Mother Sai 4 2006

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  • Words: 22,792
  • Pages: 49
Sommario

03 Discorso Divino 11 Discorso Divino 18 Report

07 04 ’06 Assaporare la dolcezza del Nome di Râma. 30 03 ’06 Âtma, il Divino senza nome e senza forma.

21 Discorso Divino 29 Sotto la Veranda 31 Domande & Risposte 34 Zoom

27 05 ’02 Quel particolare sorriso che nasce...

Le celebrazioni del “Giorno di εvarâmmâ”. Un Ugâdi pieno di musica. “I devoti Sai sono la mia famiglia!” Un’intervista ad Anil Kumar. La lezione del Li¾godbhâvam. “Ogni dettaglio è meraviglioso”.

45 Favole & Poesie

La lampada della Saggezza.

MOTHER SAI PUBLICATIONS Sathya Sai Books and Publications of Italy Tutti i diritti sono riservati Anno XVIII n.4(110) luglio-agosto 2006 Direttore responsabile: Giorgio Piccaia sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India. 2

Mother Sai luglio - agosto 2006

Discorso 07-04-2006

Celebrazioni dello ›rî Râmanavamî (Cronaca della giornata)

Stamane il Signore Sai Râma è uscito per il darµan alle 8,25. Che cosa abbiamo visto appena l’auto è apparsa nel Kulwant Hall? Non la consueta piccola auto di colore grigio metallizzato, ma una stupenda macchina scoperta rosso brillante con Swami seduto davanti e facilmente visibile a tutti. L’auto è molto piccola e compatta, un modello Mini Cooper costruito dall’omonima Casa automobilistica recentemente acquistata dalla BMW. I devoti, in estasi, la guardavano passare, riuscendo a vedere Swami chiaramente, senza i soliti riflessi sui vetri dei finestrini. La targa riportava semplicemente le lettere BABA. L’auto ha fatto un giro completo e, agilmente manovrata, si è fermata davanti alla stanza dei colloqui. Il sedile si è mosso un poco in alto, poi esternamente e quindi in basso. Swami si è alzato in piedi e ha camminato fino al palco sedendosi poi sul sofà. Subito i bambini della scuola elementare, quei pochi rimasti durante le vacanze, si sono avvicinati per far benedire un cartello. A seguire, un gruppo di studenti del Music College si sono fatti avanti con il foglio che riportava il loro programma. Swami li aveva benedetti il giorno precedente concedendo loro di presentare stamani un concerto di vî²â. Alle 8,40 tale spettacolo è iniziato con Mahâga²apatim Bhajeham seguito da Enadaro Mahânubhâvulu accompagnato da un canto. Swami ha dato alcune istruzioni e quindi è stato cantato, accompagnato dalla vî²â, Brova Bâ Râma e Paluke Bangâra Mayana. Dopo questo pezzo ci sono state ulteriori Istruzioni divine e l’attenzione si è spostata su un altro gruppo di studenti del Music College esperti in musica classica indostana. Questo gruppo viene ora identificato da tutti come il “Mîrâ group”, in quanto, nelle ultime due settimane, ha cantato i bhajan di Mîrâ alla Divina Presenza. I ragazzi hanno cantato il Râma Kathâ in hindî, entrando nel vivo di vari episodi della vita del Signore Râma. Dopo il Râma Kathâ, un ragazzo ha cantato il Payo Ji Meine Râma Ratana Dhana Payo, quindi µrî Aswath Narayan ha eseguito il canto “O Râma Nî Nâma Emi Ruci Râ”, estremamente melodioso ed emozionante, e quindi Jagadabhi Râmudu ›rî Râmude, terminando con il popolarissimo Lâºa Mangeµkar bhajan “Râm Bhajan Kara Ma”. Swami ha accolto l’ârati alle 9,50 e si è poi ritirato nella Sua residenza. Nel pomeriggio, Swami è uscito alle 16, ha fatto un giro completo ed è sceso dall’auto vicino alla stanza dei colloqui; per nostra somma gioia si è poi diretto nel Kulwant Hall con la Sua sedia e ha percorso la prima fila dei ragazzi del gruppo “Vedam”, proseguendo verso gli studenti veterani che hanno avuto la splendida occasione di offrirGli le loro lettere e preghiere. Swami ha allora chiamato i ragazzi del “gruppo Mîrâ” nella stanza dei colloqui, come ha fatto molto di frequente negli ultimi giorni. Intorno alle 17, è quindi uscito e si è seduto sul palco concedendo al vicerettore di condividere i propri pensieri con l’uditorio. Questi, il professor Anil Gokak, ha parlato per una decina di minuti illustrando il simbolismo spirituale della storia del Signore Râma così come è stata formulata da Bhagavân Baba; egli ha assimilato Râma alla Compassione e Lak¹ma²a all’Amore, dicendo che ambedue dettero Beatitudine a tutti, e ha spiegato come Swami paragoni il re Daµaratha ai dieci sensi, i quattro fratelli ai quattro Valori Umani e Sîtâ e Râma a Prak©ti (la Natura) e al Paramâtma (il Sé Supremo). Il cervo d’oro simboleggia il mondo materiale e le sue tentazioni. Infine Râva²a, simbolo di rajas, e Kumbhakar²a, simbolo di tamas, vengono eliminati, mentre Vibhî¹ana, che manifesta il sattva, vince. Mother Sai luglio-agosto 2006

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Discorso 07-04-2006 Alle 17,10 Swami ha chiamato µrî Ajit Popat, il famoso devoto e oratore inglese, e gli ha chiesto di illustrare brevemente la fausta ricorrenza. Questi ha parlato per circa venti minuti sottolineando il fatto che noi umani non abbiamo bisogno di agghindarci fisicamente o mentalmente per avvicinarci a Dio, ma che dobbiamo però assumere un atteggiamento risoluto. Egli ha affermato che usando la “forza” e, andando alla fonte, otterremo tutte le risorse di cui necessitiamo, ricordando anche che il Signore K©¹²a ordinò sì ad Arjuna di farsi animo e combattere, ma semplicemente come strumento del Divino. Questa è la necessità di oggi. Ciò che è assolutamente indispensabile nella spiritualità è la qualità della vigilanza: siamo consapevoli che Egli è consapevole? ›rî Ajit Popat ha poi detto che Bhagavân lo istruì a seguire il detto “Kari¹ye Vacana¼”, di esser cioè coerenti con le proprie parole prima di tentare di seguire “Kari¹ye Vacana¼ Tava”, cioè di agire secondo le parole del Divino (letteralmente: “Io agirò secondo le Tue parole” - N.d.T.). Questo fu in effetti il Messaggio cardine della vita del Signore Râma: mettere in pratica ciò che si dice. Egli ha concluso affermando che la parola “joy” (gioia) ci comunica un messaggio molto forte, in quanto rappresenta “Jesus” (Gesù) per primo, “others” (gli altri) per secondo e “you” (tu) per ultimo. Si sono così fatte le 17,30 e Swami ha chiesto di portare il tavolo, si è alzato e, tra gli applausi, ha pronunciato il Suo Messaggio per il Râmanavamî. Alle 18,15 Swami si è seduto e ha intonato Râma Namâmu Mithai Idigo Randi Bhaktulara e, dato che gli studenti non conoscevano questo canto, ne ha pronunciato verso dopo verso le parole, permettendo a tutti di ripeterle e insegnando letteralmente come un maestro di musica. Ha poi continuato il Discorso sedendo sul sofà. Erano le 18,25 quando Baba si è seduto nella macchina e si è ritirato, e a tutti è stato distribuito il la¬¬u prasâdam.

Assaporare la dolcezza del Nome di Râma La Madre Terra di Bhârat ha dato i natali a molte anime nobili che si sono guadagnate grande nome e fama in tutti i continenti del mondo. Molti saggi e profeti di Bhârat, fin dai tempi antichi, hanno santificato il loro tempo propagando il Râma Tattva (il Principio di Râma). Il Râmâya²a appartiene al Tretâ Yuga, ma, nonostante siano passate migliaia di anni, esso viene ancora letto con rispetto in ogni villaggio e casale. “Fate ciò che dite” Giovani e vecchi cantano tuttora il sacro nome di Râma con grande devozione; essi 4

possono dimenticare qualunque altro nome, ma non il Râma Nâma (il Nome di Râma). Nel momento della difficoltà, che si tratti di milionari o di poveri, tutti prendono rifugio nel divino Nome di Râma. In Bhârat è difficile trovare qualcuno che non mediti o canti il Nome di Râma. Molti saggi del passato fecero penitenza e si impegnarono solennemente in vari modi per propagare la gloria del Nome di Râma nel mondo, ma Egli non desiderò né disse mai ad alcuno di cantare il Suo nome, né di meditare su di Esso, dichiarando, infatti, che tutti sono incarnazioni della Divinità. L’aderenza a Satya (la Mother Sai luglio-agosto 2006

Discorso 07-04-2006 Verità) era l’insegnamento fondamentale Nutrire e sviluppare le proprie qualità di Râma; prendendo Satya a fondamento, innate si deve sostenere e promuovere Dharma C’era naturalmente un conflitto tra Satya (la Rettitudine). Il Dharma non è confinato (Verità) e asatya (non verità), tra Dharma ad alcun luogo o paese particolare; esso è e adharma. Râma seguì scrupolosamente nato da Satya ed è presente in tutto. In ef- Satya, mentre Râva²a abbracciò asatya. fetti, senza Satya, il Dharma non può esi- Non c’è Dharma più grande dell’aderenza stere. Che cos’è il Dharma? a Satya, per cui noi dovremmo aderire alla Verità anche nelle questioni da poco. Non Dhârayatîti dharma­ si deve mai ricorrere alla falsità per sotCiò che sostiene è il Dharma. trarsi a situazioni difficili. ALCUNI, SBAGLIANDO, LIMITANO IL DHARMA AL SEMPLICE NUTRIRE I POVERI O AGLI ATTI DI CARITÀ; IL DHARMA DOVREBBE SCORRERE DAL PROPRIO CUORE ED ESSER QUINDI MESSO IN PRATICA.

FATE

QUELLO CHE DITE: QUE-

STO È IL DOVERE FONDAMENTALE DELL’UOMO. Dovrebbe esservi perfetta armonia tra le proprie parole e le proprie azioni; fare altrimenti, parlando in un modo e facendo il contrario, è segno di adharma (malvagità). Inoltre, prima di dire qualcosa, si dovrebbero analizzare e valutare attentamente i pro e i contro.

Mânasyeka¼ vâcasyeka¼ karmanyeka¼ mahâtmanâ¼ Coloro, i cui pensieri, parole e azioni sono in perfetta armonia, sono esseri nobili. Voi dite di essere “umani”, ma potete esser chiamati così solo quando i vostri pensieri, parole e azioni sono in armonia. Râma ottenne l’unità di pensiero, parola e azione; al contrario, i pensieri, le parole e le azioni di Râva²a discordavano fra loro. Mânasyanyath vâcasyanyath karmanyanyath durâtmanâ¼ Coloro che mancano di coerenza tra pensieri, parole e azioni, sono malvagi.

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La creazione emerge dalla Verità e si fonde nella Verità. C’è un luogo, nel cosmo, in cui la Verità non esista? Raffiguratevi questa pura e incontaminata Verità. In effetti, la Verità è il fondamento dell’intera creazione. Se, per una qualsiasi ragione, questo fondamento venisse alterato, il mondo intero collasserebbe. QUAL È OGGI LA RAGIONE DI TUTTE LE PROVE E TRIBOLAZIONI DELL’UOMO? È CHE L’UOMO HA DIMENTICATO LA VERITÀ. EGLI AFFRONTA UMILIAZIONI E DISCREDITO PERCHÉ INDULGE NELL’INGIUSTIZIA E NELLA FALSITÀ; QUINDI, NON BISOGNA RICORRERE ALLA FALSITÀ IN NESSUNA CIRCOSTANZA.

Bisogna dire sempre solo la verità. Satya è un piccolo termine, ma significa Sat (Eternità immutabile). Noi subiamo alterazioni e distorsioni per il fatto che cerchiamo di cambiare questa verità immutabile. Cari studenti! Voi siete tutti giovani; se seguirete la Verità fin da questa vostra giovane età, diventerete certamente un ideale per tutto il Paese. Che cos’è Verità? La Parola di Dio è Verità e quindi, quando parlate e agite con il sentimento di sarva karma bhagavad prîtyartham (compiere tutte le azioni per compiacere Dio), tutto diverrà Verità. Ogni 5

Discorso 07-04-2006 pensiero e sentimento che scaturisce dal- ma, senza alcun pensiero, raggiungono lo l’uomo è un riflesso della sua Verità inte- stato di beatitudine. Alcuni si considerano riore; sfortunatamente Essa viene cambia- molto intelligenti e continuano ad approfonta in falsità dall’uso improprio della lingua. dire sempre più la conoscenza che hanno La lingua è uno dei cinque sensi; essi sono la acquisito sui libri; questo tipo di pedanteria causa del cambiamento in noi, sono respon- è come una allergia: una volta che essa ha sabili del peccato o del merito che guada- cominciato a diffondersi, la loro energia ne gniamo. viene indebolita. Sfortunatamente, oggi, noi I pañcabhûta (i cinque elementi) pervado- sviluppiamo allergia (allergy) e non enerno l’intero universo, proprio dalla terra al gia (energy). NON CONTINUATE A RIFLETTEcielo. Nell’universo non esiste alcun sesto RE SUL FATTO CHE QUALCOSA SIA BENE O MALE elemento oltre a questi cinque. Gli stessi PER VOI: TUTTO È BENE. CONSIDERATE, TUTcinque elementi si trovano in ogni essere TO CIÒ CHE ACCADE, UN BENE PER VOI; SE umano in forma sottile; bisogna compren- SVILUPPATE UN ATTEGGIAMENTO SIMILE, TUTdere questa verità e comportarsi di conse- TO RISULTERÀ POSITIVO. guenza. Satya, Dharma, ›ânti, Prema e Incarnazioni dell’Amore! Ahi¼sâ, che sono presenti in voi, devono Amate tutti, non odiate nessuno. Non frainessere alimentati e sviluppati. Satya è la tendete gli altri. Alcuni maturano incomvia, Dharma lo segue e Prema è l’espe- prensione anche per Dio! Questo è il pegrienza: solo allora Ahi¼sâ si manifesta. giore dei peccati e quindi non albergate siHI¼S (LA VIOLENZA) NON È LIMITATA AL FE- mili idee errate. Se, per una qualunque raRIRE OD OFFENDERE GLI ALTRI: ANCHE AGIRE gione, tali pensieri entrano nella vostra CONTRARIAMENTE AL PROPRIO DIRE È VIOLENmente, considerateli vostri nemici e cacciaZA . Non può esserci Ahi¼sâ più grande teli via. Siate sempre amorevoli e gioiosi! dell’usare la propria lingua in modo sacro. Solo l’Amore vi protegge e sostiene; voi ›ânti (la Pace) non deve essere cercata stessi siete incarnazioni dell’Amore e dove da qualche altra parte: essa è esattamente c’è l’Amore l’odio non può entrare. dentro di noi, dove sono presenti molte dif- Incarnazioni dell’Amore! ferenti qualità ed è nostro compito farne Il corpo umano è un mondo in miniatura. buon uso. VOI POTRESTE CHIEDERE: “PER- Esso è costituito dai pañcabhûta (i cinque CHÉ DIO NON CAMBIA LA NOSTRA NATURA?” elementi), dai pañcendriya (i cinque soffi NO, DIO NON INTERFERISCE AFFATTO; EGLI vitali), i quali, a loro volta, nascono dalla È IL TESTIMONE DI TUTTO E IL SUO COMPITO Verità, sono sostenuti dalla Verità e alla fine È DIRVI CIÒ CHE È BENE E CIÒ CHE È MALE. I si fondono nella Verità. Pertanto, occorre vostri stessi pensieri e sentimenti vi dicono seguire la Verità scrupolosamente. Nel ciò che è bene e ciò che è male. Se man- momento in cui distorcono la verità, le pergiate un cetriolo avrete l’alito che sa di ce- sone perdono la loro purezza. La ragione triolo; in egual modo, ciò che è in voi si ri- principale della non purezza del proprio fletterà all’esterno. Qualunque male vediate cuore è la tendenza a distorcere la verità e negli altri non è altro che il riflesso dei vo- quindi, se si desidera mantenere la purezza stri stessi pensieri. Certe persone sono im- e la sacralità del proprio cuore, occorre dire merse costantemente in pensieri relativi al la verità. Se siete dediti alla verità, tutto ciò mondo; questa gente non può mai esser fe- che dite risulterà corretto. Alcuni si lamenlice. Solamente coloro la cui mente è fer- tano: “Swami, nonostante noi seguiamo la 6

