Mother Sai 5 2005

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  • Words: 22,324
  • Pages: 48
Sommario

03 08 10 18 19 23 26 29 32 36 39 43 44 45

Discorso Divino 23 Amore in Azione Discorso Divino 06 Sotto la Veranda Discorso Divino 07 Discorso Divino 06 Domande & Risposte Discorso Divino 24 Discorso Divino 30 Discorso Divino 29 Discorso Divino 28 A Lume di Candela News Favole e Poesie

05 ‘05

Spirito di Unità. Zavidovici: un’esperienza ...

05 ‘05

Conquistare l’amore della madre....

03 ‘62 03 ‘62

Vicino e lontano.

Un dubbio. Ben vengano le prove. Archi ben tesi verso il cielo.

06 09 09 09

‘61 ‘60 ‘60 ‘60

Il discepolo ideale. Dalla prima all’ultima lezione. Dio a portata di mano. Il “summum bonum” della disciplina... L’immenso valore del silenzio. Nel parco con Dio.

MOTHER SAI PUBLICATIONS Sathya Sai Books and Publications of Italy Tutti i diritti sono riservati Anno XVII n.5 (105) settembre-ottobre 2005 Direttore responsabile: Giorgio Piccaia sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India. 2

Mother Sai settembre - ottobre 2005

Discorso 23-05-2005

Il Buddha Pûr²imâ (Cronaca delle celebrazioni) In tutto il mondo, il giorno di Vaiµâkha Pûr²imâ è considerato, dai buddisti, altamente sacro. È significativo per tre ragioni. Fu in tale giorno che Gautama Buddha, fondatore del buddismo, ebbe, come principe Siddhârta, i natali a Lumbini, in Nepal, nel 560 a.C. È anche il giorno in cui Egli ottenne l’illuminazione a Gayâ, in India, dopo anni di ricerca e indagine per scoprire le cause e il rimedio al dolore del mondo. Da allora, Siddhârta giunse a esser conosciuto come Buddha, o l’Illuminato. Egli predicò che i desideri sono la causa prima di ogni dolore; pertanto, propugnò il sentiero della retta condotta e del corretto uso dei sensi come via per giungere all’illuminazione. Raggiunse il Nirvâ²a (l’Unità con l’Assoluto) nel 480 a.C., appunto nel giorno di Vaiµâkha Pûr²imâ, il giorno di luna piena (Pûrnimâ) del mese aprile-maggio (Vaiµâkha). Questo giorno benefico viene osservato, con rispetto e devozione, come Buddha Pûr²imâ da parte dei fedeli dell’Estremo Oriente, di ›rî La¾kâ e dell’India. Le celebrazioni del Buddha Pûr²imâ a Brindavan (l’âµram di Baba a Whitefield, Bangalore), quest’anno sono state organizzate congiuntamente dai devoti di ›rî La¾kâ, dell’Indonesia e di Taiwan. Il mattino del 23 maggio, Baba ha dato il darµan nel Sai Ramesh Krishan hall. Ad accoglierLo c’era un gruppo di danzatori dello ›rî La¾kâ. Più tardi, alcuni devoti di quel Paese hanno condotto il canto dei bhajan. Nel pomeriggio, tre eminenti membri della famiglia Sai, sempre dello ›rî La¾kâ, hanno parlato alla folla. Il primo oratore è stato il colonnello Jayasuriya, vicecapo dell’opposizione al Parlamento dello ›rî La¾kâ. Egli osservava che i precetti della Non violenza e della Pace, predicati dal Signore Buddha più di 2500 anni fa, stanno ora trovando nuova linfa e diffusione in tutto il mondo grazie a Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba. Facendo riferimento all’attuale situazione di terrore e irrequietudine, predominanti in varie parti del pianeta, egli, rivolgendosi a Baba, Ne invocava l’aiuto per il mondo, affinché sia ad esso possibile fronteggiare adeguatamente questi tempi tanto travagliati. Esprimeva inoltre la propria gratitudine a Baba per aver intrapreso il lodevole compito di riformare le giovani menti e guidarle a condurre una vita dedicata al servizio della società e all’aderenza ai cinque Valori Umani. ›rî Munasinghe, Alto Commissario dello ›rî La¾kâ in India, che ha successivamente parlato, ha affermato che i devoti di Swami devono esserGli grati, poiché, mentre il mondo viene lacerato dall’odio e dalla violenza, essi hanno la possibilità di sperimentare felicità e pace ineffabili alla Sua divina Presenza. La signora Mala Sabaratnam, un’importante donna d’affari a ›rî La¾kâ, ha narrato come Baba avesse purificato il suo cuore dall’odio, riempiendolo d’amore e comprensione per i suoi simili. Ella ha ricordato le parole del Dhammapâda1 predicato da Buddha: “L’odio non può essere placato dall’odio, ma dall’Amore”, affermando che questo insegnamento si era ormai radicato nel suo cuore per grazia del Signore Sai. Dopo i discorsi di questi eminenti ospiti, Baba, nella Sua munificenza, ha risposto alle preghiere dei devoti concedendo il Suo divino Messaggio. Dopo di ciò, il luogo d’incontro veniva trasferito nel Sai Krishan Kalyâ²a Mantapam, adiacente al Sai Ramesh Krishan hall, dove ai devoti veniva offerta una splendida festa culturale, il Dalada Maligawa Perahara, uno spettacolo tradizionale che viene rappresentato nella città di Kandy, a

Mother Sai settembre-ottobre 2005

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Discorso 23-05-2005 ›rî La¾kâ, per commemorare l’installazione della reliquia del sacro dente del Signore Gautama Buddha nel tempio di Dalada Maligawa a Kandy. La cerimonia è alquanto particolareggiata ed è contraddistinta da vigorose danze che accompagnano numerosi strumenti a percussione. Ogni anno, lo spettacolo che dà il benvenuto alla reliquia a Kandy viene scrupolosamente riproposto. La cerimonia, come viene attualmente presentata, risale a circa la metà del XVIII secolo. La danza che la commemora è stata rappresentata nel Kalyâ²a Mantapam, entusiasmando tutti con i suoi colori e la sua intensità. Al termine dello spettacolo, Baba ha benedetto tutti gli artisti, facendosi poi fotografare con loro. La cerimonia è terminata con l’ârati offerto a Baba, dopodiché Egli si è ritirato nel Trayî Brindavan, Sua Residenza. 1

“Il sentiero del Dharma”, il titolo dell’opera più famosa del buddismo.

Spirito di Unità

Incarnazioni dell’Amore! Molti dignitari dello ›rî La¾kâ vi hanno parlato dei grandi insegnamenti del Buddha. Prima di tutto dovete comprendere che Dio è onnipresente, che non c’è alcun posto dove Dio non si trovi. L’essenza degli insegnamenti di tutte le Scritture è che Dio è presente ovunque; è per ignoranza che alcuni sostengono che Dio sia presente solo in un luogo particolare. La Divinità risiede in tutti gli esseri A onor del vero, la Divinità è presente in ognuno ed è onnipervadente; questa è la Verità di base di tutte le dottrine e filosofie. Vedi Dio dovunque: se vedi Dio in ogni luogo, non ti capiterà alcun male. Questo ekâtma bhâva (principio di unità) dovrebbe esser compreso dai Bhâratîya (gli Indiani). 4

Non vedere il male: vedi ciò che è bene. Non dire il male: di’ solo cose buone. Non udire il male: odi solo cose buone. Non fare il male: fai ciò che è bene. Sii sempre con Dio. Alcuni Lo chiamano Râma, altri Lo adorano come K©¹²a e altri ancora Lo venerano come Buddha. I nomi e le forme possono variare, ma Dio è uno. Egli non è limitato a un nome, a una forma, a una regione o a una religione particolari: c’è un solo Dio che pervade ogni atomo della creazione. Le parole sono inadeguate a esprimere la gloria e la grandezza della Divinità; la gente può descriverLa in molti modi, ma nessuna descrizione potrà mai definire pienamente la Divinità. In effetti descrivere la Divinità è un segno di illusione. Dov’è Dio? Voi tutti siete incarnazioni di Dio: Egli pervade tutti gli esseri nella forma del loro respiro vitale. Questo Principio trascendentale della DiMother Sai settembre-ottobre 2005

Discorso 23-05-2005 vinità non può essere descritto. Si può fare del proprio meglio per descriverLo in svariati modi, eppure tutte le descrizioni saranno inadeguate rispetto alla realtà. L’acqua è illimitata e un recipiente non può contenerne in misura maggiore alla propria capacità; la quantità di acqua che si può raccogliere dipende dalla grandezza del contenitore. Allo stesso modo Dio è infinito, ma ognuno Lo descrive basandosi sulla propria limitata comprensione. La Divinità è molto più di quanto la mente umana possa comprendere. Incarnazioni dell’Amore! È impossibile per chiunque descrivere completamente la Divinità. Dio è uno, ma la gente può descriverLo in vari modi a seconda dei propri sentimenti. LA DIVINITÀ È UNA: FRAMMENTARE DIO IN NOME DELLA RELIGIONE E LIMITARLO A UN NOME E A UNA FORMA PARTICOLARI È SEGNO DI IGNORANZA. Dio è illimitato e senza confini. Egli è Sarvântaryâmin (la Realtà interiore onnisciente) e Sarva Bhûtântarâtma (l’Abitatore di tutti gli esseri). Come si può descrivere una tale Divinità? Dio è presente in tutti sotto forma di Âtma (il Sé). Sviluppate questa certezza interiore e spirito di unità.

pio dell’Âtma, che risiede in ognuno, è il vero Potere divino. SOLO COLORO CHE HANNO FIDUCIA IN SE STESSI SONO VERI BHAKTA (DEVOTI). Non potete definirvi devoti se mancate di fiducia in voi stessi; senza di essa non potete ottenere niente nella vita. Perciò, prima di tutto, sviluppate una ferma e incrollabile fiducia in voi stessi. Dalla fiducia in sé nasce la soddisfazione di sé e questa mostra la via del sacrificio di sé che, in ultimo, porta all’autorealizzazione. La fiducia in sé è la base dell’autorealizzazione. Non ha senso affermare “il ‘mio’ Dio, il ‘tuo’ Dio” Oggi molte persone praticano la meditazione senza sapere che cosa sia e in questo processo sprecano un mucchio di tempo. Che cos’è la meditazione? Si tratta di sedere a gambe incrociate con gli occhi chiusi? No, nient’affatto. La gente intraprende la meditazione con la mente illusa e, conseguentemente, è incapace di raggiungere il risultato che desidera. CHE COSA SI INTENDE PER MEDITAZIONE? PENSARE A DIO IN OGNI MOMENTO E IN OGNI CIRCOSTANZA È VERA MEDITAZIONE. DOVRESTE INSEDIARE DIO NEL VOSTRO CUORE E COMPIERE I VOSTRI DOVERI CON IL SENTIMENTO CHE

DIO

È LA BASE DI

OGNI COSA; SOLO ALLORA POTETE ESSER DEFINITI VERI DEVOTI.

Ekam sat viprâ bahudhâ vadanti La Verità è una, ma i saggi La chiamano con vari nomi. (Indicando il bicchiere, Swami dice – N.d.T.:) Questa è acqua. La gente telugu la chiama nîru, i Tamil la chiamano tanni, e così via; popoli differenti la chiamano con nomi diversi, ma è la stessa acqua. Similmente, lo stesso Dio è adorato con vari nomi. L’Abitante Interiore è lo stesso in tutti gli esseri. Le persone adorano Dio con nomi e forme differenti, ma Egli è uno. Il princiMother Sai settembre-ottobre 2005

Ovunque andiate, qualunque cosa facciate, riconoscete la verità in base a cui c’è un solo Dio ed è onnipervadente. Non date mai spazio alle differenze dicendo “il mio Dio” e “il tuo Dio”. Dov’è il vostro Dio? Dov’è il mio Dio? Tutti sono uno; siate equanimi con tutti. C’è un solo Dio ed è presente in ognuno; pensare che Dio sia diverso per persone diverse è un grande errore e voi dovreste credere fermamente che Dio è uno. Il processo di inspirazione ed espirazione, come indicato dal principio del Soham, è lo stesso per tutti. Soham significa “Io sono Dio” 5

Discorso 23-05-2005 e questo dimostra chiaramente che Dio non è differente da voi. Quando un essere umano viene al mondo, pronuncia prima di tutto: “Koham, Koham” (“Chi sono io?”). Egli dovrebbe sempre continuare a porsi questa domanda fino a giungere a scoprire la sua vera identità; dovrebbe realizzare la sua vera natura e proclamare: “Soham, Soham” (“Io sono Dio”) prima di lasciare questo mondo. Non attribuite mai una molteplicità alla Divinità rifacendovi a nomi e forme differenti come Râma, K©¹²a, Gesù, Allah, Buddha ecc.; potete chiamarLo con ogni nome, ma Dio è uno. Di questi tempi non si trovano insegnanti che possano lasciare impressioni durature nel cuore delle persone impartendo insegnamenti sacri di questo tipo. L’uomo va sempre a cercare Dio altrove; come potete trovare Dio altrove? Alcuni possono chiamarLo Allah e altri con altri nomi: diventa forse Dio diverso per persone diverse solo perché esse Lo chiamano con nomi differenti? No, no. Questi sono soltanto nomi. Pensare che Dio sia diverso per persone differenti è una grande illusione. Voi potete chiamarLo con qualunque nome, ma Dio è uno. ›rî La¾kâ sarà incolume e sicura Se sviluppate un tale spirito di unità avrete sicuramente Sâk¹âtkâra (la visione del Divino). Ognuno dovrebbe sviluppare ekâtma bhâva (lo spirito di unità). εvara­ sarva bhûtânâ¼ Dio è l’Abitante di tutti gli esseri. Dire: “Il mio Dio è differente dal tuo Dio” è pura ignoranza e coloro che litigano in nome della religione sono folli. Ultimamente sono nate delle differenze in ›rî La¾kâ, ma, qualunque cosa gli altri possano dire, noi dobbiamo credere fermamente che Dio è uno; sollevare differenze basandoci sulla 6

nostra illusione mentale è un grave errore. Una volta una donna anziana andò in cerca di Gesù e quando Lo incontrò Gli chiese: “Sei tu Gesù?” Gesù rispose: “Quello è il nome che Mi è stato dato, ma tu puoi chiamarMi con qualsiasi nome e Io risponderò.” I nomi e le forme sono destinati a cambiare: appena nati vi chiamano bambini, a mano a mano che crescete venite chiamati ragazzi, poi diventati uomini e più tardi nonni, ma il bambino, il ragazzo, l’uomo e il nonno sono la stessa persona. L’infanzia, la giovinezza e l’età matura sono semplicemente stadi differenti della vostra vita, ma voi siete sempre gli stessi. Allo stesso modo, nomi e forme possono variare, ma Dio è uno. Incarnazioni dell’Amore! Avete viaggiato fin qui dallo ›rî La¾kâ a causa del vostro amore per Me. Il Mio Amore per voi è cento volte più grande dell’amore che voi avete per Me. (Forte e prolungato applauso). ›rî La¾kâ ha dovuto affrontare molte difficoltà sin dai tempi di Râva²a, ma non sarà mai messa in pericolo; sarà sempre incolume, al sicuro e prospera. (Forte e prolungato applauso). Dio è il leader del vostro Paese: finché avete fede in Lui non avete nulla da temere. Possiate voi tutti godere di sicurezza e protezione! Dovunque andiate, qualunque cosa facciate, abbiate la ferma convinzione che Dio è sempre con voi, in voi, intorno a voi, sopra di voi e sotto di voi. Non lasciatevi deviare da ciò che dicono gli altri; abbiate Dio saldamente installato nel vostro cuore. Non potrete mai subire alcun danno; nessun pericolo potrà mai minacciarvi. Conducete la vostra vita con questo coraggio e questa convinzione, e Dio vi benedirà certamente con il successo. Il cuore delle persone di ›rî La¾kâ è sacro; esse, pertanto, godranno sempre di siMother Sai settembre-ottobre 2005

Discorso 23-05-2005 curezza e protezione. Le difficoltà arriveranno e se ne andranno come nuvole passeggere. Non dovete temere nulla: Dio vi proteggerà sempre. Siate coraggiosi e fronteggiate le difficoltà con forza d’animo. Voi siete incarnazioni d’Amore. Dove esiste Amore non può esistere avversità. L’Amore è Dio, Dio è Amore. Riempite quindi il vostro cuore d’Amore. Incarnazioni dell’Amore! Molto presto Io visiterò ›rî La¾kâ e spargerò eterna beatitudine su tutti voi. (Fragoroso applauso). Nella situazione attuale Mi è difficile camminare, ma la difficoltà riguarda solo il corpo; va e viene. Io non do importanza a queste limitazioni fisiche: molto presto verrò sicuramente nel vostro pa-

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ese e realizzerò il sogno che avete lungamente accarezzato. Dai bambini ai vecchi, i devoti in ›rî La¾kâ pensano sempre a Swami; le vostre preghiere e penitenze si realizzeranno senz’altro molto presto. Coltivate nel cuore questo sacro sentimento. Il trascorrere del tempo non influenzerà la relazione intima che esiste tra voi e Me: essa è eterna e perenne. (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Prema Mudita Manase Kaho…” Whitefield, 23 maggio 2005, Sai Ramesh Krishan Hall, Celebrazioni del Buddha Pûr²imâ (Tradotto dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

