’indipendenza, Io composi una can- il Nome di Râma; ella era assolutamente zone, che descrive la scena in cui un neo- certa che solamente Râma poteva protegnato piange mentre la madre lo consola ras- gerla dalle grinfie dei demoni. Malgrado tutsicurandolo che tutto andrà bene e che non to il suo sapere, il suo grande coraggio e la c’è da preoccuparsi per il destino del Pae- sua ricchezza, Râva²a a confronto di Râma se. La cantai sul palcoscenico. Avevo mes- era insignificante come un filo d’erba perso un bambolotto di gomma in una culla e ché mancava di carattere. Râma aveva un lo dondolavo dolcemente. carattere nobile. Se si è dotati di un carattere nobile si può compiere qualsiasi impresa di valore. È per questo che Io dico spes“Non piangere, bambino mio, non piangere; so ai nostri studenti che lo scopo dell’istruse piangi, diranno che non sei zione è il carattere. A CHE SERVE TUTTA LA un valoroso figlio di Bhârat. VOSTRA ISTRUZIONE SE MANCATE DI CARATTEDormi, bambino mio, dormi. RE? CERTI AVVOCATI CONTINUANO A LEGGETi sei spaventato perché il terribile RE UN MUCCHIO DI LIBRI GIORNO E NOTTE, Hitler ha invaso l’invincibile Russia? MA, QUANDO VANNO IN TRIBUNALE, DICONO Dormi, bambino mio, dormi. SOLTANTO BUGIE. La grandezza non viene Non piangere, bambino mio, non piangere, dal leggere libri; la verità che i libri inseMother Sai settembre - ottobre 2008

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Discorso 22-07-2008 gnano va preservata nel cuore. Noi dob- patria e che avrebbero dovuto esporre le biamo sviluppare un buon carattere e allo- sue mani fuori del catafalco con le palme ra otterremo certamente il successo in tut- rivolte verso l’alto, facendo passare la proto ciò che facciamo. Quando andate a casa, cessione funeraria per tutte le strade della ricordate tutto ciò che Swami vi ha inse- città. Lo scopo di tutto questo era di comugnato e fate sì che i vostri figli sviluppino nicare a tutta la gente del mondo che, noun buon carattere. nostante tutte le sue grandi conquiste, il suo gran nome e la sua grande fama, AlessanLe ricchezze sono inutili; utilizzatele dro aveva lasciato il mondo a mani vuote. a favore dei poveri e dei bisognosi QUESTO È VERO PER TUTTI NOI: QUALUNQUE In quanto a voi, sviluppate uno spirito di COSA ACCUMULIAMO, POSSIAMO SOLO ANDARsacrificio e santificate le vostre vite con azioni CENE A MANI VUOTE. IN ULTIMA ANALISI, TUTnobili. A che cosa serve il mero ammassare TI I POSSEDIMENTI TERRENI SONO INUTILI; IL ricchezze? Alessandro, il grande imperato- NOSTRO CONTO IN BANCA NON CI SEGUIRÀ re, conquistò varie parti del mondo e venne QUANDO LASCEREMO QUESTO MONDO. Utilizin India con l’intento di impadronirsi anche zate perciò la ricchezza per il bene dei podi questo Paese. Durante il viaggio di ritor- veri e dei bisognosi, con spirito di sacrifino, contrasse una grave malattia e, senten- cio. Se trascorrete la vita in questo modo do che la sua fine si stava avvicinando, chia- sacro, sarete certamente redenti. mò i suoi ministri e generali, e disse loro Praµânti Nilayam, 22 luglio 2008, che non avrebbe vissuto ancora a lungo. Li Sai Kulwant Hall istruì dicendo che, dopo la sua morte, essi avrebbero dovuto riportare il suo corpo in

(Tradotto dal testo inglese pubblicato da: www.sssbpt.org)

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Continua la nuova rubrica “Raro Sai”, iniziata con il n. 3, dove sono riportate affermazioni insolite, dunque “rare”, di Sai Baba. In essa, di volta in volta, viene trattato un singolo argomento e a molti lettori farà piacere sapere che tale catalogazione è opera dell’indimenticato fondatore e, per diversi anni, redattore della rivista, Mario Mazzoleni. Per ogni citazione è riportata la fonte; ciò consentirà, a chi ne è interessato, di approfondire l’argomento.

Culto, riti e religione

Raro Sai

Culto e riti: classi elementari Nello stadio preliminare, culti e servizi religiosi, con l’offerta di fiori raccolti da qualche pianta, sono necessari. Però, non è giusto adoperare lo stesso sistema per tutta la vita. Sarebbe come restare sempre nello stesso livello scolastico. La durata della vita si accorcia giorno per giorno; dovremmo, quindi, cercare di salire gradino per gradino la scala della spiritualità mediante la disciplina spirituale... Dio non esiste separatamente da voi, in qualche luogo distante. Se fate un serio sforzo di introspezione, vedrete la Divinità che risiede in voi stessi. Sebbene sul principio sia ammissibile dedicarsi ad atti devozionali esteriori, dovremo evolverci ad un grado più elevato. Quando si potrà vedere un progresso in noi se rimaniamo sempre al primo gradino? (CE78-XXX, 4.13) Per quanto tempo volete rimanere ripetenti? Non avete voglia di essere promossi alla classe superiore? Nella devozione ci sono due classi: la devozione di tipo cultuale, o sahaja bhakti, e la devozione di tipo interiore, o viµe¹a bhakti. La prima si accontenta della preghiera, dei bhajan, della ripetizione del Nome, dei voti, dei pellegrinaggi e così via; la seconda vuole la purezza del carattere, la soppressione degli impulsi, la pratica della compassione, dell’amore, della pace, della non violenza ecc., e la ricerca sul perché dell’uomo, la sua provenienza, il suo destino. È vergognoso che la gente rimanga nella stessa classe anno dopo anno. (D66-LVIII, 4) I riti sono per gli ignoranti? Dov’è Dio? Pensate che sia separato da voi, distante da voi? Se pensate così, Dio rimarrà lontanissimo da voi; ma, se Lo considerate vostro intimo, se Lo vedete come parte inseparabile da voi, allora non avrete altro amico all’infuori di Lui, ed Egli sarà così intimo a voi da farvi sentire una sola cosa. È uno sbaglio grossolano credere che Dio abiti in qualche chiesa o in un tempio o in qualche santuario, meta di pellegrinaggi. Fu per venire incontro alle sofferenze del mondo che i santi e i saggi raccomandarono questi sentieri e insegnarono questi princìpi (l’idea che Dio dimori nei templi - N.d.T.), ma poi le loro esperienze offrirono nuove spiegazioni. Sul principio s’impara l’alfabeto, ma dopo l’abbiccì s’impara a leggere le parole sillabandole, come D, I, O, e poi le frasi. Una volta che si è capaci di leggere delle frasi, possiamo prendere in mano dei libri.

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Così pure, nell’antichità, i saggi e i santi hanno indicato come luoghi d’incontro con Dio templi, chiese, santuari e pellegrinaggi; ma era per gli ignoranti, per coloro che erano ancora all’abbiccì della vita spirituale, insomma per analfabeti che si trovavano ai primi rudimenti scolastici. Quindi, gli stessi Avatâr, incarnandosi, si adeguarono a quel tipo di lento progresso, come si fa coi bambini che fanno i primi passi. Quello fu dunque il modo con cui si cercò di inculcare dei sacri ideali in gente che era soltanto agli inizi. (DD 18-5-2000) Liturgia, serva della Sapienza Fra le tre vie della Devozione, della Sapienza e del Distacco dai desideri terreni, la Devozione è la regina. Le regole e i riti sono le “damigelle d’onore”; la regina tratta le sue damigelle con squisita gentilezza, senza dubbio, ma se le cerimonie, che sono soltanto delle “domestiche” e degli “aiutanti”, trascurano la regina, dovranno essere inesorabilmente licenziate; ogni formalità e ogni rituale del tempio deve perciò servire alla glorificazione della regina, la Devozione. Questa è l’essenza e la sostanza del Dharma che deve regolare e guidare il culto del tempio. Allora l’uomo potrà raggiungere il suo scopo. (DhV X, 3) Lo scopo dei templi è quello di risvegliare il Divino nell’umano, di indurre l’uomo a credere che la forma fisica in cui vive è la Casa stessa di Dio. Perciò, tutte le usanze, i riti e le cerimonie che si tengono nel tempio, mirano a far risaltare l’importanza della Sapienza divina e a far riconoscere la Verità sull’anima, che è appunto un’onda del Mare. (DhV X,2) I riti non liberano La catena che imprigiona può essere d’oro o di ferro, ma è pur sempre una catena. Le buone azioni da sé sole non bastano a dare la liberazione. I Veda, le Upani¹ad, la Gîtâ e il Brahmasûtra hanno detto chiaramente che le liturgie e le pratiche religiose non conducono alla liberazione, essendo esse stesse azioni esteriori connesse solo alla sfera fisica; non portano in alcun modo a sviluppare una visione interiore. Solo dopo che ci si è liberati degli interessi egoistici e degli attaccamenti si potrà conseguire la visione interiore. Non si raggiungono la realizzazione di Dio e l’unione con Lui per mezzo di rituali. Percepire l’unità del Divino è Sapienza, e per realizzare l’unicità dell’Assoluto bisogna sradicare il senso della dualità. (D84-XXIV, 3) Però… L’effetto dell’emissione e glorificazione di questi suoni simbolici dell’Eterno Assoluto viene percepito in tutto il mondo. Perciò esso genera pace e prosperità in tutto il mondo. I buoni pensieri sono in grado di purificare, pulire e nutrire le radici delle virtù e dell’amore. Solo Dio è in grado di giudicare le cose che Gli vengono dedicate. Io gradisco gli yajña, v’indirizzo ad eseguirli. Voi non avete alcuna autorità per giudicare, poiché non avete alcuna conoscenza. Non avete nessuna padronanza della scienza degli yajña e dei mantra. (D67-LXIV, 5) Non violenza

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Ahi¼sâ vuol dire non arrecar danno a chicchessia, né con la vista, né con l’udito, né con la parola. (CE78-XXX,16) I giovani e la religione Giacché le religioni contemporanee, che dichiarano di far da guida ai ricercatori che si cimentano in tal compito, non infondono fiducia fra i giovani, essi hanno la sensazione che alcune di quelle religioni abbiano subìto i condizionamenti dell’epoca in cui si sono sviluppate. Molte religioni sono divenute obsolete: alcune si sono compromesse con particolari regioni o stati, altre sono state imposte e create secondo la mentalità di popoli stranieri, altre ancora si combattono in maniera scandalosa ed offensiva. I giovani che aspirano a una vita più elevata provano la sensazione di cadere nel ridicolo se vi aderiscono. Perciò si intrattengono in conversazioni interminabili e finiscono per sfogliare un’infinità di libri! Evitano persino di compiere il primo passo della disciplina spirituale in qualsiasi modo venga prescritta da molte religioni. (LKV 4-5) Le religioni e le dottrine teologiche Come la pioggia cade e scorre in miriadi di rivoli e, raccolta in torrenti e in fiumi finisce col riversarsi nell’oceano, così le religioni, i credo, le teologie e i riti, diversificati nelle tante forme delle società umane, dopo aver irrigato molti campi e dato frescura a tante comunità e a tanta gente stanca, confluiscono tutti nell’Oceano della Beatitudine divina. (VA I, I.25) Religioni e religione La verità proclamata da tutte le religioni è unica ed è sempre la stessa. Tutte le religioni hanno in comune il fine ultimo della vita. Tutte le religioni hanno per scopo la promozione della retta condotta, mediante il cambiamento degli atteggiamenti mentali dell’uomo, generando quindi armonia fra il corpo, la mente e l’intelletto. Fondamento di ogni religione è la moralità, e la moralità non è altro che amore disinteressato. Le religioni, dunque, sono state istituite per incoraggiare il benessere sociale diffondendo l’amore per tutti gli esseri. Tutte le religioni raccomandano ai loro aderenti di cercare la pace eterna, la µânti, dentro se stessi. Nessuna religione approva l’uso della violenza. Ogni religione raccomanda di coltivare tolleranza e rispetto per tutte le religioni, aprendo così la strada alla Non violenza. (D 65-LXIV) In caso di critica Se trovano da ridire su di te, così devi ragionare: «Sta gettando fango sul mio corpo? E che me ne importa? Fa né più né meno di quello che dovrei fare io, che dovrei gettar via il mio attaccamento alla carne, a questa misera prigione. O lo sta gettando sull’Âtman? Ma nulla può offuscare la sua luce né macchiare la sua purezza.» Resta quindi calmo e imperturbato. E che accadrà allora agli strali dell’offesa? Torneranno al mittente, come ritorna una lettera respinta. (VA I, I.32) Il riso sardonico degli scettici non può ferire il ricercatore spirituale. Può forse una tempesta smuovere la catena degli Himâlaya? Non lasciate che la vostra fede nella Meta o Mother Sai settembre - ottobre 2008

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nella via spirituale traballi per le difficoltà o le prove, le fatiche e il travaglio, le difficoltà e la disperazione. Son tutte nubi passeggere che occultano per breve tempo lo splendore del sole o della luna; non vi distragga il dubbio o il malumore. (D65-XXXV, 4) La presenza di Dio in ogni essere santifica tutto, e pensar male d’altri è pensar male di Dio. (D66-XLIX, 7) Molte iniziative benefiche sono divenute sterili a causa delle critiche ingiuste e aspre o per gli abusi dei profittatori. (D66-XLIX, 2) Voi dovete solo far uso della vostra preziosa esperienza e ignorare le ciance di gente che non ha la vostra fortuna o che è abietta per propria scelta. Le tarme devono bucare la stoffa, e non fanno distinzioni, perché è nella loro natura far del danno e distruggere. Per loro tutto è lo stesso, seta, lana o cotone, roba cara o da pochi soldi, autentica o imitazione. Si accontentano di far danno, per il piacere di esercitare quella loro attività perniciosa. State alla larga da costoro; frequentate le buone compagnie e siate felici come i pesci nell’acqua. (D66-LI, 8) Criticare gli altri è il peggiore dei peccati. Non criticate mai nessuno, perché ognuno è divino nella sua essenza. Tutti voi sapete che di questi tempi i politici si accusano e s’insultano l’un l’altro: è il risultato dei peccati accumulati nelle precedenti vite. (Disc. 01-10-99) La scure che abbatte l’albero di sandalo si profuma di sandalo anch’essa! È questa la natura dei buoni, che benedicono persino chi li ferisce o li calunnia. Non badate alle derisioni sarcastiche e alle critiche impietose, tipiche d’una mentalità materialista. (D67-IV, 11) Prima di indicare i difetti altrui, esaminate i vostri, assicurandovi di non averne. Soltanto ciò vi pone nel giusto; ma il fatto è che trovate dei difetti negli altri solo quando i difetti li avete in voi. Quando ve ne liberate, tutto diviene puro e buono. (D67-XLI, 9) Chiese nuove? Molte volte qualcuno vorrebbe costruire templi e mandir in Mio nome, e c’è chi fa collette a questo scopo. Non Mi piace questo zelo. Venerate qualsiasi Forma sotto qualsiasi Nome in un tempio qualunque. Lasciate andare in rovina gli antichi templi della vostra città e iniziate a costruirne dei nuovi. Ben presto lascerete andare in malora anche i nuovi, per farne di ancor più nuovi. La gente che progetta nuovi mandir, che forma comitati e va in giro a raccogliere fondi, non fa che propagandare l’ateismo, poiché non è spinta da autentica devozione e da spirito di servizio, ma da egoismo, da malizia e da avidità speculativa. Dhana, o danaro, è la moneta corrente del mondo; sâdhanâ, o disciplina, è la moneta dello spirito. Quando questi sedicenti devoti vengono da voi con le loro sottoscrizioni e le 12

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loro pubblicazioni, non date loro neanche un centesimo. (D65-XVI, 16) Avete edificato questo mandir, il tempio, ma non mi soddisfa. Solo i templi eretti nei vostri cuori resistono al tempo. I soldi spesi per la costruzione di templi potrebbero essere devoluti, in modo più proficuo, ai poveri e ai bisognosi. Quasi tutte le attività intraprese dall’uomo sono mosse da interessi personali. Lo zelo per il proprio benessere materiale si contrappone alla Divinità che è immanente nell’uomo. (D83-VIII, 1) A che servono le chiese? I templi costruiti con la pietra servono a rammentare all’uomo l’esistenza di Dio. Quando vedete un avvocato, vi ricordate dei vostri guai legali; se vedete un dottore, pensate ai vostri problemi di salute. Così pure, quando vedete una chiesa vi ricordate di Dio. Dunque, i templi servono come promemoria. (D83-VIII, 5) Rispetto per ogni Forma religiosa Non cedete mai al dubbio o alla volubilità; sarebbe un segno di ignoranza. Abbiate fede in un Nome solo, qualunque sia, e nella Forma che corrisponde al quel Nome. Se però adorate ›iva e odiate Vi¹²u, il più e il meno si elidono a vicenda, e il risultato sarà zero. Io non sarò disposto a tollerare la minima antipatia verso qualunque Nome o Forma. Non potrete mai arrivare al Signore se odiate una o varie delle Sue Forme e dei Suoi Nomi. La moglie deve rispetto al marito, ma ciò non vuol dire che debba odiare i suoceri, i cognati e le cognate. Se disprezzate il Signore che altri rispettano, attirate odio sul vostro Dio. Evitate le fazioni, i litigi, l’odïo, il disprezzo, la critica, o vi si ritorceranno contro. (D65-XIX,19) Burocrazia nelle istituzioni religiose Le istituzioni, le società e le associazioni hanno un altro difetto. Ogni istituzione religiosa deve trasmettere alla gente la consapevolezza dell’esistenza di Dio, ma anche quella della propria precarietà. Invece, esse creano un armamentario gerarchico, con membri di vario grado, segretari, tesorieri, presidenti e un’infornata di consiglieri che girano pavoneggiandosi dei loro distintivi, compiaciuti dell’importanza che credono di avere. Una società che si denomina con il Nome di Dio deve servire a eliminare la gelosia, l’invidia, la vanità, l’egoismo e l’avidità; invece si incoraggiano questi vizi e si lasciano crescere all’impazzata. Il vero devoto non spasima mai per queste distinzioni, ma le evita come trappole che lo porterebbero in basso. (D65-XXIII, 13) (Continua)