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Discorso 07-04-2006 via della verità, la falsità ancora ci tormen- Satya e Dharma sono i due principali Inta. Quale può essere la ragione della no- segnamenti di Râma. Non considerate voi stra difficile situazione?” Si può rispondere stessi come meri esseri umani, ma svilupcon un semplice esempio: mentre il Gange pate piena fede nel fatto di non essere altro scorre puro e cristallino, alcuni torrenti e che Râma! La gente dice spesso: “Solo il ruscelli formati dalla pioggia lo raggiungo- mio Âtmarâma (il Sé) lo sa!” e quindi il no inquinandolo. Si deve allo stesso modo nostro stesso Âtma è l’incarnazione del Sifare attenzione a non lasciare che alcuna gnore Râma. L’Âtma non ha una forma speimpurità raggiunga la verità pura e cifica. Lo stesso Âtma, che pervade l’inteincontaminata del proprio cuore. È a causa ro universo, prese forma e si incarnò come della debolezza dei nostri sensi che varie Râma. Similmente, il Dharma prese la forimpurità entrano nel nostro cuore e lo in- ma di Lak¹ma²a che seguì costantemente quinano; esse sono gli ari¹advarga (i sei Râma. Lak¹ma²a considerava Râma come nemici interiori dell’umanità), e cioè kâma il suo vero e proprio respiro vitale. Per lui, (il desiderio), krodha (l’ira), lobha (l’avi- Râma era tutto. dità), moha (l’attaccamento), mada (l’orgoglio) e mâtsarya (la gelosia). LA PUREZZA “Io ho affidato i miei averi, DEL NETTARE PUÒ ESSERE DISTRUTTA PERSIla mia famiglia e persino la mia anima a Te. NO DA UN SOLO ATOMO DI IMPURITÀ. Una volOra, Ti prego, vienimi in soccorso: ta un musicista compose un canto: io cerco rifugio solamente in Te.” “Io so che tu sei come Una volta, durante l’esilio di Râma, Sîtâ e la luna distante nel cielo, Lak¹ma²a, quest’ultimo si avventurò in un eppure la mia mente cerca di afferrarti; punto particolare della foresta e, ben prenon so perché.” sto, fu assalito da pensieri malvagi. Al riIn effetti, dov’è la luna? Non nel cielo lon- torno disse a Râma: “O Râma! Perché stiatano: la nostra stessa mente è la luna. NOI mo subendo tutti questi inconvenienti? PerSIAMO INCAPACI DI OTTENERE IL CONTROLLO ché l’innocente madre Sîtâ deve essere sotDELLA MENTE A CAUSA DI QUESTI SEI NEMICI toposta a questo tormento? Vieni! TorniaINTERIORI CHE CI SBARRANO LA STRADA. Non mo ad Ayodhyâ immediatamente.” Sîtâ fu è forse un dato di fatto che anche la bril- sorpresa dell’improvvisa trasformazione lante luce lunare, in una notte di luna piena, dell’atteggiamento di Lak¹ma²a, e Râma, non è visibile se le nubi si frappongono? Nel che sapeva tutto, lo chiamò sorridendo e lo momento in cui le nubi si allontanano, la luna fece sedere accanto a Sé. Lak¹ma²a comdiventa visibile. Similmente, voi dovete fare prese subito il suo errore e, con grande sofcostantemente il Nâmasmara²a (la ripeti- ferenza, Gli chiese: “Caro fratello! Come zione del Nome di Dio) al fine di allontana- hanno fatto questi pensieri malvagi a entrare nella mia mente? Una cosa simile non re le nubi di questi sei nemici interiori. mi era mai accaduta!” Râma spiegò: “Caro Seguire gli ideali posti da Râma fratello! Non è colpa tua; questa è la zona Oggi noi celebriamo lo ›rî Râmanavamî. di un demone, per cui tutti i pensieri In questo sacro giorno noi dovremmo de- demoniaci sono entrati nella tua mente.” cidere di seguire gli Insegnamenti di Râma. “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.” CoMother Sai luglio-agosto 2006

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Discorso 07-04-2006 m’è la vostra compagnia, così sono i vostri con me. Non ho questa paura.” Quando pensieri. Tenetevi quindi lontani dalle catti- Sîtâ fu rapita da Râva²a, sia Râma sia ve compagnie, accompagnatevi con anime Lak¹ma²a si preoccuparono molto per lei; buone e nobili, e avrete buoni pensieri. ribollendo di rabbia per quell’atto vile, queCome sono i vostri pensieri, così saranno i st’ultimo si avvicinò al fratello maggiore e risultati. disse: “Caro fratello! Dammi il Tuo permesso e ridurrò questi demoni malvagi in ceneYad bhavam tad bhavati re.” Râma raccomandò pazienza e disse: Come sono i sentimenti, “Lak¹ma²a, noi non abbiamo bisogno di così è il risultato. fare una cosa simile; i demoni si distruggeranno da soli. In effetti diverranno vittime Quando Kauµalyâ piangeva dopo che delle loro qualità malvagie.” Râma era partito per la foresta, Sumitrâ Successivamente Râva²a fu ucciso da cercò di consolarla dicendo: “Cara sorel- Râma e dalla Sua armata di vânara (scimla! Perché piangi? È perché Râma sta an- mie), ed Egli spiegò a Lak¹ma²a: dando nella foresta? No, no, stai sbaglian- “Lak¹ma²a! Le persone si comportano in do nel pensare che Râma viva nella foresta modo particolare e raccolgono le consementre noi godiamo degli agi regali ad guenze delle loro azioni a seconda del loro Ayodhyâ. In effetti, ovunque Râma viva è prârabdha (destino) e delle loro qualità. Ayodhyâ e il resto non è altro che una fore- Noi non abbiamo bisogno di interessarci sta. DOBBIAMO CONDURRE LA NOSTRA VITA troppo a questo; fintantoché si rimane atCON EQUANIMITÀ RIMANENDO MENTALMENTE taccati alle cose del mondo e si pensa in EQUILIBRATI NELLA FELICITÀ COME NEL DOtermini di “mio” e “tuo”, si è afflitti dal dolore. Esse, quindi, vanno trattate con l’atLORE. ESSI SI ALTERNANO; NON DOBBIAMO LASCIARE CHE CI INFLUENZINO. NON DOBBIAteggiamento: “Queste non sono mie; sono tutte incarnazioni del Divino.” Tutte le azioMO FARCI ESALTARE DALLA FELICITÀ NÉ LAni dovrebbero essere eseguite per compiaSCIARCI DEPRIMERE DAL DOLORE. Può esistere, a questo mondo, un essere umano sen- cere Dio. Se si incrementa l’ego con i penza felicità e dolore? In effetti Râma è onni- sieri di “io” e “mio” è certo che ci si dannesciente e onnipotente; nessun danno potrà rà. Voi dite: “Questo è mio” e “Quello è mai esserGli arrecato nella foresta da ani- mio.” Di fatto, che cosa realmente vi apmali feroci o da demoni.” Kauµalyâ era pre- partiene? Il corpo, la mente, l’intelletto o i occupata anche per Sîtâ dato che aveva sensi? Voi dite: “Questo è il mio corpo”, seguito Râma nella foresta; Egli aveva ten- “Questa è la mia mente”, “Questo è il mio tato di dissuaderla dall’andare dicendo: intelletto” ecc., ma nessuno di questi vi ap“Sîtâ! La foresta è piena di cespugli spino- partiene veramente. Il corpo, che voi pensi e animali selvatici; vi incontrerai molte sate vi appartenga, vi abbandonerà in un difficoltà”, e fu molto felice nell’udire que- istante, persino senza che ve ne accorgiate. ste parole di lei: “O Râma! Tu sei il protet- Similmente, la mente vaga come una scimtore del mondo intero: potrai non protegge- mia; è possibile dominare questa scimmia re Tua moglie dagli animali selvatici? Tu sei pazza? Non dite: “Io sono questo o quello”; onnipresente, onnipotente e onnisciente; io dite: “Io sono Io”; questa è la corretta desono sicura che nessuno di questi animali scrizione di voi stessi. La risposta corretta alla possa causarmi alcun male quando Tu sei domanda: “Chi sei tu?” è: “Io sono Io.” 8

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Discorso 07-04-2006 Râma non criticò né fece danno a nessuMescolando l’essenza dei Veda no. Dunque, chi Lo odierà? Le buone azio- con il latte delle dichiarazioni vediche, ni di Râma Gli portarono buoni risultati; aggiungendo lo zucchero quindi, quando facciamo del bene al prossidi subuddhi (le Virtù) mo, non c’è alcuna possibilità che andiamo e il burro di nibaddhi (la Verità), incontro a dolore e difficoltà. Se sentiamo eliminando la sporcizia ugualmente di esser messi in difficoltà, l’erdi âbaddhamu (la falsità), rore si trova in noi stessi. DIO NON È REi nostri antichi ©¹i (saggi) SPONSABILE DEI NOSTRI DOLORI E DEI NOSTRI hanno preparato il delizioso dolce PROBLEMI; È LA RIOTTOSITÀ DEI NOSTRI SENdel Nome di Râma. SI A ESSERNE LA CAUSA E PER QUESTO DOVREMMO CONTROLLARLI. SE SIAMO CAPACI DI La vostra salute sarà compromessa dal conFARLO, TUTTO IL RESTO RIENTRERÀ NEL NOsumo di tutti i tipi di dolci venduti al merSTRO CONTROLLO. QUESTA È L’ESSENZA DELcato; essi possono anche essere gustosi, ma L’INSEGNAMENTO DI RÂMA. Il Râmâya²a per voi sono dannosi. Invece la caramella non è semplicemente la storia di Râma: è, del Nome di Râma è stata preparata dai di fatto, la storia di ogni essere umano. nostri grandi ©¹i e ha un magnifico effetto sulla vostra mente; inoltre non potrà mai La dolcezza di Râma non decresce mai diventare stantia o guastarsi. PIÙ MANGIATE Noi accusiamo Dio dei nostri problemi e QUESTO DOLCE DEL Râma Nâma, PIÙ GIOIA delle nostre difficoltà, ma Dio ama tutti nel- NE RICAVATE; ESSO È PIÙ DOLCE DELLO ZUClo stesso modo; Egli non nutre odio verso CHERO E PIÙ SAPORITO DELLO YOGURT. IL DInessuno, ed è sempre contento e sorriden- VINO NOME DI RÂMA È COLMO DI DOLCEZZA te. UN’ESPRESSIONE SORRIDENTE È LA QUA- E RIMANE DOLCE PER SEMPRE. Ci sono state LITÀ NATURALE DI UN ESSERE DIVINO; DOVE molte Incarnazioni di Dio sulla terra, ma il C’È IL SORRISO NON PUÒ ESSERCI CERTAMENdivino Nome di Râma è rimasto in eterno. TE ODIO! Le persone che hanno tali attribuFin dai tempi antichi, il Râma Nâma è riti divini non si agitano in alcuna circostan- masto come târaka mantra (il mantra che za. Siate quindi sempre sorridenti e allegri, libera) per tutti. Dall’infanzia alla vecchianon fate mai la faccia lunga. Alcuni stu- ia, ognuno può trarre beatitudine dal canto denti sono molto preoccupati per gli esami del Râma Nâma. L’età non è un ostacolo e vorrebbero ritardarli o rinviarli, mentre, per sperimentarNe la dolcezza; in esso c’è prima li sostenete e li passate, prima an- una dolcezza senza fine. Non dovremmo drete nella classe superiore. Invece di pre- mai abbandonare, neanche per un seconoccuparvi per gli esami, dovreste sbrigarvi do, un così dolce, nettareo e gioioso Râma ad andare nella classe superiore; in questa Nâma. Sfortunatamente, oggi, la gente trapremura non c’è preoccupazione. scura la ripetizione del Nome di Râma; è la sua disgrazia. Venite! O devoti, venite! Prendete la caramella Condurre una vita ideale ed esemplare del Nome di Râma. Mîrâbâî, quando Mahârana le chiese di laNon comprate e mangiate sciare il tempio di K©¹²a del palazzo (realtri dolci per ignoranza: ale), era piena di ansia, perché pensava: essi rovineranno la vostra salute. “Come posso lasciare il mio caro Signore Mother Sai luglio-agosto 2006

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Discorso 07-04-2006 K©¹²a e andare via!?” Tuttavia, la sua molti insegnamenti sacri, fate felici anche i incrollabile fede in K©¹²a fece maturare in vostri genitori. Se voi siete contenti, saranlei l’assoluta convinzione che “K©¹²a Stes- no contenti anche loro. Non rattristateli mai so verrà con me.” Ella pregò il Signore con la vostra condotta; i genitori occupano K©¹²a: “O Signore! Ho ottenuto la prezio- un posto importante nella vita, e, farli consa perla del Nome Divino dopo un grande tenti, è il nostro principale dovere. Che voi sforzo; benedicimi, Ti prego, affinché io vi interessiate alle vostre comodità e al vonon perda questa perla inestimabile.” Can- stro benessere non è sufficiente: prima di tando incessantemente il nome di K©¹²a, tutto, devono esser resi contenti i genitori. ella raggiunse Dvârakâ, ma trovò le porte La vita non è limitata a khana (il cibo), a del tempio chiuse. Incapace di sopportare pîna (le bevande), a sona (il sonno) e a più a lungo l’agonia della separazione dal marna (la morte). Noi non siamo nati per suo caro Signore K©¹²a, ella sbatté la testa mangiare e vagabondare godendoci gli agi: contro le porte del tempio. Ed ecco che esse siamo nati per servire i genitori e farli consi aprirono, il Signore K©¹²a le apparve ed tenti. SE ORA RENDETE FELICI I VOSTRI GENIella, dopo averNe avuto il darµan, si im- TORI, IN FUTURO I VOSTRI FIGLI FARANNO FEmerse in Lui. LICI VOI. Conducete una vita esemplare e Dobbiamo ampliare il nostro cuore, ma ideale; solamente allora essa sarà santifiquesto non si riferisce al cuore fisico che, cata e l’educazione che avete acquisito nelle se si allargasse, necessiterebbe di un’ope- Istituzioni Educative ›rî Sathya Sai avrà razione. ESPANDERE IL PROPRIO CUORE IM- un senso. Io desidero che tutti voi otteniate PLICA LA QUALITÀ DELLA SENSIBILITÀ DI CUOnome e fama come studenti di questa granRE. Certe persone siedono qui allungando de Istituzione. le gambe e occupando un mucchio di spazio, mentre, se la gente sedesse stando più (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: vicina, altri devoti potrebbero trovare po- “Râma Râma Râma Sîtâ…”) sto. Noi possiamo aiutarci premurandoci rePraµânti Nilayam, 7 aprile 2006, ciprocamente gli uni degli altri. Sai Kulwant Hall, Cari studenti! Festività di ›rî Râmanavamî Le vacanze estive sono cominciate e, da domani, andrete a casa a passare le vacan- (Tratto dal testo inglese pubblicato sul sito ze con i vostri genitori. Trascorrete beata- internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di mente il tempo con loro; pensando al tem- Praµânti Nilayam) po felice che avete passato qui, imparando

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Discorso 30-03-2006

Âtma, il Divino senza nome e senza forma Il padre di Draupadî, Drupada, organizzò un svaya¼vara (scelta dello sposo da parte della sposa) per celebrare il di lei matrimonio. Per tale occasione, migliaia di giovani, di principi e re arrivarono a corte per conquistare la mano di Draupadî. Proprio come il re Janaka aveva dichiarato che avrebbe concesso la mano di sua figlia Sîtâ al principe che fosse riuscito a mettere la corda all’arco del Signore ›iva, il re Drupada organizzò un matsyayantra (un torneo con il pesce finto). La regola della contesa era che, chiunque fosse stato capace di colpire con una freccia l’occhio del pesce girevole posto in cima a un palo, mirando tramite il suo riflesso nell’acqua sottostante, avrebbe ottenuto la mano di sua figlia. Le straordinarie qualità di Draupadî Molti giovani e principi valorosi, che credevano di vincere, tentarono la sorte senza alcun successo. Questa non era una normale prova in cui chiunque poteva riuscire; molti pensavano che fosse facile, ma in realtà non lo era. Dato che nessuno riuscì a superare la prova, l’intera assemblea cadde in un silenzio attonito. Anche i PⲬava erano presenti in incognito a questo raduno. K©¹²a, anch’Egli presente, guardò i PⲬava e sorrise; a quel punto, essi si parlarono l’un l’altro sottovoce, dopo di che Arjuna si fece maestosamente avanti sorridendo. Egli era perfettamente calmo e composto e, guardando il riflesso del pesce nell’acqua, lanciò una freccia. Quando questa colpì vittoriosamente il bersaglio, l’intera assemblea andò in visibilio; tutti, con gran gioia, guardavano ammirati Arjuna. Il re Drupada, allora, porse una ghirlanda a sua Mother Sai luglio-agosto 2006

figlia e le chiese di metterla al collo di Arjuna. In quel periodo i PⲬava abitavano nella casa di un vasaio e, quando tornarono a casa con la sposa, madre Kuntî era lì. Ancor prima di entrare, essi dissero alla madre che avevano guadagnato un frutto molto prezioso ed ella replicò dall’interno che avrebbero dovuto spartirselo equamente. I PⲬava obbedivano sempre agli ordini della madre e onoravano qualunque parola ella pronunciasse. Essi entrarono in casa, la salutarono con deferenza e promisero solennemente che avrebbero seguito religiosamente il suo comando; in tal modo, Draupadî divenne la moglie di tutti e cinque i PⲬava: essi accettarono rispettosamente l’ordine della propria madre. Ma come poteva il mondo accettarlo? OBBEDIRE ALLE DIRETTIVE DEI PROPRI GENITORI È DOVERE DEI FIGLI, AL DI LÀ DEL FATTO CHE IL MONDO LO ACCETTI O MENO. La gente, tutta-

via, accettò questa situazione in forza dell’intima relazione che esisteva tra i cinque fratelli. In che modo si può considerare qualcuno come la propria moglie? Non semplicemente perché si è sposati con lei; uno può chiamarla moglie solo quando la considera metà del proprio corpo. Molti chiesero a K©¹²a come potesse Draupadî esser definita una pativratâ (una moglie casta) essendo moglie di cinque mariti ed Egli descrisse le qualità che le facevano meritare questa nobile definizione. Ella obbediva rispettosamente alle ingiunzioni dei suoi mariti, non avrebbe mai detto a uno di loro di non aver tempo di servirlo, era contenta di qualunque cosa le accadesse nella vita, era un esempio supre-

