Mother Sai 2 2005

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  • Words: 24,901
  • Pages: 56
Sommario

03 12 17 19 26 28 36 38 48 49 50 53

Discorso Divino 14 Discorso Divino 25 Amore in Azione Discorso Divino 25 Sotto la Veranda Discorso Divino 23 Domande & Risposte Discorso Divino 21 A Lume di Candela News Discorso Divino 21 Favole e Poesie

01 ‘05 12 ‘04

Beatitudine, la natura autentica.... Amore e preghiere sincere,chiavi del.... Un faro nel mare burrascoso...

10 ‘04

La Realtà è nel proprio Sé, non altrove. Sane abitudini di vita.

10 ‘04

Onore a Madre India! Continua... .

10 ‘04

Buone abitudini per.... Buona navigazione!.

09 ‘60

Il miglior tonico. Prima la devozione alla madre...

MOTHER SAI PUBLICATIONS Sathya Sai Books and Publications of Italy Tutti i diritti sono riservati Anno XVII n.2 (102) marzo-aprile 2005 Direttore responsabile: Giorgio Piccaia sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India. 2

Mother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 14-01-2005

Makara Sa¾krânti (Cronaca della giornata) Makara Sa¾krânti è il giorno in cui il sole inizia il suo “viaggio” verso il nord entrando nel segno zodiacale del Capricorno (makara). Le Sacre Scritture attribuiscono grande significato spirituale a tale avvenimento. È anche il momento in cui i contadini raccolgono gioiosi, nei campi, il frutto di un anno di duro lavoro sotto forma di ricco raccolto. Questa festività viene celebrata in tutto il Paese. Di fatto, la festa del raccolto è comune a diverse culture in tutto il mondo ed è occasione di gioiosa celebrazione e caldo entusiasmo. A Praµânti Nilayam, la festa coincide con la cerimonia di chiusura dell’Incontro Annuale di Sport e Cultura degli istituti educativi Sathya Sai, allorché vengono premiati i vincitori di eventi sportivi e gare che hanno avuto luogo durante l’anno. La mattina del 14 gennaio, Baba è entrato nel Sai Kulwant Hall con una sfilata guidata dai capitani delle diverse squadre sportive dello ›rî Sathya Sai Institute of Higher Learning e dalle fanfare dei “campus” dell’Istituto di Anantapur e Praµânti Nilayam. Dopo la Sua salita sul palco, il programma ha avuto inizio con un discorso di µrî S.V. Giri, vicerettore del ›rî Sathya Sai Institute of Higher Learning, che si è congratulato con gli studenti per la splendida rappresentazione che ha avuto luogo durante la cerimonia inaugurale dell’Incontro di Sport e Cultura 2005, che si era tenuta l’11 gennaio allo stadio (›rî Sathya Sai Hill View stadium). L’oratore ha commentato che, l’ampia gamma di eventi a cui si è assistito quel giorno, che andavano dall’artistico all’avventuroso, è stata una testimonianza delle meraviglie che possono verificarsi sotto la Guida divina. Egli ha aggiunto che, l’incontro sportivo, ritenuto da molti semplice attività fisica, è invece denso di un profondo significato spirituale. Le settimane di allenamenti, che precedono il programma, acuiscono la concentrazione mentale, la quale, in seguito, durante il fausto periodo dell’ Uttarâya²a, che segue la festività di Makara Sa¾krânti, può essere canalizzata verso la ricerca spirituale. Egli ha anche fatto rilevare agli studenti quanta attenzione Swami abbia prestato alla loro tutela e integrità durante gli allenamenti. Il discorso di µrî S.V. Giri è stato seguito dagli interventi di una studentessa e di uno studente: E. Thomas, del campus di Anantapur e Arvind Balasubramaniam del campus di Praµânti Nilayam. Il primo oratore ha affermato di considerare, l’annuale evento sportivo, un’occasione per apprendere eterne lezioni di pazienza e forza d’animo. La ragazza ha poi continuato dicendo che, l’11 gennaio, allo Hill View stadium, il forte desiderio di compiacere Baba, trasforma anche gli individui più timorosi in coraggiosi leoni. Il secondo oratore ha affermato che, all’incontro sportivo, come in qualunque altra attività che gli studenti intraprendano, esiste un unico obiettivo: vedere il sorriso sul Volto di Swami. Egli Ha narrato un episodio accaduto alcuni mesi fa durante una rappresentazione allestita dagli studenti alla presenza di Baba nel Sai Kulwant Hall. Dopo la recita, mentre stava benedicendo i partecipanti, Swami ha materializzato una catena per lo studente che aveva interpretato la parte di re Parîk¹it. Nella scena, il re si perde nel bosco mentre sta cacciando, allontanandosi dal suo seguito. Dopo aver vagato per ore nella foresta, viene assalito dalla sete. Questo ruolo ha solo un’importanza secondaria nella recita, e l’oratore ha detto di essersi chiesto che cosa, in essa, abbia potuto compiacere Baba. Solo più tardi è venuto a sapere che lo studente non aveva bevuto acqua per un giorno intero così da poter recitare in modo convincente, di fronte a Baba, la parte dell’assetato. Tale episodio – ha continuato l’oratore – è stato un esempio dell’amore e dello spirito di sacrificio che Baba ispira nei

