Mother Sai 5 2006

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Sommario

03 Discorso Divino 10 Discorso Divino 20 A lume di Candela 21 Amore in Azione 22 Domande & Risposte 26 Sotto la Veranda 28 Discorso Divino 36 Zoom 39 Report 44 Favole & Poesie 46 Occhio al libro

06 05 ’06 L’immenso potere dell’amore materno. 18 05 ’02 Vero amore fraterno. Un incontro nazionale all’insegna della gioia. Un’intervista ad Anil Kumar. L’importanza di servire con il giusto spirito.

01 01 ’01 Buoni pensieri per un buon anno. “Amore Liquido”.

Gurupûr²imâ 2006 e altri eventi memorabili L’ascesi di Sabarî.

MOTHER SAI PUBLICATIONS Sathya Sai Books and Publications of Italy Tutti i diritti sono riservati Anno XVIII n.5(111) settembre-ottobre 2006 Direttore responsabile: Giorgio Piccaia sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India. 2

Mother Sai settembre - ottobre 2006

Discorso 06-05-2006

L’immenso potere dell’amore materno “Quando l’uomo nasce dal ventre della madre, non ha ghirlande attorno al collo. Non presenta gioielli fatti di perle, né scintillanti ornamenti d’oro e neppure collane tempestate di gemme preziose come smeraldi e diamanti. C’è però una pesante ghirlanda attorno al suo collo: quella che crea Brahmâ, infilando tutte le conseguenze delle sue azioni passate, ponendogliela al collo al momento della nascita.” Incarnazioni dell’Amore! Ciò che oggi dobbiamo comprendere è che nasciamo con una ghirlanda karmica attorno al collo. Brahmâ infila ogni nostra singola azione, buona o cattiva che sia, per farne una pesante ghirlanda. Pertanto, prima di compiere qualunque azione, dobbiamo chiederci se sia buona o cattiva. Usare i sensi in modo sacro Per le nostre buone azioni c’è sempre una ricompensa, che vi aspiriamo o no. Allo stesso modo, non possiamo sfuggire alle perniciose conseguenze che sorgono da tutto ciò che di male vediamo, pensiamo, udiamo, esprimiamo e compiamo. Conoscete lo scopo per il quale vi sono stati dati gli occhi? Per guardare, forse, tutto ciò che incontrate? No, no! Siete dotati di occhi per poter avere la visione Mother Sai settembre - ottobre 2006

del Signore del Kailâsa. Sapete perché vi è stata concessa la mente? Per gironzolare per stradine e vicoli? No, no! La mente vi è stata donata per sperimentare la beatitudine, meditando sulla bellissima Forma e sul Nome di Dio. Dovete quindi fare una profonda riflessione su che cosa sia bene o male, e agire in base a ciò. Nessuno può sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni. Chiunque sia nato in questo mondo deve sperimentare sia il bene sia il male. Alcune anime nobili comprendono questa verità, sperimentano la beatitudine di conservare nella loro mente, come un tesoro, ciò che è buono e ignorano tutto quanto non lo è. Talvolta, guardando cose o persone negative, la vostra visione si inquina. In situazioni simili, dovreste immediatamente mettervi in guardia e rammentarvi che gli occhi vi sono stati concessi per avere la visione delle anime nobili e non già per guardare ogni genere di persone attorno a voi. Alcuni indulgono in conversazioni malevole e criticano gli altri. CRITICARE IL PROSSIMO È IL PEGGIORE DEI PECCATI. INVECE DI GIUDICARE GLI ALTRI, DEPLORATE LE VOSTRE QUALITÀ NEGATIVE. COME POTETE ACQUISTARE MERITO SE CRITICATE GLI ALTRI? Otterrete, al contrario, solo peccato. Il mondo ha acquistato il nome prapañca, poiché esso è la manifestazione dei pañcabhûta (i cinque elementi). L’uomo, oggi, li sta usando in maniera distorta, pensando che sia del tutto naturale per lui sfruttarli a suo massimo vantaggio. Ciò, inve3

Discorso 06-05-2006 ce, è totalmente innaturale ed empio. Po- Pertanto, la vera Umanità consiste nel tratrebbe sembrare cosa buona e naturale in scendere mâyâ e seguire il retto sentiero. un primo momento, ma, in seguito, egli L’uomo non è nuovo a questo mondo: egli dovrà affrontare difficoltà insormontabili. è antico e vi è giunto molte volte in preceQuesti cinque elementi sono presenti in ogni denza. È una sventura che debba ancora essere umano sotto forma delle qualità comprendere il vero senso della vita umasensoriali di µabda, sparµa, rûpa, rasa, e na nonostante abbia sperimentato un gran gandha (il suono, il tatto, la forma, il sapo- numero di nascite umane. Egli passa tutta re e l’odore). LA VOSTRA VITA SARÀ REDEN- la vita a mangiare, bere, dormire e a goderTA SOLO QUANDO FARETE USO ADEGUATO DEI si i piaceri mondani. È forse questo lo scoCINQUE SENSI E DEI CINQUE ELEMENTI. NON po della vita? Anche gli uccelli e le altre USATE MAI I SENSI IN MODO SACRILEGO. Oggi bestie fanno la stessa cosa. Dunque, su le persone si dilettano ad assistere a cose quali basi l’uomo può considerarsi supeempie. Sono tutt’orecchi quando qualcuno riore agli animali? SE COMBATTETE I VOSTRI indulge in vani pettegolezzi e discorsi male- SIMILI E FATE LORO DEL MALE, IL VOSTRO voli. Non tendete mai l’orecchio a discorsi COMPORTAMENTO NON SARÀ MIGLIORE DI negativi, né fatevi trascinare da essi. Dio vi QUELLO DEGLI ANIMALI SELVATICI; CIÒ NON ha benedetto con due occhi e due orecchie, PUÒ DEFINIRSI COMPORTAMENTO UMANO. Non affinché possiate vedere la Sua bellissima ritenete gli altri responsabili delle vostre sofForma e ascoltare il Suo dolce e sacro ferenze, puntando un dito accusatore conNome. Solo quando aderite a questi princìpi tro di loro. potete vivere come veri esseri umani. La nascita umana è altamente sacra. Gli studenti e i nobili ideali della cultura indiana Jantunâm nara Incarnazione dell’Amore! janma durlabham Quando nascete dal ventre di vostra madre Fra tutti gli esseri viventi, siete liberi dall’illusione, ma, una volta crela nascita come esseri umani è la più rara. sciuti, ne siete sopraffatti. Anche i vostri desideri aumentano e voi dovreste eserciEssa è stata definita rara e preziosa per- tare controllo su di essi; nella vita, infatti, ché, in essa, potete compiere azioni sacre. dovrebbe esserci un limite a tutto. Invece Se però non santificate i vostri cinque sen- l’uomo moderno vive la propria esistenza si e non fate uso adeguato dei cinque ele- senza porsi alcuna limitazione. Il mondo menti, la vostra vita come esseri umani odierno ha fornito all’uomo numerosi nuovi mancherà di sacralità e sarà priva di senso. sistemi per rendergli la vita più conforteA che serve una vita simile? È, infatti, una vole. Essi lo hanno sicuramente facilitato morte vivente. È dunque davvero essenzia- garantendogli più agi, ma, al tempo stesso, le, per i ragazzi e le ragazze, e anche per le tutto ciò lo sta avviando verso un sentiero persone adulte, seguire il retto sentiero e profano e sacrilego. VI SARETE CERTAMENfar buon uso dei cinque sensi. TE ACCORTI CHE, POSSEDERE UN TELEFONO La vita umana è sommamente sacra. Che CELLULARE, È DIVENTATA PER I GIOVANI significato ha il termine mânava (essere ODIERNI UNA VERA OSSESSIONE. umano)? Mâ significa “mâyâ”(illusione), Persino il governo incoraggia l’uso di quena “senza”, va “vartincuta” (comportarsi). sti “telefonini”, dato che viene ritenuto il 4

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Discorso 06-05-2006 mezzo di comunicazione più conveniente. Bhârat si è stagliata come la luce di un faro Nessuno però indaga circa gli effetti nega- che ha illuminato il sentiero della redenziotivi che essi esercitano sugli studenti. Una ne per la gente del mondo. Di questi tempi, volta in possesso di un cellulare, si può però, gli stessi capi non conoscono la noparlare con chiunque, ovunque e in qualsi- stra gloriosa cultura. Bhârat è la terra naasi momento. Quando ai giovani viene data tale di uomini e donne assai virtuosi che questa libertà, essi tendono a farne cattivo compirono grandi sacrifici per tenere alta uso, rovinando se stessi. Anche bravi gio- tale antica cultura. Questa è la terra in cui vani vengono attratti sulla strada sbagliata regnò il nobile re Hariµcandra, che consia causa dell’uso del cellulare. Se non indi- derò la verità alla stregua del proprio rerizzerete gli studenti verso il giusto cam- spiro vitale. Questa è la terra che dette i mino e non inculcherete in essi le virtù, natali a Sîtâ, che dette prova della propria questi strumenti e mezzi di “comfort” ro- castità uscendo illesa da un fuoco divamvineranno sicuramente la loro mente ed essi pante. LA GENTE D’OGGI HA DIMENTICATO commetteranno gravi errori. Ci vorrà poi GLI IDEALI ESEMPLIFICATI DA DONNE NOBILI un bel po’ di tempo perché possano cor- E VIRTUOSE COME DRAUPADÎ, SÂVITRÎ E reggere i loro sbagli e incamminarsi sul DAMAYANTÎ, LE QUALI DIMOSTRARONO CHE LE DONNE NON SONO IN ALCUN MODO INFEsentiero che porta a Dio. Gli studenti odierni sono molto intelligen- RIORI AGLI UOMINI IN TERMINI DI CORAGGIO, ti e questa loro intelligenza dovrebbe esse- DETERMINAZIONE E FORZA. Non si dovrebbere adeguatamente canalizzata. Essi dovreb- ro dunque mai disprezzare le donne; esse bero comprendere a fondo che cosa è im- sono dotate di infinito potere divino. portante per loro nella vita: è questo il In questo sacro Paese di Bhârat, genere di educazione che dobbiamo imparla vera bellezza è la tolleranza. tire. A CAUSA, TUTTAVIA, DELL’INFLUENZA DELLA CULTURA OCCIDENTALE, GLI STUDENTI Il dolcissimo sentimento di questo Paese RICEVONO UN’EDUCAZIONE NON ADEGUATA è quello d’amore verso la propria madre. ALLA LORO VITA. INFLUENZATI COME SONO DALLA CULTURA OCCIDENTALE, IN LORO SI A questo mondo, non esiste amore più granSTANNO FACENDO STRADA DESIDERI ILLIMITAde dell’amore materno: esso è intriso d’imTI, RELAZIONI INUTILI ED ESSI STANNO SCAmenso potere. Tuttavia, tale sacro principio dell’amore materno viene oggi trascuVALCANDO I LIMITI DELLA DECENZA. La cultura indiana è sommamente sacra e nobile. rato, e le madri vengono trattate come serEssa ha palesato alti ideali che il resto del ve. Quando i genitori diventano vecchi, mondo deve emulare. Purtroppo gli Indiani dovrebbero essere accuditi con amore e hanno dimenticato la propria cultura e sono premura; invece vengono mandati in case diventati succubi di quella occidentale. Le per anziani. Chi tratta male i propri genitodifferenze da rispettare fra uomo e donna, ri è destinato a subire lo stesso destino per per quanto riguarda i rispettivi comporta- mano dei suoi figli. menti, sono cadute completamente nell’oblio. La storia di Bhârat (l’India) è zepYad bhavam tad bhavati Come è il sentimento, così è il risultato. pa di esempi di donne che hanno dato prova di grandi ideali. Da tempo immemorabile, la cultura di Quali che siano le azioni che compite, esse Mother Sai settembre - ottobre 2006

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Discorso 06-05-2006 vi torneranno indietro come reazione, rifles- La medesima scintilla divina è presente in tutti. Dal momento che Dio afferma che so e risonanza. Amate vostra madre: sarete allora amati da voi siete parte del Suo Essere, non dovretutti. Come è il seme, così sarà la pianta. ste forse coltivare qualità divine? Non doQuindi, per prima cosa, alimentate amore vreste comportarvi come esseri divini? Tutti coloro che sono nati in questo mondo sono sacro e altruistico. Quando, fra le persone, ci sarà amore reci- aspetti del Divino. Considerando divino proco, tutto il mondo si riempirà d’amore. ogni essere, offritegli la vostra sentita deNon macchiate, però, il vostro amore di ferenza. In ciò non vi è nulla di sbagliato. Se volete avere il rispetto degli altri, doegoismo e interesse personale. vrete voi per primi rispettarli. Dovreste L’Amore, qualità suprema dell’essere amare tutti: solo in questo modo la vostra vita diventerà per gli altri un fulgido esemumano Tutto, a questo mondo, è soggetto al cam- pio da emulare. La vita umana è sommabiamento eccetto la Verità. Nulla al mondo mente sacra. Il Principio dell’Amore, può cambiarla. L’Umanità autentica è sor- immanente nell’uomo, è infinito. Nessuno retta dai due princìpi gemelli dell’Amore e può descrivere il potere dell’Amore: è imdella Verità. Entrambi sono indispensabili a possibile. L’amore terreno, invece, è limifar fiorire l’Umanità. Le persone devono tato e decresce col passare del tempo. Prenaprire gli occhi e prendere atto di questo dete, ad esempio, il caso di una coppia spofatto; ma esse, oggi, hanno acquisito ristret- sata da poco. Durante la prima settimana tezza mentale, mentre dovrebbero aprire la di matrimonio, il marito non riesce a sopmente e darsi da fare per il bene della so- portare di separarsi dalla moglie neppure per un istante. Se capita che egli scorga una cietà e della nazione nel suo insieme. Le lampadine possono avere misure e for- spina per strada, per paura che la moglie me diverse, ma la corrente elettrica che le possa pungersi un piede, la tirerà, attraversa è la medesima. I corpi fisici rap- trepidante, immediatamente da parte. A un presentano le lampadine, mentre, il potere mese dal matrimonio, se vedrà una spina, atmico, la corrente che le illumina. Qui ci dirà semplicemente alla moglie di fare atsono diverse lampadine che illuminano tenzione e, sei mesi dopo il matrimonio, se questo luogo, ma, se si spegne l’interrutto- si presenterà la stessa situazione, le gridere centrale, la luce scomparirà da tutte le rà: “Ma hai gli occhi? Non vedi che c’è lampadine. ALLO STESSO MODO, SE SI RE- una spina?” CEDESSE DAL PRINCIPIO DIVINO, TUTTI GLI È questo il modo in cui l’amore terreno ESSERI SI SVUOTEREBBERO DI VITA. subisce dei cambiamenti. A CAUSA DELL’INK©¹²a, nella Bhagavad Gîtâ, dichiara la FLUENZA DEI TEMPI MODERNI, LA SITUAZIONE È DIVENTATA TALE CHE LE COPPIE SPOSATE stessa Verità: RICORRONO ANCHE AL DIVORZIO. IN PASSATO, Mamaivâ¼µo jîvaloke INVECE, LE PERSONE NON POSSEDEVANO UNA MENTE TANTO VOLUBILE: L’AMORE RECIPROjîvabhûta sanâtana­ “Tutti gli esseri, nella creazione, CO ERA SALDO DALL’INIZIO ALLA FINE. sono manifestazioni di un frammento L’Amore stabile e immutabile è vero Âtma di Me Stesso.” Prema (Amore Divino), mentre l’amore terreno è solo deha prema (amore fisico). 6

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Discorso 06-05-2006 Esso è macchiato dai desideri e dall’attac- cultura altrui, ma aderite alla vostra e alle camento corporeo. L’amore legato ai desi- vostre tradizioni. Non cambiate la vostra deri è simile a una nuvola passeggera; solo cultura per assecondare i vostri capricci e l’Amore Divino è eterno. Perché rinuncia- le vostre fantasie. re all’Amore eterno e spasimare per il fu- Incarnazioni del Divino Âtma! Incarnazioni dell’Amore! gace amore fisico? Persino gli anziani e i genitori non riesco- L’Amore è la vera qualità umana: consideno a guidare i bambini sul retto sentiero. ratelo come il vostro stesso respiro vitale. Di fatto, gli stessi anziani subiscono l’in- NON NUTRIRE AMORE EQUIVALE A NON AVERE fluenza dei tempi moderni più dei giovani. VITA. Considerate l’amore come il fondaGli anziani non riescono a offrire degli ide- mento della vostra vita e seguite il sentiero ali ai giovani, e questi ultimi non si danno della verità: allora, non solo la vostra esistenza troverà compimento, ma raggiungeda fare per ottenere una trasformazione. rete anche la purezza e in ultimo la DiviniAffermano i Veda: tà. Ovunque siate, in qualunque situazione vi Mât© devo bhava troviate, non deviate mai dal sentiero delpit© devo bhava l’amore e della verità. âcârya devo bhava Evitate di falsare la verità per soddisfare i atithi devo bhava vostri desideri. Quando dite: “Voglio que“Considera la madre come Dio, sto”, date espressione a dei desideri considera il padre come Dio, coercitivi. TROVERETE SODDISFAZIONE NELconsidera il maestro come Dio, LA VITA SE ACCETTERETE TUTTO CIÒ CHE LA considera l’ospite come Dio.” NATURA HA DA OFFRIRVI. PER CONTRO, SE Oggi, però, non siamo in presenza di tali TRASGREDIRETE LE LEGGI DELLA NATURA PER rispetto e amore dei figli verso i genitori. ASSECONDARE I VOSTRI DESIDERI, SARETE FAUCosì facendo, essi perdono anche la loro TORI DELLA VOSTRA ROVINA. Accantonate antipatie e simpatie. Umanità. L’uomo è dotato di puro intelletto e del senso della discriminazione. Chi usa il pro- Assecondare i nobili desideri prio intelletto nel modo giusto è un vero della propria madre essere umano. FARSI TRASCINARE DALLE Nascete dal ventre di vostra madre e, perTENDENZE DEL TEMPO IN NOME DEL tanto, dovreste esprimerle gratitudine e farMODERNISMO È SEGNO DI STOLTEZZA. vi, per lei, un buon nome. Solo quando c’è trasformazione a livello In un villaggio nei pressi della città di individuale potrà avvenire una trasforma- Kolkata, viveva, assieme alla madre, una zione a livello nazionale. Il progresso di nobile anima di nome εvaracandra una nazione dipende dal carattere dei suoi Vidyâsâgar. Essi erano molto poveri. La uomini e delle sue donne. Oggi, tuttavia, i madre era solita fare lavori occasionali per Bhâratîya (gli Indiani) hanno dimenticato ottenere magri introiti, e non avevano nepl’Umanità e stanno provando a imitare la pure cibo sufficiente da mangiare. La doncultura occidentale. Non è la cosa giusta na cucinava un roti (pane), ne dava metà al da fare. Voi avete una cultura che vi appar- figlio e teneva per sé l’altra parte. Talvolta tiene ed essi hanno la loro: non imitate la pativa la fame, dando al figlio tutto quel Mother Sai settembre - ottobre 2006