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Discorso 30-03-2006 mo di castità e, a tal riguardo, nessuna po- sigliava di non dimenticare mai di fare buoteva eguagliarla. Non chiese mai niente che ne azioni e di assolvere i propri doveri. fosse oltre le possibilità dei suoi mariti. UNA “Ognuno deve portare a termine il proprio DONNA VERAMENTE CASTA È QUELLA CHE SI compito con dedizione senza mai interferiCOMPORTA IN ARMONIA CON LA CONDIZIONE DEL re con il dovere degli altri”, diceva alla genMARITO E QUESTI DEVE, A SUA VOLTA, RICOte. “Potete avere moglie e figli ed è vostro dovere assumervi le vostre responsabilità NOSCERE LE QUALITÀ DELLA MOGLIE E AVEnei loro confronti, ma, nello stesso tempo, RE PARI CONSIDERAZIONE PER LEI: SOLAMENtutti i vostri desideri devono essere diretti TE ALLORA I DUE POSSONO VIVERE IN MODO NOBILE E VIRTUOSO. Osservando la sua converso il sentiero della bontà e della rettitudotta virtuosa e il suo potere di controllo sui dine”, consigliava. Così divenne un ideale cinque sensi, Dharmarâja le disse: “Tu non per il mondo e mostrò a tutti il cammino sei semplicemente qualcosa di nostro; tu sei della Verità. Si può seguire il Dharma (la l’incarnazione dell’energia primordiale.” Rettitudine) solo seguendo la via di Satya Anche suo padre Drupada era di quest’av- (la Verità). viso e la considerava una incarnazione delSatyannâsti paro dharma­ l’Energia Divina. SOLAMENTE COLORO CHE OTTENGONO IL CONTROLLO DEI CINQUE SENNon c’è Dharma più grande dell’aderenza alla Verità. SI E DEI CINQUE ELEMENTI POSSONO GOVERNARE IL MONDO; SOLO QUESTE PERSONE POSSenza Verità non può esserci Dharma; è il SONO CONOSCERE LA REALTÀ DEL MONDO E COMPORTARSI IN MODO RETTO. CHI HA COMcammino della Verità che conduce a Dio. PLETO CONTROLLO SUI SUOI SENSI PUÒ RAGSeguire la via di Satya e Dharma GIUNGERE LE ALTEZZE PIÙ ELEVATE NELLA VITA. Draupadî era dotata di grande poteOgnuno deve eseguire il proprio dovere re di discriminazione e poteva distinguere meticolosamente e aderire al Dharma. Pertra il bene e il male, che sono ambedue pre- sino una formica segue il suo Dharma: senti nel mondo come il buio e la luce. Ella dovunque trovi del cibo, lo porta nel suo incoraggiava tutti i virtuosi e dava insegna- nido e lo consuma, non fa del male a nesmenti sacri alle persone di mente malvagia suno, non ruba niente a nessuno. Tutti gli per trasformarle. Non aveva solamente il uccelli e gli animali aderiscono al loro controllo dei cinque sensi e dei cinque ele- Dharma naturale e si comportano consementi: possedeva anche perfetta conoscen- guentemente. Il cammino del Dharma è lo za dei pañcakoµâ (le cinque guaine che stesso per cîma (la formica) e per Brahma; racchiudono l’Âtma) e dei pañcaprâ²â (i lo stesso principio di Verità è presente in cinque soffi vitali). Riusciva inoltre a distin- ambedue. Draupadî diffondeva questa veguere tra Âtma e anâtma (Sé e non Sé); rità e insegnava anche che non bisogna diper tale ragione, fu d’esempio per il mondo ventare vittime dei sei nemici interiori, cioè e si guadagnò un buon nome. Draupadî kâma (il desiderio), krodha (la collera), insegnò che ognuno deve fare il proprio lobha (l’avidità), moha (l’attaccamento), dovere con dedizione, esortò tutti a control- mada (l’orgoglio) e mâtsarya (la gelosia). lare i desideri e a discriminare tra il bene e L’ira è il nemico più grande dell’uomo; chi il male, assorbendo completamente il pri- soccombe all’ira non può seguire la via del mo e rifiutando totalmente l’altro. Ella con- Dharma. Ciò è contrario alla natura uma12

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Discorso 30-03-2006 na; non bisogna mostrare inutilmente rab- ché Dio vi ha dato la lingua? Non semplicemente per soddisfare il senso del gusto, bia verso gli altri. ma per cantare la Sua gloria. Proprio come la lingua accetta tutto ciò che è gustoso e Chi è vittima dell’ira non avrà succesgradevole e rifiuta tutto ciò che è cattivo e so in alcun tentativo, sgradevole, ognuno deve accettare tutto ciò commetterà dei peccati e sarà che è bene e rifiutare ogni male. Le persoridicolizzato da tutti; ne pensano che sia Dio la causa della loro la sua stessa gente lo abbandonerà, felicità e del loro dolore, ma non è affatto e perderà tutti gli averi e il rispetto. così: ognuno è responsabile delle sue azioni La sua collera lo rovinerà e ne raccoglie le conseguenze, buone o completamente. cattive che siano. Dio è l’Eterno TestimoL’odio è un altro grande nemico dell’uo- ne e non interferisce in questo; Egli non dà mo. Chi dovreste odiare? Dovreste odiare felicità o dolore. Se parlate affettuosamencoloro che vi avversano, coloro che vi han- te con qualcuno, quella persona vi risponno danneggiato o coloro che non vi gradi- derà in modo ugualmente amorevole, ma, scono? No, nessuno di questi; voi dovete se parlate con tono arrogante, riceverete odiare soltanto le qualità malvagie. Dovete una risposta dello stesso tipo. Com’è l’azioestendere il vostro amore e dare sostegno a ne così è la reazione. Reazione, riflesso e coloro che seguono Satya e Dharma. Se risonanza sono basati sui vostri stessi penodiate Satya e Dharma non siete affatto sieri, parole e azioni; Dio non ne è responesseri umani. La Verità è la base di tutte le sabile. Se vi ponete di fronte a uno specvirtù; seguendo il cammino della Verità, chio, vedrete il vostro stesso riflesso; in Draupadî poté sperimentare pace e amore. qualunque modo parliate agli altri, otterrete Ella insegnò che bisogna rifuggire dalla uguale ritorno. I pensieri che avete in menviolenza. Non si deve indulgere nella vio- te, quali che siano, saranno riflessi verso di lenza tramite le proprie azioni, le proprie voi. È quindi essenziale sapere se i vostri parole e persino i pensieri. Seguendo la via pensieri e le vostre azioni sono buoni o catdella Verità, Draupadî mostrò al mondo tivi. Qualunque bene o male sperimentiate è il risultato dei vostri pensieri, delle vostre l’ideale più grande. parole e delle vostre azioni. QUANDO UN QUALUNQUE CATTIVO PENSIERO SORGE NELRaccoglierete ciò che avrete seminato Esercitando il controllo dei sensi si posso- LA VOSTRA MENTE, CACCIATELO SUBITO; SE no raggiungere grandi altezze nella vita. VI COMPORTATE COSÌ DIVERRETE UN VERO Damayantî fu una donna di grandi virtù DEVOTO DI DIO E OTTERRETE LA LIBERAZIONE. come Draupadî e si guadagnò questo nome Tutti, di chiunque si tratti, perché era dotata di dama (il controllo dei devono affrontare le conseguenze sensi). I SENSI SONO RIBELLI PER NATURA E CONTROLLARLI È DIFFICILE, MA BISOGNA FARE delle loro azioni. DEL PROPRIO MEGLIO PER DOMINARLI E FARNessuno sa che cosa gli riservi il futuro, NE UN USO CORRETTO. Perché Dio vi ha dato ma una cosa è certa: le orecchie? Forse per ascoltare vani pettutti devono raccogliere le conseguenze tegolezzi? Non ascoltate niente che sia catdelle proprie azioni. tivo; ascoltate tutto ciò che è buono. PerAnche il potente Râma soffrì il dolore Mother Sai luglio-agosto 2006

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Discorso 30-03-2006 non vengono dall’esterno, ma hanno origidella separazione da Sua moglie ne dentro di voi. Il bene e il male che sperie pianse come una persona comune. mentate nascono dai vostri sentimenti, Dio non ne è responsabile. Dio è Nirgu²a, Ragazzi! Il bene e il male coesistono e nessuno può Niranjana, Sanâtana (Privo di Attributi, separarli. Se coltivate maggiormente la bon- Puro, Eterno); sono soltanto i vostri sentità, il male in voi diverrà del tutto insignifi- menti a cambiare. Dio è immutabile. cante; per eliminare tutto ciò che è male Studenti! non occorre usare alcuna forza. QUANDO Tutti i vostri sentimenti si riflettono verso di DIMENTICHERETE IL MALE, LA BONTÀ SI SVIvoi. Tutto è dentro di voi; qualunque cosa LUPPERÀ IN VOI PIENAMENTE. QUESTO È IL sperimentiate è la reazione, il riflesso e la MESSAGGIO CHE VOGLIO DARVI OGGI. Non risonanza dei vostri pensieri e sentimenti. pensate che l’Anno Nuovo vi porti nuovi Voi vedete ridere qualcuno e pensate che frutti, perché i frutti che ottenete sono con- stia ridendo di voi, ma come potete giunseguenza delle vostre qualità e azioni. Tut- gere a simili conclusioni? to ciò che pensate sarà riflesso verso di voi: Una volta, un famoso lottatore stava facentutto è il risultato dei vostri pensieri. do esercizio per strada al mattino presto; in quel momento una signora veniva da un Il mondo è reazione, riflesso e risonanza villaggio a vendere latte e yogurt. Quando C’era una volta un mandriano che soleva egli la vide pensò che stesse ridendo di lui, portare le mucche a pascolare in un luogo per cui si arrabbiò e le disse: “Come ti percircondato da tre montagne. Un giorno, metti di ridere di me? Sai chi sono io? Ti mentre gli animali pascolavano, egli sedet- rendi conto della mia forza?” La donna rite sotto un albero e prese a cantare una can- spose: “Io non sto ridendo di te; tu sei così zone di lode a Dio. Il canto produsse un’eco forte da poter fermare un’automobile in ed egli, pensando che qualcuno lo stesse corsa con una mano, ma a che serve la tua imitando per prenderlo in giro, gridò con forza se manchi di tolleranza?” Tutte le rabbia all’invisibile intruso e udì l’eco con nostre nozioni si basano sul nostro sentire lo stesso tono adirato. In questo stato di ir- distorto. ritazione, egli andò a casa e non mangiò neppure. Sua madre gli chiese perché fosse Sii buono, fa’ il bene, vedi il bene così agitato e l’uomo narrò ciò che era ac- Studenti! caduto. Il giorno dopo la donna lo accom- Senza alcun dubbio i vostri sentimenti inpagnò ed egli venne a sapere che la causa nati sono buoni, ma essi subiscono dei camdel problema era la propria eco. biamenti in base a ciò che vedete e udite. In egual modo, se voi criticate od offende- Gli impulsi esterni sono responsabili dei te qualcuno, tutto questo vi tornerà indie- cambiamenti nei vostri pensieri e sentimentro. IL MONDO NON È ALTRO CHE REAZIONE, ti. In verità, non c’è alcuna forma umana; RIFLESSO E RISONANZA; A VOI TORNA SEMPLIin effetti, non c’è nessuna forma. È a causa CEMENTE INDIETRO TUTTO CIÒ CHE FATE. della vostra illusione che vedete una forma QUESTA È LA LEGGE DIVINA. Coloro che e le date un nome. Pensare così è segno di sono pieni d’amore vedranno amore ovun- stoltezza. Voi potete pensare di essere altaque e coloro che sono pieni di odio vedran- mente educati e molto intelligenti, ma come no nemici tutt’intorno; quindi, amore e odio potete definirvi tali se siete ignoranti del 14

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Discorso 30-03-2006 vostro vero Sé? Si può esser definiti vera- Conseguire la forma umana non è facile. mente educati solo quando si conosce la L’uomo non è un mero mortale: è veramenpropria effettiva natura. Se non conoscete te divino. la vostra stessa verità, come potete conoDaiva¼ mânu¹a rûpena scere la verità degli altri? Prima di tutto Dio appare in forma di essere umano. dovete controllare la vostra mente: solo allora la vostra preghiera e la vostra adorazione possono essere fruttuose. La mente è Se voi fate o pensate qualcosa di male non siete divini. Prima di tutto dovete divenire la causa prima del mondo. brave persone; sii buono, fa’ il bene, vedi il bene: questa è la via che porta a Dio. Mana eva manu¹yânâm kâra²am bandhamok¹ayo­ Sviluppare le qualità esemplificate La mente è causa del legame da Râma e Sîtâ e della liberazione dell’uomo. Studenti! È relativamente facile controllare il corpo, Prima di tutto dovete controllare la vostra mente. Offritela a Dio: Egli può fare tutto ma non la mente. Quando Pramila, sovrana del regno delle per voi. Abbiate ferma devozione per Dio, donne, catturò il cavallo dell’Aµvamedha con fede certa che Egli è dovunque. e sconfisse Arjuna in battaglia, egli le disNon dubitare che Dio sia qui e non là: se che poteva imprigionare il suo corpo, ma Egli è ovunque Lo si cerchi. non la sua mente. Si può imprigionare il mondo intero con l’esercito, le armi e le bombe, ma a nessuno è possibile catturare Dov’è Dio? la mente. Se ottenete il controllo della voSarvata­ pâ²ipâda¼ stra mente, tutto il resto sarà sotto il vostro tat sarvatok¹i µiromukham controllo; per tale ragione dovreste fare sarvata­ µrutimalloke ogni sforzo per controllare la mente. Allosarvamâv©tya ti¹ºhati ra è certo che diventerete una persona granCon mani, piedi, occhi, testa, bocca de e ideale. Prima di tutto dovreste riconoe orecchie che pervadono ogni cosa, scere i vostri errori e cercare di correggerli; Egli permea l’universo intero. solo allora potrete cercare di diventare un mumuk¹u (un aspirante spirituale). CONSAPEVOLMENTE O MENO POTETE AVER COMLa gente comune non è capace di riconoscere questa verità. Dio è presente in tutti MESSO DEGLI ERRORI; UNA VOLTA RICONOSCIUTILI, DOVRESTE PENTIRVENE. IL PENTIMENTO gli esseri, si tratti di un piccolo insetto come È LA VERA ESPIAZIONE. Questa è la via regauna formica, di un grande animale come le che porta alla Divinità. Fare pûjâ (ado- un elefante o di un leone. Egli è presente in razione), vrata (riti) e yajña (sacrifici) sen- un granello di sabbia come in uno di zucza pentimento ed espiazione serve a poco. chero. Compite scrupolosamente il vostro dovere con devozione a Dio, mettete in praJantunâm nara janma durlabham tica la vostra conoscenza e guadagnatevi un La nascita umana è la più rara buon nome. Io non impedisco a nessuno di tra tutti gli esseri viventi. seguire i propri studi, ma, parallelamente Mother Sai luglio-agosto 2006

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Discorso 30-03-2006 all’acquisizione della conoscenza profana, cuno vi critica non prendetevela; pensate dovete acquisire anche la conoscenza spi- che quella lingua ha prodotto del suono con rituale. La corretta indagine della mente e cui non avete niente a che fare. Se date la purezza del cuore sono davvero essenziali. spazio agli insulti che vi vengono lanciati ne sarete influenzati; in caso contrario non vi Studenti! Avete terminato un anno accademico e ora disturberanno. Persino se qualcuno vi colandrete a casa in vacanza. Vorrete conoscere pisce, pensate che ha colpito il vostro cori vostri risultati cercando il vostro numero po e non voi; in effetti nessuno potrà mai di matricola nella lista dei candidati promos- danneggiarvi o ferirvi perché voi non siete si. Più che cercare il vostro numero di ma- il corpo. Se avete una tale ferma convintricola, interrogate il vostro cuore: se zione, non proverete rabbia od odio neanavete davvero risposto correttamente tro- che verso coloro che vi insultano o vi asverete sicuramente il vostro numero, ma, salgono. Quindi la ferma convinzione è se non avete ben svolto l’esame, non do- certamente essenziale per la pace. vreste essere contenti neppure se lo trovate nella lista dei promossi. NON SONO LE CIFRE Offrite il vostro cuore a Dio nella preghiera Draupadî aveva una profonda devozione DEI VOTI CHE CONTANO: CIÒ CHE È IMPORper K©¹²a. Ella Lo pregava: “O K©¹²a! Io TANTE È CHE DIVENIATE UOMINI NUMERO UNO. ti adoro giorno e notte. O Signore! Abbi (Scroscianti applausi). Stamani i nostri studenti hanno cantato la compassione e proteggimi. Se Tu sei piecanzone che dice che si dovrebbero avere toso con me, io non mi darò pena per nesfigli come Râma e figlie come Sîtâ, ma suna cosa nella vita.” Draupadî affrontò com’è possibile che aspiriate a questo se molte minacce e traversie nella vita, ma la avete le qualità demoniache di Râva²a e sua devozione verso K©¹²a rimase inalte›ûrpa²akhâ? Se volete un figlio come rata. Tyâgarâja disse: Râma dovete perseguire il Dharma come “O Signore! Lui e se desiderate una figlia come Sîtâ Io Ti ho pregato incessantemente; dovete avere le virtù di cui ella è stata esemperchè mi privi del Tuo Amore pio. A qualunque forma aspiriate, dovete e della Tua Compassione? coltivare le qualità che le corrispondono. Che cosa non Ti ho offerto? Soltanto allora potrete ottenere armonia, Io ho affidato a Te i miei beni, tolleranza e pace. la mia famiglia e anche la mia anima. Dov’è la pace? La pace si trova nel conOra, Ti prego, vieni a salvarmi; trollo dei sensi. Se non siete capaci di conio cerco rifugio solamente in Te.” trollare i vostri sensi non potete trovare la pace; troverete solo dei pezzi (gioco di parole tra i termini inglesi “peace” e Quando pregate, le mere parole non sono “pieces”, che rispettivamente significano sufficienti; nella preghiera, dovete offrire “pace” e “pezzi” – N.d.T.). SE VOLETE il vostro cuore a Dio. L’uomo ha nome e forma, ma l’Âtma li trascende entrambi non ESSERE PACIFICI DOVETE MATURARE LE QUAavendo né nome né forma. Le persone amaLITÀ DELLA COMPOSTEZZA E DELLA CALMA. LASCIATE PURE CHE VI CRITICHINO, VI INSUL- no nomi e forme particolari. Non si può avere fede in molti nomi e forme, ma si TINO O VI COLPISCANO: VOI DOVETE MANTEpuò certamente aver fede nel principio NERE LA VOSTRA COMPOSTEZZA. Quando qual16

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Discorso 30-03-2006 dell’Âtma senza forma che è presente in forma raggiungerete sicuramente la Divitutti. nità. Na Âtma Sâk¹in (la mia Âtma è il Testi(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: mone) è un detto comune che mostra “Prema Mudita Manase Kaho ...”) come la gente abbia fede nell’Âtma. È per questo che “Âtma” è il nome comuPraµânti Nilayam, 30 marzo 2006, ne a tutti. Alcuni possono pregare Râma Sai Kulwant Hall, e altri K©¹²a; nomi e forme sono molti, Festività di Ugâdi ma la Divinità è Una. L’Âtma è la Divinità senza nome né forma; se voi adorate (Tratto dal testo inglese pubblicato nel sito un tale Principio Divino privo di nome e internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