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Amore in Azione

ZAVIDOVICI: UN’ESPERIENZA DA RACCONTARE

Zavidovici è una città di 40.000 abitanti situata quasi al centro della Bosnia Erzegovina, a duecento chilometri dalla capitale Sarajevo. Per raggiungerla dall’Italia bisogna attraversare la splendida Slovenia, che assomiglia moltissimo alla Valle d’Aosta, passare dalla Croazia, meno splendida ma molto dignitosa, e arrivare in Bosnia, superando un nuovo ponte, ricostruito dopo i bombardamenti della guerra. Sono le conseguenze della guerra, finora viste soltanto in televisione, a darci il “benvenuto”. Dal confine fino a Zavidovici, circa 2 ore di auto, ci sono decine e decine di case abbandonate o distrutte, sventrate dalle cannonate, bucherellate dalle granate. Siamo passati vicino ai cimiteri senza recinzioni, ai confini con la strada, in cui si intravedono decine di lapidi, con 4 –5 foto, forse intere famiglie uccise dalla guerra. Ma……perché questo viaggio?? L’Organizzazione Sai della Bosnia Erzegovina ha attivato un servizio di sostegno ad alcune famiglie che, per motivi di “pulizia etnica”, hanno dovuto abbandonare le proprie case e rifugiarsi in altre città. I devoti Sai si sono mobilitati, da alcuni anni, per individuare le famiglie più bisognose, quelle che hanno perso tutto, per cercare in qualche modo di alleviare le loro tribolazioni. Una di queste, la famiglia Rabija, è stata “adottata” dal Centro Sai di Zavidovici. Dall’Organizzazione Sai Internazionale abbiamo ricevuto richieste di aiuto e, per “toccare con mano” quella realtà, ci siamo recati in quei luoghi. Appena arrivati a Zavidovici siamo stati accompagnati a conoscere i Rabija. Vedere con i nostri occhi le loro condizioni di vita ci ha creato un certo imbarazzo. La casa in cui hanno trovato rifugio (14 persone con due giovani disabili, mutilati dalla guerra) era una casa di serbi fuggiti a loro volta dalla Bosnia. Prima di fuggire hanno dato fuoco alla casa (sono ancora visibili i muri anneriti), portando via ogni cosa e distruggendo il più possibile. Infatti, non c’è più il tetto, non c’è acqua, non c’è WC e vi lascio immaginare l’umidità all’interno. Un disastro a cui i devoti Sai (l’amore di Baba è veramente immenso), pur vivendo essi stessi una situazione economica tutt’altro che felice, stanno provvedendo con alimenti e vestiti. Si tratta però di affrontare l’impegno più difficile: ricostruire la casa per rendere almeno “dignitose” le pur dure condizioni di vita. Il preventivo di spesa per questa impresa, pari a circa 11.000,00 euro, è proibitivo per i bosniaci ed ecco la richiesta del Coordinatore Europeo del Servizio Sai di coinvolgere altri Paesi per verificare se, tutti assieme, sia possibile risolvere il problema. Dopo aver fotografato la casa e fatto le foto di rito, siamo ritornati al Centro Sai per verificare i dettagli dell’intero programma di intervento. Anche a Zavidovici la guerra ha fatto le sue vittime. Sulle pareti delle case, a testimoniare la stupidità umana, ci sono ancora centinaia di buchi fatti dai mortai sparati dalle alture della città. La nostra “guida”, un giovane devoto responsabile del servizio, ci ha 8

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raccontato che, per un anno intero, ogni giorno, sono state sparate più di 7000 granate contro la popolazione. Veniamo ospitati nella sede del Centro Sai che è l’abitazione di un devoto che ha perso una figlia di 8 anni, uccisa da una granata a 200 metri da casa, e la moglie, uccisa in un’altra imboscata. Ora vive con un figlio di 10 anni, di nome Dino, in onore di Dino Baggio (l’unica parola che abbiamo capito in bosniaco; anzi, chi avesse una maglietta con la scritta Dino Baggio gli farebbe un enorme regalo) e abbiamo dormito nella pûjâ dove campeggia un gigantesco quadro di Baba assieme alla Bibbia ortodossa e al Corano. I devoti del Centro sono 9/10 e si autotassano per aiutare chi sta peggio di loro. Nessuno di essi è mai stato da Baba (non potrebbero permetterselo), ma Sai è sempre sulle labbra di tutti, anche quando si parla di aggiustare il tetto, di fare i pavimenti, di soldi, di pompe per l’acqua. E noi, che siamo i “ricchi” della situazione, ci sentiamo parte di questo progetto, siamo coinvolti dal loro entusiasmo e dalla serietà del servizio che svolgono. Solo la strana lingua ci separa, ma il rapporto è da cuore a cuore ed è impossibile non farsi coinvolgere. Il giorno seguente, dopo gli abbracci e gli arrivederci, ripartiamo di buon’ora e ritorniamo in Italia con la consapevolezza che l’amore di Baba supera qualsiasi ostacolo di distanza e di linguaggio, e che….“esiste una sola casta, la casta dell’umanità”. Offriamo ai Suoi Piedi anche questa esperienza. Gli incaricati al servizio

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Discorso 06-05-2005

Conquistare l’amore della madre per conquistare l’amore di Dio “Quando l’uomo nasce dal ventre di sua madre non ha nessun tipo di ghirlanda attorno al collo, né di perle né d’oro; non un filo di gemme né una collana di topazi o di rubini o di altre pietre preziose possono esser visti neanche per campione. Attorno al suo collo c’è però una ghirlanda fatta dei solidi anelli degli effetti delle azioni buone e cattive conseguenti alle sue vite passate, legati insieme dal Signore Brahmâ.” Incarnazioni dell’Amore! L’amore della madre è più nobile e più grande dell’amore di tutti gli amici e parenti del mondo. La forza della madre è impareggiabile; è per questo che noi chiamiamo il paese natio “Madre patria”. Il Paese di Bhârat è come nostra madre; in questa nostra sacra terra, sin dai tempi antichi, si sono sviluppati numerosi tipi di energia. Uomini grandi e santi come Râmak©¹²a Paramaha¼sa e Vivekânanda hanno potuto acquisire grande potere spirituale solo grazie alla forza delle benedizioni delle loro madri. La sacralità del cuore di una madre e la forza delle sue benedizioni sono incomparabili, ma, sfortunatamente, la gente è incapace di comprendere giustamente l’amore di una madre, non solo nel nostro Paese, ma in tutti.

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La madre è al primo posto Ignorare la madre che ha un tale potere divino è un grande peccato. È solo per ricordare alla gente la nobiltà e sacralità della madre che essa ha ricevuto il posto più importante in campo spirituale, con l’esortazione ad adorare prima di tutti la madre come Dio. È detto: Mât©devo bhava “Adora la madre come Dio.” Pit©devo bhava “Adora il padre come Dio.“ Âcâryadevo bhava “Adora il maestro come Dio.” Atithidevo bhava “Adora l’ospite come Dio.” Quindi, in questo elenco, alla madre è stato dato il primo posto. È solo quando sosteniamo l’onore e la dignità della madre che abbiamo il diritto di esser definiti figli veri e propri. LA VITA DI UNA PERSONA CHE NON RIESCE A MERITARE L’AMORE DI SUA MADRE È UN INUTILE SPRECO; PER QUESTO NOI DOBBIAMO PRIMA DI TUTTO ACQUISIRE IL MERITO PER CONQUISTARE L’AMORE DELLA MADRE. Nessuno può descrivere l’amore di una madre a parole; è solo grazie alla forza di volontà di una madre che un figlio crescerà bene nella vita. Quindi, si dovrebbe amare e rispettare la propria madre. A lei si deve dare il posto migliore. Solo gente simile può veramente guidare il Paese. Possiamo adorare o non adorare altre deità, ma dobbiamo certamente adorare nostra madre come Dio.

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Discorso 06-05-2005 Amore ineffabile Non dovremmo mai dimenticare l’amore di nostra madre; l’amore di una madre è supremo. È solo per l’amore della madre che i sentimenti divini si sviluppano nei bambini. Dove c’è una madre di nobili qualità ci sarà sicuramente ogni tipo di pace e prosperità. È DA PAZZI CERCARE L’AMORE DELLA GENTE IGNORANDO L’AMORE DELLA PROPRIA MADRE. Si dovrebbe, quindi, riverire e rispettare la madre e cercare di sperimentare il suo amore. La madre di µrî Râmak©¹²a Paramaha¼sa fu una donna nobile. Anche in circostanze terribili, quando non aveva né da mangiare né da bere, ella manifestò incrollabile fede e devozione verso Dio e passò il tempo impegnandosi a coltivare pensieri elevati e a compiere azioni nobili, ottenendo così la grazia di Dio. È solo quando uno rispetta sua madre e ne merita l’amore che può esser chiamato “essere umano” nel vero senso della parola. In questo mondo non c’è Dio più grande della propria madre, ma, sfortunatamente, oggi la gente dimentica questa verità e va a cercare Dio altrove. Invece di anelare al Dio invisibile uno dovrebbe adorare e servire la divinità vivente che è lì di fronte a lui. Guadagnarsi l’amore della madre Numerose persone intraprendono varie attività come penitenze, pellegrinaggi in luoghi sacri, adorazioni e altri rituali al fine di avere la santa visione di Dio, ma tutto ciò non servirà a niente: non si può ottenere la grazia di Dio senza prima meritare l’amore della propria madre. L’amore della madre scorre come una corrente nascosta in ogni essere umano. ESAMINATE LA STORIA DELLE GRANDI PERSONE: È EVIDENTE CHE ESSE HANNO POTUTO RAGGIUNGERE ALTEZZE TANTO GRANDI NELLA VITA SOLO GRAZIE ALL’AMORE DELLE LORO MADRI. Quando uno trascorre la vita in armonia con i nobili penMother Sai settembre-ottobre 2005

sieri di sua madre, sarà sollevato da qualunque tipo di sofferenza. Si può o meno rispettare chicchessia, ma certamente si deve rispettare la propria madre. Si dovrebbe dedicare l’intera vita a guadagnarsi l’amore della propria madre. L’amore della madre è sempre altruistico e noi dobbiamo imparare a coltivarlo. Ovunque andiate, chiunque possiate vedere, troverete che ha prosperato solo in virtù delle benedizioni dell’amore di sua madre. SE NON SI PUÒ CONQUISTARE L’AMORE DELLA PROPRIA MADRE, COME SI PUÒ SPERARE DI CONQUISTARE LA GRAZIA DI DIO? Quindi, prima di tutto, dovete sforzarvi per meritare l’amore di vostra madre. Non dovreste intraprendere alcuna attività che ferisca i sentimenti di vostra madre; il cuore di una madre è molto tenero, ragion per cui non si dovrebbero ferire i di lei sentimenti.

Râmak©¹²a e sua madre ›rî Râmak©¹²a Paramaha¼sa nacque in una famiglia molto povera; sua madre lo allevò chiedendo la carità. Ella soleva nutrire suo figlio con qualunque piccola quantità di cibo potesse raccogliere mendicando per le strade e rimanendo lei a digiuno. Dopo qualche tempo, ella divenne molto debole e la sua salute venne meno. Un giorno Râmak©¹²a le chiese: “Madre! Perché la tua salute è così diminuita?” Una signora del vicinato rispose dicendo: “Caro figlio! Tua madre ti sostiene mendicando per le strade; ella dà a te tutto il cibo che raccoglie e quindi non ne ha per sé. Ti prego, non far soffrire una simile madre che è un’incarnazione dell’amore.” Da allora in avanti Râmak©¹²a si prese il compito di mantenere sua madre sana e vigorosa. Egli usava nutrire prima sua madre con il cibo raccolto nelle varie case del villaggio e solo dopo consumava quello che rimaneva. Così facendo, egli poté conquistare la grazia della 11

Discorso 06-05-2005 Madre Kâlî e avere la Sua divina Visione. La cultura di Bhârat ha posto in grande rilievo, più di ogni altro aspetto, l’insegnamento Mât©devo bhava e Pit©devo bhava. Una persona che può conquistare l’amore di sua madre può conquistare qualunque altra cosa. ›rî Râmak©¹²a Paramaha¼sa poté guadagnarsi un grande nome solo perché fu capace di conquistare l’amore di sua madre. Quante grandi persone ci sono nello stato del Bengala dell’Ovest? Quante persone di qualità nobili, ricche e istruite ci sono là? Esse non hanno però potuto avere successo nella vita per mancanza di fede in Dio. Solo Râmak©¹²a Paramaha¼sa poté condurre una vita ideale amando sua madre e obbedendo ai suoi comandi grazie alla fede e alla devozione per lei. Ciò che soleva insegnare alla gente è che, a questo mondo, non c’è niente di più grande e più nobile dell’amore della madre. La madre è veramente Dio. Non è quindi cosa buona e giusta ferire i sentimenti della madre che è l’incarnazione dell’amore. Solo quando sviluppiamo amore verso di lei la nostra vita diventa felice e prospera. Prima di tutto, quindi, dobbiamo sforzarci di conquistare l’amore di nostra madre. Lo spirito di abnegazione di una madre Qualunque cosa la madre faccia è per il nostro bene; dobbiamo sviluppare questa salda certezza. Prendete la storia di qualunque grande personaggio di questo mondo: egli deve la sua grandezza a sua madre. Gli studenti del tempo attuale sono incapaci di ottenere l’amore delle loro madri. La madre sopporta grandi sofferenze; ella è pronta persino a intraprendere un duro lavoro per guadagnare poche rupie al fine di allevare i suoi figli ed educarli in qualche modo. Che grande sacrilegio è dimenticare l’amore di una tale nobile madre! Solo una persona che può meritare l’amore di sua 12

madre può ottenere anche l’amore di Dio. Noi non nasciamo dalla terra o dal cielo: noi nasciamo dal ventre di nostra madre. È a volte possibile che possano nascere dei contrasti tra una madre e un figlio, ma la madre non odia suo figlio per questo né lo abbandona. POSSONO ESSERCI DEI FIGLI CHE ODIANO LE LORO MADRI, MA NON CI SONO MADRI CHE ODIANO I LORO FIGLI; LA MADRE ASPIRERÀ SEMPRE AL BENESSERE DI SUO FIGLIO. Anche se i due vanno in giudizio per una vertenza, la madre dirà: “Egli è mio figlio e io sono sua madre.” Essi non possono riferirsi l’uno all’altro in nessun altro modo. La madre si adopererà sempre per la sicurezza, la salute e il benessere dei suoi figli. L’uomo oggi va incontro a numerose difficoltà per il fatto di ignorare l’amore di una così nobile madre. Se vi sforzate di ottenere l’amore di vostra madre, potete ottenere l’amore di tutta l’altra gente. L’amore di vostra madre sarà sempre con voi, proteggendovi e guidandovi costantemente in tutti i vostri tentativi. Sfortunatamente le persone non sono capaci di comprendere questa Verità. Esse pensano: “È sufficiente fornire pochi bocconi di cibo a questa vecchia donna.” Esse sono davvero corte di mente ed egoiste. Pensare che la loro responsabilità finisca con il procurare un po’ di cibo alle loro madri è un grande errore. La madre dovrebbe essere sempre servita e tenuta in grande stima: deve potersi sentire felice e soddisfatta. Il servizio ai genitori va al primo posto Pu²¬arîka fu un grande devoto del Signore PⲬura¾ga; egli tenne sempre a mente il fatto che il servizio ai genitori è di capitale importanza. Un giorno li stava servendo massaggiando loro i piedi. Al fine di verificare il suo amore verso i genitori, il Signore PⲬura¾ga gli apparve davanti, ma Pu²¬arîka non volle esser distolto dal suo Mother Sai settembre-ottobre 2005

Discorso 06-05-2005 compito e continuò a servire i suoi genitori. Allora il Signore PⲬura¾ga gli chiese: “Mio caro figlio! Io sono apparso davanti a te per darti il Mio darµ an, ma tu non Mi guardi. Chi stai servendo con tanta devozione unidirezionale?” Pu²¬arîka rispose che stava servendo i suoi genitori, al che il Signore PⲬura¾ga obiettò: “Non è, Dio, più grande dei genitori? Non vuoi avere il Mio darµan almeno per un secondo?” Pu²¬arîka, però, non fu turbato e disse: “I miei genitori sono per me delle divinità viventi; io non posso avere il Tuo darµan finché non li metto a dormire. Se vuoi darmi il Tuo darµan attendi su questo mattone fino a quel momento.” Così dicendo spinse un mattone verso il Signore PⲬura¾ga. Il SIGNORE LODÒ ALLORA IL SUO AMORE E LA SUA DEVOZIONE VERSO I GENITORI E DICHIARÒ: “IL MONDO SARÀ SEMPRE SICURO E PROSPERO SE TUTTI COLTIVERANNO SIMILI AMORE E DEVOZIONE VERSO I GENITORI. POSSANO I FIGLI NOBILI COME TE PROLIFERARE IN QUESTO MONDO.” Da allora in poi, in Pu²¬arîka continuarono a svilupparsi grandi e nobili idee di sacrificio e distacco. Egli trascorse il suo tempo felicemente servendo i genitori e meritando il loro amore. Una lezione per la vita Putlibai era la madre del Mahâtma Gandhi. Ella osservava un voto fin dall’infanzia: non si cibava mai nel pomeriggio senza aver udito il canto del cuculo. Quando Gandhi era ancora un bambino, un giorno, erano già le tre del pomeriggio e sua madre non aveva ancora mangiato, perché il cuculo non aveva cantato. Gandhi non sopportava di vederla affamata e quindi ideò un piano: andò dietro la casa e imitò il canto del cuculo, dopo di che rientrò e la supplicò: “Madre! Il cuculo ha cantato; ora puoi mangiare.” Sua madre tuttavia capì che il figlio stava mentendo e si arrabbiò molto; lo afMother Sai settembre-ottobre 2005

ferrò e lo schiaffeggiò due volte, non potendo controllare la collera e il tormento. Poi lo rimproverò dicendo: “Aver messo al mondo un bugiardo come te è la mia disgrazia.” Gandhi si pentì allora della sua azione ingannevole e pregò la madre di perdonarlo; inoltre fece voto di non dire mai più una bugia per la vita. In questo modo le madri dei tempi antichi solevano insegnare ai loro figli il buon comportamento, ponendoli così sul giusto cammino. Tali madri ideali sono molto rare di questi tempi. Le madri odierne pensano sempre: “Mio figlio deve ottenere buoni voti e un buon giudizio agli esami. Deve raggiungere un’elevata qualifica e guadagnare decine di migliaia di rupie. Deve ottenere una posizione elevata nella carriera.” Oggi ci sono centinaia di madri simili, ma non ce n’è neanche una che insegni a suo figlio: “Mio caro figlio! Prega Dio tutti i giorni; non dimenticarLo mai.” Questa è la ragione per cui il Paese di Bhârat sta affrontando innumerevoli difficoltà. I Bhâratîya degli anni passati pregavano tutti i giorni: “O Râma! K©¹²a! Govinda!” Essi solevano ripetere incessantemente il Nome divino, ma le cose sono cambiate e ora non c’è una simile contemplazione del Nome divino. Al contrario, i desideri materiali hanno proliferato. La cultura di Bhârat esorta sempre la gente: Satya¼ vâda, “Di’ la Verità” e Dharma¼ cara, “Segui la Rettitudine”. Sfortunatamente, oggi la gente agisce contrariamente a questi nobili ideali distorcendoli in Satya¼ vadha, “Uccidi la Verità” e Dharma¼ cera, “Imprigiona la Rettitudine”. Altruismo di εvarâmmâ Una volta εvarâmmâ venne da Me e chiese: “Swami! Numerose povere madri sono venute qui con i loro bambini. Essi non hanno cibo per nutrirsi. Per favore, benedicili.” Allora Io detti loro adeguato aiuto e così 13