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Conducete una vita ideale e stabilite un esempio per gli altri Incarnazioni dell’Amore! “Uno può diventare un saggio acquisendo ogni tipo di conoscenza. Comunque, l’ottuso non può realizzare il proprio Sé! Nonostante l’acquisizione di ogni genere di conoscenze, una persona dalla mente malvagia non può liberarsi delle cattive qualità.” “Più una persona è istruita più indulge in discussioni e non può acquisire la vera Saggezza. Perché perseguire tutti i tipi di istruzione e andare incontro a un fato infausto? Bisogna cercare l’istruzione che conduce all’immortalità.” La Saggezza non proviene dall’istruzione scolastica Senza la pratica, anche la più vasta istruzione non servirà a niente. Si possono acquisire lauree e alti titoli accademici, ma questo non basta a esser definiti persone sagge. L’istruzione è una cosa diversa dalla conoscenza pratica e quindi si deve mettere in atto ciò che si impara dalle istituzioni didattiche. Oggi sono soltanto le persone altamente istruite a ricadere nella categoria di coloro che mancano di saggezza (ajñânin); i bambini le imitano e ne seguono le orme. Swami risponde ad alcune domande poste dai delegati Domanda 1): Quale dovrebbe essere la re-

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lazione degli studenti con Dio? Risposta: Dio non è separato da voi. Egli è in voi, con voi, intorno a voi, dietro di voi e davanti a voi. Si deve sviluppare l’amore per Dio e avere un inscindibile legame d’amore con Lui. La relazione con Dio non è fisica; si deve sviluppare il sentimento che Dio e lui/lei sono una e la stessa cosa, e che Dio è in lui/lei. Domanda 2): Quali sono i segni esteriori della trasformazione spirituale che avviene in un devoto? Risposta: Prima di tutto la persona deve chiedere a se stessa se ha maturato una fede incrollabile in Dio o se ha con Lui una relazione casuale e mondana. Dopo aver deciso a riguardo, si deve acquisire una fede stabile e assicurarsi di vivere con un senso di equanimità totale sia nel piacere sia nel dolore. In effetti non ci sono segni particolari di trasformazione spirituale che diventino palesi nell’individuo. Può darsi che a volte esternamente e nei sogni si manifestino dei segni oppure che ci si colleghi con la voce di Dio. COMUNQUE È L’INDIVIDUO CHE DEVE VALUTARE PERSONALMENTE SE LA SUA DEVOZIONE STA AUMENTANDO O DIMINUENDO. TUTTO DIPENDE DALLA PROPRIA FEDE IN DIO. Domanda 3): Quali sono le qualità richieste a un insegnante nel Sistema Didattico Sai? Risposta: Gli insegnanti non devono lasciare gli studenti a se stessi; devono esercitare il giusto controllo su di essi con parole gentili e buone, tenendo presenti gli scopi e le aspirazioni degli studenti stessi. Non dove-

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Discorso 21-07-2008 te fargliela passare liscia solo per il fatto la mista. Egli deve porre un’attenzione che sono i vostri studenti; anche se volete aggiuntiva nel trattare con le studentesse; concedere loro una certa libertà, dovete ap- deve trattarle come sorelle, con amore e plicare qualche freno di quando in quando rispetto. Solamente così il loro carattere e anche punirli, se necessario. verrà plasmato. A un insegnante si richiede Tali punizioni vanno intese come ammoni- di dare l’esempio agli altri con il suo commenti per gli studenti, affinché si comporti- portamento. no in modo appropriato. Domanda 6): In che modo i genitori doDomanda 4): Qual è il ruolo di un inse- vrebbero essere coinvolti nell’educazione gnante nel Sistema Didattico Sai? In quale dei figli? modo dovrebbe imporre la disciplina? Risposta: I GENITORI NON DEVONO DISCUTERE Risposta: L’INSEGNANTE RIMANGA UN INSE- I PROBLEMI FAMILIARI IN PRESENZA DEI BAMBIGNANTE E LO STUDENTE UNO STUDENTE. Essi NI. DEVONO RISOLVERLI TRA DI LORO E MANhanno ciascuno il proprio ruolo e la propria TENERE I FIGLI SERENI E FOCALIZZATI SULL’ISTRUresponsabilità. In particolare l’insegnante ha ZIONE. Invece di mettersi nella condizione la responsabilità di instaurare l’atmosfera di farsi criticare dai figli, i genitori dovrebadatta in classe e di mantenere felici gli stu- bero diventare per loro un esempio di buodenti. na condotta e comportamento. Gli studenti non devono creare alcun problema ai geniDomanda 5): Quale genere di sforzi deve tori e devono nutrire verso di loro, che li compiere un insegnante per assumere un ruo- allevano sopportando numerose difficoltà e lo modello nell’ambito dei Valori Umani? sacrificando le loro stesse comodità, un senRisposta: Questa è una domanda molto so di gratitudine. Anche quando si sposano importante. È soltanto quando un insegnante non devono trascurarli pensando: “Io e la si comporta correttamente con gli studenti mia famiglia ce la caviamo bene; che cosa che essi emulano le sue qualità. NON DOVE- mi importa se i miei genitori soffrono?” SolTE FARE CIÒ CHE PROIBITE AGLI STUDENTI E NON tanto gli stolti ignoranti si comportano così; SOLTANTO QUESTO: ANCHE IN MATERIA DI ALIla gente colta non deve avere questo attegMENTAZIONE, L’INSEGNANTE E GLI STUDENTI DOgiamento. DOVETE SERVIRE I GENITORI, MANVREBBERO CONSUMARE LO STESSO CIBO. Voi TENERLI FELICI E PROVVEDERE ALLE LORO NEproibite agli studenti di mangiar carne, ma CESSITÀ: FAR CONTENTI I GENITORI È DOVERE consumate carne e pesce. Questo compor- DEI FIGLI. Al giorno d’oggi, gli studenti fanno tamento è molto dannoso per lo sviluppo di amicizia con gente cattiva. “Dimmi con chi una relazione armoniosa tra insegnante e stu- vai e ti dirò chi sei.” Frequentando cattive dente. VOI DOVETE SEGUIRE PER PRIMI CIÒ CHE compagnie, anche voi diventate viziati. Oggi INSEGNATE AI GIOVANI. tra genitori e figli c’è molto turbamento; i L’insegnante non deve comportarsi irre- loro desideri e aspirazioni sono opposti gli sponsabilmente e pensare che gli studenti uni a quelli degli altri. Se seguite le vostre non abbiano il diritto di contestarlo; egli deve propensioni, che ne sarà di quelle dei geniagire con umiltà e attenzione nel trattare con tori? Potete dunque soddisfare le vostre gli studenti, deve nutrirli e allevarli con amo- aspirazioni solo se tenete presenti le aspetre. Un altro problema riguarda il suo com- tative dei vostri genitori. Lavorare per la portamento con gli studenti in una scuo- vostra soddisfazione rendendoli infelici è Mother Sai settembre - ottobre 2008

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Discorso 21-07-2008 mero egoismo; non si addice a un figlio. Anche i genitori devono applicare il dovuto Se le donne vanno a lavorare, controllo su figli siffatti; devono spiegare chi avrà cura della casa? loro: “Oggi ti sei sposato e hai formato una Se marito e moglie vanno in ufficio, famiglia, ma noi siamo con te fin dall’inizio. chi farà i lavori domestici? Rendici felici, è tuo dovere.” Dare l’addio Se le donne vanno a scuola ai genitori e metter su una famiglia separata a insegnare ai bambini degli altri, è egoismo ed è proprio per il fatto che negli chi insegnerà ai loro? ultimi tempi questo egoismo va crescendo Se anche le donne vanno a lavorare che la relazione tra genitori e figli è tesa. Un proprio come gli uomini, altro aspetto che desidero sottolineare è che chi preparerà il cibo in cucina? voi non dovete mettere bocca in questioni Guadagnare denaro può risolvere che non vi riguardano. A causa dell’impatto alcuni problemi economici, dei tempi moderni, i figli tendono a separar- ma come risolverà i problemi domestici? si dai genitori. In queste situazioni gli umori Le donne possono guadagnare denaro, si scaldano e la tensione sale; perciò, in qualma non possono vivere felicemente che misura, dovete controllare la vostra rabse trascurano la loro casa. bia; dovete fermarvi e chiedervi: “Devo adirarmi con i miei genitori? È corretto?” Non Esse dipenderanno dai cuochi e dalle bamdovete permettere che i vostri anziani geni- binaie per gestire le loro case e questo rotori versino lacrime a causa del vostro com- vinerà la reputazione della famiglia. Per portamento sgarbato. Se li rendete conten- questo dovete accettare un impiego soltanti, invece,sarete contenti anche voi. to dopo aver garantito l’armoniosa gestioI corsi Bâl Vikâs sono molto importanti per ne della casa. Potete certamente andare a i bambini. Ai bambini dei Bâl Vikâs e a co- lavorare, ammesso che i figli vengano acloro che studiano l’Educazione ai Valori cuditi in modo appropriato. Neanche gli uoUmani si deve insegnare la meditazione mini comprendono questa situazione. Al ri(dhyâna). Innanzitutto i genitori devono svi- torno dall’ufficio alcuni passano il tempo a luppare consapevolezza per quanto riguar- leggere il giornale o a guardare la televisioda i Valori Umani; devono seguirli nella let- ne, altri vanno al circolo a giocare a carte tera e nello spirito. COME POTETE ASPETTAR- senza curarsi della famiglia e dei figli. Come VI CHE I BAMBINI SEGUANO I VALORI UMANI SE possono assicurare un’atmosfera approNON LI SEGUITE VOI STESSI? Stabilite un esempriata e l’educazione dei bambini? Se i figli pio mediante la vostra pratica dei Valori non vanno bene a scuola non è colpa loro; Umani. la responsabilità di una tale situazione è dei genitori. RIMANETE A CASA E STATE DIETRO Importanza della presenza della madre AI BAMBINI COME SI DEVE: QUESTO È IL VERO Oggi i genitori sono occupati e non hanno REDDITO DELLA FAMIGLIA. Se al contrario tempo da dedicare alla famiglia e ai figli. uscite di casa per guadagnare qualche miSe entrambi i genitori vanno in ufficio, che gliaio (di rupie in più) trascurando i vostri ne sarà dei bambini? Chi li seguirà? Anni figli, diventate dei genitori egoisti e, se i voaddietro Io ho scritto una poesia sulla peno- stri bambini vengono viziati, più tardi ve ne sa condizione dei bambini e della famiglia pentirete. in tali situazioni: 16

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Discorso 21-07-2008 Un’educazione adeguata è il dovere la settimana, devono recarsi alla scuola dei primario dei genitori verso i figli figli per informarsi sul loro comportamento Quindi il massimo dovere dei genitori con- e sul progresso scolastico. Talvolta i bamsiste nell’allevare i figli nella giusta atmo- bini manipolano i propri voti e mostrano quesfera. I Valori Umani devono essere messi sti ai genitori i quali, avendo incondizionata in pratica da ogni individuo volontariamen- fiducia in loro, non si preoccupano di andate; nessuno può imporli dall’alto. Se le per- re a scuola a informarsi presso gli insegnansone, nelle rispettive occupazioni, come ti. I GENITORI, OGNI TANTO, DEVONO ANDARE quelle di poliziotto, medico e infermiere, ALLA SCUOLA DEI FIGLI E INFORMARSI DAGLI facessero il loro lavoro con onestà e integri- INSEGNANTI SENZA CHE I BAMBINI LO SAPPIAtà, nella società non sorgerebbero proble- NO. In un certo qual modo, sotto questo mi, ma sfortunatamente questa non è la si- aspetto, nei villaggi i genitori sono migliori; tuazione attuale. I BAMBINI SOFFRONO PER almeno essi tengono d’occhio il progresso COLPA DEI GENITORI; PERTANTO DOBBIAMO ASe il comportamento scolastico dei loro figli SICURARCI CHE ESSI SIANO FELICI E CRESCANO e prendono tempestive misure di correzioIN UN AMBIENTE SANO. Non dovete permettene. Le persone che vivono nelle metropoli re loro di dormire fino alle otto; li dovete o nelle città, invece, e in particolar modo gli svegliare alle cinque. Sfortunatamente oggi alti funzionari, non si occupano dei propri neppure i genitori si alzano alle cinque; dor- figli. Gli studenti non devono vagare qua e mono fino alle otto del mattino e i figli fino là senza meta. Alcuni di essi girano per i alle nove. I genitori dovrebbero essere degli bazar e sprecano il proprio tempo. Tali stuesempi per i loro figli. Chi non ha figli o denti sono stupidi! Bighellonare senza scoresponsabilità può dormire quanto vuole. po per le strade non si confà alla statura di Quando le Organizzazioni ›rî Sathya Sai uno studente. I GENITORI DOVREBBERO ANfondano le scuole possono istituire un fon- CHE EVITARE CHE I FIGLI FACCIANO UN USO do. Per mantenerle possono anche accet- ERRATO DEL DENARO. Devono educare i figli tare l’aiuto dei genitori. Nelle Scuole Sathya su che cosa è giusto o sbagliato e corregSai si deve dare la massima priorità spe- gere il loro comportamento. Il padre, la macialmente ai tre princìpi della Disciplina, del dre e i figli dovrebbero vivere in casa una Dovere e della Devozione. Ai bambini de- vita armoniosa. I GENITORI DEVONO ANCHE vono essere insegnati i Valori Umani già CONTROLLARE LE LETTURE DEI FIGLI PERCHÉ dai primi anni di vita. Agli studenti si deve I GIOVANI HANNO LA TENDENZA A LEGGERE insegnare a stabilire con Dio una relazione OGNI SORTA DI LIBRI. Essi tengono romanzi appropriata. I genitori non devono compra- insulsi in mezzo ai libri di scuola, così i genire ai figli ogni sorta di abiti alla moda; prov- tori credono che il ragazzo sia studiando vedete a che abbiano vestiti semplici e pu- un libro di testo, ma non si tratta di “testo” liti che si confacciano alle loro necessità. Il bensì di “gusto” (gioco di parole non dovere primario dei genitori consiste nel- traducibile basato sulla somiglianza fol’esercitare un controllo adeguato sui loro netica fra le parole inglesi “text” (‘tefigli. Ai genitori si deve fornire un orienta- sto’) e “taste” (gusto) – N.d.T.). I genitomento appropriato sul sistema educativo ri devono togliere immediatamente tali libri Sai. È possibile che qualche genitore non dalle loro mani. Se osservate e mantenete ne sia al corrente. Alcuni bambini dicono le sotto stretto controllo le attività dei figli, essi bugie per paura dei genitori. Essi, una volta si comporteranno bene e progrediranno nelMother Sai settembre - ottobre 2008

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la vita.

Discorso 21-07-2008 “L’uso sbagliato del denaro è malvagio.”

Il tetto ai desideri I bambini Bâl Vikâs vanno istruiti sul “tetto ai desideri” che vieta lo spreco di denaro, cibo, energia e tempo. Solo dando forza a queste regole riuscirete a tenerli sotto controllo. Oggi neppure gli anziani seguono il “tetto al desideri”. Durante le feste e le celebrazioni familiari vengono spesi tanti soldi per organizzare cene in cui il cibo viene sprecato. IL CIBO È DIO; NON SPRECATELO! DATELO A COLORO CHE NE HANNO BISOGNO. Purtroppo, oggi, non si dà da mangiare ai poveri e agli affamati, e grandi quantità di cibo vengono gettate nella pattumiera come se si trattasse di spazzatura. A PROPOSITO DEL PARLARE: NON SI DEVE PARLARE TROPPO PERCHÉ VIENE SPRECATA ENERGIA PREZIOSA. ANALOGAMENTE, NON SPRECATE IL TEMPO: “Sprecare tempo è sprecare vita.” Voi sprecate il denaro; quale scopo si persegue sprecandolo?

Certamente potete spenderlo quando è necessario, ma perché sprecarlo per cose inutili solo perché l’avete in tasca? Molta gente spende tutto il proprio stipendio per cose di lusso pensando di condurre una vita sfarzosa. Se spendete soldi in modo così sconsiderato, anche il lattaio e la servitù della casa, che osservano il vostro stile di vita, avanzeranno richieste per l’aumento delle loro spettanze. Non dovete dunque essere di cattivo esempio per gli altri. Per ogni rupia che spendete, dovreste chiedervi se sia per uno scopo buono o no. Siate un esempio per gli altri Sono queste le risposte alle domande da voi sollevate. Vivete con attenzione e conducete con determinazione la vita in società. Persino se commettete un piccolo errore la società lo giudicherà severamente. Perciò non dovete fare neanche un piccolo sbaglio Praµânti Nilayam, 21 luglio 2008, Sai Kulwant Hall (Traduzione dal testo in inglese pubblicato da: www.sathyasai.org)

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Dio e la Creazione La Natura della Divinità D. - Dove risiede Dio e come Lo si può sperimentare? R. - Dio è presente nell’interiorità, nell’esteriorità, ovunque.