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Discorso 14-01-2005 Suoi studenti. Dopo i discorsi degli studenti, Swami ha consegnato dei premi ai capitani dei vari campus dei Suoi istituti educativi e ai bambini del Dîna Janoddhârana Pâthakamu, il progetto avviato dal Maestro a favore dei bambini bisognosi, appartenenti agli strati più poveri della società. Baba ha quindi tenuto il Suo Discorso. Durante il pomeriggio, alle 5, nell’Auditorium Pûr²acandra, gli studenti della scuola primaria ›rî Sathya Sai hanno presentato una commedia dal titolo: “Sai Bhâgavata¼”, che ha decritto diversi episodi dell’infanzia di Baba e come tre piccoli desideri di Madre εvarâmmâ (la madre di Swami), per migliorare le condizioni di vita dei residenti di Puttaparthi, si siano realizzati sotto forma di Progetti per l’Erogazione di Acqua Potabile (Drinking Water Supply Projects), di Istituti Educativi e Ospedali di Alta Specializzazione, di cui oggi beneficiano milioni di persone. La recita, presentata in modo del tutto innovativo, comprendeva l’uso di un proiettore che ha diffuso adeguate immagini scenografiche. Al termine del programma, Baba ha benedetto tutti i partecipanti e accettato l’ârati.

Beatitudine, la natura autentica da realizzare “Il sole appare sereno e pacifico; i giorni sono divenuti più corti. La dolce festività di Sa¾krânti è arrivata riempiendo le nostre case del grano appena mietuto.” Un matrimonio simbolico Sa¾krânti è la più importante di tutte le festività. Praticamente, ogni giorno è un giorno di festa per l’umanità, ma la gente, per ignoranza, ha definito pochi giorni come “feste” e gli altri come giorni ordinari. Molti celebrano questa festività senza conoscerne effettivamente il significato. IN QUESTO GIORNO, IN QUESTA PARTE DEL MONDO, LA GENTE ONORA LE MUCCHE E I TORI; I TORI VENGONO FINEMENTE DECORATI CON UNA VARIETÀ DI ORNAMENTI E STOFFE, E PORTATI IN GIRO PER LE STRADE. Essi sono chiamati “ga¾gireddulu” (tori sacri). Non solo: fra le mucche e i tori viene celebrato un matri-

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monio simbolico. Colui che porta in giro il toro decorato è chiamato “ga¾gireddudasu” e, per l’occasione, veste un abito speciale. Vedere il “ga¾gireddudasu ” dal vivo affascina i bambini; il fratello maggiore porta affettuosamente con sé il fratello più piccolo a vedere il toro sacro e il suo padrone. Mio caro fratello, ecco il ga¾gireddudasu; vieni, andiamo a vederlo. Egli porta un medaglione d’argento e una cintura alla vita; impugna un bastone decorato, reca dei simboli speciali sulla fronte, porta con sé la mucca e il toro sacri riccamente bardati e celebra il loro matrimonio. Assistiamo alla cerimonia del matrimonio e offriamo i nostri doni.

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Discorso 14-01-2005 Egli porta con sé una mucca e un toro e li chiama Sîtâ e Râma. Essi sono addestrati in modo da rispondere ai suoi ordini in base al movimento del bastone che ha in mano. Egli domanda alla mucca: “O Sîtâ! Ti piace Râma?” Grazie all’addestramento che le è stato dato, la mucca scuote la testa in senso di diniego. Allora egli domanda al toro: “O Râma! Ti piace Sîtâ?” Anche il toro risponde negativamente. In questo modo tutti e due inizialmente rifiutano e, più tardi, acconsentono al loro matrimonio. Allora il ga¾gireddudasu celebra il matrimonio simbolico di Sîtâ e Râma. LA FESTIVITÀ DI SA¾KRÂNTI DÀ GRANDE GIOIA PERSINO AGLI ANIMALI E AGLI UCCELLI. È UNA FESTA MOLTO IMPORTANTE PER I CONTADINI; IN QUESTO GIORNO ESSI PORTANO A CASA LE MESSI APPENA RACCOLTE E SI GODONO IL FRUTTO DEL LORO DURO LAVORO. Quindi, dal con-

tadino al re, ognuno celebra questa festività gioiosamente. I nomi possono variare, ma questa festività viene celebrata da tutti, indipendentemente dalla religione e dalla nazionalità. Essa segna l’inizio del sacro periodo dell’Uttarâya²a (il movimento del sole verso nord) ed elargisce beatitudine a tutti indistintamente. Tutti aspirano a ottenere la beatitudine; in effetti questo è lo scopo vero e proprio della vita umana. La vita non ha senso se non si può sperimentare la beatitudine: essa è la vostra meta. Nityânandam parama sukhada¼ kevalam jñânamûrtim dvandvâtîta gagana sad©µa¼ tattvamasyâdi lak¹ya¼ ekam nityam vimalam acalam sarvadhî sâk¹ibhûta¼ bhâvâtîtam trigu²arahitam Dio è l’Incarnazione della Beatitudine eterna. Egli è Assoluta Saggezza, l’Uno senza secondo, Mother Sai marzo-aprile 2005