Discorso 06-05-2005 soddisfeci il desiderio di εvarâmmâ. Un altro giorno, ella venne da Me ed espresse così la sua pena: “Swami! Tutti i giorni alcuni bambini di cinque anni vanno e tornano a piedi da Bukkapatnam per frequentare la scuola. Come possono studiare dopo aver camminato così a lungo ogni giorno?” Chiamai allora i loro genitori e dissi: “Questi bimbetti possono imparare più dalle loro madri che dai loro insegnanti a scuola; invece di mandare questi piccoli così lontano per l’istruzione, insegnate loro, voi per primi, quel poco che sapete. Insegnate loro almeno quelle due o tre cose basilari che conoscete.” In seguito aprii una scuola a Puttaparthi esaudendo un desiderio di εvarâmmâ. Le madri di quei tempi, pur essendo molto semplici e illetterate, non smisero mai di pregare Dio. Amate Dio. Non serve a niente che sprechiate il vostro tempo in occupazioni mondane. Non dovremmo mai cercare di imitare gli altri. Dobbiamo cercar di sviluppare fede nella Verità che si manifesta nel nostro cuore; non è bene sviluppare odio verso le altre caste e religioni. Si dovrebbe sviluppare fede nella propria religione e seguirla con diligenza. Un canto singolare Una volta, quando questo Corpo era uno studente, alcuni uomini politici Mi avvicinarono e chiesero: “Râju! Sappiamo che scrivi delle belle poesie. Abbiamo organizzato un incontro al quale ci aspettiamo partecipi molta della nostra gente. Ti chiediamo, per favore, di scrivere un bel canto che possa ispirarla.” Erano i giorni della seconda Guerra Mondiale. Adolf Hitler stava andando a occupare vari paesi dell’Europa e cercava di avanzare in Russia. L’India era allora sotto il dominio britannico. Tenendo conto della situazione, scrissi una commediola, dove figurava un bambolotto di gomma in una culla e, facendola dondo14

lare dolcemente, Io cantavo la seguente canzone: “Non piangere, bambino mio, non piangere. Se piangi, non diranno che sei il valoroso figlio di Bhârat. Hai pianto perché Hitler, l’assassino, ha invaso l’immortale Russia? L’Armata Rossa e il coraggioso Stalin sono lì per abbattere Hitler; non piangere. Perché piangi, bambino mio, perché piangi? Piangi perché il nostro popolo manca di unità? Tutta la gente si unirà e lotterà per la nostra libertà; non piangere. L’India otterrà certamente la libertà. Non piangere, bambino mio, non piangere.” In quei giorni le madri solevano cantare tali esaltanti canzoni patriottiche e insegnare cose buone ai loro bambini; esse forgiavano il loro carattere per farne degli eroi del Paese. Nel loro parlare non c’era alcuno spazio per la falsità: con parole veritiere educavano i loro bambini sul sentiero della verità. Pulizia, preghiere e contemplazione di Dio Una volta, il villaggio di Puttaparthi fu colpito da malattie infettive come il colera e la peste. Numerose persone morirono. Allora avvertii i bambini del villaggio che queste malattie si sarebbero diffuse bevendo acqua inquinata e mangiando cibo impuro, per cui dovevano fare la giusta attenzione in questo senso. Li consigliai: “Purificate l’acqua prima di berla, mangiate solo cibo sano e pulito anche Mother Sai settembre-ottobre 2005

Discorso 06-05-2005 se è poco. Non solo: mantenete la bocca sempre fresca e pulita; contrarrete numerose malattie a causa della bocca non pulita. Non è bene che mangiate qualunque cosa troviate quando avete fame. Per mantenere la buona salute e la contentezza, la grazia di Dio è importante: quindi, pregate sempre il Signore.” La felicità può essere ottenuta solo attraverso la costante contemplazione di Dio, nient’altro. Non è qualcosa che si può raggiungere tramite gli oggetti esterni: può scaturire soltanto dal nostro cuore. AL FINE DI OTTENERE BUONA SALUTE E FELICITÀ DOBBIAMO CONTEMPLARE COSTANTEMENTE DIO E SANTIFICARE COSÌ IL NOSTRO TEMPO. Fin dall’antichità, soltanto i genitori che conducono vite ideali hanno alimentato ed educato il nostro Paese di Bhârat. Sfortunatamente oggi non si trovano figli che obbediscano ai loro genitori; i giovani di oggi rifiutano le parole dei loro genitori come discorsi insensati e le ignorano. Questo non è corretto. Esse non sono parole insensate; sono invero parole di verità che vengono dal profondo dei loro cuori. Dio ascolta certamente le preghiere dette con purezza di coscienza e spande la Sua grazia su tali persone. Si dovrebbe quindi sempre pregare Dio in qualsiasi forma ci piaccia e santificare la nostra vita con la grazia del Signore. Sin dai tempi antichi le donne di Bhârat hanno offerto preghiere simili a Dio in tutta sincerità e devozione: questa è la ragione per cui il Paese di Bhârat poté raggiungere grandi altezze. Buoni genitori per buoni figli Incarnazioni dell’Amore! Mother Sai settembre-ottobre 2005

Se desiderate che i vostri figli e voi stessi siate consacrati, contemplate Dio costantemente. SOLO QUANDO I GENITORI CONDUCONO UNA VITA BUONA E NOBILE I LORO FIGLI SARANNO BUONI E NOBILI.

QUINDI, PRIMA DI TUTTO, DEVONO ESSERE BUONI I GENITORI. Purtroppo oggi i genitori sono incapaci di esser d’esempio ai loro figli, con il risultato che questi prendono brutte strade. Oggi certi insegnamenti sacri sono scomparsi nel Paese di Bhârat. Le madri dell’antica India solevano insegnare cose buone e buone abitudini ai loro bambini in questo modo: “Alzati al mattino presto con il canto del gallo, fai un bagno dopo le tue abluzioni mattutine, indossa un abito appropriato. Mangia in modo corretto e moderato. Frequenta la scuola e studia diligentemente. Guadagnati un buon nome. Non uscire quando piove e non andare mai vicino ai fossi. Prendi parte ai giochi, corri e divertiti. Se ti atterrai a queste regole avrai salute e ricchezza.” Oggi, sia gli adulti sia i bambini, non si spazzolano i denti adeguatamente. Questa è la ragione per cui ogni tipo di malattia nasce soltanto da noi stessi; noi siamo i soli responsabili del bene e del male: essi non vengono di loro iniziativa. Se coltiviamo sentimenti sacri dentro di noi saremo ricompensati con buoni risultati; se vogliamo che i sentimenti sacri mettano radici dentro di noi dobbiamo coltivare buone abitudini. “È di sicuro migliore la conoscenza della pratica assidua; ancor migliore è la meditazione, 15

Discorso 06-05-2005 ma, superiore alla meditazione è l’abbandono dei frutti di tutte le azioni, perché tale rinuncia avrà certamente come risultato la liberazione.” (Bg. 12. 12) Chi sono i giovani? Se ci impegniamo in buone attività dal mattino fino a quando andiamo a letto, questo diverrà automaticamente un’abitudine. Di fatto, il Paese ha bisogno di giovani di questo tipo. Chi sono i giovani? IN GENERE LA GENTE PENSA CHE I RAGAZZI E LE RAGAZZE

sti voluminosi e pensando che tali libri vi aiutino ad acquisire grande conoscenza. Bisognerebbe leggere quei libri che aiutano a contemplare il Nome divino. Non accontentatevi di acquisire una mera conoscenza libresca; tale conoscenza è solamente superficiale. Ciò che veramente vi occorre è la conoscenza del Sé: sforzatevi di acquisirla. Essa si manifesta dall’interno, non può esser ottenuta da fonti esterne. NON È UN FATTO CHE PIÙ SCAVATE NEL LETTO DEL FIUME PIÙ ACQUA ESCE DALLA SABBIA? SIMILMENTE, PIÙ ELIMINATE IN VOI I CATTIVI

TRA I DICIOTTO E I VENTI ANNI COSTITUISCA-

PENSIERI PIÙ LA SACRA CONOSCENZA E I SACRI

NO I GIOVANI.

PENSIERI SI MANIFESTERANNO IN VOI.

QUESTO NON È ESATTO: SOLO COLORO CHE NUTRONO PENSIERI NOBILI POSSONO ESSER CONSIDERATI GIOVANI. Quindi dobbiamo coltivare pensieri nobili. Appena vi alzate dal letto, la vostra prima azione deve essere il canto del Nome divino “Râma! K©¹²a! Govinda!” e dovete cantarLo di nuovo prima di andare a letto. Se eseguite questo canto del Nome divino, avrete sempre buoni pensieri. Sfortunatamente, oggi, la gente dimentica completamente il canto del Nome divino. La gente pensa di essere molto istruita e di avere diplomi importanti, ma questi non aiutano a perseguire la retta via; l’istruzione che non sviluppa l’indagine dentro se stessi non è affatto istruzione! Essa porterà solamente all’inquietudine! La semplice lettura di libri non costituisce istruzione; leggere dei libri contribuisce solamente ad acquisire conoscenza libresca, che è una conoscenza artificiale. La vera conoscenza nasce dal cuore; quando i giovani e le giovani comprenderanno e propagheranno questa Verità, il Paese progredirà in ogni direzione. Scavare nel letto del fiume Incarnazioni dell’Amore! Non sprecate il vostro tempo leggendo te16

La purezza, la fermezza, la saggezza e altre simili nobili qualità sgorgano solamente dal proprio cuore. Prima di tutto dovete coltivare sacri e nobili pensieri e non dovete dare ascolto a tutte le chiacchiere; seguite sempre il sentiero sacro. Nei tempi antichi le madri insegnavano queste cose sacre ai loro figli ed è per questo che i giovani di quei tempi avevano l’abitudine di impegnarsi nella costante contemplazione di Dio, con il risultato che il Paese era sempre protetto da Lui. Non è il corpo a essere importante per noi, ma lo sono i pensieri e i sentimenti. MOLTE PERSONE CHIEDONO: “DOV’È DIO?” E IO DICO LORO: “MIO CARO! IO SONO DIO E ANCHE TU SEI DIO.” QUESTA È LA VERITÀ. PERCHÉ DOVREMMO AVER PAURA DI AFFERMARE QUESTA

VERITÀ? DIO È ONNIPRESENTE; TUTTI SONO DIO! C’è divinità in ogni essere umano, altrimenti non potremmo vivere in questo mondo. È solo grazie alla nostra fede in Dio che abbiamo potuto sopravvivere in questo mondo fino a oggi. Ecco una storiella per illustrare questo punto. INCARNAZIONI DI

Un marito…a sorpresa In un villaggio c’erano due coniugi; la moMother Sai settembre-ottobre 2005

Discorso 06-05-2005 glie cantava di continuo il Nome divino: “Râma! K©¹²a! Govinda!” e adorava Dio tutti i giorni, mentre il marito non faceva nessuna adorazione o contemplazione di Dio. Egli, tuttavia, compiva il suo lavoro giornaliero. La moglie pensava sempre: “Ahimè! Mio marito non recita il Nome divino neanche una volta al giorno.” Una notte, il marito non riusciva a dormire e si girava e rigirava senza posa nel letto; in quel frangente disse casualmente: “Râma!” La moglie fu felicissima di sentir uscire il Nome divino dalla bocca di suo marito, anche se non intenzionalmente. Il giorno dopo, appena alzata, raccolse tutto il riso che aveva in casa, lo cosse e, esultando, nutrì i poveri. Il marito, che osservava questo dar da mangiare ai poveri, le chiese: “Che cosa succede? Oggi fai da mangiare per i poveri e li nutri. È un’occasione speciale?” La moglie rispose: “Ieri notte ho udito il Nome divino di Râma uscire dalla tua bocca e il mio cuore scoppiava di gioia; ecco il motivo di questa celebrazione.” Alle parole della moglie, l’uomo si rammaricò e pensò: “Ahimè! Ho insediato Râma nel mio cuore e l’ho sempre adorato lì. Il mio Râma è oggi uscito dal mio cuore?” MOLTI NON DANNO ESPRESSIONE AL LORO AMORE E ALLA LORO DEVOZIONE PER DIO: ESSI SERBANO LA LORO DEVOZIONE PER SE

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STESSI, MA, PRIMA O POI, ESSA SI MANIFESTA ALL’ESTERNO. Incarnazioni dell’Amore! Meditate sul Nome divino indipendentemente dalla religione, dalla casta, dal credo e dal sesso; potete sempre recitare il Nome divino che vi piace. La madre di Râmak©¹²a Paramaha¼sa insegnò a suo figlio cose buone e lo plasmò in un grande yogî. Tutte le madri dovrebbero prenderla a esempio e sforzarsi di porre i loro figli sulla retta via. Se contemplate e cantate sempre il Nome divino, esso stesso purificherà i vostri pensieri e sentimenti. Non lo dimenticate mai. Se meditate costantemente sul Nome divino, la vostra vita sarà sicuramente santificata. Incarnazioni dell’Amore! Meditate dunque costantemente sul Nome divino.

(Baba conclude il Discorso con il bhajan: “Râma Râma Râma Sîtâ Sîtâ…”

Whitefield, 6 maggio 2005, Sai Ramesh Krishan Hall, Giorno di εvarâmmâ (Tradotto dal testo inglese pubblicato nel sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

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Un dubbio

Sotto la Veranda

Intanto Swami si voltò di lato e chiamò un ragazzo: “Vieni qui, ragazzo. Che cosa studi?” “Swami, studio per ottenere la laurea, il dottorato.” “Hmm. Dottorato?” “Sì, Swami.” “Capisco. Qual è il tuo tema?” “La società fondata sui Valori, Swami.” “Oh-ho! Fondata sui Valori?” Immediatamente, colsi l’opportunità: “Swami, un dubbio.” A dire il vero, Egli stava parlando con lo studente, ma io interruppi perché il ragazzo probabilmente non avrebbe fatto domande; Swami avrebbe potuto andarsene e non avremmo avuto un’altra possibilità di sapere certe cose. Se questo non Gli piace, al massimo Egli dice: “Ehi, zitto tu! Stai seduto. Non c’è più tempo!” È tutto, ma se possiamo cogliere delle informazioni, ne vale la pena. “Swami, ho un dubbio.” Egli disse: “Sì, qual è?” “Quali sono i valori individuali, quelli sociali e quelli spirituali? I valori individuali, quelli sociali e quelli spirituali sono complementari o antitetici? Vorrei saperlo.” Baba disse: “Quelli che non cambiano, che sono permanenti nelle varie epoche, i valori del passato, presente e futuro, sono i valori fondamentali. Essi sono i valori spirituali. I valori che mutano di tempo in tempo, che dipendono dalle norme, dai costumi e dalle usanze della società sono i valori sociali. La condotta individuale, il comportamento individuale praticato da ogni persona per il progresso e l’avanzamento dell’individuo, e anche quale contributo al benessere della società, sono i valori individuali.” “Swami, è molto interessante!” “Sapete”, disse Bhagavân, “le nuvole vanno e vengono, ma il cielo rimane. Possono esserci una pentola e un coperchio, ma entrambi sono fatti della medesima argilla. Analogamente, i valori spirituali costituiscono il substrato della continuità, dell’unità nella diversità presente nella società. Spiritualità e valori spirituali non condurranno mai alla diversità. Non condurranno mai alla pluralità. Unità è il tema e l’obiettivo dei valori spirituali.” Intanto cominciò la musica, e Bhagavân si alzò dalla Sua poltrona. Tenendo con una Mano la veste arancione, ci lanciò un bel sorriso e si mosse camminando lentamente, maestosamente, verso la sala dei bhajan. (Tratto da “Perle di Saggezza” n.15 del 12 febbraio 2003)

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Discorso 07-03-1962

Vicino e lontano Devo rivolgerMi a voi ora chiamandovi “µântasvarûpulâra” (incarnazioni della pazienza), giacché siete pazientemente rimasti seduti per due ore durante il discorso tenuto dal pa²¬it. ESISTONO DIVERSI TIPI DI CIBO: CIBO PER IL CORPO, PER LA MENTE, PER L’INTELLETTO E PER LO SPIRITO . QUALUNQUE SIA IL CIBO, TUTTAVIA, LA MIGLIOR REGOLA È ASSUMERNE IN DOSI MODERATE A INTERVALLI REGOLARI. La fame è il miglior aperitivo; senza di essa si rischia l’indigestione e tutte le orribili conseguenze che ne derivano. Naturalmente, ciò che il pa²¬it ha servito è cibo della migliore qualità; ma vedo che siete ancora affamati! Voi desiderate ascoltare anche Me, sebbene il cibo che Io vi offro sia dello stesso tipo. La pioggia, dalle nuvole, cade sul tetto, e può scorrere attraverso un condotto, una gronda, o la bocca di una mucca, ma, qualunque sia l’uscita, si tratta sempre della stessa acqua. Il vostro amore nei Miei confronti vi ha reso bramosi di un Mio Discorso, anche se dovrò ripetere le parole del pa²¬it, magari in una maniera più semplice. Egli stesso ha cercato in tutti i modi di parlare nel modo più semplice, e Io so che ha dovuto sostenere un notevole sforzo, uno sforzo inconsueto, per comunicarvi quei difficili concetti. Ciò che egli si è sforzato di trasmettervi, usando tutti quei versi sanscriti, non è altro che questo: in ogni situazione, rimanete attaccati alla Sorgente, alla Sostanza, alla “Summa” di ogni potere, ovvero al

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Signore, e allora potrete trarre da quella Sorgente tutti i poteri che vi occorrono. Questo attaccamento si chiama bhakti (devozione). Il Nome del Signore ha grande potere Per l’uccello che, inoltratosi in mezzo all’oceano, ne sorvola le profonde acque blu scuro, il solo luogo su cui fermarsi a riposare è l’albero della nave che sta effettuando la traversata. Allo stesso modo, il Signore è il solo rifugio per l’uomo che viene sballottato dalle tempeste su un mare burrascoso. PER QUANTO LONTANO POSSA VOLARE, L’UCCELLO SA DOVE POTER RIPOSARE; TALE CONOSCENZA GLI DÀ FIDUCIA. N ELLA SUA MENTE C’È SALDA L’IMMAGINE DELL’ALBERO DELLA NAVE: LA SUA FORMA È FISSA NEI SUOI OCCHI. IL NOME DEL SIGNORE È, PER VOI, L ’ ALBERO DELLA NAVE : RICORDATE L O , COLLEGATELO ANCHE ALLA FORMA E AVRETE QUELLA FORMA FISSA NELL’OCCHIO DELLA MENTE. È una Lampada che getta luce nei recessi del vostro cuore. Tenete il Nome sulla lingua ed esso caccerà lontano la tenebra interiore come anche quella esterna. Pace dentro, sentimenti fraterni fuori: questo è il distintivo della persona impegnata nel Nâmajapa¼ (la ripetizione del Nome del Signore). Il Nome del Signore ha una grande potenzialità. A tal riguardo, lasciate che vi racconti un episodio. Una volta, Jñânadhev e Nâmdhev, mentre attraversavano assieme una foresta, furono colti da una sete insopportabile. Rag-

