Mother Sai 4 2008

  • April 2020
  • PDF

This document was uploaded by user and they confirmed that they have the permission to share it. If you are author or own the copyright of this book, please report to us by using this DMCA report form. Report DMCA


Overview

Download & View Mother Sai 4 2008 as PDF for free.

More details

  • Words: 24,786
  • Pages: 53
Sommario 03 Discorso Divino 09 Raro Sai 12 Discorso Divino 19 Intervista 25 Discorso Divino 31 Domande & Risposte 33 Discorso Divino 40 Sotto la Veranda 42 Discorso Divino 46 Cronache 48 Esperienze

06 05 ’08 Rispettate,onorate e rendete felice... L’importanza del cibo

01 05 ’08 L’uomo senza moralità è un vero e proprio... Movimento per la pace di alta levatura

13 04 ’08 Abbiate fiducia in voi stessi e otterrete tutto Dio e la Creazione

23 05 ’02 La silente risata L’indagine sul Sé

22 11 ’85 Coltivare l’amore è il bisogno più grande Celebrazioni a Prashânti Nilayam Un naso rosso,un sorriso

MOTHER SAI PUBLICATIONS Sathya Sai Books and Publications of Italy Tutti i diritti sono riservati Anno XX n.4(122) luglio-agosto 2008 Direttore responsabile: Giorgio Piccaia sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India.

Discorso 06-05-2008

Rispettate, onorate e rendete felice vostra madre Nessuno deve dimenticare l’Amore che riceve dalla propria madre Studenti! Ragazzi e ragazze! Venkataraman vi ha parlato in modo adeguato della cerimonia odierna. Egli è una persona molto istruita che ha lavorato per il Centro di Ricerche Atomiche Bhabha a Mumbai e ancor prima, sempre in campo scientifico, sotto sir C.V. Raman. Ha anche vinto molti premi. Ora, che cosa posso dire della madre di questo Corpo? Abbiamo tre corpi: quello fisico, quello mentale e quello spirituale. Ne deriva che non siete una persona, ma tre: colui che pensate di essere, cioè il corpo, colui che gli altri pensano siate, la mente, e colui che siete realmente, cioè l’Âtma (lo Spirito). La vostra vera forma è l’Âtma, non il corpo o la mente. Nelle situazioni oggi prevalenti sono pochi coloro che onorano la propria madre. VOSTRA MADRE VI HA PORTATO IN GREMBO PER NOVE MESI E VI HA FATTO NASCERE DOPO AVER ATTRAVERSATO MOLTE DIFFICOLTÀ E AVVERSITÀ.

DIMENTICARLA

È COME DIMENTICARE

DIO; CORRISPONDE A DIMENTICARE VOI STESSI. La madre è il vostro primo insegnante, è colei che vi dà da mangiare, che vi nutre. È sul grembo di vostra madre che crescete e sperimentate ogni tipo di felicità. Nessuno deve dimenticare l’Amore che riceve dalla propria madre. Innanzitutto, ella merita il nostro più grande rispetto. Dopo la morte di sua madre, molti dissero a ›a¾karâcârya di portarne fuori il corpo, ma egli rispose: “Mia madre non mi lascerà, né sarò io a lasciare lei. Mia madre e io siamo Uno per sempre; i corpi sono diver-

Mother Sai luglio - agosto 2008

si, ma il Principio dell’Âtma è lo stesso in entrambi. Voi potete pure andarvene, ma nessuno ha il diritto di separare mia madre da me: il suo corpo verrà cremato nel cortile di casa.” In ottemperanza a ciò, ›a¾karâcârya cremò il corpo di sua madre nella sua residenza. Nessuno può valutare i sentimenti di una madre. Persino oggi gli abitanti di Palakkad seppelliscono o bruciano il corpo delle loro madri nell’area della loro casa, perché pensano che se l’ha fatto una persona della grandezza di ›a¾karâcârya possono farlo anche loro. All’inizio, molti criticarono ›a¾karâcârya dicendo che, sebbene fosse lo studioso di grande cultura che era, aveva compiuto un’azione così sconveniente. Ma la conoscenza delle Scritture non è così importante. È la raffinatezza culturale ad avere grande valore; è la cultura(1) a determinare un affinamento. Vostra madre può non trovarsi fisicamente con voi, ma il vostro amore per lei dovrebbe rimanere lo stesso. La madre di questo Corpo Mi spedì una lettera mentre Mi trovavo a Kodaikanal. Dopo di ciò, andai a Brindavan (Bangalore) dove aveva luogo il Corso Estivo. Una volta ella Mi chiese di poter avere il Mio Nome sulle labbra al momento della sua morte. Quando questa si verificò, nel maggio del 1972, a Brindavan era in svolgimento il Corso Estivo. εvarâmmâ era forte e sana. All’improvviso chiamò: “Swami, Swami, Swami!” e Io risposi: “Vengo, vengo.” Scesi le scale ed ella esalò l’ultimo respiro. Fin quando nel corpo c’è vita, dobbiamo prendercene cura; quando la vita se ne va, il corpo non ha più valore. In verità, chi è la madre? La

3

Discorso madre è il Principio Vitale, non il corpo. Il corpo è come una bolla nell’acqua e la mente è come una scimmia pazza. Per quale motivo dovremmo tenerci il corpo? Chiesi subito che fosse mandata una macchina che trasportasse il suo corpo a Puttaparthi; Io rimasi a Brindavan. Per il Corso Estivo erano venuti non solo gli studenti del (nostro) college, ma anche quelli di molti altri college da tutta l’India. Tutti pensavano che quel giorno Swami non avrebbe fatto lezione. E invece? Alle nove in punto entrai in aula sorridendo. Gli studenti rimasero sorpresi di vederMi là e tutti pensarono: “Che cos’è mai questo? La mamma di Swami è morta e Lui viene in classe!” La madre non era andata da nessuna parte; era il corpo che era stato definito “madre” a essere andato via, ma la madre era (ancora) con Me. Perciò non c’era motivo di essere tristi. Fin quando sarò qui, Mia madre sarà sempre con Me. Perciò dissi agli studenti di essere felici e di non sentirsi tristi a causa del fatto che la madre di questo Corpo aveva lasciato le spoglie mortali. A quel tempo V.K. Gokak era il vicerettore. Anch’egli rimase sorpreso e pensò: “Ma come! Swami parla in questo modo!” Io non sono nato da un corpo fisico. Dopo tutto, che cos’è questo corpo? Esso esiste solo fin quando i cinque elementi si trovano in esso. Il corpo è come una borsa che contiene i cinque elementi; nel momento in cui i cinque elementi lo lasciano, esso diventa una borsa vuota. Ecco perché non dobbiamo esservi molto attaccati. Tutte le madri e tutti i figli devono sviluppare questi sentimenti di distacco. Finché la madre è viva dobbiamo rispettarla, onorarla e renderla felice in ogni modo possibile. Non bisogna essere tristi quando ella lascia il corpo. Persino qui a Puttaparthi la gente disse: “Ma come? Swami ha spedito il corpo di 4

06-05-2008 εvarâmmâ e non è venuto Lui Stesso?!” Per quale motivo sarei mai dovuto andare con il corpo? Il corpo è solo un abito, è come una borsa di pelle. Quando i cinque elementi lasciano il corpo, anche i cinque sensi vanno via con essi. Ma allora perché dovremmo soffrire per un corpo senza vita? Organizzai tutto affinché venisse fatto tutto ciò che si doveva compiere a livello mondano, ma rimasi a Brindavan e condussi lietamente il Corso Estivo. A questo mondo tutte le relazioni fisiche ce le creiamo noi; altrimenti, chi è parente di chi? La relazione madre-figlio è solo a livello fisico. La madre è venuta, ha compiuto le azioni che era destinata a compiere e poi se n’è andata. Io devo compiere il Mio dovere; perciò Mi sono impegnato a portare a termine il compito per cui sono venuto. Se lo guardiamo da un punto di vista mondano, il corpo è fisico ed effimero. Il corpo è composto di cinque elementi ed è destinato a morire prima o poi, ma l’Abitante interiore non ha né nascita né morte. L’Abitante non ha nessun tipo di attaccamento ed è il Testimone Eterno. Dobbiamo concentrarci sull’Abitante (Dehin) e non sul corpo fisico (deha). Tutti dimenticano il corpo quando vanno a dormire. Se lo dimenticate nel sonno, perché non potete dimenticarlo per sempre? Comunque fin quando i vostri genitori sono qui dovete renderli felici e non trascurare il loro benessere. Dovete prendervi cura di loro e trattarli con amore e rispetto, ma non dovete avere un eccessivo attaccamento per il corpo. La relazione fra marito e moglie esiste solo dopo il matrimonio: la moglie arriva a metà della vostra vita. La madre invece è con voi fin dalla nascita. È MERA Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 06-05-2008 perciò non devi preoccuparti per la morte del corpo di tua madre. Io sono qui con te. CON VOI SIN DALLA VOSTRA NASCITA, E IMMERGERVI COMPLETAMENTE NELL’AMORE PER ChiediMi tutto ciò che avresti voluto da tua madre, e te lo darò. (Forte applauso). VOSTRA MOGLIE CHE ARRIVA A METÀ DELLA Quindi, non sentirti triste, assolutamente.” VITA. Anche le altre relazioni, con i figli, le figlie, i nipoti, i generi ecc. si formano nel Da allora in poi Narasimha Murthy è con corso della vita. Di fatto tutte le relazioni Me e Io gli do tutto quello che vuole. Materrene sono temporanee; vengono e van- dre, padre e le altre relazioni sono tempono come nuvole di passaggio. Avete delle ranee, vanno e vengono, vanno e vengono, connessioni con queste relazioni solo fin- ma Dio non va e viene, Egli è sempre preché esistete, ma dove finisce quella con- sente. Perciò, è solo Dio a essere presente nessione quando non siete più qui? Quindi, a ogni istante. (Forte applauso). non create nessuna relazione sulla base del Il mondo intero è effimero e transitorio. corpo; assolvete tuttavia con serietà tutti i Quanta gente è nata in questo mondo? Sono doveri che vi viene richiesto di compiere a tutti qui adesso? La morte può venire in tutti livello fisico e mondano. La vostra condot- i modi; non ci sono segni o sintomi: la morte ta deve essere buona e così pure devono è la morte. Persino se alcuni sintomi della esserlo le vostre azioni. Non dimenticate morte diventano visibili non dobbiamo premai vostra madre; tenete cara la sua for- occuparci affatto. NON MANCATE MAI DI RIma nel vostro cuore. Noi veniamo dal cuo- SPETTO A VOSTRA MADRE, NON FATELE MAI re della madre ed essa deve essere sem- VERSARE LACRIME A CAUSA DELLA VOSTRA pre nel nostro cuore. Perciò, né vostra CONDOTTA E FATE SÌ CHE SIA SEMPRE FELICE; madre deve mai lasciare voi, né voi dovete LA SUA FELICITÀ VI PORTERÀ SOLO COSE BUOlasciare lei. LA MADRE E I FIGLI SONO UNITI NE NELLA VITA. COMUNQUE NON DOBBIAMO RECIPROCAMENTE PER SEMPRE. PREOCCUPARCI PER LA MORTE DEI NOSTRI GENITORI. Tvameva mâtâca pitâ tvameva Recentemente, in un Mio Discorso a tvameva bandhusca sakha tvameva Bangalore, ho detto che sia Mio padre sia tvameva vidyâ dravi²am tvameva Mia madre Mi sono apparsi e hanno sorriSolo Tu sei padre e madre, so nel vederMi. Anch’Io ho sorriso nel veparente e amico, saggezza e tesoro. dere loro. Dobbiamo essere felici quando i nostri genitori sorridono. I bambini piccoli I corpi vengono e vanno, perciò non sorridono a tutti e anche noi cominciamo a devi preoccuparti per la morte del sorridere quando essi lo fanno. Anche i gecorpo di tua madre nitori sono come bambini piccoli. Una mamOvunque siate, mantenete il vostro cuore ma ama sempre i suoi figli, per cui, qualsiasoffuso di sentimenti d’amore per vostra si posizione elevata possiamo ottenere nelmadre. Una volta Narasimha Murthy ven- la vita, non dobbiamo mai mancare di rine da Me e disse: “Mia madre è morta.” Io spetto ai genitori né guardarli dall’alto in gli chiesi: “Chi è morto, tua madre o il suo basso. Considerateli sempre come Dio: la corpo?” e poi aggiunsi: “Tua madre è qui... madre è Dio, il padre è Dio. Questo è il Io sono tua madre. (Forte applauso). Ciò motivo per cui viene detto: che muore è il corpo. Il corpo è come una bolla nell’acqua. I corpi vengono e vanno; Mât© devo bhava pit© devo bhava STOLTEZZA DIMENTICARE LA MADRE, CHE È

Mother Sai luglio - agosto 2008

5

Discorso 06-05-2008 âcârya devo bhava atithi devo bhava Le relazioni di madre, padre, fratelli, “Onorate vostra madre, vostro padre, il presorelle e amici non sono reali; cettore e l’ospite come se fossero Dio”. anche la ricchezza e la casa sono illusorie. Siate consapevoli di questa verità. LA MADRE VI DÀ IL CORPO, IL PADRE PROVVEDE A FORNIRVI I MEZZI ATTI A NUTRIRLO E FARDovete avere una relazione solo con Dio LO CRESCERE, IL PRECETTORE VI DÀ L’ISTRUDovete ricordarvi dei vostri genitori in ogni ZIONE E DIO VI DÀ TUTTO. Perciò non dovemomento; non dovete dimenticarli mai. È te mai dimenticarvi di questi quattro e do- per questo motivo che Io sono venuto qui vete tenerli cari nel vostro cuore. La ma- direttamente da Brindavan. Prima la gente dre e il padre hanno il loro posto nel cuore pensava che il giorno di εvarâmmâ dovesdell’uomo, il quale non dovrebbe dimenti- se essere celebrato a Kodaikanal, ma Io carli neppure quando si trova in grande dif- ho deciso che il 6 maggio sarei stato qui a ficoltà o se è arrabbiato per qualcosa. Chi Puttaparthi, che si sarebbe dovuta celebradimentica i suoi genitori non può essere de- re una grande cerimonia e che si sarebbe finito un essere umano. Come potreste esi- dovuto far felici le persone povere distristere senza i vostri genitori? buendo vestiti e servendo loro cibo in abEssi sono i semi della vostra vita, la vera e bondanza. Ovunque Io mi trovi celebro quepropria fonte della vostra vita sulla terra. sta cerimonia nello stesso modo, sontuosaPerciò, i genitori dovrebbero avere un’im- mente: non dovete mai ignorare le persone portanza primaria nella nostra vita. Persino povere; dovete sempre ricordarvi di loro e se siete vecchi o in grande difficoltà dove- aiutarle. Eppure alcuni, per via della prote sforzarvi di rendere felici i vostri genito- pria estrema ansietà o rabbia, le maltrattari, per quanto vi è possibile, e dovete forni- no e le mettono in ridicolo. Questo è un grare loro del cibo persino se, per farlo, siete ve errore: se le ridicolizzate oggi, in futuro costretti a mendicare. Sopportate qualsiasi questo vi tornerà indietro. Potete pensare difficoltà per accudirli, ed esaudite tutti i loro di farvi beffa di loro, ma in verità state desideri; questo risulterà nell’appagamen- ridicolizzando voi stessi. Non mettetele in to dei vostri. ridicolo né offendetele mai. Amatele semTUTTO, A QUESTO MONDO, È REAZIONE, RI- pre; se le insultate in pubblico, anche voi FLESSO E RISONANZA E NESSUNO PUÒ SFUGsarete insultati dagli altri. Non potete sfugGIRNE: SE CAUSATE DIFFICOLTÀ AI VOSTRI gire alla reazione, al riflesso e alla risonanza. Le difficoltà vengono e vanno; persino GENITORI OGGI , I VOSTRI FIGLI CAUSERANNO il possente Râma dovette piangere come DIFFICOLTÀ A VOI DOMANI. Avrete indietro i risultati delle vostre azioni, senza troppo ri- un uomo qualsiasi a causa della Sua sepatardo. Potete amare chiunque desideriate, razione dalla moglie Sîtâ. Anche i valorosi ma non dimenticate i vostri genitori; se essi PⲬava dovettero vivere nella foresta e non hanno dimenticato voi, voi non potete mangiare foglie e tuberi. Quanta potenza e dimenticare loro. valore avevano! Eppure dovettero vivere nella foresta e sopportare tutte le difficolMâtâ nâsti pitâ nâsti tà. E perché? Perché erano stati sconfitti nâsti bandhu sahodarah al gioco. Tale sarà il destino di tutti coloro artham nâsti g©ham nâsti che seguono questo cattivo sentiero. tasmât jâgrata jâgratah. IL GIOCO D’AZZARDO NON È AFFATTO UNA COSA 6

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 06-05-2008 si chiamano i tuoi genitori? Canta bene i mantra vedici, imparali tutti! Conosci BEVANDE ALCOLICHE. LA DIPENDENZA DAL il Šg Veda?” Il ragazzo recita i Rudra e BERE PORTA ALLA PERDITA DEL CONTROLLO DI lo ›rî Sûktam con intonazione e pronunSE STESSI. SOTTO L’INFLUENZA DELL ’ALCOL, UN UBRIACO PUÒ DIRE QUALSIASI COSA E PIÙ cia perfette, suscitando l’applauso di tutti i presenti - N.d.T.). TARDI, UNA VOLTA TORNATO SOBRIO, PENTIRSI. La lussuria e la collera sono due qualità NEI VEDA C’È TUTTO. L’ESSENZA DI TUTTE demoniache. Non permettete mai loro di LE RELIGIONI, INDÙ, ISLAMICA O CRISTIANA, avvicinarsi a voi. In un attacco di rabbia si È CONTENUTA NEI VEDA. ANCHE I CRISTIANI può dire qualsiasi cosa senza tener conto CANTANO LA GLORIA DI DIO NELLO STESSO delle conseguenze, ma, dopo alcuni minuti, MODO E COSÌ PURE FANNO I MAOMETTANI, CHE quando torneremo al nostro umore norma- ESALTANO I CINQUE ELEMENTI E ADORANO LA le, ci pentiremo e diremo dispiaciuti: “Ahi- DEA DELLA RICCHEZZA. QUINDI DIO È UNO mè! Perché mi sono comportato così male?” PER TUTTE LE RELIGIONI. Quindi, prima di tutto, eliminate la collera. Dio è Uno; c’è differenza solo nei nomi. I Râma uccise molti demoni e demonesse maomettani pregano Dio cinque volte al nella foresta a causa delle loro malvagie giorno, gli indù Lo pregano la mattina e la qualità di lussuria e ira. Ovunque ci si trovi, sera. Non dobbiamo mai dire che i Veda che si sia maschi o femmine, se si hanno le sono solo per gli indù: Essi sono per tutti: qualità malvagie della lussuria e dell’ira si sono Ciò che è Uno e Universale. deve essere puniti. L’ira e la lussuria sono I Veda possono alleviare tutti i tipi di soffe(qualità) molto negative per l’uomo. renza dell’uomo, per cui impararli è un bene Amate Dio, adorateLo e pregateLo; Egli è per tutti. Anche molti Americani vengono vostro Padre, vostra Madre e tutto. Dove- qui a imparare i Veda e molta gente in Ruste avere una relazione solo con Dio, che sia e in Germania recita i mantra vedici sia non vi lascerà mai. Egli è onnipresente. la mattina sia la sera. Dato che gli indù non TUTTE LE PERSONE DEL MONDO CHE AMATE li recitano più, li stanno dimenticando. Nessuno, invece, dovrebbe dimenticarli. SONO COME NUVOLE DI PASSAGGIO, VENGONO I VEDA E IL VEDÂNTA SONO COME I VOSTRI E VANNO , MA DIO VIENE E CRESCE . PERCIÒ AMATE DIO E ABBIATE FEDE IN LUI. CHI HA GENITORI: DOVETE RICORDARLI SEMPRE E NON AMORE SOLO PER DIO È UN VERO ESSERE DIMENTICARLI MAI! Quindi, studenti! Qualsiasi cosa studiate, UMANO. (A questo punto Swami chiama un ra- non dimenticate mai Dio. Solo così otterregazzino iraniano che studia alla scuola te la pace. elementare ›rî Sathya Sai e gli chiede di La gente dice: “Voglio la Pace.” Senza cantare i mantra vedici – N.d.T.). bhajan non può esserci Pace. (A questo Avete sentito come questo ragazzo iraniano punto Baba canta il bhajan “Hari ha cantato i mantra vedici? È un ragazzo Bhajana Binâ...”, e continua il Suo Dimaomettano. Nel suo Paese alla gente non scorso). è permesso neppure di pronunciare il Nome Molta gente celebra Yajña e Yâga (sacridi Râma in pubblico. Se gli chiedete come fici e rituali) per la pace. Dove potete ottesi chiama, egli vi risponderà: “Il mio nome nere la pace? Essa si trova solo dentro di è Sathya.” (Swami, rivolgendosi al ra- voi, non proviene dall’esterno; dall’esterno gazzo, chiede: “Come ti chiami? Come provengono solo pezzi, pezzi, pezzi. BUONA E LO STESSO DICASI DELL ’ASSUMERE

Mother Sai luglio - agosto 2008

7

Discorso 06-05-2008 Praµânti Nilayam, 6 maggio 2008, (Qui Swami fa un gioco di parole in linSai Kulwant Hall, gua inglese basato sulla somiglianza Celebrazione del Giorno di εvarâmmâ fonetica delle due parole “pace” (peace) e “pezzo” (piece) - N.d.T.). (Tradotto dal testo inglese pubblicato da: La pace viene solo dal nostro cuore. Dowww.sssbpt.org) vete cantare i bhajan per ottenere la pace; essi soltanto possono darvela.

(1) Dal punto di vista spirituale, per “cultura” si intende non un arricchimento intellettuale, ma un affinamento interiore.