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Report

Le celebrazioni del “Giorno di εvarâmmâ” (Cronaca della giornata) Il Giorno di εvarâmmâ è una delle maggiori festività celebrate ogni anno alla Presenza di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba. Vi si commemora il giorno in cui la Madre del Corpo fisico di Baba ottenne la fusione finale con il Divino, al termine della sua gloriosa vita terrena come madre dell’Universale Madre Divina Sai. Quest’anno, il Giorno di εvarâmmâ è stato celebrato a Brindavan (Whitefield) in maniera solenne fra spettacoli dei bambini Bâl Vikâs. Il mattino del 6 maggio, Baba è arrivato nel Sai Ramesh Krishan Hall mentre i bambini Bâl Vikâs stavano cantando i bhajan. Seduto sul palco, li ha ascoltati per quasi un’ora, e al termine ha accettato l’ârati. Ha quindi inaugurato il Nârâya²a Sevâ (dare cibo ai poveri) organizzato vicino al Sai Krishan Kalya²a Mantapam e ha benedetto le centinaia di persone che si erano colà riunite per ricevere il prasâdam e degli abiti. La sessione del pomeriggio è cominciata alle 4,05 con bhajan eseguiti dagli studenti degli Istituti Educativi di Sai Baba. Swami ha quindi benedetto µrî Sanjay Mahalingam, uno studente del dottorato di ricerca del Dipartimento di Management dell’Istituto di Istruzione Superiore ›rî Sathya Sai a Praµânti Nilayam, che ha parlato ai presenti. Egli ha iniziato citando alcuni versi del “Guru A¹ºakam”, composto da Âdi ›a¾kara, che parla dell’effimera natura del mondo materiale e dell’assoluta inutilità di non avere la mente fissa sui Piedi di loto del proprio Maestro spirituale, giacché, senza ciò, non si potrà mai raggiungere la pace e la beatitudine durature a cui si aspira. ›rî Mahalingam ha poi fatto citazioni tratte da Discorsi di Baba del Gurupûr²imâ, in cui Egli ha garantito che, avendo raggiunto i Piedi di loto del Guru, tutto ciò che rimane da fare è restare in silenzio e bandire quelle tendenze che allontanano da quei Piedi; Egli, allora, si prenderà cura di ogni necessità spirituale e materiale. Parlando del significato del silenzio, ha affermato che solo quando ci si è stabiliti nel Sé è possibile essere veramente in silenzio. Ha poi aggiunto che, ciò che allontana dal Guru, è la frustrazione che nasce dai desideri insoddisfatti e che è quindi di prioritaria importanza tenerli sotto controllo. Dopo l’intenso intervento di µrî Mahalingam, Baba si è amorevolmente alzato in piedi per tenere il Suo Discorso Divino. Nel tardo pomeriggio, i bambini Bâl Vikâs di Bangalore hanno messo in scena una commedia intitolata “Bhakti Sudâma” che ha dipinto la sakhya bhakti (la forma di devozione in cui si adora il Signore come l’amico più caro). Sudâma era un compagno di studi di K©¹²a, all’âµram del loro Guru Sâ¾dîpani. In una circostanza, Sudâma mangiò avidamente una porzione del cibo destinato a K©¹²a, mentre quest’Ultimo era addormentato. Dopo aver terminato i loro studi, i due intimi amici presero strade separate: K©¹²a per ascendere al trono di Dvârakâ e Sudâma per dedicarsi alla vita di erudito vedico. Come risultato del sacrilegio commesso da Sudâma, nel dare sfogo alla propria avidità, la sua vita fu estremamente povera, con i figli spesso affamati. La moglie di Sudâma lo persuase ad avvicinarsi al suo vecchio amico K©¹²a, affinché potesse sottrarlo alle sue miserabili condizioni, ma a lui ripugnava usare la sua amicizia con K©¹²a

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per scopi meramente materiali. Alla fine, quando la situazione divenne critica, egli decise di far visita a K©¹²a. Non aveva nulla da offrirGli tranne una manciata di riso battuto. Al momento dell’incontro, K©¹²a lo salutò con grande affetto. Perso nell’amore riversato su di lui da K©¹²a, Sudâma dimenticò lo scopo della visita e non fece cenno dei suoi guai. Ricordò ciò solo dopo aver preso congedo ed esser tornato a casa, ma, una volta lì, con suo grande stupore, trovò che, ove una volta c’era la sua misera bicocca, si ergeva una magnifica villa dove moglie e figli risiedevano lussuosamente ed elegantemente vestiti. Solo allora egli comprese l’amore e l’affetto illimitati del Signore che, non richiesto, soddisfa le necessità di coloro che Gli sono devoti. Al termine della commedia, Baba ha benedetto i partecipanti facendosi fotografare con loro e ha accettato l’ârati prima di ritirarsi. (Tratto dal sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

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Un Ugâdi pieno di musica 31 marzo 2006 Alcuni gruppi di giovani di Hyderabad e Viµâkhapatnam (Vizag) sono arrivati con dei programmi musicali per la ricorrenza di Ugâdi. Swami ha dato loro la possibilità di presentare il loro programma di canti, di circa un’ora, a partire dalle cinque del pomeriggio.

Report

1 aprile 2006 Stamane il gruppo Vizag ha avuto ancora la possibilità di cantare per Bhagavân, ma questa volta nella bhajan hall. Swami è arrivato per il darœan intorno alle 8,45 e vi è entrato poco dopo. Dopo un paio di bhajan, Egli si è alzato per camminare in mezzo ai giovani parlando e raccogliendo lettere; questo, per loro, è stato il momento di cominciare il loro canto di gruppo che includeva “Pallaki”, la canzone che intonano quando vanno nei villaggi a fare servizio. Alla fine della loro sessione di circa un’ora, Swami ha benedetto le rose che molti di essi tenevano in mano e, dopo l’ârati, si è ritirato. Nel pomeriggio, Swami ha voluto che si cantasse di nuovo durante la sessione dei bhajan e questa volta è stato il turno degli Indostani del College Musicale. Dopo il primo bhajan a Ga²eœa, essi hanno cominciato con canti a Mîrâ e canti popolari. Anche questa sessione è durata circa un’ora. 2 aprile 2006 Al mattino Swami è arrivato appena prima delle otto e si è seduto per un po’ sul palco, dopodiché ha chiesto di esser trasportato sulla Sua sedia verso il lato delle donne e ha dato il darœan per un giro completo. Poi è entrato nella stanza dei colloqui; più tardi si è recato nella bhajan hall per i bhajan. Nel pomeriggio, dopo un giro intero per il darµan, Egli è andato dentro e, appena dopo le 15,30, ha fatto un giro nel portico di sopra intrattenendosi con coloro che erano lì seduti, per entrare quindi nella bhajan hall dalla porta posteriore. Qui ha conversato con alcuni studenti e insegnanti per quasi un’ora; è quindi entrato nella stanza dei colloqui ed è tornato fuori durante i bhajan. 4 aprile 2006 Anche stamani Swami ha fatto un giro sulla Sua sedia pochi minuti dopo le otto e si è fermato fuori della stanza dei colloqui a parlare con qualcuno. È poi entrato nella bhajan hall e ha chiesto agli studenti che stavano andando a casa di farsi avanti. A mano a mano che arrivavano in fila, Egli ha dato a ognuno della vibhûti, parlando con alcuni di loro e concedendo il pâdanamaskâr quasi a tutti. Ciò si è protratto fino alle 8,50, quando Swami è entrato nella stanza dei colloqui per uscirne poi per i bhajan. (Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)

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Discorso 27-05-2002

Quel particolare sorriso che nasce dai buoni sentimenti “Anche se otterrà tutte le gioie e tutti i piaceri, sappiate che l’uomo non sarà mai soddisfatto. L’uomo avrà soddisfazione e pace solo quando realizzerà il Principio Atmico.” Studenti e studentesse, per l’uomo la salute è ricchezza. Fin dai tempi più antichi, gente di numerosi Paesi ha diffuso e insegnato moltissime cose al fine di proteggere la salute. Senza salute, tutti i propositi dell’uomo diventano inutili. IN UN CORPO SANO C’È (NECESSARIAMENTE) UNA MENTE BEATA; MA L’UOMO, INCAPACE DI RICONOSCERE QUESTA VERITÀ, PERDE LA SALUTE. Nell’antichità, non solo gli Indiani, ma anche i Romani fecero molti esperimenti sulla salute, e ne diffusero i risultati. Oltre ai Romani, anche molti altri elargirono insegnamenti a profusione in merito alla salute. Ma, pur intuendo che per il corpo la salute rappresenta una ricchezza, percepirono le singole parti di esso, la testa, la bocca, le orecchie, il naso, gli occhi ecc., come singole parti separate. Non era il corpo ad averle: le consideravano un mondo a sé, e se ne prendevano cura singolarmente. Questo tipo di cura, comune sin dai tempi più antichi, oggi va riducendosi. In Francia, per fortificare il corpo ed essere felici, si seguivano regole strettissime per quanto riguardava il cibo da assumere. Non c’era la credenza di essere solo un corpo. Credevano che il corpo fosse la dimora dell’Âtma. Quando la casa è sicura, coloro che vi abitano sperimenteranno felicità e pace. Forse, sentite che il corpo è solo una bolla

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nell’acqua che, oggi o domani, se ne andrà. Sì, è solo una bollicina nell’acqua. Ci sono molti grandi uomini che compiono azioni meritorie, che indagano sulla natura superiore e la vita ideale in questo corpo, che è come una bolla nell’acqua. Il corpo è il mezzo primario con cui diventare un sacro ideale per il proprio Paese. Per tutti i Paesi, il corpo può diventare esempio di una vita ideale attraverso le sue azioni sacre. I giovani di oggi, però, non riconoscono questo segreto. Da quando si alzano al mattino fino a quando non vanno a dormire di notte, non seguono un sentiero atto a conservare la salute del proprio corpo. In questo modo vanno incontro a molte difficoltà. Gli intellettuali, la gente virtuosa e tutte le persone di grande intelligenza hanno da sempre fatto delle ricerche volte al mantenimento della salute. Hanno scoperto molti metodi atti a evitare che il corpo si ammali. Se la malattia prende piede, il corpo si indebolisce e si deve sottostare a numerose difficoltà. IN QUESTA ERA MODERNA, I ROMANI FURONO QUELLI CHE MAGGIORMENTE PERSEGUIRONO L ’IDEALE DELLA SALUTE .

CERCARONO

DI

SCOLPIRE OGNI PARTE DEL LORO CORPO PER ESSERE FORTI E FELICI.

CERCARONO DI AVERE QUESTE TRE QUALITÀ: UN BUON CARATTERE, LA BONTÀ E LA SENSIBILITÀ. NON IMPOR-

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Discorso 27-05-2002 proteggevano la loro salute. Quanti anni OCCUPAVANO SCRUPOLOSAMENTE DELLA LORO aveva Bhî¹ma2 ai tempi della guerra del SALUTE, COSÌ DA POTER CONTARE SU UN CORMahâbhârata? Era comandante in capo all’età di centoquindici anni! K©¹²a aveva PO FORTE E COMPIERE IL PROPRIO LAVORO SENZA MAI DIVENTARE DIPENDENTI DA ALTRI. settantasei anni, e Arjuna 3 ne aveva A novant’anni lavoravano ancora, contan- settantotto. A quei tempi trascorrevano la do sulle proprie forze senza doversi affida- vita in modo glorioso, forte e felice; erano re ad altri e farsi sostenere da essi. Questo sani e beati. non procurava solo salute al loro corpo, ma Poiché proteggevano la loro salute, gli uoanche bellezza. Un corpo è attraente solo mini e le donne di quei tempi furono in grase è sano. PER PROTEGGERE LA SALUTE, SI do di diventare dei modelli per il Paese. Non DEVE FARE MOLTA ATTENZIONE AL CIBO CHE SI assumevano alcun cibo fuori orario. AveASSUME. I giovani d’oggi, a sedici anni, si vano un orario per tutto, andavano a dorcomportano come dei sessantenni. Per qua- mire al momento giusto e mangiavano in le motivo? All’origine di questo fenomeno modo limitato e a orari fissi. Ieri ho recitato stanno le brutte abitudini della loro vita quo- una poesia: tidiana. “Da quando si alza fino a quando non va a dormire, Proteggete la salute l’uomo usa tutto ciò che ha imparato Al mattino, subito dopo essersi alzati, ci si al solo scopo di riempirsi lo stomaco deve pulire bene la bocca. I denti vanno (guadagnarsi da vivere) spazzolati, sia fuori sia dentro. Anche la senza limitazioni, parte superiore della lingua deve essere dimenticandosi di Colui che ha gli occhi pulita. Questo in quanto la porta principale come petali di loto (Dio). del corpo è la bocca. Molte malattie utilizPer ottenere quale felicità? zano la bocca come via d’ingresso; perciò, Pensateci bene, figlioli!” anche quando parliamo con gli altri, dobbiamo fare molta attenzione. Dobbiamo “Quando il gallo canta, essere puliti e proteggere la nostra salute, svegliatevi e alzatevi dal letto. senza che il nostro alito cattivo arrivi agli Lavatevi i denti e accondiscendete altri e il loro a noi. ai richiami della natura. Non solo. I nostri arti devono essere forti Fate che gli altri vi considerino per poter usare facilmente il nostro corpo. dei bravi ragazzi. Si deve comprendere la verità secondo cui Dio è presente in tutte le membra del corNon andate nei posti umidi. po, e agire di conseguenza. Nei Veda ci si Non andate nei posti sporchi e non avvirivolge a Dio in questo modo: “Saluti cinatevi ai cumuli di spazzatura, reverenziali al Principio Divino in forma perché sono cose sottile, che presiede alle varie parti del corche possono danneggiarvi. po.” (Dio è presente come essenza in ogni Partecipate poi alle gare, parte del corpo – N.d.T.). fate delle partite e giocate a calcio. In ogni arto e in ogni parte del corpo c’è Se agite al momento giusto, se seguite una unicità particolare. Leggete il queste norme di condotta, Mahâbhârata1, e saprete come gli antichi non potrete far altro che sperimentare TAVA QUANTO TEMPO FOSSE NECESSARIO: SI

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Discorso 27-05-2002 TITO ALCUNA STORIA, NON HAI VISTO ALCUN la fortuna di essere sani!” GIOCO!” COSÌ DICENDO, AMOREVOLMENTE, Non appena il gallo canta, svegliatevi su- LA MADRE PORTA UN TELEVISORE E LO METTE DAVANTI AL FIGLIO. GLI DÀ ANCHE UN PIATTO bito e alzatevi dal letto. Oggi non si alza nessuno al cantar del gal- E GLI SERVE DEL CIBO DAVANTI ALLA TELEVIlo. Non si svegliano neppure al rumore del SIONE, DICENDO: “GUARDA, CARO! GUARDA treno! Si alzano la mattina alle otto o alle TUTTO CIÒ CHE VUOI!” (Risate e applaunove. Perché? Perché la sera vanno a letto si). tardi. Perché questo ritardo? Santificano Ogni madre che desideri il bene del proprio figlio può comportarsi così? No, no! In quealmeno il loro tempo studiando? No, no! sto modo li indirizzano su cento strade sbagliate e li rovinano. Tutta questa televisione Guardano la televisione e ascoltano la ra- Poi, la massima propaganda: il Governo fa dio e, così facendo, non solo sprecano il loro una grande pubblicità per incrementare il tempo, ma viziano anche la loro mente. Tutto numero di telespettatori. Ma il Governo non ciò che si vede alla televisione è volgare e ha alcuna discriminazione? No, nemmeno disgustoso, senza carattere e senza virtù. un po’! Anche i governanti, quando tornano a casa dall’ufficio, si siedono davanti Vengono mostrate scene perverse. Non capisco quale gioia o quale profitto alla TV e, se non l’hanno a casa, vanno nei possa trarne il Governo. Il Governo appog- club. E che cosa fanno in questi club? Begia lo sviluppo della televisione, pensando vono, mangiano, giocano a carte e guardache sia una cosa altamente positiva. Quin- no la televisione! I bambini d’oggi divendi, è il Governo che rovina i bambini. (Ap- tano cattivi proprio a causa di queste abituplausi). Trasformano i cuori altruisti e sal- dini, di queste azioni, di questi comportadi dei giovani in cuori empi, non retti, di- menti negativi. Non si parla più, non ci si sgustosi. Importano anche dei programmi scambia parole dolci e gentili. Si parla con durezza. Ecco perché dico spesso: dai Paesi stranieri e li mandano in onda. Non si potrebbe invece cercare di coltivare “Non sempre potete fare gentilezze, nei bambini le buone abitudini? Non si ma potete sempre parlare con gentilezza.” potrebbero trasmettere delle belle storie, che guidino a un buon comportamento? Nessuno si ribella, né i genitori a casa, né Il denaro è causa prima di ogni malvagità la gente colta in strada, né gli insegnanti o Si dovrebbe parlare con umiltà e obbediengli anziani; nessuno prende qualche inizia- za. Quanto si sono ridotte l’obbedienza e tiva. Per quale ragione? Perché tutti hanno l’umiltà! I genitori e i Governi stanno indiquelle brutte abitudini. Se gli anziani dan- rizzando i figli verso ogni genere di sentieno dei consigli, i giovani chiedono loro: “Tu ri sbagliati e con un grandissimo spreco di sei forse migliore?” Ci sono degli anziani denaro. che danno consigli in tal senso, ma poi Quando il denaro aumenta, mettono una sedia davanti alla televisione aumenta anche l’arroganza. e se la guardano. Assieme all’arroganza cresce SAPETE CHE COSA FANNO ALCUNI? “TESORO, SEI STATO TUTTO L’ANNO A PUTTAPARTHI. NON anche la natura malvagia. HAI GUARDATO LA TELEVISIONE, NON HAI SENQuando il denaro diminuisce, Mother Sai luglio-agosto 2006