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Discorso 07-03-1962 giunsero un pozzo, ma non trovarono né una prossima, il Compagno più vicino, il Respicorda né un recipiente con cui poter racco- ro stesso e la Vita dell’individuo. Come gliere il prezioso liquido. Si trattava di un potete, dunque, indicare un punto lontano pozzo profondo senza gradini e l’acqua era quando vi viene chiesto dov’è il Signore? Il Suo Nome, il Nome che vi attrae, si formolto, molto in basso. Jñânadhev, che aveva raggiunto ma in base all’entità del sentimento e alla brahmajñâna (la conoscenza dell’Assolu- sua profondità, nella misura in cui ne siete to), si identificò con un uccello che era coinvolti. volato in fondo al pozzo e aveva abbon- L’ateismo c’è quando il sole di jñâna (la dantemente bevuto. Così facendo, egli ave- sacra conoscenza) è tramontato; c’è inveva saziato la propria sete. Nâmdhev, inve- ce il teismo quando quel sole sorge. ce, chiamò il Signore invocando il Suo Tamas (l’inerzia) è ajñâna (l’ignoranza); Nome: il Signore rispose, e l’acqua del pozzo tapas (l’austerità religiosa) è jñâna (la sagcominciò a salire. Sì, salì fino al punto che gezza spirituale). Se manas (la mente) vieegli poté colmarsene le mani e spegnere la ne lasciata a se stessa e le si consente di muoversi indisturbata, prenderà il sete. Voi considerate il mondo come qualcosa a sopravvento tamas, ovvero l’ottusità e l’ilvoi molto vicino, qualcosa che è intorno a lusione. voi e dietro di voi; quando però dovete indi- Alcune persone vi consigliano di osservare care il Signore, Lo additate come se fosse ogni movimento della mente e di prender lontanissimo da voi, in alto e al di sopra di nota di tutti i passi falsi e delle cattive intutto o a grandissima distanza. È UN ERRO- tenzioni con cui essa ha avuto a che fare. No, questa è una pratica pericolosa. Non RE: IL SIGNORE È VICINO, MENTRE IL MONDO seguite i capricci della mente; battetevi per È LONTANO. VOI PENSATE IL CONTRARIO POIciò che è necessario e non per ciò che doCHÉ AVETE PAURA DELLA VERITÀ E VI PIACE vete evitare. Contate i passi falsi e sarete INGANNARE VOI STESSI. C’era un capitano dell’esercito che, un gior- portati a commetterli nuovamente. Prendete no, si recò col ministro e il re su un piccolo la decisione di camminare diritto e i vostri traghetto destinato a navigare su un fiume passi non saranno né esitanti né deboli. in piena. Era molto spaventato di essere sull’imbarcazione e prese ad agitarsi ner- Un sincero anelito conquista il Signore vosamente. Allora il ministro lo buttò nelle Il fatto è che voi dovreste avere un guru acque agitate, ed egli immediatamente im- che possieda l’esperienza spirituale più eleplorò di tornare sul natante. Comprese dun- vata. In caso contrario, sarete sviati da dique il conforto della barca e la sua prezio- lettanti che prescrivono trattamenti speciasità; in altre parole, il valore di âdhâra (il li senza tener conto della vostra storia e delle vostre necessità personali. sostegno, il fondamento). Sopra ogni altra cosa, dovete impegnarvi personalmente in µrava²a¼, manana¼ e Non prestate attenzione ai capricci bhajana¼, gli Yamunâ, Sarasvatî e Ga¾gâ della mente Il Signore è Âdhâra (il Sostegno), il mon- del triplice fiume della vita. ›ravana¼ do è adheya (ciò che viene sostenuto; ciò (l’ascolto delle Scritture e delle storie sache, per esistere, presuppone un creatore). cre) è bhaktiyoga (il sentiero della devoIl Fondamento è in se stessi; è l’Entità più zione); manana¼ (la riflessione su ciò che

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Discorso 07-03-1962 si è ascoltato) è jñânayoga (il sentiero della questo “anelito” non è considerato imporsaggezza spirituale); bhajana¼ (il canto del tante! Alla persona che si reca in quel luoNome e della Gloria di Dio) è karmayoga go viene richiesto, da parte di un incarica(il sentiero dell’azione). Tutti gli yoga (i to, di continuare ad andarvi per sette giosentieri di ricerca dell’unione con Dio) gui- vedì, o per undici giovedì, oppure per dano a un’unica meta: µara²âgati (la resa quarantun giorni, e di adorare Sai Baba al del Sé particolare) al Sé universale che tut- fine di ottenere tutta la Sua grazia, come se to comprende (il Paramâtman, il si trattasse solo di una questione di aritmeParabrahman), la fusione del fiume nel tica. mare. No. Questo non è altro che uno stratagemDATEMI LE REDINI; ABBIATE FIDUCIA IN ME ma per attirare una folla di dimensioni conE FATEVI GUIDARE DA ME. ME NE ASSUMERÒ siderevoli, in modo che quel santuario posPIENA RESPONSABILITÀ. Dovete solamente sa crearsi una certa fama. Bhakti (la deaccettare senza esitazione qualunque cosa vozione) non si presta a cose simili! arrivi, considerandola prasâda¼, ossia una grazia! “Diventate parte della Mia storia” Il dolore sono i piedi e la gioia è la testa: La vera devozione supererà tutti gli ostaentrambi fanno parte della stessa entità. coli e, come un fiume in piena, balzerà al Non potete accogliere entusiasticamente la di sopra dei rialzi e degli argini scavalcangioia e al tempo stesso rifiutare il dolore. do tutto con la sua furia. Le difficoltà venNon potete avere il dritto senza il rovescio; gono create per accrescere quell’“anelito” assieme a un lato, dovete prendere e accet- e per selezionare il vero devoto dal resto. tare anche l’altro lato del foglio di carta. È Grazie all’alchimia dello smara²a (il coinevitabile. Il diamante è, dapprima, solo stante ricordo del Signore), anche una rocun’insignificante pietra, un duro sasso. Solo cia si trasforma in argilla. quando viene tagliato da un abile artigiano Non può diventare molle semplicemente diventa una multisfaccettata fiamma di fuo- trasformandola in un santuario per un deco! terminato numero di viaggi. Fate in modo di essere trattati in maniera C’è un altro punto. Siete mai stati precetale da far svanire ogni vostra opacità, fino dentemente qui, o in qualche altro luogo, a che non emergerete come fulgidi diaman- ad ascoltare o aspettando di ascoltare un ti. Dovete avere quell’anelito, l’anelito del Discorso, rimanendo seduti armati di così tanta pazienza e di assoluto e sincero fersasso di diventare diamante. Tenete la mano della Madre e camminate vore? Perché avete sopportato tutto quesicuri al Suo fianco. Dovete tenervi stretti sto? Per ascoltare le Mie parole, non è così? e non abbandonare la presa. Siate come il Ora, non fate sì che tutto quel fervore vada piccolo di scimmia che si aggrappa alla sprecato allorché avrete finito di ascoltare. madre e, in tal modo, è protetto e guidato Dedicatevi al Brahmamârga (il sentiero dalla sua superiore forza e dalla sua sag- della Realtà Assoluta), come pure al Dharmamârga (il sentiero della Rettitudigezza. Il Signore si conquista con un anelito sin- ne), e, dopo che la vostra vita sarà stata cero, con un costante intenso desiderio. Ci trasformata in una preghiera senza fine, sono luoghi dove Sai Baba, il precedente grazie al tacito effetto del Dharmamârga, ›arîram (Corpo), viene adorato, ma dove dimenticate tutto nell’estasi del

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Discorso 07-03-1962 Brahmamârga. Non permettete a mâyâ posto una Praµânti Nilayam. Diventate par(l’illusione), che vi aspetta al varco sull’al- te della Mia storia. Non allontanatevi da Me. tra riva del Citrâvatî, di balzare su di voi e Vi siete meritati la vicinanza (a Me) grazie di attirarvi alla vita mondana che avete alla buona sorte accumulata in molte vite. condotto fino a quel momento. Se interromperete questo contatto e vi alSIATE COME LA LINGUA IN MEZZO AI DENTI lontanerete, verrà un tempo in cui piangeCHE, ATTENTAMENTE, FIDUCIOSAMENTE E COrete fuori dai cancelli chiedendo ad alta voce RAGGIOSAMENTE, SI MUOVE TUTT’ATTORNO di entrare. Liberatevi da sciocche illusioni ASSOLVENDO IL PROPRIO COMPITO SENZA FARSI e dubbi; liberatevi da desideri senza alcun MORDERE. Studiate a fondo le regole di divalore e Io vi accoglierò in Me. sciplina stabilite per tutti coloro che desiderino stare a Praµânti Nilayam. Tali regole Praµânti Nilayam, 7 marzo 1962 sono per il vostro stesso bene. Ovunque siate, potete rendere quel dato La mente si muove qua e là e si sofferma su tutti gli svariati oggetti dell’universo. Essa si rifiuta di rimanere solo su un’idea: Dio. Come la mosca, che si posa sul pulito e sullo sporco, ma impedisce a se stessa di posarsi su un tizzone ardente, anche la mente rifugge da ogni pensiero di Dio. La mosca sarà distrutta se va a posarsi sul fuoco e anche la mente verrà annientata se si ferma su Dio, giacché essa non è che il prototipo del desiderio intrecciato con l’ordito e la trama del medesimo tessuto. Sathya Sai Baba

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Discorso 06-03-1962

Ben vengano le prove Mentre Bairâgi ›âstrî e Narasimharaju parlavano, ho sentito molti di voi schiarirsi la gola rumorosamente. Avreste dovuto dedicare la vostra attenzione a sturarvi le orecchie e a rimuovere le ragnatele dai vostri cuori. Che cosa c’entra la gola con l’assimilazione delle lezioni trasmesse dai loro discorsi? Esattamente come questo microfono deve stare proprio davanti a Me, vicino alla bocca, ma non troppo, per trasmettere la voce, anche il cuore deve esser tenuto nel modo giusto, diritto e aperto, per ricevere gli insegnamenti dati. Se il cuore è rivolto in qualche altra direzione, l’insegnamento non verrà registrato in modo chiaro e distinto e ne risulterà distorto. Narasimharaju Mi ha ricordato ›yâmakavi, di Bangalore, morto qualche anno fa. Egli aveva una profonda cultura, una vasta esperienza spirituale, talento poetico e una salda devozione. QUALSIASI IMPRESA INTRAPRENDESSE, FINIVA IN UN FALLIMENTO, MA MAI, NEPPURE PER UN ISTANTE, NE ATTRIBUÌ LA COLPA AL SIGNORE. ANZI, SI ATTACCÒ A LUI SEMPRE DI PIÙ. LE BATOSTE INFERTEGLI DAL DESTINO NON SCOSSERO LA SUA FEDE. RIMASE SALDO COME UNA ROCCIA FRA LA FURIA DELLE ONDE. Aveva allenato la propria men-

te ad attraversare indenne sia la gioia sia la sofferenza. La vera natura dell’uomo è l’equanimità L’unica missione dell’uomo è la scoperta della Verità. L’uomo è una mistura di mâyâ (illusione) e Mâdhava (Divinità). L’illusione fa calare una nebbia che nasconde la

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Divinità; ma, per effetto dei sani impulsi conseguenti alle azioni compiute nelle vite passate in corpi precedenti, o mediante l’azione purificatrice delle penitenze compiute in questo corpo, o per grazia del Signore stesso, l’illusione si scioglie come nebbia al sole. Ecco che allora nara (l’uomo) si trasforma in Nârâya²a (Dio) e questo mondo viene elevato fino a diventare una Praµânti Nilayam (Dimora di Pace Suprema). L’illuminazione della discriminazione rimuoverà l’oscurità che nasconde l’Essenza divina dell’uomo, il quale oggi spera di disperdere le tenebre con la spada, i fucili e le bombe, mentre basta solo una lampada. COME PUÒ L’OSCURITÀ ESSER SPAZZATA VIA DALL’OSCURITÀ, L’ODIO DALL’ODIO E L’IGNORANZA DA UN’IGNORANZA ANCOR PIÙ VASTA E PROFONDA? La brama di vincere favorisce l’instaurarsi delle tenebre. Lasciate da parte ogni pensiero di conquista. Anelate a conoscere la Verità e, quando l’avrete conosciuta, le false nozioni, a cui siete tanto attaccati, cadranno da sole. Abbiate una chiara visione dell’incantevole immagine nascosta nella roccia, liberatela dalla sua prigione di pietra, rimuovete tutti i sassi che ricoprono l’idolo: questo è il vostro compito. Non vi preoccupate di mâyâ; concentratevi su Mâdhava (Dio, il Padrone di mâyâ - N.d.T.), e sarete certi di riuscire. Un albero sul Godâvarî non si seccherà e avrà sempre una chioma di foglie verdi, perché le sue radici saranno nutrite dall’acqua sottostante. Siate anche voi un albero con le radici in perpetuo contatto con

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Discorso 06-03-1962 l’acqua fluente della grazia del Signore, e non dovrete temere la siccità. L’uomo ottuso corre di qua e di là in modo folle alla ricerca della pace della mente, provando un metodo dopo l’altro. Egli è sul sentiero sbagliato, il sentiero di gratificazione dei sensi, il sentiero di Rûpa (la Forma), di Nâma (il Nome) e di Gu²a (le qualità), il sentiero dell’effimero e dell’apparente. Tuttavia, il mumuk¹u, ovvero colui che cerca Mok¹a (la Liberazione), ottiene facilmente la Pace. Infatti, la vera natura dell’uomo è praµânti (equanimità), è fermezza, è salda determinazione e pace. La natura è un grande negozio, in cui potete trovare tutte le cose che vi servono per afferrare la Verità. La Verità in un primo tempo viene conosciuta come sarva¼ brahma mâyâ¼, cioè “tutto questo è permeato di Brahman, diretto da Brahman, costituito di Brahman”. In seguito, il ricercatore raggiunge uno stato di coscienza più elevato, la consapevolezza di sarva¼ brahman, cioè “tutto questo è Brahman”; ma, per un certo periodo, a chi non ha ancora gli occhi aperti, sembra essere qualcos’altro. NELLO STATO FINALE NON C’È PIÙ NEPPURE SARVA¼: TUTTO VIENE VISTO COME B RAHMAN , L ’U NO E L’UNICO. Obbedite al comando della natura e ascoltatene gli avvertimenti L’uomo impara la lezione quando studia la natura, la analizza e cerca di capirla. È in grembo alla madre che il bambino impara l’arte di vivere. Allo stesso modo, prak©ti (la natura) insegna all’uomo come uscire vittorioso dalla strenua battaglia e conquistare la Pace suprema. Violate le leggi della natura ed essa vi prenderà a schiaffi; obbedite ai suoi ordini, ascoltate i suoi avvertimenti ed essa vi passerà il vostro retaggio di immortalità. Questo è come dire 24

“abbiate il Signore come Guida e Guardiano e aderite alle regole del Dharma”. Lasciate che gli uomini ottusi abbraccino la loro illusione secondo cui la felicità e la pace si possono ottenere attraverso la schiavitù dei sensi. Coloro che sanno che il mondo è una mistura di verità e menzogna, e cioè il grande enigma di mithyâ1 , lasceranno perdere le attrazioni esteriori e si concentreranno sulla gioia interiore dell’attaccamento a Dio. Se venite “promossi”, avete la Pace; se venite bocciati, anche questo risolve il problema per un po’ di tempo e mette fine alle preoccupazioni. Se però i risultati non vengono annunciati e vengono tenuti nascosti (per cui non sapete se siete stati promossi o bocciati – N.d.T.) soffrite della massima inquietudine, non è vero? Allo stesso modo, questo mondo, che non è Sathya (Realtà) né asatya (irrealtà), bensì mithyâ, provoca un grande disturbo nella mente. La sofferenza vi conferisce un maggior diritto alla grazia del Signore Solo il distacco può conferirvi la Pace Suprema. Il satsa¾g (la compagnia dei buoni), le visite ai luoghi sacri e agli uomini santi promuovono questa attitudine e abitudine. Kucela fu spinto a far visita a Dvârakâ da sua moglie, che aveva una profonda devozione. Anche a voi, se il vostro sa¼skâra (le predisposizioni derivanti dalle azioni compiute nell’attuale vita o in vite precedenti) non è buono e le vostre inclinazioni non sono elevate ed elevanti, non verrà l’idea di venire a Puttaparthi. Ho detto a Narasimharaju e a sua moglie di venire qui per questo ›ivarâtrî (notte di ›iva. La festa religiosa in onore di ›iva - N.d.T.), ed essi sono venuti. Conosco Narasimharaju da trent’anni, conosco i suoi progetti, i suoi desideri, le sue prove e le sue preoccupazioni. Il Signore non risponMother Sai settembre-ottobre 2005

Discorso 06-03-1962 de solo al cuculo dalla dolce voce e al suo canto. Egli presta ascolto anche al gorgheggio degli altri uccelli e ai lamenti di tutti gli esseri. Anzi, la sofferenza conferisce maggior diritto a ricevere la grazia del Signore. Quando la sofferenza sopraggiunge a ondate, un’onda dopo l’altra, rallegratevi, giacché la spiaggia è vicina. Affrontate le onde con coraggio, e non fate come i codardi, che biasimano qualche potere esterno a se stessi o sviluppano avversione per il Signore. Il ricordo del Sé (Âtma) è fonte di gioia; il ricordo del non Sé (anâtma) è la sorgente della sofferenza. Ben vengano le prove, perché in seguito vi verrà assegnato il certificato (di promozione). Le prove vi vengono imposte per misurare il vostro progresso. Perciò, non tiratevi indietro quando vi trovate a dover fronteggiare le afflizioni. Il Signore vi concede un favore quando decide di mettervi alla prova, perché è impressionato dai vostri progressi e vuole apporvi il sigillo della Sua approvazione. Siate all’altezza delle esigenze della prova: questo è il modo di compiacere il Signore. Le vie del Signore sono imperscrutabili Una volta, c’era un grande devoto del Signore che non superò una prova e non poté avere il “diploma”. Tutti i giorni, all’ora di pranzo, guardava fuori cercando un bisognoso da accogliere e poter nutrire abbondantemente. Lo fece per anni, finché un giorno un uomo vecchio e fragile entrò con passo incerto nella sua casa e si sedette per mangiare. Aveva più di cento anni. Il devoto aveva avuto la costanza di mantenere il voto, ma non possedeva la discriminazione per ottenerne i frutti. Come dell’acqua versata su un arido letto di sabbia niente aggiunge alla sua fertilità, il suo cuore era rimasto arido, sebbene le acque della carità vi venissero versate ogni giorno all’ora di pranzo. Il suo cuore, privo Mother Sai settembre-ottobre 2005

di discriminazione, prosciugava la carità, per cui egli era rimasto lo stesso stretto ritualista. Il suo decrepito ospite, sopraffatto dalla fame, non appena gli venne servita la prima pietanza ne inghiottì un gran boccone, senza recitare il Nome di Dio. Infastidito da questo ateismo, il “devoto” maledisse il vecchio e lo spinse fuori dalla porta, lasciandolo a morire di fame e a chiedere l’elemosina sotto il sole cocente. Quella notte però fece un sogno, in cui il Signore lo castigava severamente per la crudeltà del suo comportamento. Il Signore gli disse: “Per più di cento anni ho nutrito amorevolmente quell’uomo, come la pupilla del Mio Occhio, sebbene mai una volta egli abbia recitato uno dei Miei tanti Nomi. E tu, Mio caro uomo, non potevi sopportarlo per pochi minuti?”Tiruththondar, del Tamilnadu, ci ha mostrato come affrontare questo genere di prove, in cui il Signore, sotto forma di ospite affamato, entra nella casa di un devoto. Il sentimento di resa è il migliore per aver successo in tutte le circostanze. Lasciate che sia fatta la Sua volontà. Lui è in tutti. L’abbandono assoluto e totale alla volontà divina è come l’erba sul terreno, che non viene danneggiata dalle tempeste; l’egoismo è come l’albero di borasso, che oscilla al vento, ma si spezza quando questo sopraggiunge con una raffica improvvisa. Le vie del Signore sono imperscrutabili. Il vostro dovere consiste nel sottomettervi a Lui con fede, gratitudine e gioia. Praµânti Nilayam, 6 marzo 1962 (Tratto da: “Sathya Sai Speaks”, vol. 2, n. 29 1960/62) 1

Mithyâ: fallace, improprio, né vero né falso, né reale né non reale. Il mondo è ‘mithyâ’: non è falso perché è relativamente reale, sebbene non sia assolutamente reale. Ha una realtà temporanea, che viene negata da un’ulteriore indagine ed esperienza.