8

Mother Sai luglio - agosto 2008

Continua la nuova rubrica “Raro Sai”, iniziata con il n. 3, dove sono riportate affermazioni insolite, dunque “rare”, di Sai Baba. In essa, di volta in volta, viene trattato un singolo argomento e a molti lettori farà piacere sapere che tale catalogazione è opera dell’indimenticato fondatore e, per diversi anni, redattore della rivista, Mario Mazzoleni. Per ogni citazione è riportata la fonte; ciò consentirà, a chi ne è interessato, di approfondire l’argomento.

L’importanza del cibo

Raro Sai

Il cibo Che cos’è il cibo? È tutto ciò che potete ingurgitare? Oppure le verdure di cui vi cibate? No, no! Tutto l’universo è pieno di cibo! Infatti un corpo, il quale viene mantenuto attraverso il cibo, diventa a sua volta cibo per qualche altro corpo. Ciò che noi consumiamo è cibo, ma anche chi consuma è fatto di cibo. Un essere è cibo per un altro essere; di conseguenza tutti sono cibo. Per questo, viene detto che il cibo è Dio. E Dio stesso è il cibo di tutti. (DD14-1-2000, mt, MS3/00) Sobrietà nel cibo Se coltivate l’idea di essere il corpo, esso vi chiederà sempre più cibo, e più variato, più cura per il suo aspetto e più comodità. Gran parte di ciò che si mangia è superflua; si può viver sani con molto meno. (D66-IX, 12) Cibo che divide Difficilmente s’instaurano sentimenti di amicizia quando non si predilige la stessa qualità di cibo. Ma anche quando due persone mangiassero entrambe cibo ragiasico e possedessero la stessa natura, l’amicizia non potrebbe durare a lungo, in quanto l’invidia e l’astio s’interporranno fra i due e spezzeranno il legame. (D83-XIX, 7) Il cibo piccante aumenterà la litigiosità, l’aggressività e l’indole vendicativa contro chiunque non sia d’accordo o, per una ragione o l’altra, si opponga o deluda. Tali uomini sono peggio degli scorpioni e dei serpenti. Essi sono paragonabili a spade affilate e seghe dentate. È tragico che conflitti faziosi emergano anche fra persone che si confessano devoti di Dio. (D83-XIX, 10) Importanza del cibo per l’aspirante Ma che cosa s’intende esattamente per cibo “satvico”? È satvico il cibo che dà benessere e gioia al corpo, alla mente e al cuore, e aiuta a mantenere un sacro modello di vita. Il cibo satvico fa sentir leggeri anche al termine della cena o del pranzo. Le persone che realmente possiedono caratteristiche satviche si accontentano di consumare un pasto al giorno. La qualità ragiasica induce a una continua richiesta di cibo piccante, agro, dal

Mother Sai luglio - agosto 2008

9

sapore forte e molto salato. La tamasicità, invece, fa apprezzare gusti acri, stantii e freddi. La maggior parte del cibo ingerito viene eliminata. La restante quantità di cibo viene utilizzata per il mantenimento e la crescita delle ossa e dei muscoli. Le parti sottili del nutrimento, invece, sono destinate ai nervi e alla mente. Per tale ragione, gli aspiranti spirituali devono prestare la massima attenzione al cibo che consumano. (D83-XIX, 9) Chi mangia carne e beve vino… È possibile gettare le fondamenta della vita spirituale moderando e regolando le proprie abitudini alimentari… Chi si dà a bevande alcoliche perde il controllo delle emozioni e delle passioni, degli impulsi e degli istinti, dei discorsi e delle azioni e può perfino abbassarsi al livello delle bestie. Chi mangia carne sviluppa inclinazioni alla violenza e contrae le malattie degli animali. (D66-IV, 14) Ma i vegetariani non uccidono le verdure? Alcuni dicono: «Voi siete vegetariani; ma quando tagliate le verdure, esse soffrono!» Per la verità, le verdure non sono sensibili alle azioni che compiamo su di loro. Solo l’uomo, infatti, è composto dei cinque involucri: Annamaya koµa (corpo fisico); Prâ²amaya koµa (corpo dell’energia vitale); Manomaya koµa (corpo mentale); Vijñânamaya koµa (corpo della saggezza), Ânandamaya koµa (corpo della beatitudine)1. Le verdure, gli alberi, insomma, tutto il regno vegetale è composto solamente del prâ²a, dell’energia vitale (Prâ²amaya koµa), ma non della mente2; non possedendo il corpo mentale (Manomaya koµa), i vegetali non soffrono. E non è tutto. Non possiedono nemmeno il Vijñânamaya koµa, l’involucro della saggezza. Quando tagliamo della verdura o della frutta, esce dell’acqua. Qualcuno potrebbe pensare: «Cielo! Sta piangendo perché lo sto tagliando! Sta versando lacrime!» Ma quella non è altro che semplice acqua, non lacrime di dolore. C’è dolore, infatti, solo quando c’è un cervello, una mente, e lo stesso vale per la felicità. Solo colui che è capace di pensiero può provare beatitudine. Gli esseri umani hanno la mente. Anche gli animali, gli uccelli e le bestie hanno la mente; vermi e insetti hanno una mente, mentre il regno vegetale possiede solo l’involucro dell’energia vitale, ma non quello della mente. Di conseguenza, non c’è ragione di pensare che si infligga della sofferenza a ciò che non ha mente, ed è ovvio che non ci sia in questo caso violenza. Un essere privo di mente non soffrirà mai. (DD 22-08-2000, K©¹²ajayantî) La schiavitù della “carne” Gli uomini si nutrono di molti esseri viventi: consumano piante, uova, pesce, vacche, maiali, agnelli, e via di questo passo. Finché non riceveranno un’istruzione che li educhi a scoprire il Divino che è dentro di tutti, finché rimangono sprovvisti dell’apposito biglietto che li autorizza a passare ad un livello superiore alla condizione umana in cui sono stati scara-

10

Mother Sai luglio - agosto 2008

ventati, andranno rotolando di grembo in grembo (se si vuole, con espressione più forte, “di utero in utero”), incatenati come schiavi ai sensi e alle malattie che quella pri gionia inevitabilmente si porta dietro a mo’ di strascico. Non piegatevi a quella schiavitù, bramate lo splendore del Sole, anelate alla fonte della perfetta Sapienza. (Pensiero del Giorno 16-8-00)

Note: 1. L’argomento dei Cinque Involucri è stato dettagliatamente spiegato da Baba nel Suo Discorso di Mahâµivâratrî tenuto il 4 Marzo 2000. 2. In questo caso il termine “mente” (manas), oltre che come mente astratta pensante andrebbe anche inteso come cervello fisico (che del manas è la controparte materiale), il quale è collegato e riceve impulsi dai sistemi nervosi simpatico e parasimpatico responsabili della percezione del dolore fisico. Pertanto le reazioni emotive delle piante, così ampiamente studiate e dimostrate, sono reazioni vitali, emozioni eteriche legate a prâ²amaya koµa, il corpo dell’energia pranica, del soffio vitale.

Mother Sai luglio - agosto 2008

11

Discorso 01 -05-2008

L’uomo senza moralità è un vero e proprio demone “Bhârat è la madrepatria di molte anime nobili che si sono guadagnate una grande reputazione in tutti i continenti del mondo. Questa è la terra di molta gente valorosa in grado di annientare i nemici sul campo di battaglia. Questa è la terra di molta gente istruita che ha insegnato i Veda e altre Sacre Scritture alla gente di altri Paesi. Ma oggi, sfortunatamente, gli abitanti di Bhârat hanno dimenticato i princìpi della spiritualità e si stanno incamminando sul sentiero sbagliato.”

Mât© devo bhava pit© devo bhava âcârya devo bhava atithi devo bhava Onorate vostra madre, vostro padre, il precettore e l’ospite come se fossero Dio. È uno degli insegnamenti principali dei Veda. E anche:

Satya¼ vâda dharma¼ cara Dite la Verità, praticate la Rettitudine. È un insegnamento fondamentale dei Veda. Ma questi insegnamenti oggi non si vedono né si ascoltano (più), da nessuna parte. Basate la vostra vita sulla Verità e sull’Amore Di questi tempi, ovunque ci giriamo attorno nel mondo, ci rendiamo conto che l’ingordigia e i desideri sono in crescita. Persino la gente degli altri Paesi sente la necessità di controllare i sensi. OGGI L’UOMO ACCUMULA PECCATI A CAUSA DELL’USO ERRATO DEI PROPRI SENSI. È GIUSTO AVERE DESIDERI, MA ESSI VANNO MANTENUTI ENTRO CER-

12

TI LIMITI. Oggi l’uomo ha desideri illimitati.

Inoltre, di questi tempi, tutto è inquinato; l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo e anche l’aria che respiriamo sono inquinati. In effetti tutti e cinque gli elementi sono ormai inquinati, ma la vita vera e propria dell’uomo dipende da essi. COME PUÒ, LA VITA DELL’UOMO, RIMANERE INDENNE SE TUTTI E CINQUE GLI ELEMENTI SONO INQUINATI? Sembra che l’uomo parli con dolcezza, ma la sua mente è piena di amarezza e questo è molto brutto. Qual è lo scopo della nascita come esseri umani? Chi è un essere umano? L’essere umano è l’incarnazione della Divinità, ma, se percorre un sentiero sbagliato, come può esser definito “essere umano”? Questo è il motivo per cui oggi, ovunque, è difficile trovare un vero essere umano. Neppure coloro che sono in possesso di un’alta istruzione e diplomi importanti, o che occupano posizioni elevate e autorevoli, possono essere chiamati “esseri umani” se mancano di Verità e Amore. In effetti essi sprecano il loro denaro e il loro tempo ad acquisire quella che viene definita alta istruzione, ma che non ha alcuna sostanza. Acquisire un’istruzione elevata, leggere libri sacri e intraprendere pratiche spirituali, quali japa (ripetizione del Nome Divino), dhyâna (meditazione), yoga, yajña (riti sacrificali), è tutto un mero spreco di tempo se non si sviluppano la Verità e l’Amore, cose che oggi l’uomo ha completamente dimenticato. IN CIÒ CHE LA GENTE DICE C’È SEMPRE UN ELEMENTO DI MENZOGNA. PER QUANTO POI RIGUARDA L’AMORE, ESTERIORMENTE LA GENTE SEMBRA SORRIDERE, MA INTERIORMENTE HA SOLO VELENO. COME SI PUÒ OTTENERE LA PACE

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 01 -05-2008 traprendere, sia essa japa, yoga o yajña, SENZA LA VERITÀ E L’AMORE? Dharma (Retpuò fornirci la Pace. Innanzitutto dobbiatitudine) proviene da Satya (Verità). È per questo che viene detto: mo rendere saldo e pacifico il nostro cuore. Ovunque guardiamo nel mondo, troviamo Satyannâsti paro dharmah solo conflitti, e persino gli amici intimi, che “Non esiste Dharma più grande si vogliono bene, litigano per cose futili. DI dell’aderenza alla Verità”. FATTO, NON È POSSIBILE TROVARE UN VERO AMICO A QUESTO MONDO. Le qualità malvaOvunque ci siano Verità e Rettitudine la gie del nostro cuore sono responsabili di Pace arriverà, automaticamente. L’Amo- questi conflitti. Pertanto, rendete puro il re può svilupparsi solo se c’è Pace e ovun- vostro cuore, ma non il cuore fisico, bensì que ci sia Amore non può esistere violen- quello spirituale. In esso non dovrebbe troza. Solo allora l’uomo potrà compiere paci- varsi neppure la minima traccia di impurità. ficamente tutte le sue azioni a livello fisico, mentale e spirituale. Perciò, se volete ave- Solo Dio può darvi la vera felicità re la Pace, dovete in primo luogo sviluppa- Oggi le persone accumulano tanti soldi, ma re l’Amore e, se volete avere l’Amore, per che cosa? Che cosa si porteranno diedovete aderire alla Verità. OGGI L’UOMO RI- tro alla loro dipartita? Potranno andarsene CORRE ALLA MENZOGNA PERSINO NELLE PICsolo a mani vuote e dovranno lasciare perCOLE COSE. OLTRE A QUESTO, EGLI È SEMsino il proprio corpo. I cinque elementi si PRE PIENO DI COLLERA. N ELL’UOMO LA RABriuniscono ai cinque elementi e il corpo vuoto BIA ECLISSA COMPLETAMENTE LA VERITÀ. Egli viene cremato. Ecco perché non si deve non è nato per metter su famiglia o riem- essere orgogliosi né del corpo né della ricpirsi la pancia, bensì per redimere la pro- chezza. Il denaro viene e va, la moralità pria vita, e se agisce in contrapposizione a viene e cresce. Dobbiamo sviluppare la questo, perde la propria Umanità. Un es- moralità. Nonostante la sua grande istrusere umano diventa divino quando si libera zione, l’uomo d’oggi ha perso la moralità e dei desideri. La madre aspira a vedere la chi ne è privo non è affatto un essere umafelicità dei figli che ha allevato sopportan- no: è un vero demone in forma umana. Senza do ogni sorta di privazioni e difficoltà. MA moralità non può esserci Umanità. Rispettate i vostri anziani, mostrate gratitudine ai OGGI, PURTROPPO, LA GENTE NON AMA LA vostri genitori. OGGI LA GENTE MANCA DEI MADRE E IL PADRE. IN REALTÀ, NON AMA NESSUNO. SENTIMENTI DI GRATITUDINE E RISPETTO E PENSA: “PERCHÉ MAI DOVREMMO RISPETTAIncarnazioni dell’Amore! RE I NOSTRI GENITORI? PERCHÉ MAI DOVREMOvunque guardiamo, in questo mondo, non MO AMARLI?” Ovunque la gente vada, desitroviamo la minima traccia di pace, da nes- dera smodatamente sempre più denaro! suna parte. Non troviamo (in vendita) la Qual è la nostra vera ricchezza? L’Amopace neppure dai fiorai, dai verdurai o dai re! Quando acquisiamo la ricchezza dell’Amore possiamo avere tutto, possiamo venditori di legna da ardere. Dov’è la Pace? La Pace è solo dentro di prendere con le mani persino le nuvole. noi, è nelle nostre parole e nel nostro cuo- Tutto si trova nelle mani dell’uomo e tutti re; non la si può trovare al di fuori di noi. gli Dei sono presenti dentro di lui. Infatti Nessuna disciplina spirituale possiamo in- egli non è altro che divino dalla testa ai pieMother Sai luglio - agosto 2008

13

Discorso 01 -05-2008 di. Tutte le cose del mondo sono come nu- fate del male a nessuno, non provocate loro vole di passaggio che vengono e vanno, e danno. Amate tutti, servite tutti; da questo sentirsene orgogliosi è un grande errore. trarrete un immenso beneficio. Se aiutate Quando si tratta di parlare, diciamo qualsi- qualcuno, questo stesso aiuto gioverà anasi cosa, ma, quando viene il momento di che a voi. Oggi questo genere di aiuto non tradurle in pratica, le nostre azioni non cor- si trova più a questo mondo. Ovunque anrispondono alle nostre parole. Questo è un diate ci sono solo “io, io, io” e “mio, mio, grande peccato. Oh, gente! NON C’È NES- mio”! L’uomo è diventato talmente SUNO AL MONDO CHE POSSA DARVI LA FELICIegocentrico da dimenticare tutti eccetto se TÀ FUORCHÉ DIO. SOLO DIO VI PROTEGGE stesso e i suoi cari. I N TUTTI I MODI . D OVETE SEMPRE Viµva¼ vi¹²u svarûpam CONTEMPLARLO. SE LO CONTEMPLERETE COSTANTEMENTE, VERRETE LIBERATI DA TUTTE Tutto l’universo è l’incarnazione del Signore Vi¹²u. LE SOFFERENZE. Alcuni si fanno beffe di voi e vi chiedono: “Dite sempre ‘Dio, Dio, Dio’... ma Egli che cosa vi ha dato?” Dio è L’uomo non è un mero mortale; è divino. Colui che vi dà tutto. È solo Dio a ricom- Perciò, considerate tutti divini. Non fate del pensarvi, a punirvi e a proteggervi. Tutto è male né provocate alcun danno a nessuno, né fisicamente né mentalmente. ALCUNI Dio. TRAGGONO UNA SORTA DI SODDISFAZIONE NEL

Ekam sat viprâ bahudhâ vadanti La Verità è una, ma il saggio si riferisce a essa con molti nomi.

FAR DEL MALE AGLI ALTRI, MA IN FUTURO DOVRANNO SUBIRE LE CONSEGUENZE DELLE LORO AZIONI.

ESSI NON RIESCONO A CAPIRE QUALI

DIFFICOLTÀ DOVRANNO AFFRONTARE.

Diamo a Dio un nome o un altro solo per nostra soddisfazione, ma tutti i Nomi sono Suoi. Dobbiamo installarLo nel nostro cuore permanentemente. QUALSIASI DIFFICOLTÀ VI ARRIVI, ACCETTATELA COME VOLONTÀ DI DIO . Nessuno sa per quale motivo Dio dia le difficoltà. Dovete pensare che le difficoltà sono per la vostra felicità. Na sukhât labhate sukha¼ Non si può trarre felicità dalla felicità. Il piacere è un intervallo fra due dolori. La mente dell’uomo è responsabile di tutte le sue difficoltà. SE L’UOMO HA LA MENTE DISTURBATA TROVERÀ PROBLEMI OVUNQUE, PROVERÀ PERSINO DISGUSTO PER LA PROPRIA VITA E COMINCERÀ A SENTIRE CHE LA SUA STESSA ESISTENZA È UNO SPRECO. Le cause di tutto questo sono la mente e i suoi desideri. Non

14

Qualsiasi cosa mangiate, erutterete di conseguenza: se mangiate un cetriolo non potrete avere un rigurgito che sappia di mango! Quindi, qualsiasi cosa facciate, siete destinati a sperimentarne le conseguenze. Perciò,vedete il bene, fate il bene, dite il bene, siate buoni e sperimenterete buoni risultati. Qualsiasi cosa Dio dica è solo per il vostro bene. K©¹²a disse: “Arjuna! Se sei preoccupato è a causa della tua illusione. Questa guerra è venuta solo per la tua vittoria. Quale scopo ha questa vittoria? Essa serve a mostrare la divinità dell’uomo.” Amate tutti e ricevete l’Amore di Dio Incarnazioni dell’Amore! Tutte le vostre difficoltà sono come uno specchio, rivelano la vostra vera forma. Voi albergate ogni genere di desiderio e questo è il motivo per cui subite molte sofferenze. Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 01 -05-2008 Perciò, non lasciate spazio ai desideri. I de- CRITICA MAI; TRASMETTE L’ESPERIENZA DELsideri senza limiti sono la causa di tutte L’AMORE A TUTTI. Se persino gli uccelli e gli le vostre difficoltà. NON PUÒ ESSERCI EF- animali hanno l’Amore, non dovrebbe l’uomo (a maggior ragione) amare i suoi simili? FETTO SENZA CAUSA, NESSUN GERMOGLIO CRESCE SENZA UN SEME. Deve esserci un seme, Essendo dotato di così tante buone qualità, che crescerà fino a diventare un albero l’uomo deve amare il suo prossimo; solo enorme. Chiunque incontriate, considera- così può diventare il ricettore dell’Amore telo vostro, identificatevi con lui. Sviluppa- di Dio. Quindi, amate tutti e acquisite te questo sentimento sempre di più. l’Amore di Dio. Combinate il vostro AmoChi siete voi? Voi rispondete: “Io sono il tal re con la Verità e non ricorrete mai alla dei tali.” Come vi chiamate? Voi risponde- menzogna. Potete ottenere l’Amore solo te: “Mi chiamo Nagappa.” A questo modo, tramite la Verità. Dove ci sono la Verità e tutti hanno nomi differenti. Se persino il l’Amore, là c’è Pace e dove c’è la Pace ci mondo intero chiedesse a Dio: “Chi sei?”, sarà la Non violenza. PERCIÒ L’UOMO DEVE Egli risponderebbe: “Io sono Io”, “Aha¼ INNANZITUTTO SVILUPPARE LA V ERITÀ E brahmâsmi” (Io sono Brahman). Di fatto, L’AMORE; ALLORA NON RICORRERÀ ALLA VIOil mondo intero è pervaso da Brahman. Non LENZA. Quali che siano le discipline spiripotete trovare nessuno a questo mondo in tuali che praticate - penitenze, riti sacrificui Brahman non sia presente. Quindi, cali (yajña) o yoga - permeatele tutte chiunque critichiate o lodiate, (la critica o d’Amore. la lode) raggiunge Dio. Quando criticate Dio, non potete sfuggire alle conseguenze. Per- Dio è il vostro vero parente tanto, non criticate mai. Qualsiasi cosa la Egli viene da voi sotto forma di vostro figente dica di voi, lasciategliela dire. Pensa- glio, vostra figlia, vostro amico e di ogni alte che non sta criticando voi, ma se stessa. tra relazione. Dio è il vostro vero parente Qualunque cosa le persone possano dire, si in tempi difficili. Ecco perché Egli viene dissolverà nell’aria. A che cosa serve rea- chiamato Âpadbâ¾dhava (un parente nei gire ai discorsi che si dissolvono nell’aria? momenti di difficoltà). Ma come dovremSolo l’Amore raggiunge il cuore. Che ge- mo comportarci con questo parente? Non nere di pensieri dovete avere? I vostri pen- si tratta di un parente a livello fisico. Ecco sieri devono essere permeati di Verità. Po- un piccolo esempio: subito dopo il matrimotete sperimentare l’Amore solo quando i nio marito e moglie sviluppano una relaziovostri pensieri sono veritieri. Conducete la ne intima e si dicono l’un l’altra: “Tu sei me vita con Amore e portatela a termine con e io sono te.” Dopo una settimana, però, Amore. Qualsiasi cosa facciate agli altri, in nella relazione interviene un cambiamento: realtà la state facendo a voi stessi. Che sia la moglie è moglie e il marito è marito. Poco buona o cattiva, di aiuto o di ostacolo, ogni tempo dopo il matrimonio, quando escono cosa è il risultato dei vostri stessi pensieri insieme, se il marito vede una spina sulla (sa¾kalpa). PERCIÒ, AMATE TUTTI E, SE NON strada si preoccupa molto temendo che possa nuocere alla moglie; perciò urla: “SpiPOTETE AMARE GLI ALTRI, ALMENO RIMANETE na, spina, spina!” e tira via la moglie per IN SILENZIO, NON TRATTATELI MALE. N ESSUNO HA IL DIRITTO DI CRITICARE. LO STESSO salvarla. C’è così tanto amore, così tanta AMORE È PRESENTE IN TUTTI. PUÒ L’AMORE preoccupazione! Dopo una settimana essi vanno al bazar. Il marito vede un’altra spiCRITICARE L’AMORE? NO, NO. L’AMORE NON Mother Sai luglio - agosto 2008