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Discorso 27-05-2002 l’arroganza decresce. miate ciò che guadagnate? No! Tutto ciò Quando l’arroganza decresce, che guadagnate lo spendete. Alla fine, il si rinuncia alla natura malvagia. salario mensile non basta, e, per sopravvivere, dovete andare nei bar degli alberghi a I L DENARO È LA CAUSA PRIMA DI TUTTE lavare le tazze, oppure a vendere giornali! LE MALVAGITÀ . La nostra gente dice: “Mio figlio è in AmeUn ex studente è venuto dall’America. Oggi rica.” Se qualcuno chiede: “Che cosa fa lagho concesso a lui e a sua moglie un collo- giù?” ci si vergogna a rispondere: “Lava le quio e li ho rimandati indietro. Ho chiesto: tazzine da caffè.” Fanno lavori così bassi; “Mio caro, quanto guadagni?” Mi ha rispo- vanno in America a fare gli sguatteri. sto: “Trentamila dollari al mese.” E Io: “E DOVRESTE GUADAGNARE E TORNARE QUI. quanto metti da parte?” Mi ha risposto: DATE AI VOSTRI GENITORI QUELLO CHE AVE“Neppure un centesimo.” TE GUADAGNATO. Gli ho detto: “Come sei potuto diventare FATE CHE ABBIANO UNA VITA FELICE. così demoniaco? Sei un demone, non un essere umano! Dilapidi trentamila dollari al La madre è Dio, il padre è Dio. mese?! Sono così tanti soldi! Sei un essere umano? Perché sei andato all’estero? Per Dato che i vostri genitori vi hanno fatto guadagnare soldi, intraprendere un sentie- nascere e vi hanno allevati, l’aiuto approro malvagio e coltivare questo brutto com- priato sarebbe quello di dare i soldi a loro. portamento?” Io non ho mai compas- Appena superati gli esami finali, tutti gli sione in questi casi. “Stai diventando un studenti vanno a chiedere il visto. Vorrebdemone”, gli ho detto. bero andare, lavorare sodo, guadagnare e C’era anche sua moglie. Le ho detto: “Ma- tornare. Invece quello che accade alla fine dre, perché sei diventata anche tu come è che tornano senza neppure una monetina ›ûrpa²akhâ (un demone donna – in mano! N.d.T.)? Seguendo lui, anche tu spendi troppo, e, entrambi, state riducendo in cenere Il miglior Dharma di ognuno è la vostra vita. Questo genere di vita non va il proprio Dharma bene. Perché ve ne andate all’estero a vi- Non dico che succederà fra pochi giorni, vere in questo modo? SE ANDATE IN UN PAE- ma entro cinque o sei anni tutti quelli che sono andati in America torneranno indieSE STRANIERO, CHE COSA DOVRESTE PORTARE INDIETRO? QUALITÀ IDEALI, DOVRESTE PORtro. Non sarà possibile restare là. Le situazioni stanno cambiando e diventando molTARE INDIETRO. Dove si trovano gli ideali? Al di fuori dell’India, non si trovano da nes- to pericolose. Il vero Paese di ognuno è il sun’altra parte.” (Applausi). proprio Paese. Il miglior Dharma per ciascuno è il proprio Dharma. Ecco perché viene detto: “Mio figlio è in America” Ecco perché in India si dice: “Ciò che non “Il miglior Dharma di ognuno è in India non si trova da nessun’altra parte.” è il proprio Dharma. Ciò che non possiamo trovare qui in India, Il Dharma degli altri non lo troveremo altrove. Ci sono tante cose è molto pericoloso.” da imparare nella terra di Bhârat. Perché Seguire il Dharma altrui è sempre molto andare all’estero? Per guadagnare? Rispar24

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Discorso 27-05-2002 pericoloso. Sperimentate la vostra felicità. La gente dell’India si porta addosso la VeOvunque andiate, dovete dire con orgoglio: rità e il Dharma come due secondi occhi e costituisce un modello di vita ideale. Lo “Io sono indiano.” dico perché è vero, non per millanteria. Per Questa è la mia madre terra. quanto e in qualunque modo lo si voglia Questa è la mia cara madre lingua. osservare, sono solo i ragazzi che studiano Questa è la mia religione. nelle scuole Sathya Sai a rappresentare un Se non riuscite ad alzare ideale. (Applausi). la testa nel dire questo, I capi politici sono pieni di egoismo dalla siete dei cadaveri viventi. testa ai piedi, e una moltitudine di persone danza alla loro musica. Non fatelo anche Le nostre aspirazioni e le nostre speranze voi. Fate uno sforzo per unire il Paese. Tutvengono riposte nei grandi guadagni di deta l’India è una. Tutti sono fratelli e sorelle. naro. Pensate però a come si cade in basso a causa di ciò. Non appena si arriva in un Fratellanza umana, paternità di Dio. Paese straniero nasce un bambino. Poi ne nascono altri, dieci o dodici, come dei cucDovete sviluppare questa unità; non cercacioli. I genitori non riescono a star dietro a te di dividervi. Solo perché la gente parla tutti questi figli e li conducono anche sulla un’altra lingua deve avere uno stato di sestrada sbagliata. Essi sono sulla strada sbaparazione? Che cosa c’entra la lingua? Posgliata; ma devono portarci anche i bambisiamo imparare le lingue dappertutto. Perni? Si dice che una scimmia viziata rovini ché i partiti politici devono formarsi in base una foresta intera. Non dobbiamo, quindi, alla lingua? Non è una cosa giusta. andare alla rovina e portarvi anche i Studenti e studentesse! bambini. QUALSIASI COSA GLI ALTRI DICANO, NON DOLa terra dell’India è una terra altamente VETE DARE ADITO ALLE DIVISIONI. SIAMO TUTsacra; è terra di valore, di sacrificio, di unioTI FIGLI DELL’INDIA . DOVETE TENERLO A ne con Dio e di ricchezza. (Applausi). MENTE, CON CORAGGIO. SOLO PERCHÉ DEGLI Tuttavia, molti stranieri ne danno ANZIANI, SENZA ALCUNA INTELLIGENZA, CREAconnotazioni negative, ma Io non l’accetNO DELLE DIVISIONI, NON DOVETE, PER QUEto. L’India è una terra sacra. Bhâ-rata: STO, FARLO ANCHE VOI. Essi lo fanno perché “Bhâ” significa “radiosità”. La terra di non sono intelligenti. Avete anche voi poca Bhârat emana luce; la terra di Bhârat dà luce. intelligenza? Giovani! Dio si è incarnato in India molte volte, Avete ancora un lungo viaggio davanti a apportando spiritualità voi! Nel nostro Paese tutti salgono sul trea milioni di persone in modo benevolo. no della società: i più anziani dovranno scendere a una delle prossime stazioni, uno Gli Avatâr4 sono sempre nati solo in India. dopo l’altro; ma i giovani hanno ancora un Solo in India è stata intrapresa la propagalungo viaggio da affrontare. Voi, che dovezione del Dharma. te ancora effettuare questo lungo viaggio, dovete essere intrepidi, coraggiosi e rappresentare un ideale. Fratellanza umana, paternità di Dio Non c’è più nessuno a indirizzare i giovani Mother Sai luglio-agosto 2006

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Discorso 27-05-2002 verso i giusti sentieri. Quando dicono: “Sono SORRISO, (PERCHÉ) NON HO CATTIVI SENTIcose che dice Baba”, lo fanno criticandoMi MENTI, NÉ MALVAGITÀ; NON COMPIO CATTIVE implicitamente. Io non sono affatto toccato AZIONI, NÉ NUTRO CATTIVI PENSIERI O ABITUdalle loro lodi o dal loro biasimo, dall’accet- DINI. IO SONO SEMPRE SACRO. (Applausi). tazione o dal rifiuto. Che cosa perdo a cau- SeguiteMi facendo lo stesso. sa del loro biasimo? Quale profitto traggo dalle loro lodi? Lasciate pure che dicano Seguite il Maestro. quel che vogliono: ciò che Io dico è giusto. Affrontate il male. (Applausi). Lottate fino alla fine. Tutti dovrebbero essere uniti come fratelli Portate a termine la partita. e sorelle. Solo così il Paese si guadagnerebbe una grande fama! Fin dai tempi più In ogni momento della vostra vita, antichi, la terra di Bhârat è stata forte e seguiteMi. Quando sono beato, siatelo pure piena di splendore. Anche voi dovete ave- voi. Dovreste sempre ridere e ridere, e ne re questa forza oggi. ABBANDONATE L’IDEA sarò molto felice. C’è gente che non smetDI DIVIDERE IL PAESE IN SINGOLI STATI. DOte mai di ridere: “Ha, ha, ha, ha, ha, ha!” È una risata da cinema? (Risate). VETE MESCOLARVI E MISCHIARVI COME VERI FRATELLI. No, quella non è una vera risata; quel tipo Solo in questo modo otterrete una devozio- di risata equivale a un pianto. Noi dobbiane sincera, un forza autentica e una vera mo rappresentare, con la nostra vita, l’esiliberazione. stenza ideale all’insegna del sorriso. Bhakti, bhakti, bhakti, bhakti! La gente Aiutate sempre, non fate mai del male. dice: “Bhakti, bhakti”, ma è forse la bhakti a dividere? No, no! Si deve cercare l’unità nella diversità. Non c’è alcun merito a ri- Questo è l’ideale della storia dell’India. Viene detto: durre l’unità in diversità. “Vivete sorridendo: seguite Me” Studenti e studentesse! Dopo aver studiato così a lungo in questi Istituti Educativi, dopo aver appreso, in questi corsi estivi, tante nozioni sull’istruzione ideale, dovete andare a mostrare agli altri, col vostro esempio, che cosa avete imparato. VIVETE SORRIDENDO, SORRIDENDO, SORRIDENDO E ANCORA SORRIDENDO. NON FATE MAI IL MUSO. PERCHÉ FARLO? LE AZIONI CATTIVE SI FANNO SOLO SE SI HANNO CATTIVI SENTIMENTI, MA, SE IN NOI ALIMENTIAMO SENTIMENTI POSITIVI, DOVREMMO RIDERE. Io sorrido sempre, sempre. La gente chiede: “Perché? Ogni volta che Lo guardiamo, Sai Baba sorride sempre!” IO HO IL 26

“Si ottengono meriti servendo gli altri e si commette peccato facendo loro del male.” Bravi ragazzi, brave ragazze! Studenti e studentesse! Che utilizzo dovete fare di ciò che avete imparato in questi quindici giorni? Dovete diventare un esempio. Per quale motivo vi è stato dato così tanto da mangiare? Quattro dolci al giorno! Avete ricevuto del buon cibo, ogni comodità e avete ascoltato parole ideali. Mi fa soffrire moltissimo il solo pensare al cattivo uso che potreste fare di tutto ciò che avete appreso. Fatene buon uso e seguite il sentiero della retta condotta e del retto pensare. Credo Mother Sai luglio-agosto 2006

Discorso 27-05-2002 che, senza dubbio, vi comporterete in que- appreso e agite di conseguenza. sto modo. Promettete: “Senza meno, mi NON DOVETE CRITICARE NESSUNO CON PAROcomporterò così!” Lo farete, non è vero? LE ASPRE. SE OGGI FERITE LA MENTE ALTRUI (Gli studenti urlano entusiasti: “Sì!” – CON PAROLE CATTIVE, DOMANI ALTRI FARANN.d.T.). Bravi ragazzi, brave ragazze! (Ap- NO ALTRETTANTO CON LA VOSTRA MENTE. NON SI PUÒ SFUGGIRE ALLA LEGGE DI REAZIONE, plausi). RISONANZA E RIFLESSO. Fate che le vostre Siate così! Questo è ciò che Io desidero. Non era Mia intenzione farvi un discorso parole siano buone, e riceverete buone parole. Compite buone azioni e parlate di buone particolare oggi. Innanzitutto, proteggete la vostra salute. La azioni. Diventate studenti ideali. Ecco ciò causa prima delle malattie sono le brutte che desidero. Se portate a compimento abitudini. Rinunciate totalmente alle catti- questo ideale, non desidero alcun’altra giove abitudini. I giovani, se fossero forti e ia da voi. Sacrificherò tutto per avere quelsani, dovrebbero avere le guance paffute. la soddisfazione. Invece molti hanno già le rughe. Mantene- Per voi vengono spese decine di milioni di tevi in buona salute. Con la salute, fate che rupie. Guardate qualsiasi altro college: c’è le azioni che compite siano sane e ideali. da qualche parte un college con un’archiAbbiate, cioè, buona salute e ideali elevati. tettura come la nostra? Non solo vi do belCompletate le vostre attività e sperimenta- lezza, ma anche ogni comodità, nonché i te la vera felicità. Solo con una salute di giusti ideali. Io non tocco neppure una monetina. Chi ne ha bisogno riceve borse ferro possiamo ottenere la beatitudine. BEATITUDINE, BEATITUDINE, BEATITUDINE: DA di studio. E non vi do solo borse di studio, DOVE VIENE? LA BEATITUDINE VIENE DALLA ma qualsiasi altra cosa per lo studio! Se staSALUTE. SE LA SALUTE, DUNQUE, È BEN PROte bene, per Me è sufficiente. Il problema è che, sebbene vivano qui da molto tempo, TETTA, OTTERREMO LA BEATITUDINE. La beatitudine è una grande ricchezza. La salute alcuni non riescono ad abbandonare i cattiè una grande ricchezza. Mangiate bene e vi pensieri. in orario. Mangiate in rapporto alla vostra Studenti! capacità. I genitori fanno ogni sforzo per Sto pensando molto a questo: allontanate i portare a tavola ogni genere di cibi per voi. cattivi pensieri. Prendete le distanze dalle Mangiate bene e quanto vi va; mangiate di cattive abitudini. Sviluppate le qualità pogusto. Non mettete da parte il piatto, di- sitive e svolgete buone pratiche. Entrate nel cendo: “Manca questo, manca quello!” sentiero della rettitudine. Sperimentate una MANGIATE DI GUSTO. MENTRE MANGIATE, vita ideale e offrite una vita ideale. La salute e la beatitudine: se entrambe sono preSOLO CIÒ CHE VIENE GUSTATO VERRÀ ASSIMIsenti, non avete bisogno di guadagnare LATO AMOREVOLMENTE DAL CORPO. ALTRInient’altro. Si può guadagnare quanto deMENTI IL CORPO FARÀ UN LAVORO SUPPLEMENTARE. naro si vuole, ma non è importante guadagnare soldi: si devono guadagnare le virtù. Diventate studenti ideali SENZA VIRTÙ, CHE COSA VE NE FATE DELLA RICCHEZZA MATERIALE? IL DENARO NON PORAllora, studenti e studentesse! Quel che avete imparato finora era diverso TA LA FELICITÀ. UNA FELICITÀ STABILE ARRIda ciò che vi è stato comunicato oggi. Ri- VA SOLO TRAMITE LE VIRTÙ. conoscete l’essenza di tutto ciò che avete Rendete felici i vostri genitori. Date loro Mother Sai luglio-agosto 2006

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Discorso 27-05-2002 Whitefield, 27 maggio 2002, beatitudine. Se vi danno cattivo esempio, Sai Ramesh Krishan Hall, dite loro: “Madre, questo non va bene. Io Corso Estivo 2002 così mi rovino. Tu desideri che io faccia mie delle cattive abitudini, dicendo che è (Tratto da www.osssbi.org) per il mio bene. Questo non mi porterà alcuna prosperità (k¹ema), ma carestia 1 Mahâbhârata: nome di un antico poema epi(k¹âma)! Mi mostri la cattiveria, e io non co, il più lungo della letteratura mondiale. Esso la voglio. Swami ci ha detto che cosa va narra della guerra dei PⲬava e i cugini bene per noi, ed è quello che noi faremo.” usurpatori Kaurava, culminata nella battaglia Vivete una vita sacra, su un sentiero sacro, del Kuruk¹etra, dove K©¹²a impartì ad Arjuna all’insegna di un comportamento sacro. l’insegnamento esoterico contenuto nella (Sono) molto felice! Siate tutti felici! Ci sono ancora alcuni particolari argomenti di cui vi parlerò prima che partiate. (Baba termina il Suo Discorso cantando i bhajan: “Râma, Râma, Râma, Sîtâ!” e “Hare Râma, Hare Râma…”)

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Bhagavad Gîtâ, chiamata anche il 5° Veda. Il Mahâbhârata si compone di 18 libri suddivisi in capitoli e sezioni. 2 Bhî¹ma: il comandante dell’esercito dei Kaurava nella battaglia del Kuruk¹etra. Fu la figura esemplare dell’uomo d’onore, cavalleresco e leale, verso la cui memoria si ha profonda venerazione. 3 Arjuna: amico e devoto di K©¹²a. Fu il guerriero che ricevette da K©¹²a, quale auriga del suo cocchio, l’insegnamento esoterico. 4 Avatâr: Incarnazione di Dio sulla terra, disceso per ristabilire il Dharma e per risollevare l’umanità.

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“I devoti Sai sono la mia Famiglia!”