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Domande & Risposte

Archi ben tesi verso il cielo D. - Swami, molti parlano di cultura. Quale valore ha? Baba - La cultura è assai importante, perché la vostra vita e il suo valore dipendono da essa. La cultura è lo stile di vita. Essa vi permette di sperimentare la Divinità nella vita. Vi aiuta a percepire l’unità nella molteplicità. Senza cultura, l’uomo diventa un demone, perde la sua statura e infine va in rovina. Come sapete, l’acqua marina è salata. La vita umana è come un grande mare. La grazia divina è come la luce solare che, cadendo sulle acque, le fa evaporare. È il vapore della beatitudine, che sale in cielo e forma le nubi, per poi ricadere sulla terra come pioggia. È la pioggia dell’amore. L’acqua marina è salata, ma quella piovana è acqua dolce. Qual è la differenza? L’acqua marina viene raffinata dalla luce solare. Allo stesso modo, la vita viene raffinata dal processo della cultura. Il valore della vita allora aumenta. Un pezzo di ferro che vale meno di una rupia può essere trasformato in un meraviglioso e costoso orologio con una meticolosa lavorazione. Anche un masso, se lo si lascia così com’è, è privo di valore. Se però lo mettete nelle mani di uno scultore, il suo lavoro di scalpello lo trasformerà in una bella immagine di K©¹²a. Se prima nessuno lo degnava di uno sguardo, ora diviene oggetto di adorazione. Perché? È la cultura che lo ha trasformato. Una pietra che prima tutti calpestavano diventa un idolo in un tempio, che tutti venerano. Questo è il valore che la cultura conferisce. Se non c’è cultura, l’uomo sviluppa una folle visione della vita, percependo solo la diversità nell’unità. Un altro esempio. Un sottile ago ti permette di trasformare un pezzo di stoffa grezza in un bel vestito. Metaforicamente, l’ago è la cultura, mentre le forbici, che tagliano la stoffa a pezzi, rappresentano l’assenza di cultura. D. - Swami, la gente si è avvicinata a Dio in questo mondo moderno? Baba - Il mondo moderno è assolutamente superficiale e artificiale. Esteriormente, tutti si dicono ciao-ciao, tutti ringraziano per ogni piccola cosa, ma sono atteggiamenti automatici, di semplice routine e cortesia: sono parole completamente vuote di significato! Dovunque, non troverete che assoluto egoismo. La scienza moderna ha portato l’uomo sulla luna, ma l’uomo ha dimenticato di mettere un piede nella porta del suo vicino. Sì, oggi l’uomo può raggiungere candra (la luna), ma non riesce più a vedere Râmacandra (Dio) nel proprio cuore. Può muoversi nell’acqua come un pesce, volare nell’aria come un uccello, ma non riesce più a percorrere un miglio a piedi. L’occhio umano, che misura appena due centimetri, è in grado di vedere una galassia distante anche migliaia di miglia, eppure l’uomo non riesce più a vedere neppure se stesso! Occhio e orecchio sono così vicini, ma l’uno non vede l’altro. Dio giace nello “k¹îrasâgara”, il mare di latte del vostro cuore; ma oggi il cuore è diventato “k¹ârasâgara”, un mare di veleno! Come potete pretendere di realizzare la Divinità? Anche dopo esser diventata un grande Paese, la Francia perse l’ultima guerra. Perché? A causa dei suoi giovani sconsiderati e dei vizi di allora. Oggi questa tendenza è in aumento fra le persone. L’uomo vive e lavora solo per i suoi âµâlu, i desideri più bassi, mentre dovrebbe vivere per gli âµayalu, gli ideali. Soltanto le persone dotate di elevati ideali spirituali possono avvicinarsi spiritualmente. D. - Swami, come innalzarsi nella vita?

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Baba - Dovete lavorarci. Può essere difficoltoso, ma è bene riuscirci. Tutti dovrebbero lottare per emergere nella vita. Si dice: “Punta in alto! Mirare in basso è un crimine.” Dovete viaggiare nella giusta direzione e raggiungere la meta. La nascita in forma umana ha questo preciso scopo. L’uomo deve realizzare di essere essenzialmente divino. Dovete raggiungere la Divinità; ma non è così facile come sembra. Dopo tutto, si fa presto a cadere con facilità. Un esempio. Quando venite a Kodaikanal, salendo per le colline, l’autobus fa un gran baccano. Anche gli autocarri, per raggiungere Kodaikanal, arrancano con un forte rumore. Tuttavia, autobus e autocarri vanno agevolmente in discesa! Ciò vale anche per la vita umana. Dovete faticare e lavorare sodo per emergere nella vita, ma precipitare dall’alto e rovinarsi è facile, semplice, veloce. Un altro esempio. Quando tendete l’arco, più tirate la corda, più lontano la freccia verrà scagliata. Allo stesso modo, quanto più intenso sarà il vostro lavoro, tanto maggiore sarà il successo. Quando si lancia un razzo con forza, esso rincula e poi si libera nello spazio dove sale con una coda di fiamme. Nella vita, il grado della vostra affermazione dipenderà dall’intensità del vostro sforzo. D. - Swami, come diventare “grandi” nella vita? Baba - Non fatevi mai neppure venire in testa certe idee. Sbagliate se pensate che, diventando grandi, abbiate raggiunto qualcosa di veramente speciale e unico. Non è affatto vero. Il vostro obiettivo non è diventare grandi nella vita. Ci sono molti “grandi” nella società. Io non lo reputo importante, né ritengo che conti molto. La bontà è superiore alla grandezza. Invece di aspirare alla grandezza, tentate di ottenere la bontà. È di gran lunga meglio essere uomini buoni che grandi. Qual è la differenza? Il grande vede l’umano nel Divino, mentre il buono vede Dio nell’uomo! Râva²a, in base alla descrizione del Râmâya²a, era indubbiamente un grande. Egli considerava Râma, l’incarnazione divina, un semplice uomo. Invece Râma era l’esempio di uomo buono e ideale. Egli vedeva la divinità in un uccello come Jatâyu, negli scoiattoli e perfino nei râk¹asa come Vibhî¹ana. Donne come Sabarî, analfabeti come Guha, santi uomini, apparivano a Râma come il Suo stesso riflesso. Ecco, Râma era buono. Dovete guadagnarvi la reputazione di uomini buoni e non di uomini grandi. D. - Swami, qual è il governo ideale? Baba - In un governo ideale, tutti rispettano spontaneamente le regole e le norme dello stato. Tutti compiono il proprio dovere. “Godment” (termine inventato da Swami, da intendersi come “il governo di Dio” - N.d.T.) è migliore di “government” (un governo qualunque). Purtroppo, oggi vediamo persone che lottano per i propri diritti, ma nessuno conosce più i propri doveri. Bando alla pigrizia! Gli impiegati dovrebbero lavorare con la massima onestà per guadagnarsi a buon diritto lo stipendio che percepiscono a fine mese; diversamente, tradiscono e ingannano i loro simili e lo stato. La gente dovrebbe avere integrazione, coordinazione, unità e fratellanza. Osservate questo pezzo di stoffa. La sua robustezza dipende dal fatto che i fili sono ben tessuti assieme. Se disunite i fili, potete tagliarlo con le dita. Tutti dovrebbero sapere che l’unità fa la forza. L’India ha raggiunto l’indipendenza, ma non l’unità. Siete liberi di camminare con il bastone da passeggio finché esso non colpisce il naso di qualcun altro, finché la vostra libertà non lede quella altrui. Bisogna seguire le regole fondamentali, valide per tutti. L’individuo è meno importante della società. Sarebbe meglio che tentaste

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di imparare quelle cose che recano beneficio alla comunità. L’istruzione dovrebbe aiutarvi a migliorare la società. D. - Swami, quest’uomo è un noto giornalista. Molti sostengono che scriva bene, per i giornali. Baba - È così? Bene! Chi è un giornalista? Uno che fa un elenco generale di fatti su un giornale. E le notizie, che cosa sono? Tutto quello che viene da nord, est, sud e ovest. Se è bene conoscere le notizie dal mondo esterno, che dire dei conflitti che avvengono dentro di voi? Conoscete quelli e correggetevi! D. - Swami, di che cosa abbiamo bisogno ora? Baba - Se avete amore, ciò basta. Tutto il resto vi nascerà dentro. Il servizio, il sacrificio, l’umiltà, la devozione, la disciplina ecc., sono contenuti nell’amore. È l’amore soltanto a stimolarli e a promuovere tutte le virtù. Dove c’è amore, non possono esserci ego, odio e gelosia, né le altre vili qualità animalesche. A Parigi c’era una donna che viveva con i pochi soldi che aveva. Un giorno vide alcune persone, che vivevano sul marciapiede, tremare dal freddo. Fu profondamente commossa a quella vista. Tutti i giorni portava coperte con sé per darle ai poveri, ai bisognosi, ai derelitti. La cosa fu notata prima dagli anziani e poi dalle autorità; così si decise di onorarla. Alcuni giovani andarono a congratularsi con lei, e la donna affermò di non esser felice, perché non poteva aiutare tutti, mentre Dio onnipotente e compassionevole aiuta sempre tutti. Poi aggiunse che, proprio perché il suo aiuto non poteva raggiungere tutti, provava vergogna e frustrazione. Vi narrerò un’altra storia. Un soldato perse entrambe le gambe in una guerra e fu costretto a muoversi con le grucce. Siccome il suo periodo di leva fu breve, non maturò il diritto alla pensione. Il maggiore, impietosito, gli dette dei soldi per farlo tornare a casa. Tuttavia, durante il tragitto, a causa delle piogge battenti, l’uomo dovette cercar riparo nella bettola di un villaggio, mentre il denaro che gli era stato donato era, nel frattempo, finito. Il giorno seguente, una ragazzina, che percorreva quella strada per recarsi a scuola, vide il soldato e chiese informazioni su di lui. Essendo rimasta profondamente toccata dalla sua situazione, decise di partire un’ora prima ogni mattina, per andare a vendere della frutta colta per strada e, con il ricavato, comprare dei chapati per lo sventurato. Dopo un paio di settimane, per caso il maggiore passò per quella stessa strada e scorse il soldato: si stupì che non fosse ancora giunto a casa, dopo tutto quel tempo! Allora scoprì come fosse riuscito a sopravvivere. Vide la ragazzina che gli portava i chapati; quindi la seguì fino a casa. Vedendo il militare, i genitori pensarono che la figlia avesse combinato qualcosa, e che l’uomo dovesse quindi svolgere delle indagini. Mentre erano però sul punto di punirla, l’ufficiale li fermò dicendo loro: “Siete veramente fortunati! Quanti di noi possono vantare figli dotati di simili magnanimità, amore e interesse verso i bisognosi? Chi di noi ha figli dotati di tanto spirito di sacrificio?” Stava per dare ai genitori alcune monete d’oro, ma essi dissero: “Signore, non possiamo accettarle.Viviamo del denaro guadagnato con la nostra fatica. Chi farebbe la guardia alle monete d’oro a casa? Per favore, lasci stare!” Il maggiore uscì felice e tornò al suo paese natio, dove trovò un marito adatto alla ragazza. In seguito organizzò il loro matrimonio. Questa è la vera ricchezza dell’amore. “L’espansione dell’amore è vita; la contrazione dell’amore è morte.” (Tratto da “Satyopani¹ad”, n 4) 28

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Discorso 24-06-1961

IL DISCEPOLO IDEALE

“Il successo arriva quando sono presenti sia il vostro sforzo sia la Sua grazia. Come può, la grazia, entrare in voi, se non la cercate? Aprite la porta dello sforzo e il Signore misericordioso arriverà, con la corona del successo.” Nel discorso in hindi che ha appena letto, Swami Vidyânanda Mi ha dato il benvenuto qui a Naini Tal, descrivendone il bellissimo panorama ed elogiandone il clima. Bene. Questo fa di Me uno straniero, che deve essere invitato e accolto formalmente. Se Mi trovo qui con voi è perché Io sono presente, e sempre lo sarò, ovunque la Gîtâ venga studiata.Non Mi interessa tanto la bellezza esteriore della natura, quanto la bellezza del carattere e della condotta che voi state cercando di acquisire mediante il costante studio della Gîtâ. Sono venuto a questo incontro su di essa per vedere tutti voi, perché Io benedico tutti gli sforzi compiuti dall’uomo al fine di elevarsi tramite lo studio e la sâdhanâ (la pratica spirituale). Adhbhaktâ­ yatra gâyante, tatra ti¹ºâmi Nârada Ovunque i Miei devoti ripetano il Mio Nome, là Io Mi stabilisco. Questo è ciò che è stato dichiarato. Perché il Signore è sempre dappertutto, che lo evochiate o no; ripetere il Suo Nome Lo

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rende solo manifesto, come il ricevitore della radio capta dall’etere le onde che possiedono la frequenza sulla quale esso è sintonizzato. L’elettricità scorre sempre, ma solo avvitando la lampadina ottenete la luce. La Bhagavad Gîtâ è, per tutta l’umanità, un libro che trasmette i segreti della scienza spirituale in termini semplici e chiari, ma sarà utile solo se chi la legge possiede lo stesso distacco che aveva Arjuna quando K©¹²a cominciò a parlargli. Se avrete lo stesso anelito di Arjuna, vi guadagnerete il privilegio di ricevere l’Insegnamento capace di rimuovere la sofferenza. Solo un paziente affetto da una malattia deve prendere una medicina specifica che lo curi. Non è cosa che riguardi gli altri. Che profitto potrebbero trarne? La Gîtâ agisce sul sistema mentale solo se i sintomi dell’anelito sono forti. La resa spirituale ottiene la risposta di Dio Arjuna, l’arciere migliore di quei tempi, ansioso da anni di distruggere i malvagi Kaurava, che lo avevano fatto infuriare con le loro vendette sistematiche e spietate, all’improvviso perde interesse per tutto ciò che aveva ritenuto prezioso fino a quel momento! “A che serve vincere sul campo di battaglia?”, chiede questo eroe di mille combattimenti! “Non può sortire niente di buono dall’uccisione dei parenti in battaglia”, dice il guerriero che ha giurato di cancellare ogni traccia della stirpe dei Kuru! “Non desidero ucciderli, anche se essi possono voler uccidere me; deporrò le armi, e

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Discorso 24-06-1961 morirò senza fare resistenza”, geme l’emi- all’ignoranza o mâyâ (l’illusione cosmica). nente k¹atriya (appartenente all’ordine Un imperatore, mentre dorme, sogna di sociale dei guerrieri - N.d.T.). “Piuttosto essere un mendicante: indossa abiti stracandrei a mendicare di porta in porta e vive- ciati e si lamenta pietosamente davanti alle re di elemosine”, afferma questo rampollo porte altrui per un tozzo di pane. Nessuno di stirpe imperiale. In breve, la sua mente è ascolta le sue richieste, ed egli non riesce diventata matura per l’illuminazione. Egli ha più a trattenere il suo dolore: piange rumodalla sua parte il Signore stesso come guru, rosamente e sveglia sua madre. Ella arriva e lo sa. E aggiunge: “Mi dibatto nell’igno- e lo sveglia dal sogno. Non c’è bisogno che ranza. Sono confuso. Non so che cosa sia la madre gli dica: “Ascolta, tu sei l’impedharmico e che cosa sia adharmico.” Egli ratore e non un mendicante.” Egli lo sa vuole assurgere allo stato di discepolo e si subito, non appena si sveglia. ALLO STESSO getta ai Piedi di K©¹²a in stato di resa. MODO, ANCHE VOI RICONOSCERETE SUBITO IL CHIUNQUE, IN QUALSIASI LUOGO, RAGGIUN- SÉ, NON APPENA L’ILLUSIONE SCOMPARIRÀ: GA TALE STADIO DI ABBANDONO SPIRITUALE, L’ILLUSIONE CHE QUESTO MONDO DI SOGNI È REALE! Un principe che cade nelle mani di RICEVERÀ LA RISPOSTA DI K©¹²A, ED EGLI GLI INSEGNERÀ LA GÎT DAL CARRO DA LUI una tribù di selvaggi mentre è ancora bamGUIDATO, CHE È IL CUORE. bino, e si comporta come uno di loro, non perde per questo il suo stato di principe. Mettete fine all’illusione e ottenete Liberatelo, ed egli saprà di essere un prinil riconoscimento del Sé cipe. Lo scopo della Gîtâ è la rimozione di moha Ecco perché Arjuna dice: “Ho riacquistato (l’illusione)1 , che sopraffece Arjuna, facen- la memoria, ho acquisito la conoscenza. dogli credere di essere l’agente, mentre in Ora so chi sono: io sono Te!” realtà egli era solo uno strumento. Ecco perché K©¹²a, alla fine del Suo discorso, La Gîtâ, suprema apportatrice gli chiede: “L’illusione, che ha origine da di armonia ajñâna (l’ignoranza), è stata in te distrutta Lo studio della Gîtâ deve sfociare in quetotalmente?” K©¹²a, come farebbe un bra- sto risultato. Il vostro satsa¾g deve avere vo insegnante, vorrebbe evidentemente ri- come obiettivo questa conclusione. Non correre a qualche altro mezzo, o prolunga- lasciatevi affascinare dalla bravura di certi re un po’ la conversazione, per far sì che pa²¬it (studiosi della Scienza Sacra), che l’alunno comprenda bene l’insegnamento. sanno recitare la Gîtâ a tempo di primato o Ma Arjuna è un bravo allievo, e dichiara: scriverla tutta su una cartolina postale, o ripeterla al contrario, o citarne le interpreNa¹ºo moha­ tazioni in un battibaleno. “L’illusione è stata distrutta; Un uomo stava camminando lungo la spiagho acquisito la conoscenza.” gia battuta dalle onde; fece un tuffo e i suoi piedi si bagnarono! No, non c’è alcun miQuale conoscenza aveva acquisito? La co- racolo in questo! È ciò che accade a molti noscenza del Sé, o Âtma. Aveva visto se studiosi che si tuffano nell’oceano della stesso fondamentalmente come Âtma e ave- Gîtâ. Nella durbar hall (sala delle udienva realizzato che il mondo e tutti gli ogget- ze), quando il maragià arriva per sedersi ti sono sovrapposizioni all’Âtma, dovute sul trono, i suoi accompagnatori lo annun-