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Discorso 06-05-2006 po’ di cibo che riusciva a preparare. La per i bambini. Ma la mancanza di strutture notte, Vidyâsâgar soleva studiare alla luce mediche mi procura angoscia. Ti prego, fai dei lampioni di strada, dato che in casa non edificare qui anche un piccolo ospedale!” potevano neppure permettersi una lampa- Così, per soddisfare quest’ultimo desideda. Lavorando alacremente giorno e notte, rio, egli fece costruire l’ospedale. La mariuscì a superare gli esami. Dapprima, ot- dre ne fu pienamente appagata e fu solo tenne un lavoretto e lo stipendio che gua- allora ch’ella indossò il bianco sari nuovo dagnava fu sufficiente per farli vivere en- che il figlio le aveva comprato. trambi dignitosamente. Un giorno, la ma- Poco per volta, il nome e la fama di dre si stava preparando per andare a una Vidyâsâgar si diffusero in lungo e in largo, fiera e Vidyâsâgar si rammaricò nel veder- e migliaia di persone cominciarono a riula indossare un vecchio sari. Quindi le dis- nirsi per ascoltare i suoi discorsi. se: “Madre, dato che oggi è un giorno di fe- (Swami, a questo punto, ha narrato un fasta, tutti indossano abiti nuovi. Perché non moso episodio relativo alla vita di dovresti metterne uno nuovo anche tu?” Vidyâsâgar, in cui si racconta come egli Ciò detto, andò al bazar, comprò un sari avesse portato la valigia di un funzionario bianco e disse alla madre di indossarlo. del Servizio Civile Indiano fino al luogo in Essa, però, gli disse: “Figliolo! Io ho tre cui lo stesso Vidyâsâgar doveva tenere una desideri. Metterò questo nuovo sari solo conferenza, impartendo a quell’uomo una dopo che saranno stati esauditi. lezione di fiducia in sé e umiltà – N.d.T.). Dopo qualche tempo, Vidyâsâgar ottenne Vidyâsâgar realizzò tutti e tre i desideri di una promozione nel lavoro e quindi il suo sua madre. Anche Sathya Sai esaudì i desistipendio aumentò. Un giorno, avvicinato- deri di Sua madre. (Scroscianti applausi). si alla madre, le chiese di esprimere i suoi Una volta, sorpresi madre εvarâmmâ in desideri. Ella così rispose: “Figliolo, i bam- atteggiamento alquanto pensoso e gliene bini del nostro villaggio, per frequentare chiesi ragione. Ella rispose: “Swami, mi la scuola, si recano nella città vicina. Io addolora vedere i bimbetti del nostro vilsoffro nel vederli percorrere distanze tanto laggio percorrere a piedi tutta la strada fino lunghe portando in spalla pesanti carichi a Bukkapatnam per raggiungere la scuola. di libri. Ti prego, dunque: fai costruire una Ti prego, fai costruire una piccola scuola piccola scuola nel nostro villaggio!” Così, nel nostro villaggio!” Per esaudire il suo per accontentarla, Vidyâsâgar fondò una desiderio feci costruire una piccola scuola scuola nel villaggio, poi le chiese: “Ma- a Puttaparthi. Dopo qualche tempo, ella dre, sei contenta ora?” Ella, allora, gli do- disse: “Swami, le persone del nostro vilmandò: “Figliolo, ho altri due desideri. Mi laggio sono assai povere e non possono addolora vedere le donne coprire lunghe pagare le spese sanitarie ai medici di distanze per andare a prendere l’acqua. Bukkapatnam, dove sono costrette a recarSarei felice se tu facessi scavare un pozzo si anche per lievi malanni. Perciò, Ti prenel nostro villaggio.” go, fai costruire nel nostro villaggio un picVidyâsâgar, immediatamente, fece scava- colo ospedale!” Così, lo feci costruire. Il re un pozzo, esaudendo il desiderio della suo terzo desiderio riguardava la fornitura madre. Dopo qualche tempo, ella gli disse di acqua potabile al villaggio. Ella rimarcò ancora: “Figliolo, hai fornito acqua al vil- che le donne dovevano sopportare gravi laggio e anche fatto costruire una scuola disagi per andare ad attingere acqua dal fiu8

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Discorso 06-05-2006 me Citrâvatî che era quasi in secca. Per prossimo soffre, dategli conforto. Aiutateesaudire il suo desiderio, fornii di acqua lo per quanto vi è possibile e fatelo felice. potabile non solo Puttaparthi, ma anche i Questo è quanto Mi aspetto che oggi impavillaggi vicini. La piccola scuola che fon- riate. dai è ora una grande università e il piccolo In occasione del “Giorno di εvarâmmâ”, ospedale che feci costruire è diventato un esorto tutti voi a mettere in pratica questi tre princìpi di servizio, a sperimentare la ospedale di alta specializzazione. MADRE εVARÂMM VERSÒ LACRIME DI GIO- beatitudine e a dividerla con tutti. IA QUANDO VIDE CHE I SUOI DESIDERI AVEVA(Baba ha concluso il Suo Divino Discorso con NO TROVATO UNA SUPERBA REALIZZAZIONE. ELLA VISSE IN LETIZIA E IN MODO SEMPLICE il bhajan: “Hari bhajana binâ sukha µânti nahî…”). ED ESALÒ SERENAMENTE L’ULTIMO RESPIRO. È dovere primario dei figli esaudire i desiBrindavan (Whitefield), 6 maggio 2006, deri della propria madre e renderla felice. Sai Kulwant Hall, Servite gli altri per quanto vi è possibile. Giorno di εvarâmmâ Non dovete intraprendere attività di servizio che oltrepassino i vostri mezzi e le vo(Tratto da SANÂTANA SÂRATHI, giugno 2006) stre capacità. Se vi accorgete che il vostro

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Discorso 18-05-2002

Vero amore fraterno “Senza egotismo ci sarà amabilità. senza ira non ci sarà dolore. Senza desiderio ci sarà ricchezza. Senza cupidigia ci sarà felicità.” Incarnazioni del Divino Amore! Finché l’uomo nutre in sé egotismo, nessuno lo amerà; se indugia nell’ira e nell’egoismo, a nessuno, neppure alla moglie e ai figli, piacerà conversare con lui. Finché la collera è in lui, non otterrà la felicità. FINCHÉ ESISTONO DESIDERI ILLIMITATI, LA MENTE NON POTRÀ ESSERE CONTROLLATA. Il giorno in cui l’uomo avrà allontanato l’avidità, potrà conseguire ogni gioia. L’arrivo a Mithilâ L’episodio del Râmâya²a, di cui parleremo oggi, è molto caro a tutte le donne. Râma e Lak¹ma²a, insieme con il Saggio Viµvâmitra, si trasferirono da Ayodhyâ alla città di Mithilâ. Dopo che Râma aveva spezzato l’arco di ›iva e conquistato la mano di Sîtâ, il re Janaka, dovendo celebrare il matrimonio dei due giovani, inviò un messaggio a Daµaratha, invitandolo a recarsi a Mithilâ per le nozze; per giungervi ci volevano ben quattro giorni di viaggio. Râma apprese che Suo padre, i due fratelli minori e le regine madri sarebbero giunti a Mithilâ quella sera stessa. Lak¹ma²a andò allora dal precettore Viµvâmitra e gli chiese: “Swami, i nostri genitori sono in arrivo; se ci accordi il tuo permesso, in questa giornata che ci resta, vorremmo visitare la città di Mithilâ.” Viµvâmitra acconsentì. Entrambi s’incamminarono per le vie della città. Non appena i cittadini videro i due 10

giovani, si sentirono da loro attratti come da una potente calamita. Tutte le donne che stavano lavorando in casa, uscirono per ammirarli. I bambini che studiavano a scuola, corsero fuori dalle loro classi. Tutta la gente fissava incantata i due fratelli, senza neppure un battito di ciglia. “Oh, che meraviglia, che bellezza è questa! Essi risplendono come il sole e la luna! Da dove provengono? Perché sono venuti qua? Chi sono?” Tutti si ponevano tali domande, ma nessuno era in grado di fornire una risposta adeguata. Era presente una donna che disse alle altre: “Io sono nata ad Ayodhyâ, ma sono venuta a vivere a Mithilâ perché mi sono sposata qui. Râma e Lak¹ma²a sono i figli del re Daµaratha; essi incantano e attraggono gli occhi di tutti, anche quando s’aggirano per le strade di Ayodhyâ.” La donna raccontò, quindi, tutto quel che sapeva circa i loro genitori, la città dove vivevano, e la grande attrattiva esercitata dai due ragazzi. Nonostante ci fosse molta gente, Râma e Lak¹ma²a non sollevarono mai il capo; tenevano la testa china e gli occhi abbassati. Alcune donne dissero: “Non è il momento adatto: non guardano nella nostra direzione; il loro sguardo non è rivolto verso di noi.” Allora gettarono dei petali di fiori lungo il loro cammino, nella speranza che i due giovani dessero loro almeno un’occhiata. Le donne fecero di tutto per catturare un loro sguardo; alcune persone offrirono persino l’ârati, la fiamma della canfora, ma Râma e Lak¹ma²a non guardarono nessuno. A QUEI TEMPI, I GIOVANI AVEVANO UNA VISIONE SACRA, E NESSUNO A QUELL’ETÀ AVEMother Sai settembre - ottobre 2006

Discorso 18-05-2002 VA L’ABITUDINE DI GUARDARE LE DONNE. Viµvâmitra non sapeva perché Lak¹ma²a Dopo aver visitato il paese, essi fecero ri- si comportasse in quel modo; perciò gli chietorno a casa; nel frattempo anche i genitori se: “Lak¹ma²a, che cosa stai facendo? Che e i fratelli erano arrivati a Mithilâ. Quando succede?” Lak¹ma²a, chinando il capo, i quattro fratelli furono nuovamente riuniti, rispose: “Sto soltanto aiutando il mio riveriessi irradiavano splendore come la luna in to fratello maggiore.” Infatti, Lak¹ma²a, mezzo alle stelle. Vedendoli, potendo am- esercitando quella forte pressione a terra, mirare la loro bellezza, osservando il loro bilanciava l’enorme peso dell’arco di ›iva. comportamento irreprensibile, tutti i citta- C’ERA COSÌ TANTO AMORE FRA DI LORO! dini di Mithilâ furono colti da rapita meravi- SOLO A QUEI TEMPI UN FRATELLO DESIDERAglia. VA CHE L’ALTRO RIUSCISSE VITTORIOSO. Una volta, mentre i ragazzi stavano giocanL’arco di ›iva do insieme, Bharata andò a sedersi sulle L’arco di ›iva doveva essere sollevato; ginocchia di Kauµalyâ e si mise a piangeperciò il secondo giorno venne convocata re. Allora, la regina madre gli chiese: “Fiuna grande assemblea, cui parteciparono glio caro, perché piangi? Tuo fratello magRâva²a e i suoi fratelli, i re più famosi e i giore ti ha forse sgridato o picchiato?” più valorosi. Bharata rispose: “Madre, i miei fratelli non La moglie del re Janaka, Sunetra Devî, os- mi sgridano né mi picchiano; essi mi amaservava gli avvenimenti da dietro una ten- no. Tuttavia, Râma è sempre dell’idea che da. “I ragazzi che sono arrivati qui eserci- io debba vincere ed Egli perdere. Per quanti tano un’immensa attrattiva, possiedono mi- sforzi faccia per farLo vincere, Râma perrabili virtù e straordinaria bellezza; sarebbe de e lascia vincere me.” Infatti, Râma si bene dare moglie a uno di loro. Il re Janaka era fermamente proposto: “Il fratello più sembra impazzito. Perché mai avrà stabili- piccolo deve vincere e Io devo perdere.” to di dare Sîtâ in moglie soltanto a chi è in Tutti i fratelli dicevano la stessa cosa: “Magrado di sollevare l’arco di ›iva? Uomini dre, per far vincere noi, Râma perde semforti, valorosi e coraggiosi si sono qui riuni- pre, e fa di tutto perché avvenga così.” ti. Com’è possibile che questi ragazzi fac- Râma sapeva bene che il maggiore può ciano quello che quei valorosi re non rie- avere gioia solo quando i fratelli più piccoli scono a compiere? Sembrano dei giovani vincono e sono felici. Perciò, il maggiore molto delicati: come potranno sollevare un desiderava soltanto educare i fratelli minopeso di tal entità?” Mentre faceva questi ri, pur andando incontro a difficoltà. commenti con le sue compagne, Sunetra Il Proposito Divino dentro di sé soffriva. Accadde, tuttavia, che nessuno dei conve- Râma tese l’arco di ›iva, e alla fine lo speznuti riuscisse a sollevare l’arco di ›iva. zò. Le acclamazioni e gli applausi giunsero Allora, Viµvâmitra mandò Râma. Egli aprì fino al cielo. “Questo ragazzo, così giovala cassa contenente l’arco, mentre tutti i ne, ha spezzato l’arco di ›iva! Anche se ci presenti si muovevano agitati sulle loro se- fossero state migliaia di persone, non sarebbero riuscite a sollevarlo; furono impiedie. Soltanto Lak¹ma²a si alzò in piedi, e con gati addirittura alcuni elefanti per trascinauna gamba cominciò a premere il terreno, re la cassa contenente l’arco. Come ha esercitandovi una gran pressione. Persino potuto Râma sollevare un arco così pesanMother Sai settembre - ottobre 2006

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Discorso 18-05-2002 te e poi tenderlo?” Questa sorprendente Condotta irreprensibile notizia si divulgò in breve in tutta la città di I quattro fratelli si sedettero in attesa che Mithilâ. venisse celebrato il matrimonio, ma non Non solo la notizia venne diffusa, ma il re guardarono nessuno. Oggi, invece, la spoJanaka immediatamente organizzò tutti i sa e lo sposo chiacchierano e ridono fra preparativi per il matrimonio. Janaka ave- loro, e si verificano anche tante altre alteva due figlie, Sîtâ e Ûrmilâ, ma anche il fra- razioni. tello più giovane di Janaka, il re Râma, Lak¹ma²a, Bharata, ›atrughna, Kuµadhvaja, aveva due figlie. Le quattro Sîtâ, Ûrmilâ, Mândavi e ›rutakîrti tenevaragazze erano quattro gioielli, e risplende- no la testa china, senza guardare in faccia vano come il sole e la luna. nessuno. Essi sparsero il riso benedetto, e Pensando alle due ragazze ancora da spo- seguirono attentamente le istruzioni dei sasare, il precettore Vaµi¹ºa si avvicinò a cerdoti. A quei tempi c’era gran rispetto, Kuµadhvaja e gli disse: “So che hai due moralità e contegno. figlie. Da’ queste due ragazze in moglie a SI È RESO NECESSARIO CHE VI DICESSI TUTTO Bharata e ›atrughna.” Nessuno sapeva di CIÒ, PER RIVELARVI QUANTO GRANDI FOSSEquesto progetto; neppure Janaka ne era a RO I VALORI A QUEI TEMPI. conoscenza. Kuµadhvaja accettò imme- Janaka, che si trovava accanto a Râma, Gli diatamente, e comunicò la notizia al fratel- disse: “Râma, ecco Sîtâ, ecco mia figlia lo maggiore: Janaka versò lacrime di gioia. Sîtâ!” Râma, tuttavia, non le rivolse lo Il re fece preparare le quattro ragazze e le sguardo. Janaka Gli disse di guardarla, ma condusse sul palco. Quando i quattro fra- Râma non lo fece, e il re ci rimase male. telli furono insieme alle quattro sorelle, sem- Egli, in ogni caso, non la guardò. Perché? brava che l’intera città di Mithilâ s’illumi- Secondo l’usanza del tempo, gli sposi potenasse. Nessuno poteva descrivere la feli- vano guardarsi la prima volta solo dopo aver cità che esse provarono, perché avevano legato il sacro cordone nuziale (corrisponavuto davvero una gran fortuna. Inizialmen- dente allo scambio degli anelli – N.d.T.), te, tutti pensavano che doveva essere ce- ma, fino a quel momento, non era consentilebrato solo il matrimonio di Sîtâ, ma alla to guardarsi. fine anche le altre tre ragazze, la sorella di Essi osservarono così queste rigide regole. Sîtâ e le due cugine, convolarono a nozze, Una simile disciplina non sarà più perché tale era il disegno di Dio. SE DIO SI riscontrabile né oggi né domani; nessuno PREFIGGE UN PROPOSITO, PUÒ REALIZZARE sarà più in grado di dare un esempio ideale TUTTO IN UN SOLO MOMENTO. come Râma, Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna. A chi è possibile? Chi può eseguirlo? Tenere alto l’onore Chi può farlo? La cerimonia nuziale si stava quindi concludendo, e gli sposi dovevano inghirlandarsi La gente diceva: “A chi è possibile? Nes- reciprocamente. Le spose erano in piedi e suno riesce a farlo! È solo il proposito di tenevano in mano le ghirlande, e così pure Dio; Egli è il testimone.” gli sposi. I genitori che erano accanto a questi ultimi, li sollecitavano: “Figli cari, quanto tempo dovranno aspettare le spo12