15

Discorso 01 -05-2008 na e dice alla moglie: “C’è una spina, non la vano insieme a formare una comunità, la vedi coi tuoi occhi?” Dopo qualche altro loro forza ( pu¹ºi ) aumenta. Dio giorno ancora, quando vede un’altra spina (Parame¹ºi) non ha dato origine alla creaurla arrabbiato: “Sei cieca?” In pochi gior- zione (s©¹ºi) tanto per divertirsi; lo ha fatto ni, in questo amore interviene un cambia- per manifestare l’unità di tutta la creazione mento. Se riponiamo in esso la nostra fede stessa. L’UNITÀ È IL PRINCIPIO BASILARE DELe conduciamo le nostre vite (in accordo LA CREAZIONE ED È INTESO A PROMUOVERE IL con) con questo genere di amore (che dura PRINCIPIO DELL’AMORE IN TUTTI. Ma oggi, così poco!), per quanto tempo potremo vi- sfortunatamente, i partiti politici stanno divere? Questo amore cambia in pochi gior- videndo la gente in (diverse) fazioni. Quatni. L’amore fisico non è affatto amore. I tro persone che appartengono a una stessa due corpi sono come due bolle nell’acqua; famiglia intraprendono quattro strade diverse entrambe sono piene d’aria e scoppieran- e dividono la casa in quattro settori. Questo no una dopo l’altra. Quando la bolla scop- è molto brutto. Persino se in famiglia ci fospia, l’aria si unisce all’aria. Quindi, questo sero quattrocento membri fra di essi dovrebnon è il tipo d’amore a cui dobbiamo aspi- be esserci unità. Tutti devono aiutare i vicirare. L’AMORE CUORE A CUORE È IMPORTAN- ni, tutti devono aiutarsi a vicenda. Solo alTE: È L’AMORE CHE RAGGIUNGE DIO . lora potrà esserci armonia nella creazione. In caso contrario, essa perde il suo scopo. I bhajan collettivi sono di beneficio a DOVETE PRENDER PARTE AI BHAJAN CON TUTtutti i partecipanti TO IL CUORE E CANTARE LA GLORIA DI D IO; Tante persone sono venute qui per parteci- ANCHE SE NON RIUSCITE A COMPIERE NESSUpare ai bhajan. Possiedono tutte devozio- N’ALTRA PRATICA SPIRITUALE, CANTATE IL ne e fede incrollabili? Possono ottenere tutte NOME DI DIO. QUESTO SARÀ SUFFICIENTE! la liberazione (mukti)? No, assolutamente (A questo punto Swami ha cantato il no. DELLE PREGHIERE DI TUTTA QUESTA GEN- bhajan, “Hari Bhajana Binâ Sukha TE, SOLO QUELLE DI DIECI PERSONE POSSO›ânti Nahin” e poi ha continuato il Suo NO RAGGIUNGERE DIO . I bhajan collettivi Discorso – N.d.T.). vengono organizzati nella speranza che, NON POTETE OTTENERE PACE E FELICITÀ SENdato il grande numero delle persone che vi ZA I BHAJAN. LA PACE SI PUÒ OTTENERE SOLO partecipano, l’amore di alcune di esse rie- ATTRAVERSO IL LORO CANTO E NON CON ALsca a raggiungere Dio. I bhajan hanno TRI MEZZI. anche l’intento di sviluppare amore per Dio in tutta la comunità. Fu Guru Nanak a dare “Hari Nâm Binâ Ânanda Nahin” Non potete ottenere la Beatitudine avvio alla pratica del canto collettivo. Quando qualcuno gli chiedeva: “Così tante persenza ripetere il Nome di Hari (Dio). sone che cantano insieme... Dio le ascolte“Japa Dhyâna Binâ Sa¼yoga Nahin” rà tutte?”, egli rispondeva: “È possibile che Non potete avere l’unione con Dio almeno l’amore di una o due persone Lo senza fare japa (la ripetizione del Nome) raggiunga e questo è sufficiente a protege dhyâna (la meditazione). gerle tutte.” Ecco perché dobbiamo condurre i bhajan collettivi (sama¹ºi bhajan). Che cosa significa “yoga”? Non si tratta solo Sama¹ºi (la collettività) è formata di vya¹ºi di sedere in silenzio a occhi chiusi. Che cosa (individui). Quando molti individui si ritro- significa meditazione? Non è il mero ricor16

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 01 -05-2008 darsi di Dio a occhi chiusi. Dovete installa- unire l’Amore e la Verità. Se avete l’Amore Dio nel vostro cuore; non dovete pensa- re, amerete tutti e renderete tutti felici. Perre di essere diversi da Dio. Dovete diventa- ciò tenete cari l’Amore e la Verità nel vore Uno con Dio. La forma androgina stro cuore e non dimenticateli mai, nem(ardhanârîµvara) di Dio simboleggia que- meno in sogno. I sogni sono solo la reaziosta verità e rappresenta sia la donna sia l’uo- ne, il riflesso e la risonanza dello stato di mo. Uno è il Jîva (l’anima individuale) e veglia. Qualsiasi cosa facciate durante la l’altro è il Daiva (Brahman). La vera libe- giornata vi viene in sogno durante la notte. razione è l’unione di Jîva e Daiva. Dove I sogni sono come nuvole di passaggio: non c’è il Jîva, là c’è anche il Daiva; perciò correte loro dietro; attaccatevi a Dio che è non c’è bisogno di correre dietro a Dio per- vero, eterno e immutabile. Se siete attacché Egli è presente in tutti i jîva (individui). cati a Lui potete ottenere qualsiasi cosa e Non consideratevi un mero jîva; pensate non avrete paura né preoccupazioni. LAdi essere un Daiva. Voi vi considerate de- SCIATE CHE LA GENTE DICA CIÒ CHE VUOLE, gli individui a causa del vostro attaccamen- NON PREOCCUPATEVENE; PENSATE CHE STA CRIto al corpo. Non fatelo. Lo stesso Âtma è TICANDO IL VOSTRO CORPO E NON VOI. Non presente in tutti. QUANDO FATE RIFERIMEN- date eccessiva importanza al vostro corpo; TO AL PRINCIPIO ATMICO SIETE TUTTI UNO. voi non siete il corpo. Quando dite: “QueIn questa sala sono presenti moltissimi indi- sto è il mio corpo”, dovreste chiedervi: “Chi vidui, ma l’Âtma in tutti loro è Uno e il me- sono io?” Questo “io” non è l’io individuadesimo. C’È UN UNICO SOLE NEL CIELO, le; è l’“io” fondamentale. Non è sempliceE DÀ LUCE A TUTTO IL MONDO; ANCHE DIO È mente correlato a un particolare individuo; è correlato al tutto. La croce, simbolo della COME IL SOLE CHE ILLUMINA LA VITA DI TUTTI. QUANDO CRITICHIAMO GLI ALTRI, CI LAcristianità, ha come significato il taglio delSCIAMO INGHIOTTIRE DALL’OSCURITÀ; PERCIÒ l’“io” individuale. Solo quando recidete l’“io” individuale potete ottenere la DiviniAMATE E SERVITE TUTTI . Se qualcuno ci maltratta lasciateglielo fare: gli insulti diver- tà. Quindi, rinunciate al sentimento ristretto ranno aria fine. Pensate sempre che nes- dell’“io” e del “mio”. Voi dite: “Nâ koduku”, suno può criticarvi. Abbiate fede nel fatto “Nâ bidda” (mio figlio, mia figlia). Qui “Nâ” che Dio vi proteggerà sempre e sviluppate significa “no” e “niente”. Solo Dio è semuna fede incrollabile in Dio. C’è molta gen- pre con noi. Tutto è Dio: dovete ricordarLo te che nega l’esistenza di Dio, ma, se Dio sempre. Non sprecate neppure un singolo non c’è, da dove siete venuti? In quale luo- momento; anche un solo momento è uno go avete avuto origine? Se non avete fede spreco molto grande. SE PENSATE A DIO, ANin Dio, tutta la vostra vita diventa uno spreco. CHE PER UN SOLO MOMENTO, SPERIMENTERETE IMMENSA BEATITUDINE. QUANDO SIETE NELLA Ricordate sempre Dio MORSA DELLA SOFFERENZA, CHIUDETE GLI OCQuindi, incarnazioni dell’Amore, sviluppa- CHI E RICORDATE DIO; QUESTO VI DARÀ LA te la Verità e l’Amore. Quando avete la PACE. Non sentitevi tristi o infelici per nesVerità e l’Amore, avete anche la Pace. suna cosa, affrontate tutte le situazioni con Quando avete la Pace potete vivere felice- coraggio e forza d’animo. Essi sono la vomente tutta la vostra vita senza nutrire odio stra vera forza. In questo modo, da devoti per nessuno. Nutrite odio solo quando man- del Signore, contemplateLo in ogni momento cate di Amore e Verità. Nella vita dovete della vostra vita. (Baba canta il bhajan: Mother Sai luglio - agosto 2008

17

Discorso 01 -05-2008 “Râma Râma Râma Sîtâ. Poi gli studenti cantano il bhajan “Kauµalyâtmâja Râma Daiva¼ mânu¹a rûpena Cara² , Vaidehî Priya Râma Cara² , Dio appare in forma di essere umano. Bharatarcita ›rî Râma Cara² , Cara² , Dio si incarna in forma umana. Colui che Ahalyodharaka Râma Hanumatsevita Râma Cara²” (Adorate recita costantemente il Nome Râma, o qualsempre i Piedi di Loto di Râma, figlio di siasi altro Nome di Dio, è un vero essere Kauµalyâ, che sono cari a Sîtâ, che ven- umano. Persino un ateo dice: “Ayyo gono adorati da Bharata e serviti da Râma!” (Ahi, Râma) quando soffre. Si dice: Hanuman e che hanno redento Ahalyâ.” “Abbâ Râma!” (Padre Râma) quando ci si Baba prosegue quindi il Suo Discorso - fa male o ci si ferisce. Tutti devono pronunciare il Nome di Dio una volta o l’altra. N.d.T.). Tutte e cinque le persone menzionate in Dovete sempre rimanere immersi nel Nome questo canto sono molto care a Râma. IN di Dio. Recitate un qualsiasi Nome di Dio: Râma, K©¹²a, Allah, Gesù... Dio viene chiaQUESTO MODO OGNI AVATÂR SELEZIONA ALmato con molti nomi, ma Egli è Uno solo. CUNE PERSONE FORTUNATE E CONFERISCE Ci sono molti tipi di dolci, quali Mysorepak, LORO LA SUA GRAZIA SPECIALE. L E PERSONE Gulab Jamun, Burfi, Palakova, Jilebi SELEZIONATE SONO QUELLE CHE HANNO RAGecc., ma è lo zucchero che trasmette a tutti GIUNTO UN ABBANDONO TOTALE. Râma fu il vero e proprio Âtma di Madre Kauµalyâ. la dolcezza; allo stesso modo, in tutti i Nomi Egli disse: “Kauµalyâ Mi ha fatto nascere. il Principio Divino è lo Stesso. Io sono Uno, Senza di lei, come avrei potuto incarnarMi? ma sono presente in tutte le forme. NELLA Perciò, Mia madre è il Mio Dio.” Il secon- MIA CREAZIONE C’È UNITÀ, MA VOI VEDETE do verso del canto dice: “Vaidehî Priya LA DIVERSITÀ A CAUSA DELLA VOSTRA VISIONE Râma Cara².” Vaidehî significa “colei che DISTORTA. Dovete vedere l’Unità nella creha trasceso l’attaccamento al corpo”. azione; non seguire la vostra visione. I voIl verso successivo è: “Hanumatsevita stri occhi possono vedere sia il bene sia il Râma Cara². ” Hanuman pensò sempre male. Quando negli occhi di qualcuno c’è solo a Râma e recitò sempre “Râma, Râma, un difetto, questi può vedere due cose inRâma”. Il suono “Râma, Râma, Râma” vece di una. Il difetto risiede nella vostra emanava da ogni poro del suo corpo. Una visione, ma in verità Dio è Uno. Ripetete volta Râma gli chiese che cosa contemplas- un Nome qualsiasi, ma fatelo con Amore. se e Hanuman rispose: “Swami! Ogni pelo Se ripetete il Nome Divino con Amore spedel mio corpo ripete il Tuo Nome!” Così rimenterete l’Amore ovunque. dicendo egli estirpò un pelo dal proprio corpo e lo portò vicino all’orecchio di Râma. Brindavan, Whitefield, 1° maggio 2008, Sai Ramesh Krishan Hall Egli Stesso poté udire che mormorava: “Râma, Râma, Râma.” PERTANTO, MENTRE (Tradotto dal testo in inglese pubblicato da: SI CONTEMPLA IL NOME DI DIO, IL NOSTRO www. sathyasai.org) INTERO ESSERE DOVREBBE ESSERE PERMEATO DELLA COSCIENZA DIVINA. TUTTI I PENSIERI, LE PAROLE E LE AZIONI DOVREBBERO ESSERE PERMEATI DEL NOME DI DIO . SOLO COSÌ POSSIAMO DIVENTARE DAVVERO DIVINI. 18

Mother Sai luglio - agosto 2008

Movimento per la pace di alta levatura “Se cominciassi a tenere conferenze in ogni parte del mondo sugli Insegnamenti di Swami, questa attività non produrrebbe cambiamenti in alcuna persona. Vivendo invece il Suo Messaggio nel mio ambito, questo avrà un’influenza sulle persone. Ciò che lei e io possiamo fare, e che le persone che ruotano attorno a Swami possono fare, è divenire esempi viventi del Suo Messaggio.” Così si è espresso µrî M.K. Rasgotra, ex Alto Commissario dell’India a Londra, nel corso di un’intervista per Radio Sai Global Harmony condotta dal dottor G. Venkataraman, ex vicerettore dell’università ›rî Sathya Sai.

Intervista

Sai Ram, signor Rasgotra, e un cordiale benvenuto negli studi di Radio Sai. È la prima volta che abbiamo il piacere e il privilegio di intervistare un diplomatico di grande fama ed esperienza. Mi permetta di porle questa domanda di apertura: quando e in che modo è giunto a Swami? Desidero ringraziarla, caro professore. È mio il piacere e il privilegio di essere qui. Sebbene avessi avuto il mio primo darµan di Swami nell’aprile del 1972 presso l’abitazione di srî Sohan Lal a Delhi, il mio primo vero incontro con Lui è stato il 2 luglio dello stesso anno ad Anantapur, che da allora è stato il giorno più fortunato della mia vita. Qualche tempo dopo il darµan di Delhi, mi recai a Srinagar per una lunga vacanza. Nel frattempo il governo indiano mi chiese di andare a Londra in qualità di Alto Commissario Vicario. Perciò presi l’aereo per Thiruvananthapuram, che si trova più a sud, per andare a prendere mia moglie e poi da lì tornare a Delhi e partire insieme alla volta di Londra. Il volo faceva solitamente sosta a Bangalore, ma accadde qualcosa all’aereo e fu annunciato che il velivolo non poteva proseguire per Thiruvananthapuram. Dovevamo attendere un giorno a Bangalore. Decisi così di andare all’âµram di Swami a Whitefield, ma Egli non c’era. Allora andai a Puttaparthi, dove il professor Kasturi mi disse che Swami si trovava ad Anantapur. Trascorsi la notte a Puttaparthi e la mattina successiva mi recai all’Anantapur College. Il rettore del college mi chiese di rimanere seduto nella sala d’aspetto. Dopo aver parlato con varie persone, Swami mi chiamò con un cenno e io Gli toccai i Piedi. Produsse della vibhûti per me e mi dedicò un sacco di tempo, almeno un’ora, indicativamente. Insistetti per sedermi ai Suoi Piedi, ma Egli mi chiese di sedere sul divano. In ogni modo, parlammo e fu la mia prima lezione di spiritualità. Ebbe inizio con la narrazione, da parte di Swami, di vari episodi della mia esistenza che erano noti solo a me; poi Egli disse: “Tum London jata hai, High Commissioner hoke?” (vai a Londra

Mother Sai luglio - agosto 2008

19

in veste di Alto Commissario?). Risposi: “Baba, vado in qualità di Alto Commissario Vicario.” E Lui: “Hum bola na tum High Commissioner hota hai” (ti ho detto che sei Alto Commissario). Le dette la promozione! Sì, e poi disse: “Molti problemi là. Bahut dushman hai tumhara (hai molti nemici). Bahut (molti) problemi.” Ero un po’ spaventato e Gli chiesi: “Baba, che cosa dovrei fare?” Egli rispose: “Fai solo il tuo lavoro; fai ciò che pensi sia giusto.” La conversazione si svolse parzialmente in inglese, ma per lo più in hindî. Infine mi congedai. Deve aver dimenticato il volo! Mentre ero seduto con Lui, dimenticai ogni cosa. La Sua personalità affascinante e la Sua presenza magnetica mi incantarono. Ero stupito del modo semplice in cui mi raccontava cose tanto profonde. Quando giunsi all’aeroporto c’era ancora un’ora d’attesa prima che il volo partisse. Una domanda che di solito poniamo riguarda esperienze straordinarie relative a Swami. Ne ha avuta qualcuna? Alcune persone ne hanno, altre no. Forse potrebbe condividere un paio di cose con noi. Il primo miracolo che Egli mi ha riservato si verificò nel corso di una successiva visita che Swami compì nella stessa dimora a Delhi. All’epoca, mi recavo lì ogni giorno. Una sera dovevo andare a cena in un certo posto. Doveva essere il 1975. Allora avevo lasciato Londra ed ero ambasciatore in Nepal. Stavo uscendo dal portone quando Sohan Lal mi rincorse ansimando e disse: “Ruk jao. Ruk jao” (fermati, fermati). Mi fermai, poi proseguii ed Egli mi afferrò e mi trascinò nella sala da pranzo. Dovevano essere le 18,30 o le 19. C’erano una ventina di devoti seduti a terra su tre lati della sala, mentre sul quarto si trovava Swami; davanti a Sé un piccolo tavolo carico di cibo, che Egli appena toccava. Potevo sentire la Sua presenza. Ero seduto proprio di fronte a Lui e questa situazione doveva svolgersi secondo le Sue istruzioni, perché niente avviene senza la Sua Volontà. Dovevo andare a cena altrove, perciò ero piuttosto parco con il cibo. Tenevo costantemente gli occhi fissi su di Lui. Mi guardavo intorno e vedevo tutti gli altri occupati a mangiare. Mentre guardavo Swami, vidi un alone di luce solare intorno alla Sua testa, non fastidioso per l’occhio, di circa 6 pollici di ampiezza. Swami mi guardò e sorrise. Non c’erano raggi di sole nella stanza, dal momento che era sera. Sicuramente si trattava della Sua aura. Swami era seduto contro la parete e l’aura era separata dal muro. C’era un cerchio di luce di circa 6 pollici intorno alla Sua testa. Lo guardai di nuovo e rimasi sbalordito. Mi guardai intorno: nessuno osservava Swami. Era qualcosa di speciale solo per me! E più tardi ne ebbi conferma da Swami Stesso. La cena terminò e fu eseguito l’ârati. Feci Namaskâr a Swami ed Egli mi chiese: “Kuchh dekha?” (hai visto qualcosa?). Gli toccai i Piedi e mi congedai. Fu questo il modo per cancellare ogni dubbio. 20