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Discorso 24-06-1961 ciano con i suoi numerosi e lunghi titoli, ma, PRONTO A COMBATTERE! EGLI ERA VERAMENnelle conversazioni giornaliere, viene usato TE UN DISCEPOLO IDEALE. DOVETE ESSERGLI un nome breve. Il suo principato non è che GRATI ; INFATTI, È PER MERITO SUO CHE un minuscolo stato. Allo stesso modo, il L’UMANITÀ HA AVUTO LA BHAGAVAD GÎTÂ. Alpa²¬it può fare un grande sfoggio davanti cuni discutono, dicendo che essa insegna agli altri, ma, dentro di sé, nel segreto della un tipo di yoga a scapito di altri, o che metpropria coscienza, è solo un piccolo uomo. te in evidenza solo delle caratteristiche di La grandezza dipende dalla sâdhanâ (di- parte. Se cominciate a metterla in pratica, sciplina spirituale) e dal successo che si questi atteggiamenti, quali il cercare di sfogottiene seguendola, cioè da anu¹ºhâna (la giare la vostra cultura superiore, promulpratica delle austerità religiose) e da ni¹ºhâ gando una nuova teoria o proponendo un (la ferma aderenza ad esse). Viene detto: nuovo significato, svaniranno. La Gîtâ, fra tutti gli yoga (le discipline per il controllo Utti¹ºha jâgrata, prâpya varân delle agitazioni mentali) è quella che apporta nibodhata maggior armonia. Infatti, una volta che ne Svegliatevi, alzatevi avrete fatto la stella-guida della vostra vita, e non fermatevi fino a quando il vostro modo di agire sarà karmayoga, il non avrete raggiunto la meta. vostro modo di sentire sarà bhaktiyoga e il vostro modo di ragionare sarà Per raggiungere questa meta, tuttavia, non jñânayoga. Succederà automaticamente. c’è bisogno di marciare; non è un posto in Ciò che fate deve essere in linea con il cui si deve arrivare. Si tratta solo di aprire Dharma (la Rettitudine); ciò che sentite l’occhio, di rimuovere il velo, di svegliarsi deve alimentare Prema (l’Amore); ciò che dal sogno, di accendere la luce di jñânadîpa pensate deve rivelare Satya (la Verità). (la saggezza spirituale). Per raccogliere i Allora questo satsa¾g sarà benedetto da frutti di questo vostro studio della Gîtâ è ›ânti (la Pace), o persino da Praµânti (la indispensabile sviluppare una concentra- Pace Suprema). zione unidirezionale. K©¹²a chiede ad Gîtâ Satsa¾g - Naini Tal, 24 giugno 1961 Arjuna: “Mi hai ascoltato con mente attenta? Senza distrarti?” Questo perché il campo (Tratto da: “Sathya Sai Speaks”, vol. 2, n.10 di battaglia in cui si trovavano era pieno di 1960/62) distrazioni, che disturbavano la concentrazione mentale di Arjuna, mentre egli dove- 1 Moha significa, esattamente, “perdita di coscienva focalizzarsi sulla lezione di inestimabile za”. Per estensione, dunque, vuol dire anche valore che stava ricevendo da K©¹²a. È “turbamento”, “smarrimento”, “confusione”, “accecamento”, “perplessità”, ovvero ogni sorta di VERAMENTE AMMIREVOLE CHE ARJUNA, SEstordimento derivante dall’illusione e dall’ignoranDUTO NEL CARRO FRA LE DUE ARMATE, RIUSCISSE A RESTARE PADRONE DELLA PROPRIA MENTE E A LIBERARSI DI TUTTE LE PASSIONI DI CUI ERA PERVASO QUANDO ERA ARRIVATO,

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za. Altri significati relativi a tale termine sono: “desiderio primordiale”, “inganno”, “infatuazione”, “sopravvalutazione”, “attaccamento”.

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Dalla prima all’ultima lezione Oggi, Thirumalachar ha letto e spiegato il capitolo sullo jñânayoga (l’unione con Dio attraverso la conoscenza spirituale) nella Sathya Sai Gîtâ da lui composta. Nessuno può dire quale sia la vera natura della creazione o di Brahman. Messo di fronte a un universo fondamentalmente misterioso, che egli sente infinito, senza fine e senza principio, lo scienziato deve accettarlo anche se non può farsene un’immagine reale. Anch’egli lavora sulla fede, crede cioè in qualcosa che non può pienamente afferrare o chiaramente desumere o realmente calcolare. Quella Realtà può esser definita solo mediante il criterio del “non questo”. Brahman è postulato e descritto per mezzo di un processo di negazione o eliminazione “neti neti” (non questo, non questo). In questo mondo artificiale ogni cosa è un miscuglio artificiale di nome e forma, anch’essi a loro volta artificiali. CONVINCERSI CHE QUESTA CREAZIONE SIA MITHYÂ (UNA MESCOLANZA DI VERITÀ E NON VERITÀ) È DAVVERO MOLTO DIFFICILE. QUANDO SBATTETE LA TESTA CONTRO IL MURO, È DIFFICILE CREDERE CHE IL MURO SIA MEZZO FALSO, CHE IL SUO NOME E LA SUA FORMA SIANO UNA FINZIONE DELL’IMMAGINAZIONE ILLUSA E CHE LA SUA VERA FONDAMENTALE REALTÀ SIA IL

BRAHMA! Le sette principali caratteristiche di Bhagavân Un giorno o l’altro, tuttavia, questa Jñâna (Saggezza spirituale) dovrà essere raggiunta da tutti; la si potrà ottenere attraverso bhakti, karma o râjayoga. Questi tre sono solo nomi differenti dati al processo di zangolatura del latte per ottenere il burro, 32

immanente nel latte stesso. UNA VOLTA OTTENUTA UNA PALLA DI BURRO, LA SI PUÒ MANTENERE SEPARATA E INALTERATA NEL LIQUIDO IN CUI ERA SEMPRE STATA. SIMILMENTE LO JÑÂNIN (LA PERSONA LIBERATA), UNA VOLTA CHE HA COMPRESO DI ESSERE DELLA STESSA SOSTANZA DELL’IMMANENTE BRAHMAN, PUÒ CONTINUARE, LIBERO DALL’ATTACCAMENTO, LA SUA VITA NEL MONDO.

Quando Brahman è visto attraverso mâyâ (l’illusione), appare come sagu²a (dotato di qualità) e viene chiamato Signore o Bhagavân. Egli ha sette caratteristiche principali: aiµvarya, kîrti, jñâna, vairâgya, s©¹ºi, sthiti e laya (prosperità, splendore, saggezza, non attaccamento, creazione, conservazione e dissoluzione). Potete considerare, chiunque possegga queste sette qualità, come avente in sé la Divinità; queste sono le infallibili caratteristiche degli Avatâr, della Mahâµakti (il Potere Supremo) che persiste pienamente anche quando ha apparentemente modificato Se Stessa per mezzo della mâyâµakti (il potere dell’illusione). Ovunque queste (qualità) sussistano, potete identificare la Natura Divina. Anche voi siete della stessa natura dell’Âtma con Mahâµakti, ma, proprio come il principe finito in un covo di ladri e cresciuto tra di loro, l’Âtma non ha riconosciuto la sua vera identità: ecco tutto. Anche se non lo sa, egli è comunque un principe sia che si trovi nel palazzo, nella foresta o nel covo dei ladri. Molto spesso il principe avrà qualche sentore del suo vero stato, un intenso desiderio per la Ânanda che costituisce la sua eredità, un richiamo proveniente dal profondo della sua coscienza (che lo invita) a fuggire per divenire se stesso. Quella è la fame dell’anima, la sete Mother Sai settembre-ottobre 2005

Discorso 30-09-1960 per la gioia eterna. Voi tutti siete come l’uo- è la stessa. La compagnia dei buoni vi conmo che ha dimenticato il suo nome. La fame duce a Dio, mentre la compagnia dei maldella mente può essere placata solo con vagi vi porta nella melma di prak©ti (il monl’acquisizione di Jñâna. do materiale). Come distinguere i buoni dai malvagi? Coloro che sono impegnati in Date alla vostra mente idee japa¼ (la ripetizione del Nome di Dio), apportatrici di forza e coraggio dhyâna¼ (la meditazione), yoga (il metoLa mente è come un guardiano gurkha: do per raggiungere l’unione con Dio) e deve essere tenuta completamente sotto arcana (l’adorazione) sono dei sajjana controllo dal padrone. Inoltre, il gurkha la- (persone buone); coloro che non amano scerà entrare in casa solo coloro che sono queste cose devono essere evitati dagli aspiamichevoli verso il padrone, non è vero? ranti che cercano Jñâna (la Saggezza) e ALLO STESSO MODO LA MENTE DOVREBBE vogliono la gioia che si prova quando il picTOLLERARE SOLO QUEI PENSIERI E QUEI SENcolo diventa il grande, quando la gioia momentanea diventa molto importante, quanTIMENTI CHE CONTRIBUISCONO AL BENESSEdo l’indigente eredita grandi ricchezze. RE DEL PADRONE. MANAS (LA MENTE) È LA COSA PIÙ IMPORTANTE DI MÂNU¹ (L’UOMO), L’uomo buono è dolce; egli si inchina facilmente dinanzi agli anziani, ai saggi, ai MA LA SUA FUNZIONE DEVE ESSERE GRADUALsâdhaka (i ricercatori spirituali). “Na ma” MENTE RIDOTTA E NON SI DOVREBBE PERMET(non mio) è l’atteggiamento di namaskâra TERLE DI ASSUMERE PIENO POTERE. Nutrite la mente non con desideri malvagi e pro- (l’inchinarsi); ma è veramente getti senza valore, ma datele idee namamakâra (non possessivismo) la diapportatrici di forza e coraggio. Quando la chiarazione che “tutto ciò che sono e che mente viene eliminata, Jñâna rifulge in tutto posseggo è dovuto alla Tua grazia”. il suo splendore. Dopo l’esperienza di Sarva¼ brahmâtmaka¼, cioè dopo che Eliminare tutti i fattori limitativi si è realizzato che ogni cosa è fondamen- con un processo sistematico talmente e interamente Brahman, la vita non Passate il vostro tempo in un simile può perdurare più di ventun giorni. La per- satsa¾ga (la compagnia di persone buosona coinvolta in simile esperienza non è ne), ravvivate le vostre facoltà mentali con più nel mithyâloka (questo mondo relati- la spazzola di viveka (la discriminazione). vo), per cui non può nutrire desideri o com- Io non vi chiederò di abbandonare la vostra piere alcuna attività; persino cibo e acqua capacità di critica; valutate, discriminate, diventano privi di significato. Come può sperimentate e analizzate la vostra espeBrahman aver bisogno di Brahman e rienza; poi, se convinti, accettate. Brahman riconoscere Brahman sotto for- Bhakti, yoga e jñâna sono le tre porte della ma di cibo e di bevanda? L’organismo de- stessa sala; alcuni entrano da una parte, altri perirà, il cuore si inaridirà e il corpo dall’altra, ma tutti accedono alla stessa stancollasserà. La sâdhanâ (la disciplina spiri- za. Lo jñânin (il conoscitore) vede tutto tuale) consiste nel tenere lo specchio da- come Sostanza divina, il bhakta (devoto) vanti a sé; se lo specchio è lucido e pulito, come Gioco di Dio, il karmayogî (colui che rivelerà il Sé: questo è l’Âtmasâk¹âtkâra fa l’azione senza cercarne i frutti) come (la Realizzazione del Sé). L’Âtma è lo stes- Servizio al Signore. È tutta questione di inso in tutti, uniforme; la verità di ogni uomo clinazione, gusti e livello di sviluppo della

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Discorso 30-09-1960 ragione e dell’emotività. Thirumalachar ha della devozione, la Sa¼pûr²a Jñâna (la detto che, come risultato della jñâna, mâyâ conoscenza spirituale totalmente realizzase ne va; ma mâyâ non va e non viene. ta) lo avevano liberato. La visione di queQuando accendete la luce in questa sala, sta ekatva (unità) è la ricompensa più alta voi dite che è arrivata la luce e l’oscurità per l’advaitin (il cultore del non dualismo). se ne è andata; ma dov’è andata? Spegne- Tutto questo è un sogno e voi siete tutti atte la luce, (e di nuovo) sarà buio! L’oscuri- tori. Una volta, a Puttaparthi, in una comtà non ritorna precipitosamente dal luogo in media in paese, il ruolo di Vâli fu assegnato cui era andata, passando attraverso le por- al figlio di un ricco e quello di Sugrîva al te per riempire la stanza; è sempre stata lì, figlio di un povero. “Vâli” protestò dicendo non era andata via. È solo che la sala è che egli non sarebbe mai morto nel constata illuminata e la luce ha prevalso. ALLO fronto con il figlio di un uomo povero e insiSTESSO MODO, QUANDO SI SARÀ OTTENUTA LA stette che Râma avrebbe dovuto favorire GRAZIA DEL SIGNORE, LA SAGGEZZA PREVARlui e uccidere invece Sugrîva! LA STORIA NON PUÒ ESSER CAMBIATA PER ASSECONDARE RÀ E L’ILLUSIONE DELLA SEPARAZIONE NON AVRÀ PIÙ POTERE. Come si può ottenere queI VOSTRI CAPRICCI. SE LA COMMEDIA PREVEsta saggezza? Con un processo lento e si- DE CHE VÂLI DEBBA MORIRE, L’ATTORE A CUI stematico, eliminando tutti i fattori limitativi È STATA AFFIDATA QUELLA PARTE DEVE “MOcome avidità, lussuria, orgoglio, invidia, odio RIRE” ESATTAMENTE COME EGLI HA DECISO. e tutta la malefica progenie degli istinti e Chissà che le lodi e il biasimo non facciano degli impulsi possessivi; attraverso l’influen- parte della commedia? za educativa del Dharma, l’insieme di regole dettate dall’esperienza di generazioni Gli errori che trovate negli altri sono per regolare la vita; per mezzo dello studio, in voi della riflessione e della pratica; attraverso L’ignoranza di questa verità è una mancanza l’analisi delle esperienze (vissute) nello stato grave alla quale occorre provvedere fin di veglia, di sogno e di sonno profondo; im- dall’inizio. Il medico che cura questa parando a essere testimoni di tutto questo bhavaroga (malattia del mondo) prescrispettacolo transitorio senza essere ve rimedi che devono essere assolutamenintrappolati nelle sue spire; superando ogni te presi; non l’intera quantità tutta d’un fiatendenza alla divisione e alla to, e neppure a intervalli di mesi o anni. Tuttavia (deve esserci) la medicina come pure differenziazione. il regime (di vita). Alcuni dicono di esser La visione dell’Unità è la più alta venuti a Puttaparthi dieci o anche quindici ricompensa volte come se andare all’ospedale una dozPrahlâda non invocò mai suo padre e sua zina di volte fosse sufficiente a guarirli. Ogni madre, come fanno i bambini, mentre veni- volta potranno anche procurarsi un flacone va torturato; non si raccomandò ai suoi car- della medicina necessaria, ma, se non ne nefici perché lo risparmiassero: egli vede- fanno l’uso prescritto, quale miglioramento va in quei crudeli aguzzini il Nârâya²a che potranno mai constatare? Il saggio non adorava. Per lui ogni cosa e ogni persona guarda come Mi vesto, abito giallo oggi o erano Nârâya²a. Come poteva dunque pro- rosa domani; egli penetra fino al Tattva (la var dolore o sentirsi offeso? L’advaita (il Natura effettiva) al di là di questa Forma e non dualismo) messo in pratica, il culmine sa che questo Corpo è solo un abito indos-

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Discorso 30-09-1960 sato con uno scopo. Il prossimo Avatâr di razione postula due entità: Sarva¼, il Tutquesto Tattva avrà un’altra veste. Voi ot- to, e Brahman; mentre solo l’esperienza del tenete piena saggezza attraverso l’analisi Brahman “è”), dovete andare molto avandella conoscenza del Sé. Se non conoscete ti, ma non scoraggiatevi: l’intera enciclopevoi stessi non potete conoscere Me. Ciò dia è composta dalle ventisei lettere delche voi state facendo qui è karmamârga l’alfabeto e tutto l’apprendimento comin(il cammino dell’azione); ciò che manife- cia con la conoscenza di A, B, C e D. Io state è bhaktimârga (il cammino della de- sono qui, pronto ad aiutarvi dalla prima alvozione) e ciò che andate rimuginando nel- l’ultima lezione. Non gravatevi dell’affanla vostra mente è Jñânamârga (il cammi- no che il vostro prârabdha karma (le aziono della Conoscenza spirituale). Ciò che ni e le loro conseguenze) sia contro il vostate sperimentando in questo particolare stro progresso. La somma degli effetti del momento è il Paradiso, perché ora siete vostro karma passato è il sancita e ciò che immersi nella gioia di ascoltare le Mie pa- voi avete scelto da quella riserva, per conrole. Non state pensando alle svariate ra- sumarlo ora, è prârabdha; se usato e cugioni che vi hanno portato qui, ma, se Io cinato saggiamente, il prârabdha può difinisco il Mio Discorso e vado via, voi sci- ventare dolce, gustoso e salutare. Inoltre, volate (nuovamente) nel martya loka, il la grazia di Dio può distruggere gli effetti mondo delle cose passeggere e dei deside- del karma passato o modificarne il rigore. ri fugaci, delle menti vacillanti e dei cervelli Non abbiate il minimo dubbio al riguardo. che dubitano. Esaminate soprattutto la vo- Se la legge del karma fosse così inflessibistra condotta e la vostra fede. Osservate le, perché allora raccomandare la sâdhanâ, se è sincera e stabile. Quando siete su un un viver corretto e il coltivare le virtù? Il treno in movimento, vedete gli alberi sfilare prârabdha si dissolverà come nebbia al velocemente lungo la linea; non preoccu- sole se vi guadagnerete la grazia di Dio! patevi degli alberi: osservate voi stessi, esa- Anche per il sorgere della saggezza la graminatevi, e scoprirete di esser voi a muo- zia del Signore è necessaria. vervi velocemente. Allo stesso modo, non Praµânti Nilayam, 30 settembre 1960. biasimate gli altri additando i loro errori; gli errori che vedete sono in voi e quando correggerete voi stessi anche il mondo risulte- Le conseguenze dell’azione (karma) posrà ben fatto! La conoscenza è la discrimi- sono essere eliminate solo attraverso l’azionazione tra ciò che promuove il proprio ne, come una spina può essere rimossa solo avanzamento e ciò che lo ritarda. Siate il per mezzo di un’altra spina. Fate buone vostro stesso guru, il vostro insegnante. azioni per lenire la pena di quelle cattive Avete la lampada con voi; quindi, accende- che avete commesso e per cui ora soffrite. tela e procedete senza paura. L’azione migliore e più semplice è la ripetizione del Nome di Dio: dedicatevi sempre La grazia di Dio può distruggere ad essa. Terrà lontane le tendenze malvagli effetti del karma passato gie e i pensieri empi e vi aiuterà a irradiare Per raggiungere lo stadio in cui si è realiz- amore tutt’attorno a voi. zato che perfino “Sarva¼ Brahma ›rî Sathya Sai (Tratto da “Sathya Sai Speaks”, vol. 1 – Mâyâ¼” (tutto è Brahman) è una dichia1953/1960, D.D. n. 32) razione incompleta (perché questa dichia-