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Discorso 18-05-2002 se? Presto, mettete le ghirlande, fate pre- L’occhiata di Râma voleva suggerire a sto!” Dopo che Râma ebbe messo la ghir- Lak¹ma²a di alzare la terra, in modo che landa di fiori attorno al collo della Sua spo- anche Sîtâ potesse essere sollevata un po’. sa, Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna fe- Lak¹ma²a osservò che ciò non era possicero lo stesso con le rispettive spose. bile. Perché? Egli era ¬iµe¹a (il serpenAnche le ragazze dovevano, però, te dalle mille teste – N.d.T.), che sorregge inghirlandare gli sposi. Sîtâ aveva la ghir- la terra sulla testa; se avesse sollevato Sîtâ landa di fiori in mano e aspettava di poterlo anche tutti gli altri sarebbero stati sollevati. fare, ma Râma non chinò la testa. “Ho sol- Perciò non era possibile farlo. Allora Râma levato l’arco di ›iva valorosamente, esclamò: “Trova un altro sistema!” ImprovguadagnandoMi rispetto e stima; non mi va visamente, Lak¹ma²a corse a gettarsi ai di abbassare la testa di fronte a una così Piedi di Râma, e non si rialzò. Allora Râma vasta folla. Devo tenere alto il Mio onore; si curvò in avanti per tirarlo su, e affermò: perciò non abbasserò il capo”, pensò Râma. “Lak¹ma²a, alzati!” Nell’istante in cui Egli Così, rimase in piedi eretto. Egli era molto s’abbassò, Sîtâ tempestivamente Gli pose alto e possente. Sebbene i quattro fratelli la ghirlanda intorno al collo. fossero ancora in giovane età, i loro corpi Poi anche Ûrmilâ e ›rutakîrti erano già ben formati. Intanto, tutta la gen- inghirlandarono i loro rispettivi mariti. Essi te guardava la scena e mormorava: “Per- dimostrarono in tal modo quale contegno e ché Râma non abbassa la testa?” quanta nobiltà ci fosse nelle loro azioni e Anche Râma non voleva stare lì in piedi nel loro carattere, e quanta stima si fossero ancora a lungo, e così diede un’occhiata a guadagnati. La cerimonia nuziale si era così Lak¹ma²a. Si capiva chiaramente che conclusa, e tutti fecero ritorno ad Ayodhyâ, Lak¹ma²a aveva un’intelligenza molto acu- dove i festeggiamenti continuarono granta; anche Bharata e ›atrughna avevano diosi; ma non è questo cui dobbiamo penun intelletto sottile e arguto. sare ora. Quel che conta è approfondire e I versi di Tyâgarâja1 recitano: illustrare le virtù di Râma, Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna, e anche le qualità di Sîtâ, Ûrmilâ, Mândavi e ›rutakîrti. Esse “Avrebbe potuto una scimmia erano molto virtuose e provenivano da faattraversare il vasto oceano? mose famiglie reali. Il re Janaka acquisì gran Avrebbe Egli potuto esser legato fama, conseguì il controllo dei sensi, eccela una pietra da macina? se nel karma yoga2 e fu un’autorità inestiLak¹mî Devî, la Dea della ricchezza, mabile nello jñâna yoga3. Le figlie di un uomo come Janaka, come Lo avrebbe forse amato? Lak¹ma²a Lo avrebbe servito? pure le figlie di suo fratello, non erano cerBharata, dall’acuto intelletto, tamente persone comuni. si sarebbe inchinato davanti a Lui? Il marito è Dio Che meraviglia sono Solo a Râma fu chiesto di andare in esilio gli straordinari poteri di Râma!” nella foresta, ma Sîtâ non prestò attenzione a simile ingiunzione. Râma si recò da Sua Nel passato Tyâgarâja descrisse quei po- madre, la quale stava pensando: “Ero così felice all’idea dell’imminente Incoronazioteri, esaltandoli con questi versi. Mother Sai settembre - ottobre 2006

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Discorso 18-05-2002 ne; poi, a un tratto, è arrivata la notizia del- era una gran pittrice, ma anche Ûrmilâ lo l’esilio!” Ella si sentiva molto scoraggiata. era. Quest’ultima pensò: “Domani avrà luo“Caro figlio, sei in procinto di andare nella go l’incoronazione di Râma e Sîtâ: devo foresta, accettando così soltanto la parola quindi dipingere la scena del matrimonio per di Tuo padre. E la parola della madre? Io inviarla a mio padre.” Con gran gioia si era sono la sua metà, non è vero? Io sono la seduta in una stanza, e aveva cominciato a metà del corpo di Tuo padre, non è così? dipingere. Dunque, che cosa stai facendo per obbedi- Lak¹ma²a si recò da Râma, capì quel che re a questa metà? Verrò anch’io con Te!” stava succedendo, e s’arrabbiò molto. Râma allora le diede un consiglio: “Madre, Râma non prestava la minima attenzione il marito è Dio: nessuno è superiore al ma- alle argomentazioni che tutti sollevavano, rito. Egli è in età avanzata; non solo, è an- ma prendeva per vere solo le parole di che disperato a causa di questa dolorosa Kaikâ. Lak¹ma²a, allora, ancora incollerinovità. Non devi abbandonarlo per venire to, andò da Ûrmilâ. Quando le fu vicino, con Me; devi servirlo e consolarlo, e infon- esclamò: “Ûrmilâ!” La moglie si accorse dergli il coraggio necessario.” Râma diede che era adirato. Egli affermò: “Vado nella a Sua madre molti altri suggerimenti, men- foresta.” Ûrmilâ, che stava dipingendo, si tre Sîtâ udì tutto quanto. alzò di scatto, e tutto il colore si rovesciò e Dopo aver fatto ritorno alla Sua residenza, si sparse sul dipinto: “Stavo dipingendo l’inRâma, per assecondare il desiderio di coronazione di Sîtâ e Râma, e ora tutto è Kaikâ, indossò una veste fatta con le fibre rovinato”, ella esclamò. di una pianta. Anche Sîtâ indossò una ve- Lak¹ma²a allora osservò: “Ûrmilâ, io ti ho ste del genere, ed esclamò: “Devo venire rovinato il dipinto, e Kaikâ ha rovinato l’inanch’io!” Ma Râma replicò: “Tu non puoi coronazione di Râma. Entrambe le cose venire!” sono state rovinate; ma ora devo andare.” A quelle parole, ella osservò: “Râma, c’è Considerate quanta fede, quanto coraggio forse un tipo di consiglio da dare alla ma- e che cuore sacro aveva Ûrmilâ. dre, e uno completamente diverso per me? Suo marito aggiunse che anche Sîtâ sarebEntrambe siamo donne, non è vero? È pe- be andata in esilio nella foresta. Ûrmila ne culiarità di una donna conferire gioia al pro- fu felice: non ebbe la caparbietà di dire: prio marito, e prendersi cura dei suoi biso- “Vengo anch’io.” gni e comodità: questa regola si applica “Signore! Fa’ ogni possibile sforzo per seranche a me, non è forse vero? Il mio vire Sîtâ e Râma; da quando ti alzerai preDharma è di dare gioia a mio marito e di sto al mattino sino all’ora di coricarti la sera, badare al suo benessere, non è così? Per- dovrai essere immerso nel servizio di Sîtâ e ciò, non accetto che Tu mi dica di rimanere Râma. Non ricordarti neppure del mio qui.” Quando Sîtâ parlò in quei termini, nome; non pensare che io sono qui ad Ûrmilâ, Mândavi e ›rutakîrti rimasero in Ayodhyâ. Dimenticati di Ayodhyâ. La fosilenzio. Infine, accadde proprio come Sîtâ resta dove c’è Râma è Ayodhyâ, e aveva affermato. Ayodhyâ senza di te è una foresta. Perciò, non pensarmi. Io, invece, penserò a te e Al servizio di Sîtâ e Râma trascorrerò il mio tempo lietamente.” Con Tutti sapevano che l’Incoronazione sareb- queste parole, Ûrmilâ diede a suo marito be avvenuta il giorno seguente. Mândavi una gran prova di coraggio. 14

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Discorso 18-05-2002 Non solo gli infuse coraggio, ma pensò an- male ed era incapace di sopportare tanta che: “Se pensa a me, ciò sarà un ostacolo sofferenza. In una circostanza del genere, al suo servizio”, e gli fece quindi fare una quali consigli le diede Sumitrâ? Oh, che promessa. “Durante questi quattordici anni grandi insegnamenti! Nessuno, però, cerca non pensare a me neppure per un istante. di approfondire gli insegnamenti dati da Râma è tuo padre, e Sîtâ è tua madre. Il Sumitrâ nel Râmâya²a. servizio reso loro deve essere per te la cosa Tutto ciò fa parte soltanto del grande Disepiù importante; quindi dimenticati di noi.” gno Divino; infatti, tutti sono piani di Dio, Glielo fece promettere, e poi lo mandò via non progetti fatti da voi o da me. Dio ha contenta. Kauµalyâ può aver sofferto, ma stabilito ciò per l’elevazione del mondo e il Ûrmilâ non soffrì affatto. ripristino del Dharma. LE MOGLI DOVREBBERO ESSERE TUTTE COSÌ; “Non piangere! Se piangi perché i tuoi figli UNA MOGLIE DOVREBBE INFONDERE CORAGsi recano nella foresta, ciò sarà di malauGIO E FERMEZZA AL PROPRIO MARITO. La gurio per loro. Devi sorridere e benedirli.” moglie è denominata illâlu (padrona della Con queste parole, Sumitrâ infuse molto casa), dharmapatnî (compagna nel coraggio a Kauµalyâ, che, non avendo alDharma), e g©halak¹mî (Dea della casa). tra scelta, accettò la situazione. Infatti, Ûrmilâ trasmise il Dharma a suo Daµaratha si riebbe dal malore che gli avemarito, Lak¹ma²a. va fatto perdere i sensi, e corse per le strade, chiamando: “Râma, stai andando via? Sumitrâ aveva un cuore buono Vai via?” Daµaratha gridò a Sumantra, Bharata, ›atrughna, Mândavi e ›rutakîrti l’auriga del carro: “Sumantra, fermati! Fererano assenti, poiché si trovavano nel re- ma il carro. Devo vedere Râma ancora una gno di Kaikaya; questo successe quando volta!” Râma, Lak¹ma²a e Sîtâ furono mandati in Râma, invece, non disse a Sumantra di feresilio. Madre Kauµalyâ soffrì molto. A marlo né di procedere, ma gli disse soltanquesto punto dobbiamo ricordare, però, le to: “Fai il tuo dovere.” Molti pensano che qualità di Sumitrâ (su = buono, mitra = Râma abbia detto una falsità, e che abbia amico). Era, infatti, una buona amica, come suggerito a Sumantra di dire a Daµaratha indicava il suo nome, e aveva un cuore buo- di non aver udito le sue parole, incitando no e stabile. Ella non pianse. così l’auriga del carro a dire il falso. In reSumitrâ disse a Kauµalyâ gioiosamente: altà, Râma mantenne il silenzio. “Sorella maggiore, perché soffri e stai così Râma e Lak¹ma²a erano molto fermi e male? NESSUN PERICOLO POTRÀ COLPIRE decisi quando si presentavano situazioni siCOLUI CHE È NATO PER L’ELEVAZIONE DEL mili. Râma era determinato a uscir vittorioMONDO. Se invece, adottando una visione so, a mantenere la parola data da Suo paterrena, ritieni che Egli sia un corpo uma- dre, e a dare soddisfazione alla madre. no, allora considera che mio figlio è qui per prendersi cura di Lui. Lak¹ma²a è un Lak¹ma²a non guardò mai Sîtâ sevak (colui che rende servizio disinte- Durante i quattordici anni dell’esilio, ressato – N.d.T.) di Râma; Lak¹ma²a è Lak¹ma²a, che era sempre stato con Sîtâ con Râma, e quindi non devi temere nulla. e Râma, non aveva mai alzato gli occhi per Tuttavia, Kauµalyâ, essendo la madre che guardare Sîtâ. Lo aveva portato in grembo, stava molto Mentre Sugrîva e gli altri un giorno si troMother Sai settembre - ottobre 2006

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Discorso 18-05-2002 vavano su una montagna, improvvisamen- guiti i riti funebri, ma chi se ne sarebbe prete dall’alto arrivò giù un involto. Sîtâ aveva so cura? Râma e Lak¹ma²a non c’erano, legato insieme i gioielli che indossava Bharata e ›atrughna si trovavano nel re(quando era stata rapita da Râva²a – gno di Kaikaya e avrebbero impiegato dieN.d.T.) e li aveva buttati giù. Sugrîva li rac- ci giorni per ritornare. Allora, come fare colse e li mise al sicuro. per preservare il corpo di Daµaratha così a Una volta, mentre Râma e Lak¹ma²a era- lungo? no in cammino, incontrarono Sugrîva e si Viµvâmitra e Vaµi¹ºa dissero di preservarmisero a conversare con lui. Parlando del lo nell’olio, e così avvenne. Oggi i dottori rapimento di Sîtâ da parte di Râva²a, egli usano il ghiaccio, ma a quell’epoca tutto ciò mostrò loro i gioielli. “Sono questi gli orna- non esisteva. Il corpo di Daµaratha rimase menti di Sîtâ? Oppure è stato un demone a quindi nell’olio per quattordici giorni. legarli insieme?” Râma guardò i gioielli, ma non li riconobbe affatto. La grandezza di ›atrughna Oggi, invece, i mariti fanno una lista dei gio- Bharata e ›atrughna fecero ritorno. ielli della moglie, e li enumerano uno a uno. ›atrughna era davvero grande: era come Râma non li conosceva e sembrava che Lak¹ma²a. Bharata era maggiore di anche Lak¹ma²a non ne sapesse nulla. ›atrughna, e Lak¹ma²a era più giovane Quando però li guardò ne riconobbe sol- di Râma, ma i più giovani si misero al servitanto uno: “Queste cavigliere appartengo- zio dei due fratelli maggiori. Bharata era no a mia cognata.” Râma gli chiese: “Come solito seguire i consigli di ›atrughna; quefai a riconoscere proprio le cavigliere?” st’ultimo possedeva una forza prodigiosa, “Dopo le abluzioni del mattino, era mia abi- poiché, come suggerisce il suo nome, tudine prostrarmi ai piedi di Madre Sîtâ; ›atrughna è colui che uccide gli µatru, i perciò vedevo sempre queste cavigliere”, nemici. Non c’era nessun altro che avesse rispose Lak¹ma²a. un potere superiore al suo nell’eliminare i Sebbene tutti e tre fossero stati insieme per nemici; infatti, grazie alla sua presenza, perben quattordici anni, Lak¹ma²a non aveva sino Râma, Lak¹ma²a e Bharata erano tanmai alzato gli occhi per guardare Sîtâ. Aven- to contenti (poiché si sentivano al sicuro do un carattere così virtuoso, essi merita- – N.d.T.). ›atrughna non parlava spesso, rono il titolo di “lavanya”. mentre Lak¹ma²a, in qualche occasione e In sanscrito, l’epiteto lavanya significava circostanza, parlava molto. possedere un’ottima fama. Oggi la gente lo usa come un semplice nome, ma non è L’âµram di Manmatha così. L’epiteto lavanya si riferisce a chi Essi s’addentrarono nella foresta, attraverpossiede forza, fermezza e santità. Infatti, sarono il fiume Sarayu e si avvicinarono al il carattere e le qualità di Râma e Gange, dove venne portata una barca per Lak¹ma²a erano straordinarie. consentire loro di attraversare il fiume e raggiungere l’altra sponda. La morte del padre Nella foresta videro un bellissimo âµram. Essi appresero la notizia della morte del Lak¹ma²a esclamò: “Fratello maggiore, che padre, Daµaratha. Incapace di sopportare cos’è questo grande âµram? È grande la separazione da Râma, Daµaratha spirò come una città.” Viµvâmitra osservò: “Non nel dolore. Dovevano perciò essere ese- abbiate fretta, non abbiate fretta! Questo 16

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Discorso 18-05-2002 non è un luogo comune; è l’âµram di appartato un po’ più lontano per un bisogno Manmatha, il Dio dell’amore. Manmatha naturale. Quando fece ritorno, la mente di (Cupido) era estremamente affascinante, Lak¹ma²a era improvvisamente mutata. attraeva tutti e possedeva sia i poteri inte- Egli disse: “Fratello maggiore, perché mai riori sia quelli esteriori; era perciò molto ci troviamo in una condizione così miserapotente.” bile? Tu, che dovresti avere ogni gioia, sei Egli volle, tuttavia, esercitare la sua influen- ridotto in questo stato, in una situazione così za anche su εvara (›iva), il quale lanciò spaventosa. Tutto ciò non va; organizzerò contro di lui una maledizione; da quel gior- io quanto è necessario per porvi rimedio. no Manmatha venne privato delle membra Ritorniamo ad Ayodhyâ. Come possiamo del corpo (a¾ga) e della sua forma. Per- vivere in questa foresta selvaggia? Come tanto, questa regione, denominata A¾ga faremo a procacciarci il cibo?” Egli parlò Deµa (“Luogo delle Membra”), è il luogo in tono adirato. dove εvara s’aggirò, è la Sua zona, ed è Râma mantenne la calma, gli prese la mano quindi un Suo regalo.” e lo condusse un po’ più lontano. Quell’ira Per quella notte essi dormirono nell’âµram. rimase in lui finché varcarono il confine di All’alba del mattino successivo, i residenti quel luogo. Dopo aver camminato per un dell’âµram si radunarono per salutarli. po’, Râma fece sedere Lak¹ma²a sotto un “Questi sono i figli di Daµaratha; bisogna albero e lo tranquillizzò. rendere loro il dovuto rispetto.” Così, gli abi- Râma gli disse: “Questa è la regione di tanti dell’âµram di Manmatha li congeda- ›ûrpanakhâ (la demone sorella di rono, e diedero loro una bella barca, con Râva²a – N.d.T.): qui si aggira ed esercita cui attraversare il fiume. la sua influenza. Pertanto tutte le qualità negative di ›ûrpanakhâ sono entrate in te. La spaventosa foresta Allontaniamoci da qui, andiamo in un altro Entrarono in una foresta che incuteva un posto.” E così fecero. gran terrore, dove c’erano molti animali Dopo che si furono allontanati, Lak¹ma²a selvatici. A un certo punto essi udirono un si pentì e osservò: “Come ho potuto prorumore tremendo. Râma chiese: “Riverito nunciare parole così dure? Esse non proMaestro, che rumore è mai questo?” “Caro, venivano da me; erano causate dalla vibraesso è causato dal fiume Sarayu che con- zione dei demoni, non certo dal mio sentifluisce nel Gange. Il Gange è come l’ocea- mento.” S’inchinò poi davanti a Râma, dino e Sarayu è il fiume. Quel suono assor- cendo: “Perdona il mio errore. Come faredante è prodotto quando il fiume si unisce mo a vivere a lungo in questa foresta infeall’oceano.” stata dai demoni?” Era una foresta piena di bestie feroci e di Mentre conversavano, la vibrazione del demoni crudeli; ovunque andassero, essi siddhâµram li pervase, avvolgendoli in una udivano suoni terrifici e selvaggi. sacra atmosfera; essi sentirono una fresca Viµvâmitra diede la sua benedizione: e dolce brezza, il canto degli inni vedici e il “Râma, possa Tu avere ogni bene e ogni suono dei mantra. Viµvâmitra disse: “Fifortuna.” glio, questo è il nostro siddhâµram. Cammin facendo, Viµvâmitra a un certo Vâmana (l’Avatâr nano – N.d.T.) nacque punto rimase solo con Râma, poiché in questo luogo, e qui visse ›iva.” Poi spieLak¹ma²a era rimasto indietro, essendosi gò loro molte cose circa ›iva e Vâmana. Mother Sai settembre - ottobre 2006