oltre le coppie di opposti, Esteso e Diffuso come il cielo, la Meta indicata dal grande assioma vedico “Tat tvam asi”, l’Eterno, Puro, Immutabile, il Testimone di tutte le funzioni dell’intelletto, al di là di tutti i condizionamenti mentali e dei tre gu²a, sattva, rajas e tamas. Generi e suoceri ideali Nel rispetto della tradizione, i generi da poco sposati fanno visita ai loro suoceri per celebrare questa festività. “Siccome Sa¾krânti è la festa delle feste, vai, o giovane sposo, a visitare la casa dei tuoi suoceri. Suvvia, passa il tuo tempo in allegria scherzando con i tuoi cognati e le tue cognate; tutta la servitù e il vicinato ti accoglieranno con amore e affetto.” Anche coloro che non hanno fatto visita alla casa dei loro suoceri per molti anni, non vedono l’ora di andarci per la festa di Sa¾krânti. I suoceri offrono totale ospitalità al genero e cercano in ogni modo di farlo contento. Essi arrivano al punto di chiedere del denaro in prestito per offrirgli abiti nuovi e servirgli cibi prelibati. L’intera famiglia passa il tempo gioiosamente. Al giorno d’oggi, al contrario, lo spirito delle celebrazioni di Sa¾krânti non si riscontra da nessuna parte. Il genero, invece di portare gioia ai suoceri, bisticcia con loro per futili motivi. Il messaggio di Sa¾krânti Sa¾krânti arreca gioia agli esseri umani e anche agli uccelli e agli animali. Non solo i Bhâratîya (gli Indiani) celebrano questa festività, ma anche i popoli di altri paesi pur 5

Discorso 14-01-2005 con nomi differenti. Questa è la stagione in cui soffiano venti freddi e il contadino porta a casa le messi mietute. Egli passa il suo tempo in modo tranquillo, libero da tutti i problemi e le ansie. C’è un proverbio in telugu (che recita): “Colui che è libero da cintâ (la preoccupazione) potrà dormire serenamente anche in uno µânta (mercato).” TUTTI DOVREBBERO SFORZARSI DI SUPERARE LE PREOCCUPAZIONI E GODERE DI FELICITÀ ETERNA . Q UESTO È IL MESSAGGIO DI SA¾KRÂNTI. Ognuno può interpretarlo a modo suo, ma pochi comprendono il suo vero significato. Tra le varie festività le donne assegnano a questa un rilievo particolare. La felicità che si prova durante questo periodo è unica. L’uomo fa svariati sforzi per sperimentare la felicità e potete trovare ben pochi, a questo mondo, che non vogliano esser felici, ma bisogna comprendere che la felicità non si può ottenere dall’esterno. Essa ha origine nel cuore; il cuore è la fonte della beatitudine. La felicità che proviamo nel mondo esteriore è soltanto una reazione, un riflesso e un’eco della felicità interiore. Molto pochi possono comprendere questa verità. La gioia apparente che si sperimenta oggi è artificiale e temporanea: solo la felicità che sgorga dal cuore è permanente.

La festa che reca gioia a tutti Studenti! Comportatevi in modo da non esser causa di intralcio per nessuno. Le festività sono fatte per sperimentare la felicità e dividerla con gli altri. La felicità non può essere acquistata al mercato né la si può ottenere con mezzi mondani: essa deve manifestarsi dall’interno. Ferire i sentimenti altrui per il proprio piacere non è nella natura dei Bhâratîya; si devono rispettare i sentimenti degli altri e agire appropriatamente. Biso6

gna dividere la propria felicità con gli altri. Dovete accogliere l’arrivo del prospero mese di pu¹ya e celebrare Sa¾krânti nel suo vero spirito manifestando la vostra gioia interiore e dividendola con gli altri. La parola “krânti” significa cambiamento. Significa cambiamento dalla sofferenza alla felicità, dall’inquietudine alla pace e dal dolore al piacere. Sa¾krânti diffonde gioia ugualmente su tutti. È per questo che ognuno ne attende ansiosamente l’arrivo con entusiasmo. Con l’arrivo di Sa¾krânti, anche gli uccelli e gli animali sono felici. Quando il contadino porta a casa le messi raccolte, gli uccelli ne hanno una parte ed esprimono la loro gioia cinguettando allegramente. I vicini si congratulano con il contadino per le ricche messi che ha raccolto come risultato del suo duro lavoro. Le qualità da evitare Studenti! È davvero essenziale che comprendiate il significato di ogni festività e la celebriate nel suo vero spirito. Non andando in profondità nel significato, saremo incapaci di godere di vera felicità. Si dovrebbe esser pronti a sacrificare il proprio corpo per avere l’esperienza della beatitudine eterna. Il corpo è una combinazione dei cinque elementi e la mente è soltanto un groviglio di pensieri. Non dovremmo essere attaccati al corpo né seguire le bizzarrie della mente. Allontanate le maligne qualità di kâma, krodha, lobha, moha, mada e mâtsarya (desiderio, ira, avidità, infatuazione, orgoglio e gelosia) e manifestate la vostra pace e beatitudine interiori. Invece di sviluppare pace e beatitudine l’uomo le sta distruggendo; egli sta dando spazio all’inquietudine persino per futili motivi. Né aµânti (l’inquietudine) né Praµânti (la Pace suprema) si acquisiscono dall’esterno. La gente dice: “Voglio la pace.” Dov’è la pace? La si troMother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 14-01-2005 va all’esterno? Se la pace si trovasse all’esterno, la gente la comprerebbe spendendo qualsiasi cifra, ma all’esterno noi troviamo solo dei cocci! La pace vera e propria è all’interno. Che lo bolliate a lungo o lo diluiate con acqua, il latte rimane bianco. Il bianco è simbolo di purezza. IL VOSTRO CUORE DOVREBBE SEMPRE RIMANERE PURO COME IL LATTE, LUMINOSO E PACIFICO A DISPETTO DELLE PROVE E DELLE SOFFERENZE. Dovremmo soggiogare il dolore, tenere sotto controllo le qualità malvagie dell’ira, dell’odio e della gelosia e manifestare la nostra beatitudine innata. Quando i vostri desideri non si realizzano, voi vi arrabbiate. Quindi, i desideri sono la causa prima della collera e dovrebbero, per primi, essere controllati.