Domande & Risposte

Antar bahisca tat sarvam vyâpya nârâya²o sthitah “Ho veduto quella Magnifica Persona, fulgida come il Sole, che non può essere descritta con le parole”. Dov’è presente? Egli è oltre l’oscurità (tamas). Fintantoché non trascenderemo le tenebre dell’ignoranza non potremo sperimentarLo. (Corso Estivo 1991, p.19)

D. - Quali sono i mezzi per conseguire la consapevolezza di questa Divinità? R. - Ci sono dei metodi chiaramente delineati per conseguire questo obiettivo. La visione dell’individuo ora rivolta al mondo fenomenico dovrebbe essere indirizzata all’interiorità, allo spirito. L’uomo dovrebbe rendere manifesta la coscienza divina che gli appartiene e, come pratica spirituale, sottomettersi a essa. Tutto ciò è detto “realizzazione consapevole della Divinità Interiore”. (SSS Vol.21, p.44)

D. - Quali sono i differenti stadi per conseguire la consapevolezza della Divinità? R. - Il primo compito è sviluppare la consapevolezza della Divinità interiore. Il passo successivo è la realizzazione della verità secondo cui la medesima Divinità che esiste in noi è egualmente presente anche negli altri. Bisogna riconoscere che la barriera che sembra separarci dal nostro prossimo nasce dall’illusione, e compiere ogni sforzo possibile per rimuoverla. Solo allora sarà possibile sperimentare l’unione con tutte le creature viventi. Lo ›ruti proclama: “In verità Io sono tutto questo.” Dopodiché si palesa l’asserzione: “Tutto questo è contenuto in Me”, e subentra la consapevolezza: “Io sono Divino, la Divinità è in me; io sono Brahman. Brahman è il mio stesso Sé. Non esiste alcuna distinzione fra Brahman e me.” (SSS Vol.21, pp. 44-45)

D. - Qual è la relazione fra l’uomo e Dio? R. Nârada descrisse la relazione fra l’uomo e Dio in questi termini: “Quando l’uomo realizza Dio, ottiene un totale appagamento, completezza, estasi e beatitudine.” (Sanâtana Sârathi, novembre 2000, p. 349 - Discorso Divino del 18.05.2000)

D. - Come mai l’uomo si considera debole quando la Divinità risiede nel suo stesso cuore? R. - L’essere umano è depositario dell’energia divina. In lui sono presenti Durgâ (la

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Divinità della potenza), Lak¹mî (la Divinità della ricchezza) e Sarasvatî (la Divinità della conoscenza). Egli non è per nulla povero, debole e solo, ma possiede tutte le capacità per sperimentare la beatitudine divina. Nonostante però sia dotato di tutti questi poteri, si considera debole. Questa è la conseguenza delle sue cattive frequentazioni. Associandosi a compagnie negative, infatti, sviluppa sentimenti e pensieri cattivi. (Sanâtana Sârathi, novembre 2002, p.326)

D. - Come coltivare sentimenti sacri che instillino fede nella propria divinità interiore, conferiscano forza e promuovano la verità, la rettitudine, la giustizia e il sacrificio? R. - Evitate le cattive compagnie, associatevi a quelle buone e impegnatevi in azioni meritevoli giorno e notte. Discriminate fra ciò che è permanente e ciò che è effimero. (Sanâtana Sârathi, novembre 2002, p.326)

D. - Il cuore dell’uomo è saturo di dolcezza. Essendo stato benedetto con una tale sacralità, che cosa dovrebbe fare l’uomo? R. - Prima di tutto fate buon uso degli occhi che vi sono stati donati da Dio. Solo allora la vostra vita sarà santificata. I vostri occhi (netra) sono la Sacra Scrittura donatavi da Dio. Comprendete questa Scrittura e comportatevi in conformità a essa. Una volta che avrete raggiunto il controllo sui vostri occhi possiederete il dominio sulle vostre parole. Dite solo la verità; non c’è nulla di più grande della verità. La purezza nella visione (samyak d©¹ºi) e la purezza nelle parole (samyak vâk) condurranno alla purezza dell’ascolto (samyak µrava²am) e alla purezza nei sentimenti (samyak bhâvam). L’essere umano (mânava) diventa divino (Mâdhava) quando comprende l’importanza dei Valori Umani e li mette in pratica. (SSS Vol. 35, p.153)

D. - Qual è la differenza che c’è fra uno scienziato e uno spiritualista riguardo alla creazione del Signore? R. - Mettete, ad esempio, una manciata di sabbia della riva del mare in un piatto. Lo scienziato, esaminandone il colore, il peso ecc., saprà dirvi di che tipo è e qual è il paese d’origine. Gli spiritualisti non la pensano allo stesso modo. Essi direbbero che è una creazione di Dio e appartiene alla Sua mâyâ. Da ciò si comprende che fra la percezione di uno scienziato e quella di uno spiritualista c’è un abisso. La scienza è paragonabile a un semicerchio che parte da un punto e finisce in un altro; non è un cerchio completo. La spiritualità, invece, termina nello stesso punto da dove è iniziata. Essa costituisce un cerchio perfetto. La completezza è il distintivo della Divinità. “Quello è completo, questo è completo. Quando dalla completezza si prende la completezza, ciò che rimane è ancora completezza.” (Invocazione iniziale della εâvâsya Upani¹ad.) (Sanâtana Sârathi, febbraio2003, pp. 45-46)

D. - Come si può comprendere la connessione che esiste fra l’energia atomica e la Divinità? R. - L’atomo non è visibile all’occhio fisico, ma è presente ovunque. L’acqua che bevia20

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mo, il cibo che mangiamo, le parole che pronunciamo, i suoni che udiamo: tutto ciò è permeato di atomi. Nonostante l’uomo si muova sugli atomi, li mangi e beva, non è in grado di comprenderne il mistero. Egli pensa che solo gli scienziati possano svolgere ricerche sulla loro natura. Il processo atomico è enormemente sacro. Conducendo una seria indagine su questo concetto si può arrivare a comprendere la Divinità. Questo fu l’insegnamento del Saggio Ka²âda. (SSS Vol.35, p. 191)

D. - Da dove trae origine l’energia atomica e quanto tempo impiega un atomo a tornare alla sua fonte? R. - Un corpo è rispettato fintantoché in esso c’è il respiro (soham). Il respiro vitale è il suono del Pra²ava ed è l’energia contenuta nell’atomo. Questa energia trae la sua origine da Dio. Nessuno può crearla. Questa è la verità che fu divulgata dal Saggio Ka²âda. È molto difficile comprendere il potere dell’atomo. Dio è presente in ogni atomo. Il mondo intero è una manifestazione dell’atomo, così come lo spazio e il suono; perciò, non trascurate mai il suo principio che racchiude un potere immenso. Un atomo, per tornare alla sua origine, impiega all’incirca ventidue milioni di anni. (SSS Vol.35, p.193)

D. - Come può un individuo unirsi a Dio, che è così potente, e conseguire la liberazione? R. - L’acqua può combinarsi con l’acqua, l’aria con l’aria, il fuoco col fuoco. Poiché Dio è privo di forma, per unirsi a Lui bisogna diventare senza forma. Che cosa implica ciò? Significa che l’individuo deve sbarazzarsi dell’attaccamento al corpo. (Sanâtana Sârathi, gennaio 2001)

D. - Quali sono i differenti tipi di potere attribuiti a Dio? R. - A Dio sono attribuiti otto tipi di potere. Egli è la fonte di tutti i suoni, del movimento, della luce, delle parole, della beatitudine, di tutte le eccellenze, dell’illusione (mâyâ) e di tutte le prosperità. (Sanâtana Sârathi, gennaio 2001)

D. - Dove risiede la Divinità nell’uomo? R. - La Divinità, che satura l’intero cosmo, esiste nell’uomo come “h©daya”, cuore. I Veda si riferiscono a questo cuore spirituale chiamandolo Âtma. L’Âtma possiede un altro nome: εvara. “Dio dimora in tutti gli esseri”. (Sanâtana Sârathi, agosto 2000, pp. 249-250 - Discorso Divino del 16-06-2000)

D. - Perché la mente è chiamata vi¹²u svarûpa e dove sono presenti nell’uomo i tre aspetti della Divinità? R. - La mente trae la sua origine dall’Âtma ed è conosciuta come vi¹²u svarûpa in conformità all’assioma: “L’universo è permeato di Vi¹²u.” Brahmâ si originò dall’ombelico di Vi¹²u; dunque, la parola che nasce dalla mente rappresenta Brahmâ. Da ciò si evince che εvara rappresenta il principio atmico (Âtma svarûpa), Vi¹²u, quello mentale Mother Sai settembre - ottobre 2008

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(mano svarûpa), e Brahmâ, quello della parola (vâk svarûpa). Questi tre aspetti di Dio sono strettamente correlati. (Sanâtana Sârathi, agosto 2000, p. 250 - Discorso Divino del 16.05.2000)

D. - Può capitare che Dio ignori il Suo stesso codice (vidhân) qualche volta? R. - Dio non può agire contro il Suo stesso codice morale; quindi, in diverse occasioni, attende il tempo idoneo per farlo rispettare. Non si può certo dire, in base a ciò, che Dio sia senza potere o incompetente. Pur essendo onnipotente, non agisce arbitrariamente, ma seguendo il codice cosmico. (Sanâtana Sârathi, aprile 1995, p. 89 - Discorso Divino del 28.05.1995)

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Discorso 20-07-2008

Sviluppate Educare e siate uniti Incarnazioni dell’Amore! Non ho nient’altro da aggiungere a quanto vi è stato detto da Michael Goldstein e dal Presidente Panindiano delle Organizzazioni ›rî Sathya Sevâ, Srinivasan. L’istruzione non è un argomento su cui chiunque possa parlare. Oggi l’istruzione è diventata più esteriore e mondana; ci sono milioni e milioni di persone che in India hanno conseguito un’istruzione mondana. In quale modo la società trae beneficio da queste persone? Tutti si preoccupano dei propri interessi egoistici; non c’è nessuno che si interessi del benessere pubblico e sociale, di come sia la società e in quali condizioni si trovi, o quali difficoltà stia attraversando la gente. Quando parlano in pubblico fanno tanta retorica su come aiutare i poveri, ma quando si deve agire non li trovate da nessuna parte. Tutti voi sapete in quale stato si trovi il mondo oggi. Ovunque vi giriate vedete solo dolore e sofferenza; la pace e la felicità non si possono più trovare da nessuna parte. Ogni Paese reclama progresso e acquisizioni in diversi campi. Queste richieste sono intrinsecamente insignificanti perché la pace e la felicità sono introvabili ovunque. Se indaghiamo sulla verità, ogni Paese è immerso nelle difficoltà e si trova in qualche genere di crisi. Nessun governo fa uno sforzo sincero per capire le difficoltà che la gente povera deve affrontare. È MOLTO DIFFICILE DETERMINARE CHI È POVERO E CHI È RICCO. IN UN CERTO SENSO SONO TUTTI “POVERI”. MA ALLORA, CHI SONO I RICCHI? SONO COLORO CHE METTONO IN PRATICA CIÒ CHE DICONO.

Il detto “Mânasyeka¼ vâcasyeka¼ karmanyeka¼ mahâtmanâ¼” significa che Mother Sai settembre - ottobre 2008

coloro, i cui pensieri, parole e azioni sono in perfetto accordo, sono “grandi anime” (Mahâtma). Persone siffatte sono molto rare. Di fatto, Paesi come la Russia e l’America, che vengono considerati “superpotenze”, stanno causando un grave danno ai Paesi più poveri e non si pentono neppure dei loro errori; essi non riescono a capire quanto stia soffrendo la gente dei Paesi sottosviluppati e di quelli in via di sviluppo. Per esempio, in Iraq la popolazione ha subìto indicibili sofferenze, ma non è importato a nessuno. Senza dubbio in tutti i Paesi ci sono i ricchi e i poveri. Stranamente ci si prende cura dei ricchi e li si aiuta, mentre nessuno va in soccorso della gente povera e provvede ad aiutarla. QUINDI, PRIMA DI TUTTO, DEVONO ESSERE PROTETTI I POVERI E GLI OPPRESSI. Ogni devoto deve coltivare amore e compassione. Viene detto: Tyâgenaike am©tatvamânasu “Solo con il sacrificio si può ottenere l’immortalità”. Solamente una persona che possegga la qualità del sacrificio può sperimentare la Beatitudine. COLORO CHE HANNO IL SENTIMENTO EGOCENTRICO DELL’“IO” E DEL “MIO” NON POTRANNO MAI ESSERE FELICI NELLA VITA. Ovunque ci sia il sentimento dell’“io”, là si manifesterà l’ego. Coloro che coltivano il sentimento “questo è mio” e “questa è la mia gente” sviluppano attaccamento. Non si deve mai sviluppare il sentimento “solo il mio Paese deve prosperare”. Si deve sviluppare una prospettiva più ampia e pregare: “Che tutto il mondo possa essere feli23

Discorso 20-07-2008 ce” (Lokâssamastâh sukhino bhava¾tu). Quindi, innanzitutto, si devono coltivare le Coloro che sviluppano il sentimento ottuso qualità umane. NESSUNO HA IL DIRITTO DI dell’“io” e del “mio” sottostanno a molte GIOIRE SE UN SUO SIMILE STA SOFFRENDO. sofferenze; questo deriva dall’istruzione se- TUTTI SONO FIGLI DI DIO: SE CAUSATE SOFcolare acquisita dalla gente. Tale istruzione FERENZA, ESSA AFFLIGGERÀ VOI. Ecco pernon va al di là del proprio interesse. Noi ché dovete condurre la vita con devozione dobbiamo amare e servire tutti. per Dio e amore per tutti gli esseri umani. Oggi i ricchi hanno perso le qualità della Tutti devono rimanere uniti; dove c’è Unità paura del peccato (pâpa bhîti) e dell’Amo- ci sarà Purezza e dove c’è Purezza ci sarà re per Dio (Daiva prîti). Solo coltivando Divinità. queste due qualità potete acquisire tutto Dovete condurre le vostre vite tenendo in nella vita. vista i tre aspetti dell’Unità, della Purezza e Dobbiamo far diminuire gli interessi egoistici della Divinità. NON DOVETE RIMANERE INDIFalmeno fino a un certo punto; gradualmen- FERENTI DAVANTI ALLE DIFFICOLTÀ E ALLE SOFte si deve rinunciare all’egoismo. Dobbia- FERENZE ALTRUI: TRATTATE LE LORO SOFFERENZE mo fare pieno uso della nostra istruzione e COME SE FOSSERO VOSTRE. delle nostre energie a beneficio della società. Senza i poveri non potete neppure εvarah sarvabhûtânâ¼ essere sicuri del cibo, perché sono loro a L’unico Dio dimora nei cuori sgobbare nei campi e nelle industrie per di tutta la gente. produrre gli alimenti e i beni di consumo per la società. Mentre i ricchi si godono le Dio è immanente persino nelle formiche e comodità della vita, i poveri sudano per sbar- nelle zanzare. Nei vostri cuori dovrebbe escare il lunario. OGNI INDIVIDUO IN UNA SOCIE- serci compassione. Purtroppo questa è diTÀ HA I SUOI DIRITTI, IL DIRITTO ALLA VITA ECC., ventata una qualità rara di questi tempi. RAGION PER CUI DOBBIAMO OCCUPARCI ANCHE Invece della compassione (compassion) DEI POVERI E FORNIRE LORO LE NECESSITÀ DI troviamo ovunque un benvenuto alla moda BASE. PER UTILIZZARE I LORO SERVIGI, DOB(come-fashion). BIAMO RICAMBIARE SERVENDOLI. Oggi coloro (Swami fa un gioco di parole che sono molto istruiti e quelli che occupa- intraducibile, basato sull’assonanza fra no posizioni di potere sono immersi nel i due termini inglesi soprariportati in cormassimo egoismo; solo essi esibiscono una sivo fra parentesi - N.d.T.). mentalità malvagia. Attualmente tutti desi- Com’è dunque possibile che nella società derano soddisfare i propri interessi egoistici prevalga l’uguaglianza? Mostrate almeno un a discapito degli altri. Nessuno agisce con minimo di umanità: chi ha questa qualità un cuore puro e buone intenzioni di aiutare umana diventerà una persona dal cuore il prossimo. Da un essere umano ci si aspetta compassionevole nel vero senso della paroche possegga le qualità della Verità (Satya), la. Lussuria, ira, odio, gelosia, superbia etc. della Rettitudine (Dharma), della Pace sono qualità animali. La vera ricchezza di (›ânti), dell’Amore (Prema) e della Non un essere umano sono le qualità nobili quali violenza (Ahi¼sâ); senza di esse non si è l’amore, la compassione, la rettitudine, il saesseri umani per niente. crificio e la verità. È solo quando una perCome può una persona con qualità sona ha queste qualità umane che può essedemoniache essere definita essere umano? re considerata un essere umano. Sfortuna24

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Discorso 20-07-2008 tamente oggi la gente è umana solo nella forma, ma le qualità sono quelle degli aniMamâtma sarvabhûtântarâtma mali. Ciò che è importante non è la forma; L’unico Sé divino pervade tutti gli esseri. sono le qualità. Non potete sapere quando dovrete confrontarvi con le difficoltà. Ogni Osservate le formiche: si muovono avanti azione ha la sua reazione, la sua risonanza e indietro su una linea e, mentre lo fanno, si e il suo riflesso. Se fate del male agli altri salutano lietamente l’un l’altra. Se una mucquesto avrà certamente la sua reazione. È ca ha partorito un vitello, essa non si unisce solo quando riconoscerete questa verità e alla mandria, lasciandolo solo. Riconoscerà vi comporterete di conseguenza che potre- il pianto del vitello persino da lontano. Il vite essere chiamati esseri umani. Potete par- tello urla: “Ambâ! Ambâ!” (mamma) e la lare a qualsiasi studente delle nostre istitu- madre-mucca risponde. Queste sono le relazioni: anche i bambini della scuola elemen- zioni fra gli animali e persino fra gli uccelli. tare vi spiegheranno le qualità umane in Nel Râmâya²a si racconta di un cacciatore modo molto chiaro. I Valori Umani devono che vide due uccelli che passavano felicepertanto essere coltivati fin dall’infanzia. I mente il tempo tenendosi compagnia su di ragazzi e le ragazze devono crescere nei un albero. Egli scoccò una freccia e uccise Valori Umani. Persino gli anziani possono il maschio; incapace di sopportare la separazione dal suo amato, anche la femmina imparare da studenti siffatti. E ora parliamo di Verità: da dove provie- morì poco dopo. Il Saggio Vâlmîki, che avene? Non germoglia dalla terra né discende va assistito alla penosa scena, pronunciò uno dal cielo. La sua origine non è il nord, il sud, µloka (verso) senza neppure esserne consal’est o l’ovest. La Verità è fermamente in- pevole: il verso uscì spontaneamente dalla stallata nel cuore. Se sviluppate la visione sua bocca. ›oka (il dolore) divenne l’ispirainteriore potrete senz’altro riconoscervi la zione per la grande opera epica del Verità. Dove c’è Verità troverete anche la Râmâya²a. Quindi anche gli uccelli e gli Rettitudine. Quando la Verità e la Rettitudi- animali si amano; come può allora un essene si uniscono, l’Amore emerge dal cuore. re umano perdere una qualità nobile come Dall’Amore viene la Pace e quando la Pace l’amore? Oggi ci sono molte cose che l’uoe l’Amore vanno per mano regna la Non mo può apprendere dagli uccelli, dagli aniviolenza. Dobbiamo capire l’interrelazione mali e persino dalle fiere, ma egli non è affra i cinque Valori Umani, cioè fra la Verità, fatto interessato a imparare queste lezioni. la Rettitudine, la Pace, l’Amore e la Non IO HO INSEGNATO MOLTE COSE BUONE PER DEviolenza. Tutti questi Valori Umani sono in- CINE DI ANNI, MA VOI NON ASCOLTATE E, ANCHE castonati nel nostro essere interiore. Un es- SE ASCOLTATE, NON LE METTETE IN PRATICA. sere umano è in verità Dio. Questo è il mo- Se qualcuno vi insulta, voi ci rimanete male; tivo per cui Dio è raffigurato in forma uma- non sapete che anch’egli si dispiace se lo na. Se Dio dovesse rivelare la Sua vera offendete? Trattate la lode e la critica come identità dichiarerebbe: “Io sono Brahman”, parte del Gioco Divino (lîlâ); se svilupperenon direbbe: “Io sono questo o quello.” Tutti te un tale senso di equanimità, emergerete i nomi degli individui sono quelli dati al cor- nella vita. Oggi, anche i ricchi sono pazzi po umano dai loro genitori; non sono stati per il denaro, ma non mostrano lo stesso dati loro da Dio. Dio ha dato solo un dono, entusiasmo per Dio. La gente ha perduto del tutto la fiducia in se stessa. “Dov’è che è l’Âtma. Mother Sai settembre - ottobre 2008