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Discorso 18-05-2002 Il rito sacrificale estro, nostro padre ci ha mandato a protegIl saggio affidò loro un incarico: “Voi siete gere il tuo sacrificio, ma non ci disse di asvenuti per proteggere il rito sacrificale e sistere a un’altra cerimonia; noi non andredovete, quindi, assumervi tale responsabili- mo contro l’ordine di nostro padre.” Allora tà; questo è anche l’ordine di vostro padre. il saggio replicò: “Daµaratha disse di obbeSin d’ora dovete rinunciare al cibo e al son- dire agli ordini di Viµvâmitra, non è vero? no, e già questo di per sé è un grosso sacri- Pertanto, dovete seguire il mio comando.” ficio!” Râma e Lak¹ma²a erano pronti; essi Essi tennero allora la bocca chiusa, e ininon diedero alcun segno di stanchezza o di ziarono il loro viaggio con Viµvâmitra. debolezza. Cercate di comprendere con quanta sottile Al mattino presto la cerimonia ebbe inizio; i intelligenza Râma abbia svolto ogni Suo due giovani perlustravano tutt’intorno fa- compito, e in qual modo abbia annientato le cendo la guardia, Râma da un lato e attività dei demoni. In verità, tutto ciò fa Lak¹ma²a dall’altro. parte degli antichi piani divini; infatti, era Improvvisamente, si udì un rumore spaven- stato predetto anche da Lankinî che Râma, toso. Il precettore esclamò: “Questa è una Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna sarebdemone. Arriveranno anche gli altri demo- bero nati e avrebbero distrutto i demoni. ni, Candra e Amarka. Siate pronti!” Non Quando Brahmâ apparve, disse a Râva²a: c’era cibo né acqua, e per chi aveva sete “Che cosa vuoi? Non gli Dei né i demoni o non c’era alcuna possibilità di dissetarsi. i Semidei potranno ucciderti. Tu non sarai Tuttavia, essi erano pienamente determinati ucciso da nessuno di loro.” a svolgere il compito loro assegnato; infat- A questo punto, Râma fece un’acuta osti, uccisero i demoni, consentendo così al servazione: “Swami, che cosa promise saggio di portare a termine il rito sacrifica- Brahmâ? Chi non avrebbe potuto uccidere le. Râma e Lak¹ma²a erano pienamente Râva²a?” Viµvâmitra replicò: “Né i dedediti a rendere questo servizio a moni, né gli Dei, né i Semidei; neppure gli Viµvâmitra. Dei avrebbero potuto ucciderlo.” Allora Non appena il rito fu concluso, arrivò un Râma, sorridendo, aggiunse: “Swami, battaglione di soldati con un messaggio per Brahmâ però tralasciò di affermare che il saggio: un invito da parte del re Janaka. neanche un uomo avrebbe potuto uccidere Quest’ultimo aveva fatto pervenire a tutti i Râva²a; di ciò non fece menzione! Perciò, re l’invito per tentare di sollevare l’arco di solo un essere umano può ucciderlo. Io sono ›iva. Janaka invitava anche il Saggio un essere umano: Râva²a sarà quindi ucViµvâmitra: “Essendo un insigne Maestro, ciso da Me.” Râma invitò Viµvâmitra a anche tu dovresti partecipare.” diffondere tale notizia: “Râma ucciderà Viµvâmitra raccontò molte cose a Râma e Râva²a!” Lak¹ma²a, e trasmise loro un vivo entu- Râma riconobbe gli aspetti sottili di ogni sinsiasmo. “Miei cari, dovete assolutamente golo mantra e dei riti sacrificali. Egli affervedere l’arco di ›iva. Non esiste nulla di mò: simile al mondo; in realtà, esso proviene direttamente dal paradiso, non è un arco “La Sacra Scrittura ordinario; dovete proprio vederlo!” è sconfinata come l’oceano, A queste parole, i due giovani si entusiaè dimora di saggezza. smarono, ma fecero un’osservazione: “MaLa sua piena conoscenza 18

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Discorso 18-05-2002 dona liberazione e prosperità.” Molti cercarono di scoprire difetti e manchevolezze nella storia di Râma, e perGli aspetti divini sono importanti in tutte le ciò venne trasmessa in modo empio. Tuttacose. via, in essa non esiste traccia di discordan(Swami elenca svariati nomi usati per i za, non c’è la minima falsità; dall’inizio alla Semidei – N.d.T.). fine la storia di Râma è Verità, pura ed eterna. Significati profondi del Râmâya²a Per oggi fermiamoci all’episodio del Il Sole è la nostra Divinità di famiglia. La siddhâµram. Le qualità dei quattro fratelli, nostra razza discende dal Sole; il mondo Râma, Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna intero non potrebbe esistere senza il Sole. sono veramente straordinarie. Vaµi¹ºa disIn passato, ci vollero alcune decine di mi- se: “È straordinaria! Sacra nei tre mondi è lioni di anni prima che la luce apparisse. la storia di Vi¹²u! Con ricchi raccolti, amiAllora c’era solo oscurità, oscurità, oscuri- ci, abitanti della foresta, gente e cittadini.” tà, oscurità. Dopo la nascita di Râma, per 15 giorni, il (Baba conclude il Discorso con il bhajan: Sole non si levò. Senza il sorgere del Sole, “Râma, Râma, Râma, Sîtâ”). non c’era neppure il sorgere della Luna, e Whitefield, 18 maggio 2002, quindi sia il Sole sia la Luna si sentivano a Corso Estivo 2002 disagio. La Luna rivolse una preghiera al Sole: “Voglio vedere Râma, ma non c’è la (Tratto da www.sathyasai.it) possibilità di vederLo; quando potrò vedere Râma?” La Luna intraprese, quindi, 1. Tyâgarâja – Un grande santo, famoso commolte penitenze e austerità. Allora Râma positore di musica spirituale, nativo di Tanjore andò dalla Luna e le promise: “Tu non Mi e vissuto fra il 1767 e il 1847. Il suo nome lettehai visto in questi 15 giorni; perciò nella Mia ralmente significa “il re della rinuncia e del saprossima incarnazione ti concederò il pri- crificio”. mo darµan che altri non avranno.” Infatti, 2. Karma yoga – La via dell’azione disinteresquando l’Avatâr K©¹²a nacque, Vasudeva sata. Sentiero spirituale dell’agire in questo mondo senza ricercare o aspettarsi i frutti della nel cuore della notte si mise l’Infante sulla propria opera. Compiendo l’azione senza attactesta e Lo portò via. Pertanto, la Luna fu la camento, si consegue la Suprema Realtà. prima a vederLo; nessun altro Lo vide. (Ap- 3. Jñâna yoga – La via della Conoscenza e della plausi). Come promesso, Egli diede alla Saggezza, i cui presupposti sono discriminazioLuna il Suo primo darµan. ne e distacco. È la Conoscenza di Dio che comCi sono perciò molti significati profondi nel prende in sé ogni altra conoscenza; è esperienRâmâya²a. LA STORIA DI RÂMA È SEMPRE za della Verità Assoluta di là del tempo e dello spazio. NUOVA E MERAVIGLIOSA. ANCHE SE VIENE ASCOLTATA MOLTE VOLTE, C’È SEMPRE IL DESIDERIO DI ASCOLTARLA DI NUOVO. I lîlâ (giochi) di Râma non si scordano, non possono essere dimenticati. Tutte le Sue opere erano perfettamente conformi al Dharma, le Sue parole corrispondevano al Dharma, le Sue azioni erano in sintonia con il Dharma. Mother Sai settembre - ottobre 2006

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A Lume di Candela

La realtà prima e ultima che tutto pervade

Fate attenzione a questo errore. Io vi deluderò anche col Mio cantare assieme a voi, il Mio conversare con voi e nel compiere qualche attività con voi. Ma, ad un certo momento, la Mia Divinità vi sarà rivelata; dovete essere pronti, preparati a quel momento.

SAI BABA

(Tratto dal libro: Un sacerdote incontra Sai Baba, pag. 141)

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Un incontro nazionale all’insegna della gioia Divignano – 28/29 aprile e 1° maggio 2006

Amore in Azione

Il 29 e 30 aprile e il 1° maggio 2006 si è tenuto a Divignano, presso la “Mother Sai”, il primo incontro nazionale dei bambini che frequentano gli incontri di Educazione Spirituale Sai presso i Centri Sathya Sai italiani. Erano presenti circa 40 bambini e 23 famiglie. L’energia che ha permeato queste giornate è stata estremamente vivace, allegra, gioiosa. Le famiglie, i genitori, i bimbi, i giovani, gli educatori, gli addetti al servizio si sono, senza fatica, integrati fra loro creando un gruppo unito e armonico, un’unica grande famiglia. C’era molta spontaneità e armonia. I bambini, grazie alla splendida collaborazione dei giovani, si sono divertiti con giochi di squadra, canti, recite, attività creative e nuotate in piscina. I genitori si sono riuniti e hanno avuto la possibilità di confrontarsi grazie a bellissimi circoli di studio e workshop. I temi affrontati sono stati: - l’importanza, nella nostra vita, della fiducia in sé e come svilupparla nel bambino; - la profondità spirituale insita in ogni coppia e le dinamiche che in essa si possono sviluppare. Le tre giornate si sono concluse con una grande festa con danze, giochi, canzoni e tanta, tanta allegria. Da un punto di vista educativo, l’incontro è stato indubbiamente positivo, avendo offerto un’occasione di crescita e di scambio, un utile satsa¾g tra tutti i partecipanti. È stato bello vedere la volontà dei genitori “Sai” di scoprire e vivere i Valori Umani e di esprimerli e coltivarli nelle loro famiglie. Ben vengano, quindi, questi appuntamenti in cui confrontarsi e crescere insieme e con i quali contribuire a diffondere la pace e la gioia nel mondo. Al prossimo appuntamento dunque, con l’augurio di ritrovare ancora tanti, tantissimi bambini! (Il Coordinamento Nazionale delle Attività Educative)

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Un’intervista ad Anil Kumar

Domande & Risposte

(terza e ultima parte)

D.- Sempre più stranieri arrivano all’âµram. Ciò è avvenuto specialmente negli ultimi anni. Guardando i fazzoletti dei devoti nelle file per il darµan, si vedono emblemi di paesi mai visti prima, anche molto piccoli e remoti. Sai Baba le ha mai detto qualcosa circa gli stranieri che vengono nell’âµram e circa lo scopo della Sua missione? R - Bene, devo dire, mio malgrado, che posso invidiare la vostra posizione. Noi Indiani siamo molto, molto gelosi di questo, ma sarò onesto con lei! Sai Baba dice spesso ai Suoi studenti e a coloro che sono fisicamente molto vicini a Lui che, se vogliono imparare che cosa sia la devozione, devono osservare gli stranieri. Egli dice che, anche se non parla con loro, anche se non li guarda direttamente, anche se non li avvicina, essi traggono un fantastico appagamento solo osservandoLo durante il darµan e aggiunge che i loro occhi si muovono in estasi, i loro volti si accendono di sorrisi che brillano di autentica gioia e beatitudine come lampade da 1000 W, mentre molti Indiani rimangono seri e le loro facce sembrano quelle di chi ha preso l’olio di ricino. Baba disse anche che, se dice “Hallo” a uno straniero e gli chiede da dove provenga, quello viene poi attorniato da tutti i suoi amici che gli dicono: “Swami ti ha parlato; raccontaci che cosa hai provato”, spargendo gioia all’intorno, mentre molti Indiani sono gelosi e provano invidia che Swami abbia parlato a qualcun altro. Egli evidenzia anche che, subito dopo il darµan, molti di noi si alzano e vanno via, mentre gli stranieri rimangono seduti in silenzio, meditano e pensano a Swami con il risultato di ricevere da Lui l’energia divina; gli Indiani cominciano invece a chiacchierare perdendo così quell’energia. Sai Baba paragona gli stranieri alle api che volano lontano, si posano sul fiore di loto di Bhagavân e suggono il nettare del Divino, condividono il Suo Messaggio e la Sua Missione tornando nei loro paesi pieni di appagamento, gioia e beatitudine, con buoni pensieri su Swami; molti Indiani si comportano invece come le rane che si nascondono sotto le foglie del loto inconsapevoli del Nettare divino che hanno a disposizione. Egli dice che essi Gli sono near (vicini), ma non dear (cari). In una occasione, Sai Baba ha usato l’analogia di un faro per mostrare lo stesso concetto. Egli ha detto che Swami è come un faro: la Sua Luce arriva a grande distanza, ma, alla sua base, c’è ombra, c’è una zona di totale oscurità, per cui coloro che sono lontani si scaldano nella luce, mentre coloro che sono vicini vivono nell’oscurità o non conoscenza della luce. Baba ha detto anche che molti stranieri hanno una miglior conoscenza degli Insegnamenti di Sai, leggono più letteratura Sai e danno esempio migliore di molti Indiani. Infine gli stranieri vengono, per la maggior parte, da uno standard di vita molto elevato e qui a Puttaparthi sopportano di buon grado molte scomodità. Perché lo fanno? Lo fanno per Swami. Mi fermo qui perché non voglio criticare me stesso andando oltre ciò che Swami ha detto sull’argomento! D. - Si prevede che i prossimi dieci anni siano molto difficili per il pianeta e per l’umanità che vive su di esso (questa intervista è stata fatta nel 1999). Ha sentito niente da Swami circa ciò che deve accadere in termini di grandi cambiamenti della Terra? R. - Personalmente io non credo che tali cambiamenti debbano accadere in un periodo

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di dieci anni; del futuro Sai Baba ha detto, ma solo in termini generali, che sarà pieno di confusione, di disordini e agitazioni, che non ci sarà pace e armonia nelle case, nessuna comprensione persino tra i membri della stessa famiglia, e che non ci sarà pace nella società mondiale in quanto, con il progresso in campo scientifico e tecnologico, l’uomo sta acquisendo sempre maggiori comodità, sempre maggiori beni materiali, con il risultato di divenire totalmente egoista. Questo fa sì che l’uomo venga privato della felicità e della realizzazione della sua divinità; egli sta vivendo la vita di un animale. Per questo Sai Baba è qui. È in tempi di tumulto e agitazione che il Messaggio di Sai è tanto disperatamente necessario; la Sua missione viene a insegnarci l’ottemperanza, l’impegno e la dedizione oltre al servizio disinteressato, all’amore e alla tolleranza. Le nostre qualità divine ci daranno gioia maggiore di qualunque affare o interesse egoistico, elimineranno qualunque traccia di “io” e “mio” e l’egoismo che ha per base la famiglia. D. - Anche se un numero sempre crescente di occidentali giunge da Sai Baba, è ovviamente impossibile che tutti ne abbiano la possibilità. Non possono arrivare tutti a Puttaparthi, sia per ragioni economiche sia per motivi di disponibilità di trasporto aereo. In che modo Swami raggiungerà quelli che non possono venire, e come toccherà le coscienze dell’Occidente secondo lei? R. - Sai Baba ci ha dato un esempio: in un’armata, un generale controlla una formazione di 10.000 uomini. È uno, ma controlla migliaia di uomini. In modo simile, ogni straniero che torna a casa sarà in grado di influenzare migliaia di altre persone. Coloro che vengono a Puttaparthi sono quelli selezionati per influenzare migliaia di devoti, ora e in futuro. I libri di Howard Murphet, ad esempio, hanno influenzato migliaia e migliaia di persone in tutto il mondo e continueranno a farlo. Pensiamo all’influenza che hanno avuto gli apostoli di Gesù Cristo, a come hanno ovunque diffuso il Suo messaggio. In modo simile, oggi i pochi discepoli di ›rî Râmak©¹²a hanno esteso la Sua missione a tutto il mondo. Il cambiamento viene sempre portato da pochi; basta un cucchiaio di zucchero per rendere dolce una caraffa d’acqua, così come una persona è tutto ciò che serve per apportare in molti il cambiamento. D. - Il concetto di tempo è, a mio avviso, uno dei maggiori elementi di incomprensione tra gli occidentali e Sai Baba. Swami dice: “Ti vedrò domani”, ma “domani” arriva ed Egli non riceve quella persona, perché il Suo “domani” non è evidentemente il nostro. Alcuni devoti rimangono sconvolti da questo apparente venir meno a una promessa da parte di qualcuno che viene descritto come Dio e non si comporta in quanto tale. Qual è la sua esperienza circa il “tempo” di Sai Baba? R. - Sì, ci sono due concetti di tempo: quello umano legato all’alba e al tramonto, al giorno e alla notte, basato sull’ “ora” e quello divino che comprende il passato, il presente e il futuro. Tutto ciò che Sai Baba afferma si basa sul tempo divino. Per esempio, quando io dico “domani”, mi riferisco, precisamente, alle ventiquattr’ore del giorno seguente, mentre, quando Swami dice “domani”, può significare qualunque giorno perché, per Lui, il passato, il presente e il futuro sono una cosa sola. Allora voi potreste dire: “Bene, ma perché la cosa va avanti così? Perché Egli ci confonde?” La risposta è che non ha importanza “quale” giorno vi riceverà, perché il giorno che Egli sceglie servirà perfettamente allo scopo. Baba non pensa solo all’immediato futuro come facciamo noi: Egli Mother Sai settembre - ottobre 2006