Mother Sai luglio - agosto 2008

Swami mi infuse nuova vita nel 1986. Ero praticamente morto e sepolto il 2 luglio di quell’anno in seguito a un violento attacco di cuore. Prima che le cose precipitassero, per rianimarmi dovettero sottopormi a una terapia d’urto. L’intervento funzionò e dopo circa 12 ore ripresi conoscenza. Mio fratello minore venne a Puttaparthi per raccontarlo a Swami, ed Egli disse: “Kuchh nahin hai” (non c’è nulla). Rimasi al reparto di Terapia Intensiva per 5-7 giorni e poi in ospedale per altri 10 prima di fare ritorno a casa. Swami mandò un messaggio e le Sue benedizioni, dicendo di non preoccuparsi. I medici di Delhi dicevano che il mio cuore aveva tre gravi ostruzioni ed erano indecisi riguardo all’intervento chirurgico; non consigliavano di certo di farlo a Delhi. A quel tempo le tecniche chirurgiche cardiache non erano molto avanzate nella capitale. Nel 1987 venni a Puttaparthi. Swami mi benedisse e mi rassicurò. Non parlava molto della mia malattia. Se tentavo di parlarne io, Egli diceva: “Kuchh nahin hai.” Nel frattempo fui nominato Alto Commissario dell’India a Londra e tutti mi dicevano: “Ora che vai a Londra, ti farai operare e mettere il bypass direttamente lì.” Al Trombell Hospital di Londra il direttore dell’ospedale, alla guida di una squadra di medici, fece l’angiografia. L’indagine rivelò le gravi ostruzioni e altre cose, per cui il dottore disse che il bypass era necessario. Tenemmo un consiglio di famiglia, e mia moglie disse: “Perché non farlo?” Anche mio figlio si espresse allo stesso modo. All’epoca la fede in Baba era già salda e risposi loro: “Farò l’intervento solo se sarà Baba a dirlo.” Per una strana coincidenza, Swami mi invitò a Puttaparthi per tenere il discorso della Convocazione (dello ›rî Sathya Sai Institute of Higher Learning) nel novembre del 1988. Giunsi qui con un aspetto emaciato, e, avendo perso 10-15 kg, fui alloggiato nella foresteria del Pûr²acandra e c’era chi mi seguiva con molta cura. Swami arrivò nella stanza e disse: “Idhar tum sab pani pee sakta hai, pani bilkul achchha hai” (l’acqua qui è buona; puoi berla). Egli istruiva tutti, dicendo che cosa darmi, la dieta ecc… È sempre un padrone di casa perfetto! Non ce n’è uno migliore da nessun’altra parte! In ogni modo, tenni il discorso della Convocazione. Il giorno seguente tirai fuori l’angiografia e dissi a Swami: “Tutti questi medici sostengono che ho bisogno di un intervento per mettere un bypass.” Egli guardò me e l’angiografia, rise e disse: “Kya? Nahin karna hai” (che cosa? L’intervento chirurgico non è da fare). Ripetei le mie ragioni due o tre volte, spiegando l’importanza e l’urgenza della cosa. Sembrò averne abbastanza e disse: “Hum ne bola na, tum ko jaroorat nahin hai. Viswas nahin hai? Phir se angiography karaoh. Kuchh nahi dekhega. Main tum ko dekh raha hoon” (ti ho detto che non hai bisogno dell’operazione. Se non hai fede, fatti fare di nuovo l’angiografia. Non vedrete nulla. Mi curo Io di te). Così finì la storia. Ebbene, neppure per un momento mi ha mai sfiorato l’idea di farmi fare un’altra angiografia, tanto la mia fede si è consolidata. Voi mi vedete adesso, e tutto ciò è accaduto nel 1988. Mi ritrovo sano come un pesce, cammino per 5 o 6 chilometri quando vado a fare una passeggiata, pratico yoga per mezz’ora al giorno, mangio normalmente e ho anche messo Mother Sai luglio - agosto 2008

21

su qualche chilo! Quando tornò in Inghilterra, i medici le chiesero spiegazioni? Certo che lo fecero, e io risposi: “Grazie, il mio Guru mi ha detto che non mi serve l’intervento. Pensarono che, in qualche modo, fossi pazzo. Anche gli Alti Commissari possono essere stolti! Rifiutai con decisione e da quel giorno presi la seguente decisione: se è il Medico Divino a occuparsi di me, perché fare controlli semestrali? E smisi di andare in ospedale. Così, negli ultimi 10 anni, non ho fatto un controllo: il check-up lo faccio qui! Ero solito andare da Lui almeno una volta quando mi trovavo all’estero e due volte quando ero da queste parti. Mi osservava ogni volta che venivo. Mi dava la vibhûti, e io la ingoiavo immediatamente. Alla fine, un giorno, mi portò nella Sua stanza e chiese: “Sab kaisa hai?” (come va il tutto?) Risposi: “Swami, per grazia Tua sto bene.” Mi dette un colpetto sul cuore e disse: “Ab yeh bilkud theek hai”(ora la cosa è perfetta). Dunque, la mia cura era nelle Sue mani. Mi ha dato una seconda vita e ormai sono più di venti anni. I medici mi avevano dato 2, al massimo 5 anni. A questo punto voglio spostarmi su un altro argomento, data la sua importanza. Se si guarda in giro per il mondo, risulta chiaro che si è in presenza di tanti conflitti, violenze e talvolta le cose sembrano davvero senza speranza, che si tratti del Medio Oriente, dell’Africa, dell’America Latina o di altri luoghi. Lei è consapevole degli Insegnamenti di Swami, conosce il Suo Messaggio. Sente che il Messaggio di Swami sarebbe accettato dal mondo? Il mondo è pronto? Il mondo, per come lo vedo io, non è ancora del tutto pronto, ma si sta preparando a esserlo. Questa risposta è incoraggiante: può darci dei chiarimenti? Noto un cambiamento. Ho parlato con Swami diverse volte. Gli parlo quando vado in un nuovo posto. Anche a Delhi c’era un notevole scetticismo. La gente non era consapevole degli Insegnamenti di Swami, ma ora, là, il Suo Nome è una leggenda. Sono passato dalla Cina a Mosca, agli Stati Uniti, all’America Latina. Ovunque c’è un Centro Sathya Sai, c’è qualcuno che tiene la fiaccola di quell’Insegnamento. Le acque si stanno muovendo, ma si tratta di un processo lento. Gli ho chiesto: “C’è tanta povertà in India. Perché? Tu stai qui. Perché non puoi riformare questo Paese?” Mi ha risposto: “Time lagega” (ci vorrà tempo). Gli ho detto: “Sono ambasciatore da una parte, sono ambasciatore dall’altra. Perché non vieni? Vieni a Londra, vieni ovunque mi trovo.” La Sua risposta è stata: “Prima devo mettere a posto l’India.” E la sta mettendo a posto. Penso che il Suo Messaggio sia molto semplice. È nel quadro dei Valori Umani, uno dei quali è la Non violenza. Ovunque guardi, vedo all’opera la Sua sottile influenza. In qualunque luogo la violenza sia scoppiata, si può constatare che in 22

Mother Sai luglio - agosto 2008

qualche modo non procede. Quando vado in Pakistan, noto che anche lì la gente sta cominciando a conoscere il Messaggio di Swami. Si tratta di un movimento per la pace di altissima levatura. Lo vedo con la limitata visione che ho. Egli sta spiritualizzando la comprensione umana delle questioni umane. Si tratta di un compito enorme, anche per un Avatâr. Ai tempi di Râma e K©¹²a il mondo era assai circoscritto. Ora, sulla terra, ci sono sei miliardi di persone in circa 200 diversi Paesi, spesso in conflitto per interessi nazionali ecc. Ma c’è la Sua sottile influenza che si sta infiltrando ovunque. In qualunque luogo sia la Sua parola, il conflitto è svanito. Mi permetta di concludere chiedendole, signor Rasgotra, che cosa ritiene che tutti noi dovremmo fare per diffondere il Suo Messaggio. Ovviamente c’è un disperato bisogno del Suo Messaggio, che rappresenta l’unica cura. Se cominciassi a tenere conferenze in ogni parte del mondo sugli Insegnamenti di Swami, questa attività non produrrebbe cambiamenti in alcuna persona. Vivendo invece il Suo Messaggio nel mio ambito anche professionale, qualunque esso sia, questo avrà influenza sulle persone. Ciò che lei e io possiamo fare, e che le persone che ruotano attorno a Swami possono fare, è divenire esempi viventi del Suo Messaggio. Benissimo, ambasciatore. Voglio porle una domanda che è sicuramente collegata a questioni internazionali e all’Amore di Swami. Nel 1988 aveva visto qualche Russo qui? Nel 1988 no, non mi sembra. Sto qui ininterrottamente da quando sono andato in pensione oltre 11 anni fa e sono sorpreso da quello che potremmo definire il fenomeno russo. Per due anni, quasi un giorno sì e uno no, Swami chiamava i gruppi russi per l’“interview”. Venivano qui a ondate. È accaduto tacitamente qualcosa di straordinario in un enorme Paese dove Egli non era affatto conosciuto. Adesso è noto ovunque in Russia e, senza l’aiuto dei vari Hislop, Murphet o Kasturi, l’ha portata qui facendo tutto da Sé. Ha un piano d’azione. Guardi l’Olanda: non c’era nessuno quando andai là come ambasciatore. Poi, all’improvviso, è saltato fuori un Centro Sai. In Francia non c’era nulla. In Inghilterra, quando vi giunsi nel 1972, Swami, fra le molte altre cose che mi aveva detto, aveva affermato: “Dekho, London mein ek hamara centre hai. Usko dekhna” (c’è un Centro Sai a Londra. Prenditene cura.) E mi dette il nome di un tale. Perciò uno dei primi giorni dopo il mio arrivo, ciò che feci fu di rintracciarlo. E questo signore mi chiese: “Verrà ai nostri bhajan?” Risposi: “Swami mi ha chiesto di venire da lei. Verrò ai bhajan.” E così feci. All’epoca c’erano dalle 10 alle 20 persone. Quando sono ripartito, quando ho lasciato Londra, alla sessione settimanale dei bhajan al Centro, la domenica, c’erano 1000, 1500, 2000 persone. Non fraintendetemi, io non ho fatto nulla; è Swami che ha fatto! Adesso a Londra esistono svariati Centri Sai, ed è così in tutta la Gran Bretagna, in tutta Europa. Swami adesso si dedica alla Russia. Il tempo di riformarla. L’ambasciatore a Mosca degli Emirati Arabi Uniti era qui con la moglie. Il Messaggio 23

Mother Sai luglio - agosto 2008

si diffonde! Sì, si sta diffondendo. E tutto si è verificato così silenziosamente, senza che nemmeno sapessimo che stava accadendo. Questo perché è efficace. Ritengo che il cambiamento in Russia sia uno dei miracoli più straordinari. È semplicemente accaduto. Doveva succedere. È il Piano d’Azione di Dio. Così è stato nel caso dell’allontanamento della minaccia nucleare tra le due superpotenze all’epoca. In certi momenti, dopo Cuba, la situazione è stata piuttosto pericolosa. All’improvviso, neppure ce ne ricordiamo, alcune gravi minacce si sono allontanate. Se pensiamo a Berlino, nel 1979 fummo molto vicini a un’esperienza spaventosa. Ora quel “muro” si trova nei supermercati. Il muro che circonda la mente e il cuore della gente deve rompersi. Spero che lei e io saremo ancora qui per vederlo accadere. È una benedizione essere presenti mentre Egli è qui. C’è un’enorme quantità di trasformazioni nel mondo. Grazie, signor Rasgotra, per esser venuto a trovarci. Torni ancora e ci racconti altri particolari della sua esperienza con Swami. Per gentile concessione di Radio Sai Global Harmony

24

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 13-04-2008

Abbiate fiducia in voi stessi e otterrete tutto “(Questo è) il Paese i cui figli sono conosciuti di nome e di fama in tutti i continenti, il Paese i cui eroi hanno combattuto contro gli invasori e i conquistatori per ottenere la libertà; questa è la rinomata terra i cui figli saggi e dotti vengono apprezzati in tutto il globo; la terra di santi, poeti, cantanti e compositori di canti divini! Oh, figli di Bhârat, continuate a sostenere la vostra eredità e a meritarvi il vostro glorioso passato!”

la conoscenza spirituale è tutto solo uno spreco. La gente oggi ha tutto fuorché la fiducia in se stessa. Nell’espressione “fiducia in se stessi”, la parola “sé” si riferisce all’“Io”. Qual è il significato di “Io”? L’Io è Ciò che non può essere visto dagli occhi fisici, udito attraverso le orecchie fisiche o compreso a livello fisico. Esso è divino, propizio e onnipervadente nella forma della Consapevolezza (Caitanya ›akti). La creazione di Dio comprende tutti gli esseri dell’universo. A QUESTO MONDO NON C’È NIENTE CHE NON SIA DIVINO. La gente nota delle differenze fra gli uni e gli altri e questo è un grave errore. Tutti sono Uno.

Gli abitanti di Bhârat santifichino la loro vita aiutando i poveri e i bisognosi Non è possibile descrivere la grandezza della gloria della terra di Bhârat. Ancora oggi ci sono molti uomini ricchi e tanti leader, ma a che cosa servono se non sono pronti a liberarsi della loro avidità e a dedicare la propria vita al benessere di chi ha bisogno? Gli abitanti di Bhârat, che sono nati in questa terra sacra, dovrebbero cercare di santificare la loro vita servendo i poveri e i bisognosi.

Non esiste a questo mondo una seconda entità.

Tutto è Uno, non esiste una seconda entità Incarnazioni dell’Amore! Il dottore e il giudice, che abbiamo ascoltato poco fa, hanno parlato di Swami e della Sua Missione, ma si sono limitati ad affrontare degli argomenti mondani, piuttosto che argomenti attinenti alla spiritualità. Si può acquisire ogni sorta di istruzione, ma senza

Non c’è niente e nessuno in questo mondo in cui Dio non sia presente; tutto è permeato della Divinità. NESSUNO HA IL DIRITTO DI DIRE CHE UNA COSA SIA DIVINA E UN’ALTRA NO. DIO È PRESENTE PERSINO NELLE DIFFICOLTÀ, NEL DOLORE E NELLA SOFFERENZA. Sebbene abbiamo la capacità di comprendere il Potere Divino, sfortunatamente non riusciamo a usarLo. Se osserviamo lo sce-

Mother Sai luglio - agosto 2008

Ekam sat viprâ bahudhâ vadanti La Verità è Una, ma i saggi si riferiscono a essa con molti nomi.

Con Mani, Piedi, Occhi, Teste, Bocche e Orecchie, che tutto pervadono, Egli permea l’intero universo.

25

Discorso 13-04-2008 nario naturale che ci circonda, vediamo va- FACCIAMO ALCUNO SFORZO PER CONOSCERE ste distese di terra e un gran numero di fiu- CIÒ CHE DOVREMMO CONOSCERE. INVECE, mi, quali lo Yamunâ, il Gange, il Pinâkinî, il CERCHIAMO DI CONOSCERE ATTRAVERSO I SENKâverî, il Tungabhadrâ, il Godâvarî, il SI CIÒ DI CUI CI È IMPOSSIBILE AVERE CONOSarasvatî ecc. Nonostante la disponibilità SCENZA: È MAI POSSIBILE CONOSCERE LA DIdi vaste superfici di terra attraversate da VINITÀ CHE È ONNIPERVADENTE? NO, È IMmolti fiumi, c’è scarsità di cibo per l’uomo. POSSIBILE. RICONOSCETE QUINDI QUALSIASI Per quale ragione? La ragione è che l’uo- COSA ACCADA COME VOLONTÀ DI DIO. mo non fa appropriato uso del suo potere innato e delle sue potenzialità, e usa invece Voi non siete il corpo, voi siete Dio! i suoi poteri in modo inappropriato, spre- Tutte le differenze sono nate dal sentimencando la sua intelligenza. Se l’uomo si sfor- to di “mio” e “tuo”, ma di fatto fra voi e Me zasse di andare nella giusta direzione po- non c’è differenza alcuna: voi e Io siamo trebbe ottenere qualsiasi cosa. Dovete aver Uno (Forte applauso). Non dovete crefede nel fatto che tutto ciò che vedete in dere che Dio esista separatamente in un questo mondo è un aspetto della Divinità. luogo particolare. Pensate invece che siete Non esiste nient’altro che questo. A questo Dio. Non siete il corpo! Il corpo è come mondo esiste solo l’Uno, non c’è un secon- una bolla nell’acqua, la mente è come una do. scimmia pazza e l’intelletto vacilla. In conclusione: voi non siete né il corpo, né la Ogni cosa accade per volontà di Dio mente, né l’intelletto. Voi siete Voi e doveNoi non siamo in grado di comprendere que- te fare ogni sforzo appropriato al fine di sta Verità e soffriamo a causa di molte con- ottenere la conoscenza di questa Verità. cezioni errate. SIAMO DISPOSTI A CREDERE A La storia di Râma CIÒ CHE GLI ALTRI SCRIVONO NEI LORO LIDomani è Râma Navamî, la ricorrenza del BRI, MA NESSUNO È PRONTO AD AVERE FIDUCIA giorno di nascita di ›rî Râma. C’è una stoNEL PROPRIO SÉ. LA GENTE HA OGNI GENERE ria a tal proposito. Nel Tretâ Yuga il re DI FIDUCIA, FUORCHÉ LA FIDUCIA IN SE STESSA. A CHE COSA SERVE AVERE FIDUCIA IN TUTDaµaratha governava Ayodhyâ. Egli sposò TO SE NON SI HA FIDUCIA NEL PROPRIO SÉ? Kauµalyâ, che era la figlia del re di Kosala. Se solo avessimo fiducia in noi stessi, po- Dopo qualche tempo ella diede alla luce una tremmo riuscire ad avere qualsiasi cosa; a figlia alla quale venne imposto il nome di questo mondo non c’è niente che noi non ›ântâ. Daµaratha, però, non rimase sodpossiamo ottenere. Dobbiamo sforzarci di disfatto della nascita di una bambina perriconoscere il Principio Atmico che è divi- ché voleva un figlio maschio; perciò la detno, propizio e sempre nuovo, ma l’uomo oggi te a un amico che la adottò. Dato che dopo non compie alcuno sforzo per conoscere questa nascita non se ne manifestarono alse stesso. Se chiediamo a qualcuno chi sia, tre, egli decise di prendere una seconda moquesti ci risponderà con il nome impostogli glie. Com’era in uso a quei tempi, prima di dai suoi genitori. Se fate la stessa domanda sposare un’altra donna si doveva chiedere a Dio, Egli dirà: “Io sono Brahman” (Aha¼ il permesso alla prima moglie; perciò Brahmâsmi). Dato che non siamo in grado Daµaratha si recò da Kauµalyâ e le disse: di riconoscere la Verità prendiamo sentieri “Sto pensando di sposarmi un’altra volta”, sbagliati ed entriamo in confusione. NON ed ella rispose: “Certamente, puoi fare 26

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 13-04-2008 come desideri.” Dopo aver ottenuto il per- stribuirlo in parti uguali fra le tre regine. Otmesso di Kauµalyâ, egli sposò Sumitrâ nella temperando a questa richiesta, Vaµi¹ºa lo speranza di avere un figlio maschio, ma ne- divise fra Kauµalyâ, Sumitrâ e Kaikeyî. anche con lei ebbe successo. A quel punto Kauµalyâ e Kaikeyî portarono le loro poril re Daµaratha cominciò a preoccuparsi zioni di budino nelle rispettive stanze della molto. In quel periodo ricevette l’informa- pûjâ. Ciascuna di esse era felice al penzione che il re di Kekaya aveva una bellis- siero che il proprio figlio sarebbe stato il sima figlia di nome Kaikeyî; così si rivolse futuro re di Ayodhyâ. Kaikeyî, dal canto suo, a lui manifestandogli la sua intenzione di era convinta che Daµaratha avrebbe incochiederla in sposa e dicendogli che aveva ronato suo figlio tenendo fede alla promesgià due mogli. Egli diceva sempre la verità. sa da lui fatta al momento del matrimonio. Kauµalyâ pensava che, essendo la prima Satyannâsti paro dharmah moglie, suo figlio avrebbe avuto il diritto di Non esiste Dharma più grande essere re. Sumitrâ era un esempio di virtù dell’aderenza alla Verità. e non avanzò alcuna pretesa. Il suo stesso nome, “su-mitrâ”, significa “buona amica Daµaratha non diceva mai niente che non di tutti”. Ella portò la sua parte di budino fosse vero; così spiegò al re di Kekaya ogni sulla terrazza e la appoggiò sul parapetto, cosa, fino al minimo dettaglio. Allora il re di mentre si asciugava i capelli al sole. ImKekaya rispose: “Tu hai già due mogli che provvisamente un’aquila si avventò sul renon ti hanno dato alcun figlio maschio e ora cipiente, lo prese e lo portò via lasciandolo vuoi una terza moglie. Io posso darti mia sulla montagna Mata¾ga, dove venne trofiglia in sposa a patto che il figlio nato da lei vato da Añjanâ Devî, che mangiò il budino diventi l’erede al trono del tuo regno.” sacro. In conseguenza a ciò ella rimase inDaµaratha accettò questa condizione. cinta e diede alla luce Hanuman. Sumitrâ Mantharâ, la persona più a stretto contatto corse giù e informò dell’accaduto Kauµalyâ con Kaikeyî, aveva ascoltato tutta la loro e Kaikeyî che vennero in suo soccorso e conversazione. Il matrimonio, dunque, ven- divisero il loro budino con lei. Kaikeyî dette ne celebrato con grande giubilo. Trascorse metà della sua porzione a Sumitrâ e lo stesso un lungo periodo di tempo, ma anche fece Kauµalyâ. Quando venne il momenKaikeyî non dette alla luce alcun figlio. In- to, da Kauµalyâ nacque Râma, Kaikeyî fine Daµaratha decise di celebrare il dette alla luce Bharata e Sumitrâ mise al Putrakâme¹ºi Yajña (rito sacrificale che mondo Lak¹ma²a e ›atrughna. Kauµalyâ viene celebrato per ottenere la nascita e Kaikeyî ebbero ciascuna un solo figlio, di un figlio maschio - N.d.T.), come desi- mentre Sumitrâ ne ebbe due. Se ci ragioderavano i suoi consiglieri. Il Saggio niamo sopra possiamo comprendere il miŠ¹yaµ©¾ga giunse ad Ayodhyâ assieme alla stero che si nasconde dietro a questo fatto. moglie ›ântâ e venne celebrato il I figli di Kauµalyâ e Kaikeyî giocavano alPutrâkame¹ºi Yajña. L’undicesimo giorno legramente nelle loro culle, mentre i figli di della celebrazione dello Yajña, dal fuoco Sumitrâ piangevano continuamente e non dell’altare sacrificale emerse un essere prendevano il latte. Sumitrâ avrebbe voluto splendente con un recipiente contenente un capire il motivo del loro pianto e tentò invabudino dolce (pâyasam) che Daµaratha no di renderli più tranquilli con vari tipi di dette al Saggio Vaµi¹ºa chiedendogli di di- yantra, mantra e tantra. Alla fine andò Mother Sai luglio - agosto 2008