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Discorso 20-07-2008 l’Âtma? Che cos’è l’Âtma?” Le persone Satcaritra.” Quando gli ho chiesto se avespongono centouno domande senza com- se letto il libro completamente, egli ha riprendere che l’Âtma su cui si stanno infor- sposto di averlo letto tutto senza tralasciare mando è veramente immanente in loro. una parola. Quindi gli ho domandato: “QuanEsse dicono “questo è il mio fazzoletto”, il ti Insegnamenti di Baba contenuti in quel che significa che “io” e il “fazzoletto” sia- libro stai mettendo in pratica?” ed egli ha mo separati; in modo simile, quando dite “il risposto: “Nessuno, Swami.” Allora, a che mio corpo”, voi siete distinti dal corpo. Che serve tutto questo leggere? Per voltare le cos’è questo “mio”? Voi dite “questo è mio”, pagine? Niente affatto. Dovrebbe avvenire ma voi chi siete? VOI NON CONOSCETE LA una trasformazione nel vostro cuore; solVERITÀ SU VOI STESSI; QUANDO SI CONOSCE tanto così il vostro pârâya²a (la lettura di SE STESSI SI CONOSCE TUTTO. Se non conotesti sacri) sarà santificato. I devoti intrascete voi stessi non potete conoscere gli prendono discipline spirituali di vario tipo, altri. Quindi sedetevi calmi e in pace in qual- ma queste non costituiscono la sâdhanâ nel che angolo e cercate di indagare sulla vo- senso reale del termine; se volete vedere la stra stessa natura. Questa è vera medita- “Realtà”, dovete coltivare la visione intezione (dhyâna). La meditazione non impli- riore. SE APRITE GLI OCCHI E GUARDATE IL MONca la contemplazione di Dio; conoscete in DO ESTERIORE, VEDRETE UNA QUANTITÀ DI TEprimo luogo voi stessi. Dio è in voi, con voi, STE; CHIUDETELI INVECE, GUARDATEVI DENTRO intorno a voi, sopra e sotto di voi. Voi siete E NON VEDRETE CHE VOI STESSI. Quindi, sviDio. In qualunque momento se qualcuno vi luppate la visione interiore. Voi vi chiedete: chiede: “Chi sei?”, rispondete: “Io sono “Chi sono io?” e, da dentro, viene immeDio.” Non dite: “Sono il tal dei tali.” COME diatamente la risposta: “Io sono Io.” QueVI SENTIRETE FELICI QUANDO VI CONSIDEREsta è la risposta corretta. La gente dice: “Io RETE DIO! ANCHE COLORO CHE UDRANNO LA sono il tal dei tali; io sono un Americano VOSTRA RISPOSTA SARANNO FELICI. ecc.”, ma queste non sono le risposte vere Istruire non significa semplicemente impar- alla domanda: “Chi sono io?”; sono tutti tire il sapere. Noi impariamo molte cose dai nomi esteriori che servono a essere identifilibri di testo, ma possiamo anche non esser cati nel mondo; non sono importanti. Ciò capaci di comprendere il loro vero signifi- che è importante è la ricerca interiore; allocato. Prima di tutto chiedetevi: “Chi sono ra realizzerete la Verità. Goldstein e io? Chi sono io? Chi sono io?” e otterrete la Srinivasan hanno parlato poco fa elogiando risposta giusta. Siete la mente? L’intelletto? l’istruzione. Ciò che hanno detto si riferiva Siete citta (la sostanza mentale in cui si all’istruzione relativa al mondo. Io non concondensa la pura coscienza – N.d.T.) o l’ego cordo: doveva riferirsi a voi stessi. Soltanto o il corpo? Voi non siete nessuno di questi. così il concetto “Io sono Io” può essere Non c’è dubbio che il corpo, la mente, l’in- compreso nella sua profondità. Domani vi telletto etc. siano doni di Dio e voi dovete darò alcune risposte a certe domande che certamente rispettarli e apprezzarli. Non vi assillano nella vita quotidiana. Sono cerbasta che leggiate molti testi e siate contenti to che presto realizzerete la Divinità. Io non e soddisfatti di aver acquisito una vasta co- desidero parlare dell’educazione moderna; noscenza. Ieri un ragazzo è venuto e Mi ha quello lo può fare chiunque. Leggere libri e informato: “Swami, ho letto tutto il acquisire una conoscenza secolare non è pârâya²a (la lettura) della ›rî ›irdi Sai gran cosa, è soltanto conoscenza libresca. 26

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Discorso 20-07-2008 Voi dovete acquisire la conoscenza del vo- CI SARÀ UNA SOLA CASTA, UNA SOLA RELIGIOstro stesso Sé: questa è conoscenza reale, NE E UN SOLO DIO. CIÒ CHE SERVE È UNA immutabile ed eterna. La Verità è soltanto UNITÀ DI QUESTO TIPO. Oggi sussistono vauna, non due. La Verità è Dio, la Rettitudi- rie differenze tra gli individui sulla base della ne è Dio, la Pace è Dio, l’Amore è Dio: casta, del credo, della religione, del linguagsappiatelo. “L’Amore è Dio; vivete nel- gio, della nazione ecc.; tali differenze del’Amore.” Se coltivate un tale Amore altru- vono scomparire e l’unità prevalere. I Veda ista e divino, potete realizzare qualunque hanno posto in evidenza questa unità nella cosa nella vita. “Dio è Uno, la Meta è Una.” dichiarazione: Se maturate una fede incrollabile in questa massima, potete comprendere tutto. Le voEkam sat viprâ bahudhâ vadanti stre esperienze e piaceri in questo mondo “La Verità è una, ma il saggio materiale non sono importanti, non sono veri; la chiama in vari modi”. dietro queste esperienze passeggere ci sono dei valori eterni da coltivare, delle qualità Questo è il mondo che noi immaginiamo. umane da sviluppare e questi valori e qua- Oggi ho parlato a lungo impiegando un bel lità devono manifestarsi dall’interno, non dal po’ di tempo; domani chiarirò con comodo mondo esteriore. Questo è Educare. Edu- tutti i vostri dubbi. care significa portare alla luce le qualità e i valori latenti dal centro del nostro essere Praµânti Nilayam, 20 luglio 2008, Sai Kulwant Hall interiore. Ciò che leggete nel mondo esteDiscorso ai Delegati alla Conferenza Mondiale riore si riferisce all’istruzione, mentre quesull’Educazione ›rî Sathya Sai sto è “Educare” ed è ciò che oggi è necessario. Se la gente coltiva “Educare”, tutti (Tradotto dal testo inglese pubblicato da: saranno uniti. www.sathyasai.org) C REDETE MI , FRA CIRCA VENTICINQUE O TRENT’ANNI, TUTTO IL MONDO DIVERRÀ UNO;

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Sotto la Veranda

Il Divino Magnete “Ragazzi, come sono andati gli esami? Avete fatto tutto giusto?” Un ragazzo delle superiori si alza e dice: “Ho risposto a tutto, Swami! Sono stato bravo.” “Sei sicuro?” “Al 100%.” “Non è vero. Non hai risposto a due domande, vero?” “Sì, Swami, è vero.” “Perché non lo dici? Tanto lo so!” Rivolto a un altro ragazzo: “Come hai fatto l’esame?” “Molto bene, Swami!” “Ne sei certo?” “Al 100%.” “Che voto ti daranno?” “100, Swami.” “Ma l’esame di scienze di ieri non è andato però tanto bene!” “Sì, Swami, in effetti....” “Lo so, lo so. Nonostante sia qui, vedo dappertutto. Nonostante Mi muova qui, Io parlo con i Miei devoti in tutto il mondo.” Questa è la prova dell’onnipresenza, onnipotenza e onniscienza di Dio. I ragazzi stavano preparando una recita da mettere in scena alla presenza di Swami, nell’auditorio del college. Il giorno prima, Baba mi chiamò e mi disse: “Vai al college ad assistere alle prove”, che avrebbero dovuto tenersi alle 19. Io ho il... chiamatelo difetto, chiamatela virtù oppure debolezza, se vi pare, di parlare con tutti di Sai Baba, perché voglio morire parlando di Lui. Non ho altro desiderio che questo. Niente altro. Quella sera, ero perciò occupato con il gruppo spagnolo e non potei andare ad assistere alle prove delle recita. Tuttavia, dopo l’incontro, andai lo stesso al college, perché Swami il mattino dopo Si sarebbe accertato e io non volevo affrontare un rischio spirituale! E così arrivai là alle 21 con i ragazzi che avevano già concluso le prove non una, ma due volte. Dissi loro: “Ragazzi, rifatelo una terza volta, perché domattina Swami mi farà delle domande.” I ragazzi mi vogliono bene perché sono molto libero con loro. Ho quindi assistito alle prove e ho suggerito loro dei cambiamenti. La mattina dopo Baba chiamò alcuni attori della recita: “È venuto Anil Kumar ieri sera ad assistere alle prove?” “Sì, Swami, è venuto.” “Ehi!! È arrivato alle 21, quando avevate già finito di provare due volte. Quell’individuo era occupato con qualche conferenza, da qualche parte. È sempre il solito! Vi ha dato dei suggerimenti?” “Sì, Swami. Ci ha detto...” “Come ha potuto dirvi qualcosa? Non è mica un attore! Non ha mai recitato; che cosa può saperne? È tutta scena quella che ha fatto, solo perché sapeva che stamattina avrei controllato.” (Risate). Poi Baba disse: “Ehi tu, attore. Vieni qui.” Mi girai indietro pensando stesse chiamando qualcun altro. E invece ero io: “Ehi tu, grande attore! Avvicinati. Ti è piaciuta la recita?” “Moltissimo, Swami.” “Sei andato là alle 19, vero?” “No, Swami. Sono arrivato alle 21.” “Lo so, lo so, lo so! Tenetevi pronti perché questa sera verrò al college a vedere la recita.” C’è inoltre un altro fatto che voglio conosciate: a un certo punto, Baba chiamò un ragazzone, alto, forte muscoloso e gli disse: “Tu vai bene per recitare la parte di Râva²a! Sei perfetto per il ruolo.” Poi, rivolto a un altro studente: “Tu reciti la parte di Hanuman? Molto bene. Ma dove hai la coda?” (Risate). Swami iniziò poi a elencare gli errori fatti la sera prima, durante le prove: “Tu hai dimenticato la tale battuta... Tu invece hai sbagliato durante il canto n. 3. Non hai pronunciato chiaramente le date parole ...” “Tu che sei stato là, ieri sera”, mi disse. “Hai forse notato tutti questi errori?” “Swami, siccome so che sei Dio e che sai tutto, non c’è bisogno che sappia tutto anch’io!!” (Fragorose

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risate). Baba sorrise e domandò a uno studente:. “Come sta tua madre?” Poi rivolto a un altro: “Come sta Raman?” “Raman è mio nonno, Swami.” “Sì, certo. Come sta?” “Non sta bene, Swami.” “Lo so; è per questo che te lo sto chiedendo.” Io sottolineai: “Swami! Ti interessi anche dei nonni degli studenti, adesso?” “È perché sanno che so tutto che le persone vengono qui. Le persone vengono in questo luogo perché sanno che Io conosco tutti, i loro padri, i loro nonni, i loro bisnonni... Ecco perché vengono qui.” Questo ci disse Swami. Chiamò poi un giovanotto che si era appena laureato in filosofia per poi continuare gli studi con dei corsi postuniversitari e gli materializzò della vibhûti. “Lo sapevi che si è appena laureato in filosofia?”, mi domandò. “No, Swami, non lo sapevo.” A un altro professore: “Mi hai forse detto che si era appena laureato?” “No, Swami.” Al ragazzo: “Sai già la votazione?” “No, Swami.” “Te lo dico Io. Vedrai tu stesso domani: ti classificherai con O.” (Non si tratta di uno zero, ma di una O. Come nella parola oliva N.d.T.). Credetemi: la mattina dopo uscirono i risultati e il ragazzo si era classificato con O. “Anil Kumar”, mi disse. “Hai notato quei VIP?” Se avessi detto di averli notati, mi avrebbe chiesto: “Perché guardi sempre tutti? Non sei forse qui per guardare Me?” Se avessi detto di non averli notati, avrebbe ribattuto: “Stai dormendo?” Perciò mi sono salvato dicendo: “Swami, vedo delle persone, ma non so chi siano.” (Risate). Disse Baba: “Quell’uomo è il Primo Ministro dello ›rî La¾kâ e molto presto diventerà Presidente.” Poi aggiunse: “Tutti i grandi personaggi vogliono essere qui. Tutti i grandi: capi di governo, ministri, presidenti... Vogliono tutti essere qui, ma stanno aspettando il Mio permesso.” Chiesi: “Ma se non lo hai ancora permesso, come mai queste persone sono qui? Come le hai attirate? Perché le hai attirate?” “Questo Corpo è il Divino Magnete che attrae tutti. Ecco perché ogni persona vuole venire in questo luogo. Tempo fa sono andato a Delhi ospite a casa di un devoto che abitava nella zona delle ambasciate. Sapendo del Mio arrivo, sono arrivati migliaia di devoti, che hanno parcheggiato le loro macchine ovunque. C’erano migliaia di automobili dappertutto! Un giorno ho ricevuto una comunicazione, un appello da tutti gli ambasciatori delle nazioni estere: ‘Rispettabile Bhagavân. Ogni giorno, alle 9,30, dobbiamo iniziare il nostro lavoro; tuttavia, da quando Lei è arrivato qui, il parcheggio è diventato un grave problema. Non ci è più possibile raggiungere i nostri posti di lavoro. La preghiamo quindi, cortesemente, di spostarsi da un’alta parte.’ Per rispondere alla loro preghiera, Mi sono trasferito in un altro luogo chiamato Talak Torah. Ho inoltre visitato anche il Kuruk¹etra, al nord. Non c’è infatti luogo nel quale non sia mai stato. Comunque, in quell’area, lo spazio è strettissimo. C’erano folla e automobili dappertutto, in uno spazio ristrettissimo.” “Oh, Swami! E come hai fatto?”, domandai. Lo Stato nel quale Swami si trovava, si chiama Punjabi e i suoi abitanti sono famosi per essere grandi e grossi. Le persone di là, sono alte, forti e muscolose. Possono benissimo sollevare sei persone della mia stazza. Swami rispose: “Sono arrivati degli omoni che hanno sollevato l’automobile nella quale Mi trovavo per portarla fuori dalla folla.” La visita di Baba, in quell’occasione è durata 15 giorni. Concludiamo questa sessione con quest’ultimo fatto. Swami domandò a un ragazzo: “Che cosa stai studiando?” “Il M.Sc. (Dottorato in Scienze), Swami.” “E dopo il M.Sc?” “Qualunque cosa Tu mi dica di fare, Swami.” “Davvero? Allora fai Mrs (signora)” “Mrs, Swami? Che cos’è?” “Mrs: prendi moglie!” Poi disse: “Vedete, ragazzi, quando andate ai colloqui di lavoro, dovete farvi furbi. Dovete mettere in pratica la vostra intelligenza. Mother Sai settembre - ottobre 2008

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Credete forse che non sappia come si svolgono i colloqui? Lo so. Quarant’anni fa ho tenuto una lezione ai ragazzi su come affrontare un colloquio di lavoro. Certamente! E quei ragazzi sono stati selezionati. Posso farlo anche con voi; sfortunatamente vi manca il buon senso. Non ne avete, mentre la scaltrezza è essenziale.” Sembra che un ragazzo Gli abbia detto: “Swami, durante il colloquio mi hanno fatto delle domande trabocchetto.” “Quali domande?” chiese Swami. Il ragazzo rispose: “Mi hanno domandato quanti gradini ho fatto per salire in questo ufficio. Quanti gradini ha la scala. Swami! Chi va a contare i gradini di una scala?!” “Ma la risposta è facile! Avresti dovuto dire: ‘Il numero dei gradini che ho fatto per salire è lo stesso di quelli che farò per scendere.’ ” (Risate). Voi sapete che qui in India ci sono ancora alcuni treni che funzionano a vapore. Ovviamente sono stati quasi tutti sostituiti con quelli moderni, ma alcuni funzionano ancora secondo il vecchio stile. Durante un altro colloquio di lavoro, a un ragazzo è stata posta la seguente domanda: “Quando il treno sta correndo, in quale direzione va il fumo che esce dalla locomotiva?” Chi ci fa caso? Swami disse: “Anche questa risposta è facile: quando il treno si muove in avanti, il fumo va indietro, in senso opposto. È semplicissimo! Vi laureate in medicina, in filosofia, in economia e non sapete questo? Non avete buon senso. Tutto qui.” Così disse Swami. Un tipo birichino pose questa domanda: “Ragazzi, c’è un serpente dentro una bottiglietta d’inchiostro dal collo stretto. Come fa a uscire? Swami, non lo sappiamo.” “Ehi! Uscirà nello stesso modo in cui è entrato!! È così semplice.” (Risate). Molte grazie. Grazie di questa opportunità di essere con voi. Vi auguro una felice festa di Dassara, che avrà inizio domani (9 ottobre 2002 - N.d.T). È importante rimanere ad ascoltare i sacri mantra recitati dai sacerdoti. Che si capiscano o no, la vibrazione del suono ha comunque il suo effetto su di noi. Quando improvvisamente scoppia un tuono, non trasalite? Allo stesso modo, il suono ha i suoi effetti. La vibrazione purifica l’intera atmosfera, purifica i cuori, santifica la vita umana. È inoltre una cosa insolita trovare così tanti sacerdoti riuniti in un solo luogo per recitare i mantra alla Presenza divina. Vi auguro, quindi, una straordinaria, felice, beata festa di Dassara. Om Sai Ram (Tratto da “Perle di Saggezza” n° 2 , 1 settembre 2002)