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pensa al passato, al presente, al futuro e a ciò che, alla lunga, ci aiuterà. Noi tendiamo a pensare soltanto ai benefìci materiali, mentre Egli pensa ai benefìci spirituali, ai benefìci eterni. D. - Anil, che cosa le ha insegnato su Dio la sua relazione con Swami? R. - Per Dio, lei intende il Dio interiore? D. - Sì. R. - Io non preparo mai i discorsi che tengo a Kodaikanal o qui a Praµânti Nilayam; inoltre Swami può dirmi all’improvviso: “Anil, alzati e di’ qualcosa”, e io posso pensare di parlare sulla devozione, ma Egli mi dirà di parlare della saggezza o viceversa! Così tutti i miei discorsi sono improvvisati; è così che Swami mi ha educato sin dal 1978, anno in cui tenni il primo discorso. Il miracolo dei miracoli è il fatto che ogni cosa si realizza sempre e sembra essere ciò che la gente vuole. Questo è, naturalmente, tutto dovuto a Swami perché Egli sceglie l’argomento, i punti da trattare e il modo in cui il discorso deve svilupparsi. Soprattutto questo mi fa sentire che Egli è Dio. Spesso, quando Baba mi pone certe domande e io rispondo, mi chiedo come io abbia fatto a rispondere così perché so benissimo come avrei risposto normalmente. Una cosa che so certamente è che non avrete mai l’ultima parola con Swami: Egli vi metterà sempre nel sacco. Vi faccio un esempio: una volta un anziano professore, che siede sotto la veranda, disse a Baba di soffrire di cataratta ed Egli gli consigliò di andare all’ospedale a fare un controllo, dopo di che mi guardò dicendo: “Anche tu hai la cataratta.” “Swami, io ho gli occhiali, non ho cataratta.” “Vedo che hai gli occhiali , ma hai la cataratta ad ambedue gli occhi.” “Swami, io?” “Sì, tu”, disse Baba. “Un occhio soffre della cataratta dell’attaccamento e l’altro della cataratta dell’ego.” A questo ho risposto: “Bene, se è così, Swami è giunto il momento di operare e, visto che Tu sei il Medico Divino, perché non mi operi subito?” Tutti risero e Swami, che è il Maestro Divino e ha sempre l’ultima parola, disse: “Il problema non è soltanto nei tuoi occhi: tu sei malato di ego e attaccamento da cima a fondo.” “Allora”, dissi io, “questo richiede un’operazione seria e immediata. Ti prego di farlo subito.” Sai Baba rispose: “Oh, no; se tu non vieni da Me, che cosa posso fare? Se vieni da Me, Io ti operò, ma tu non sei ancora venuto e quindi che cosa posso fare?” “Swami, quand’è che non sono con Te? Non faccio servizio nel Tuo college da nove anni?” “Ah”, replicò Baba. “Tu sei qui fisicamente, ma mentalmente sei altrove; a meno che tu non sia fisicamente e mentalmente qui e non ti abbandoni totalmente a Me, come posso operare?” Gioco, set e partita a Swami! Una volta, a Kodaikanal, Gli dissi: “Swami, Tu dici che io non sono il corpo e posso accettarlo; Tu dici che non sono la mente e posso accettare anche questo; Tu dici che non sono l’intelletto e anche questo appare ragionevole; Tu dici che sono l’Âtma e io spero che sia vero. Ora mi chiedo che cosa Tu stia esattamente chiedendo quando domandi a qualcuno durante il darµan: “Quando sei arrivato?” Perché, se noi non siamo il corpo, questo non è arrivato, se noi non siamo la mente, questa non è arrivata, se noi non siamo l’intelletto, questo non è arrivato, ragion per cui io posso essere qui solo come Âtma e quindi perché Ti interessi a parlare con me?” Swami rispose: “Se tu pensassi veramente di essere l’Âtma, Io non ti farei questa domanda, ma, dato che tu pensi di essere il corpo, Io te la pongo. Se tu sentissi davvero di essere 24

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lo Spirito, non te lo chiederei di certo.” Gioco, set e partita di nuovo a Swami! Non si può mai prenderLo in contropiede. Secondo me ci sono dei momenti di attaccamento personale quando Dio entra nella mia vita e io divento strettamente unito e collegato a Lui quando sono toccato dal Suo amore e interessamento per me. L’errore di identificazione avviene solo quando noi poniamo Dio su un alto piedistallo e diciamo: “Io so che Tu sei Dio e io sono umano; eppure posso incontrarTi quando vado in chiesa la domenica o al tempio il giovedì perché so che Tu sei là.” La realtà non è affatto questa. Dio è nel tuo cuore e comprende ogni cosa che pensi, dici e fai. Egli conosce i segreti più reconditi del tuo cuore. Permettetemi di darvi un ultimo esempio. Un giorno al darµan stavo leggendo una lettera di mia figlia che è medico negli Stati Uniti, a Minneapolis. In quel periodo ella stava lavorando come interna e mi diceva di non stare in pensiero per lei in quanto gli Americani sono gente molto gentile, sempre pronta ad aiutarla. Ella non aveva avuto problemi ad ambientarsi e a essere accettata dalla società americana. La lettera proseguiva con il racconto di un piccolo miracolo che le era accaduto. Una sera, tornando a casa dall’ospedale, aveva sbagliato strada, si era persa e non riusciva a tornare al pensionato ove abitava. Nonostante le venisse da piangere, cominciò a cantare dei bhajan di Swami e Lo pregò di aiutarla. Immediatamente un signore le si fermò a fianco con l’auto e chiese: “Posso aiutarla? Dove vuole andare?” e, avuto l’indirizzo, la condusse al pensionato. “Babbo”, concludeva la lettera, “non stare in pensiero per me.” Io ripiegai il foglio mettendolo in tasca mentre piangevo lacrime di gioia quando, improvvisamente, mi accorsi che Swami era in piedi davanti a me e quindi cominciai a sorridere facendo finta di essere contento. Egli mi disse: “Dov’è la lettera?” Io risposi: “Lettera, Swami?” non volendo che Egli sapesse della lettera di mia figlia. “Sì, la lettera”, disse Baba. “Quella che hai in tasca; dammela.” Io replicai: “Swami, è una lettera personale.” Al che Egli rispose: “Oh, c’è qualcosa di personale tra te e Me? Devo dirti il contenuto di quella lettera? Se non Me la dai, ti dirò che cosa c’è scritto.” Io dissi: “Swami, è una lettera di mia figlia.” Baba allora replicò: “Tua figlia in America pensa sempre a Me, mentre tu, che Mi sei vicino, pensi solo a tua figlia in America! Questa è la differenza.” D. - Vorrei farle un’ultima domanda prima di terminare questa intervista. Negli ultimi tempi, mi sono sentita molto confusa perché ero molto attaccata alla Forma fisica di Swami, mentre ora sto cominciando a riferirmi di più alla Sua onnipresenza, ma trovo molto difficile collegare la forma all’onnipresenza. Io so che guardo al Suo Corpo, ma che Egli non è il corpo e neppure la mente, come lei ha detto. Come si può gestire questo problema? R. - Bene, penso che la risposta a questa domanda costituisca il prossimo passo nella sua sâdhanâ. Nel vedere il volto di Swami in quello della persona che ci siede a fianco sorgono molti interrogativi; anche se Egli è senza forma, noi vediamo lì il Suo volto. Similmente, ascoltando qualcuno che ci parla, udiamo improvvisamente la Sua voce e a volte possiamo persino sentirLo camminare accanto a noi. Questa è onnipresenza. Ricordiamo quindi che tutte le forme e tutti i nomi sono Suoi e cerchiamo di spostare la nostra consapevolezza dal limitato all’illimitato, dal finito all’infinito, dalla forma al senzaforma. (Tradotto dal testo pubblicato dal gruppo di lavoro “Heart2Heart” sul sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)) Mother Sai settembre - ottobre 2006

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Sotto la Veranda

L’importanza di servire con il giusto spirito I bambini delle elementari parlavano con Swami. Era una tale dolcezza vederli! A un certo punto, Swami ha chiesto a uno di loro: “Bambino, da dove vieni?” Egli ha immediatamente risposto: “Swami, provengo da Te!” Rivolgendosi ai ragazzi delle superiori, Swami ha commentato: “Vedete? Lui ha risposto che proviene da Me, mentre voi grandi dite: ‘da Bombay, da Chennai...’ Vedete lui, invece?” Baba ha poi chiesto a un altro bambino delle elementari: “Quanti anni hai?” “Otto anni, Swami”, il bimbo ha risposto. “Come fai a saperlo?” “Me lo ha detto mia madre”, è stata la risposta. Baba, rivolto di nuovo ai ragazzi delle superiori, ha allora aggiunto: “Avete visto? Quando invece chiedo a voi l’età, mi rispondete:‘Venti anni.’ Come lo sapete? ‘Dal certificato di nascita’, è la vostra risposta! (Risate). Guardate invece come questi bambini sappiano dare le risposte giuste!” Gli studenti grandi, allora, hanno voluto copiare i più piccoli. Volevano copiare, così Swami li avrebbe apprezzati. Swami ha chiesto in telugu a uno studente grande, e per grande intendo postuniversitario: “Da dove vieni?” Ha parlato in telugu, ma il ragazzo, non essendo di qui, non ha capito. Baba ha allora riformulato la domanda in inglese: “Da dove vieni?” e il ragazzo, imitando i più piccoli: “Swami! Provengo da Te!” Baba ha immediatamente detto: “Oooh, da Me? Ma allora dovresti sapere il telugu! (Risate). Se provieni da Me, perché non sai il telugu?” Alla domanda posta in telugu, il ragazzo non aveva infatti saputo rispondere! Questa è stata una grande burla, ma, allo stesso tempo, un’allusione al fatto che mai dovremmo imitare qualcuno, mai dovremmo copiare. Tempo fa Bhagavân disse: “Imitare è umano, creare è divino.” Noi siamo divini; non dobbiamo dunque imitare, perché, se lo facciamo, perdiamo la nostra originalità, la nostra natura, la nostra identità. Piuttosto usiamo la nostra creatività, siamo creativi e mettiamo in atto la nostra originalità. Questa è stata una lezione per tutti. Un ragazzo si è avvicinato a Swami a mani giunte e Gli ha detto: “Swami, Ti prego, toccami qui. Mettimi una Mano sulla gola.” “Perché?” Swami ha chiesto. “Swami, mi si sono gonfiate le ghiandole. Mi stanno venendo gli orecchioni. Mi fa così male!! Per favore, metti qui la Tua Mano!” “Perché mai dovrei farlo? No, no. Vai all’ospedale.” “No, no, Swami!” ha insistito il ragazzo. “Se Tu mi tocchi, la malattia se ne va.” “Hai davvero questa fede?” ha domandato Baba. “Swami, al 100%!!” Swami lo ha dolcemente toccato sulla parte gonfia e, credetemi, alla fine dei bhajan 26

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non c’era più niente! Tutto il gonfiore se ne era totalmente andato. Questo è il miracolo del tocco di Bhagavân, una garanzia di guarigione, di guarigione completa. E tutti noi, in quella piacevole serata, ne siamo stati testimoni. Poi Baba ha chiesto a un ragazzo di parlare. Dovreste aver visto. Egli ha parlato del servizio: “Ognuno dovrebbe fare servizio di tutto cuore.” Ha poi recitato una poesia di Swami che dichiara che il servizio è importante più dell’adorazione, più della meditazione, più dei pellegrinaggi. Ha quindi raccontato alcune sue esperienze. Tempo addietro Swami era solito servire cibo a tutti i poveri. Questo atto è chiamato Naraya²a Sevâ. Un giorno, mentre stava servendo cibo, Baba si fermò in un punto dove aveva notato una donna con un neonato fra le braccia. Chiamò un volontario e gli disse: “Stiamo servendo cibo a questa gente. Ma il bambino?” Il volontario non sapeva che dire: “Swami che cosa vuoi che faccia?” “Porta del latte al bambino.” E così il volontario andò a prendere del latte. Intanto Swami continuava a muoversi fra le persone per servirle. A un certo momento, da lontano, gridò: “Avete dato il latte al bambino?” Il volontario rispose: “Sì, Swami.” Ma Baba rifece tutta la strada per tornare indietro e toccare il bicchiere di latte: “Scotta! Come potete aspettarvi che il bambino beva questo latte? PortateMi un altro bicchiere!” Baba cominciò così a raffreddare il latte, versandolo da un bicchiere all’altro. Quando esso raggiunse la temperatura giusta, lo diede al bambino e se ne andò. Questo non fa altro che dimostrare come Swami si prenda cura personalmente delle situazioni, ma anche dello spirito che vuole che manteniamo mentre stiamo servendo. Servire non deve infatti essere una routine, un atto meccanico, una tabella. No. Deve essere fatto di tutto cuore. Sempre nel suo discorso, il ragazzo ha menzionato un fatto accaduto in Bosnia. La Bosnia, come tutti voi sapete, ha passato dei momenti bruttissimi, di povertà e malattia. Era in condizioni orribili, terribili, pietose. Tutti voi lo sapete. I volontari dell’Organizzazione Sathya Sai sono andati in quei luoghi a distribuire cibo, vestiti e anche fotografie di Baba. Una persona si è avvicinata a un volontario e ha detto: “Fotografie? Chi è quest’uomo?” “Quest’uomo si chiama Sathya Sai Baba.” “Perché ci date la Sua fotografia? Non abbiamo bisogno della Sua foto, perché quest’uomo, fino a ieri, era qui con noi! Era con noi, viveva con noi. E oggi ci date la Sua foto?” Questo dimostra come Bhagavân Baba sia con voi, in voi, intorno a voi, sopra e sotto di voi. (Tratto da “Perle di Saggezza” 1- settembre 2002)

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Discorso 01-01-2001

Buoni pensieri per un buon anno “Nel piacere è compreso anche il dolore; nessuno può separarli. È il dolore che porta con sé il piacere. Di fatto, piacere e dolore sono entrambi dovuti al Kali Yuga.” Incarnazioni dell’Amore! Gli anni passano, ma l’uomo non migliora nelle buone qualità. Vero essere umano è colui che ha una mente buona. Ecco le qualità di una buona mente: è luminosa come il sole, fresca come la luna, fa dire solo parole sacre e conferisce pace alla società. Solo chi è compassionevole, amorevole, paziente, comprensivo e incline al sacrificio è un vero essere umano. Purtroppo oggi queste sacre qualità sono diventate piuttosto rare. Come si fa a considerare un essere umano chi ne è privo? La Beatitudine nasce dai sentimenti sacri L’uomo, forma di vita, nasce dalla Natura: la terra gli dà sostegno vitale, il sole la luce, gli alberi l’ossigeno, filtrando le impurità; l’acqua lo disseta e lo nutre e l’aria lo aiuta a mantenersi in vita. Com’è possibile che un essere come l’uomo, che nasce dai cinque elementi e da essi è sostenuto, non sia in grado di acquisire la loro natura? Figlio dei cinque elementi, l’uomo dovrebbe praticare e diffondere le sacre qualità degli stessi e, poiché vive nel grembo della Creazione, dovrebbe seguirne gli intrinseci princìpi. Gli uccelli, gli animali e le piante rispettano la loro innata natura perseguendo i propri ideali. Gli alberi assorbono il biossido 28

di carbonio, tossico per l’uomo, restituendo ossigeno indispensabile alla vita. Anche gli animali assolvono i loro doveri e sono utili alla terra in tante maniere. Eppure, c’è da chiedersi come mai l’essere umano, nato tale e così definito, non pratichi nella vita i valori che lo contraddistinguono. Qual è la causa di ciò? Egli non è in grado di praticare e diffondere i Valori Umani perché egli stesso li ha smarriti. Eppure, si aspetta dall’anno nuovo un periodo di pace, felicità, benessere e prosperità. Incarnazioni dell’Amore! Il nuovo anno non porta con sé felicità e gioia; ieri diventa oggi, oggi diventa domani. Quando i giorni si susseguono in modo uguale, qual è l’esperienza che ne risulta? Ci si confronta con le conseguenze delle proprie azioni. Una visione positiva non potrà generare dolore. Azioni negative non si svilupperanno in esperienze di gioia. Perciò, quali che siano le nostre azioni, non potremo sfuggire al confronto con i risultati. Tuttavia, chi coglierà in sé la Grazia Divina accetterà gioie e dolori alla stessa stregua. L’essere umano, meritevole della Grazia Divina, potrà vivere la santità della pace, purificarsi e distruggere anche i peccati più gravi. PURTROPPO A CAUSA DELL’ERA DELLE TENEBRE L’UOMO HA PERSO LA FIDUCIA IN SE STESSO, LA FIDUCIA NEL SUO VERO SÉ. EGLI ASPIRA AL POTERE, INSEGUE LA BRAMA DI DENARO. COME PUÒ LA DIVINITÀ RISVEGLIARSI IN UN SIFFATTO UOMO? SOLO LA PRATICA DEI VALORI UMANI TRASFORMERÀ LA NATURA UMANA IN DIVINA. Bisogna pertanto sviluppare oggi le buone qualità umane. Mother Sai settembre - ottobre 2006