compagnie. Se siete in buona compagnia, sarete sempre pieni di gioia. Prima di stringere amicizia con qualcuno dovreste prendere in esame la sua natura. Potete esserne coscienti o meno, ma Io sono sempre in uno stato di beatitudine. Non ho preoccupazioni o difficoltà di alcun tipo. Alcuni domandano: “Swami, Tu hai delle preoccupazioni?” Io non so che cosa sia la preoccupazione: non ne ho mai fatto esperienza. Sono sempre pieno di beatitudine. Voi dovreste pensare sempre alla beatitudine e allora vedreste la beatitudine ovunque. Questa esperienza della beatitudine è più dolce dello zucchero, più gradevole della cagliata, sicuramente più dolce del miele. LE PERSONE SONO TRISTI QUANDO DEVONO AFFRONTARE DELLE DIFFICOLTÀ E QUANDO PERDONO I LORO CARI, MA IO NON SONO ASSOLUTAMENTE MAI DISPIACIUTO PER QUESTI

Pensare sempre alla beatitudine per vederla ovunque Incarnazioni dell’Amore! La beatitudine eterna è lo scopo di tutti. DOVRESTE RICAVARE FELICITÀ ANCHE DA CIÒ CHE SEMBRA UNA DIFFICOLTÀ. Non si deve cercare la felicità altrove; essa è sempre con voi e in voi; voi siete incapaci di sperimentarla perché non ne avete compreso il vero significato. VIVETE NELL’ILLUSIONE CHE LA FELICITÀ SI TROVI NEL DENARO, NELLA RICCHEZZA E NELLE COMODITÀ MATERIALI. UNA VOLTA PROVATO IL GUSTO DELLA VERA FELICITÀ NON BRAMERETE PIÙ POSSEDIMENTI TEMPORALI.

La vera felicità sgorga dalle profondità del proprio cuore. Quando si bolle il latte in un bricco, il suo livello comincia gradualmente a salire; se vi spruzzate sopra poche gocce d’acqua, il livello del latte si abbassa. Il latte perde il suo valore a causa della sua unione con l’acqua. Similmente, l’uomo perde il suo valore quando si unisce alle cattive Mother Sai marzo-aprile 2005

AVVENIMENTI: ESSI VANNO E VENGONO COME NUBI PASSEGGERE. FELICITÀ E DISPIACERE SI AVVICENDANO.

Quando voi meditate sulla beatitudine non c’è spazio per il dolore. Incarnazioni dell’Amore! C’è amore in ognuno di voi, ma voi lo state dirigendo verso relazioni mondane. Non avete mai assaporato l’amore vero e proprio. Amate Dio con tutto il cuore: questo è il vero amore. Le persone possono andare e venire, ma Dio non va né viene: Egli è sempre presente. Quando siete sommersi dal dolore, pensate alla felicità: ne farete certamente esperienza. La beatitudine è davvero immanente nell’essere umano. Ovunque siamo, qualunque sia la posizione che occupiamo, la nostra natura è essenzialmente beatitudine. A volte la gente Mi domanda: “Swami! Hai mai sperimentato il dolore?” Questa domanda Mi diverte. In effetti, perché dovrei sperimentare il dolore? Dovrei dispiacerMi per 7

Discorso 14-01-2005 il corpo? Non è necessario. Questo Corpo è sempre attivo e in salute. La natura della mente umana è capricciosa, il corpo è come una bolla nell’acqua e la mente è come una scimmia pazza. Non seguite la mente, non contate sul corpo perché esso è come una bollicina nell’acqua. Dopo tutto, perché si dovrebbe essere addolorati per il corpo e per la mente che sono transitori? In realtà la beatitudine è la nostra essenziale natura, che è permanente. Incarnazioni dell’Amore! Coltivate l’amore che vi aiuterà a sperimentare la beatitudine. “Comincia il giorno con Amore, riempi il giorno d’Amore, termina il giorno con Amore: questa è la via che conduce a Dio.” Se riuscirete a ottenere ciò, non sarete turbati da dispiaceri e difficoltà. Il cuore è il trono della beatitudine. La vera beatitudine sgorga da un cuore amorevole e puro. Cercate di sperimentarla. Tutte le altre forme di felicità sono passeggere. Incarnazioni dell’Amore! I bambini sono sempre felici e allegri. Non hanno inibizioni. Quando qualcuno sorride loro anch’essi sorridono innocentemente. Essi sperimentano la beatitudine che è la natura inerente agli esseri umani. C’è differenza tra felicità e beatitudine: in parole povere, la felicità è passeggera, viene e va, e la beatitudine è qualcosa che sgorga dall’interno, emerge dal cuore come risultato della propria unione con Dio. SE CI SI SENTE SEPARATI DA DIO NON SI PUÒ SPERIMENTARE LA BEATITUDINE. Sa¾krânti, ovvero la trasformazione del cuore Incarnazioni dell’Amore! Sperimenterete tale beatitudine in abbon8