27

Discorso 13-04-2008 dal Saggio Vaµi¹ºa e gli disse del suo pro- di sua figlia Sîtâ. Fu allora che Râma ruppe blema. Il Saggio Vaµi¹ºa chiuse gli occhi. l’arco di ›iva e conquistò la mano di Sîtâ. A La sua visione yogica gli permetteva di co- Mithilâ il matrimonio di Râma e Sîtâ divennoscere la verità. “Poiché ti sei nutrita del ne occasione di grandi festeggiamenti. Il budino sacro che ti ha dato Kauµalyâ hai popolo di Mithilâ cantò gioiose canzoni e partorito Lak¹ma²a, che è una parte dette il benvenuto a tutti coloro che voleva( a¼µa ) di Râma. Allo stesso modo no assistervi. ›atrughna, nato dalla parte di budino che ti ha dato Kaikeyî, è una parte di Bharata. Siate tutti benvenuti al matrimonio di Metti Lak¹ma²a a fianco di Râma e Râma! ›atrughna a fianco di Bharata ed essi riposeranno tranquilli.” Sumitrâ seguì le istru- Benvenuti a tutti al matrimonio di Râma. zioni di Vaµi¹ºa e sia Lak¹ma²a sia Assisteremo insieme ›atrughna smisero di piangere e comina questo felice avvenimento. ciarono a giocare beatamente nelle loro Molti sono già arrivati culle. Tale era la base dell’intima relazione vestiti al meglio delle loro possibilità. esistente fra Râma e Lak¹ma²a e fra Le donne sono adorne di collane Bharata e ›atrughna. Dato che i suoi figli di pietre preziose, vere e lucenti. erano sempre in compagnia di Râma e Oggi Râma sposerà la splendida Sîtâ. Bharata, Sumitrâ non aveva molto da fare; Oh, che bella coppia! si recava continuamente da Kauµalyâ e Kaikeyî per vederli giocare con i loro fra- Le donne del regno arrivarono per partecitelli maggiori e mostrava loro tutto il suo pare al matrimonio e cantarono canzoni gioaffetto e amore. In questo modo tutti e quat- iose: tro i figli di Daµaratha crebbero in un ambiente colmo d’amore e di gioia. Sumitrâ “Venite, andiamo al matrimonio era molto felice perché pensava che i suoi di Râma e Sîtâ; figli Lak¹ma²a e ›atrughna, quando fosassistervi conferisce grandi meriti. sero cresciuti, avrebbero servito, rispettiBenedetti coloro che vi assisteranno! vamente, Râma e Bharata. Râma, Oh, venite tutti e osservate con gioia Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna crebbelo svolgersi del matrimonio sacro!” ro fino a diventare giovani uomini di grande valore e cultura sotto le amorevoli cure dei Dopo il matrimonio si udì un suono assorloro genitori e del guru Vaµi¹ºa. Quando dante. Mentre la gente che tornava ad Râma e Lak¹ma²a andarono a proteggere Ayodhyâ si chiedeva da dove esso provelo Yajña del Saggio Viµvâmitra, questi li nisse, il Saggio Paraµurâma apparve e tuocondusse alla corte del re Janaka per par- nò: “Chi ha rotto l’arco di ›iva?” “Sono tecipare allo Svaya¼var (cerimonia in cui stato Io a farlo”, disse Râma. “Allora facci una ragazza nubile sceglieva il marito vedere se riesci a rompere anche il mio”, e fra un gruppo di pretendenti, talvolta così dicendo mise il suo arco in mano a sottoposti dal padre della ragazza a una Râma, che ruppe pure quello con la mano condizione. In questo caso la condizio- sinistra. A quella vista, Paraµurâma Gli ofne era che il futuro marito riuscisse a frì i suoi omaggi e Gli donò i suoi due kalâ tirare la corda dell’arco di ›iva - N.d.T.) (splendori). Râma era già stato dotato di 28

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 13-04-2008 dodici kalâ. Râma splendeva quindi dei Suoi sa fatta da Suo padre a Kaikeyî venisse dodici kalâ, di due dei Suoi fratelli e degli adempiuta. Lak¹ma²a, invece, quando ne altri due datiGli da Paraµurâma. Questo è venne a conoscenza si arrabbiò moltissimo il motivo per cui Râma splendeva di tutti i e, in un attacco di rabbia, pensò persino di sedici kalâ propri del Vir⺠Puru¹a (l’im- uccidere Kaikeyî e Mantharâ. Râma lo mensa Forma Universale, la totalità del- calmò dicendo che era loro massimo dovel’Essere - N.d.T.). Con la resa di re obbedire all’ordine del loro padre e che Paraµurâma, il potere di Râma divenne pie- Egli non avrebbe fatto niente che potesse no e completo. A tempo debito Daµaratha nuocere alla sua reputazione. Kaikeyî presi rese conto che stava invecchiando e che tese che Râma si recasse nella foresta imera giunto il momento di incoronare uno dei mediatamente. Lak¹ma²a decise di seguirsuoi figli come erede del suo regno. Dato lo, e così fece pure Sîtâ. Lak¹ma²a andò che Râma era il maggiore dei fratelli e pos- da sua madre Sumitrâ e le chiese la benesedeva le qualità per diventare un degno dizione e il permesso di servire Râma nella re, egli pensò di incoronare Lui erede al tro- foresta. Sumitrâ fu molto felice che no. Questa notizia venne accolta con gran- Lak¹ma²a seguisse Râma per servirLo. de gioia e felicità dai sudditi. Tutti pensava- Lak¹ma²a allora si recò da sua moglie no infatti che Râma fosse il più adatto a Ûrmilâ. Come entrò nella stanza, ella stava prendere le redini del regno, ma, quando dipingendo. Era una brava pittrice. Mantharâ udì questa notizia, si recò da Lak¹ma²a le chiese che cosa stesse dipinKaikeyî e le rammentò i due favori che gendo ed ella rispose che stava raffiguranDaµaratha le aveva promesso, suggeren- do l’incoronazione di Râma. Nell’udire quedole di chiedergli di incoronare Bharata sto, Lak¹ma²a le disse che Râma non sacome erede al trono e di mandare Râma rebbe stato incoronato e che stava per annella foresta per quattordici anni. dare nella foresta per quattordici anni. La Sebbene Kaikeyî amasse Râma più di informò anche che aveva deciso di seguirLo Bharata, ella si lasciò influenzare dal mal- nella foresta per quattordici anni. Ûrmilâ vagio suggerimento di Mantharâ, si tolse tutti non fece obiezioni e disse: “Proteggi Râma i gioielli e si sdraiò, in preda all’ira, nella e Sîtâ come le palpebre proteggono gli ocpropria stanza, dove venne raggiunta da chi. Essi sono tutto per te; considerali come Daµaratha, che le domandò quale fosse il se fossero tuo padre e tua madre, non esmotivo della sua collera. Quando Kaikeyî sere mai negligente nel servirli e non pengli chiese di rispettare le due promesse che sare mai a me in questi quattordici anni nella aveva fatto in passato, Daµaratha ne fu mol- foresta, neppure per un momento. Solo Sîtâ to rattristato, ma, a seguito della sua insi- e Râma devono occupare il posto più imstenza, egli acconsentì e accettò di nomi- portante della tua mente.” Così dicendo, ella nare suo figlio Bharata principe ereditario gli porse i suoi omaggi. Sîtâ, Râma e di Ayodhyâ. Ma quando ella proseguì con Lak¹ma²a salirono sul carro e si avviarola sua seconda richiesta, cioè di mandare no verso la foresta. Daµaratha corse dieRâma per quattordici anni nella foresta, tro al carro dicendo: “Oh, Râma! Resta anDaµaratha si sentì annientato. Râma ac- cora un poco; lasciami guardare la Tua forcettò subito che Bharata venisse nominato ma meravigliosa almeno per qualche istanerede al trono e anche di andare nella fore- te. Io non posso impedirTi di andare.” Per sta per quattordici anni affinché la promes- Daµaratha il trauma per la separazione da Mother Sai luglio - agosto 2008

29

Discorso 13-04-2008 Râma fu troppo forte da sopportare. Non LAGGIO CHE NON ABBIA UN TEMPIO DI RÂMA mangiò più niente e si rifiutò di bere persi- O UNA PERSONA CHE NON CONOSCA IL NOME no una goccia d’acqua. Diceva tutto il tem- DI RÂMA. Esso si sente dappertutto; sebbepo: “Râma, Râma...” RicordandoLo in que- ne siano trascorse migliaia di anni, il Nome sto modo in ogni momento, egli lasciò le sue di Râma è fresco e nuovo oggi come lo era spoglie mortali. Tutto ciò accadde perché nel passato. Râma è sempre nuovo. Il dietro a questo si celava un motivo: una volta Nome di Râma dà gioia a tutti. Se interpelDaµaratha era andato a caccia nella fore- late una qualsiasi donna anziana, ella vi dirà: sta. Arrivato sulla riva di un ruscello, udì un “Posso non riuscire a pronunciare qualsiasi rumore e pensò che qualche animale sel- altra parola, ma ripeto costantemente il vaggio stesse bevendone l’acqua. Scoccò Nome di Râma.” Nei villaggi non è possiquindi una freccia in quella direzione e que- bile trovare nemmeno una singola persona sta colpì ›râva²a Kumâr, rivelandosi fata- che non conosca il Nome di Râma, né esile. ›râva²a Kumâr era giunto al ruscello a ste un villaggio in cui non si trovi un tempio prendere dell’acqua per sedare la sete dei di Râma. E se la gente non è in grado di suoi anziani genitori che erano ciechi e non costruire un tempio, erigerà una piccola caautosufficienti. Egli era il loro unico soste- panna coperta di qualche telo e vi installerà gno e se li portava dietro su un kavadi (un l’idolo di Râma. ANCHE SE SONO TRASCORSE bastone di bambù con due recipienti, MIGLIAIA DI ANNI, IL NOME DI RÂMA È ANCOuno a ciascuna estremità - N.d.T.) ovun- RA CONOSCIUTO OVUNQUE E TENUTO NELLA que andasse. Quando Daµaratha si rese MASSIMA CONSIDERAZIONE DALLA GENTE. conto di ciò che aveva fatto, rimase annien- Ai nostri giorni persino in Russia la gente tato dal dolore per aver causato la morte ripete il Nome di Râma. Infatti Esso si è dell’unico figlio, di quei vecchi genitori. Pri- diffuso in ogni angolo della terra. Il Nome ma di morire ›rava²a Kumâr gli aveva di Râma è il gioiello di tutti i nomi. Tutti poschiesto di portar loro l’acqua. Quando sono ripeterLo facilmente. Quindi, quale che Daµaratha li informò della tragica fine del sia l’attività nella quale siete impegnati, doloro figlio essi caddero in un cordoglio in- vete ripetere costantemente il Nome di consolabile e gli lanciarono una maledizio- Râma mentre state compiendo l’azione. ne augurandogli di morire anch’egli di mor- Quando uscite di casa, quando state andante tragica a seguito della separazione da suo do al college, dovete continuare a ripetere figlio. Questo accadde effettivamente a il Nome di Râma per tutto il tragitto. Il Nome Daµaratha, perché la maledizione lanciata di Râma deve diventare il vostro respiro dalle anime nobili non può essere annulla- vitale. ta. Dopo il matrimonio di Sîtâ e Râma, Viµvâmitra partì alla volta della foresta. Praµânti Nilayam, 13 aprile 2008, Non basta che adoriamo Râma solo il giorSai Kulwant Hall, no in cui ricorre la Sua nascita. Quando Celebrazione del Capodanno Tamil Râma tornò ad Ayodhyâ tutta la gente della città Gli dette il benvenuto cantando la Sua Gloria e ripetendo il Suo Nome. (Tradotto dal testo in inglese pubblicato da: Râma è sempre nuovo NEL PAESE DI BHÂRAT NON TROVIAMO VIL30

www.sssbpt.org)

Mother Sai luglio - agosto 2008

DIO E LA CREAZIONE La Natura della Divinità R. Le Upani¹ad elaborano il principio di Brahman attraverso tre nomi: Virâº, Hira²yagarbha e Avyâk©ta. Queste tre forme della Divinità sono relative alla materia grossolana (sthûlam), al sottile (sûk¹mam) e al causale (kâra²am), e ai tre stati di veglia, sonno e sonno profondo. (Corso Estivo 1991, p. 131)

D. Come si possono spiegare questi tre aspetti di Brahman? R. VIRÂT - Il Principio Atmico inerente allo stato di veglia è detto Virâº. Esso è quell’aspetto dell’Âtma che indossa un corpo fisico, vive una lunga esistenza e incarna lo stato di veglia. Esso assume varie forme ed è conosciuto con differenti nomi. L’intero universo visibile, inclusi i cinque elementi, sono una forma di Virâº, senza eccezioni né distinzioni fra questo o quello. Virâº, dunque, è quel principio che si manifesta come mondo grossolano, visibile ed esteriore. Possiede altri due nomi: Vaiµvânara e Vairâjasuta. Vaiµvânara è la consapevolezza dell’io in ogni individuo. Vairâjasuta è colui che esiste sotto mentite spoglie. Egli è presente in ognuno, ma non lo si può individuare. Compie tutte le azioni, ma si comporta come se non facesse nulla. Sperimenta tutto, ma non lo rivela. Virâº, Vaiµvânara e Vairâjasuta sono tre nomi dello stesso Principio. HIRA™YAGARBHA - La seconda forma di Brahman è Hira²yagarbha, il Fondamento e la Sorgente della Conoscenza. Tutto il sapere fenomenico, etico, spirituale o scientifico è emanato da Hira²yagarbha. Egli è anche chiamato Jñâna Bhâskara: il Sole della Conoscenza. Quando il sole sorge appare dorato (hira²ya) e conferisce alla natura la sua sfumatura. La creazione emerse da Hira²yagarbha, che è di forma ovale, un uovo d’oro come quello che ho materializzato pochi giorni fa. La bocca fu la prima a emergere da questa forma. Dalla bocca il suono, poi il naso, attraverso cui l’aria iniziò a fluire. Gli occhi vennero dopo e da essi emanava il fuoco. Apparvero poi le orecchie. Hira²yagarbha, dunque, è l’origine della forma umana. Tutti gli esseri si sono evoluti da Hira²yagarbha, che conferì loro anche Vijñâna, Sujñâna e Prajñâna (Intelligenza, Sapienza e la più alta Erudizione) per facilitare la discriminazione fra ciò che è temporaneo e ciò che è permanente. A che cosa bisogna mirare, che cos’è degno d’essere perseguito? Quali azioni dovrebbero essere compiute e quali no? Qual è il fine della vita? Hira²yagarbha conferì tutta la conoscenza all’uomo affinché egli potesse far luce su queste tematiche. Hira²yagarbha, come Virâº, possiede altri due nomi: Sûtrâtmika e Prâ²a. Così come un filo (sûtra) unisce tutte le gemme di una collana, Sûtrâtmika è quel principio che si cela dietro ogni essere e dona a esso beatitudine. Questo Principio, paragonabile a un filo unificante, è anche detto Brahma Sûtrâ. Il filo chiamato Dio è Mother Sai luglio - agosto 2008

31

Domande & Risposte

D. Come possiamo comprendere il principio di Brahman, il Principio Divino?

presente in tutti gli esseri umani indistintamente e in eguale misura, e promuove l’unità di tutto il genere umano. Questo è il principio di Hira²yagarbha. Durante lo stato di sonno esso assume una forma sottile (sûk¹ma) che è quella dell’Âtma. Ciò significa che Hira²yagarbha è sveglio durante lo stato di sonno. Vir⺠crea ogni cosa durante la fase di veglia, mentre Hira²yagarbha, col solo volere,

crea ogni cosa nella fase di sonno. Tutto è creato unicamente dalla Volontà di Dio e ciò che vediamo nei sogni è creato da Hira²yagarbha. (Le Upani¹ad rivelano che Hira²yagarbha è l’aggregazione di tutti i jîva, Sama¹ºi. Hira²yagarbha è l’aspetto di Dio inerente al macrocosmo, mentre l’anima individuale, jîva, è l’aspetto di Dio relativo al microcosmo. Jîva e Hira²yagarbha sono i due aspetti di Dio. Hira²yagarbha risiede nel corpo composto dei cinque elementi e, poiché è colui che ha creato i corpi dei Deva e degli uomini, è anche entrato nei loro cuori. AVYÂKŠTA - Il terzo aspetto di Dio è Avyâk©ta. Esso è assolutamente privo di forma e non manifesto. Esiste nel corpo causale e si manifesta nello stato di sonno profondo. Non ha arti, ma compie tutte le azioni. Esso raggiunge luoghi distanti. Non possiede occhi, ma vede tutto. Non ha orecchie, ma ascolta ogni cosa. Pur non possedendo una forma compie tutte le azioni nel creato. Avyâk©ta possiede due nomi in più: Antarâtma e εvara. Tutte le tre forme di Brahman - Virâº, Hira²yagarbha e Avyâk©ta - possiedono a loro volta altri tre appellativi. Qual è il significato di questi nomi? Antarâtma è colui che motiva e influenza ogni cosa. Qualunque decisione, impulso o ispirazione proviene da Lui. Egli è la voce interiore. Anche i suoni che l’uomo emette nascono da Antarâtma. Esaminiamo ora εvara. Egli incarna tutte le forme di prosperità (sakala aiµvarya svarûpa) e assegna i risultati delle azioni (karma-phala). Possiede il potere dell’azione (kriyâµakti) e valuta quelle buone da quelle cattive per distribuire i corrispondenti risultati. È anche detto “Layakârak”, il distruttore. εvara elargisce prosperità (aiµvarya). Che cos’è la prosperità? Sia il bene sia il male sono prosperità, e, poiché εvara incarna tutte le forme di prosperità, giudica le azioni dell’uomo e gli conferisce quella a lui relativa. (Corso Estivo 1991, P131-134) (Tratto da: “›rî Sathya Sai Gîtâ -Tutto sulla Spiritualità” - Ed. MSPI - pp. 1 - 4)

Mother Sai luglio - agosto 2008

32

Discorso 23-05-2002

La silente risata “Un tronco d’albero può essere raddrizzato e reso senza curvature. Una pietra può essere modellata adeguatamente. Potete voi modellare una mente e renderla senza curvature (inclinazioni)? La parola di Sai è parola di Verità.” Incarnazioni dell’Amore! Il nostro direttore (dell’Istituto Sathya Sai), Mi ha chiesto di parlare dei tre âkâµa. Quali sono?

Âkâµam, gaganam, µûnyam Lo spazio, il cielo, il nulla. Il significato di ciò è: “Non dire niente!” (Risate). Tutto ciò che può essere visto dagli occhi, ascoltato dalle orecchie, pensato dalla mente, ciò che sostiene l’esistenza ed è oltre le parole, è tutto relazionato all’âkâµa (lo spazio). E non si tratta solo di ciò che possiamo vedere sulla terra: anche il sole, la luna, le nuvole e le stelle in cielo sono relazionati all’âkâµa. Non esiste, però, un solo âkâµa. Ce ne sono tre:

Bhûtâkâµa Cittâkâµa Cidâkâµa . Tutte le cose che sono presenti su questa terra e le stelle nel cielo, non solo le stelle che vediamo, ma anche moltissime altre che non possiamo vedere, sono tutte relazionate a bhûtâkâµa. Esso si estende per moltissime migliaia di miglia. La distanza fra il sole Mother Sai luglio - agosto 2008

e la luna è di 91.100.000 miglia. Oltre alla terra, ci sono moltissime altre cose da vedere. I corpi celesti più vicini a noi sono il sole e la luna, ma, al di là di essi, ne esistono molti altri. Ci sono altri soli grandi quanto il nostro. Sembrano piccoli perché sono molto lontani, ma ognuno di essi è un sole. Il sole e la luna donano luce al mondo, a numerose persone e a numerose forme di vita. A che velocità viaggia la luce delle stelle? In un attimo, la luce percorre 160.000.000 di miglia. Nonostante ciò, fino ad oggi, la luce di molte stelle non ha ancora raggiunto la terra. La luce di alcune stelle non ha ancora raggiunto la terra. La luce delle stelle è brillantissima, tanto che le forme di vita della terra non riescono né a sostenerla né a guardarla. Quelle luci splendono con grande fulgore. Questo è il motivo per cui il sole manda sulla terra solo una piccola parte del suo splendore. LA LUCE CHE LE STELLE, IL SOLE E LA LUNA DIFFONDONO, NON È LA LORO, MA DERIVA DA UN POTERE DI BASE. ESISTE UNA LUCE DI BASE. È INFATTI ATTRAVERSO ÂTMA ›AKTI (IL POTERE DELL ’ÂTMA), CHE IL SOLE, LA LUNA E ANCHE LE STELLE BRILLANO. T UTTO CIÒ È CONTENUTO IN BHÛTÂKµA (IL PIANO FISICO). Riflesso nel nostro cuore Che cos’è cittâkâµa? Anche se tutto ciò che è visibile è bhûtâkâµa, non si può dire che tutto ciò che è invisibile sia cittâkâµa. C’è infatti un potere che splende, un potere invisibile, non udibile, sconosciuto: è cidâkâµa. Ogni cosa, tutte le forme in bhûtâkâµa, sono 33