Discorso 01-01-2001 Quali che siano le nostre azioni e i risultati ogni tipo di sofferenza e difficoltà. Ma è, in di ciò che intraprendiamo, qualunque sia realtà, la Grazia Divina che ci rende idonei la Divinità che contempliamo, ne vivremo a tutto ciò. Senza la Grazia di Dio non si le conseguenze. Non saranno gli anni nuo- può ottenere niente, e, per questo motivo, si dovrebbero compiere solo quelle cose che vi a conferirci l’eterna beatitudine. Gli anni vanno e vengono, come pure i pia- ci rendono meritevoli di Essa. Con una siceri e i dolori. Solo la gioia dello Spirito può mile Grazia possiamo ottenere qualsiasi riconferire una simile beatitudine. Non basta sultato, realizzare felicità e beatitudine e svolgere le proprie funzioni, sia pure in approdare ad ogni tipo di pace. Il mondo maniera positiva, per raggiungere la pace e materiale non sarà mai in grado di conferila felicità. L’essere umano deve intrapren- re niente di tutto ciò. dere le azioni con sentimenti puri. Molti si aspettano dal nuovo anno gioia e prosperi- Pace e Beatitudine Eterne tà, ma l’anno sarà il risultato delle azioni Tutto risiede nel nostro cuore, ed è il cuore precedenti. SE VOLETE PORRE RIMEDIO E RI- il centro di ogni cosa. Perciò dobbiamo coltivare sentimenti puri nel nostro cuore. SOLVERE LE CONSEGUENZE DI AZIONI NEGATILA GENTE FESTEGGIA CON CANTI E BALLI VE DEL PASSATO, DOVETE COMPENSARLE CON UN SURPLUS DI QUALITÀ E AZIONI POSITIVE. L’ARRIVO DEL NUOVO ANNO. MA SONO ENTULa beatitudine sacra è dentro di noi; nasce SIASMI E GIOIE CHE HANNO LA DURATA DI UN dai nostri sentimenti puri. Bisogna MOMENTO. ALL’UOMO SERVE INVECE UNA esternarli, manifestare quella gioia che nes- PACE DURATURA. sun altro può darci dall’esterno e della quale Infatti, la vera pace è eterna. La vera felicinessuno potrà mai defraudarci. Queste sa- tà è eterna. La vera gioia è eterna. Come si cre qualità hanno origine solo nel cuore. Il può sperare di realizzare una simile beaticuore dell’essere umano è pieno di com- tudine eterna se ci si dedica ad azioni che passione che è all’origine di ogni sentimento non perdurano, ad attività materiali? Colopuro. ro che desiderano realizzare la beatitudine Bisogna sviluppare la compassione, diffon- eterna devono dedicarsi ad azioni sacre e dere la luce dell’amore e coltivare azioni permanenti. positive e divine. Se manca questo atteggiamento non potete pretendere che il pasSperimentate la felicità sare degli anni, il tempo, vi dia momenti di che si trova in ogni difficoltà. felicità. Non lo potrà mai fare. Mai. Il risultato delle nostre azioni si otterrà in base Il piacere è un intervallo tra due dolori ed è alla qualità con cui svolgiamo i nostri com- impossibile sperimentare l’uno senza gli piti e doveri. Per poter sperare in buoni ri- altri. È impossibile raggiungere la felicità sultati, bisogna nutrire dei buoni intendi- senza passare attraverso alcuna sofferenza; menti. una simile felicità sarà solo temporanea. La Grazia Divina Possiamo trasformare qualsiasi cosa se possediamo una ferma risoluzione, un cuore puro e intraprendiamo azioni altruistiche. In un batter d’occhio possiamo sradicare Mother Sai settembre - ottobre 2006

I risultati dipendono dalle azioni Ciò vale per chiunque, che sia facoltoso, ricco o aspirante spirituale; ogni nostro risultato dipende dal sentiero e dalla disciplina spirituale che seguiamo. Non potete 29

Discorso 01-01-2001 pretendere di raccogliere dei mango se ave- pre e solo dai vostri pensieri. Perciò, fate in te seminato del nîm, e viceversa. Come il modo che i vostri pensieri siano sacri e diseme, così il frutto. Come il proposito, così ventate buoni esseri umani. il risultato. I nostri sentimenti sono dentro di noi, non fuori. Ci sembra che tutto pro- Diventate persone buone venga dall’esterno, ma ciò è solo un’illu- Dovreste essere persone buone. Da che cosa sione. La gioia e il dolore non possono di- si distingue una persona buona? Dai pensieri e dai sentimenti buoni. Mâni¹i, umapendere da un’illusione. no, significa colui che possiede manassu, la mente. QUANDO LA MENTE NON È BUONA, Cambiare il cuore e i sentimenti Perciò è il cuore che dobbiamo trasforma- COME PUÒ ESSERE BUONA LA PERSONA? re. I nostri pensieri devono diventare buo- Talvolta può succedere che, malgrado le ni, il nostro atteggiamento deve diventare ottime intenzioni delle nostre azioni, si abbuono, le nostre qualità devono diventare biano dei risultati negativi. Sebbene i risulbuone. OGGI L’UOMO È MOLTO CAMBIATO, tati siano negativi, essi non potranno mai MA NON LA SUA MENTE. I GIORNI E GLI ANNI alterare una buona mente. Si tratta comunPASSANO, IL TEMPO SCORRE, MA I NOSTRI SENque di caratteristiche negative riscontrabili TIMENTI NON FLUISCONO. RAGGIUNGEREMO esteriormente. La dolce bontà interiore vi LA PACE SOLO QUANDO I NOSTRI SENTIMENTI accompagna sempre: è dentro, intorno, sotCAMBIERANNO. to e sopra di voi. Incarnazioni dell’Amore! Perciò l’essere umano è essenzialmente In ogni circostanza, fate sempre in modo buono e, di conseguenza, dovrebbe avere che i vostri sentimenti si trasformino in una mente buona. Ma la sua mente cambia uttama1, sentimenti puri e nobili, affinché di attimo in attimo a causa dei pensieri inpossano manifestarsi in ideali sacri. Tutte stabili. Se la propria volontà fosse risoluta le nostre attività dovrebbero incentrarsi nel non cambierebbe in questo modo. La voservizio al prossimo. È solamente in base a lontà deve essere ferma e stabile. Bisogna sviluppare una mente che non vacilli e una questo che i Veda dichiarano: chiara visione. Nessuna difficoltà potrà allora toccarci. Se si desidera superare ogni Paropakâra­ pu²yâya pâpâya parapî¬ana¼ tipo di dolore, la Grazia Divina è necessaSi ottiene merito ria. con il servizio reso agli altri. Purezza di sentimento e volontà Si commettono peccati nel far male agli altri. Si può anche essere miliardari, ma, se i sentimenti non sono puri, non c’è ricchezza che PERCIÒ QUANDO COLTIVIAMO IN NOI SENTI- salvi. Quand’anche un uomo fosse povero MENTI PURI, OTTERREMO RISULTATI SACRI, in canna, se ha un cuore puro, può raggiungere perfino le vette più alte. ANCHE SENZA RICERCARLI. Purtroppo, a causa dell’impatto del Kali Yuga, l’uomo pensa una cosa, rincorre l’illusione di un’altra, In tempi negativi anche un bastone e desidera un’altra cosa ancora. Qualunda passeggio si trasformerà que cosa decidiate di dire o di fare, i risulin serpente. tati delle vostre azioni dipenderanno semIn un momento positivo 30

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Discorso 01-01-2001 dei risultati negativi per delle buone azioni. la polvere stessa della terra UN RISULTATO NEGATIVO IMPLICA UN ELEMENdiverrà oro. TO DI NEGATIVITÀ NELLE VOSTRE INTENZIONI. Se ciò non fosse, non si otterrebbe un Se la fortuna non ci arride, se i nostri risultato negativo. È debolezza umana vesforzi non vanno a buon fine, anche un bastone da passeggio si muterà in serpen- dere in sé solo il bene senza analizzare il male. Il bene e il male coesistono; nessuno te. La causa di ciò sta nei nostri pensieri. può separarli. 2 Sa¾kalpa mûlam idam jagat I pensieri formano la base del cosmo. Piacere e dolore, bene e male, coesistono; nessuno può separarli. Non è possibile avere l’uno IL COSMO INTERO SI BASA SUI PENSIERI. ALevitando l’altro: sono inscindibili. CUNE PERSONE PENSANO CHE LE LORO ASPETTATIVE NON SI REALIZZINO MALGRADO TUTTI I Maggiore è il piacere LORO SFORZI. Q UESTO È PRINCIPALMENTE se i problemi danno frutto. DOVUTO ALLA MANCANZA DI PUREZZA NEI LORO SENTIMENTI E NELLE LORO INTENZIONI.

Le azioni buone e cattive sono la causa dei risultati. Dobbiamo perciò installare sentimenti sacri nel nostro cuore. La fortuna non cambia con l’anno La giornata di oggi segna l’inizio del nuovo anno 2001. Il prossimo sarà il 2002. Cambiano i numeri, ma non il destino. È UN GRAVE ERRORE PENSARE CHE IL DESTI-

NO POSSA CAMBIARE SOLO PERCHÉ CAMBIANO GLI ANNI.

OLTRE

AI NUMERI, DEVONO CAM-

BIARE LE NOSTRE AZIONI E DIVENTARE PURE.

SOLO

COSÌ OTTERRETE LA SANTITÀ CHE VI

ASPETTATE.

Studenti! Potrete avere buoni risultati agli esami solo impegnandovi al massimo per tutto l’anno. Altrimenti non avrete alcuna possibilità di ottenere i voti desiderati. Yad bhavan tad bhavati Come il sentimento, così il risultato. Come l’intendimento, così il conseguimento. Talvolta ci si domanda: “Se mi impegno in una giusta azione, perché ottengo dei risultati negativi?” Non vi saranno mai Mother Sai settembre - ottobre 2006

Un frutto matura nel tempo Da dove arriva la felicità? Quando i problemi fruttificano, la felicità arriva. Per avere un buon mango occorre lasciargli il tempo di maturare sull’albero. Se lo cogliamo ancora acerbo, ci domanderemo come mai un buon seme abbia prodotto questo aspro frutto. Ma in realtà il frutto non ha raggiunto ancora la giusta maturazione. Si trova nello stadio di crescita chiamato kayi (frutto acerbo) ed è perciò molto aspro. È un errore pensare che vi sia qualcosa di negativo in un frutto di buona qualità. Non vi accorgete della sua dolcezza solamente perché non ha ancora raggiunto la maturazione. Perciò bisogna indagare a fondo e analizzare la situazione, tenendo conto dei momenti, delle nostre sacre qualità e dell’uso del nostro intelletto. Esiste l’intelligenza. Fin dove può arrivare? Il frutto è di buona qualità e ci aspettiamo che sia dolce. È una buona varietà, ma non è ancora maturo. Come potete allora aspettarvi un succo dolce? State usando i vostri pensieri nella maniera sbagliata. Se il frutto non fosse buono non crescerebbe affatto. 31

Discorso 01-01-2001 Se la varietà è buona, senz’altro maturerà nel cuore è vero ed eterno. Il desiderio, l’ira, l’avidità, l’infatuazione, l’orgoglio e l’inviin un frutto buono e dolce. Perciò non perdetevi d’animo se non otte- dia corrispondono al sentiero esteriore nete subito il risultato sperato. I vostri sfor- (prav©tti). Lo studio, il lavoro, il denaro, i zi sono destinati al successo, ma a tempo passatempi, le canzoni, tutto ciò appartiene al sentiero esteriore. Sono tutte carattedebito. ristiche della natura materiale. Queste tenIncarnazioni dell’Amore! Si è atteso con grande trepidazione l’inizio denze materiali hanno origine nella testa e di questo nuovo anno. Ci si è sforzati di saranno sempre soggette a cambiamento. accogliere il suo arrivo nel migliore dei Le caratteristiche del sentiero interiore che modi. Eppure l’uomo deve sforzarsi per hanno origine nel cuore sono permanenti. realizzare ciò che va fatto e deve usare il Corrispondono alla Verità e sono eterne. giusto discernimento prima di intraprende- L’essere umano coltiva le tendenze matere qualunque azione. Oggi l’uomo ha perso riali e soffoca le aspirazioni interiori. Peril senso del discernimento. Non indaga più seguendo le une non potrà ottenere le altre. per comprendere il suo destino (gati), non Pensa in un modo e si comporta in un alè più in grado di sapere chi bisogna rispet- tro. Vuole percorrere la via interiore, ma si tare e in che modo, che cosa bisogna acco- perde dietro azioni mondane. Questo non gliere e come, chi dovremmo amare e in va! Questo non va! Per questo motivo ogni passo fatto oggi dall’uomo è contrario alla quale maniera. rettitudine. E così, passo dopo passo, egli prende la strada della non verità (asatya) Quattro doni per l’uomo Dio ha dato quattro doni all’essere umano: contraddicendo, con ogni sua parola, la la mente (mati), il destino (gati), la posi- Verità. Tutto ciò che vede si colora di zione (sthiti) e la ricchezza (sampatti)3. negatività. Perfino ciò che ascolta è carico Questi quattro sono senza dubbio doni di di falsità. grande valore, eppure l’uomo non ne fa La vita dell’essere umano si sta trasformanbuon uso. Al contrario, vive immerso nel do, orientandosi totalmente verso il percordesiderio nutrendo l’ira, l’avidità, l’infatua- so materiale. Dobbiamo trasformare quezione, l’orgoglio e l’invidia con cibo e abi- sto cammino esteriore in un cammino interiore. Il cammino interiore vivrà di se stestudini sbagliati. Tutti questi difetti sono generati dal cibo; so in eterno. PERCIÒ PRIMA DI METTERE IN non sono doni di Dio. Il giusto nutrimento ATTO QUALUNQUE PENSIERO, SAREBBE SEMè nelle vostre mani. Come il cibo, così le PRE OPPORTUNO DISCRIMINARE TRA IL BENE E qualità. Il cibo è negativo. Ma la mente, il IL MALE. destino, la posizione e la ricchezza sono Dovete analizzare, indagare, chiedervi: “È doni divini. bene?” “È male?” Bene o male? Bisogna intraprendere la giusta indagine. Lungo il Il sentiero interiore ed esteriore cammino interiore non perderete mai il Studenti! gusto della vostra ricerca quantunque posLa mente, il destino, la posizione e la ric- sa passare moltissimo tempo. Non perdechezza corrispondono al sentiero interiore rete mai la pace, malgrado i vostri sforzi (niv©itti). Non nascono nella testa. Hanno ininterrotti. origine nel cuore. Tutto ciò che ha origine 32

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Discorso 01-01-2001 Il gusto cambia, ma l’appetito è uno solo Per esempio, voi avete tra i 20 e i 40 anni e in tutti questi anni avete sempre mangiato ogni giorno. Potete per questo dire che ne siete disgustati o domandarvi perché continuare a mangiare? Anche se mangerete oggi, vi preparate già al pasto di domani. Cambiano solo i gusti, ma la fame è identica per tutti. Il cibo può cambiare, ma la fame è una. Qualunque sia il cibo che si mangia, lo si fa per saziare la fame. I gioielli sono molti, ma l’oro è lo stesso. Il colore delle mucche può variare, ma il latte è lo stesso. Le razze sono molte, ma la vita è una. La visione di Dio può variare, ma Dio è Uno. Perché l’uomo vive in un simile stato di illusione? “Lottate per guadagnarvi da vivere.” Bisogna affrontare molte difficoltà per tirare avanti e per questo motivo si è tratti in inganno. Ma la vita è transitoria. La vita non dura per sempre. Termina in un attimo. Perché dovremmo perderci dietro una simile illusione? FINCHÉ SIAMO QUI, FACCIA-

I sentimenti sono importanti, non le parole Quando un poeta compone versi in lode di Dio, Lo esalta in modo altisonante, spesso esagerato e poi Gli rivolge un’invocazione perché lo protegga. Il sentimento ispiratore è importante, ma non sempre lo è lo stile con cui sono scritti i versi. Un poeta disse: “›rînivâsa, che giaci sul serpente Vâsuki dalle mille teste, Tu vivi e Ti diverti nella coscienza dell’Assoluto. Non conferirai gioia alla mente distruggendo il legame dei sentimenti? Auspicale Dolcezza! Tu, che risiedi nel corpo, proteggi il Tuo servitore! Keµava, Signore del mondo, che conquisti la vittoria sui sensi, perché non accorri in soccorso? Dicono che Tu, che incanti la mente di Lak¹mî Devî, sia ovunque, in ogni angolo e in ogni vicolo più sperduto.”

TIFICARSI.

Se si osserva questa poesia, ci si trova di fronte a una tale grandezza! Eppure la poesia, che si esprime in parole, non riflette l’espressione di un cuore pieno di sentimento. Perciò le nostre menti devono coltivare sentimenti sacri. Non dovrebbero basarsi sulle parole. Le parole vanno e vengono. Ogni singolo essere umano potrà lodare il Signore e lo potrà fare in base alla sua abilità. Ma sono i sentimenti che devono essere puri, stabili e altruistici.

Se intraprendiamo delle azioni transitorie durante il corso della vita umana, che è anch’essa transitoria, quando saremo in grado di vivere l’esperienza dell’eterno? Solo azioni sostenute dalla Verità potranno conferire la pace eterna.

L’anno nuovo non porta niente di nuovo Il nuovo anno non porterà con sé nulla di nuovo. Al contrario, saranno i giorni trascorsi, vecchi, a comparire, come anche i risultati di vecchi sentimenti. Il giorno in cui

MO IN MODO DI ESSERE SEMPRE SUL GIUSTO SENTIERO. INCAMMINIAMOCI LUNGO IL SENTIERO DELLA VERITÀ PER ESSERE PORTATORI DI IDEALI CHE SIANO D’ ESEMPIO AGLI ALTRI.