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Sotto la Veranda

Il 1° novembre e anche il 28 ottobre 2002 sono importanti, perché Swami ha parlato con un signore di nome George, venuto dalla Grecia. Swami Si è seduto e ha chiamato: “Ehi, Grecia, vieni qui.” Lui è arrivato a gattoni e io ho pensato avesse qualche difetto ai piedi o roba del genere. (Risate). Swami ha notato: “Vedete come si avvicina?” “Swami, a gattoni!!” “Per devozione! Non è come voi, che camminate come villani. No, no. Lui la devozione la sente.” “Come ti chiami’?” gli ha chiesto Swami. “George, Swami.” “Che cosa fai in Grecia?” “Swami, ho una libreria.” “Come si chiama?” “Ânanda, Swami.” “Ooohh! Chi altri ti aiuta?” “Mia sorella.” “E che cosa fate?” “Swami, vendiamo libri, puliamo...” “E che altro?” “Cantiamo i bhajan.” “E quando lo fate?” “Tutto il giorno.” “Dove cantate?” “Ovunque.” Rivolto a noi: “Vedete la sua devozione? Voi non siete così!” Poi ha continuato il dialogo con George: “Quando sei venuto qui la volta scorsa, come hai raggiunto Praµânti Nilayam?” “Sono venuto a piedi dall’aeroporto di Bangalore a Puttaparthi.” “Quanti chilometri hai percorso?” “180 chilometri, Swami.” “E quanto tempo ci hai impiegato?” “Quattro giorni, Swami.” “Oohh. E hai semplicemente camminato, così?” “No, Swami. Sulle spalle portavo 18 chili di bagaglio.” Swami, rivolto a noi: “Qualcuno di voi è forse così? Guardate, guardate che devozione”, ha esclamato Baba. Poi gli ha chiesto: “Da quanto tempo vieni a Puttaparthi?” “29 anni, Swami. Vengo in questo luogo da 29 anni.” “Che cosa facevi in quei giorni?” “Swami, raccoglievo la sabbia sulla quale avevi camminato e la portavo in Grecia per metterla sull’altare, nella mia stanza della pûjâ.” “Vedete voi, invece?” ci ha detto Bhagavân, e ha continuato a stuzzicarci in questo modo. Poi ha proseguito: “Sei sposato?” “No, Swami, non lo sono.” “Perché non ti sposi?” “No, Swami! Non mi voglio sposare!!” “Perché no?” ha chiesto Baba. E sono andati avanti così per un po’. Allora George si è messo a piangere. Baba mi ha guardato e mi ha chiesto: “Perché piange?” “Swami, tutti quelli che si sposano piangono! (Risate). Però sono felice di vedere che anche quelli che non si sposano piangono! Non c’è dunque alcuna differenza. Piangiamo tutti. Il solo pensiero del matrimonio lo fa piangere, così come fa piangere tutti coloro che sono sposati. Piangiamo, allora, tutti in coro”, ho risposto. Swami poi gli ha chiesto: “Sei venuto da solo?” “No, Swami. Ci sono anche i miei amici seduti là.” “Chi è quel ragazzo?” ha domandato Swami. “È il campione olimpionico di salto in alto. Anche lui viene dalla Grecia.” “Vieni qui”, lo ha chiamato Swami. “Vuoi raccontare una tua esperienza a questi ragazzi?” E così il campione olimpionico ha raccontato che, quando sua moglie era incinta, stando 29

alle molte ecografie, avrebbero avuto un figlio maschio. Tutti i test avevano confermato che sarebbe stato maschio. Ma lui e sua moglie pregarono Swami: “Swami, noi vogliamo una bambina, una femmina, non un maschio.” “Ma è un maschio!” aveva detto Baba. “No, Swami. Se Tu vuoi, puoi fare tutto.” “Avete questa fede?” “Sì, Swami.” E così hanno avuto una bambina! Swami è intervenuto nel racconto: “Sono stato Io! (Risate). Ho fatto lo scambio.” Improvvisamente ha guardato gli studenti: “Attenti, ragazzi: se non vi comportate bene, vi trasformo tutti quanti in femmine. All’istante!!” (Scoppio di risate). Poi ha continuato: “George, perché sei venuto qui se tutti i tuoi parenti sono in Grecia?” “No, Swami, non ho parenti.” “Non ne hai? Che strano!” “Swami, i devoti Sai sono i miei parenti. I devoti Sai sono la mia famiglia. Non ho nessun altro.” Bhagavân è stato felice di questa risposta. “George, sarai qui per il (Mio) Compleanno?” gli ha domandato Baba. “No, Swami. Devo tornare a casa.” “Tornare a casa?! Perché?” “In Grecia celebriamo il Tuo compleanno.” “Oh, capisco. E come lo celebrate?” “Con addobbi, palloncini, luci e dolci.” “Quanti devoti ci sono in Grecia?” “Swami, ministri, ufficiali, professori... Ci sono tantissimi devoti.” “Oohh, bene, bene..... Ok, torna in Grecia e celebra là il Compleanno di Baba.” A questo punto Swami è entrato ed è tornato fuori con un paio di abiti nuovi che ha donato a George come regalo per il “Suo” Compleanno. (Tratto da “Perle di Saggezza” 3 - 28 ottobre - 1 novembre 2002)

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Un’intervista ad Anil Kumar (parte seconda)

D. - Anil, noi eravamo presenti quella notte in cui Swami, nella Sua casa a Kodaikanal, le materializzò un orologio dopo che lei aveva tradotto il Suo Discorso. Qual è la più grande materializzazione fisica che Gli ha visto produrre? R. - Io non so quanti di voi abbiano sentito parlare di Balarâma, il fratello di K©¹²a. Sai Baba un giorno disse che l’indomani avrebbe invitato i Suoi allievi e alcuni ospiti a un pranzo molto speciale. Io Gli chiesi perché il pranzo fosse speciale ed Egli replicò che avrebbe parlato del matrimonio di Balarâma e Revatî, in quanto quel giorno ne ricorreva l’anniversario. Il pranzo sarebbe stato un banchetto con un menu di venticinque portate. Quindi, il giorno dopo, ci fu questo speciale banchetto, questo pranzo di nozze con venticinque portate. Gli stranieri e vari onorevoli ospiti vi presenziarono. Nel pomeriggio Swami tenne un Discorso in cui descrisse come Dei e Dee abbiano assistito al matrimonio di Balarâma e Revatî. Brahmâ, Vi¹²u e ›iva presenziarono a questa divina celebrazione divina con tutti gli altri Dei e Dee e, verso la fine della cerimonia, Brahmâ presentò un regalo di nozze. Qualcuno chiese a Swami quale fosse il regalo e, a quel punto, la Mano di Sai Baba descrisse tre circoli nell’aria: ci fu un ronzio simile a quello di un’ape e, con grande sorpresa e meraviglia dei presenti, Egli materializzò un oggetto della grandezza di una caraffa. Era un arco tempestato di diamanti; ce ne saranno stati 200. La struttura dell’arco era d’oro corredata di diamanti in file di quattro, e di una piastra d’oro decorata al centro di un cigno con occhi di diamante, sostenuto da una catenella d’oro, il cui stomaco era simile al vetro, trasparente. Tutti osservavano in totale sbalordimento. Baba disse: “Guardalo, Anil.” Io risposi: “Oh, è stupendo,

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Domande & Risposte

D. - Ci vuol descrivere la più grande manifestazione che ha visto da parte di Swami? R. - Per me la Sua più grande manifestazione è ciò che io chiamo il Suo interessamento, il Suo Amore. Faccio un esempio. Alcuni anni fa stavo aspettando i risultati dell’esame di ammissione di mio figlio a ingegneria, ma, proprio il giorno in cui dovevano esser pubblicati, il Presidente dell’India, il primo cittadino di questo Paese, giungeva in visita a Praµânti Nilayam. Sai Baba lentamente, dolcemente e sorridendo mi si avvicinò durante il darµan e, in piedi, di fronte a me, sollevò le braccia dicendo: “Come sta, signore?” Io risposi: “Swami, sto benissimo.” Baba mi chiese: “Come va tuo figlio?” “Sono in attesa dei risultati, Swami.” “No, no. Egli sarà ammesso, diventerà un ingegnere e sarà promosso con lode. Non preoccuparti, Anil Kumar.” Io caddi immediatamente ai Suoi Piedi e pensai: “O Dio, mentre il Presidente dell’India e tutte le personalità stanno aspettando alla porta, Tu ti preoccupi di mostrare il Tuo interessamento per questo piccolo e affatto importante individuo, Anil Kumar. Ti sono grato, Swami, per questa attenzione, per questo Amore che va oltre la posizione, lo stato sociale e il ceto.” Quindi, sì, per me la Sua più grande manifestazione è il Suo Amore.

Swami.” “No, osserva il naso del cigno.” “Sì, Swami, è davvero bellissimo.” “No, osserva gli occhi del cigno.” “Sì, Swami”, replicai. “Sono fatti di diamante.” “No, no”, disse Swami. “Sei uno sciocco.” “Swami, non è una novità. Lo so che sono uno sciocco; non si tratta di qualcosa che io già non conosca. Non diventerò un “non sciocco” all’improvviso; lasciami continuare a essere uno sciocco!” “Osserva lo stomaco, scioccone.” Guardai lo stomaco e vi trovai niente meno che l’immagine di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba in posizione distesa. Questa è la manifestazione! Penso che non ne vedrò più una simile negli anni a venire. D. - Una volta, abbiamo fatto ridere Sai Baba durante un colloquio usando l’espressione “le storie di Baba”, che è la terminologia che usiamo per indicare le storie che i devoti si raccontano su ciò che Egli fa e sulle Sue materializzazioni. A tal riguardo, Swami Stesso ha detto una volta che le storie di Baba sono migliori dei bhajan, perché spesso, durante i bhajan, la gente si addormenta mentre è sempre ben sveglia e interessata quando si raccontano le storie di Swami. Qual è la migliore storia che lei ha udito da Baba? R. - Sì, è vero che alcuni si addormentano durante i bhajan, ma questo accade per la semplice ragione che non ne comprendono il significato. Si addormentano perché non c’è ardore, non c’è trasporto, nessuno struggimento per Dio. La gente dorme soltanto perché non comprende, perché il cuore non è pronto e la mente è piena di pensieri che riguardano mondo, affari e faccende giornaliere. Invece le storie di Baba non fanno mai addormentare perché vengono immediatamente comprese, perché sonopiene di scherzi divertenti, perché si riferiscono alle nostre situazioni di tutti i giorni e fanno ridere. Vi faccio un esempio. Un giorno, durante il darµan, Sai Baba parlava con i bambini della scuola elementare e chiese a uno di loro, che avrà avuto sei o sette anni: “Da dove vieni, ragazzo?” Il bimbo rispose: “Swami, io vengo da Te.” Sai Baba, poi, si voltò e disse a tutti i VIP seduti sulla veranda: “Se ponessi a voi questa domanda, voi rispondereste: ‘Io vengo da Mumbai’ o ‘Io vengo da Madras’, oppure ‘Io vengo dall’Inghilterra’, ma questo bimbo dice: ‘Io vengo da Te.’ Questo è divino, i bambini sono divini.” Allora Sai Baba fece al bambino una seconda domanda: “Quanti fratelli hai?” e la risposta fu: “Swami, tutti sono miei fratelli.” “Notate che apertura mentale hanno i bambini: questo bimbo considera tutti suoi fratelli, mentre, se avessi fatto a voi la stessa domanda, voi avreste risposto: ‘Due fratelli, Swami’ o ‘Tre fratelli, Swami’. Voi siete di idee ristrette.” Baba pose al bambino una terza domanda: “Quante sorelle hai?” La risposta fu: “Tutte sono mie sorelle, Swami.” “No, no, no”, disse Baba. “Tutte sono tue sorelle meno una, tua moglie.” Al che tutti risero e Baba di nuovo al ragazzo: “Quante mogli hai?” e quello: “Swami, tutte sono mie mogli.” “Oh no, no, no, ti sbagli”, disse Baba e aggiunse: “Questo ragazzo pensa di essere abbastanza brillante da dare una risposta a Bhagavân.” Dopodiché, rivolgendosi di nuovo al bambino, continuò: “Chi sei tu?” La risposta fu: “Swami, io sono Dio” e Baba rispose: “Ebbene, se sei Dio, vai a dare il darµan”, al che tutti scoppiarono a ridere. La gente ama i Suoi scherzi, il Suo umorismo. D. - Che cos’è che lei considera il più grande successo derivato dal suo rapporto con Sai Baba? R - Sì, questa è una buona domanda. Non mi fraintendete se propongo questo punto di 32

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vista; voi potete non esser d’accordo con me. La filosofia indù è così vasta che può confondere; una scuola parla di non dualismo o advaita, un’altra parla di non dualismo qualificato o viµi¹ºa advaita e un’altra ancora parla di dualismo o dvaita. C’è poi una corrente filosofica che sostiene l’adorazione di Dio con forma, sâkâra, un’altra vuole che si adori il Dio senza forma, nirâkâra, una che predica l’adorazione di Dio senza attributi, nirgu²a, e un’altra che raccomanda l’adorazione di Dio con attributi o sagu²a. Che fare? Un guru dice che si deve seguire la via dell’azione, il karma yoga, un altro raccomanda di seguire il sentiero della devozione, bhakti yoga, e un altro ancora insegna a percorrere la via della saggezza, jñâna yoga. Ci sono letteralmente migliaia di Dei; a volte penso che il numero degli Dei superi quello degli essere umani. Che cosa dovrei fare? È a questo punto che Sai Baba entra nella mia vita e insegna che i gioielli sono molti, ma l’oro è uno; che le mucche sono molte, ma il latte è uno; che i fiori sono molti, ma l’adorazione è una; che gli esseri sono molti, ma l’aria che respirano è una; che le stelle sono molte, ma il cielo è uno; che le nazioni sono molte, ma la Terra è una; che le forme sono molte, ma Dio è Uno. Egli insegna il principio dell’unicità, dell’unità o advaita. Il più grande regalo che io abbia quindi ricevuto da Sai Baba è la chiarezza nei pensieri, la linearità nel rapporto, la precisione nella pratica spirituale, che non lasciano spazio ad alcun dubbio o confusione. Ho una visione molto chiara: nessuno può mettermi in imbarazzo perché Sai Baba mi ha dato una nitida visione della filosofia. Questo è il regalo più grande che Egli potesse farmi e io non voglio altro che questo da Lui, non voglio nessuno degli anelli, delle catene o dei medaglioni che Egli regala. Quello stadio è passato per sempre. D. - Può guardare indietro e raccontarci qualche episodio, nella sua relazione con Sai Baba, relativo al periodo in cui lei pensava che questo fosse tutto un grande errore, un fallimento, mentre ora si rivela come una grande esperienza formativa? C’è mai stato un momento che le ha fatto pensare di rinunciare a tutto ciò ed è invece risultato, in seguito, un fattore decisivo nel cammino della fede e della consapevolezza? R. - A titolo personale, io vengo da una famiglia che, da tre generazioni, segue una religione che adora Dio senza forma, un Dio che non è soggetto a nascita o morte. Noi adoriamo Dio senza attributi, non crediamo nella reincarnazione, non accettiamo Râma e K©¹²a, né otteniamo alcuna forma di adorazione pensando che Dio sia un fenomeno, ritenendolo un Essere che è al di là della nascita e della morte. Io sono stato allevato con questa fede, ragione per la quale Sai Baba ha impiegato otto anni perché mi formassi la maturità necessaria ad accettarLo, perché fossi pronto ad accogliere la Sua filosofia, e abbastanza maturo da assorbire ciò che Egli aveva da darmi. Per questo ho avuto un periodo di prova di otto anni che mi ha reso più idoneo, più ricettivo nei Suoi confronti. A quel tempo l’esperienza non è stata molto piacevole, ma ora, guardando indietro, vedo che era necessaria e quindi non ho rimpianti. (continua) (Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)

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Continua la “Storia di Sundaram”, la “Praµânti Nilayam” di Chennai. Vi ritroveremo ancora avvincenti aneddoti, salti nel passato della vita di Swami, interessanti notizie.

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“Ogni dettaglio è meraviglioso”

Dal momento in cui si supera la soglia dei due cancelli (uno per gli uomini e uno per le donne) vi accoglie un ampio terrapieno di sabbia, così com’era a Puttaparthi anni fa. Questo è il luogo dove si muove Swami per il darµan i giorni in cui risiede a Sundaram (che letteralmente significa “ogni dettaglio è meraviglioso”). Ciò che all’inizio era un’area accidentata di 30.700 piedi quadrati (10.000 mq) è ora divenuto uno spazio anche troppo esiguo per contenere l’enorme folla che si riversa in questo luogo durante le festività: giorni come il Compleanno di Baba, ›ivarâtrî, il Nuovo Anno, Natale ecc., oppure quando Baba è presente fisicamente a Sundaram e appare nei darµan quotidiani. Qualsiasi dettaglio è veramente magnifico, che si tratti delle affascinanti statue rappresentanti il Signore Ga²eµa e Subrahma²yam, nell’angolo frontale dell’edificio, o la splendida statua del Signore ›iva e di Madre Pârvatî, alla sinistra dell’entrata della piccola sala di preghiera che si affaccia a est, oppure la porta di legno di tek che conduce alla sala del darµan, squisitamente intagliata con intricate figure delle varie divinità, simboli religiosi e perfino le sculture dei due “Yeli”, figure celesti, che compaiono all’esterno della porta principale. Sundaram è vibrante, eppure calma e silente nella serena atmosfera di pace che la pervade. “Noi sappiamo che Swami è sempre qui a Sundaram”, afferma la signora Mona Desuja. “Chiunque sia entrato nella sala rettangolare dove avviene il darµan, comprende il perché essa venga paragonata al mitologico “Vaiku²ºha”, il sereno luogo di pace del Signore Vi¹²u.” Come disse un devoto: “Un senso di pace ti riempie e puoi percepire la misteriosa mano che viene in tuo aiuto non appena entri nella sala. Uno sguardo alla foto di Swami che si trova in un giardino e che ti guarda con un gentile sorriso tenendo in mano una rosa in piena fioritura, è una foto che ti toglie il respiro...che si inserisce nella scena artistica e ti fa vivere un’esperienza straordinaria. Come se Swami in Persona ti stesse chiamando. Ti senti all’improvviso pienamente sollevato.” “Sebbene io debba occuparmi di tre bambini e di una casa di senzatetto, trovo sempre il tempo per andare a Sundaram, perché so che là troverò la soluzione ai miei problemi”, dice la signora Desuja. “Il mio Swami è sempre a Sundaram, e quando sono seduta a cantare i Suoi 108 Nomi, sento che Egli risponde immediatamente e che i miei problemi si dissolvono istantaneamente di fronte al Suo sorriso. Noi gli mostriamo qualsiasi cosa buona che facciamo; se acquistiamo una proprietà o un’auto, per prima cosa andiamo a Sundaram anche se è notte fonda. Ma anche se accade qualcosa di avverso, corriamo comunque a Sundaram, che si tratti di lavoro o della salute dei bambini. Noi sappiamo 34