danza nei giorni a venire. Lasciate che vi rammenti ancora una volta che, in questo mondo fisico, né l’età, né la posizione, né altra cosa simile possono procurare tale beatitudine. Solo un cuore puro e amorevole è la sorgente della beatitudine. La santa ricorrenza di Sa¾krânti significa cambiamento o trasformazione del cuore, esperienza di beatitudine che sorge dalla comprensione dell’immutabile Eterno Principio. La Divinità è il solo principio immutabile. Dio è sempre beato. In effetti, Egli è l’Incarnazione della beatitudine. Per esempio, questa è una stoffa bianca: è solo se viene immersa nel colore o dipinta con esso che si colora. Similmente, la vostra natura di base è la beatitudine. SE SPERIMENTATE IL DOLORE È PERCHÉ VI SIETE IMMERSI IN ESSO. DOVUNQUE VOI SIATE, DOVETE ESSERE SEMPRE CONTENTI E BEATI. Per esempio, la gente Mi augura: “Swami! Felice Compleanno!” A questo proposito vorrei porre una domanda: c’è vera felicità nel celebrare un compleanno? Io sono sempre felice. Allora, dov’è la necessità di celebrare un particolare giorno di un anno come “Felice Compleanno”? Questa è solo un’espressione di parole prese a prestito. In realtà la beatitudine è la nostra vera natura. Noi mascheriamo la nostra vera natura con espressioni artificiali e siamo soddisfatti come se fosse vera beatitudine. Questo non è il giusto modo di procedere. Togliere all’Amore barriere e ostacoli Incarnazioni dell’Amore! Voi siete pieni d’Amore. In effetti i vostri cuori sono ridondanti d’Amore, ma voi impedite al vostro amore di scorrere ed esprimersi all’esterno. Al contrario, l’amore non ha certo barriere e ostacoli! MEDITATE COSTANTEMENTE SU DIO E SARETE SEMPRE FELICI FISICAMENTE, MENTALMENMother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 14-01-2005 TE E SPIRITUALMENTE.

Sfortunatamente, oggigiorno, voi state perdendo tale divina qualità della beatitudine a causa di vari desideri. Se riuscirete a tenere questi desideri lontani da voi sarete sempre pieni di beatitudine. Per esempio, questa è una stoffa bianca: il candore è la sua natura, ma si sporca per l’uso continuo. Similmente, il vostro cuore è sempre puro, luminoso e pieno di beatitudine, ma diventa inquinato a causa dei desideri. Coltivate quindi l’Amore e mantenete sempre puro il vostro cuore. Allora sarete pieni di beatitudine in ogni momento della vita. Voi, però, avete dimenticato la vostra innata natura di beatitudine e siete continuamente immersi nel dolore e nell’infelicità. Q UANDO QUALCUNO VI CHIEDE : “C OME STAI ?”, VOI RISPONDETE : “C OSÌ , COSÌ .” QUESTO NON È IL MODO CORRETTO (DI PARLARE). DOBBIAMO RISPONDERE: “SONO FELICE.” PUÒ DARSI CHE, NELLA VITA, INCONTRIAMO DEGLI ALTI E BASSI, MA ESSI NON DO-

te, cercate dentro di voi la ragione del vostro dolore; comprenderete da voi che i vostri pensieri sono responsabili della situazione. Quindi correggeteli e sarete di nuovo felici. I dolori e le difficoltà sono come nuvole passeggere; non dovreste mai dar loro importanza. Dovete sempre essere contenti e allegri. La pace e la felicità sono le vostre qualità. In effetti la vostra vera natura è beatitudine. Non certo per Volontà divina! Incarnazioni dell’Amore! Oggi è la santa festività di Sa¾krânti. Rispetto agli anni precedenti, quest’anno è in effetti particolarmente importante. IL MESE SCORSO MOLTE PERSONE HANNO PATITO UNA DISGRAZIA E UNA SOFFERENZA INDICIBILI A CAUSA DELLO TSUNAMI. SOLO LE AZIONI MALVAGIE DELL’UOMO SONO RESPONSABILI DI UNA TALE CALAMITÀ. IO QUINDI VI CONSIGLIO DI NON INDULGERE IN AZIONI ERRATE E ATTI MALVAGI. RISPETTO ALL’ANNO SCORSO,

VREBBERO COLPIRE LA NOSTRA ESSENZIALE

PUÒ DARSI CHE DURANTE QUEST’ANNO SI VE-

NATURA CHE È BEATITUDINE. Mi avete osservato attentamente? Come sono beato! Non solo ora: Io sono sempre beato e traboccante di beatitudine. In effetti anche voi potete sperimentare tale beatitudine in Mia presenza, ma se vi avvicinate a Me con mente malvagia, con desideri e pensieri negativi, non potrete sperimentarla. Queste sono debolezze umane: dovete, pertanto, cercare di correggerle.

RIFICHINO MAGGIORI DIFFICOLTÀ; COMUNQUE

I pensieri, veri responsabili del dolore e della gioia Cari studenti! Non dovreste mai sentirvi abbattuti. Anche se qualche volta non passate un esame, non dovreste avvilirvi. Ammettete con voi stessi che forse non avete ben risolto il compito e quindi avete fallito, ma non sentitevi mai depressi e abbattuti per questo. SimilmenMother Sai marzo-aprile 2005

NOI DOBBIAMO ANDARE AVANTI SENZA PENSARE AD ESSE.

QUESTE

SONO TUTTE NUVOLE

PASSEGGERE E VOI NON DOVETE ESSER TURBATI DA QUESTI AVVENIMENTI. SIATE ARDITI E CORAGGIOSI PER AFFRONTARLI. LA CALAMITÀ DELLO TSUNAMI, CHE SI È VERIFICATA IL MESE SCORSO, È STATA IN REALTÀ PROVOCATA DALL’UOMO.