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Discorso 29-09-1960

Dio a portata di mano

Una volta Vidura chiese a K©¹²a: “Com’è che hai preso parte all’uccisione di migliaia di soldati nella battaglia del Kuruk¹etra? Avresti potuto evitare tutto quel massacro e risparmiarTi un mucchio di fastidi semplicemente cambiando l’atteggiamento mentale dei maggiorenti dalla parte dei Kaurava: Duryodhana, Du­µâsana, ›akuni e Kar²a.” K©¹²a rispose: “Mio caro uomo, Io ho assegnato a ciascuno una certa quantità di qualità e poteri, nonché una certa dose di libertà, affinché ognuno li utilizzi come meglio crede; è operando in questo modo che si impara meglio. Barcollando per un po’, il passo del bambino diventa più fermo e sicuro: l’esperienza è la miglior scuola anche se la più dura. Potete dire in qualsiasi modo che il fuoco brucia, ma, se non vi scottate effettivamente le dita, non crederete né saprete che cosa sia una bruciatura.” È Prema (l’Amore) che entusiasma e riempie la mente di gioia e speranza. Potana, Nandanar, Jayadeva, Gauranga, Tukaram, Mîrâ, Purandaradasa, Tyâgarâja e altri si entusiasmavano moltissimo al solo pensiero del Signore, perché possedevano l’Amore in forma molto pura e potente. Certa gente può ridere di tutti questi bhajan e chiamarli mera scena ed esibizione, consigliando invece la quieta meditazione nella nicchia silenziosa della (propria) stanza di preghiera, ma uscire e riunirsi a cantare i bhajan in questo modo aiuta a eliminare l’egoismo; uno non teme il dileggio né ha vergogna di cantare ad alta voce il Nome

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di Dio e trae ispirazione dalla devozione degli altri. La compagnia di uomini dai sentimenti affini aiuta a difendere il tenero germoglio evitando che venga bruciato dalla vampa della derisione. Una persona pulirà il pavimento della sua stanza con la scopa quando nessuno vede, ma fare la stessa cosa, considerata poco dignitosa, quando la gente guarda, richiede una certa padronanza dell’ego. Compite atti pieni d’amore per gli altri L’amore è devozione filiale quando è rivolto verso i genitori, amicizia se diretto verso gli amici, amore quando è provato per il coniuge, rispetto quando predispone verso gli anziani e affetto quando si è portati verso i bambini. Bhakti (la devozione) influenza i vostri atti in tre forme: voi fate delle cose coscientemente per dimostrare il vostro amore o dare sfogo al Prema che vi anima; fate degli atti, quali amorevoli offerte, per magnificare la gloria del Signore in spirito di adorazione e umiltà, come se deponeste ai Suoi Piedi tutto ciò che siete e di cui siete capaci, e fate delle azioni piene di amore per tutti semplicemente come parte della vostra esistenza, automaticamente, senza alcuna ombra di ego o traccia di violenza che ne sciupino la fragranza. L’azione offerta fa sì che tutta l’attività diventi un’offerta; Ânanda (la Beatitudine) vi fa sentire che il vostro sforzo valeva la pena di essere fatto. Questo è il fine, lo scopo, l’ispirazione. Come fate a darMi Ânanda? Prendendo a cuore ciò che dico

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Discorso 29-09-1960 e mettendolo quotidianamente in pratica. quando gli aspiranti discepoli vanno da loro Decidendo per alti obiettivi e lasciandovi poi per avere una guida, essi li portano al settiattrarre dal “basso”, tradite voi stessi. Mi- mo cielo, esagerano i loro successi e congliorate il vostro carattere e la vostra cedono loro dei “titoli” che vengono ostencondotta; quando i vostri sentimenti diven- tati dalle sfortunate vittime. In questo modo tano puliti e i vostri impulsi puri, potrete i discepoli vengono sgravati di ulteriori vedere la Mia Forma nella sua Realtà. Vi impedimenti al progresso spirituale. I dirò la cosa in poche parole: liberate l’in- “guru” vogliono il denaro per vari scopi e telligenza che Mi deve comprendere dalle quindi hanno sempre un occhio puntato al portafoglio dei discepoli; cercano di ottetortuosità: fatela divenire lineare e acuta. nere denaro concedendo loro titoli o lodandoli pubblicamente o promettendo riconoLa nostra relazione è atmica, scimenti pubblici, tutte lusinghe mondane che non profana Mi avete ora a portata di mano, ed è pro- sconfessano il principio di non attaccamento prio il Tesoro che andavate cercando, per- che essi insegnano e rappresentano. ché la nostra relazione è atmica, non profana o costruita. In tutti gli altri posti vi spen- Alcuni impostori vanno a caccia nano perché la relazione è basata sul por- di discepoli danarosi tafoglio. In certi posti si basa sulla casta o Lasciate che i guru condannino l’accumusull’istruzione o su altri aspetti secondari; lo di ricchezze e biasimino il cattivo uso qui si tratta dell’attaccamento che che ne viene fatto; lasciate che siano ineNârâya²a (Dio) nutre per nara (l’uomo), sorabili nella loro condanna. Questo è il l’Oceano per il fiume, l’Universale per il distintivo del guru che conosce la sua misparticolare. QUI OGNUNO DEVE DIVENTARE IN- sione. AL CONTRARIO, I (FALSI) GURU FINGOFINITO SFUGGENDO AI LEGAMI CHE LO LIMINO DI NON VEDERE E TOLLERANO IL MALE NEI POTENZIALI DONATORI, PERCHÉ TEMONO CHE TANO. TUTTI POSSONO DIVENTARE LUI: NESQUALSIASI CONDANNA ESAURIREBBE LA LORO SUNO È ESCLUSO DALL’AMORE DI DIO. Il ragazzo diciottenne viene mandato dalla ma- FONTE DI GUADAGNO. COSÌ ROVINANO I DIdre in cucina a mettersi un piatto davanti, SCEPOLI, RINUNCIANDO A TRATTARLI CON LA servirsi di riso al curry e mangiare. La ma- DRASTICA MEDICINA DI CUI HANNO URGENTE dre non è insensibile o dura; ella conosce le BISOGNO PER LA LORO SALUTE SPIRITUALE. capacità del figlio e lo tratta come deve Questa caccia ai discepoli benestanti da esser trattato. Poi accompagna un altro fi- spennare è diventata una tragicommedia, glio in cucina, siede al suo fianco e gli ser- elaborata da certi sannyâsin (asceti) in ve il cibo mentre prende sulle ginocchia un un’arte raffinata. È tempo di smascherare terzo figlio e gli canta molte canzoni per e punire questi “sadhu” (anime nobili), e rendere il processo del mangiare piacevole questo sarà uno dei compiti del al bambino. Non pensate che quella madre Dharmasthâpanâ (ripristino della Rettitusia parziale; no, ella sta soltanto facendo dine) per cui sono venuto. Anche i sensali uso della sua conoscenza delle capacità dei che questi guru hanno sguinzagliato per il figli per farli progredire. Questa è la natura paese devono essere fermati. Libri, opuscoli, incontri, conferenze, discorsi, tutti dell’amore materno. Ci sono certi guru che nutrono moltissimo questi non vanno bene: a chiunque sia desi“amore”, anche verso i loro discepoli: deroso di conoscerMi va chiesto di

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Discorso 29-09-1960 avvicinarMi e sperimentarMi. Al fine di farvi l’esperienza, in modo che possiate avere un’idea di una montagna, non è sufficiente un barlume dello Splendore. Io rimarrò in che prendiate un sasso e diciate “la monta- questa mortale Forma umana per gna è un milione di volte più grande di que- cinquantanove anni ancora e raggiungerò sto”; dovete vedere una vera montagna, certamente lo scopo di questo Avatâr, non magari da lontano. L’“aldilà” è davvero in- dubitate. IMPIEGHERÒ IL TEMPO CHE VORRÒ comprensibile. La scienza è come la lette- PER PORTARE A COMPIMENTO IL MIO PIANO ra “C” , sempre mancante di una parte nel NEI VOSTRI CONFRONTI . N ON POSSO mezzo, con un buco rimasto vuoto. Solo la AFFRETTARMI SOLO PERCHÉ VOI CORRETE. religione ha riempito quella lacuna, perché Posso a volte aspettare per ottenere dieci essa conosce la Realtà che permane nei cose in una volta, proprio come una locotre stati, nei tre tempi e nei tre mondi. Dun- motiva non viene usata per tirare una sola que, la religione è il cerchio chiuso delle tre carrozza, ma aspetta finché non sia pronto “O”, che può allargarsi a mano a mano che un convoglio proporzionato alle sue capaconoscerete maggiormente la gloria del Si- cità. Ma la Mia Parola non fallirà mai: tutto gnore, ma che è sempre Pieno e Comple- deve accadere secondo la Mia volontà. to. Alla fine di tutto, siamo di nuovo all’iniPraµânti Nilayam, 29 settembre1960 zio. Il miracolo non è altro che il naturale com(Tratto da “Sathya Sai Speaks”, vol. 1 – portamento del miracoloso ed è per questo 1953/1960, D.D. n. 31) che, di quando in quando, Io ve ne concedo

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Discorso 28-09-1960

Il “summum bonum” della disciplina spirituale

Se credete che K©¹²a sia un gopâla (un mandriano), un uomo del mondo come gli altri, Egli sarà per voi solo un mandriano! Anche voi non raggiungerete che quel livello. Dovete capire che, in senso yogico, “go” di “gopâla” significa jîvî (essere vivente) e quindi Gopâla significa “Colui che protegge, guida, nutre e alleva i jîvî, vale a dire “Colui che è il protettore e conservatore degli esseri”. Avrete notato che Uddhava, che considerava K©¹²a il suo guru, trasse da Lui maggior profitto di Arjuna che Lo considerava un sakha (un amico). SE CREDETE CHE SIA DIO, EGLI SARÀ DIO PER VOI; SE LO LIQUIDATE COME UN SEMPLICE UOMO, EGLI ASSUMERÀ QUEL RUOLO E DIVENTERÀ INUTILE PER VOI. CERCATELO CON IL CUORE, NON CON L’OCCHIO ESTERIORE. Il superpotere va cercato nel superstato stesso, non negli stati inferiori. Allora, se avrete gli occhi adatti per vedere e la saggezza per comprendere, Lo troverete. I vari individui hanno diversi metodi di adorazione e adorano oggetti di culto diversi. Vi¹²u, ›ambu, ›âradâ, Allah rappresentano gradi differenti di comprensione umana dell’Unico Insoluto Mistero, l’Insondabile Infinito e Assoluto. Non dovreste cercare la diversità; cercate l’unità. Non entrate in discussioni sul superiore e l’inferiore; quando la stessa persona è onorata con titoli diversi, perché discutere sulla superiorità e inferiorità del titolo? Tutti i titoli sono inadeguati al Suo Splendore Totale.

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L’azione è necessaria per realizzare la Verità Il vostro tentativo dovrebbe essere quello di raggiungere e divenire Nitya¼ e Satya¼ (Eterno e Verità). Verità è ciò che è uguale nel passato, presente e futuro, che è lo stesso negli stati di veglia, di sogno e di sonno profondo e che non è influenzato da tamogu²a, rajogu²a e sattvagu²a (qualità dell’inerzia, dell’attività-passione e della serenità). Inoltre, il Nome è più grande perfino del Nominato, perché il Nominato può scomparire, ma il Nome rimarrà ed evocherà la Forma del Nominato. NON C’È BISOGNO CHE VI AFFANNIATE NELLA RICERCA DI

DIO; EGLI

È COME IL BURRO NEL LATTE,

COME IL PULCINO NELL’UOVO, IMMANENTE IN OGNI ATOMO DELLA CREAZIONE. NON PROVIENE DA ALCUN POSTO NÉ VA CHISSÀ DOVE: EGLI È LÀ, QUI, DOVUNQUE.

Da anu (l’atomo) a ghana (la cosa più grande), dal microcosmo al macrocosmo, Egli è ogni cosa. Per realizzare questa grandiosa Verità, è necessaria la sâdhanâ (disciplina spirituale) o karma (azione). Questo è karmayoga, azione fatta a questo scopo: karmasu kauµala¼, cioè azione fatta in modo intelligente. Un milionario può possedere un gran numero di vari veicoli, automobili, carrozze ecc., ma, perché si mantenga in salute, il medico gli consiglia di camminare per alcune miglia ogni mattina, altrimenti, dice il dottore, si ammalerà. Allo stesso modo per la rimozione di ajñâna (la malattia dell’ignoranza) si deve compiere l’azione,

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Discorso 28-09-1960 l’azione diretta dal Dharma (la Rettitudine). L’olio nella lampada è il grasso proveniente dalle azioni di vite precedenti. Più alta è la fiamma più brillante è la luce e prima l’olio finisce. Compite azioni decise ed esaurite gli effetti del passato; liberatevi del fardello che portate al collo. C’È PIÙ GIOIA NEL COMPIERE L’AZIONE CHE NEL FRUTTO CHE PUÒ DARE; IL PELLEGRINAGGIO È SPESSO PIÙ PIACEVOLE DELL’ESPERIENZA VISSUTA NEL TEMPIO IN CUI IL PELLEGRINO SI ERA RECATO.

Rendete lo sforzo spirituale naturale come il respiro È detto nella Gîtâ che non dovreste curarvi del frutto dell’azione, ma ora Io dico che, entro certi limiti, potete valutarne il risultato. Questo consiglio fu dato tenendo conto delle condizioni allora prevalenti e dell’illusione da cui Arjuna era afflitto. Dato che migliorerà la vostra Ânanda (Gioia) e darà maggior vigore alla vostra sâdhanâ (disciplina spirituale), a proposito di quest’ultima, vi dico ora che potete praticarla con occhio attento all’Ânanda che, alla fine, ne deriverete. È stato appena detto dal Preside del Mârka²¬eya Sanskrit College che Io sono nato come Janaka, (cioè) come risultato di qualche karmaµe¹a (residuo karmico)! Io non ho nessuno “µe¹a” (residuo) di karma da esaurire! Sono esente da karma come già affermato nella Gîtâ. La Mahâµakti (il Potere Supremo) indossa il mantello della mâyâµakti (il potere dell’illusione) al fine di ottenere lo scopo di prender contatto con il genere umano e proteggerlo. IO NON HO ALCUN DESIDERIO E QUINDI NESSUN KARMA CHE MI LEGHI. SIETE SOLO VOI AD AVERE DESIDERI, OBIETTIVI E ASPETTATIVE CHE VI TRASCINANO LUNGO VARIE STRADE. Per Me, la vostra gioia è il Mio cibo, il vostro gaudio il dondolo su cui Mi

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siedo, la vostra attività il Mio terreno di giuoco. Ci sono tre tipi di karma: il sahajakarma (l’azione naturale) che, come il respirare, deve esser fatto; il vikarma (l’azione fatta con un intento), come la combinazione dello stoppino e dell’olio nella lampada accesa e l’akarma (l’azione fatta senza l’intento di goderne i frutti o le conseguenze), in cui non c’è né olio, né stoppino, né fiamma. Il prâ²âyâma (il controllo del respiro) e lo yoga (l’unione con Dio) devono diventare naturali come il respirare e altrettanto automatici, il che è il “summum bonum” della disciplina spirituale, lo stato di sahajasâdhanâ. “Io rendo la gente pazza di Dio” Imparate sin dall’infanzia la ripetizione del Nome, la preghiera e la pratica del silenzio. FATE SÌ CHE I BAMBINI CONTEMPLINO LE BELLEZZE E LA MAGNIFICENZA DELL’OPERA DI DIO E SIANO PIENI DI RIVERENTE TIMORE E DI MISTERO. Non calcolate né conteggiate ciò che il Sai Baba di Puttaparthi vi dà; Io non dono per attrarvi a Me: dono solo per riempirvi di Ânanda (Gioia). Spandere Gioia: questo è il Mio compito. Io non voglio che Mi esaltiate; sarò soddisfatto se confiderete in Me. LA MISTERIOSA INDESCRIVIBILE POTENZA SUPERIORE È GIUNTA A PORTATA DI MANO E NON SI IMPEGNERÀ MAI IN COMPITI CHE NON PORTINO FRUTTI. Qualcuno ha cantato che Io porto le lacrime e asciugo le lacrime; sì, Io porto nei vostri occhi le lacrime di gioia e asciugo quelle di dolore. Si dice che Io faccia impazzire la gente e curi la pazzia; sì, rendo la gente pazza per Dio e per la disciplina spirituale a ciò necessaria. Curo la pazzia che fa correre freneticamente le persone dietro piaceri effimeri e le fa cadere in accessi di gioia e dolore. Alcune persone, nella loro ignoranza, hanno detto che a volte Io sono divino, dopodiché divengo umano! Dicono che Io oscilli tra

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Discorso 28-09-1960 Daivatva¼ e mânavatva¼ (Divinità e umanità). Non credeteci: Io sono sempre una sola realtà. Dio non subirà mai un cambiamento fondamentale; solo la forma esteriore può cambiare, l’essenza sarà la stessa. Non ci sarà alcuna diminuzione di valore, come divenire umano per un periodo ecc. Dio sarà caratterizzato da Amore illimitato e intatta Dolcezza. Ci sono due doveri che l’uomo deve assolvere: uno lungo il dharmamârga (il sentiero della rettitudine) per questo mondo e uno lungo il brahmamârga (il sentiero della Suprema Realtà) per la liberazione eterna. Il dharmamârga è il sentiero di sinistra e quindi può esser lasciato; anzi, se ne andrà da solo quando il frutto sarà maturo. È per questo che è chiamato “left” (“sinistra” e anche “lasciato”)! Lasciatelo e non piangeteci sopra, ma mantenetevi sulla “right” (destra), sul brahmamârga, perché è “right” (anche “giusto”) che facciate così. Non odiate mai gli altri né augurate loro sventura In definitiva, dovete sapere come usare l’occasione, che avete avuto in questa vita, di venire in contatto con Dio. La lampada diffonde luce, ma può essere usata per vari scopi, buoni o cattivi; il Gange è sacro, ma le sue acque vengono usate sia per fini positivi sia negativi. IL MODO IN CUI USATE QUESTA OPPORTUNITÀ DIPENDE DAL VOSTRO DESTINO , DALLA VOSTRA FORTUNA E DALLA QUANTITÀ DI GRAZIA CHE RIUSCITE A GUADAGNARVI. RAFFORZATE LA FEDE, ACCRESCETE LA DEVOZIONE E TUTTO VERRÀ DI CONSEGUENZA. Râma fu il simbolo di Satya¼ (la Verità), K©¹²a di Prema (l’Amore), Buddha di Dharma (il dovere, la giustizia). Ora, dei quattro, Satya, Dharma, ›ânti e Prema, Satya è il Dharma e Prema dona ›ânti. Io vi ordino: non odiate mai gli altri né augurate loro sventura o parlate male di loro. Solo Mother Sai settembre-ottobre 2005

così potete ottenere ›ântasvarûpa¼ (la forma naturale della Pace). SOLO IL SIGNORE CONOSCE IL PIANO, PERCHÉ SUO È IL PIANO! VOI VEDETE SOLO UNA PARTE DELLA COMMEDIA SUL PALCOSCENICO E QUINDI TUTTO VI APPARE MOLTO CONFUSO.