SOLO COSÌ LA NOSTRA UMANITÀ POTRÀ SAN-

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Discorso 01-01-2001 nei vostri cuori nascerà un genere nuovo di Perciò le nostre porte dovrebbero avere pensieri, sarà il vero anno nuovo. anche cancelli adeguati. (Applausi). Eccelse sono la nobiltà, il valore e la diviniTutte le preghiere recitate, i bhajan canta- tà della vita umana: non sciupatela con le ti, il servizio reso, i riti compiuti da anni e cattive qualità. Molte cose vanno e vengoanni non serviranno a nulla se, contempo- no, ma non dobbiamo dare spazio a tutto raneamente, non avverrà alcuna trasforma- ciò che ci viene incontro. Dovremo accozione del cuore. Riscontrate forse in voi un gliere solo ciò che è sacro. Non dovrebbe cambiamento del cuore e siete più inclini esserci alcun dubbio a tal riguardo. alla pietà? L’essere umano ha forse mo- Se, ad esempio, qualcuno si presenta alla strato di avere maggior compassione e gen- vostra porta con il suo bagaglio e voi lo ritilezza? Il cuore privo di compassione non cevete molto festosamente, gli fate molte è un Tempio di Dio (Daiva Mandir), ma gentilezze e complimenti, questi, immediaun covo diabolico (dvaya mandir). Abbia- tamente, entrerà e si sistemerà in casa vomo bisogno di coltivare cuori pieni di com- stra. Se invece lo ignorate completamente, passione. In ogni istante, dovreste essere sceglierà di andarsene in un albergo o in un colmi di compassione. residence. Ma, poiché lo avete intrattenuto Ma, poiché tutti voi considerate questo gior- e gli avete parlato, è entrato. Se evitate di no come il capodanno e lo festeggiate con parlargli non avrà nessuna possibilità di entusiasmo, Io vi benedico, affinché pos- entrare. siate coltivare sentimenti sani, santi e ideali. Allo stesso modo, vi vengono incontro Desidero che dividiate con altri tutto ciò molti tipi di negatività. Ignorateli. Non strinche considerate buono. Voglio che condu- gete amicizia con essi; se non darete loro ciate una vita pacifica e serena e diventiate retta, se ne andranno per la loro strada, torun modello per il resto del Paese. neranno da dove sono venuti e non vi intaccheranno. Ignorate le qualità indesiderabili EPPURE, COME SI COMPORTA OGGI L’UOMO? Talvolta, alcune qualità negative come la GLI SI PRESENTANO DEI SENTIMENTI NEGATIbramosia, la collera e l’odio possono na- VI ED EGLI LI ACCOGLIE CON TUTTI GLI ONOscere in voi, ma non dovreste mai permet- RI. SE CONTINUATE AD ALIMENTARLI, ESSI VI ter loro di penetrare nella vostra mente. Se INVADERANNO LA MENTE E PRENDERANNO IL chiuderete loro la porta in faccia, spariran- CONTROLLO DELLA VOSTRA VITA. Non parlano in un baleno da sole; ma, se le farete te del male. Non guardate il male. Non ascoltate il male. Questa è vera qualità entrare, vi si stabiliranno. Ecco un piccolo esempio. Avete costruito umana. L’essere umano è dotato dei sensi una casa con porte tutt’attorno. Voi pensa- per sviluppare il potere della discriminaziote: “Ho messo delle porte…” Se arriva un ne e saper valutare ciò che è necessario e amico o dei parenti li farete entrare, ma non ciò che non lo è. farete entrare chiunque. C’è forse qualcuno che fa entrare in casa cani e porci, solo Benedizione finale perché ci sono delle porte? Il corpo umano In questo modo sarete benedetti. La vostra ha nove porte, e voi dovete aprirle solo a vita sarà piena di risultati e si santificherà. ciò che è sacro. Non fate entrare il male. E, allo stesso tempo, questi sentimenti noSolo così otterrete la giusta qualità di pace. bili vi renderanno immortali e realizzerete 34

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Discorso 01-01-2001 l’infinita beatitudine. Questo è un nuovo (Tratto dal sito internet del Consiglio Centrale anno e perciò bisogna rinnovare la propria Sathya Sai d’Italia) vita. Abbandonate tutto ciò che è vecchio e consunto. LIBERATEVI DI TUTTO CIÒ CHE È 1. Il termine “uttama” indica “il più alto”, “il IMMONDO, ALTRIMENTI I NUOVI SENTIMENTI migliore”, “l’eccellenza”. NON POTRANNO ENTRARE. Quando nella men2. La parola sanscrita “sa¾kalpa”, oltre che te ci sono solo sentimenti divini, nient’altro “pensiero”, significa anche: “volontà”, “propotrà entrarvi. Installatevi la Divinità e reposito”, “risoluzione mentale”, “determinaalizzerete la vera pace. zione”. Incarnazioni dell’Amore! 3. La traduzione di “mati” (mente), “gati” (destino), “sthiti” (posizione), “sampatti” (ricVi benedico tutti, affinché abbiate una vita chezza) non trasmette la vera essenza del sidi pace, prosperità e felicità. (Bhagavân ha concluso il Discorso con i bhajan: “Hari Bhajana Binâ....” e “Hare Râma, Hare Râma...”)

gnificato sanscrito e tali termini sono difficili da interpretare letteralmente. È molto probabile che Swami si riferisca all’intimo significato di queste parole, difficile da afferrare.

Praµânti Nilayam, 1 gennaio 2001

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Continua la “Storia di Sundaram”, la “Praµânti Nilayam” di Chennai. Vi ritroveremo ancora avvincenti aneddoti, salti nel passato della vita di Swami, interessanti notizie.

Zoom

“Amore Liquido” Un superbo servizio 24 ore al giorno Tra le varie attività di servizio che proseguono continuamente, a Sundaram c’è un servizio “non-stop” che dura tutto l’anno e che organizza i donatori di sangue e i pazienti che sono in attesa di operazione negli ospedali della città. Denominato “Amore Liquido”, questo servizio è iniziato timidamente nel dicembre del 1998 e ora può vantare una banca dati, con elaborate informazioni, che viene gestita da tre volontari 24 ore al giorno per 7 giorni la settimana. Con un software di base e un database con più di 3000 donatori, che comprende tutti i tipi di gruppi sanguigni e che viene costantemente aggiornato, il servizio serve una media di 100 pazienti al mese, pazienti che devono affrontare operazioni chirurgiche e necessitano di almeno due o tre unità di sangue, talvolta anche di rari gruppi sanguigni. Il modo in cui opera questo servizio è il seguente: nel momento in cui vi è una richiesta di sangue da parte di qualsiasi ospedale della città, vengono immediatamente contattati i donatori della lista che vanno immediatamente, e con grande zelo, a donare il sangue nella rispettiva banca del sangue. Grazie alle frequenti interazioni con gli ospedali, si è creato un eccellente coordinamento e chi ha bisogno viene servito nel momento stesso della richiesta. I numerosi trofei, medaglie e riconoscimenti, assegnati dall’Ufficio dei Donatori di Sangue a Madras, testimoniano il prezioso aiuto reso e istituito a Sundaram. Uno di questi uffici si trova perfino alla stazione ferroviaria di Chennai. Inaugurato col nome “Servizio ›rî Sathya Sai di Pubblica Utilità”, esso provvede a garantire aiuto alle persone che arrivano a Chennai da ogni parte del mondo dando loro un primo soccorso, informazioni riguardanti la città ecc. Molte persone, visibilmente commosse per cotanta assistenza, hanno affermato: “È una sensazione estremamente confortante sapere che ci sono sempre un fratello o una sorella Sai a Madras pronti ad aiutarti nel momento in cui hai bisogno, provvedendo, se necessario, anche alla richiesta di sangue.” Il meraviglioso Sai Krupa, paradiso dei poveri e degli ammalati Un altro servizio medico, totalmente gratuito e che viene svolto ogni sabato, ha sede in un luogo adiacente a Sundaram ed è chiamato “Sai Krupa”. Qui vi sono medici di tutte le specializzazioni che, ogni settimana, curano centinaia di pazienti. Una manna per queste persone malate che non hanno alcun privilegio. Questo servizio è iniziato nel 1977, il che significa molto prima che Sundaram sorgesse. Il dottor Prabhu, Direttore dell’Istituto di Ricerca Medica Nucleare Avanzata di Purasvalkkam, Chennai, che ha prestato servizio al Sai Krupa per molti anni, ci racconta la sua prima esperienza. 36

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“I pazienti vengono qui per Amore” “La prima esperienza fu molto incoraggiante: tutti i paramedici e i volontari erano molto gentili con me. Motivato dalla volontà di prestare servizio, e con il supporto del loro affetto, decisi di venire ogni settimana. Mi sono perfino trasferito a T. Nagar, che si trova vicino a Sundaram, per non perdere l’appuntamento domenicale. Ho visitato molti pazienti, circa 300/400, che soffrivano di varie malattie. Si può avere l’impressione che questi pazienti siano guariti a seguito delle medicine loro somministrate, ma non è così. I pazienti che arrivano in questo luogo, non vengono per le medicine, ma per ricevere Amore. È veramente l’Amore del nostro amato Swami che li guarisce! Poco alla volta abbiamo cominciato ad avere prestazioni specialistiche più impegnative, come operazioni cardiache al torace, plastiche, vascolari, tutte prestazioni che ora vengono effettuate regolarmente. Ciò ha stimolato in noi ulteriori motivazioni, oltre che spronarci nella cura di questi malati.” “Se capita che io sia fuori zona, ritengo mio dovere venire a Chennai la domenica per non perdere l’appuntamento con il Sai Krupa”, dice un altro medico, la dottoressa Kumari Menon, pediatra all’Ospedale Vijaya, che ha lavorato per dieci anni al Sai Krupa. “Ricordo” – dice la dottoressa – “che una volta capitò un bambino con una ostruzione del liquido spinale nel cervello. Eseguimmo su di lui un intervento di bypass e il bambino veniva portato regolarmente al Sai Krupa ogni domenica per il controllo. Per grazia di Sai Baba è stato curato senza alcuna complicanza. Ricordo un’occasione in cui abbiamo pranzato con Swami; mentre conversavamo con Lui, Egli disse: ‘È meglio andare a servire di porta in porta piuttosto che attendere che i pazienti vengano qui.’ Abbiamo pertanto dato inizio al “grâma sevâ”, il servizio nei villaggi. Ciò non solamente per curare le persone ammalate, ma anche per fornire loro ciò di cui avevano estremamente bisogno: un’educazione alla salute.” L’impegno di questi medici e la loro dedizione a Sai e al servizio è, a dir poco, esemplare. (continua) (Tratto dalla ML ufficiale del CCSSI)

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Gurupûr²imâ: 11 luglio 2006 (Cronaca della giornata)

Report

La tradizione indiana assegna la più elevata posizione di rispetto al Guru o Precettore, qualche volta persino superiore a Dio, poiché è il Guru che conduce a Dio. Il primo bhajan vero e proprio che Bhagavân insegnò dopo aver proclamato la Sua “avatarità” fu “Mânasa Bhajare Guru Carana¼ Dustara Bhava Sâgara Tara²a¼” (Meditate sui Piedi del Guru, che vi farà attraversare il burrascoso oceano dell’esistenza terrena). Per i devoti Sai, questa ricorrenza è di immenso valore, poiché Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba è il nostro Guru e Dio, il Cammino e la Meta del destino della nostra vita. Nessuna meraviglia, allora, che il Gurupûr²imâ sia una delle maggiori festività in calendario a Praµânti Nilayam, allorché giungono devoti, provenienti da ogni parte del mondo, per donare il loro amore, rendere omaggio e offrire gratitudine al loro amato Maestro. Le celebrazioni sono cominciate il mattino del 10 luglio con un programma musicale delle sorelle Bailey che hanno eseguito alcune loro composizioni intitolate “Io non sono mai solo”, “Celebrate la nascita di Sathya Sai” e “Dio vive in India”, quale espressione del loro amore, e della loro devozione e gratitudine a Bhagavân. Il giorno seguente, la mattina dell’11, Baba è arrivato nel Sai Kulwant hall, splendidamente decorato, alle 7,15, durante i canti vedici, il Nâdasvaram e il Pañcavadyam, eseguiti dagli studenti del Suo college. Pochi minuti dopo che Baba si era accomodato sul palco, gli studenti hanno cantato stotram (inni di lode) e canzoni in lode al Guru. Alle 8, Baba ha benedetto circa cinquanta persone diversamente abili, appartenenti ai settori più disagiati della società, provenienti da varie zone del Distretto di Anantapur, donando loro tricicli per disabili, affinché possano avere una vita più indipendente. Il programma del mattino si è chiuso con i bhajan. Il programma pomeridiano ha avuto inizio alle 14,30. In occasione del Gurupûr²imâ, l’Orchestra Sinfonica Sai, costituita da 67 membri provenienti da 22 nazioni, ha suonato alla Divina Presenza. Iniziando col bhajan “Muralî K©¹²a Mukunda K©¹²a”, l’orchestra ha calamitato l’attenzione degli astanti, intrattenendoli con melodiosi brani, che racchiudevano innumerevoli sfumature emozionali, composti da artisti assai noti come Händel, Rossini e Verdi, che rappresentano secoli di storia europea. Alla fine del programma, Sai Baba si è fatto amorevolmente fotografare con i musicisti. È quindi sceso dal palco e, muovendosi fra loro, ha parlato ad essi e li ha benedetti con la gioia della Sua vicinanza. Il pomeriggio si è concluso con i bhajan e l’ârati. (Tratto da: www.sathyasai.org)

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Congresso dei Giovani del Kerala (Cronaca dell’evento) I giovani del Kerala sono stati nuovamente benedetti allorché hanno avuto l’aurea opportunità di crogiolarsi alla Divina Presenza di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba e cogliere le gemme di saggezza elargite da esperti oratori e dal Signore Stesso. Il Congresso si è svolto per tre giorni consecutivi dal 19 al 21 maggio 2006. Il pomeriggio del 21, per la gioia dei presenti ed esaudendo le preghiere di 3000 giovani keralesi, giunti da diverse parti dello Stato a Whitefield, Brindavan, la Dimora di Bhagavân a Bangalore, Baba ha tenuto il Suo Discorso. La mattina del 19 il Sai Ramesh Krishan hall era elegantemente decorato da composizioni di fiori freschi, lampade e festoni colorati. Swami è giunto nella sala alle 8,30. Dopo alcuni bhajan, cantati dai giovani, µrî Mukundan, presidente delle Organizzazioni ›rî Sathya Sai dello Stato del Kerala, ha ringraziato Baba per avergli consentito, per il quarto anno consecutivo, di tenere il “Sâdhanâ Camp” alla Divina Presenza. Per la gioia di tutti gli astanti, ha riferito quanto Bhagavân aveva detto il 31 marzo 2006, allorché egli aveva comunicato a Baba l’ardente desiderio dei giovani del Kerala di giungere alla Sua Presenza. Baba, in quell’occasione, disse: “Tutte le loro preghiere Mi hanno già raggiunto.” Prima di presentare gli oratori per la sessione del mattino, µrî Mukundan ha chiesto a Baba di poter pubblicare un libro intitolato “Helpline on the ›rî Sathya Sai Path” “Suggerimenti sul sentiero ›rî Sathya Sai”, contenente le risposte di µrî Narasimha Murthy, preside dell’Istituto del campus di Brindavan, alle domande spirituali sollevate dai giovani del Kerala nei precedenti congressi giovanili. Baba ha benedetto il libro e lo ha anche firmato. ›rî Madhu Balakrishnan, un famoso cantate del Kerala, si è guadagnato le parole di apprezzamento e compiacimento da Bhagavân per l’appassionata esecuzione di musica classica e musica leggera devozionale. Dopo il programma musicale, è stato offerto l’ârati a Baba, dopodiché Egli si è ritirato nella Sua Dimora. Nel pomeriggio, Baba è giunto nella sala alle 3,50. Dopo una breve sessione di bhajan e di canti vedici, i lavori sono iniziati con quattro oratori dei giovani – due uomini e due donne – che hanno condiviso le loro esperienze con i presenti. Gli interventi sono stati brevi, intensi e molto apprezzati. Successivamente, il quinto oratore, il Coordinatore di Stato per i Programmi Medici ›rî Sathya Sai, è salito sul palco e ha intrattenuto gli astanti per alcuni minuti. A ciò è seguito un soave concerto musicale di µrî Madhu Balakrishnan. Questa volta il cantante è stato benedetto con un anello che Swami gli ha materializzato.