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che Swami è lì per aiutarci e Sundaram mi ha dato così tanto nella vita!” Non è raro vedere devoti con le guance umide di lacrime di gioia durante la sessione dei bhajan del giovedì e della domenica sera, come pure nelle occasioni speciali. Più che la qualità dei bhajan è il sublime ambiente di Sundaram a irradiare una tale energia positiva da toccare nel profondo del cuore. “È come entrare dentro un tempio di pace”, afferma il dottor Mohan. Egli è un diabetologo ed è ospite di Sundaram da più di dieci anni. Ecco ciò che ci dice: “Molte volte sono arrivato a Sundaram in uno stato di confusione mentale, ma, nel momento in cui vi ho messo piede, è come se fossi entrato in un tempio di pace. Per essere onesti, preferisco Sundaram e Puttaparthi ai normali templi di preghiera (sebbene, essendo devoto di Swami, possa essere biasimato per questa mia opinione). Penso infatti che qui le cose vengano condotte in modo unico! Qualsiasi cosa si svolge senza rumore, senza troppi fronzoli, senza trambusto. Voi potete stare là e sedere in meditazione, osservare le regole e la disciplina e prendere parte ai bhajan o leggere il pensiero del giorno, e la pace discende su di voi in modo automatico! Siete pieni di vibrazioni positive. Vi sentite ricaricati come se aveste fatto molte più cose, soltanto dopo aver ascoltato i bhajan e partecipato al satsa¾g. Tutto questo è stato di grande ispirazione per me, a tal punto che, quando abbiamo deciso di cambiare casa, ne abbiamo scelta una relativamente vicina a Sundaram.” La ›ânti Vedika La “›ânti Vedika” è un palco che si affaccia a sud sullo spazio sabbioso ed è un’altra importante struttura di Sundaram, perché è qui che Swami normalmente tiene i Suoi Discorsi alla folla quando si trova a Chennai. Con la splendida scultura del Garu¬a (il veicolo del Signore Vi¹²u) che sostiene la base e i pilastri decorati con simboli di tutte le religioni, la ›ânti Vedika è il caratteristico luogo di ritrovo in cui Swami ha speso ore parlando ai devoti, assistendo alle recite dei bambini Bâl Vikâs, oppure distribuendo cibo ai poveri e guidando i volontari del servizio durante le Sue numerose visite. I devoti e Sundaram Molti devoti di lunga data ci raccontano con gioia come Sundaram sia riuscito a portarli tanto vicini a Swami. Il signor A.K. Kumar, devoto da più di venticinque anni, da sempre canta regolarmente durante le sessioni bhajan. Egli ci racconta: “Il mio viaggio verso Sai a Sundaram iniziò nel 1980. Una delle persone associate alla mia scuola mi chiese se avessi voluto cantare a Sundaram. Io pensai: “Che cosa ci sarà di tanto speciale in questo posto? Comunque proverò ad andare una volta al mese anche solo per stare ad ascoltare musica. Invece ora Sundaram è come se fosse la mia casa. Non ci crederete, ma una volta è capitato che dovessi recarmi all’ospedale per una prenotazione che dovevo fare e, senza saperlo, mi ritrovai a Sundaram; entrai e solo allora compresi che sarei dovuto andare in un altro posto! Questa è la sintonia che ho instaurato con Sundaram!” “Questa speciale relazione con Sundaram avviene, come molti devoti raccontano, perché è qui che molte persone si crogiolano nel Suo Amore e nella Sua grazia”, afferma Kumar. “Ogni volta che Swami viene a Sundaram, la prima cosa che fa, dopo essere entrato, è venire vicino a noi per informarsi di come va e solo dopo prosegue. Come

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possiamo mai dimenticare i momenti d’oro che abbiamo trascorso con Swami? Egli passava molto del Suo tempo con noi; giocava quasi!” “Noi associamo Swami a Sundaram” Il dottor Mohan, un altro devoto di lunga data, dice: “Diverse volte abbiamo avuto la fortuna di avere il darµan di Swami a Sundaram quando Egli veniva a Chennai. Quindi dopo Puttaparthi, luogo che visitiamo spesso durante l’anno, noi associamo Sundaram a Swami e a tutte le buone cose che ci ha insegnato. Per noi questo luogo è una sorgente di pace mentale, di ispirazione, ma soprattutto ci porta ad avere alti ideali. A Sundaram l’adorazione si trasforma in servizio Quindi, Sundaram non è solo un luogo di pace e di serenità, ma è anche un ponte tra il devoto e il Signore. Ciò che merita di essere espresso è come tutta questa devozione per il Signore venga tradotta in azioni concrete. Citiamo l’articolo del dottor Hiramalini Seshadri, “Sundaram: un paradiso d’Amore e di Pace”, apparso sull’“Hindu” dell’8 gennaio 2006: “La prima organizzazione di Chennai che si è premurata di fornire cibo a coloro che sono stati travolti dall’infausto destino di quel terribile giorno nel 2004, un ponte silenzioso attraverso cui materiale di prima necessità, per un valore di milioni, fu distribuito alle vittime dello tsunami nel Tamil Nadu. La struttura che, sul posto, ha coordinato gli aiuti per rifornire di acqua l’assetata Chennai attraverso il canale Sathya Sai Ga¾gâ. Il ritrovo per oltre 200 matrimoni di gente appartenente a tutte le fedi religiose, celebrati del tutto gratuitamente con abiti e doni regalati agli sposi per la loro vita futura. La cappella in cui si è addobbato il più bell’albero di Natale e il più suggestivo presepe della città. Il masjid con uomini che si precipitavano fuori con cibo e bevande per accogliere i fratelli musulmani che si rialzavano dalla sabbia dopo un giorno di preghiera e digiuno per il Ramadan. Il tempio dove viene celebrato gratuitamente, e per tutti, il rito dell’Upanayana (la cerimonia indù del cordino sacro – N.d.T.), indipendentemente dalla casta e dal credo di ognuno. La Veda Pâºhaµâlâ (scuola vedica) dove viene insegnato alle donne a recitare i Veda. Il divino ospedale che ha fornito cure settimanali per più di 25 anni. La NGO (Organizzazione Non Governativa) che ha provveduto a operare, a Chennai, più di 7000 cataratte. La “linea” di aiuto, 24 ore di “amore liquido”, che collega i volontari donatori di sangue con i pazienti dell’ospedale. La scuola che non solo assiste i bambini che abitano nei tuguri con lezioni scolastiche, ma li aiuta anche nell’apprendimento dei valori umani e del sanscrito. Il centro dove fin dal 2002, per ordine di Baba, è stato istituito il Gruppo di Coordinamento per le Calamità Naturali dove sono stati formati giovani che, nel momento di necessità, potevano accorrere in loco in maniera coordinata piuttosto che semplicemente improvvisare qualche aiuto (lo tsunami ha mostrato un esempio dell’esemplare lavoro svolto da questo gruppo di giovani a Nagapattinam e a Colachal). Il sacro suolo dove bhajan divini, che inneggiano a tutte le fedi, risuonano ogni giovedì e ogni domenica. “Sundaram” è tutto questo e molto di più. (continua) (Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)

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Quello che segue è il testo del discorso del professor G. Venkataraman, radiotrasmesso dopo la festa di ›ivarâtrî 2006, che contiene riferimenti molto rilevanti circa il significato del li¾godbhâvam.

La lezione del Li¾godbhâvam Amorevoli Sai Ram e saluti da Praµânti Nilayam. Avrei dovuto farvi un discorso riguardante la vita di ›irdi Baba, ma oggi interrompo questa serie per dividere con voi alcuni pensieri relativi a certi momenti memorabili che abbiamo vissuto la settimana scorsa durante le celebrazioni di ›ivarâtrî. Come voi ben sapete, quest’anno ›ivarâtrî, o Mahâµivarâtrî, per essere più precisi, ha avuto luogo domenica 26 febbraio 2006.

Un 2005 senza Li¾godbhâvam L’anno passato era stato annunciato, con grande anticipo, che non ci sarebbe stato il li¾godbhâvam e, come ci si poteva aspettare, questo portò un notevole calo di partecipazione al rito. A tal proposito, nonostante fosse stato detto che non ci sarebbe stato il li¾godbhâvam, ciò che effettivamente accadde fu che, dopo che Swami ebbe terminato il Discorso e si fu seduto ad ascoltare i bhajan, si notarono all’improvviso dei chiari segnali che un li¾gam stava per uscire, ma Swami chiese la macchina e andò via, per cui non vi fu, almeno in pubblico, alcun li¾godbhâvam. Anche quest’anno c’era meno folla, probabilmente perché non si prevedeva il li¾godbhâvam, e il pomeriggio di domenica è passato senza che alcun li¾gam fosse prodotto da Swami. Da una parte, molti erano contenti perché, come sapete, Swami deve sopportare un enorme sforzo per far uscire il li¾gam. I devoti si dicevano l’un l’altro: “Quest’anno Swami ha pietosamente risparmiato a Se Stesso la tortura di creare il li¾gam.” Il mattino annuncia un grande evento Arrivata la domenica mattina, Swami è uscito verso le 6,45 e si è seduto sulla Sua sedia al canto dei bhajan. Un numeroso gruppo dei Suoi ragazzi si affaccendava a portare nel Sai Kulwant Hall grandi recipienti colmi di prasâdam ancora caldo, proveniente dalla canteen per esser distribuito al termine dell’avvenimento. Ho notato che le cose veni-

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Il divino programma per ›ivarâtrî Secondo la tradizione di Praµânti Nilayam, ›ivarâtrî si celebra come segue: al mattino i ragazzi di Swami cantano, dopodiché ci sono i bhajan e poi Swami si ritira. Nel pomeriggio ci si riunisce tutti alla divina Presenza per un Discorso, a cui fa seguito un’intera notte di bhajan. Quest’ultimo è un avvenimento in se stesso e merita un discorso a parte che ora non affronteremo. Il mattino seguente, poco dopo l’alba, Swami arriva nella Hall, assiste per un po’ ai bhajan e tiene un altro Discorso con cui si chiudono, in piena osservanza, i rituali di ›ivarâtrî. A seguire c’è la distribuzione del prasâdam che è, anch’esso, un avvenimento speciale. Questo è, per così dire, il consueto programma di un anno in cui non si verifica il li¾godbhâvam e così è stato a lungo finché Swami, qualche anno fa, non lo ha ripristinato.

vano fatte alquanto diversamente dal solito, ma sapevo che questo non poteva avvenire che dietro esplicita indicazione di Swami; in tutte queste cose Egli è veramente il Manager che decide di ogni minimo dettaglio e niente può mai accadere se non personalmente ordinato da Lui. Tutto questo va bene, ma non è ciò di cui volevo parlarvi. Noi eravamo tutti lì, in attesa che Swami cominciasse il Suo Discorso, quando ho visto alcuni ragazzi correre nella stanza dei colloqui. Ciò non è affatto strano: Swami dà spesso istruzioni e i ragazzi sono svelti e pronti a schizzar via per eseguirle. Un minuto dopo erano già di ritorno con bottiglie, tovaglioli e bicchieri. Nel vedere questo, ho drizzato le antenne dicendo a me stesso: “Sembra che Swami stia per fare un li¾gam”, e non ero il solo a pensarlo: tutto il Sai Kulwant Hall si era svegliato improvvisamente dal torpore che seguiva a un’intera notte di veglia cantando bhajan. Qualcosa che normalmente non accade durante la sessione mattutina stava per verificarsi. Dallo scorso anno tutti pensavano che, per la seconda volta nella storia di questo Avatâr, il li¾godbhâvam non ci sarebbe stato. Voglio dire che, precedentemente, Swami soleva produrre i li¾gam con regolarità, ma poi aveva smesso per diversi anni; ora tutti erano eccitati nel vedere questo spettacolare fenomeno, ma si rendevano conto del fatto che Swami stava subendo notevoli sofferenze e dolori fisici nell’attesa che il li¾gam emergesse; per tale ragione, molti pregavano addirittura che Swami si risparmiasse quel tormento e interrompesse la crazione del li¾gam, che è esattamente quanto era accaduto l’anno scorso, e anche quest’anno, fino alla mattina di lunedì. Quando è stato chiaro che sarebbe emerso un li¾gam, il folto pubblico si è fatto attentissimo mentre il canto dei bhajan aumentava d’intensità e ritmo. Swami ha cominciato a bere bicchieri d’acqua su bicchieri d’acqua, come fa normalmente poco prima che il li¾gam fuoriesca e tutti aspettavano con il fiato sospeso. L’agonia della nascita del li¾gam Un folto gruppo di ragazzi stava seduto dietro a Swami e versava acqua dalle bottiglie nei bicchieri d’argento. Due di essi, inginocchiati ai lati di Baba, erano prontissimi ad assisterLo: uno Gli poneva i bicchieri dinanzi e Glieli dava al Suo comando, il che avveniva ogni quindici o venti secondi. Swami prendeva il bicchiere da questo ragazzo e beveva l’acqua restituendolo vuoto; questi lo passava agli altri ricevendone uno pieno. Baba appariva molto accaldato, per cui sono stati posti due ventilatori ai Suoi lati per rinfrescarLo. Dopo aver bevuto, Egli si asciugava il Viso, e pertanto, Gli veniva dato un fazzoletto dopo l’altro. Usava anche un piccolo asciugamano per asciugarsi il Volto e la Bocca. I ragazzi seduti dietro di Lui facevano la spola da lì alla stanza dei colloqui portando ancora fazzoletti e asciugamani. In un certo senso, tutto questo non era nuovo. Lo avevamo visto tante volte, ma non era usuale il lunghissimo tempo che il li¾gam impiegava a uscire: 5 minuti, 10 minuti, 15 minuti, mezz’ora, 45 minuti... e ancora non appariva. A quel punto eravamo tutti distrutti e pregavamo in silenzio: “Oh, Swami! Ti prego, fai finire questa agonia prima possibile!” Ma la sofferenza di Swami continuava. Il canto appassionato dei bhajan Intanto i bhajan andavano avanti con sempre maggiore intensità. Normalmente, quando si prevede la creazione del li¾gam, il gruppo dei cantori, ragazzi dei college di Swami di Brindavan e Puttaparthi e ragazze del college di Anantapur, si alternano e cantano 38

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sicuri, con forza e ispirazione, i bhajan del Signore ›iva; anche questa volta era così, ma, quando la sofferenza di Swami si è protratta troppo a lungo, i cantori non hanno più potuto mantenere il ritmo e l’armonia consueti, e ognuno gridava a modo suo, forse per costringere il li¾gam a uscire, interrompendo in tal modo le sofferenze di Swami. La Creazione si manifesta Spero di avervi dato un’idea di come sono andate le cose. Il Corpo di Swami continuava a soffrire così tanto che tutti i presenti, ovunque fossero seduti, potevano vederlo chiaramente. Sembrava un racconto epico in cui un fragile Corpo umano, che personifica l’incarnazione di Dio, si sforza di risvegliare in Sé e richiamare un grandioso Potere Divino atto a produrre il Simbolo Supremo della creazione. Finalmente, dopo circa un’ora da quando Swami aveva cominciato a mostrare i segni di un altro li¾godbhâvam, il tanto atteso li¾gam è improvvisamente comparso. Erano circa le 8,15. Il Li¾godbhâvam simbolo della Creazione Divina Vorrei ora fare una digressione e riflettere per alcuni attimi sul significato del li¾godbhâvam stesso. La gente viene da ogni dove per assistere a questo straordinario evento divino e ne rimane strabiliata. Che significato riveste questo evento? In due parole, quando Swami produce un li¾gam da dentro di Sé, ci ricorda, tra le molte altre cose, che dietro la Creazione c’è un Creatore. Se c’è un quadro deve esserci un pittore che l’ha dipinto; se c’è un bambino deve esserci una madre che l’ha partorito. Tutti accettano questi fatti senza contestarli in alcun modo, inclusi i cosiddetti razionalisti e atei, ma, quando si parla dell’universo, se affermate che l’ha creato Dio, vedrete che polverone si solleva! Ciò avviene non perché la gente sia offesa dal riferimento a Dio. Tuttavia, il fatto più rilevante è che la loro veemente negazione di Dio ha causato un enorme danno alla società. Quelli che noi chiamiamo buoni pensieri, buone azioni ecc. nascono fondamentalmente da Dio; la bontà è la rappresentazione della Divinità al livello umano. Swami, come K©¹²a, ›irdi Baba e la Sua presente Incarnazione, ha perfettamente spiegato che la bontà nasce dalla Divinità; dove c’è Amore c’è Dio. Senza Dio non può esserci Amore, senza l’Amore Puro non può esserci alcun sacrificio e senza sacrificio non può esserci alcuna bontà. Moltissime persone sono buone per natura e fanno in silenzio un gran bene alla società; senza il sacrificio di questa gente, senza la compassione mostrata da questa gente, senza il servizio altruistico compiuto da questa gente, senza il senso del dovere messo in atto da questa gente, la società si fermerebbe. Tutte queste virtù sono manifestazioni della Divinità interiore. Quindi, il primo punto circa il li¾godbhâvam è che si tratta di un potente mezzo per rammentare il fatto essenziale che, dietro la Creazione, c’è un Creatore e che quel Creatore è Dio. In questi giorni si fa un gran parlare del test del DNA. Parlando di ereditarietà, tutti sappiamo che il figlio deve avere i geni della madre e del padre; nello stesso modo, ogni atomo e ogni cosa fatta con gli stessi atomi dell’universo, se vengono da Dio, non dovranno forse avere “Geni Divini”, se così posso esprimermi? Questo è esattamente ciò che Swami ci dice spesso: “Ogni cosa nell’universo è divina e non c’è nient’altro che Dio.” Swami ci ha detto questo non una sola volta, non due volte, ma un enorme numero di volte, e ancora noi non ne teniamo conto. Per quale motivo? Perché noi siamo ossessionati dalla forma esteriore di tutto ciò che c’è nell’universo. Tutto que-