APPREZZERETE IL SUO PROGETTO QUANDO TUTTO IL QUADRO SARÀ SVELATO, NON PRIMA; PER QUESTO, DOVETE ANDARE DIETRO IL VELO DI MÂY (IL POTERE DELL’ILLUSIONE) E INCONTRARE IL DIRETTORE IN PERSONA. Mentre siete un attore che recita il suo ruolo sul palco, non potete afferrare il profondo significato di tutta la commedia che ha il mondo come teatro e le ere come durata. Se, mentre recitate bene il vostro ruolo, sviluppate amore verso i vostri compagni attori, ciò sarà più importante che maturare devozione per Dio. Acquisire ›ânti (la pace) costituisce un successo ben maggiore che raggiungere Jñâna (la Saggezza spirituale), perché Bhakti (la devozione) è il seme di Prema (l’Amore) e Jñâna il seme di ›ânti. I devoti dovrebbero almeno comportarsi come se fossero tutti della stessa famiglia. Approfittate dell’occasione, così fortunatamente disponibile, di mutua cooperazione nell’adorazione e nella sâdhanâ (disciplina spirituale). Tutti i poteri che Io ho sono per voi. Voi siete il Mio tesoro anche se Mi respingete. Io sono il vostro tesoro anche se dite “no”. Sarò amorevole con voi e Mi attaccherò a voi; affronterò qualunque problema per tenere la Mia proprietà al sicuro sotto la Mia custodia! Il che è come dire sotto la custodia di Dio, qualunque sia il Nome col quale Lo invocate. Tutti i poteri che ho sono per voi; Io sono solo il deposito e li tengo pronti per darveli, in qualsiasi momento li chiediate. Io vi darò Amore anche se non lo chiedete, perché esserne partecipi è vostro diritto.Alcuni protestano perchè non ho dato loro questo o quello, ma ciò è perchè 41

Discorso 28-09-1960 la loro visione è limitata all’immediato futuro o al presente, mentre Io so che cosa c’è in serbo e devo quindi difenderli da maggiori dolori. Essi persino Mi rimproverano e Mi coprono di insulti, ma non li abbandonerò. Io non sono influenzato da nessuno, ricordàtelo. Non c’è nessuno che possa cambiare il Mio corso o influenzare, anche minimamente, la Mia condotta. Io sono il Maestro del creato. Ma lasciate che vi dica questo: uso parole severe o “punisco” alcune persone perché le amo e desidero correggerle e farne strumenti migliori. Se non fossero Mie, le avrei abbandonate, e notare i loro errori non Mi sarebbe interessato affatto; Io ho il diritto di castigare coloro che sento Miei. So anche che, ciononostante, essi apprezzano la Mia Parola e si dispiaceranno se sarò scontento di loro. Il fatto che veniate facilmente allontanati da Me dalle parole irresponsabili di persone sciocche è dovuto alla vostra mente instabile. La pace può esser conquistata solo per la via difficile A volte agisco come se vi tenessi a distanza: faccio questo per trasformarvi più rapidamente. Quando un tratto di strada è in riparazione, faccio un altro giro e non la uso per un po’ di tempo; lo scopo è di lasciar procedere i lavori più speditamente in modo da poterla nuovamente usare. Sono venuto per raddrizzare il mondo e quindi devo raccogliere tutti coloro che sono malati e curarli nel Mio “ospedale”, riportandoli alla salute, alla forza e alla saggezza per rimandarli ai loro posti nella vita. DEVO INTENSIFICARE LA VOSTRA DEVOZIONE, RAF-

ghiera, credendo di portare il mondo più vicino alla pace ogni volta che pregano, ma la pace può esser conquistata solo per la via difficile, eliminando la violenza e l’avidità dal cuore degli individui. Ci sono casi in cui un paesano di Puttaparthi, avendo la febbre, ricorre ad ogni sorta di ciarlataneria finché la febbre non diventa troppo seria; allora corre come un matto a cercare dottori e medicine a Bukkapatnam, Anantapur, Chikkaballapur e Vellore finché è costretto a vendere la sua terra per pagare i debiti! Se solo avesse deciso di consultare subito un medico qualificato, tutto ciò sarebbe stato evitato. Quindi non correte dietro a guru che soffrono essi stessi di visioni distorte e sono afflitti da problemi di capofamiglia: non andate mendicando presso persone che sono esse stesse dei mendicanti. Evitate qualunque orgoglio e competizione tra di voi sulla via spirituale e lasciate che ognuno proceda con il suo passo; basta che la direzione e la strada vadano verso Dio. Praµânti Nilayam, 28 settembre 1960

I saggi dei tempi antichi distinguevano il karma in “vikarma” (che è fatto intenzionalmente), e “akarma” (che è fatto senza alcuna intenzione di goderne i frutti). Seguite quest’ultimo e vi salverete dalla sofferenza. Tutte le altre attività, come cercare la ricchezza, la reputazione, la fama e la notorietà, sfociano nella sofferenza. ›rî Sathya Sai (Tratto da “Sathya Sai Speaks”, vol. 1 – 1953/1960, D.D. n. 30)

FORZARE LA VOSTRA FEDE E RICOSTRUIRE LE FONDAMENTA DELLA VOSTRA NATURA MORALE, IN MODO CHE POSSIATE FRONTEGGIARE LE TENTAZIONI CON MAGGIOR SICUREZZA. Ho

incontrato persone che recitano una pre42

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Quando il terreno è pronto...

A Lume di Candela

Quando la sete di liberazione e il desiderio che si riveli la propria Realtà interiore si fanno acuti, una strana e misteriosa forza della natura si mette all’opera. Quando il terreno è pronto il seme attecchisce dovunque! Il Maestro spirituale ne è avvertito, e la sua risposta placa la sete, poiché il ricettore ha sviluppato il potere di attrarre la fonte dell’illuminazione: un potere forte e pieno che richiamerà spontaneamente lo splendore di quella Luce, pronta a irradiare la sua benedizione. (Tratto da: Sathya Sai Vâhinî “La Verità di Sai”, p. 125)

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L’immenso valore del silenzio “ Il silenzio è il linguaggio del ricercatore spirituale.” Sai Baba

News

Il 25/26 giugno si è svolto a Tredozio il seminario a livello nazionale su “Il Silenzio”, uno dei temi più importanti della disciplina spirituale. Un tale argomento suscita facilmente interesse e consenso, proprio perché la nostra vita è così caotica e piena di pensieri e parole, che non siamo più capaci di spazi di silenzio; ogni volta dobbiamo razionalizzare, verbalizzare, tradurre l’esistenza in parole e così ci allontaniamo dal nostro nucleo centrale ed entriamo sempre più nella sofferenza. Nel “rumore” di ogni giorno, la mente si svuota, le energie si logorano e la vita si appesantisce di infinite scorie, ma chi vuole realizzare una vita interiore profonda sa che deve circondarsi di silenzio, di quiete, di pace, per frapporre tra sé e le cose esteriori un argine in cui le onde turbolente della mente vadano a infrangersi e a spegnersi. Il ricercatore spirituale ha bisogno di silenzio, perché nel silenzio si aprono altre porte, altri canali, attraverso i quali arriva la voce interiore e si sviluppa un’importante esperienza mistica, quella che ci consente di scorgere il sentiero misterioso che porta alla conoscenza della natura segreta dell’esistenza e alla percezione della propria reale identità. L’esperienza del silenzio consente inoltre di realizzare una energia spirituale immensa, canalizzabile in una capacità creativa da poter dedicare a se stessi e agli altri in un atto di amore che ricambia e completa quello ricevuto nella stessa esperienza del silenzio. È nell’esperienza del silenzio che si può giungere a realizzare il mistero della vita, il significato stesso della nostra esistenza e diventare ricercatori dell’infinito. Giustamente qualcuno ha paragonato la meditazione a un cammino verso le frontiere del silenzio. In virtù del silenzio l’uomo entra nell’intimo del proprio essere, dove gli è dato di incontrare il proprio Sé. In questo silenzio si avvera, alla fine, la “grande rivelazione”. Durante il seminario abbiamo vissuto momenti di pratica comune e momenti in cui eravamo soli con noi stessi e proprio allora sono emerse tutte le nostre difficoltà a diventare silenziosi… Ci siamo ritrovati a combattere con il corpo, che non riusciva a trovare la posizione, con la mente, che si rifiutava di restare un po’ più tranquilla; e proprio allora il contatto con il respiro è stato fondamentale per calmare il corpo e riportare la mente “a casa”. La tranquillità del luogo, la bellezza del paesaggio hanno contribuito notevolmente a farci entrare in una dimensione di quiete, in cui ognuno ha potuto raccogliere frutti diversi. A conclusione dell’esperienza abbiamo condiviso con gli altri le nostre impressioni; ognuno ha raccontato il suo contatto col silenzio e la gioia di aver vissuto una dimensione molto spesso lontana da quella solita, da ripetere ancora insieme, ma anche individualmente, nella vita di tutti i giorni, perché, soprattutto, abbiamo capito che dobbiamo avere “fede” nel silenzio, e questa fede deriva dall’esperienza. Solo facendo silenzio lo si conosce e si comprende il suo immenso valore. “Prima che la tua anima possa comprendere e ricordare, deve essere unita a Colui che parla nel silenzio.”

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Nel parco con Dio

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Favole & Poesie

Un ragazzino voleva incontrare Dio. Sapeva che c’era molta strada da fare per giungere dove Egli viveva; così preparò la sua valigetta con un pacco di biscotti e sei bibite e intraprese il suo viaggio. Aveva percorso circa tre isolati quando incontrò un anziano. L’uomo era seduto nel parco e stava dando da mangiare ad alcuni piccioni. Il bambino si sedette accanto a lui e aprì la sua valigetta. Stava per bere un sorso della sua bibita quando si accorse che l’uomo sembrava affamato; così gli offrì un biscotto. L’uomo l’accettò con gratitudine e sorrise al bambino. Il suo sorriso era così dolce che il bambino volle vederlo ancora; gli offrì dunque una bibita. L’uomo gli sorrise nuovamente. Il ragazzino era deliziato! Rimasero là tutto il pomeriggio, a mangiare e sorridere, ma non pronunciarono mai una parola. Quando imbrunì, il bambino si rese conto di quanto fosse stanco; così si alzò per andarsene, ma, dopo pochi passi, si voltò, ritornò verso l’uomo e lo abbracciò. L’uomo gli rivolse il più radioso dei sorrisi.... Quando aprì la porta di casa, poco tempo dopo, la mamma fu sorpresa dallo sguardo di gioia sul suo volto. Gli chiese: “Che cosa hai fatto oggi che ti ha reso così felice?” Egli rispose: “Ho mangiato con Dio!” Ma prima che la mamma potesse replicare, aggiunse: “La sai una cosa? Dio ha il più bel sorriso che io abbia mai visto!” Nel frattempo, anche l’uomo anziano, raggiante di gioia, era ritornato a casa. Suo figlio fu meravigliato dall’espressione di pace che aveva sul volto e gli chiese: “Papà, che cosa hai fatto oggi che ti ha reso così felice?” Egli rispose: “Ho mangiato dei biscotti nel parco con Dio!” Tuttavia, prima che il figlio replicasse, aggiunse: “Sai, è molto più giovane di quanto mi aspettassi!” Troppo spesso, sottovalutiamo il potere di un tocco, un sorriso, una parola gentile, un orecchio disposto ad ascoltare, un complimento sincero, o una piccola attenzione, tutte cose che hanno il potere di cambiare una vita. Le persone entrano nella nostra vita per una ragione, una stagione, o per tutta la vita. Abbracciatele tutte ugualmente! Autore Anonimo

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Mother Sai Publications (EDIZIONI MOTHER SAI) e-mail:[email protected]

Sito Web: www.mothersaipublications.it (Collana Vahini) Aforismi Vedici (Sûtrâ Vâhinî) [SV] La Conoscenza (Jñâna Vâhinî) [JV] La Scienza di Dio (Vidyâ Vâhinî) [VV] La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), I° vol. [RV-I] La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), II° vol. [RV-II] Domande e Risposte (Prashnottara Vâhinî) [PUV] Il Fiume delle Upanishad (Upanishad Vâhinî) [UV] Il Gioco di Dio (Lîlâ Kaivalya Vâhinî) [LKV] La Pace Suprema (Prashânti Vâhinî) [PSV] La Via della Meditazione (Dhyâna Vâhinî) [DV] La Verità di Sai (Sathya Sai Vâhinî) [SSV] La Legge Morale (Dharma Vâhinî) [DhV] Storie Gloriose del Signore (Bhagavatha Vâhinî) [BhV] Gli Insegnamenti di Dio (Gîtâ Vâhinî) [GV] L’Amore di Dio (Prema Vâhinî) [PV]

(Collana Discorsi) di Sai Baba Discorsi 1988/89, I° vol. [D89-I] Discorsi 1988/89, II° vol. [D89-II] Discorsi 1963-65 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. IV) [D65] Discorsi 1964-67 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. V) [D66] Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. VI) [D67] Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL.7&8) [D68] Discorsi 1983 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVI) [D83] Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVII) [D84] Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XIX) [D86]

(Collana Biografie)La La Vita di Sai Baba (N. Kasturi) La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), I vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol. La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), IV vol.

(Collana Educazione)Discorsi agli Studenti Corso Estivo 1990 [CE90] Corso Estivo 1993 [CE93] Corso Estivo 1972 [CE72] Corso Estivo 1978 [CE78]

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Disponibili:

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Diario Spirituale 2 [DS2] Diario Spirituale 3 [DS3] Dhyâna: la Meditazione secondo gli insegnamenti di Sai Baba Canti devozionali (Libro dei bhajan, Testi). Canti devozionali (Libro dei bhajan, Accordi). Canti devozionali (Libro dei bhajan, Esercizi). Atti del I° Convegno dei Responsabili dei Centri Sai Mondiali Sadhana Guida all’ashram di Prashanti Nilayam Racconti e Parabole Vol. I (Chinna Katha vol I) Racconti e Parabole Vol. II (Chinna Katha vol II) Pensiero del Giorno (365+1 pensieri, per ogni giorno dell’anno)

Altri Autori A spasso con Dio Sai Baba, l’Uomo dei miracoli Messaggio d’Amore Grazie Swami Visione del Divino. Sai Baba Fiamma d’Amore Alla scoperta della verità L’Eterno Miraggio Sai Baba: la rivelazione continua Ho visto la luce Purificare il Cuore (Purifying thr Heart) Satha Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting) Sathya Sai Baba: Colui che dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra Incontrando Dio

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In Preparazione: Dissolvere i Dubbi Spirituali (Sandeha Nivarini) [SN]

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ROMA A V. Musolino, 43 Tel. (06) 5819504 ROMA B V. Arno, 49 Tel. (06) 86209659 [email protected] ROMA C-FORMELLO B.go S.Antonio, 3 Tel. (06) 9075187 [email protected] SOLARO (MI) P.zza 5 Giornate, 1 Tel. (02) 96409037 [email protected] TORINO A Strada Ponte Verde, 11/4 Tel. (011) 6602402 [email protected] TORINO B V. Caserta, 23 Tel. (011) 3826788 [email protected] TORINO C V. Principessa Clotilde, 44 Tel. (011) 480866 [email protected] TORINO D V. Broni, 1 Tel. (011) 390130 [email protected] UDINE V. M. Volpe, 456/a Tel. (0432) 480952 [email protected] VENEZIA V. Castello, 3414 Tel. e Fax (041) 5202920 [email protected] VERONA V. Redentore, 11/D Tel. (045) 590330 [email protected]

INDIRIZZI DEI GRUPPI SSSB BADESI (SS) V. Dante, 20 (339) 1578309 [email protected] BARI V. Amendola, 126 Tel. (080) 758406 [email protected] BARLETTA (BA) V. Imbriani, 88 Tel. (0883) 527358 [email protected] CARRARA (MS) V. Matteoni, 39 Tel. (0585) 253857 [email protected] CONEGLIANO - COLLE UMBERTO (TV) V. Cardenzin, 12 0438)394065 [email protected] FERRARA V. Argine Volano, 145 - Fossalta (FE) Tel. 0532 761534 [email protected] FORLÌ V. F.Orsini, 19 gruppo.sai.forlì@osssbi.org LIVORNO - LORENZANA (PI) V. Colle Alberti, 23 [email protected] MAROSTICA (VI).Viale Vicenza, 2 Tel. 335 5834701 [email protected] MONTECATINI TERME P.le Leopoldo, 2 [email protected] SIENA V. Martini, 110 Tel. (0577)281382 - 356795 [email protected]

GRUPPI BHAJAN CASATENOVO (LC) V. san Gaetano,11 Tel. (039) 9297011 Coordinatore: Renato Billo - email: [email protected] PIOMBINO (LI) V. I° Maggio, 62 Tel. (0565) 224917 Coordinatore: Cortese Cortesi - email: - [email protected] PRATO (FI) V.lo dei Bizzocchi 3/b (0574) 28044 Coordinatore: Benito Cantasale - email: [email protected] ROMA E Coordinatore: Paolo Startari - email: [email protected] TORINO E V. Rubino, 10/B Tel. (011) 3110907 Coordinatore: Oscar Tavoso

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