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Discorso 18-07-2008

Gurupûr²imâ a Praµânti Nilayam (Cronaca della giornata)

Un’enorme folla di devoti è giunta a Praµânti Nilayam da tutte le parti del mondo per offrire i suoi omaggi a Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba nella fausta ricorrenza del Gurupûr²imâ. Esso è stato celebrato nel Sai Kulwant Hall, convenientemente decorato per tale importante evento. Un gruppo di studenti di Pañcavâdyam ha dato il benvenuto a Bhagavân suonando le conchiglie non appena Egli, il 18 luglio 2008, giorno del Gurupûr²imâ, è entrato nel Sai Kulwant Hall alle 8,50 indossando una sgargiante veste gialla. Bhagavân ha quindi riversato la beatitudine del Suo darµan sull’enorme folla ivi riunita fra i canti dei Veda, mentre i gruppi di studenti di Pañcavâdyam e Nâdasvaram suonavano dolce musica. Giunto nella veranda del salone, Baba ha acceso le candeline e tagliato le torte tra il fragoroso applauso dei devoti. Dopo essere giunto sul palco, Bhagavân ha amorevolmente presentato il libro sulla Bhagavad Gîtâ scritto da µrî Shivraj Patil, Ministro degli Interni dell’India e ha benedetto i devoti con il Suo Messaggio del Gurupûr²imâ. Prima del Discorso Divino di Bhagavân, µrî Patil ha parlato ai devoti. Ha osservato che è stato grazie alle benedizioni e all’ispirazione di Baba che egli ha potuto scrivere questo libro sulla Bhagavad Gîtâ. Ha inoltre espresso la sua profonda gratitudine a Bhagavân per la Sua ispirazione, guida e benedizione e anche per aver presentato il libro nel sacro giorno del Gurupûr²imâ. Parlando degli insegnamenti della Bhagavad Gîtâ, µrî Patil ha rimarcato che essa stimola l’uomo a compiere buone azioni senza preoccuparsi dei frutti delle stesse. Quando µrî Patil ha dato una copia del libro a Bhagavân, Egli lo ha amorevolmente firmato. Dopo l’intervento di µrî Patil, Baba ha fatto il Suo soave Discorso (l’intero testo è disponibile dal sommario), esortando i devoti a seguire gli insegnamenti della Bhagavad Gîtâ e a sviluppare le qualità della fiducia in sé, della soddisfazione di se stessi e del sacrificio di sé per raggiungere l’autorealizzazione. Dopo il Messaggio di Baba, gli studenti dell’università ›rî Sathya Sai hanno recitato stotra in lode del loro Sadguru Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba. Il programma del mattino è giunto a conclusione con l’ârati a Bhagavân alle 10,50. Il pomeriggio del 18 luglio 2008, i Fratelli Malladi di Vijayawada hanno presentato un edificante programma di musica vocale devozionale che è cominciato alle 5,25 dopo il divino darµan di Bhagavân nel Sai Kulwant Hall. I fratelli cantori, µrî Sriram Prasad e µrî Ravi Kumar, hanno cominciato la loro esibizione con un verso sanscrito in lode al Guru. È seguita un’accattivante esecuzione di composizioni devozionali e la dolcissima voce dei cantanti ha incantato gli ascoltatori per circa un’ora. Al termine del programma, Baba ha benedetto i cantanti, li ha onorati con degli scialli e ha posato con loro per delle fotografie. All’intera assemblea di devoti riuniti nel salone è stato poi distribuito il prasâdam. Il programma si è concluso con l’ârati a Bhagavân alle 18,40. Mother Sai settembre - ottobre 2008

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Discorso 18-07-2008 ((DD 18.07.2008))

Sviluppate fede e fiducia in voi stessi per ottenere la realizzazione del Sé “Per mezzo di quale Energia d’Amore la terra ruota senza un asse? Per mezzo di quale Energia d’Amore le stelle rimangono in cielo senza cadere a terra? Per mezzo di quale Energia d’Amore gli oceani restano confinati entro i loro limiti senza sommergere la Terra ? Per mezzo di quale Energia d’Amore il Dio Vento soffia una fresca brezza in tutti i mondi? Quella possente Energia d’Amore è la vera e propria Energia atmica Quell’Energia d’Amore è sommamente ammirevole, è infinita, unica e onnipervadente. Tutta la creazione è satura d’Amore.” Che Lo chiamiate Prema (Amore), Satya (Verità) oppure Aha¼ (Io), si tratta solo di differenti Nomi di Dio! I Veda dichiarano: “Io sono Brahman” (Aha¼ Brahmâsmi!). Se Dio dovesse rivelare il Suo Nome direbbe: “Aha¼ Brahmâsmi” (Io sono Brahman). Questo è il Suo vero Nome. Tutta la creazione ha origine dalla Verità e in Essa si fonde. Esiste qualche posto nell’universo in cui la Verità non sia presente? Tutto l’universo è una manifestazione della Pura Coscienza. Abbiate conoscenza di questa realtà.

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Il commento alla Bhagavad Gîtâ scritto da Shivraj Patil A QUESTO MONDO DIO È FONTE E SOSTENTAMENTO DI TUTTE LE ATTIVITÀ. L’INTERO UNIVERSO SI MUOVE IN ACCORDO CON LA SUA DIVINA VOLONTÀ E AL SUO COMANDO. Shivraj Patil ha eseguito una ricerca approfondita, durata alcuni mesi, sulla Bhagavad Gîtâ e ne ha capito l’essenza. Alla fine ha scritto un commento della Gîtâ in inglese. Molta gente scrive un gran numero di libri, ma il commento della Gîtâ scritto da Shivraj Patil è un’opera unica. Ogniqualvolta abbia avuto occasione di incontrare Swami, Gli mostrava il proprio lavoro per verificare se le interpretazioni date nel libro fossero corrette o meno. In effetti in questo piccolo libro è contenuta l’essenza della Bhagavad Gîtâ. La Gîtâ ha lasciato una profonda impronta nella sua mente ed egli ha registrato meravigliosamente quelle impressioni nel suo libro. Oggi è Gurupûr²imâ; che cosa significa? La gente pensa che questo sia il giorno in cui si offre un po’ di denaro a un guru, sia che si tratti di un mendicante, uno yogin o una grande personalità, per ottenere da lui un mantra. Questo non è corretto. Gurur-Brahmâ Gurur-Vi¹²u Gurur Devo Maheµvara, Guru Sâkµât Para¼ Brahma Tasmai ›rî Gurave Namah Il Guru è Brahmâ, il Guru è Vi¹²u, il Guru è Maheµvara. Il Guru, in verità, è il supremo Brahman. Quindi offriamo i nostri riverenti omaggi al Guru. Significato di Gurupûr²imâ Chi è il guru? Il verso sopramenzionato afferma che il guru, in verità, è Brahmâ (il Creatore), Vi¹²u (il Sostenitore) e Mother Sai settembre - ottobre 2008

Discorso 18-07-2008 Maheµvara (il Distruttore). Questi sono tutti “Miei cari ragazzi, che cosa state cercandiversi aspetti di Dio, ragion per cui guru do?” I ragazzi risposero che veramente stain verità significa Dio. Pûr²imâ è il giorno vano giocando con una palla e che questa in cui la luna, immacolata, nitida e non of- era caduta nel pozzo. Allora Dro²âcârya fuscata diffonde sul mondo la sua luce fre- estrasse una freccia dalla sua faretra, la scasca e regolare. QUALSIASI COSA VENGA DET- gliò dentro il pozzo ed essa andò diritta a TA O INSEGNATA CON UN CUORE PURO È LA PAcolpire la palla. Poi ne scagliò ancora altre ROLA STESSA DI DIO. La gente celebra il in successione e, con l’aiuto di questa cateGurupûr²imâ come il giorno della pûjâ al na di frecce, tirò fuori la palla. I ragazzi riGuru, il giorno in cui si venera il proprio masero allibiti dell’abilità di Dro²âcârya e guru e gli si offrono un po’ di denaro o al- riferirono l’accaduto ai loro genitori, cuni regali in cambio dell’insegnamento di cosicché questi venne chiamato alla corte qualche mantra o di qualche altra parola reale da Bhî¹mâcârya e nominato guru dei sacra. In realtà lo stesso nostro cuore è il ragazzi PⲬava e Kaurava per insegnare nostro Guru. QUALSIASI COSA PROVENGA DAL loro il tiro con l’arco. Un giorno i PⲬava, PROFONDO DEL PROPRIO CUORE È IL VERO INinsieme al loro guru Dro²âcârya, si stavano SEGNAMENTO DEL GURU (Guru Vâkya). recando a una spedizione di caccia nella foresta, portandosi dietro anche dei cani da La storia di Ekalavya caccia. Uno di essi cominciò ad abbaiare e Tutti voi conoscete la storia di Ekalavya. immediatamente una freccia, scoccata da Egli si rivolse a Dro²âcârya e lo pregò di qualcuno da chissà dove, arrivò come un insegnargli a tirare con l’arco. Dro²âcârya proiettile e si conficcò nel muso del cane. declinò la sua richiesta rispondendo che l’arte Quando i ragazzi andarono a cercare la persacra del tiro con l’arco deve essere inse- sona che l’aveva scoccata si imbatterono in gnata solo a un eroe riconosciuto e non a Ekalavya, che confessò di essere stato lui a un giovane nomade, membro di una comu- tirarla. Arjuna allora comprese che nità tribale e impegnato a cacciare animali. Ekalavya impiegava la tecnica Ekalavya, comunque, considerava “µabdabhedi” (scoccare una freccia in Dro²âcârya suo guru e lo collocò nel suo direzione del bersaglio percependo la cuore. Sebbene Dro²âcârya non gli avesse direzione dalla quale proviene il rumore impartito alcuna istruzione, egli andò a pla- - N.d.T.) e divenne geloso dell’abilità strasmare una statuetta d’argilla con le ordinaria di Ekalavya, particolarmente delsembianze del suo guru e cominciò ad ado- la sua capacità di usare la tecnica rarla quotidianamente. Egli imparò tutto sul- “µabdabhedi”. Ekalavya si prostrò davanti l’arte del tiro con l’arco solo tramite la con- a Dro²âcârya, che considerava suo guru. templazione costante di Dro²âcârya come Arjuna, ribollendo di rabbia e gelosia, guarsuo guru e, in brevissimo tempo, ne diven- dò Dro²âcârya e disse: “Mi hai promesso ne un esperto. Un giorno i ragazzi Kaurava che non avresti insegnato a nessuno, fuore PⲬava stavano giocando vicino a un poz- ché a me, la tecnica “µabdabhedi” e io zo. Dro²âcârya passò di là per caso con ho creduto alle tue parole incondizionatasua moglie e suo figlio Aµvatthâman e, mente.” Dro²âcârya rispose: “Io non sono avendo osservato che quei giovinetti conti- il guru di Ekalavya né gli ho insegnato quenuavano a girare intorno al pozzo facendo sta tecnica. Puoi accertartene chiedendolo un gran chiasso, si avvicinò a essi e chiese: direttamente a lui.” Venne quindi interroMother Sai settembre - ottobre 2008

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Discorso 18-07-2008 gato Ekalavya, che rispose: “È vero che affatto dispiaciuto di avere perso la sua abiDro²âcârya si è rifiutato di insegnarmi l’arte lità in quell’arte e d’altra parte fu felicissidel tiro con l’arco, ma contemplandolo co- mo di aver potuto soddisfare i desideri del stantemente come mio guru ho imparato a suo guru. Così un grande arciere fu reso tirare con l’arco e persino la tecnica inabile in modo permanente a causa della µabdabhedi.” La risposta di Ekalavya ali- gelosia di un altro grande arciere. Arjuna mentò in Arjuna le fiamme della gelosia per- andava spavaldamente in giro con l’ego esalché egli desiderava che nessuno potesse su- tato dal fatto di essere invincibile. Può acperarlo in quell’arte e voleva in qualche cadere che talvolta i significati sottili di almodo sottomettere Ekalavya e renderlo cuni versi di grandi testi come la Bhagavad impotente. A questo scopo incitò il guru Gîtâ vengano rivelati a qualcuno dalla voce Dro²âcârya a chiedere a Ekalavya la guru interiore che proviene dal cuore. Di fatto, dak¹i²â (un’offerta al guru, fatta da un questo è il vero insegnamento. Grazie alla discepolo, in segno di gratitudine per gli sua profonda devozione, Shivraj Patil ha insegnamenti ricevuti - N.d.T.). Piegan- potuto attingere a quella fonte interiore e dosi ai desideri di Arjuna, Dro²âcârya chie- tradurre la Gîtâ in altre lingue e questa è la se a Ekalavya: “Quale guru dak¹i²â vuoi ragione per cui la sua traduzione della offrirmi?” Arjuna allora dette a Bhagavad Gîtâ si è rivelata una grande opeDro²âcârya un suggerimento astuto dicen- ra. do: “Ekalavya ci ha appena informati di aver imparato da te le tecniche trattandoti come Eliminare il senso di “io” e di “mio” suo guru. Perciò puoi essere solo tu a fru- L’UNIONE CON IL SÉ (ÂTMATATTVA) PUÒ ESSEstrare i suoi tentativi di primeggiare nel tiro RE REALIZZATA SOLTANTO SE SI ELIMINA IL SENcon l’arco.” Dro²âcârya chiese allora al TIMENTO DI “IO” E DI “MIO”. OGGI MOLTI suo “discepolo” Ekalavya un’insolita guru SI SFORZANO DI FARLO, MA I LORO TENTATIVI dak¹i²â e cioè che Ekalavya gli offrisse il NON HANNO SUCCESSO PERCHÉ ESSI NON SONO pollice destro. Immediatamente Ekalavya CAPACI DI LIBERARSI DI TALE SENTIMENTO CHE se lo tagliò e lo offrì a Dro²âcârya come È DI FATTO L’OSTACOLO ALLA REALIZZAZIONE guru dak¹i²â. DEL SÉ. Prima di tutto dovete eliminare il senso di “io” (ego). Solo allora la realizzaNon appena ebbe offerto zione si manifesterà. Anche il simbolo reliil pollice destro al suo guru, gioso del cristianesimo indica questo taglio egli non poté più tenere un arco in mano. dell’ego. L’affermazione egocentrica di “io” è la causa fondamentale di tutte le soffeIn questo modo renze, agitazioni e difficoltà. Questa verità l’abilità di Ekalavya venne repressa va compresa e anche il senso di “mio” è da e l’ego di Arjuna soddisfatto. Arjuna si sentiva molto felice sapendo in eliminare. Quando un insegnante prova il quel momento sentimento “questi sono tutti miei discepoche nessuno avrebbe potuto superarlo li”, l’ego solleverà la testa. Quindi il senso di “io” e di “mio” deve essere eliminato; nel tiro con l’arco, soprattutto nella tecnica µabdabhedi. soltanto allora si potrà realizzare l’unione con il Sé. Da quel preciso momento, Ekalavya non toccò più arco e frecce; egli non si sentì Qualche notizia su Shivraj Patil 34

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Discorso 18-07-2008 Sono trent’anni che Shivraj Patil viene da una mera espressione ai propri pensieri e Swami. Egli ebbe il suo primo darµan in tenere discorsi sui princìpi senza metterli in casa di S.B. Chavan, dopodiché i due co- pratica non è altro che vuota retorica. È falminciarono a visitare Swami insieme ed egli, sità. Una tale persona non diventerà mai un da ciò, maturò un’intensa devozione per individuo completo. Shivraj Patil non è un Swami. Nel frattempo Shivraj Patil diven- tipo simile: egli ha sperimentato la verità e ne ministro nel governo del Mahâr⹺ra, ha dato espressione ai suoi pensieri nel suo dopodiché si recò a Delhi, ricoprì la carica libro, che per questo si è guadagnato un buodi ministro nel Governo Centrale e fu an- na reputazione, dandogli una bella soddiche relatore del Lok Sabha (Consiglio Mon- sfazione. Io Mi aspetto che tutti gli studendiale) di Delhi. Così si distinse nella vita con ti riferiscano agli insegnanti che cosa hanno la grazia di Swami e col suo duro lavoro e imparato da loro. La mera lettura dei libri la sincerità. Egli non aspirò mai ad alcuna non serve a niente. Tra gli insegnanti e gli posizione di rilievo nella vita. Persino quan- studenti deve esserci una stretta interazione, do Swami gli chiedeva che cosa volesse egli che corrisponde all’incontro fra il positivo e evitava di rispondere. Come Ministro del il negativo. Gli studenti devono sviluppare Governo si guadagnò un’ottima reputazio- una relazione intima con i genitori, devono ne e la gente ripose in lui molta fiducia. amarli e obbedire ai loro comandi. Solo così avranno successo nella vita. L’ultimo verso I princìpi vanno messi in pratica (µloka) della Gîtâ recita: Bisogna sviluppare innanzitutto fede e fiducia in se stessi. La fiducia in se stessi porta Yatra yogeµvara k©¹²o yatra pârtho dalla soddisfazione di se stessi al sacrificio dhanurdharah tatra µrîrvijayo bhûtir di sé e infine alla realizzazione del Sé. LA dhruvâ nîtirmatir mama BHAGAVAD GÎTÂ È UN TESTO VERAMENTE SA“Laddove K©¹²a, il Signore dello Yoga, CRO. ESSA È, IN VERITÀ, IL RESPIRO DI DIO. e Arjuna, armato del suo arco possente, Per prima cosa si deve sviluppare la fede. si incontrano, ci sono ricchezza, Persino un demone adora Dio, ma le sue vittoria, gloria e moralità eterna”. azioni sono demoniache. SI PUÒ AVERE PACE (Bg. 18.78) SOLTANTO SVILUPPANDO LA FEDE IN DIO E DEDICANDOGLI TUTTE LE AZIONI. Voi potete IN QUESTO UNICO VERSO È CONTENUTA L’ESstudiare quanti libri e testi sacri volete, po- SENZA DELLA BHAGAVAD GÎTÂ. tete persino tenere delle conferenze su di Oggi Shivraj Patil ha esposto questo mesessi, ma questo non serve a niente: soltanto saggio bello e dolcissimo a beneficio di tutti ciò che mettete in pratica diventa parte di attraverso la sua traduzione della Bhagavad voi. Tre sono i passi sulla via Gîtâ. Potersi imbattere in opere di tale vadell’autorealizzazione e cioè la fiducia in se lore è una fortuna. La gente scrive vari libri stessi, la soddisfazione di sé e il sacrificio di su molti argomenti, ma libri come questi sé. Quando questi tre vanno insieme, c’è la sono rari. pienezza (pûr²atva). Sarà luna piena (pûr²imâ) quando la luna apparirà senza Non leggete romanzi macchia e spanderà luce fresca sul mondo. Vediamo studenti che vanno in biblioteca a Soltanto se c’è un perfetto accordo tra pen- leggere i testi lì ammassati. Alcuni di essi siero, parola e azione ci sarà verità. Il dare sviluppano interesse per i libri spirituali, menMother Sai settembre - ottobre 2008