NON

È STATA CERTO LA

VOLONTÀ

DIVINA!

Ma l’uomo pensa che tali calamità siano imposte all’uomo da Dio. Giammai! Dio procura sempre felicità all’uomo. Egli non nutre collera o odio: la Sua natura è Amore. Sorge la domanda: “Perché ci sono questi dolori e queste difficoltà nel mondo?” Per esser precisi, la felicità non potrebbe avere alcun valore senza il dolore; l’uomo non può sperimentare la felicità senza sopportare questa o quella difficoltà. Gioia e 9

Discorso 14-01-2005 dolore sono intrecciati: l’uno non può esistere senza l’altro.

Piacere e sofferenza, buono e cattivo coesistono; nessuno può separarli. Non potete provare il piacere e la sofferenza, o il buono e il cattivo, escludendo uno dei due. Il piacere è il frutto delle difficoltà. Dio non causa sofferenza a nessun essere vivente della Sua creazione: tutti i dolori e le difficoltà sono causati solo dall’uomo. Dio è il protettore di tutti gli esseri viventi; Egli procura pace e felicità a tutti.

Lokâssamastâ- sukhino bhava¾tu Possano tutte le genti essere felici. Questa è la Volontà di Dio. Come può Egli quindi causare dolore a un essere umano? INCAPACI DI COMPRENDERE LA SUA DIVINA VOLONTÀ, VOI ACCUSATE DIO DI ESSERE CAUSA DI DOLORE. SE RIUSCIRETE A COMPRENDERE A FONDO LA VOLONTÀ DIVINA, CAPIRETE CHE OGNI COSA È SOLO PER IL VOSTRO BENE. Noi siamo tutti Incarnazioni della Beatitudine. Sperimentate giorno per giorno questa beatitudine e dividetela con gli altri; solo allora essa aumenterà. Preludi di beatitudine Incarnazioni dell’Amore! Questo Sa¾krânti è Prema Sa¾krânti e Ânanda Sa¾krânti; quindi, accogliete con gioia questa festività. Date il benvenuto a Dio che è l’Incarnazione della Beatitudine. Dio non gradisce gli appellativi come “Karu²ânidhi” (Scrigno di Compassione) e “Premasvarûpa” (Incarnazione dell’Amore). Dio è sempre beato. Voi non dovreste pregare Dio di soddisfare i vostri innumerevoli desideri. Pregate soltanto 10

(così): “O Dio! Dividi la Tua Beatitudine con me. Rendimi beato!” Non schernite mai Dio come “Nirdayâ” (Privo di Compassione). Qualunque cosa Dio faccia è per il vostro bene; anche i dolori e le difficoltà che sperimentiamo sono per il nostro bene, in quanto sono preludi di felicità e beatitudine. Se coltivate questa visione positiva sarete sempre beati. Dividete la vostra felicità con tutti. Contrariamente a ciò, oggi l’uomo tiene la felicità per se stesso e distribuisce il dolore agli altri. Questo non è ciò che si dovrebbe fare. Eliminate il vostro dolore e manifestate la gioia interiore: questa è la disciplina spirituale da intraprendere. Quando incontrate una qualunque difficoltà, dolore o irrequietudine non date loro alcuna importanza. Ignorateli. Voi siete sempre Incarnazioni della Beatitudine. Se meditate costantemente su questa realtà, niente potrà disturbarvi. Incarnazioni dell’Amore! Possa questa festività di Sa¾krânti, che è simbolo di cambiamento, portare una trasformazione nel vostro cuore e concedere gioia a tutti in modo che possiate condurre sempre una vita felice, prospera e allegra. Di fatto, il nome vero e proprio dell’essere umano è Ânandamaya (fatto, costituito di beatitudine). Mânavatva (l’umanità) è destinata a elevarsi al livello di Daivatva (Divinità).

Studenti! Tutte le commedie e commediole che avete messo in scena qui sono buone. SE ESAMINATE ATTENTAMENTE, DOVE SI TROVA IL MALE? SI TROVA NELLA VOSTRA MENTE. NON PENSATE MALE NÉ DIVIDETE I VOSTRI CATTIVI PENSIERI CON GLI ALTRI. La beatitudine è il vero cibo di un essere umano e si dovrebbe sempre aspirare a esserne partecipi. Fate che la vostra fede Mother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 14-01-2005 in Dio sia salda e incrollabile. È solo l’Amore di Dio a essere eterno. Se riuscite a ottenere quell’Amore, tutte le altre forme di felicità giungeranno a voi automaticamente. (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Hari Bhajana Binâ Sukha ›ânti Nahin…”

Mother Sai marzo-aprile 2005

Praµânti Nilayam, 14 gennaio 2005, Sai Kulwant Hall, Festività di Sa¾krânti (Traduzione del testo inglese pubblicato sul sito internet dello ›rî Sathya Central Trust di Praµânti Nilayam)