Discorso 23-05-2002 riflesse in cittâkâµa. cidâkâµa è colui che sperimenta l’Âtma. Tutto ciò che vediamo si riflette infatti nel La forma di cittâkâµa può essere vista annostro cuore. L’âkâµa del cuore è sottile che senza istruzione o titolo di studio, mened è chiamato cittâkâµa . La parte di tre, per quanto sforzo venga compiuto, di bhûtâkâµa percepibile dai nostri occhi si cidâkâµa non è possibile vedere nemmeno diffonde per molte migliaia di miglia. il riflesso. Le stelle, che irradiano la loro luce così lon- Se si guardano le stelle, si nota che alcune tano e tutte le altre cose (bhûtâkâµa), si di esse sono distanti dalla terra 900.000 trovano nella loro forma sottile in cittâkâµa, miglia. Alcune invece sono talmente lontanel quale si trovano anche le forme riflesse ne che non è possibile stabilirne la distanda cidâkâµa. za. Sono davvero lontanissime. Cittâkâµa, dunque, riflette contemporaneamente sia bhûtâkâµa sia cidâkâµa. Avâng mânasa gocara Oltre la portata della mente e della parola. Ora: abbiamo appena guardato una montagna. Chiudete gli occhi e, l’immagine della montagna che prima s’innalzava maestosa Ciò che realmente siete davanti a voi, rimane nel vostro cittâkâµa Persino gli scienziati hanno compiuto molti (la mente). sforzi per scoprire il valore di cidâkâµa, ma, Questo bhûtâkâµa, quindi, così come il ri- per quanto abbiano fatto, sono stati in graflesso delle centinaia di migliaia di stelle vi- do di arrivare solo fino a cittâkâµa, senza ste nel cielo, rimane nel vostro cittâkâµa. però poter toccare cidâkâµa. È infatti detNessuno può definire bhûtâkâµa, affer- to che vedere cidâkâµa equivale a vedere mando che sia in questo o quel modo. Ci è l’Âtma. tuttavia possibile indagare in parte su Tutte le cose che si vedono in questo moncittâkâµa. Qualsiasi forma, l’universo in- do, appartengono a bhûtâkâµa. Il Vedânta tero, tutti i mondi sono presenti in forma fu incapace di descrivere appieno minuscola in cittâkâµa. Tutto, dunque, si cidâkâµa. Anche la scienza non è in grado riflette nella vostra mente. Ogni riflesso è di farlo. L’unico fu il Vedânta, che però riuun riflesso di bhûtâkâµa. PER BHÛTÂKµA scì a dare una definizione solo parziale. S’INTENDE TUTTO CIÒ CHE È VISTO FISICACittâkâµa racchiude bhûtâkâµa, mentre MENTE, MENTRE, PER CITTÂK µA, S’INTENDE cidâkâµa racchiude cittâkâµa. Se vogliamo comprenderlo meglio: TUTTO CIÒ CHE È VISTO NELLA PROPRIA MENTE . Il terzo âkâµa è cidâkâµa. 1. ciò che credete di essere (il corpo fisiChe cos’è cidâkâµa ? Viene chiamato co). Questo è bhûtâkâµa. Ossia, qualunÂtma, il quale non ha forma ed è completa- que cosa siate in grado di vedere, qualsiasi mente immobile. L’Âtma è: forma siate in grado di descrivere e qualunque esperienza facciate, tutto questo è Senza attributi, Incontaminato, “ciò che credete di essere”; Eterno, Rifugio Supremo, 2. ciò che gli altri pensano che voi siate (la Permanente, Puro, Cosciente, Libero, mente). Questo è cittâkâµa. Tutto ciò a cui Incarnazione della sacralità. pensate, lo ricordate nella vostra mente. Ciò che va oltre cittâkâµa è: Questo è cidâkâµa . Colui che vede 3. ciò che realmente siete (l’Âtma). Que34

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 23-05-2002 sto è l’Âtma, la vera forma di Prak©ti (la tate come la parola Brahma venga dopo la Natura). È Beatitudine Divina. Non esiste parola “Io”. Le altre parole vengono semdifferenza fra la beatitudine, il riflesso e la pre tutte dopo la parola “Io”. parola “Io”. L’Âtma viene dopo la parola “Io”. Senza tale parola, non è possibile per la parola La parola “Io” Âtma seguire. La parola “Io” non è legata altro che Aha¼, aha¼: Aha¼ brahmâsmi. Brahma all’Âtma. La parola “I” (“Io”, in inglese deriva dall’“Io“. Aha¼ è dunque l’“Io”, – N.d.T.) è composta di una sola lettera. l’importante natura dell’Âtma. Per questo nei Veda è detto: Per quanti libri di terminologia vedantica vengano letti, per quanta scienza venga Ekam sat viprâ bahudha vadanti appresa, il consiglio da dare a ognuno è di “Dio è Uno, benché i saggi scoprire: “Chi sono io?” “Mio caro, scopri Lo chiamino con vari nomi”. chi sei.” L’“Io” non può essere descritto attraverso le parole, l’erudizione o la conoSe per esempio chiamo Anil Kumar, egli, scenza del mondo. che è al Mio fianco, dirà: “Sono io.” Se viene chiamato il nome di Girigaru, egli rispon- L’Âtma non ha nome derà: “Sono io.” Di questo passo, se ven- Quando qualcuno chiede: “Signore, chi siegono chiamate alcune centinaia di migliaia te?” “Io sono Anil Kumar”, viene risposto. di nomi, ci sarà una sola risposta: “Io, io, io.” Ma chi ha dato il nome Anil Kumar? È il “IO” È L’ELEMENTO DI UNITÀ NELLA DIVER- nome dato dai vostri genitori al corpo. SITÀ. L’UNITÀ NELLA DIVERSITÀ È LA NATURA Prima che vi venisse dato un nome, come vi chiamavate? Non si sa. Tutto, perciò, è DELL ’ TMA . NON È POSSIBILE DIRE CHE qualcosa che viene attribuito alla nascita e L’ÂTMA SIA IL CIELO O LA TERRA O QUALSIASI non qualcosa che è nato con voi. Allo stesALTRA COSA. Com’è l’âkâµa ? È infinito, incommen- so modo, il nome viene dato dopo la nascita surabile e non apparente. Chi può descri- e serve solo come segno di riconoscimenvere qualcosa del genere? Nessuno può to, non per determinare la (vostra) forma pronunciarsi a proposito di questa forma di Verità. infinita. Tutti gli eruditi dicono: L’Âtma non ha nome. Aha¼, aha¼, aha¼, aha¼, aha¼, aha¼. AHA¼ È LA VERA NAÂkâµam, gaganam, µûnyam TURA DELL ’ÂTMA , DAL QUALE NON ESISTE “Lo spazio, il cielo, il nulla”. FORMA SEPARATA. COMUNQUE, SE VOGLIAMO DESCRIVERLO IN MODO CONCRETO (FISICO), L’âkâµa è il cielo. Che cosa vediamo in RICONOSCIBILE, LO CHIAMIAMO BHÛTÂKµA. esso? Delle nuvole. Ma per quanto tempo? Anche cittâkâµa può essere in parte indaSolo per un po’. Poi spariscono, se ne vanno. gato. Esso è il riflesso di bhûtâkâµa, menCidâkâµa, ossia l’“Io”, non può essere as- tre cidâkâµa non ha alcuna forma. Poiché solutamente visto. Nessuno può definire la è privo di qualunque forma, come possiaparola “Io”. Il Vedânta dichiara che tale mo dire che ne abbia una? Per questo vieunità è presente in ogni cosa. La parola “Io” ne detto “Io, Io”. testimonia l’unità. In ogni argomento o nella terminologia Aha¼ brahmâsmi (Io sono Brahma). No- vedantica, nessuno ravvisa chiaramente il Mother Sai luglio - agosto 2008

35

Discorso 23-05-2002 significato di “Io”. Che cos’è l’“Io”? È suo riflesso è (contenuto in) cittâkâµa. Tutto l’ego? Ma l’ego ha una forma (il corpo) - in cittâkâµa è solo una sorta di riflesso che non è vero? - mentre, il vero “Io”, non ce non costituisce il vero âkâµa. VERO ÂKµA l’ha. È QUELLO PRIVO DI REAZIONE, RIFLESSO ED L’“Io” è senza forma e il Vedânta lo spiega ECO, OSSIA CIDÂKµA. NON CI SI PUÒ RIFERIcon molti termini. RE ALLA NATURA DI CIDÂKµA DICENDO CHE L’“Io” non è bhûtâkâµa; aha¼ (l’“Io”) non POSSIEDE NOME E FORMA. ha forma, aha¼ non ha suono. La natura di aha¼ è priva di qualunque forma o suono. Il venditore di braccialetti Qualcuno può dire: “Signore, conoscete voi Una volta, in Uttar Pradeµ (Stato del Nord dell’India – N.d.T.), un uomo stava venstesso e poi tornate (a dirmi chi siete).” Il giorno dopo la persona torna e dice: “L’ho dendo braccialetti sulle rive del fiume scoperto, signore.” Gange. Improvvisamente dall’acqua emerse un braccio, e una voce femminile disse: “Allora chi siete?” “Signore, mettereste dei braccialetti al mio “Il mio nome è Ramayya.” Se viene chiesto la seconda volta: “Chi sie- polso?” te?” verrà risposto: “Il nome di mio padre è “Certamente sì”, rispose il venditore. “Mettetemeli secondo la misura della mia mano.” Malayya.” Così fece il venditore. “Come si chiama vostra madre?” Dopodiché la voce disse: “Non ho soldi con “Pullâmmâ.” Yellâmmâ, Pullâmmâ, Ramayya, Annayya...: me, ma ho del denaro nella tal casa, (che si egli dirà nomi simili. QUESTI NOMI, PERÒ, trova) nella tale strada, al tale numero, in un certo angolo della stanza. Andate da mio NON INDICANO AFFATTO CIÒ CHE VOI SIETE, MA SONO SOLO ATTINENTI AL VOSTRO CORPO. padre e chiedete a lui.” Con queste parole, SONO UNICAMENTE PAROLE (NOMI) CHE VEN- scomparve. Ma prima che se ne andasse, il venditore le GONO DETTE SOPRATTUTTO NEI VILLAGGI, E chiese: “Madre, come vi chiamate? Se voCHE SI USANO DURANTE LE PRESENTAZIONI. SONO NOMI CREATI APPOSITAMENTE PER VOI, stro padre me lo chiede, devo essere in grado di dirglielo.” MA NON SONO I VOSTRI (VERI) NOMI. La parola con la quale siete nati è una sola: “Ditegli che mi chiamo Ga¾gâ (la Dea del “Io”, l’Âtma. Il termine Âtma e il termine fiume Gange – N.d.T.).” “Io” si equivalgono. L’Âtma non ha una Il venditore arrivò all’indirizzo indicato, troforma specifica. Io, io, io, io: se cercate di vò la casa e disse al proprietario: “Signore, riconoscere la natura dell’“Io”, non avete vostra figlia è venuta sulle rive del fiume e bisogno di altre pratiche spirituali. ha comprato dei braccialetti.” “Io sono Ramayya.” Perché (nella frase) L’uomo rispose: “Non sono nemmeno spola parola Ramayya è posta dopo? Viene sato! Come posso avere delle figlie?!” solo dopo l’“Io”. In realtà dopo di esso non “No, la donna ha detto la verità”, spiegò il dovrebbe esserci niente, poiché è Uno e venditore. “Le indicazioni che mi ha fornito voi dovreste riconoscerne la natura. Que- erano vere. Anche l’indirizzo è corretto. Ha sto è il grande segreto del Vedânta. persino detto come vi chiamate. Non vi Bhûtâkâµa , cittâkâµa e cidâkâµa . chiamate così?” Bhûtâkâµa è pieno di forme, si muove, si “Sì”, rispose l’uomo. scuote, viaggia e lo si vede direttamente. Il “Dunque, perché il resto dovrebbe essere 36

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 23-05-2002 falso? Andate a guardare nell’angolo della na forma. Io sono senza forma. Tutte le stanza.” L’uomo addirittura ignorava l’esi- forme sono quelle di Dio. IL SIGNORE VIENE stenza di quell’anfratto; tuttavia vi trovò VISTO NELLE FORME CREATE DA COLUI CHE esattamente la somma che serviva e, con LO ADORA, MA EGLI NON NE POSSIEDE UNA essa, pagò il venditore. SPECIFICA. Tuttavia, come ricompensa delSapete chi era quell’uomo? Era un grande la devozione, ho creato questa mano per i devoto della Dea Ga¾gâ che adorava ogni braccialetti.” Il devoto vide la Sua mano e giorno. Per questo disse al venditore: “Si- sentì che la sua vita era stata santificata. gnore, contemplo costantemente la Dea “Ho avuto la visione della mano della MaGa¾gâ; Ella è la Divinità che adoro ogni dre Divina; mi basta questo”, egli disse. giorno. Non mi sono sposato perché mi sono votato completamente a Lei. Poiché Hastyasa bhû¹a²am dâna . la donna uscita dall’acqua ha detto di chiaKa²ºhasya bhû¹a²am µâstram marsi Ga¾gâ, andiamo insieme a controlLa carità è l’ornamento delle mani. lare. Portatemi da Lei.” Le Scritture sono l’ornamento del collo. Arrivarono sul luogo dell’incontro e il venditore disse: “Madre, ho potuto vederTi “Madre, ho visto la Tua mano.” quando Ti ho messo i bracciali. Perché però Tutte le forme che vediamo sono forme di ora non posso vederTi? Ho ricevuto i miei Dio, poiché Egli non ne possiede una spesoldi; sono dunque tornato a ringraziarti.” cifica. Ga¾gâ rispose: “Ecco qui il segno della Mia Lo spazio, così come il sole e la luna che gratitudine.” Con queste parole, fece emer- sono in esso, sono caratteristiche di gere dall’acqua il braccio, ornato di brac- bhûtâkâµa, e noi non dovremmo prenderle ciali. troppo in considerazione, poiché sono muQuando anche l’uomo che accompagnava tevoli, vacillanti. Esse passano, cambiail venditore lo vide, si mise in adorazione, no e spariscono, allontanandosi da noi. esclamando: “Ga¾gâ, Ga¾gâ, Ga¾gâ...” Solo una cosa è permanentemente al voMa solo le Sue mani erano visibili. L’uomo stro fianco, con voi e in voi: la Beatitudine. fece spostare il venditore e pregò: “Madre, Essa non ha forma, se non una. Quale? Madre! Non vuoi darmi il Tuo darµan?” (Swami lo dimostra ridendo – N.d.T.:) Aveva visto il Suo braccio, perciò iniziò ad “Ah, ah, ah, ah, ah, ah.” RIDERE È BEATITUadorarLa recitando i Suoi molti Nomi: DINE. L A RISATA È LA FORMA CONCRETA DELLA BEATITUDINE: NON TUTTAVIA LA RISATA Indirâ (bellezza, splendore). CHIASSOSA, CHE È CARATTERISTICA DEL MONDO. Lokamâtâ (Madre universale, che tratta tutti gli esseri viventi come propri figli). La risata di Dio Mâ (Madre). COME RIDE DIO? EGLI HA UN VOLTO SORRIRamâ (Dea della fortuna). DENTE; LA SUA È UNA RISATA SENZA SUONO, Ma¾gala Devatâ (Dea della prosperità). DOVE LA BOCCA NON SI APRE. È UNA RISATA Bhârgavî (splendente). CHE DONA B EATITUDINE, CHE CONFERISCE Loka Jananî (Madre del mondo). ÂNANDA. K¹îra Sâgara Kanyaka (Figlia dell’ocea- La risata terrena è chiamata prahâsana no di latte). (risata chiassosa, deridente – N.d.T.), Ella rispose: “Non mostro a nessuno alcuMother Sai luglio - agosto 2008

37

Discorso 23-05-2002 mentre la risata senza suono è hasam. Dio venterete crudeli, dovrete incarnarvi nuoride ininterrottamente, ma senza far rumo- vamente, sarete pieni di problemi e patirete re. Gli altri tipi di risate sono risate da cine- grosse sofferenze. Quando invece offrite i ma. Voi vedete quelle e pensate che anche vostri omaggi, tutto ciò viene spazzato via. Dio rida così. Sarete sempre sorridenti. Dovete sempre C’È UNA SOLA COSA CHE ANDREBBE DONATA A sorridere. Questo è il vostro obiettivo. Un devoto di K©¹²a ripeteva il Suo Nome DIO: LA GRATITUDINE. incessantemente: “K©¹²a, K©¹²a, K©¹²a...” Tuttavia aveva un dubbio: “Quale K©¹²a La dovuta gratitudine Che cosa dovremmo dare a Dio? Egli ci dovrei contemplare? In ogni immagine Egli sta dando così tanto! Quando il corpo è appare diverso. Dovrei adorare questo, o ammalato, il medico fa un’iniezione e noi, dovrei adorare quello? Quale K©¹²a dovrei in cambio, lo paghiamo con il denaro equi- adorare?” Aveva questo dubbio. Ma quelle valente al costo della medicina. Il debito sono tutte immagini create nel mondo. viene così saldato. Quando avete fame, per saziarvi dite: “Mamma, ho fame; mamma, Daiva¼ manu¹a rûpena ho fame.” Allora ella vi cucina del riso con Dio si incarna in forma umana. le verdure. Mangiare con gioia è la giusta gratitudine alle premure di vostra madre. Dio è nella forma dell’uomo Quando soffrite e qualcuno viene ad alle- La corona posta sulla Sua testa, il trucco viare il vostro dolore, qual è la giusta grati- sul volto sono tutte immagini che non hantudine? QUANDO QUALCUNO CI PRESTA AIU- no niente a che vedere con la vera forma TO, NON DOVREMMO ASSOLUTAMENTE DIMENdi K©¹²a. Sempre sorridente, sempre intenTICARLO. DOVREMMO SEMPRE RICORDARLO. to a far sorridere gli altri, sempre in beatiUn tale atteggiamento, però, ai giorni nostri tudine e dispensatore di beatitudine agli alè sparito. tri: solo questa è la vera forma di K©¹²a. Dio sta donando così tanto! Sta dando istru- SI DOVREBBE ESSERE BEATI E DARE BEATITUzione gratuita (in inglese: free – N.d.T.), DINE AGLI ALTRI. QUINDI, DATE E RICEVETE. cure gratuite, acqua gratuita, parole gratui- DOVRESTE DONARE GIOIA E RICEVERLA IN te e gratuitamente si muove in mezzo a voi. CAMBIO. Questa sola è la vostra gratitudiÈ tutto free, free, free, free, free, free (gra- ne: avrete gioia persino nei vostri sogni. tis)! (Applausi). Dando al Divino solo gioia, senza gratitudiMa quale gratitudine state dando in cam- ne, non otterrete alcuna beatitudine. bio? Dovreste eliminare l’ego. Il prezzo giusto per tutto questo è, infatti, rendere an- Continuate a sorridere che voi stessi free (liberi). “Signore, che Quando i vostri occhi vedono il Dio che cosa posso darTi?” adorate, sorridete! Dovreste continuare a sorridere. Non dovreste serrare le labbra: “Signore! Ti offro il cuore che mi hai dato. se le stringete in questo modo, non proveChe altro potrei offrire ai Tuoi Piedi? rete alcuna gioia. Si dovrebbe essere semAccetta i miei omaggi.” pre felici. LA BEATITUDINE È LA VOSTRA VERA FORMA: PER QUESTO BISOGNEREBBE SORRIOffrire i vostri omaggi: questa è la giusta DERE ININTERROTTAMENTE. gratitudine. Se anche quella mancherà, di- Si provano delle sofferenze, si sperimenta38

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 23-05-2002 no difficoltà e dolori, ma non per questo ni ve ne darò i dettagli. dovreste piangere. Sono cose che vengono La natura della Divinità, nel mondo, può e vanno. Sono tutte nuvole passeggere. essere in parte spiegata. Tuttavia la DiviniCome arrivano, se ne vanno. Tutto qui. Non tà che può essere descritta non è la Divinirimangono. Perciò non dovremmo affatto tà vera e propria. La natura della descripreoccuparcene. Solamente quando conso- zione è fatta di parole, termini che ingannalideremo questa fede, diventeremo veri de- no, illudono e sono instabili. Dovreste invevoti. ce indagare sulla natura che vi libererà, Sfortunatamente, ai giorni nostri, non ci si ossia “Quello” (Dio). comporta così. Vostra madre ha la febbre, Questo (l’uomo) è Quello (Dio): Tat tvam vostro padre è ammalato; ma se voi conti- asi. Solo “Quello” è la Divinità. Tvam si nuate a pensarci, come potete ottenere be- riferisce a “questo”. Quello e questo: il loro atitudine? punto di unione è asi. Tat tvam asi. EnChi sono i genitori? Sono i genitori di que- trambi dovrebbero diventare Uno. sto corpo materiale. A chi appartiene il cor- Narasimha Murthy, il direttore del campus po? È nato solo da un altro corpo fisico. di Brindavan, mi ha pregato di parlare delNon è dunque al corpo che deve andare la l’argomento relativo al mondo e di nostra gratitudine. DOVREMMO DIMENTICA- cidâkâµa , cittâkâµa e bhûtâkâµa . Ma RE IL CORPO E CONTEMPLARE IL CORPO DI quando li conosciamo tutti, qual è il vero DIO (L’ÂTMA). QUESTA È VERA NATURA UMANA. âkâµa? H©daya âkâµa (l’âkâµa del cuore). Anch’esso, tuttavia, non è stabile. DovremLa natura dell’âkâµa mo quindi fare il giusto sforzo per scoprire Ritorniamo alla natura dell’ âkâµa : cidâkâµa (l’Âtma). bhûtâkâµa, cittâkâµa e cidâkâµa. Bhûtâkâµa andrebbe completamente di- ( Baba conclude il Discorso cantando il menticato; cittâkâµa andrebbe in parte te- bhajan: “Hari Bhajana Binâ Sukha ›ânti nuto a mente, poiché, se ci immergiamo in Nahin...” esso, gradualmente raggiungiamo Whitefield, 23 maggio 2002, cidâkâµa . Sai Ramesh Krishan Hall, Cittâkâµa va dunque ricordato. Corso Estivo 2002 Qual è la via per vedere cittâkâµa? Doma(Tratto da www.sathyasai.it)