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Discorso 18-07-2008 tre altri leggono romanzi. Certi ragazzi ten- ria a presentare una relazione a una confegono i romanzi tra i libri di testo o tra quelli renza internazionale che si terrà presso spirituali e li leggono con interesse restan- l’Istituto di Scienze Nucleari. Tutte le spedone assorbiti, ma questo non è altro che se per il viaggio e la permanenza in Ungheun inganno sia verso gli altri sia verso se ria saranno sostenute dall’Istituto. Questo stessi. Questo non è bene ed è la ragione ragazzo si comporta bene ed è molto istruper cui noi abbiamo evitato intenzionalmente ito. IO DESIDERO CHE TUTTI I NOSTRI STUdi inserire nella nostra biblioteca libri di DENTI ABBIANO TALI OPPORTUNITÀ E VENGAquesto genere. Io sono certo che i nostri NO INVITATI DA ALTRE ISTITUZIONI O UNIVERragazzi non sono interessati a spazzatura di SITÀ IN INDIA E ALL’ESTERO. SARÒ MOLTO questo tipo: i loro cuori sono puri e sacri. CONTENTO DI VEDERVI PRENDER PARTE A TALI Generalmente i nostri ragazzi sono buoni e ATTIVITÀ E SONO CERTO CHE ANCHE I VOSTRI ben educati, ma, data l’età, di tanto in tanto GENITORI LO SARANNO. Qualsiasi cosa abpossono esserci delle distrazioni che però biate letto o imparato deve essere divisa sono come nuvole passeggere. Gli studenti con tutti. Oggi avete assistito alla presendovrebbero sviluppare una tale forza men- tazione di un libro scritto da Shivraj Patil tale da tenersene lontani. Io vorrei che an- contenente le sue impressioni e il suo comche i nostri studenti scrivessero dei buoni mento sulla Bhagavad Gîtâ. Non c’è dublibri su materie accademiche e argomenti bio che il suo libro sia interessante per tutti. spirituali. Due delle nostre studentesse dell’università del campus di Anantapur hanno ottenuto Eccellenza degli studenti Sai voti molto alti, rispettivamente in Inglese e (Swami chiama un ex studente di nome Fisica e sono state invitate in America, con Gauri Shankar, che attualmente lavora tutte le spese pagate. Una tale eccellenza come membro di facoltà nel Dipartimento accademica porta credito al nostro Istituto. di Fisica dell’Università ›rî Sathya Sai, e Sono felice. lo presenta all’uditorio – N.d.T.). Praµânti Nilayam, 18 luglio 2008, Questo giovane è stato invitato in UngheFestività del Gurupûr²imâ (Tradotto dal testo in inglese pubblicato da: www.sathyasai.org)

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Celebrazioni a Praµânti Nilayam Festività di Ugâdi La gioiosa festività di Ugâdi è stata celebrata a Praµânti Nilayam nel modo più consono il 7 aprile 2008 alla Divina Presenza di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba, che ha riversato la Sua grazia e le Sue benedizioni sulla gigantesca folla riunita nel Sai Kulwant Hall in questa fausta ricorrenza. Il Sai Kulwant Hall, sede delle celebrazioni, era decorato con grande gusto. In aggiunta ai fiori e ad altri addobbi, c’erano le tradizionali decorazioni fatte con foglie di banano e di mango, oltre ai frutti di mango e noci di cocco, per dare il benvenuto al nuovo anno, che, con la maturazione delle messi, possa essere foriero di abbondanza e prosperità.

Cronache

Bal Râma - Un balletto Il 6 aprile 2008, alla vigilia della sacra festività di Ugâdi, gli studenti dell’università ›rî Sathya Sai hanno eseguito nel Sai Kulwant Hall questo balletto di 40 minuti, mettendo in scena alcuni episodi tratti dal Râmâya²a. Il programma ha avuto inizio alle 17,15 con una bellissima danza di due studenti accompagnata da un canto che narrava la grandezza della sacra terra di Bhârat, raccontando la storia del clan degli Ik¹vâku, cui Râma apparteneva. È seguita un’altra danza accompagnata da un dolce canto telugu, che narrava la nascita, l’infanzia e l’educazione dei quattro figli di Daµaratha, e cioè Râma, Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna. Ha fatto seguito l’episodio di quando il Saggio Viµvâmitra giunge alla corte di Daµaratha e, per proteggere il suo yajña (sacrificio), porta Râma e Lak¹ma²a con sé nell’âµram, dove essi uccidono i demoni venuti per profanare il rito. L’ultimo episodio descriveva il matrimonio di Râma e Sîtâ dopo che Râma era riuscito a tendere e rompere l’arco di ›iva nel corso dello svaya¼var (processo in cui viene scelto lo sposo per una ragazza) organizzato dal re Janaka, padre di Sîtâ, alla sua corte a Mithilâ. Il balletto era basato sul Râmakathâ Rasavâhinî, la storia del Râmâya²a scritta da ›rî Sathya Sai Baba per ispirare tutti, ma soprattutto i giovani, a seguire gli ideali stabiliti da Râma, dai Suoi fratelli e dagli altri personaggi di questa grande epopea indiana. I cantori, i musicisti e i ballerini hanno fatto un buon lavoro per rendere il balletto una rappresentazione superba da tutti i punti di vista. A conclusione del programma, Baba ha benedetto gli studenti e ha posato con loro per delle fotografie di gruppo. Dopo la distribuzione del prasâdam, Baba ha ricevuto l’ârati, e il programma è così giunto felicemente al termine. Programma musicale e culturale in occasione di Ugâdi Per celebrare la fausta festività di Ugâdi, gli studenti dell’università ›rî Sathya Sai hanno organizzato un bellissimo programma musicale e culturale, tenutosi nel Sai Kulwant Hall il mattino del 7 aprile 2008. Non appena Baba è entrato nel Kulwant Hall, gli studenti hanno cominciato a cantare la Sai Gâyatrî, seguita da un bellissimo e dolce canto telugu che ha salutato il nuovo anno, chiamato sarvadhârî, e che descriveva la Mother Sai settembre - ottobre 2008

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grandezza di Bhagavân. Al termine, gli studenti hanno dato inizio al racconto, spiegando il significato della festa nelle varie lingue: inglese, telugu, kannada e hindî. È quindi stata la volta del dolce canto “Yenta bhâgyamo”, che sottolineava la grande fortuna dei devoti cui è stato fatto il prezioso dono di celebrare la festa alla Divina Presenza di Baba Stesso. È seguito un “pañcâ¾ga µrava²am” (ascolto dell’almanacco) che, tradizionalmente, costituisce una parte importante delle celebrazioni di Ugâdi. Due studenti vestiti come dotti bramini lo hanno rappresentato con una tale bravura da farlo sembrare un autentico rito, anziché una semplice parte dell’opera. Baba ha chiamato sul palco uno degli studenti che interpretava il ruolo di uno dei due dotti bramini e ha materializzato per lui una catena d’oro. Dopo la rappresentazione si sono avuti due emozionanti canti devozionali, fra cui un bhajan di Mîrâ (regina del Râjasthan nota per la sua devozione) e una breve scenetta sull’importanza del tempo e sul significato del termine WATCH, secondo le spiegazioni fornite da Sai Baba. Quando il programma si avviava al termine, gli studenti hanno cominciato la canzone “Bar¹o Re” (un canto di preghiera per la pioggia - N.d.T.). Durante l’esecuzione del canto, Baba ha sorpreso tutti i presenti scendendo dal palco e camminando tra studenti e devoti, e riversando su di loro beatitudine aspergendoli di acqua benedetta. Sul Suo Volto splendeva un bellissimo sorriso. Bhagavân ha riversato grazia e amore in abbondanza sui devoti, rendendo la celebrazione di Ugâdi una memorabile esperienza per tutti. Al termine è stato distribuito il prasâdam consacrato da Sai Baba. Il programma è terminato alle 10,50 con l’ârati a Bhagavân. Musica devozionale eseguita dai devoti dell’Andhra Pradeµ Il pomeriggio del 7 aprile 2008 i devoti dell’Andhra Pradeµ hanno presentato un’esecuzione di musica devozionale interpretata con grande amore e dedizione. Il programma è cominciato alle 17,30 con i devoti che hanno intonato il Pra²ava e la Sai Gâyatrî, seguiti da una preghiera al Signore Ga²eµ sotto forma di dolce canto devozionale. È seguito un canto patriottico dedicato alla grandezza di Bhârat, terra di grande sacrificio e merito. Sono quindi stati eseguiti un paio di canti devozionali che descrivevano la grandezza dell’Avatâr Sai e poi è stata la volta di una breve sessione di bhajan, sempre guidati dai devoti dell’Andhra Pradeµ. Le celebrazioni di Ugâdi si sono felicemente concluse alle 18,30 con l’ârati a Bhagavân. Inaugurazione della nuova mensa Il 10 aprile 2008 Bhagavân Baba ha benevolmente inaugurato la nuova mensa del Super Speciality Hospital di Puttaparthi. Al Suo arrivo all’ospedale alle 16,30, Baba ha ricevuto il tradizionale benvenuto con il pûr²aku¼bham (vaso di terracotta riempito con acqua e foglie fresche di mango e noce di cocco, elementi che rappresentano rispettivamente la madre terra, ciò che dà la vita, la vita e la consapevolezza divina – N.d.T.) in mezzo a canti vedici. Il personale ospedaliero ha offerto bouquet e fiori per accoglierLo. All’ingresso di Baba nella hall principale, sono cominciati i bhajan. Quindi Swami ha acceso la lampada rituale per inaugurare la nuova mensa dell’ospedale. Egli si è poi recato alla cucina della nuova mensa e ha solennemente benedetto il latte da bollire in segno di buon augurio; quindi ha fatto un giro completo 38

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dell’edificio e ha benedetto il personale e gli operatori. Una benedizione hanno ricevuto anche gli abiti donati al personale della cucina. Baba ha poi avuto spiegazioni sul funzionamento dei vari elementi della mensa ospedaliera. Egli ha apprezzato la nuova costruzione e ha detto che è bellissima, ben illuminata e areata; ha poi dichiarato che l’edificio è stato costruito in modo assolutamente puro e che tale purezza dovrebbe essere mantenuta. Ha in seguito riversato le Sue benedizioni sugli operai che hanno contribuito alla costruzione della struttura e ha inoltre materializzato una catena d’oro per il Presidente e l’Amministratore Delegato della società che ha realizzato il lavoro di costruzione. Dopo aver benedetto lo staff dell’ospedale e tutti coloro che erano riuniti nella hall principale del nuovo edificio, alle 17 Baba ha ricevuto l’ârati, che ha segnato la conclusione della cerimonia inaugurale.

Festività del Capodanno Tamil, dello ›rî Râma Navamî e di Viµu Le festività del Capodanno Tamil, dello ›rî Râma Navamî e di Viµu sono state celebrate con grande devozione e allegria alla Divina Presenza di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba. Numerosissimi devoti, provenienti dal Tamil Nadu e dal Kerala, sono giunti a Praµânti Nilayam per partecipare ai festeggiamenti che si sono protratti per tre giorni, dal 12 al 14 aprile 2008. Musica devozionale dei bambini Bâl Vikâs Il 12 aprile, i bambini Bâl Vikâs del Kerala hanno offerto una ghirlanda di dolci musiche devozionali ai Piedi di loto di Sai Baba. Hanno preso parte al programma circa 120 bambini e bambine Bâl Vikâs di diverse zone del Kerala. Il programma ha avuto inizio con una splendida interpretazione di “Vandeham Ga²a Nâyakam” (Saluti Reverenziali al Signore delle Schiere Celesti) per invocare le benedizioni del Signore Ga²eµ. I canti devozionali che sono seguiti hanno riempito l’ambiente di vibrazioni sacre. Hanno fatto seguito i bhajan, condotti inizialmente dai bambini Bâl Vikâs del Kerala, poi dagli studenti dell’università ›rî Sathya Sai. I bhajan si sono conclusi alle 18 quando, per segnare il termine del programma della giornata, si è offerto l’ârati a Bhagavân. Celebrazioni del Capodanno Tamil Il 13 aprile 2008 è stato celebrato a Praµânti Nilayam, alla Divina Presenza di Sathya Sai Baba, il Capodanno Tamil. Il Sai Kulwant Hall, luogo delle celebrazioni, era stato adeguatamente addobbato per l’occasione. Oltre alle decorazioni floreali e altri addobbi, vi erano stati esposti grandi cartelloni raffiguranti il canale Sai Ga¾gâ al fine di esprimere gratitudine a Bhagavân per aver approvvigionato d’acqua la popolazione di Chennai tramite il suddetto canale. Inoltre, ritratti di santi e saggi del Tamil Nadu adornavano tutto il Kulwant Hall, il quale per tutto il giorno, dalla mattina alla sera, è stato il centro di programmi musicali e culturali presentati dall’Organizzazione Sevâ ›rî Sathya Sai del Tamil Nadu. Nel corso del programma pomeridiano, Baba ha benedetto i devoti con un soave Discorso. Il mattino del 13 aprile, Swami è giunto nel Sai Kulwant Hall alle 8,40 fra il canto degli inni vedici da parte degli studenti dell’università ›rî Sathya Sai e le dolci note della musica del Nâdasvaram da parte di un omonimo gruppo. Il programma ha avuto inizio alle 9 con un Mother Sai settembre - ottobre 2008

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bellissimo canto devozionale in lode al Signore Ga²eµ cantato dai bambini Bâl Vikâs del Tamil Nadu. Hanno fatto seguito due canti devozionali, eseguiti dai suddetti bambini, che descrivevano la grandezza dell’Avatâr Sai. Successivamente, gli studenti dell’università ›rî Sathya Sai hanno dato inizio ai bhajan che sono stati seguiti, in coro, dall’enorme folla raccolta nel Sai Kulwant Hall, riempiendo l’ambiente di devozione e sacralità. Il programma del mattino è giunto al termine alle 9,40 con l’ârati a Bhagavân. Il programma pomeridiano è cominciato subito dopo l’arrivo di Baba nel Sai Kulwant Hall alle 16,10. Prima del Discorso di Baba, due oratori del Tamil Nadu hanno parlato alla folla. Il primo è stato V. Ramasubramanian, giudice dell’Alta Corte di Madras e ardente devoto di Swami. Facendo riferimento al canale Sai Ga¾gâ, fatto costruire da Baba per rifornire d’acqua la popolazione di Chennai, il dotto oratore ha sottolineato che la gente di Chennai sarebbe stata sempre grata a Sai Baba per aver risolto il proprio annoso problema della carenza idrica. Citando le parole di un santo tamil, il giudice Ramasubramanian ha osservato che la nascita come esseri umani è una rara opportunità, ma tale nascita, aggiunta al fatto di essere contemporanei dell’Avatâr Sai, è la più rara delle opportunità rare e la gente dovrebbe farne il miglior uso possibile al fine di redimere la propria vita. Il secondo oratore è stato il dottor V. Mohan, Coordinatore dello ›rî Sathya Sai Trust del Tamil Nadu e medico di grande fama. Egli ha narrato tre episodi di guarigione miracolosa di malattie incurabili da parte di Sai Baba e ha osservato che egli è il Medico dei medici, il Chirurgo dei chirurghi e il Medico Specialista di tutti i medici specialisti del mondo. Facendo riferimento all’assistenza medica di livello internazionale fornita negli ospedali Sai, il dottor Mohan ha osservato come tale ideale abbia ispirato altri ospedali a rendere servizio gratuito ai poveri, il che ha significato una svolta decisiva nella professione medica. Dopo di ciò, Baba ha benedetto la vasta assemblea di devoti col Suo Discorso Divino, esortando le persone a sviluppare fiducia in sé, ad acquisire conoscenza spirituale e a realizzare il proprio Sé. L’ultima parte del programma comprendeva una rappresentazione teatrale, intitolata “Prema Vâhinî” (Fiume d’Amore), messa in scena dai bambini Bâl Vikâs del Tamil Nadu. L’opera ha descritto l’acuta sofferenza della popolazione di Chennai dovuta alle carenze idriche fino al momento in cui Baba non è giunto a portare soccorso a quelle persone fornendo loro acqua tramite il canale Sai Ga¾gâ, rendendole in tal modo felici e facendo di Chennai una terra prospera. La superba recitazione dei bambini, la perfetta coreografia, l’efficace direzione scenica e le ottime danze hanno reso l’opera incisiva e realistica. Il sapiente impiego, a intervalli, del Burra Katha e i brani tratti da un Discorso di Baba hanno arricchito la rappresentazione. Iniziata alle 17,45, essa è giunta al termine alle 18,30 con l’ârati a Bhagavân. Celebrazioni dello ›rî Râma Navamî e di Viµu Il 14 aprile 2008, sono state celebrate le festività gemelle dello ›rî Râma Navamî e di Viµu (Capodanno del Kerala). Il Sai Kulwant Hall, luogo delle celebrazioni, era stato decorato per l’occasione con fiori, festoni, bandierine, ombrelli colorati e foglie di banano. Il sacro Viµukkam, simbolo di Viµu, era stato posto al centro del Kulwant Hall di fronte al palco, anch’esso adeguatamente allestito per l’occasione. Il programma ha avuto inizio il pomeriggio del 14 aprile con il divino darµan di Baba nel 40