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Discorso 25-12-2004

Le celebrazioni del Natale (Cronaca della giornata) È una caratteristica rimarchevole di Praµânti Nilayam che le celebrazioni delle festività non si limitino a qualche religione o divinità particolari. Tali celebrazioni sono universali per loro essenza, giacché mettono in rilievo l’unità fondamentale di tutte le religioni e il loro sostanziale messaggio di amore e pace. Di fatto, Sai Baba ha dichiarato in un Discorso a Mumbai, nel giugno del 1958, in occasione della Prima Conferenza Mondiale delle Organizzazioni ›rî Sathya Sai Sevâ: “Questa è una Forma Umana in cui ogni Entità divina, ogni Principio divino, ovvero tutti i Nomi e tutte le Forme attribuite dall’uomo a Dio, sono manifeste.” Oggi, dunque, vediamo devoti, che professano fedi differenti, essere attratti da Baba da ogni parte del mondo, poiché in Lui vedono il Nome e la Forma a loro più cari e sono felici di celebrare le proprie festività religiose alla Sua divina Presenza. Quest’anno le celebrazioni del Natale a Praµânti Nilayam hanno avuto inizio la sera del 24 dicembre con canti natalizi da parte dei devoti d’oltremare, prima con un coro di bambini, seguito poi da uno di adulti. Il Sai Kulwant Hall, per l’occasione, era decorato con gusto. Da entrambi i lati del portico principale erano state sistemate due piattaforme, su cui erano state poste delle statuette. Alcune rappresentavano la scena della Natività, con Giuseppe e Maria e il Bambino Gesù nella mangiatoia in cui era stato posto dopo la nascita. Altre rappresentavano i tre re magi, provenienti dall’oriente, recanti come doni al divino Bambino, oro, incenso e mirra. Ai lati della statua del Signore Ga²eµa, al centro del portico, erano stati collocati degli alberi di Natale. Appesi in vari punti del mandir c’erano delle stelle ornamentali, nonché degli angeli e dei cherubini di solito associati al Natale. Alle prime ore del mattino del 25 dicembre, dopo il canto della Suprabhâta alle 5,30, i devoti d’oltremare hanno intonato dei canti di Natale. Alle 7,30, Baba ha dato il darµan alla folla riunita 12

nel Sai Kulwant Hall. Il programma del mattino ha avuto inizio con una rappresentazione di musiche natalizie da parte della fanfara dello ›rî Sathya Sai Institute of Higher Learning, cui hanno fatto seguito dei canti di Natale eseguiti dagli studenti della scuola e dell’università di Baba. Dopo l’ârati e la distribuzione del prasâdam, Swami si è ritirato nella Sua residenza. Dopo il darµan del pomeriggio, Baba ha invitato tre oratori a parlare all’assemblea. La signora Rita Bruce, che ha parlato per prima, è una devota di vecchia data e autrice di libri sul “parenting” (l’esser genitori), che si basa sugli ideali insegnati da Sai Baba. Ella ha trattato il tema “Il Dharma della donna”, sottolineando il ruolo e la responsabilità che le donne hanno nel trasformare i bambini di oggi nei cittadini di domani, aventi come loro fondamento i valori. Il secondo oratore, professor John Behner, Presidente di Zona dell’Organizzazione Sai Internazionale (Zona 2), ha ricordato che è stato Baba a insegnargli, attraverso il Suo esempio personale, le prime lezioni sull’importanza del servizio al prossimo e ha narrato l’episodio che lo ha ispirato a intraprendere il servizio come una sâdhanâ (disciplina spirituale). Dopo le celebrazioni di Natale del 1974, Baba aveva organizzato un pranzo per i devoti d’oltremare, ed Egli stesso si adoperò per distribuire il cibo ai devoti. Quando Bhagavân si avvicinò a Behner e a sua moglie, essi Gli espressero la loro gratitudine. Baba sorrise e disse: “È Mio dovere.” Il fatto che il Signore dell’universo potesse prodigarsi in tale umile compito considerandolo Suo dovere, suscitò profonda impressione in Behner. Egli ha aggiunto che gli insegnamenti di Sai Baba e il messaggio di Gesù sono una cosa sola, poiché incentrano tutto sull’Amore verso l’intero creato. Baba ha poi pronunciato il Suo Discorso. Dopo la cerimonia dell’ârati, Swami è passato fra la folla dei devoti benedicendoli tutti e riempiendo il loro cuore di gioia prima di ritirarsi nella Sua residenza. Mother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 25-12-2004

Amore e preghiere sincere, chiavi del successo nella vita

“Com’è che il sole sorge al mattino e tramonta la sera con assoluta regolarità ogni giorno? Com’è che le stelle brillano meravigliosamente nel cielo notturno e si nascondono durante il giorno? Com’è che il vento soffia incessantemente e sostiene gli esseri viventi senza riposarsi neanche un momento? Com’è che i fiumi scorrono perennemente con suoni gorgoglianti?” Onnipervadenza di Dio La parola jagat (mondo) indica ciò che nasce, è sostenuto e infine dissolto. Dio, che è la Fonte della creazione, del sostegno e della dissoluzione del mondo, non ha forma specifica. Egli pervade l’intero universo nella forma dei cinque elementi, e cioè etere, vento (aria), fuoco, acqua e terra. Non c’è posto o persona in cui questi cinque elementi non siano presenti. La stessa Verità è proclamata dalla Bhagavad Gîtâ: “Con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie che pervadono la totalità, Egli permea l’intero universo.” Non c’è luogo ove Dio non esista; può qualcuno comprendere o spiegare il principio di una tale Divinità onnipervadente? Le persone attribuiscono a Dio vari nomi e forme, celebrano il compleanno delle Forme divine che hanno scelto, Le adorano e da ciò traggono gioia, ma, sondare appieno la natura della Divinità, non è possibile per Mother Sai marzo-aprile 2005