Mother Sai luglio - agosto 2008

39

Sotto la Veranda

L’Indagine sul Sé Vorrei condividere con voi alcuni dei punti importanti che furono trattati l’11 agosto 2003. Da tempo non avevamo Bhagavân tra noi ed eravamo entusiasti. Essendo stati fisicamente lontani da Lui per un paio di mesi, eravamo molto eccitati nel vederLo seduto lì sulla sedia a parlare con ognuno di noi. Swami era altrettanto contento di parlare con noi, e si fermò a lungo. Non si mosse neanche quando fu ora di cantare i bhajan, il che accade raramente. Di solito, all’approssimarsi dell’ora stabilita, Egli chiude la conversazione e si dirige verso la sala dei canti, ma, quella volta, il colloquio andò avanti e anche noi ci trattenemmo per una parte del tempo destinato al canto. Questo la dice lunga sull’entusiasmo degli studenti e sull’Amore di Baba. In quel periodo, l’Istituto d’Istruzione Superiore Sathya Sai organizzò un simposio per insegnanti. Swami cominciò ponendoci delle domande. Si rivolse direttamente a me e disse: “Che cosa è accaduto al college?” “Swami, al college si è tenuto un simposio.” “Che cos’è un simposio?” “Swami, un simposio è un processo, un avvenimento, in cui vari partecipanti esprimono differenti prospettive e punti di vista su di un particolare argomento. Il tema è uno solo e ognuno dice la sua.” “No, sei in errore. Ma sì, va bene, va bene.” (Risate). “Allora Swami, che cos’altro è un simposio?” “Sei in errore; un simposio non è ‘divisione’. Hai detto che si esprimono visioni differenti di uno stesso argomento. Stai sbagliando. La divisione non è un simposio: l’unione è un simposio. S-Y-M significa ‘unione’ e ‘simposio’ è qualcosa in cui le persone si uniscono e non, come tu hai detto, in cui si dividono. (Risate). Quindi sei in errore: esse si uniscono.” “Oh, Swami, capisco.” Questo è ciò che disse Baba: “L’indagine sul Sé è la sola via per raggiungere l’Unità.” Gli chiesi allora altre cose, per provocarLo. (Risate). “Swami, che cosa dovrei fare? Che pratica dovrei seguire per sperimentare l’Unità? La gente dice che la penitenza (japa), la meditazione (dhyâna), l’adorazione (pûjâ) e la preghiera sono sentieri differenti, differenti esercizi spirituali che si fanno per raggiungere l’Unità. Quale dovrei seguire?” “Nessuno di essi.” (Risate). “Nessuno di essi?” “Già!” “Swami... e allora, che cosa devo fare?” (Risate). Baba rispose: “Indagine, il sentiero dell’indagine. Poni a te stesso la domanda ‘Chi sono io? Io non sono il corpo, io non sono la mente, io non sono l’intelletto. Io sono il Sé’. L’indagine sul Sé è la sola via per raggiungere l’Unità.” A questo punto, non volevo stare zitto: “Swami, questo significa che la meditazione è inutile? Vuoi dire che l’adorazione è un processo che non serve a nulla? Devo quindi abbandonare queste pratiche?” Baba rispose: “No. Questi sono i processi che ti renderanno ‘capace’ di indagare dentro te stesso.” Spero di essere chiaro: attraverso la meditazione, la mente sviluppa la concentrazione che aiuta a indagare sul Sé. L’adorazione rende la mente pura e adatta allo stesso scopo. Tutte le pratiche che noi adottiamo preparano quindi il terreno, preparano la mente a rivolgersi all’interno e a seguire il cammino dell’indagine. Vedete, questa è l’unicità di Baba: dice una cosa senza rigettare l’altra. Queste cose sono tutte necessarie per ottenere la gioia. Questo è Bhagavân Baba. Quindi, questa indagine sul Sé è veramente necessaria. Ma, per poterla fare, anche la 40

Mother Sai luglio - agosto 2008

meditazione e i bhajan sono necessari. L’ indagine sul Sé ci rende capaci e ci fornisce gli strumenti. “Swami, eccellente! Ho un’altra domanda.” “Qual è?” “Si dice che il sentiero dell’indagine, che è il sentiero della saggezza, o jñâna, sia il più alto. È quindi sufficiente che io proceda in quella direzione, visto che è quella di livello più alto? È come un volo diretto: a che scopo cambiare a Mumbay o a Francoforte? Non è necessario; andiamo diritti! Quindi, Swami, devo procedere lungo la via dell’indagine, che è il cammino dello yoga della conoscenza, direttamente? La gente dice che è il più elevato.” Baba disse: “No, sei di nuovo in errore: anche sulla via della saggezza è presente l’azione, o ‘karma’, e anche la devozione, o ‘bhakti’. Esse sono lì, anche sulla via della saggezza.” La semplice saggezza è solo collezione di fatti, è solo conoscenza, senza l’azione. E se non c’è devozione, la conoscenza vi rende anche arroganti. Quindi, la saggezza troverà il suo compimento, darà i suoi frutti, solo se accompagnata dall’azione e dalla devozione.” Questo è ciò che ha detto Baba. Io volli comunque fare un’altra domanda. “Swami, scusami se chiedo ancora. Vuoi, per favore, dirmi qual è il metodo migliore nella pratica spirituale o sâdhanâ? Qual è la via più adatta? Qual è più elevata delle altre?” (Dato che noi vogliamo essere sempre in alto nella vita, lo sapete, io ho chiesto ‘Qual è superiore? - Fammelo sapere’.) Baba disse: “Ricorda sempre che nella spiritualità non esiste niente di superiore o inferiore, non esistono un livello alto e uno basso. Questi due termini sono competitivi, comparativi, e sono usati nel linguaggio del mondo, in senso mondano. Nella spiritualità non c’è niente di superiore o inferiore, nessun livello più alto o più basso. È tutto uguale; devi comprendere questo.” “Swami, come faccio a saperlo? Io penso di essere un po’ più in alto degli altri (risate), perché sono seduto su di una sedia.” (Risate). Baba, allora, rispose: “Se siete nell’acqua fino alle ginocchia, potete vedere e parlare con chiunque. Se siete nell’acqua fino al collo potete ancora parlare con la gente, ma, se siete completamente sott’acqua, non potete comunicare niente a nessuno. (Risate). Allo stesso modo, l’esperienza finale è il silenzio. Fintantoché parlate di superiore e inferiore, non avete raggiunto niente. È quando rimanete in silenzio, senza parole, che avete raggiunto l’Unità. L’armonia è l’Unità, senza nessun tipo di paragone.” “Un’altra domanda, Swami.” “Sì, qual è?” “Swami, benissimo. Dopo l’indagine sul Sé, dopo aver realizzato il Sé, che cosa mi accadrà? (Risate). Dopo aver ottenuto un master in scienze, che cosa accade? Si diventa docenti. Dopo aver ottenuto un dottorato in filosofia, che cosa accade? Si è professori. E dopo l’indagine sul Sé, che cosa mi accade? Che cosa divento... dopo?” Baba rise e disse: “Non diventerai niente e non c’è niente da diventare.” (Risate). “Oh Swami, capisco. E come?” Baba rispose: “È come un pappagallo di zucchero che vuol misurare la profondità dell’oceano: va sulla riva e si getta in acqua, ma, mentre scende, si scioglie. In egual modo, nel processo di indagine, ti perdi, scompari, divieni Uno con l’immenso universo, con l’infinito, con il cosmo. Non sei più separato così da poter dire ‘ho ottenuto questo o quello, sono divenuto questo o quello.’ Coloro che dicono ‘ho ottenuto questo, sono diventato quello’ non hanno ottenuto altro che ignoranza.” Dobbiamo capire questo con chiarezza. (Tratto da Perle di Saggezza n. 22 dell’11 novembre 2003)

Mother Sai luglio - agosto 2008

41

Discorso 22 -11-1985

Coltivare l’amore è il bisogno più grande L’ istruzione moderna sviluppa l’intelletto e conferisce competenza, ma non indirizza in alcun modo a compiere le giuste rinunce. Che valore ha l’acquisizione di tutta la conoscenza del mondo senza il carattere? La conoscenza si è moltiplicata e con essa sono cresciuti anche i desideri. Il risultato è che si è degli eroi a parole, ma degli zeri nell’azione. A che cosa serve acquisire intelligenza e capacità se non si mette in pratica neppure una piccola parte di ciò che si è imparato? Satya¼ ekapada¼ brahma satye dharmo prati¹ºitah satyameva vâk-h©dayam satya¼ sarvam La stessa parola Verità è Dio. La Rettitudine (Dharma) è radicata nella Verità. La Verità è il cuore della parola. La Verità è tutto. Incarnazioni dell’Amore! La Verità è la stupenda residenza di Dio. La Rettitudine è saldamente basata sulla Verità. I Veda, che rappresentano la Conoscenza e la Saggezza Superiore (Jñâna e Vijñâna), sono Incarnazioni della Verità. Coloro che nella vita intendono acquisire livelli superiori devono seguire i precetti della Verità. Le nove gemme da proteggere Verità, carità, penitenza, sacrificio, benevolenza, malleabilità, dirittura morale, servizio al guru e studio sono le nove gemme che ogni ricercatore della conoscenza deve proteggere. La Rettitudine (Dharma), la Pace (›ânti), l’Amore (Prema) e la Non violen42

za (Ahi¼sâ) si trovano nello stato in cui la Verità e la Bontà prevalgono. La Verità fondamentale è una, ma i saggi l’hanno chiamata con molti nomi. L’UOMO IDEALE È COLUI CHE ADERISCE ALLA VERITÀ E NON L’ABBANDONA IN NESSUNA CIRCOSTANZA. EGLI VIVE LA VITA VERA. La Verità non esiste per il bene di nessuno in particolare, trascende i limiti di tempo, spazio e personalità, è il respiro vitale di tutti i Paesi, di tutte le genti in tutti i tempi. L’eccelso padre dell’umanità, il grande Manu, dopo profonde ricerche, analisi ed esperienze, fece questo dono all’umanità: Satya¼ bruyât priya¼ bruyât na bruyât satyamapriya¼ “Dite la verità, (ma) dite ciò che è piacevole; non dite mai ciò che è spiacevole”. Non dovete dire una cosa non vera perché può essere piacevole, né dire una verità che sia spiacevole. Questo grande consiglio fu dato da Manu all’umanità. Conoscenza non significa erudizione libresca L’uomo può compiere veri progressi solo quando abbandona l’idea che l’istruzione si persegua allo scopo di guadagnarsi da vivere. La connessione fra istruzione e posto di lavoro deve essere completamente recisa. L’istruzione è per la vita e non per guadagnarsi di che vivere. Solo chi comprende profondamente questa verità è una persona veramente istruita. Sin dai tempi antichi questa verità è stata riconosciuta dai saggi di Bhârat che hanno preservato l’eredità culturale della nazione. Conoscenza non Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 22 -11-1985 significa mera erudizione, non consiste nel cercano di vedere come esse possano estrasferire il contenuto dei libri al cervello. sere usate per trasformare l’uomo. Newton, L’istruzione ha lo scopo di trasformare il dopo aver scoperto il potere gravitazionale cuore. Oggi l’uomo è orgoglioso di quel poco della terra, disse: “Sebbene io abbia scodi conoscenza che ha acquisito sul mondo perto la forza di gravità, essa è sempre esifisico e si vanta di conoscere tutto dell’uni- stita (anche) prima della mia scoperta.” Egli verso. LA VERA CONOSCENZA È QUELLA CHE ammise anche: “Io sono riuscito a identificare la forza di gravità, non l’ho creata.” INSTAURA ARMONIA E SINTESI TRA LA SCIENZA Era convinto che esistesse un Creatore della DA UN LATO E LA SPIRITUALITÀ E L’ETICA DALL’ALTRO. L’uomo dovrebbe quindi determiforza di gravità. Anche Einstein, dopo i suoi nare prima di tutto il vero valore dell’istru- studi scientifici sul funzionamento della nazione. tura, rivolse la mente agli argomenti spiriOggi, a causa dello straordinario sviluppo tuali e comprese che, per il cammino spiridella fisica, l’uomo tende a sentirsi molto tuale, è necessaria la compagnia di uomini sapiente, ma solo quando cercherà di capi- buoni e che tale compagnia può trasformare la Conoscenza che trascende la fisica re la condizione umana. Egli dichiarò: “Dimpotrà trarre da quest’ultima pieno benefi- mi con chi vai e ti dirò chi sei”, il che dimocio. Al di là della fisica c’è la metafisica. stra che ciò che siamo viene determinato Ultimamente, alcuni stanno iniziando a com- dalle persone che frequentiamo. Il grande prendere questo fatto e stanno intrapren- filosofo Heisenberg, dopo aver studiato in dendo la ricerca spirituale. Grandi saggi vari campi della scienza, intraprese la ricome Vaµi¹ºa, Vâmana, Jamadagni, cerca del collegamento tra la fisica e la Viµvâmitra, Gautama e Parasara erano tra spiritualità, e scoprì i grandi segreti contei Sapt⩹i che raggiunsero l’eminenza gra- nuti negli Yogaµâstra. Egli disse: “Domizie alla loro grandezza spirituale. Abbiamo nate la mente: siate menti eccelse.” UN ALsaggi simili oggi? NON SI PUÒ DIRE CHE I TRO GRANDE SCIENZIATO, SCHROEDINGER, SCOPRÌ CHE LA SCIENZA E LA SPIRITUALITÀ RISULTATI DELLA SCIENZA MODERNA NON SIANO PRODIGIOSI, NÉ CI SONO DUBBI SULLA NESONO INTEGRALMENTE CONNESSE E CHE LA CESSITÀ DELLA CONOSCENZA SCIENTIFICA, MA SECONDA È LA BASE DELLA PRIMA. EGLI NOTÒ SI DEVE COMPRENDERE CHE È ALTRETTANTO

ANCHE COME LO SVILUPPO DELLA SCIENZA

NECESSARIO SVILUPPARE PARALLELAMENTE IL

AVESSE PORTATO A UNA MOLTIPLICAZIONE DEI

NOSTRO SENSO DI DISCRIMINAZIONE PER IL

BISOGNI E PROVOCATO UN INDEBOLIMENTO

CORRETTO USO DELLA SCIENZA DI PARI PASSO

DELLA VOLONTÀ E DELL’INTELLIGENZA UMA-

CON LO SVILUPPO DELLA CONOSCENZA SCIEN-

NE.

TIFICA. È proprio a causa del fatto che que-

sta discriminazione nell’uso della scienza è venuta a mancare che il mondo si sta confrontando con molti pericoli e difficoltà. Le nostre compagnie determinano il nostro carattere Eppure anche oggi ci sono alcune menti elevate che, pur perseguendo la scienza, esplorano le verità spirituali, le analizzano e Mother Sai luglio - agosto 2008

EGLI DICHIARÒ: “PIÙ DESIDÈRI, PIÙ DISPERAZIONE.” Aiutare gli altri è meritorio Ci fu un altro grande pensatore, di nome Dirac, che si cimentò a scoprire la connessione tra scienza e spiritualità. Egli cercò di trovare il fattore unico alla base di tutte le cose della creazione e a questo scopo condusse degli esperimenti, scoprendo che la verità si trova nel detto “Amate sempre, 43

Discorso 22 -11-1985 non fate mai del male”. La conclusione di NELLE MADRI. Gli antichi ©¹i conoscevano Dirac non è altro che un’eco della signifi- questa verità. Non c’è da meravigliarsi che cativa affermazione che il Saggio Vyâsa i figli nati in queste condizioni avessero un fece dopo avere completato le sue opere carattere nobile e virtù eroiche. Raccontadei diciotto Purâ²a: “Aiutare gli altri è me- re storie di figli esemplari, come ritorio, far loro del male è peccaminoso.” Mârka²¬eya, Dhruva e Prahlâda, era una Abbiamo ancora un altro pensatore moder- pratica comune. Esse fornivano l’ispiraziono, De Broglie, che aveva cominciato come ne e gli ideali ai bambini di quei tempi. Che critico della spiritualità, ma, dopo un’inda- cosa vediamo oggi? Le donne incinte guargine accurata, ammise che il suo criticismo dano la televisione, i film al cinema e si fanera dovuto all’ignoranza e proclamò, per no coinvolgere da altri mezzi di comunicaesperienza personale, che la Divinità è il zione deleteri che mostrano crimini e sesnocciolo di ogni cosa nell’universo. TALI so. Il risultato è che i nascituri sviluppano tendenze indesiderabili. Ciò che K©¹²a disPROFETI DI VERITÀ NON MANCANO NEL MONDO DELLA SCIENZA. QUESTI GRANDI SCIENZIATI se ad Arjuna poteva essere considerato privo di significato precedentemente, ma CHE HANNO ESAMINATO, ESPLORATO E DICHIARATO LA VERITÀ, SONO SIMILI AGLI ANTICHI oggi gli scienziati occidentali comprendono SETTE SAGGI (SAPT©¹I). Newton dichiarò che ciò che diceva il Mahâbhârata è vero. che l’universo è una manifestazione di Dio L’Istituto per la Salute dell’Infanzia e lo e che tutto passa per il potere di Dio. Ai Sviluppo Umano, collegato all’Università nostri tempi Fritjof Capra ha investigato sul- Americana della Carolina, conduce esperila relazione tra l’atomo e le vibrazioni in menti sui fattori che influenzano lo sviluppo natura. Nei tempi antichi, Vyâsa dichiarò dei bambini. Un eminente scienziato di queche l’universo è scaturito dalla vibrazione sto istituto, Anthony Casper, dopo vari espedel suono. “Sîtâ” e tutte le cose della crea- rimenti è arrivato alla conclusione che ciò zione, viventi e non viventi, sono il prodotto che ›rî K©¹²a aveva detto era vero, anche se le vostre menti impreparate non possodi queste vibrazioni. no comprendere pienamente la verità proBambini ideali dell’India antica fonda che è alla base della Sua affermaEcco un episodio dal Mahâbhârata. Una zione. Anthony Casper annunciò le sue scovolta Arjuna, quando sua moglie Subhadrâ perte il 3 gennaio 1984 durante una confeera incinta, non sapendo che il bambino che renza di ricercatori. I suoi esperimenti ella portava in grembo era il futuro eroe evidenziarono che il cibo ingerito dalla maAbhimanyu, cominciò a raccontarle tutto dre, i suoi pensieri e le parole che ascolta sull’arte della guerra e sul Padmavyûha, hanno un impatto sul bambino che porta (in una sorta di complicata formazione milita- grembo). re. In quel momento entrò K©¹²a e gli fece notare che il bambino veniva influenzato dal Il legame tra la scienza e la spiritualità racconto. A BHÂRAT C’È L’ANTICA TRADIZIO- Possiamo ben dare il benvenuto al fatto che NE DI RACCONTARE ALLE DONNE INCINTE STOoggi ci siano scienziati dalla mente aperta RIE DI EROI E SANTI IN MODO CHE I BAMBINI che sono disposti a esplorare le verità dichiarate dai nostri antichi saggi e a cercare NEL GREMBO MATERNO VENGANO INFLUENZATI DALLE VIBRAZIONI PRODOTTE DA TALI STOla connessione tra la scienza e la spiritualiRIE SUBLIMI E DAI PENSIERI CHE SUSCITANO tà. Al contrario, è un peccato che persone 44

Mother Sai luglio - agosto 2008

Discorso 22 -11-1985 nate in questo grande Paese con una tale L’affetto che mostrate deve essere costanpreziosa eredità conducano vite contrarie te, continuo e immutabile come il respiro. ai suoi ideali e sprechino le loro opportuni- L’istruzione di oggi è un processo in cui si tà. Dopo l’allunaggio, il cosmonauta ameri- riempie la mente con il contenuto dei libri, cano Mitchell osservò la terra dalla luna e la si svuota nella sala dell’esame e si torna la vide come un enorme diamante lumino- a casa a mente vuota. La vera istruzione so che si staglia sullo sfondo di un vasto consiste nel coltivare il cuore. Ciò che dotappeto di velluto blu. Assistendo a tale spet- vete apprendere deve diventare parte del tacolo, egli pianse, colpito da questo senti- vostro essere. Solo così avrete un senso di mento, e chiese: “Essendo nati su una terra appagamento e instaurerete una completa così meravigliosa e splendente, perché gli armonia tra pensiero, parola e azione. Oggi uomini si comportano da esseri ignoranti e il Paese ha bisogno di persone che condudalla mente malvagia? Da un diamante può cano vite integre. uscire soltanto un diamante e non un semColtivare l’Amore è il bisogno più grande plice pezzo di pietra. Perché dal suolo puro In tutti i Paesi la gente parla di pace, ma le e santo della Madre Terra devono nascere sue azioni sono contrarie a ciò che profesuomini malvagi?” Egli trovò la risposta nelsa; essa da una parte parla di pace e dall’attrazione che l’uomo prova per le cose l’altra tiene in mano la bomba atomica. Tutto materiali e nella mancanza di interesse per il mondo soffre per l’inquinamento ambienle buone qualità. tale. I discorsi sulle guerre stellari contenLa condotta onesta è la sola cosa gono la minaccia di inquinare persino lo che conti spazio esterno. NEL CUORE DEGLI UOMINI VA Si dovrebbe capire che, qualunque titolo di EDIFICATO IL DESIDERIO DI PACE. Oggi, coltistudio e qualsivoglia posizione o nome si vare l’Amore è il bisogno più grande. Queposseggano, senza una condotta virtuosa sta grande folla è una manifestazione di essi non hanno alcun significato. LA RETTA Amore in azione. Qui ci sono centinaia di migliaia di persone: è stato mandato loro un CONDOTTA È LA SOLA COSA CHE CONTI VERAMENTE. C IÒ CHE FATE DETERMINA CIÒ CHE invito? Sono venute per Amore di Sai e per l’Amore per Sai. Non serve acquisire tutti i RICEVETE, PER CUI DOVETE CONCENTRARVI SU tipi di conoscenza, ripetere il Nome di Dio UNA CONDOTTA ONESTA. Abbandonate i sentimenti meschini, allargate la vostra visione. e meditare se non c’è Amore nel cuore. La vera istruzione può essere riassunta in Soltanto l’Amore può salvare il mondo. una parola: Amore, l’ Amore che tutto com- Studenti, insegnanti e amanti dell’istruzioprende. UNA VITA SENZA AMORE È PEGGIORE ne! Io desidero che, nel vostro tentativo di perfezionare il sistema didattico, voi forniate DELLA MORTE . La conoscenza mondana è senza dubbio necessaria, ma non è tutto; Amore, Dharma e Valori Morali, perché dovete conoscere anche la fondamentale soltanto questi possono far progredire il Verità della vita e del destino dell’uomo. Paese e metterlo in condizione di recupeOltre ad acquisire la conoscenza, dovete rare la sua antica gloria. anche coltivare le discipline del comportaPraµânti Nilayam, 22 novembre 1985, mento virtuoso, come il rispetto per gli anSai Kulwant Hall, ziani, l’amore per i genitori e l’affetto per Quarta Assemblea dei Laureati dell’Istituto di gli amici. Istruzione Superiore ›rî Sathya Sai Mother Sai luglio - agosto 2008