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Sai Kulwant Hall, ove Egli è giunto alle 16,45 e, in tale fausta circostanza, ha diffuso le Sue benedizioni sull’enorme folla di devoti. Subito dopo che Egli si è messo a sedere sul palco, i giovani Sai del Kerala hanno presentato l’opera “Bhakta Ramdas” (Il Devoto Ramdas), che ha descritto la storia della vita di Bhadrâcala Ramdas, il leggendario devoto del Signore Râma. L’opera ha narrato come Ramdas spese le imposte raccolte per ristrutturare il tempio di Râma, sopportando conseguentemente con forza d’animo tutte le sofferenze inflittegli per mano del re, finché Râma e Lak¹ma²a non arrivarono di persona per pagare al re il debito di Ramdas e redimere la sua vita. L’intera rappresentazione era soffusa di sentimenti di profonda devozione e convenientemente arricchita di dolci canti in lode del Signore Râma. Le incantevoli danze dei giovani, le splendide scene, gli appropriati costumi, l’efficace direzione scenica, la superba recitazione del cast e l’eccellente regia hanno fatto della rappresentazione un ottimo spettacolo. Al termine, Baba ha riversato le Sue benedizioni sui componenti del cast, ha posato con loro per delle fotografie di gruppo e ha distribuito loro degli indumenti. Ha anche materializzato una catena d’oro per il giovane che aveva recitato la parte di Ramdas. In conclusione è stato distribuito del prasâdam, benedetto da Swami, a tutta l’assemblea di devoti. Il programma è terminato alle 18,15 con l’ârati a Bhagavân, portando così a felice compimento, a Praµânti Nilayam, le celebrazioni del Capodanno Tamil, dello ›rî Râma Navamî e di Viµu. (Tratto da SANÂTANA SÂRATHI, maggio 2008)

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Contemplate il Nome Divino di Râma Incarnazioni dell’Amore! Il Râmâya²a Saptaha (la festività della durata di sette giorni in cui si ripete il Nome di Râma - N.d.T.) è stato tenuto con grande gioia e devozione negli ultimi sette giorni.Voi tutti avete partecipato a questo grande evento. I sacerdoti (purohit), che lo hanno condotto con grande devozione e sincerità, e gli oratori provenienti dalle diverse zone che vi hanno partecipato, hanno fatto di questo evento un grande successo. Setty Garu, che ha organizzato questa funzione, ha curato l’accoglienza sia dei sacerdoti sia dei devoti, rendendo tutti felici. Importanza del Râmacintana La contemplazione costante del Râmâya²a e il canto della gloria del Nome Divino di Râma conferiscono beatitudine, pace e prosperità a tutti. Ci sono due modi di contemplare il Nome Divino e di cantarNe la gloria: la sâdhanâ individuale e quella collettiva. Delle due, la migliore è quella collettiva. Fu Guru Nanak a dare inizio alla pratica del canto di gruppo della Gloria del Nome Divino; infatti il canto individuale del Nome Divino non è sufficiente. QUANDO MIGLIAIA DI PERSONE SI RIUNISCONO CANTANDO ALL’UNISONO IL NOME, LE PREGHIERE DI

non è limitato a una forma particolare; esso dimora in ogni individuo come “Âtma Râma”. All’Âtma che dimora in tutti gli esseri viene dato il Nome Râma. Pertanto tutti, dal bambino all’adulto, devono intraprendere la sâdhanâ della contemplazione costante del Nome di Râma. Vediamo spesso persino delle persone non vedenti che contemplano il Râmanâma, dicendo: “Râma, Râma!” Solo il Nome Divino può conferire pace e felicità; nient’altro, nemmeno la ricchezza e le proprietà, possono portare pace e felicità. La costante contemplazione del Nome Divino può rimuovere tutte le preoccupazioni. “Nascere è una preoccupazione, vivere su questa terra è una preoccupazione, il mondo è fonte di preoccupazione; anche la morte è una preoccupazione, tutte le azioni e le difficoltà causano preoccupazione. La devozione per il Signore Râma è la panacea per tutte le preoccupazioni.” Quindi, intraprendete la contemplazione del Nome Divino di Râma (Râmacintana) ogniqualvolta vi sentiate oppressi dalle difficoltà. Il Râmanâma è nei cuori da eoni.

ALMENO UNO O DUE INDIVIDUI CERTAMENTE COMMUOVERANNO LA DIVINITÀ; PERTANTO È MEGLIO SEGUIRE IL METODO COLLETTIVO.

Ovunque siate, è meglio che seguiate il metodo collettivo; ovunque vi troviate, è meglio cantare la gloria del Nome di Râma in gruppo. Contemplare il Nome di Râma (Râmanâma) conferisce pace e felicità; è una sâdhanâ universale. Il Nome “Râma”

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Le sacre vicende del Râmâya²a Nel Tretâ Yuga, il re Daµaratha di Ayodhyâ desiderava ardentemente dei figli per continuare la dinastia Ik¹vâku. Per questo motivo officiò uno yajña chiamato “Putrakâme¹ºi yâga”, pregando di esser benedetto dalla nascita di un figlio. Il re Daµaratha aveva tre mogli: Kauµalyâ, Sumitrâ e Kaikeyî.

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Discorso 28-06-2008 Aveva anche una figlia, di nome ›ântâ, avu- così turbata? Noi tre siamo una cosa sola; ta antecedentemente da Kauµalyâ, che egli perciò divideremo la nostra porzione di buaveva dato in adozione a un suo amico. dino con te!” Così dicendo portarono le loro Questa sposò il Saggio Š¹yaµ©¾ga. Il coppe e versarono un po’ del loro budino in Putrakâme¹ºi yâga venne condotto sotto la un’altra coppa che offrirono a Sumitrâ. A guida di questa coppia. Dopo la sua conclu- DIFFERENZA DI QUANTO ACCADE OGGI, A QUEI sione, Agni Deva, il Dio del fuoco, emerse TEMPI FRA LE DONNE C’ERA UN RAPPORTO PERdal sacro homaku²¬a (l’altare del fuo- FETTO. Così le tre regine presero le loro co, ossia il braciere per le offerte votive coppe e le portarono al Saggio Vaµi¹ºa per - N.d.T.) con una coppa che conteneva un ottenerne le benedizioni. Successivamente budino sacro (pâyasam) che dette a offrirono il proprio riverente saluto al re Daµaratha affinché lo distribuisse equa- Daµaratha e consumarono felicemente i mente fra le sue tre mogli. Kauµalyâ e loro budini. Tutte e tre le regine rimasero Kaikeyî ricevettero felici la loro parte e la incinte. Kauµalyâ, la regina più anziana, a portarono nella pûjâ delle rispettive stan- tempo debito partorì un bel bambino a cui ze. Entrambe erano molto contente (nella venne imposto il Nome Râma: l’Âtma Uniconvinzione) che il proprio figlio sarebbe versale si era incarnato nel grembo di stato l’erede al trono di Ayodhyâ. Le pre- Kauµalyâ. Il neonato venne chiamato tese di ambedue erano legittime in quanto Râma, a significare che era Colui che rende Kauµalyâ era la regina più anziana, ma il tutti felici. Anche Kaikeyî partorì un figlio padre di Kaikeyî, al tempo del matrimonio che venne chiamato Bharata. Sumitrâ, indella figlia con il re Daµaratha, aveva strap- vece, dette i natali a due figli: Lak¹ma²a e pato a questi la promessa che il figlio di lei ›atrughna. Lak¹ma²a era nato dalla parte sarebbe diventato re di Ayodhyâ. di budino datale da Kauµalyâ e ›atrughna Daµaratha, secondo la tradizione della fa- da quella che aveva ricevuto da Kaikeyî. miglia Ik¹vâku, non poteva contravvenire Perciò Lak¹ma²a seguì sempre Râma, menalla parola data. Invece Sumitrâ non aveva tre ›atrughna seguì Bharata. I due figli di un tale desiderio. Ella portò il suo budino Sumitrâ (Lak¹ma²a e ›atrughna) piangevasulla terrazza e lo appoggiò sul parapetto no continuamente, giorno e notte, senza mai mentre si asciugava i capelli al sole. Era assumere cibo. Sumitrâ, non riuscendo a pensosa e rifletteva sul fatto che mangiare sopportare la sofferenza dei due neonati, si il budino non le sarebbe servito a niente, recò dal Saggio Vaµi¹ºa e gli espose la sua dato che comunque il suo futuro figlio non difficile situazione. Questi chiuse gli occhi e avrebbe potuto avanzare alcuna pretesa al meditò per qualche tempo; la sua visione trono come (quelli di) Kauµalyâ e Kaikeyî. yogica gli permise di capire la verità, per cui Mentre stava ragionando sull’avvenire, disse a Sumitrâ: “Dato che hai mangiato un’aquila scese in picchiata e portò via la parte del budino sacro destinato a Kauµalyâ, coppa contenente il budino sacro. Sumitrâ hai dato i natali a Lak¹ma²a che è una parte rimase scioccata e turbata dall’episodio e, (a¼µa) di Râma. Quanto a ›atrughna, egli temendo il rimprovero del marito per esse- è nato dalla porzione di budino che ti ha re stata così imprudente, corse giù imme- dato Kaikeyî; perciò egli è una parte di diatamente e informò Kauµalyâ e Kaikeyî Bharata. Metti Lak¹ma²a accanto a Râma, dell’accaduto. Esse l’abbracciarono e la ›atrughna accanto a Bharata ed essi dormiconsolarono dicendole: “Sorella, perché sei ranno pacificamente.” Non appena Sumitrâ Mother Sai settembre - ottobre 2008

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Discorso 28-06-2008 seguì queste istruzioni, i neonati si addor- perché ogni giorno mi prostravo ai suoi piementarono tranquilli. Gli anni trascorsero e di per offrirle i miei omaggi.” Un giorno, i quattro fratelli crebbero insieme felicemen- mentre Râma e Sîtâ si trovavano nell’eremo te. Torniamo indietro un attimo alla storia costruito da Lak¹ma²a nella regione di dell’aquila che aveva afferrato la coppa con- Pañcavaºî, il demone Mârîca, su ordine di tenente il budino sacro, appoggiato sul pa- Râva²a, assunse la forma di un cervo d’oro rapetto da Sumitrâ mentre si asciugava i e cominciò a mostrarsi nelle vicinanze capelli al sole: quell’aquila lasciò poi cade- dell’âµram. Sîtâ rimase incantata dall’afre la coppa in una zona montagnosa, nel fascinante animale e persuase Râma a catluogo in cui stava meditando Añjanâdevî, turarlo e a portarglielo nell’âµram per poche la raccolse, mangiando poi beatamen- terci giocare. Secondo il Piano Divino Egli te il budino sacro in essa contenuto. Come aderì alla sua richiesta, ordinando comunrisultato, Añjanâdevî partorì il grande eroe que a Lak¹ma²a di rimanere di guardia del Râmâya²a: Hanuman. all’âµram durante la Sua assenza per proteggere Sîtâ dai demoni che sapeva essere La ricerca di Sîtâ molto scaltri. Râma si spinse nel profondo Mentre Râma e Lak¹ma²a cercavano Sîtâ della foresta inseguendo il cervo d’oro, finsulla catena montuosa di Š¹yamûka, ché non tese l’arco e scoccò una freccia Hanuman per ordine di Sugrîva re dei fatale; così Mârîca, che aveva assunto la Vânara (letteralmente: esseri umani con forma del cervo d’oro, cadde a terra nella la coda di scimmia. La razza di scimmie sua vera forma. Agonizzante, prima di esaumanoidi - N.d.T.), rivolse loro la parola e, lare l’ultimo respiro, urlò, imitando la voce dopo essersi informato sullo scopo della loro di Râma: “Ah! Sîtâ! Ah! Lak¹ma²a!” Il ricerca, li portò da Sugrîva, al quale li pre- grido venne udito da Sîtâ e Lak¹ma²a, ed sentò. Egli persuase Râma a diventare ami- ella, sentendo l’urlo, implorò il cognato di co di Sugrîva e a chiedergli di aiutarlo a cer- andare subito a cercare Râma. Egli le ricare Sîtâ. Davanti a un fuoco rituale venne spose che mai nessun pericolo avrebbe pocosì solennizzato un voto di eterna amici- tuto minacciare Râma e che era tutto un zia. Sugrîva portò quindi dei gioielli avvolti piano di quei demoni astuti. Sîtâ non rimase in un pezzo di tessuto, che erano stati getta- convinta e, nell’incitarlo ad andare in socti via da Sîtâ dal Pu¹paka Vimâna (come corso a Râma, usò persino parole aspre che descritto nel poema epico Râmâya²a, si ferirono Lak¹ma²a. Naturalmente anche trattava di un enorme carro volante che questo accadde in adempimento del Piano poteva viaggiare alla velocità del pensie- Divino, come sarebbe diventato palese in ro, creato dagli architetti di Dio - N.d.T.) futuro. Lasciato senza via d’uscita, di Râva²a che l’aveva condotta a La¾kâ. Lak¹ma²a acconsentì ad andare a cercaSugrîva pose il fagotto davanti a Râma af- re Râma, ma, prima di lasciare l’âµram, egli finché Egli potesse riconoscere i gioielli come tracciò una linea intorno all’eremo e chiese appartenenti a Sîtâ. Râma chiamò Lak¹ma²a a Sîtâ di non oltrepassarla per nessun motial Suo fianco e gli chiese di identificarli. Que- vo fino a quando lui e suo fratello non fossti li guardò, ma espresse la sua impossibili- sero tornati. Non appena Lak¹ma²a ebbe tà a farlo dicendo: “O Râma, perdonami! Io lasciato il posto in cerca di Râma, Râva²a non conosco alcun gioiello che Madre Sîtâ si avvicinò nella forma di un ©¹i e si mise abbia indossato; riconosco però le cavigliere davanti all’âµram chiedendo del cibo: 44

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Discorso 28-06-2008 “Bhavati bhik¹am dehi” (O Madre, dam- Rimase quindi per tutto il tempo a implomi del cibo!). Sîtâ lo udì e decise di soddi- rarla affinché lei lo accettasse. Quando sfare la sua richiesta, gli portò il cibo da Râva²a si abbassò al punto di denigrare dentro l’âµram e cercò di darglielo rima- Râma e minacciarla, Sîtâ, senza neppure nendo dietro la linea tracciata da guardarlo in faccia, colse un filo d’erba e Lak¹ma²a, ma Râva²a insistette affinché glielo tirò addosso dicendo: “Sei un essere Sîtâ, per portargli il cibo, gli si avvicinasse malvagio; non vali neppure questo filo d’erulteriormente e oltrepassasse la linea. Per ba. Come osi denigrare Râma davanti a me, indurla a farlo, egli finse di non poter più tu, ignobile e crudele farabutto?!” Sîtâ avesopportare i morsi della fame, così alla fine va un altro nome, Vaidehî, che significa “coSîtâ, per dare l’elemosina a Râva²a, capi- lei che non ha attaccamenti per il corpo”. Il tolò e oltrepassò la linea tracciata da re Janaka, suo padre putativo, l’aveva alleLak¹ma²a. Subito questi assunse la sua vata amorevolmente e data in sposa a Râma. vera forma e la rapì (facendola salire) sul Nella storia del Râmâya²a ci sono molti sisuo carro e la portò a La¾kâ, dove la con- gnificati reconditi e sottili. Infatti Sîtâ non finò sotto un albero nell’aµokavana (il giar- era la sorella di Râma, come è stato riferito dino di La¾kâ). Sîtâ si dolse del suo atto in alcuni testi. Se fosse stata Sua sorella, irresponsabile, quando era impazzita per un come avrebbe potuto il re Janaka offrirGliela cervo d’oro, e per le conseguenze che ne in sposa? Sfortunatamente la gente non comerano derivate. Ella così si lamentò: “Oh! prende questi profondi significati. Perché quel nefando animale (il cervo d’oro) si è avvicinato al nostro eremo? Per- L’eccezionale integrità di Hanuman ché ne sono rimasta così affascinata? Per- Nella storia del Râmâya²a, Hanuman fu ché ho chiesto a Râma di catturarlo e di un grande eroe; nella sua sacra missione, portarmelo?” A che cosa serviva ormai tutto consistente nella ricerca di Sîtâ prigioniera quel pentimento, ora che era prigioniera a a La¾kâ, egli condusse l’armata dei La¾kâ? Râva²a mise tre donne a guardia Vânara (nel Râmâya²a: uomini con la di Sîtâ durante la sua prigionia coda di scimmia che vivevano nella fonell’Aµokavana. Una di esse era Saramâ, resta Da²¬aka - N.d.T.). Egli fu un servila moglie del fratello minore di Râva²a, tore di Râma intelligente e fedele, una perVibhî¹a²a; le altre due erano Ajatâ e sona dalle qualità nobili e di grande forza Trijaºâ, le quali altro non erano che le figlie fisica; relativamente alle nobili qualità e alla della stessa Saramâ. Esse furono molto pre- potenza, egli fu impareggiabile. Infatti un murose ed attente con Sîtâ, tenendole alto intero capitolo del Râmâya²a, il Sundara il morale tutto il tempo con parole di con- KⲬa, fu dedicato alla descrizione delle forto. Sîtâ si chiese come persone così buo- sue qualità di testa e di cuore. Mentre si ne potessero esistere anche a La¾kâ; fu stava imbarcando nella sacra missione di infatti per merito delle loro parole consola- ritrovare Sîtâ nella città di La¾kâ gli ventrici e della loro protezione che ella riuscì a nero date alcune indicazioni identificative sopportare coraggiosamente quell’orribile su di lei: gli venne detto che Sîtâ era una esperienza. Sebbene Sîtâ fosse prigioniera donna di nobili qualità e divina bellezza e a La¾kâ, Râva²a non osò toccarla perché che non si sarebbe mescolata alle donne sapeva che, se lo avesse fatto senza il suo demoni (râk¹asa). Egli la cercò in tutti gli consenso, sarebbe stato ridotto in cenere. angoli di La¾kâ, incluse le stanze interne Mother Sai settembre - ottobre 2008