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sto è il risultato di una terribile malattia chiamata “consapevolezza del corpo”. Questa malattia, nella sua forma più virulenta, fa sì che ognuno veda soltanto l’esteriore e non ciò che è nascosto all’interno. La malattia della consapevolezza del corpo Permettetemi di fornirvi alcuni esempi cominciando con il sole: oggi, grazie alle conoscenze acquisite, noi diciamo: “Il sole non è altro che una nube di gas che brucia; in profondità esso brucia idrogeno tramite reazioni termonucleari. L’energia prodotta da queste reazioni è ciò che giunge fino a noi come irraggiamento solare.” Tutto questo è giusto; ma perché accade? Lo scienziato moderno si stringerebbe nelle spalle e direbbe: “Oh, quello? È per via della natura.” Questo tipo di reazione può non essere dannosa, ma poi un discorso tira l’altro e ignorare l’onnipresenza divina diventa veramente pericoloso. Prendete la violenza: se la gente vedesse Dio negli altri, forse qualcuno brandirebbe una spada per colpire qualcuno? Ricordate quelle famose storie circa gli animali e ›irdi Baba? Ricordate come Baba rivelò a una donna di essere andato da lei sotto forma di cane e di esser stato da lei riempito di botte? Ricordate come Egli abbia detto a un’altra donna di essere andato da lei come piccione e di esser stato tanto amorevolmente nutrito? Sì, come i Veda proclamano, Dio è in ogni cosa, dall’atomo alle galassie, e come Swami spesso ci ricorda citando un suggestivo verso di uno dei canti del Santo Tyâgarâja, ove si afferma che Dio è in una formica come nel cosmo intero. Ciò che sto cercando di mettere in evidenza è che il li¾godbhâvam non è uno spettacolo, ma, sfortunatamente, la maggior parte di noi tende a ridurlo a questo, facendo più clamore per le foto o i video di quell’evento piuttosto che riflettere sulle profonde implicazioni e sul messaggio che Swami ci invia. Meditiamo Prendiamoci un minuto per riflettere sul perché Swami si sottoponga a tale sofferenza per produrre il li¾gam. Lo fa semplicemente per meravigliarci? O forse per mostrare il li¾gam a tutti andando in giro? In effetti, perché, dopo aver subìto una tale sofferenza fisica, Egli si prende anche la briga di andare in giro per far vedere a tutti il li¾gam rilucente appena creato? La sofferenza del Corpo Divino che abbiamo visto quest’anno è qualcosa di veramente insolito ed eccezionale. In effetti, fin dal giorno prima, Swami aveva detto ad alcuni devoti che stava cominciando a sentire del dolore all’interno, per cui non si trattava della sola penosa fatica cui abbiamo assistito lunedì mattina: le “doglie del parto” della Creazione, se così posso chiamarle, erano cominciate 24 ore prima. Il Li¾gam d’oro splendente Noi tutti diciamo che Swami ha prodotto un li¾gam d’oro, e questo è certamente vero; ma riflettiamo un momento su questo fatto: può qualcuno avere tutto quell’oro dentro di sé? La risposta è no e quindi da dove proviene l’oro necessario a formare il li¾gam dentro di Lui? Esso viene dai cinque elementi che formano il Corpo di Swami come il nostro. Nei nostri corpi quei cinque elementi non possono combinarsi in modo così speciale da formare l’oro; lo possono all’interno del Corpo di Swami come risultato del Gioco Divino. Inoltre, l’oro che si forma all’interno deve aggregarsi, diventare liquido e acquisi-

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re la forma di un li¾gam; poi deve solidificarsi e solo allora viene fuori. Sembra proprio un bambino che cresce nel ventre materno partendo da una singola cellula. Sono certo che voi sapete che l’oro è un solido a temperatura ambiente; per essere allo stato liquido, e questo è ciò che accade all’inizio del li¾godbhâvam, deve avere una temperatura molto alta, qualcosa come 600 gradi centigradi. A quella temperatura lo stomaco dei comuni mortali verrebbe né più né meno che ridotto in cenere, ma il controllo esercitato dal Divino è tale che gli organi interni dell’Avatâr non ne vengono distrutti nonostante siano sottoposti a un terribile dolore. A tal proposito, è per combattere la sensazione di acuto bruciore all’interno che Swami beve tutta quell’acqua. Sinceramente, io non ho mai visto nessuno consumare una tale quantità d’acqua, ma, in questo caso, c’è una ragione. Il sacro messaggio del Li¾godbhâvam È mia opinione che Swami, attraverso il li¾godbhâvam, ci invii molti messaggi sottili. Il primo è che noi dobbiamo vedere Dio dovunque, in modo da non esser d’intralcio alla società, né fare danno alla natura che, ognuna a suo modo, sono un aspetto di Dio. Se un individuo non riesce a vedere Dio nella società cade con facilità in azioni che la danneggiano, la compromettono e hanno addirittura la capacità di distruggerla. La gente non comprende che la corruzione danneggia la società. Incoraggiare un comportamento permissivo compromette la società, la competizione sleale la danneggia, la creazione di bisogni fittizi, al fine di espandere il mercato, rovina la società, come i cibi preconfezionati, trattare l’educazione a livello affaristico, commerciare in armi, diffondere la pornografia: la lista è infinita. Perché la gente fa tutto questo? Perché è dominata dall’avidità, dal desiderio di potere, dal bisogno di dominare ecc. Se, come dice Swami, la gente vedesse Dio nella società, oserebbe fare cose simili? Nei primi anni io ho visto spesso grandi gruppi di devoti Sai, provenienti da vari stati dell’India, venire a Praµânti Nilayam e invitare Swami nelle loro città. Egli li chiamava per un colloquio ed essi entravano con grandi sorrisi pensando di persuaderLo ad accettare il loro invito, ma, dopo una mezz’oretta, la porta si apriva e ne usciva gente con la faccia lunga. Perché? Perché Swami li aveva rimproverati. Per quale ragione? Perché non avevano unità. Questo è accaduto molte volte. Perché deve esservi una così marcata assenza di unità tra i devoti Sai quando Swami, ogni momento, continua a martellare con il messaggio dell’unità? Se noi vedessimo Swami l’uno nell’altro, potrebbe esservi una tale divisione da costringerLo a ignorare la preghiera per una Sua visita? Sia chiaro, io non sto cercando di predicare o pontificare: sto solo dicendo che dobbiamo prendere seriamente il consiglio di Swami di vedere, nel percorso della vita, Dio in ogni entità della Creazione. Lezioni importanti da mettere in pratica Qualcuno potrebbe chiedere che cosa esattamente questo significhi. Molti anni fa, mentre stavo tenendo un discorso a un gruppo di devoti, affermai qualcosa di simile. Dissi che dovevamo vedere Swami in tutti, e un devoto, un uomo d’affari, obiettò: “Senta, lei evidentemente non ha idea di che cosa siano gli affari. Io faccio pâdanamaskâr a Swami e Gli offro tutto ciò che posso; certamente non si aspetterà che io mi getti ai piedi di chiunque tratti affari con me! Lei crede che io possa regalare ciò che cerco di vendere?” Ci fu uno scoppio di risate e tutti si chiedevano quale potesse essere la risposta. Io dissi sem-

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plicemente: “Lei conosce il nome di Swami? È Sathya. Tutto ciò che chiedo è che un uomo d’affari tratti i suoi clienti in modo leale, con onestà e non cercando di prenderli in giro. Questo è tutto. Io non le dico di fare pâdanamaskâr o di dar via le cose gratis: chiedo semplicemente onestà: è chiedere troppo?” L’importanza di tutto questo è che, vedere Dio negli altri, non significa abbandonare i normali codici di comportamento; significa che nessuno dovrebbe odiare gli altri. Se qualcuno odia gli altri è come se odiasse Dio; nessuno deve recare danno volontariamente, in special modo con intento malvagio. Noi non faremmo del male a Dio, vero? In egual modo non dobbiamo danneggiare gli altri, perché Dio è in tutti. Per farla breve, vedere Dio in ogni entità significa riconoscere che Dio è il nucleo di tutte, siano esse animate o inanimate. Lasciatemi ora spostare per un momento l’attenzione dalla società alla natura. Se l’uomo vedesse Dio nella natura non taglierebbe gli alberi con noncuranza, non ucciderebbe spietatamente le balene, non inquinerebbe vergognosamente l’aria e l’acqua, non danneggerebbe senza pensarci l’ecosistema che Egli ha creato per il bene di tutti gli esseri viventi. La lista può continuare. Ciò a cui vorrei arrivare è che il li¾godbhâvam è veramente una profonda lezione che ci insegna che: § § § §

§ §

l’universo esiste perché il Creatore lo ha espressamente voluto; ogni cosa dell’universo è fondamentalmente divina, anche se vediamo sconcertanti diversità in superficie; l’uomo deve vivere in armonia con la società e la natura vedendo Dio ovunque; questo non vuol dire che dobbiamo andare in giro a dire: “O serpente, tu sei Dio”, oppure: “O tigre, tu sei Dio”, e cose simili; questo sarebbe del tutto artificiale. Dobbiamo amare tutti gli esseri viventi, umani e non, e non dobbiamo volontariamente causar loro il benchè minimo danno; al contrario, se possiamo, dobbiamo recare aiuito; dobbiamo anche ricordare che, dato che proveniamo da Dio, a Lui siamo destinati a tornare, e prima sarà, meglio sarà; tornare a Dio è possibile soltanto se cerchiamo di purificarci.

Voi ricorderete che quest’anno il tema della Conferenza Mondiale, tenutasi in occasione del 80º Compleanno di Baba, è stato: Unità, Purezza e Divinità. In termini spiccioli, questo significa che dobbiamo sentirci uno con tutti gli esseri, non solo del pianeta, ma del cosmo intero, e che dobbiamo sforzarci di essere puri internamente, ovvero mantenerci a debita distanza dai nostri nemici di sempre che voi ben conoscete: kâma, krodha ecc. Quando raggiungiamo questo senso di unità con tutto e siamo puri, possiamo diventare una cosa sola con Dio e godere di eterna beatitudine. Io non so se siete d’accordo con me, ma è mia opinione che queste siano lezioni, potremmo forse dire sottili lezioni, che Swami ci dà attraverso lo straordinario fenomeno divino del li¾godbhâvam. L’umanità non ha mai visto niente di simile, né siamo certi che, dopo l’avvento dell’Avatâr ›rî Sathya Sai, torni a vederlo. Noi, che abbiamo il privilegio di assistervi, dobbiamo cercare in ciò un significato più elevato piuttosto che considerarlo un evento raro e spettacolare. Pensate alla lunga ora di agonia che Swami ha passato; essendo divino, Swami poteva facilmente far uscire il li¾gam in breve tempo, ma non l’ha fatto. Per 42

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quale motivo? Perché Egli vuole farci sapere che niente di buono e di bello può essere creato senza sofferenza e sacrificio. Tutti i bambini sono belli, ma ricordiamo quanta sofferenza le madri debbano subire per darli alla luce. Sono queste le lezioni che Swami ci ricorda e ripete. Mi chiedo quanti di noi comprendano che il sacrificio e la purezza vanno di pari passo. Ricordate la famosa storia di ›iva che beve il veleno? L’essenza di quella storia consiste nel fatto che, quando le persone si uniscono per fare qualcosa collettivamente, si generano all’inizio cattive vibrazioni dovute alla malvagità che si nasconde tra gli esseri umani. Se si vuole ottenere una qualunque cosa positiva, quelle vibrazioni devono essere eliminate e questo si può fare solamente con il sacrificio. Torniamo al mattino di ›ivarâtrî Vorrei ora proseguire con il resto della cronaca di quell’indimenticabile lunedì mattina. Nel momento in cui il li¾gam è emerso, il volto di Swami si è illuminato all’istante; Egli lo ha posto su di un piatto d’argento e ha chiesto la sedia della Sua piccola Toyota con cui ha poi fatto il giro del Sai Kulwant Hall, tenendo ben in vista il li¾gam d’oro, affinché i devoti lo vedessero da vicino. Egli ha fatto vari giri dando Beatitudine a tutti. Swami benedice gli orfani e coloro che se ne prendono cura Noi pensavamo che, a quel punto, Swami chiedesse l’ârati e la distribuzione del prasâdam, ma non è stato così: Egli si è recato vicino ai ragazzi della scuola elementare, ha detto loro qualcosa e subito è arrivata un’automobile Hyundai rossa che era lì pronta. Swami ha benedetto il signor Paramahamsa che Gliel’ha donata. Bisogna aggiungere che i coniugi Paramahamsa vivono nell’âµram e servono Baba da molti molti anni prendendosi particolarmente cura dei bambini indigenti e delle loro madri, cui Swami offre protezione da circa un decennio e per alloggiare i quali ha costruito un intero villaggio. Baba ha parlato con accenti vibranti di questa coppia di devoti. Essi, dopo aver ricevuto questo onore, hanno chiamato quei bambini vicino a Swami, che si è lasciato sopraffare dall’Amore mentre distribuiva dolci e parlava soavemente con loro. È stato un fatto memorabile. Noi non abbiamo potuto sentire ciò che Egli diceva, perché non c’era microfono, ma abbiamo capito, dalla reazione di coloro che erano lì vicino, che Baba era molto felice di come questi bambini si stiano formando da quando sono sotto la Sua protezione. Il signor Anil Kumar ha poi gentilmente raccontato al grande uditorio alcuni retroscena di tutto l’episodio. Successivamente gli ex bambini indigenti hanno espresso la loro gratitudine a Swami in vari modi, compresi dei canti. Questi canti, composti in stile popolare, evidenziano chiaramente che questi ragazzi vengono davvero dai villaggi. Due di essi hanno poi parlato esprimendo non solo la loro profonda gratitudine, ma promettendo anche di trascorrere la vita con Swami servendoLo in ogni modo possibile. Conclusione Osservando tutto questo, ho sentito che, tramite questa onorificenza, che è stata inaspettatamente tributata ai signori Paramahamsa, Baba ha dato alla grande folla riunita nel Sai Kulwant Hall, l’opportunità di osservare come raggiungere coloro che sono in condiMother Sai luglio-agosto 2006

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zioni di necessità, come dar loro amore e compassione e portare conforto nella loro vita. È questo un modo molto efficace per essere in sintonia con la società e quindi anche con il Creatore. Tutta la vita di Swami è una saga di Amore e Compassione, ma, durante questo ›ivarâtrî, Egli ha dato nuovo significato a tali parole, sottoponendosi a un’estenuante sofferenza fisica, tesa a dimostrare il ruolo fondamentale del sacrificio. Il risultato di tale sofferenza è stata la comparsa del li¾gam che ci ha insegnato che, senza il Creatore, non può esservi alcuna Creazione. Inoltre, essendo venuti in questo mondo in forma umana per somma grazia divina, dobbiamo approfittare dell’opportunità per servire la società con amore e compassione. A tal riguardo, ancora una volta, Swami ci ha dato l’esempio ricordandoci i bambini che Egli ha preso sotto la Sua ala protettrice, accendendo, nella loro vita, la speranza. Nel complesso è stato un lunedì mattina veramente memorabile, pieno di vibranti esperienze: da quelle ineffabilmente sublimi, a quelle squisitamente pratiche. Io ne sono stato molto toccato e mi sono sentito elettrizzato dallo straordinario Messaggio che Swami ci ha comunicato attraverso le Sue sofferenze cui abbiamo assistito per un’ora intera. Per questo ho pensato di dover condividere i miei sentimenti per darvi almeno un’idea del divino dramma di cui siamo stati testimoni. Vorrei infine citare un commento che ho udito mentre tornavo nella mia stanza. Due ragazze passeggiavano parlando tra loro in tamil, che è la mia lingua madre: “Dovevamo proprio assistere a questa orribile sofferenza?” È effettivamente così e quindi preghiamo che, d’ora in poi, Bhagavân non sovraccarichi il Suo Corpo e ci conceda la capacità di comprendere e mettere in pratica l’eccelsa lezione che, con molta sofferenza fisica, quest’anno ci ha amorevolmente impartito. (Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)

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La lampada della Saggezza (Sensi - Attaccamento)

(Tratto da “Chinna Khata” vol. 1)

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Favole & Poesie

Una volta, un ricercatore spirituale, che aveva la grande ambizione di conoscere qualcosa riguardo al Divino, volle che fosse aperto il suo occhio della saggezza. Si recò in una grotta dove abitava un guru. Entrando, scorse un lucignolo che, mentre egli penetrava ancor più nella grotta, si spense. Al buio si ha paura e il pensiero di Dio si fa molto intenso. Allora, quel discepolo si mise a recitare a voce alta il mantra “Om Nama­ ›ivâya”. Il santo che stava là dentro, udendolo, gli chiese chi fosse. «Son venuto per cercare la tua grazia», gli rispose il discepolo. Il grande santo, che si sosteneva esclusivamente con l’aria che respirava nella caverna, sapeva come leggere nella mente del suo visitatore; gli disse che avrebbe risposto più tardi alla sua richiesta e gli chiese di andare ad accendere la lampada che si era appena spenta. Il visitatore prese una scatola di fiammiferi e tentò di accendere la lampada, senza però riuscirvi. Disse al guru che aveva ormai esaurito tutti i fiammiferi e che, tuttavia, non era servito a niente. Il guru, allora, gli chiese di verificare se ci fosse olio nella lampada, ma quando il discepolo guardò dentro di essa, non vi trovò che acqua. Il guru gli disse allora di aprire la lampada, gettar via l’acqua, versarvi l’olio e riprovare ad accenderla. Il discepolo così fece, ma la lampada non si accendeva ancora. Allora, il guru disse che probabilmente era bagnato lo stoppino; gli raccomandò di asciugarlo per bene all’aperto e poi di tentare nuovamente l’accensione. Questa volta il discepolo ci riuscì. A quel punto, volle ricordare al guru il motivo e la necessità che l’aveva spinto da lui. Il guru, sorpreso, disse che era stata fornita la risposta appropriata per ogni occasione. Il visitatore, riconoscendo la propria ignoranza e scusandosene, disse che non era in grado di capire il significato dell’insegnamento e chiese al guru di spiegarglielo in termini più semplici. Il guru allora disse: «Nel vaso del tuo cuore c’è lo stoppino della tua anima. Quello stoppino è rimasto immerso per tutto questo tempo nell’acqua dei desideri dei sensi, ed è per questo che non riesci ad accendere la lampada della saggezza. Togli tutta l’acqua dei desideri dal vaso del tuo cuore e riempilo con la ripetizione incessante del nome di Dio. Prendi lo stoppino dell’anima e asciugalo al sole del distacco; strizzane tutta l’acqua presente sotto forma di desideri e metti nel cuore l’olio della devozione o della ripetizione del nome di Dio. Allora potrai accendere la lampada della Saggezza.»

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