45

Un’enorme folla di devoti, provenienti da ogni parte del mondo, si è ritrovata a Praµânti Nilayam per celebrare la sacra festa di ›ivarâtrî alla Divina Presenza di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba. I devoti hanno partecipato, con grande devozione, ai bhajan che sono durati tutta la notte e che hanno avuto inizio, alla Divina Presenza, il pomeriggio del 6 marzo 2008 dopo il Discorso di Baba. Il Sai Kulwant Hall, luogo delle celebrazioni, era variamente e splendidamente decorato per l’occasione presentando un aspetto gioioso. Vi erano stati installati schermi video e fuori, vicino al tempio di Ga²eµ, era stato sistemato un altro schermo di grandi dimensioni, per permettere alla gente di assistere adeguatamente ai festeggiamenti. La Danza Cosmica di ›iva: un balletto La vigilia della sacra festa di ›ivarâtrî, gli studenti dell’università ›rî Sathya Sai hanno messo in scena un balletto che rappresentava la storia mitologica del k¹îr sâgar mathan (rimestamento dell’oceano di latte), seguito dalla danza cosmica di ›iva. Il programma è iniziato alle 18,10 il pomeriggio del 5 marzo 2008 dopo il darµan di Baba, cui ha fatto seguito, nel Sai Kulwant Hall, un’intensa sessione di bhajan. Il rimestamento dell’oceano da parte degli Dei e dei demoni fece emergere molte cose celestiali, ma la fuoriuscita dello halâhala (veleno mortale) preannunciò la distruzione totale. Per salvare l’universo dalla distruzione, il Signore ›iva bevve il mortale veleno, dopodiché ballò la Danza Cosmica. La superba recita degli studenti e le loro elettrizzanti danze hanno reso viva l’intera storia mitologica. Il programma è terminato alle 18,45 con l’ârati a Bhagavân. Il Discorso di ›ivarâtrî di Sai Baba Il pomeriggio del 6 marzo 2008, Baba è giunto nel Sai Kulwant Hall alle 17,20. Non appena Egli è entrato nella sala fra il canto dei Veda degli studenti dell’università ›rî Sathya Sai, due loro gruppi musicali Lo hanno accolto con dolci e auspicali note. Dopo aver benedetto col Suo divino darµan i devoti, che occupavano ogni spazio dentro e fuori il Kulwant Hall, Bhagavân è giunto sulla veranda dove era stata posta, dai devoti d’oltremare, un’enorme torta. Baba, alle 17,25, ha amorevolmente acceso un lume posto su di essa e ha poi proceduto alla cerimonia del taglio fra la gioiosa esultanza dei devoti. Dopo di ciò, Bhagavân si è recato sul palco per tenere il Discorso di ›ivarâtrî. Prima di

46

Mother Sai luglio - agosto 2008

Cronache

Celebrazioni di ›ivarâtrî a Praµânti Nilayam

questo, µrî V. Srinivasan, Presidente Panindiano delle Organizzazioni Sevâ ›rî Sathya Sai, ha parlato alla folla. Porgendo calorosi saluti all’enorme assemblea, egli ha osservato che ›ivarâtrî è la notte della rivelazione e della realizzazione e che i bhajan di ›ivarâtrî, tenuti alla Divina Presenza, avrebbero diffuso sacre vibrazioni foriere di pace, armonia e spiritualità nel mondo. Al termine del suo discorso, µrî Srinivasan ha esortato i devoti a cantare con entusiasmo la gloria di Dio e ottenere la Sua grazia. Poi Baba ha tenuto il Suo Discorso, terminando con il bhajan “Hari Bhajana Binâ Sukha ›ânti Nahin...” I bhajan di ›ivarâtrî e il secondo Discorso di ›ivarâtrî di Bhagavân I bhajan di ›ivarâtrî, condotti alternativamente dagli studenti e dalle studentesse dell’università ›rî Sathya Sai, hanno avuto inizio dopo il bhajan suddetto di Bhagavân. I bhajan sono stati cantati per tutta la notte da gruppi di studenti, devoti e dallo staff dell’âµram e dell’ospedale. Anche molti gruppi d’oltremare hanno condotto bhajan che sono stati costantemente cantati in hindî con pronuncia meticolosamente corretta. Il mattino del 7 marzo 2008, Baba è arrivato nel Sai Kulwant Hall alle 7,05 diffondendo la beatitudine del Suo divino darµan fra i devoti anelanti, disposti dentro e fuori la sala. Essi si sono beati al divino splendore del darµan cantando, in questo fausto mattino, la Sua gloria per più di mezz’ora, prima che i bhajan di ›ivarâtrî giungessero a felice conclusione alle 7,40 con l’offerta dell’ârati a Bhagavân. A tutti i devoti è stato poi distribuito il prasâdam. Il pomeriggio del 7 marzo, Baba ha benedetto i devoti con un altro soave Discorso. Prima di ciò Ajit Popat di Londra, Regno Unito, ha parlato alla folla, esortando i devoti a seguire l’Esempio e gli Insegnamenti di Baba e dedicare la propria vita al servizio degli altri. Solo allora, egli ha aggiunto, potranno definirsi veri devoti di Bhagavân. Successivamente, Baba ha tenuto il Suo Discorso. Il programma, iniziato alle 17 col divino darµan, è giunto al termine con l’ârati a Bhagavân, portando così a felice conclusione le celebrazioni di ›ivarâtrî a Praµânti Nilayam.

(Tratto da: www.sssbpt.org)

Mother Sai luglio - agosto 2008

47

Un naso rosso, un sorriso La nostra vita? Un treno in corsa. Il mondo? Un bellissimo paesaggio dal finestrino. E noi che ci passiamo in mezzo seduti sul nostro seggiolino.

Esperienze

Il problema della velocità in cui viviamo è che rischiamo di dimenticarci di fermare un momento il mondo che ci corre intorno per pensare, rischiando così di vivere senza consapevolezza. La consapevolezza delle cose più semplici, che non richiedono ore di studio su libri enormi, ma la magari scontata risposta alle domande “chi sono?” “dove sono?” “che cosa sto facendo?”, che forse tanto scontata non è, in fondo. Il corso di formazione è stato un’importante occasione per fermarci e riflettere su quello che facciamo nel momento più importante delle nostre vite, quello in cui diciamo “vado a fare Sevâ”, per imparare a farlo al meglio. Giovanna ha aperto la bellissima giornata di domenica con questa frase di Swami: “Molta gente pensa che il servizio consista nel fornire aiuto ai derelitti e ai bisognosi. È un grosso errore soltanto pensare di poter dare un servizio agli altri. Di fatto ciò che fate lo fate per voi stessi, perché il principio atmico e il principio di Amore sono gli stessi in tutti.” Il “Servizio” è un passo fondamentale sul nostro sentiero verso Dio, è lo strumento attraverso il quale riconoscere il principio divino insito in ognuno di noi, ed è fondamentale non dimenticare mai, quando ci diamo al prossimo, che in realtà stiamo facendo molto di più. Assieme alle mani stiamo facendo lavorare la parte più preziosa di noi: l’Amore Universale. Il corso di formazione ci ha fornito degli spunti di riflessione, di crescita e delle nozioni pratiche per rendere più preciso e profondo l’atto del servizio, che già vedeva protagonisti molti di noi partecipanti. La giornata è cominciata con un intervento dello psicologo Roberto Sartori sul tema della “relazione d’aiuto”, aperto da un efficace gioco di ruolo che ci ha portati a riflettere sulle nostre capacità comunicative e sulla nostra fisiologica incapacità di percepire tutti gli stimoli cui siamo sottoposti. Con una precisione e un carisma che lasciavano trapelare l’esperienza di Roberto nel campo dei corsi di formazione, ci sono stati illustrati gli strumenti chiave che abbiamo a disposizione per rivolgerci al meglio all’altro, e sono quelli dell’empatia, per capire profondamente l’altro senza interferenza di giudizio alcuno, della curiosità e dell’ascolto, per conoscere a fondo l’altro e porlo al 48

Mother Sai luglio - agosto 2008

centro delle nostre attenzioni, e della flessibilità, “la via della puodarsità”, come è stata definita; nella relazione con l’altro è fondamentale abbandonare i nostri schemi mentali e porci in una situazione di assoluta apertura. Quest’introduzione riflessiva sulle dinamiche emotive e comportamentali che si mettono in moto nel momento della “relazione d’aiuto” è stata importante in quanto ha stabilito alcuni punti fissi su una fase del servizio, quella del rapportarsi con l’altro, che, normalmente, è lasciata al buon senso di ognuno, facendo emergere l’importanza rivestita da questo momento e i rischi che si corrono nell’affrontarlo con superficialità. L’incontro è proseguito poi con i preziosi consigli di Alessandro e Giovanna, che lavorano, rispettivamente, con anziani e disabili da molti anni e di Mauro, ex responsabile dell’Ala Servizio dell’Organizzazione Sathya Sai. Ricchi dell’esperienza data dalla scelta di dedicarsi quotidianamente alle persone cui di solito facciamo servizio, hanno arricchito la nostra esperienza sul campo con pillole di saggezza e piccole norme comportamentali che, nella loro semplicità, sono quelle accortezze che, se rispettate, hanno il potere di rendere perfette le ore trascorse nel Sevâ. Anche se nessuno di noi era nuovo al mondo del volontariato, le nostre lacune sono emerse piano piano, mentre ci veniva spiegato di fare attenzione al tono da utilizzare con una persona anziana, o durante la simulazione di un trasbordo dalla carrozzina, fino al test finale: la simulazione dell’organizzazione di una festa. I minuti dedicati a questo gioco di ruolo sono risultati importante momento di riflessione. Nella vita reale facciamo attenzione a tutti quei dettagli che ci sono venuti in mente (e non ci sono venuti in mente) in quell’occasione? La risposta, scontata, è: no. La nostra buona volontà deve essere supportata dalla conoscenza per poter raggiungere al meglio l’obiettivo. Ultima parentesi della giornata, un naso rosso, il sorriso. Che cosa meglio di un sorriso per far sentire una persona al centro del mondo, per leggere nella sua anima, per offrirle la nostra? Franco e Claudio, del gruppo “Dharmic Clown”, ci hanno guidati in un’esperienza unica attraverso la forza del sorriso. Con musiche, barzellette, palloncini, con una simpatia, di quelle che partono dal cuore, ci hanno dato una grande dimostrazione di come possa essere facile intrattenere un’intera platea e far sentire allo stesso tempo importante e protagonista ogni singola persona che la compone. Il corso di formazione, con i suoi due livelli, è stato un momento di crescita e di miglioramento, importante anche e soprattutto se si ha già esperienza di Sevâ. Il rischio, quando si fa una cosa da molto tempo, è di cominciare a dare per scontati certi passaggi e di porsi poche domande; in realtà è fondamentale mettersi continuamente in discussione e stare sempre attenti al dettaglio, vuoi il gesto, vuoi la parola. Il Sevâ è, per noi, momento di crescita spirituale; per questo si rivela fondamentale la consapevolezza con la quale ci si approccia a questo appuntamento, dove siamo chiamati a presentarci con il cuore aperto al prossimo e le mani pronte e capaci. (Una partecipante al corso di formazione di II° livello) Mother Sai luglio - agosto 2008

49

Mother Sai Publications (EDIZIONI MOTHER SAI) e-mail:[email protected]

Sito Web: www.mothersaipublications.it

(Collana Vahini) Aforismi Vedici (Sûtrâ Vâhinî) [SV] La Conoscenza (Jñâna Vâhinî) [JV] La Scienza di Dio (Vidyâ Vâhinî) [VV] La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), I° vol. [RV-I] La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), II° vol. [RV-II] Domande e Risposte (Prashnottara Vâhinî) [PUV] Il Fiume delle Upanishad (Upanishad Vâhinî) [UV] Il Gioco di Dio (Lîlâ Kaivalya Vâhinî) [LKV] La Pace Suprema (Prashânti Vâhinî) [PSV] La Via della Meditazione (Dhyâna Vâhinî) [DV] La Verità di Sai (Sathya Sai Vâhinî) [SSV] La Legge Morale (Dharma Vâhinî) [DhV] Storie Gloriose del Signore (Bhagavatha Vâhinî) [BhV] Gli Insegnamenti di Dio (Gîtâ Vâhinî) [GV] L’Amore di Dio (Prema Vâhinî) [PV] Dissolvere i Dubbi Spirituali (Sandeha Nivarini) [SN]

(Collana Discorsi) di Sai Baba Discorsi 1988/89, I° vol. [D89-I] Discorsi 1988/89, II° vol. [D89-II] Discorsi 1963-65 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. IV) [D65] Discorsi 1964-67 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. V) [D66] Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. VI) [D67] Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL.7&8) [D68] Discorsi 1983 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVI) [D83] Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVII) [D84] Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XIX) [D86]

(Collana Biografie)La Vita di Sai Baba (N. Kasturi) La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), I vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), IV vol.

(Collana Educazione)Discorsi agli Studenti Corso Estivo 1972 [CE72] Corso Estivo 1978 [CE78] Corso Estivo 1990 [CE90] Corso Estivo 1993 [CE93]

Periodici Mother Sai, bimestrale + Crescere Insieme

Altre Pubblicazioni Disponibili Colloqui (CQ) Mother Sai Speciale (6a Conferenza Mondiale) Diario Spirituale 1 [DS1] Diario Spirituale 2 [DS2] Diario Spirituale 3 [DS3] Dhyâna: la Meditazione secondo gli insegnamenti di Sai Baba Canti devozionali (Libro dei bhajan, Testi). Canti devozionali (Libro dei bhajan, Accordi). Canti devozionali (Libro dei bhajan, Esercizi). Atti del I° Convegno dei Responsabili dei Centri Sai Mondiali Sadhana Guida all’ashram di Prashanti Nilayam Racconti e Parabole Vol. I (Chinna Katha vol I) Racconti e Parabole Vol. II (Chinna Katha vol II) Pensiero del Giorno (365+1 pensieri, per ogni giorno dell’anno)

Altri Autori Alla scoperta della verità A spasso con Dio Gemme di Saggezza Grazie Swami Messaggio d’Amore Ho visto la luce Incontrare Dio L’Eterno Miraggio Purificare il Cuore (Purifying thr Heart) Ricordando Sai (Sai Smaran) Sai Baba Fiamma d’Amore Sai Baba: la rivelazione continua Sai Baba, l’Uomo dei miracoli Sri Sathya Sai Gita-Tutto sulla spiritualità Satha Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting) Sathya Sai Baba: Colui che dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra Viaggio con Sai (Sri Sathya Sai Anandadayi) Visione del Divino.

Audiovisivi: Shivarathri Sandesh (VHS) Le percussioni, parte I (VHS) Shivarathri Sandesh(VHS) Le percussioni, parte II (VHS) Video Story (VHS) Il Medico Divino (VHS) Tecnica di canto (Audiocass.) Gâyatrî Mantra (Audiocass.) Embodiment of Love Vol I(CD musicale) Embodiment of Love Vol II(CD musicale) Bhajanam (CD musicale) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD musicale) Dyana, la Meditazione negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba(CD musicale) Scuola bhajan interattiva (N°2CD ROM) Gâyatrî Mantra (CD musicale) Avo Sai (CD musicale) Le sue Opere nel Sociale (DVD Video) Alla Scoperta della Verità (DVD Video) La Creazione (DVD Video) Sai Gange (DVD Video) Shivarathri 2002/2003/2004 (CD video) Compleanno 2002/2003/2004 (CD video)

Compleanno 2005 (DVD Video) Guru Purnima 2002/2003/2004 (CD video) Brahmanandam (CD video)

In Preparazione: La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), V vol. NB.– Tutte

le pubblicazioni sopraelencate si possono avere telefonando o inviando un fax a: Mother Sai Publications Sathya Sai Books and Publications of Italy, magazzino e sede operativa, via Umbria 19, 20093 Cologno Monzese (MI); Italy tel. 02 26708288 (lunedì h.19:30-21); fax 02 25118399

NB.– Tutte

le pubblicazioni sopraelencate si possono avere telefonando o inviando un fax a: Mother Sai Publications Sathya Sai Books and Publications of Italy, magazzino e sede operativa, via Umbria 19, 20093 Cologno Monzese (MI); Italy tel. 02 26708288 (lunedì h.19:30-21); fax 02 25371063

“Il giusto piano di studio consiste nel leggere, riflettere e applicare regolarmente alla vita quanto appreso.” Sai Baba

CONSIGLIO CENTRALE SATHYA SAI D’ITALIA Segreteria Nazionale: Via Della Pace, 1 - 28040 VARALLO POMBIA (NO) Tel.(334) 75 74 107 - e-mail: [email protected] Sito Web: www.sathyasai.it INDIRIZZI DEI CENTRI SSSB AOSTA - GRESSAN Loc. La Roche, 8 Tel. (0165) 42233 [email protected] APRILIA (LT) V. Riserva Nuova, 62 Tel. (06) 9268454 [email protected] ASTI V. M. Giusta, 24 Tel. (0141) 410127 Fax (0141) 430575 [email protected] BERGAMO V. Privata Lorenzi, 5 Tel. (035) 618805 [email protected] BOLOGNA Strada Maggiore, 37 Tel. (051) 268662 [email protected] CATANIA V. San Giacomo, 10 Tel. (095) 7805622 [email protected] CISTERNINO (BR) C.da Restano, 57 Tel. (080) 4449727 [email protected] COSSATO (BI) V. Martiri della Libertà, 531 tel. (015) 562975 [email protected] FAENZA (RA) V. Renaccio, 1/5 Tel. (0546) 29731 [email protected] LATINA V. Toscana, 3 Tel. (0773) 621038 [email protected] LECCE V. Calore, 5 - Villa Elena Tel. (0832) 331129 [email protected] MESTRE - MARGHERA (VE) V. Fabris, 1 Tel. 349 3893549 [email protected] MILANO B V. Savona, 7 Tel. (02) 8372841 [email protected] MILANO C V. Rezia, 1 Tel. (02) 89532850 - 340 5535862 [email protected] MILANO D V. Bolzano, 20 Tel. (02) 26820515 [email protected] MODENA V. delle Staffette Partigiane, 36 Tel. (059) 313124 [email protected] NAPOLI V. Milano, 33 Tel. (339) 2457191 [email protected] NOVARA-VARALLO POMBIA V della Pace, 1 Tel. (0321) [email protected] PADOVA V. Pontevigodarzere, 134 /c Tel. (338) 3036137 [email protected] PARMA A V. Morigi, 3 Tel. (349) 3540560 [email protected] PESARO Strada della Romagna, 181 Tel. (0721) 208490 [email protected] PESCARA V.le Figlia di Iorio, 11 Tel. (339) 5645089 [email protected] QUARTU S.ELENA V. Salieri, 45/47 Tel. (070) 820917 [email protected] ROMAA V. Musolino, 39 Tel. (06) 5819504 ROMA B V. Arno, 49 Tel. (06) 86209659 [email protected] ROMA C-FORMELLO B.go S.Antonio, 3 Tel. (06) 9075187 [email protected] TORINO A Strada Ponte Verde, 11/4 Tel. (011) 6602402 [email protected] TORINO B corso Rosselli, 123. int. 3 [email protected] TORINO C V. Principessa Clotilde, 44 Tel. (011) 480886 [email protected] TORINO D V. Broni, 1 Tel. (347) 8316440 [email protected] UDINE V. M. Volpe, 456/a Tel. (0432) 480952 [email protected] VENEZIA V. Castello, 3414 Tel. e Fax (041) 5202920 [email protected] VERONA V.1° maggio, 13 - Mozzecane (VR) Tel. (045) 6340815 [email protected]

INDIRIZZI DEI GRUPPI SSSB BADESI (SS) V. Dante, 20 (339) 1578309 BARI V. Amendola, 126 Tel. (080) 5798379 BARLETTA (BA) V. Imbriani, 88 Tel. (0883) 527358 [email protected] CARRARA (MS) V. Matteoni, 39 Tel. (0585) 253857 [email protected] CONEGLIANO - COLLE UMBERTO (TV) V. Cardenzin, 12 (0438)394065 [email protected] FERRARA V. Mayr, 90/a - Tel. 349 7442455 [email protected] FORLÌ V. F.Orsini, 19 gruppo.sai.forlì@sathyasai.it LIVORNO - LORENZANA (PI) V. Colle Alberti, 23 [email protected] MAROSTICA (VI) Via Boito,16 Tel. 335 5834701 [email protected]

FEDEGRO’ (CO) V. Trento, 3 [email protected] MONTECATINI TERME P.le Leopoldo, 2 [email protected] POTENZA V. Boldoni, 8 Tel. (329) 7445775 [email protected] SIENA V. Martini, 110 Tel. (0577)281382 - 356795 [email protected]

GRUPPI BHAJAN CASATENOVO (LC) V. san Gaetano,11 Tel. (039) 9297011 Coordinatore: Renato Billo - email: [email protected] ROMA E Coordinatore: Paolo Startari - email: [email protected] TORINO E V. Millio, 53 Tel. (011) 4115083 Coordinatore: Guido Fedele - email: [email protected]

Related Documents

Mother Sai 4 2008
April 2020 2
Mother Sai 4 2007
April 2020 3
Mother Sai 4 2006
April 2020 5
Mother Sai 2 2008
April 2020 4
Mother Sai 5 2008
April 2020 3
Mother Sai 3 2007
April 2020 5