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Discorso 28-06-2008 del palazzo in cui abitavano le regine di ferisca a Lui con nomi e forme diversi. PerRâva²a e le loro ancelle. Durante questa sone diverse, quando si chiede loro come si ricerca egli incontrò delle donne vestite in chiamino, rispondono: “Io sono Ramaiah”, modo succinto buttate sui loro letti, inebria- “Io sono Lakshmaiah”, “Io sono te dal bere e dalle danze. Egli rimase però Govindappa” ecc., ma la risposta giusta satotalmente impassibile davanti a tali forme rebbe: “Aha¼ Brahmâsmi” (Io sono oscene, tenendo sempre la mente fissa sul- Brahman). Non possono esserci altri nomi le caratteristiche e sull’eccellenza di Sîtâ perché tutti sono incarnazioni del Sé Dividescrittegli da Râma. La sua suprema sta- no. L’Âtma non ha qualità (gu²a), è senza bilità mentale in un tale ambiente era per- forma e senza attributi. fettamente consona al suo brahmacarya (stato di castità). A questo mondo non si Nityânandam parama sukhada¼ possono trovare esseri paragonabili al Sikevalam jñânamûrtim gnore Râma e al Suo nobile servitore dvandvâtîtam gagana Hanuman: essi sono unici. Proprio ora è sad©µa¼ tattvamasyâdi stato cantato un bhajan bellissimo: “Râma lak¹ya¼ ekam nityam Lak¹ma²a Janakî, Jai Bolo Hanuman vimalam acalam Kî.” Durante il canto di questo bhajan, il sarvadhî sâk¹ibhûtam nome di Hanuman è stato menzionato dopo bhâvâtîtam trigu²arahitam. una piccola pausa tesa a indicarne l’imporL’Âtma è l’Incarnazione dell’eterna tanza. È SOLO QUANDO GENTE COME Beatitudine e della Saggezza assoluta; HANUMAN VIENE VENERATA E NE VENGONO è al di là delle coppie di opposti, EMULATE LE QUALITÀ CHE SI RIESCONO A COLè Vasto e Pervasivo come il cielo, TIVARE BUONI PENSIERI, BUONE ABITUDINI E è la Meta indicata dal mahâvâkya (il grande BUONI COMPORTAMENTI. Viene detto che “il aforisma vedico) tattvamasi, fine dell’istruzione è il carattere”. Un tale è l’Uno senza secondo, carattere nobile lo troviamo solo in Râma e Eterno, Puro, Immutabile, in Hanuman. Perciò, contemplate costanteTestimone di tutte le funzioni dell’intelletto, mente Râma e Hanuman e le loro nobili al di là di tutte le condizioni mentali qualità. I diversi nomi, quali Râma, K©¹²a, e dei tre attributi di sattva, rajas e Hanuman, ›iva, Vi¹²u ecc., rappresentano tamas. l’unica Divinità che tutto pervade: Dio è Uno, anche se i nomi e le forme sono diversi. A dire il vero, Dio non ha né nome né forma, nonostante si dica che “Dio è in forma L’oro è uno, ma i gioielli umana” (Daiva¼ mânu¹a rûpena). Egli non differiscono fra di loro. ha nascita né qualità, è senza forma e senza Le religioni sono molte, attributi. Quando qualcuno vi chiede: “Chi ma la Divinità è Una. sei?” voi dovete rispondere: “Io sono Dio.” Le mucche sono di vari colori, Nomi come Ramaiah, Lakshmaiah ecc., ma il latte è lo stesso. sono solo appellativi che i vostri genitori vi hanno imposto dopo la nascita, ma in realtà Dio è Uno anche se i nomi e le forme voi non avete dei nomi specifici. Tutti sono sono diversi incarnazioni del Sé Divino: che recitiate il Analogamente, Dio è Uno sebbene ci si ri- ruolo di Ramaiah o Krishnaiah, essenzial46

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Discorso 28-06-2008 mente voi siete solo lo stesso Divino Sé; io? In essenza quell’“Io” è la Divinità. Allo solo i ruoli sono diversi. Dio è immanente stesso Io ci si riferisce con molti nomi. Il in tutti gli esseri umani. Anzi, ogni essere significato del simbolo del cristianesimo, la vivente è l’Âtmasvarûpa. L’unico Dio è Croce, è il taglio dell’ego individuale immanente in tutti gli esseri umani e in tutti gli (aha¼kâra). Diciamo “Io arrivo”, “Io esseri viventi (Ekâtma sarvabhûtântarâtma). I vado”, “Io vengo” ecc., ma che cos’è quenomi e le forme possono sembrare diversi. sto “Io”? Esso rappresenta il Sé Divino. Dovete sviluppare una fede stabile nell’Unicità della Divinità. OFFRITE I VOSTRI OMAGGI La vera devozione consiste nel non A CHIUNQUE INCONTRIATE; DOVETE OFFRIRLI trovare differenza fra voi e gli altri PERSINO A UN MENDICANTE, PERCHÉ EGLI PUÒ Dovete sviluppare il sentimento dell’Âtma ESSERE TALE COME ENTITÀ FISICA, MA “PIÙ Divino che permea l’intero universo GRANDE” COME INCARNAZIONE DEL SÉ DIVI(ekâtmabhâva): questa è la vera devozione. NO . (Qui Swami fa un gioco di parole Non dovete trovare differenza fra “io” e intraducibile basato sulla somiglianza fo- “tu”; coloro che vogliono ottenere la realiznetica fra le parole inglesi “beggar” (men- zazione del Sé devono eliminare questa difdicante) e “bigger” (più grande) - N.d.T.). ferenza, devono liberarsi del sentimento delNon abbiate odio per nessun individuo, non l’“io” e del “mio”. Siamo tutti Uno. “Tutti considerate nessuno vostro nemico; di fat- sono Uno; comportatevi equanimemente to, tutti sono riflessi del vostro stesso Sé con tutti.” Questa è l’essenza di tutta la fiDivino. Tutti ripetono “io”, “io”, e insisto- losofia. Siate felici. no a dire “questi sono il mio corpo, la mia Praµânti Nilayam, 28 giugno 2006, mente, il mio intelletto e la mia citta” (soSai Kulwant Hall stanza mentale in cui si condensa la pura coscienza, cit - N.d.T.). Ma allora, chi sono

(Tradotto dal testo inglese pubblicato da: www.sathyasai.org)

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COSÌ BHAGAVÂN PARLÒ DELLE DONNE Da questo numero inizia una breve rubrica, che continuerà per numerose pubblicazioni, che riporta citazioni di Baba riguardanti la donna e il suo Dharma.

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Le donne simboleggiano bhakti (la devozione) e gli uomini jñâna (la saggezza). (S.S., genn. 2000) Solo le donne, che sono il simbolo della devozione, hanno accesso all’Antahpur (le camere interne del palazzo) di Dio. Che cos’è dunque l’Antahpur? Non è altro che Antarâtma, lo Spirito che dimora interiormente. È solo la devozione-saggezza a guidare all’Antahpur. (S.S., gennaio 2000) Il primo titolo attribuito alla donna è “G©halak¹mî” (la Dea della prosperità della casa). Da una donna ci si aspetta che conferisca ogni prosperità, onore e buon nome alla casa e alla famiglia. Essa viene definita G©halak¹mî, “Dea della casa”, e non “Dea dell’ufficio”. (S.S.S., volume 29 – p. 365) Un altro titolo attribuito alla donna è “ardhâ¾gî” (la metà migliore). Questo significa che essa è la metà migliore del marito e non una sua collega di lavoro. (S.S.S., volume 29 – p. 365) Il terzo titolo è “illâlu” (la padrona della casa). È la padrona della casa e non dell’ufficio. “Dharmapatnî” (la compagna del marito nel viaggio verso Dio) e pertanto, letteralmente, la “sposa leale del Dharma”. È il quarto titolo conferito alla donna sposata. Questo significa che la casa è la dimora per eccellenza della Rettitudine. La casa è il luogo natale di ogni Dharma (le regole di Retta Condotta), che si è radicato attraverso la pratica fin dai tempi antichi. Le donne dovrebbero comprendere che, indipendentemente dall’educazione o posizione, loro obbligo precipuo è proteggere la casa. (S.S.S., volume 29 – p. 366) Fin dal momento della nascita, la madre è, per ognuno, il precettore. Se tale insegnante lascia la casa per insegnare ad altri bambini, chi insegnerà ai suoi? (S.S.S., volume 29 – p. 366) Per le donne indiane, il primo dovere è organizzare la casa e amministrarla su basi ideali. (S.S.S., volume 29 – p. 366) 48

Mother Sai settembre - ottobre 2008

Rendiamo noto che è disponibile una nuova pubblicazione dal titolo

“La

Vita Di Sai Baba”

Questo nuovo volume sulla vita di Sai Baba, scritto dal dottor B.N. Narasimha Murthy, è la prosecuzione dei precedenti 4 volumi scritti dal professor N. Kasturi e narra la vita di Sai Baba relativa al periodo 1980/1985. Molti devoti, che già da tempo conoscono il nostro Maestro, potranno leggere fatti e aneddoti a essi già noti. Il costo unitario del libro è di • 10,50 + spese di spedizione. Chi fosse interessato a riceverlo è pregato di contattare, a mezzo fax o E-mail, la “Sathya Sai Books and Publications of Italy” a uno dei seguenti indirizzi: “Sathya Sai Books and Publications of Italy” “Mother Sai Publications” Magazzino e sede operativa: viale Umbria N°19 - 20093 Cologno Monzese (MI) - Italy tel: 0039-02-26708288 - fax: 0039-02-25118399 Sito Web: http://www.mothersaipublications.it - E-mail: [email protected]

Mother Sai settembre - ottobre 2008

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Occhio al Libro

volume V°

Mother Sai Publications (E D I Z I O N I

MOTHER

SAI)

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Sito Web: www.mothersaipublications.it

(Collana Vahini) Aforismi Vedici (Sûtrâ Vâhinî) [SV] La Conoscenza (Jñâna Vâhinî) [JV] La Scienza di Dio (Vidyâ Vâhinî) [VV] La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), I° vol. [RV-I] La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), II° vol. [RV-II] Domande e Risposte (Prashnottara Vâhinî) [PUV] Il Fiume delle Upanishad (Upanishad Vâhinî) [UV] Il Gioco di Dio (Lîlâ Kaivalya Vâhinî) [LKV] La Pace Suprema (Prashânti Vâhinî) [PSV] La Via della Meditazione (Dhyâna Vâhinî) [DV] La Verità di Sai (Sathya Sai Vâhinî) [SSV] La Legge Morale (Dharma Vâhinî) [DhV] Storie Gloriose del Signore (Bhagavatha Vâhinî) [BhV] Gli Insegnamenti di Dio (Gîtâ Vâhinî) [GV] L’Amore di Dio (Prema Vâhinî) [PV] Dissolvere i Dubbi Spirituali (Sandeha Nivarini) [SN]

(Collana Discorsi) di Sai Baba Discorsi 1988/89, I° vol. [D89-I] Discorsi 1988/89, II° vol. [D89-II] Discorsi 1963-65 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. IV) [D65] Discorsi 1964-67 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. V) [D66] Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. VI) [D67] Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL.7&8) [D68] Discorsi 1983 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVI) [D83] Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVII) [D84] Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XIX) [D86]

(Collana Biografie)La Vita di Sai Baba La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), I vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), IV vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), V vol.

(Collana Educazione)Discorsi agli Studenti Corso Estivo 1972 [CE72] Corso Estivo 1978 [CE78] Corso Estivo 1990 [CE90] Corso Estivo 1993 [CE93]

Periodici Mother Sai, bimestrale + Crescere Insieme

Altre Pubblicazioni Disponibili Colloqui (CQ) Mother Sai Speciale (6a Conferenza Mondiale) Diario Spirituale 1 [DS1] Diario Spirituale 2 [DS2] Diario Spirituale 3 [DS3] Dhyâna: la Meditazione secondo gli insegnamenti di Sai Baba Canti devozionali (Libro dei bhajan, Testi). Canti devozionali (Libro dei bhajan, Accordi). Canti devozionali (Libro dei bhajan, Esercizi). Atti del I° Convegno dei Responsabili dei Centri Sai Mondiali Sadhana Guida all’ashram di Prashanti Nilayam Racconti e Parabole Vol. I (Chinna Katha vol I) Racconti e Parabole Vol. II (Chinna Katha vol II) Pensiero del Giorno (365+1 pensieri, per ogni giorno dell’anno)

Altri Autori Alla scoperta della verità A spasso con Dio Gemme di Saggezza Grazie Swami Messaggio d’Amore Ho visto la luce Incontrare Dio L’Eterno Miraggio Purificare il Cuore (Purifying thr Heart) Pensando a Sai (Sai Smaran) Sai Baba Fiamma d’Amore Sai Baba: la rivelazione continua Sai Baba, l’Uomo dei miracoli Sri Sathya Sai Gita-Tutto sulla spiritualità Satha Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting) Sathya Sai Baba: Colui che dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra Viaggio con Sai (Sri Sathya Sai Anandadayi) Visione del Divino.

Audiovisivi: Shivarathri Sandesh (VHS) Le percussioni, parte I (VHS) Shivarathri Sandesh(VHS) Le percussioni, parte II (VHS) Video Story (VHS) Il Medico Divino (VHS) Tecnica di canto (Audiocass.) Gâyatrî Mantra (Audiocass.) Embodiment of Love Vol I(CD musicale) Embodiment of Love Vol II(CD musicale) Bhajanam (CD musicale) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD musicale) Dyana, la Meditazione negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba(CD musicale) Scuola bhajan interattiva (N°2CD ROM) Gâyatrî Mantra (CD musicale) Avo Sai (CD musicale) Le sue Opere nel Sociale (DVD Video) Alla Scoperta della Verità (DVD Video) La Creazione (DVD Video) Sai Gange (DVD Video) Shivarathri 2002/2003/2004 (CD video) Compleanno 2002/2003/2004 (CD video)

Compleanno 2005 (DVD Video) Guru Purnima 2002/2003/2004 (CD video) Brahmanandam (CD video)

NB.– Tutte

le pubblicazioni sopraelencate si possono avere telefonando o inviando un fax a: Mother Sai Publications Sathya Sai Books and Publications of Italy, magazzino e sede operativa, via Umbria 19, 20093 Cologno Monzese (MI); Italy tel. 02 26708288 (lunedì h.19:30-21); fax 02 25118399

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“Il giusto piano di studio consiste nel leggere, riflettere e applicare regolarmente alla vita quanto appreso.” Sai Baba

CONSIGLIO CENTRALE SATHYA SAI D’ITALIA Segreteria Nazionale: Via Della Pace, 1 - 28040 VARALLO POMBIA (NO) Tel.(349) 74 42 455 - e-mail: [email protected] Sito Web: www.sathyasai.it INDIRIZZI DEI CENTRI SSSB AOSTA - GRESSAN Loc. La Roche, 8 Tel. (0165) 42233 [email protected] APRILIA (LT) V. Riserva Nuova, 62 Tel. (06) 9268454 [email protected] ASTI V. M. Giusta, 24 Tel. (0141) 410127 Fax (0141) 430575 [email protected] BERGAMO V. Privata Lorenzi, 5 Tel. (035) 618805 [email protected] BOLOGNA Strada Maggiore, 37 Tel. (051) 268662 [email protected] CATANIA V. San Giacomo, 10 Tel. (095) 7805622 [email protected] CISTERNINO (BR) C.da Restano, 57 Tel. (080) 4449727 [email protected] COSSATO (BI) V. Martiri della Libertà, 531 tel. (015) 562975 [email protected] FAENZA (RA) V. Renaccio, 1/5 Tel. (0546) 29731 [email protected] LATINA V. Toscana, 3 Tel. (0773) 621038 [email protected] LECCE V. Calore, 5 - Villa Elena Tel. (0832) 331129 [email protected] MESTRE - MARGHERA (VE) V. Fabris, 1 Tel. 349 3893549 [email protected] MILANO B V. Savona, 7 Tel. (02) 8372841 [email protected] MILANO C V. Rezia, 1 Tel. (02) 89532850 - 340 5535862 [email protected] MILANO D V. Bolzano, 20 Tel. (02) 26820515 [email protected] MODENA V. delle Staffette Partigiane, 36 Tel. (059) 313124 [email protected] NAPOLI V. Milano, 33 Tel. (339) 2457191 [email protected] NOVARA-VARALLO POMBIA V della Pace, 1 Tel. (0321) [email protected] PADOVA V. Pontevigodarzere, 134 /c Tel. (338) 3036137 [email protected] PARMA A V. Morigi, 3 Tel. (349) 3540560 [email protected] PESARO V. dei Rovi, 2 Tel. 348/4411530 [email protected] PESCARA V.le Figlia di Iorio, 11 Tel. (339) 5645089 [email protected] QUARTU S. ELENA V. Salieri, 45/47 Tel. (070) 820917 [email protected] ROMA A V. Musolino, 43 Tel. (06) 5819504 ROMA B V. Arno, 49 Tel. (06) 86209659 [email protected] ROMA C-FORMELLO B.go S.Antonio, 3 Tel. (06) 9075187 [email protected] TORINO A Strada Ponte Verde, 11/4 Tel. (011) 6602402 [email protected] TORINO B corso Rosselli, 123. int. 3 [email protected] TORINO C V. Principessa Clotilde, 44 Tel. (011) 480886 [email protected] TORINO D V. Broni, 1 Tel. (347) 8316440 [email protected] UDINE V. M. Volpe, 456/a Tel. (0432) 480952 [email protected] VENEZIA V. Castello, 3414 Tel. 345 4588316 [email protected] VERONA V.1° maggio, 13 - Mozzecane (VR) Tel. (045) 6340815 [email protected]

INDIRIZZI DEI GRUPPI SSSB BADESI (SS) V. Dante, 20 (339) 1578309 BARI V. Amendola, 126 Tel. (080) 5798379 BARLETTA (BA) V. Imbriani, 88 Tel. (0883) 527358 [email protected] CARRARA (MS) V. Matteoni, 39 Tel. (0585) 253857 [email protected] CONEGLIANO - COLLE UMBERTO (TV) V. Cardenzin, 12 (0438)394065 [email protected]

FERRARA V. Mayr, 90/a - Tel. 349 7442455 [email protected] FORLÌ V. F.Orsini, 19 gruppo.sai.forlì@sathyasai.it LIVORNO - LORENZANA (PI) V. Colle Alberti, 23 [email protected] MAROSTICA (VI) Via Boito,16 Tel. 335 5834701 [email protected] FEDEGRO’ (CO) V. Trento, 3 [email protected] MONTECATINI TERME P.le Leopoldo, 2 [email protected] POTENZA V. Boldoni, 8 Tel. (329) 7445775 [email protected] SIENA Tel.338 6874229 [email protected]

GRUPPI BHAJAN ROMA E Coordinatore: Paolo Startari - email: [email protected] TORINO E V. Millio, 53 Tel. (011) 4115083 Coordinatore: Guido Fedele - email: [email protected]

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