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La mattina del 20, non appena Baba è entrato nella sala, i giovani del Kerala hanno cominciato a cantare i bhajan. Dopo un po’, il dottor M.K. Ramachandran Nair, vicerettore dell’università del Kerala, ha parlato delle sue esperienze e richiamato l’attenzione dei giovani sulla grande opportunità che hanno avuto, a una così giovane età, di avere darµan (visione), sparµa² (contatto) e sa¼bhâ¹an (conversazione) col Signore. Dopo tale intervento, µrî Hari Hara Subramanian ha potuto eseguire delle canzoni alla Divina Presenza. Al termine, Bhagavân ha materializzato, per lui, un bellissimo anello. I lavori si sono conclusi con l’offerta dell’ârati a Swami. Dopo che Baba era entrato nella hall, µrî Jyoti Lal, direttore esecutivo dell’autorità governativa del Kerala d’approvvigionamento idrico, si è rivolto al pubblico la mattina del 21, giorno conclusivo del Congresso. Dopo il suo illuminante intervento, µrî Kavalam ›rîkumar e µrî T.S. Radhakrishnan hanno eseguito una performance vocale, alla fine della quale è stato offerto l’ârati a Baba. La sessione pomeridiana è stata, per i giovani, un evento speciale, che resterà impresso per sempre nei loro cuori. Baba è arrivato sul palco alle 4 del pomeriggio e, mentre i bhajan erano in corso, con sorpresa di ciascuno, è sceso dal palco e ha raccolto le lettere dai giovani, parlato a qualcuno di essi e, ad alcuni, ha materializzato la vibhûti. I giovani era pieni di gioia e si potevano notare i loro volti illuminati per la Divina Presenza. Baba ha anche fatto un giro della sala dando il darµan a tutti i devoti. Quindi è arrivato un altro momento speciale che tutti aspettavano da due giorni, allorché Baba ha tenuto il Suo soave Discorso Divino. Il Congresso è giunto alla sua felice conclusione con l’offerta dell’ârati a Bhagavân. (Tratto dal sito internet: www. sathyasai.it)

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Anniversario della fondazione dello ›rî Sathya Sai Dînajanoddhâra²a Patâkamu: 20 giugno 2006 Nel 2002, in occasione della ricorrenza del Gurupûr²imâ, Bhagavân Baba inaugurò lo ›rî Sathya Sai Dînajanoddhâra²a Patâkamu, un progetto in base al quale sono stati costruiti dei complessi residenziali per dare alloggio a bambini abbandonati e orfani, appartenenti alle classi più disagiate della società. Attualmente, in base a questo progetto, sono ospitati sessanta bambini provenienti da numerosi villaggi nei dintorni di Puttaparthi. Oltre all’alloggio gratuito, al cibo, al vestiario, all’istruzione e ad altre necessità giornaliere, è stato depositato, a nome di ogni bambino, un lakh (100.000) di rupie. Gli alloggi sono situati nella colonia denominata ›rî Sathya Sai Nagar, nel villaggio di Kammavaripalli, dietro al perimetro occidentale dell’âµram. È anche stata costruita una scuola dove i bambini ricevono regolare istruzione e anche addestramento professionale. Nell’Andhra Pradeµ, questo istituto è diventato un modello per molte analoghe istituzioni. Il pomeriggio del 20 giugno 2006, i bambini dell’istituto hanno celebrato il quarto anniversario della sua fondazione alla Divina Presenza di Bhagavân. In un dipinto, nel Sai Kulwant hall, erano stati ben illustrati l’amore dei bambini per Baba e l’attenzione e le premure di Swami verso di loro. Alle 15,55, Bhagavân ha fatto il Suo ingresso nella sala al canto degli inni vedici. Il programma ha avuto inizio con un’invocazione da parte degli studenti che hanno cantato il “Nârâya²a Sûktam”. All’inizio, un ragazzo dell’istituto ha espresso la sua gratitudine a Bhagavân perché fornisce loro cibo, vestiario e un posto sicuro in cui vivere. Egli ha detto: “Possiamo solo offrire noi stessi e pregare per ottenere la Sua grazia.” Il ragazzo ha informato i presenti che nove giovani avevano superato la decima classe e alcuni altri avevano ottenuto il B.Sc. (titolo informatico di 1° grado accademico) per poter così proseguire gli studi. La successiva rappresentazione è stata una commedia a tema sul concetto di antica saggezza vedica e tecnologia moderna, presentata sotto forma di dialogo fra due narratori. La scena d’apertura dipinge Âdi ›a¾kara, il celeberrimo erudito vedico del passato, che loda con ardore il Signore ›iva. I narratori deplorano il fatto che, in questo sacro Paese, che ha dato i natali a uomini tanto saggi come Âdi ›a¾kara, la società abbia oggi ceduto alle lusinghe del mondo materialistico e abbia ignorato la propria gloriosa eredità. La scena successiva ritrae alcuni sacerdoti che celebrano uno yajña (offerta di oblazioni nel fuoco sacrificale), quando il grande imperatore Alessandro Magno, impegnato nella sua campagna di conquista, appare sulla scena. Egli comincia a parlare con quei sacerdoti e rimane colpito dalla loro fiducia in se stessi e dalla loro semplicità. Chiede allora che essi gli rivelino il segreto di tanta serenità e quelli rispondono che la vera felicità può

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essere ottenuta solo conquistando i propri desideri e non gli imperi. Poi la scena si sposta su una casa cittadina. Un vecchio, fiero della ricchezza della cultura indiana, rimane sconvolto vedendo l’atteggiamento irriverente del proprio nipote nei confronti dei valori e delle abitudini di questo grande Paese. Egli decide che è tempo che il ragazzo impari che i prodigi della moderna tecnologia, che il nipote apprezza tanto, erano già ben noti ai saggi dell’antica India. Cita esempi quali l’antico trattato indiano (Vaimanika ›âstra) riguardante i viaggi aerei, come pure i missili, le testate esplosive e le varie procedure chirurgiche dettagliatamente descritte nel Carika Samhitâ. Spiega al ragazzo che non è la tecnologia a essere malvagia, ma il modo deleterio in cui essa viene applicata. La commedia ha evidenziato i numerosi sistemi con cui la tecnologia, specialmente quella informatica, può portare beneficio alla società. Il messaggio ai presenti è stato che solo la spiritualità può offrire completezza alla scienza. La rappresentazione è terminata con un commovente canto che esprimeva la gratitudine dei ragazzi verso Swami per il totale cambiamento che ha portato nella loro vita e le premure che Egli ha elargito loro, come solo una madre amorevole può fare. Alla fine del programma, Bhagavân si è amorevolmente fatto fotografare con i ragazzi e dopo la distribuzione del prasâdam e l’offerta dell’ârati, Egli si è ritirato nella Sua residenza. (tratto da www.sathyasai.org)

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L’ascesi di Sabarî (Animali e Devozione)

Favole & Poesie

Sabarî aveva un cuore veramente mite e misericordioso. La storia che la portò dal Saggio Mata¾ga e che la fece rimanere al suo eremo è interessantissima. Il suo matrimonio fu deciso dai genitori e, com’è usanza presso gli Âdivâsi, la sera precedente alla cerimonia si doveva sacrificare una capra alla Divinità della tribù, per propiziarsene la grazia. Allorché Sabarî venne a sapere dell’uccisione, pianse e si gettò ai piedi dei suoi genitori supplicandoli di risparmiare la capra. Chiedeva: “Come può esser felice il nostro matrimonio se ha inizio con la sofferenza mortale di questa capra?” Ma il padre, spingendola da parte, proseguì con i preparativi e l’esecuzione del crudele rito. Quella stessa notte Sabarî fuggì da quel luogo di tortura e andò a rifugiarsi nel folto della giungla vicina. All’alba, i genitori e il seguito dello sposo, piombati nel dolore e nella preoccupazione, rastrellarono la zona, compresa la parte in cui si era nascosta Sabarî tra folti cespugli. Sulla via del ritorno si dissero: “Non può certo essere andata all’eremo, poiché le donne non vi hanno accesso.” Sabarî, udendo queste parole, si convinse che l’eremo sarebbe stato, per lei, il posto più sicuro. Pensò che qualche monaco avrebbe provato pena per lei e che non l’avrebbe respinta. Infatti, Mata¾ga ne ebbe pietà e l’accolse nel suo rifugio. Le disse che Dio sotto forma del Signore Râma un giorno sarebbe arrivato all’eremo, in quanto, essendo stato esiliato per quattordici anni nella foresta, era ansioso di salvare monaci e ricercatori spirituali, praticanti discipline penitenziali, dagli attacchi dei diabolici nemici della pace. “Râma” – disse – “sta procedendo di regione in regione con Sua moglie Sîtâ e Suo fratello Lak¹ma²a.” Da quel giorno Sabarî non fece altro che pensare a Râma, non ebbe altri desideri che quello di ricevere un darµan di Râma, avere la possibilità di toccare i Suoi Piedi e l’opportunità di parlare con Lui. Il suo cuore era pieno della dolcezza dell’essenza di Râma. Per lei non esisteva altro tipo di preghiera o di japa, nessun altro tipo di meditazione, nessun altro esercizio spirituale. Trascorreva il suo tempo a preparare la visita di Râma all’eremo; nel mentre che ripuliva i sentieri, ripuliva anche il suo cuore: grazie ai suoi sforzi, sparivano ciottoli e spine da entrambe le parti. Percorreva il sottobosco per estirpare rovi e rampicanti che sporgevano, temendo che Râma, la cui chioma immaginava voluminosa e libera, potesse rimanervi impigliato. Dove c’erano cumuli di terra, li spianava per timore che Sîtâ vi urtasse i suoi teneri piedi, ferendosi al suo passaggio. Ogni giorno raccoglieva frutta e tuberi dagli alberi e dalla vegetazione della giungla; nessuno sapeva quando Râma sarebbe arrivato. Sabarî non permetteva che vi fosse rischio d’errore: assaggiava ogni singolo frutto – amaro, aspro o dolce che fosse – perché Râma potesse avere il meglio. Andava a levigare la superficie dei massi che si trovavano sul sentiero della giungla, in previsione che Râma, Lak¹ma²a

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o Sîtâ avessero voglia di sedervisi per riprendersi dalla stanchezza. Sperava che almeno uno di loro si sarebbe riposato su qualche masso da lei lucidato con tanta cura. Fu così che il cuore di Sabarî divenne il Cuore stesso di Râma, ed ella s’immerse così profondamente in Râma che gli asceti si dimenticarono del fatto che fosse una donna, e le permisero di restare all’eremo dopo che Mata¾ga ebbe illustrato loro il suo elevato livello di spiritualità. Mata¾ga lasciò il corpo cedendo la direzione dell’eremo a Sabarî, dichiarando che era l’unica persona degna di rimanere lì per accogliere Râma. Anche voi potete dedicarvi alla disciplina che Sabarî seguì per guadagnarsi la benedizione di servire Râma, servendo Sai Râma nei poveri. Questo servizio vi farà realizzare l’unione fra il vostro Sé e Râma. (Tratto da Chinna Khata Vol.I)

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A completamento dei video riguardanti le principali festività negli anni 2002 - 2004 celebrate a Puttaparthi, la Mother Sai Publications ha reso disponibili i seguenti filmati, relativi alla Festività di Natale, in formato VCD.

NATALE 2002 N° 1 VCD Costo del VCD

Euro 4,00 cad

NATALE 2003 N° 3 VCD Costo dei VCD

Euro 10,00 cad

Occhio al Libro

NATALE 2004 N° 4 VCD Costo dei VCD

Euro 12,00 cad

Chi fosse interessato a riceverli è pregato di contattare per fax o per e-mail la “Sathya Sai Books and Publications of Italy” ad uno dei seguenti indirizzi: “Sathya Sai Books and Publications of Italy” “Mother Sai Publications” Magazzino e sede operativa: Viale Umbria N°19 - 20093 Cologno Monzese (MI) Italy tel: 0039-02-26708288 - fax: 0039-02-25118399 (Sito Web: www.mothersaipublications.it ; e-mail: [email protected])

Note: 1) Entro il 20 giugno sarà reso disponibile un nuovo bellissimo libro dal titolo “RICORDANDO SAI” (titolo originale “SAI SMARAN”). Molti ricorderanno l’autore, il dottor Gadhia, deceduto lo scorso giugno, come quella persona che donava, a chi ne faceva richiesta, vibhûti da una scatoletta d’argento donatagli da Swami. Era solito andare sotto la veranda ed era facilmente riconoscibile perchè a Puttaparthi indossava sempre camicia e cravatta. Questo libro, di oltre 430 pagine, è la narrazione di tantissimi aneddoti e fatti personalmente vissuti dal dottor Gadhia negli anni vissuti accanto a Swami. Il costo del libro è di Euro 15,00 scontato del 30% (Euro 10,50) più contribu46

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to alle spese di spedizione. Chi fosse interessato potrà già da ora prenotarne la propria copia all’indirizzo sopra citato. 2) In merito ad alcune segnalazioni pervenuteci circa il cattivo funzionamento di alcuni DVD, segnaliamo l’acquisto di nuovi apparecchi per la produzione di DVD che dovrebbero completamente annullare i problemi riscontrati in passato. Rimaniamo ovviamente a disposizione nel caso fosse necessaria la sostituzione dei DVD aventi difficoltà di lettura o che si dimostrassero difettosi nell’immagine, confermando che verranno sostituiti gratuitamente con altrettanti di nuova produzione. Mother Sai Publications

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Mother Sai Publications (EDIZIONI MOTHER SAI) e-mail:[email protected]

Sito Web: www.mothersaipublications.it (Collana Vahini) Aforismi Vedici (Sûtrâ Vâhinî) [SV] Dissolvere i Dubbi Spirituali (Sandeha Nivarini) [SN] Domande e Risposte (Prashnottara Vâhinî) [PUV] Gli Insegnamenti di Dio (Gîtâ Vâhinî) [GV] Il Fiume delle Upanishad (Upanishad Vâhinî) [UV] Il Gioco di Dio (Lîlâ Kaivalya Vâhinî) [LKV] L’Amore di Dio (Prema Vâhinî) [PV] La Conoscenza (Jñâna Vâhinî) [JV] La Legge Morale (Dharma Vâhinî) [DhV] La Pace Suprema (Prashânti Vâhinî) [PSV] La Scienza di Dio (Vidyâ Vâhinî) [VV] La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), I° vol. [RV-I] La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), II° vol. [RV-II] La Verità di Sai (Sathya Sai Vâhinî) [SSV] La Via della Meditazione (Dhyâna Vâhinî) [DV] Storie Gloriose del Signore (Bhagavatha Vâhinî) [BhV]

(Collana Discorsi) di Sai Baba Discorsi 1988/89, I° vol. [D89-I] Discorsi 1988/89, II° vol. [D89-II] Discorsi 1963-65 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. IV) [D65] Discorsi 1964-67 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. V) [D66] Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. VI) [D67] Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL.7&8) [D68] Discorsi 1983 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVI) [D83] Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVII) [D84] Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XIX) [D86]

(Collana Biografie)La La Vita di Sai Baba (N. Kasturi) La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), I vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), IV vol.

(Collana Educazione)Discorsi agli Studenti Corso Estivo 1972 [CE72] Corso Estivo 1978 [CE78] Corso Estivo 1990 [CE90] Corso Estivo 1993 [CE93]

Periodici

Mother Sai, bimestrale + Crescere Insieme Altre Pubblicazioni Disponibili: Colloqui [CQ] Mother Sai Speciale (6° Conferenza Mondiale)

Diario Spirituale 1 [DS1] Diario Spirituale 2 [DS2] Diario Spirituale 3 [DS3] Dhyâna: la Meditazione secondo gli insegnamenti di Sai Baba Canti devozionali (Libro dei bhajan, Testi). Canti devozionali (Libro dei bhajan, Accordi). Canti devozionali (Libro dei bhajan, Esercizi). Atti del I° Convegno dei Responsabili dei Centri Sai Mondiali Sadhana Guida all’ashram di Prashanti Nilayam Racconti e Parabole Vol. I (Chinna Katha vol I) Racconti e Parabole Vol. II (Chinna Katha vol II) Pensiero del Giorno (365+1 pensieri, per ogni giorno dell’anno)

Altri Autori Alla scoperta della verità A spasso con Dio Grazie Swami Messaggio d’Amore Ho visto la luce Incontrare Dio L’Eterno Miraggio Purificare il Cuore (Purifying thr Heart) Sai Baba Fiamma d’Amore Sai Baba: la rivelazione continua Sai Baba, l’Uomo dei miracoli Satha Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting) Sathya Sai Baba: Colui che dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra Visione del Divino.

Audiovisivi: Shivarathri Sandesh (VHS) Le percussioni, parte I (VHS) Shivarathri Sandesh(VHS) Le percussioni, parte II (VHS) Video Story (VHS) Il Medico Divino (VHS) Tecnica di canto (Audiocass.) Gâyatrî Mantra (Audiocass.) Embodiment of Love Vol I(CD musicale) Embodiment of Love Vol II(CD musicale) Bhajanam (CD musicale) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD musicale) Scuola bhajan interattiva (N°2CD ROM) Gâyatrî Mantra (CD musicale) Avo Sai (CD musicale) Le sue Opere nel Sociale (DVD Video) Alla Scoperta della Verità (DVD Video) La Creazione (DVD Video) Sai Gange (DVD Video) Compleanno 2005 (DVD Video) Shivarathri 2002/2003/2004 (CD video) Guru Purnima 2002/2003/2004 (CD video) Compleanno 2002/2003/2004 (CD video) Brahmanandam (CD video) Natale 2002/2003/2004 (CD video) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD) musicale) Shivarathri Sandesh (Videocass.) Dyana, la Meditazione negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba(CD musicale) Conferenza di Roma 17/18 Aprile 2004 (DVD Video)

In Preparazione: Ricordando Sai (Sai Smaran) Sri Sathya Sai Gita-Tutto sulla spiritualità Viaggio con Sai (Sri Sathya Sai Anandadayi) Vita di Sai Baba vol 5°

NB.– Tutte

le pubblicazioni sopraelencate si possono avere telefonando o inviando un fax a: Mother Sai Publications Sathya Sai Books and Publications of Italy, magazzino e sede operativa, via Umbria 19, 20093 Cologno Monzese (MI); Italy tel. 02 26708288 (lunedì h.19:30-21); fax 02 25371063

“Il giusto piano di studio consiste nel leggere, riflettere e applicare regolarmente alla vita quanto appreso.” Sai Baba

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INDIRIZZI DEI GRUPPI SSSB BADESI (SS) V. Dante, 20 (339) 1578309 [email protected] BARI V. Amendola, 126 Tel. (080) 5798379 [email protected] BARLETTA (BA) V. Imbriani, 88 Tel. (0883) 527358 [email protected] CARRARA (MS) V. Matteoni, 39 Tel. (0585) 253857 [email protected] CONEGLIANO - COLLE UMBERTO (TV) V. Cardenzin, 12 (0438)394065 [email protected] FERRARA V. Ghiara, 10 - Tel. 0532 761534 [email protected] FORLÌ V. F.Orsini, 19 gruppo.sai.forlì@sathyasai.it LIVORNO - LORENZANA (PI) V. Colle Alberti, 23 [email protected] MAROSTICA (VI) Viale Vicenza, 2 Tel. 335 5834701 [email protected]

MERONE (CO) V. S.G.. Emiliani, 33/A Tel. (031) 990672 [email protected] MONTECATINI TERME P.le Leopoldo, 2 [email protected] POTENZA V. Boldoni, 8 Tel. (329) 7445775 [email protected] SIENA V. Martini, 110 Tel. (0577)281382 - 356795 [email protected]

GRUPPI BHAJAN CASATENOVO (LC) V. san Gaetano,11 Tel. (039) 9297011 Coordinatore: Renato Billo - email: [email protected] PIOMBINO (LI) V. Torino, 31 - Tel. (0565) 220328 Coordinatore: Enrico Valdisalici - e-mail: [email protected] ROMA E Coordinatore: Paolo Startari - email: [email protected] TORINO E V. Millio, 53 Tel. (011) 4115083 Coordinatore: Guido Fedele - email: [email protected]

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