alcuno. Nessuno, tuttavia, può permettersi di ignorare questo fatto. Quando il bambino viene separato dal ventre della madre, comincia a piangere; qual è la ragione di questo pianto? Appena gli mettete una goccia di miele o di latte sulla lingua, egli smette di piangere; da ciò possiamo dedurre che ognuno nasce con la fame e la sete. Di che genere di fame si tratta? È materiale o spirituale? È difficile giudicare con quale tipo di fame uno nasca, ma la fame è comune a tutti. Il cibo è essenziale per soddisfarla ed è dovere di ogni individuo adoperarsi per il proprio sostentamento e quello degli altri. Dio non ha né nascita né morte; Egli è oltre tutti i nomi, le forme e gli attributi. Dio è eterno, senza nascita o morte. Egli non ha inizio, periodo intermedio o fine; è onnipresente ed è l’eterno testimone. Acqua, dono di Dio Può qualcuno dare un nome specifico a Dio che è onnipotente e onnipervadente? La terra assorbe le acque piovane e le distribuisce alle messi, con il risultato che noi mietiamo il raccolto. In questo modo, la madre terra sostiene la nostra vita provvedendo al nostro mantenimento. L’acqua è essenziale per la nostra sopravvivenza; si può vivere alcuni giorni senza cibo, ma nessuno può vivere senz’acqua. L’ACQUA È IL DONO DI DIO E PUÒ ESSERE OTTENUTA SOLO ATTRAVERSO LE PREGHIERE E NON CON ALTRI MEZZI.

In molti luoghi la gente offre 13

Discorso 25-12-2004 (riti di) adorazione e preghiere speciali per invocare la grazia divina dell’acqua; poveri o milionari che siano, tutti devono pregare Dio perché Egli è Colui che ci dà cibo e acqua. L’uomo non può creare da solo il cibo e l’acqua; egli non sa neppure quale tipo di cibo sia essenziale per condurre una vita sana e dovrebbe sforzarsi di comprenderlo. Pregare per raggiungere Dio Qualunque cosa Dio faccia è per il benessere del mondo. Dovete capire che il mondo è la forma vera e propria di Dio: il creatore e la creazione non sono differenti l’uno dall’altra. Non si dovrebbe adorare Dio allo scopo di soddisfare desideri terreni, ma dovremmo pregare per raggiungerLo. Egli sparge la Sua grazia sui devoti e vi concede tutto ciò di cui avete bisogno; solo Lui sa ciò che è buono per la creazione. Egli vi concede tutto quello che vi necessita quando il tempo è maturo; senza alcuno sforzo particolare da parte vostra, Egli vi dà ciò che meritate. SENTIRSI DELUSI E RIMPROVERARE DIO SE I PROPRI DESIDERI NON VENGONO ESAUDITI, NON È DA VERI DEVOTI. IL DOVERE DEI DEVOTI È TROVARE I MODI E I MEZZI PER OTTENERE LA GRAZIA DI DIO E IMPEGNARSI PER RAGGIUNGERLO. Nessuno può comprendere le vie del Signore. A questo proposito, il santo Tyâgarâja cantò dei versi:

Diventare oggetto dell’Amore di Dio Nessuno può comprendere o spiegare i Progetti divini; solo Dio conosce i Suoi Piani e solo Lui può rivelarli. Nessuno può prevedere quando Dio concederà la Sua grazia a un individuo. Solo Dio conosce le risposte alle domande circa chi, quando, dove, perché e come. SE UNO DIMENTICA DIO E SI LASCIA SVIARE DALL’EGO E DALL’IDEA DI ESSERE COLUI CHE AGISCE, NON AVRÀ SUCCESSO NEI PROPRI TENTATIVI. Tutto può essere ottenuto con la preghiera. Non c’è niente di più grande della preghiera, per cui ognuno deve necessariamente offrire le sue preghiere a Dio. Non si dovrebbe però pregare per acquisizioni terrene. “O Dio! Io voglio il tuo Amore e nient’altro”: questa dovrebbe essere la vostra preghiera costante. Una volta diventati oggetto dell’Amore di Dio, potrete conquistare il mondo intero. Lasciare tutto alla Volontà divina Voi potete accettare qualsiasi compito, ma non pregate Dio per il compimento del compito assunto; lasciate invece ogni cosa alla Sua Volontà e abbiate piena fede nel fatto che Egli farà ciò che è bene per voi. PregateLo: “O Dio, Ti prego, abbi cura dei nostri bisogni in ogni momento della nostra vita.” QUANDO OTTEMPERATE AI VOSTRI DOVERI AFFIDANDO TUTTO ALLA VOLONTÀ DI DIO, I VOSTRI SFORZI AVRANNO SICURAMENTE SUCCESSO. MA LA VOLONTÀ DI SWAMI SI REALIZZERÀ AL MOMENTO GIUSTO SENZA ALCUN SUGGERIMENTO O PIANIFICAZIONE. QUALUN-

“Neanche un filo d’erba si muove senza il Volere di Dio. Dalla formica a Brahman, Dio pervade ogni cosa, ma alcuni non lo capiscono e si gloriano della loro intelligenza; nessuno, però, per quanto potente, conosce che cosa accadrà l’attimo successivo.”

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QUE COSA SWAMI VOGLIA SI REALIZZA SENZA RICHIESTA. Swami vuole, però, chiarire un’al-

tra cosa: tutto ciò che arriva a noi senza che lo chiediamo va utilizzato anche per il benessere degli altri. Swami non vuole assolutamente niente! Il Suo unico scopo è che, essendo venuti qui, facciate l’uso migliore di questa opportunità e conduciate la vostra vita in modo felice e sacro. Non dovete darMi niente. Swami è sempre pronto Mother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 25-12-2004 a soddisfare i vostri desideri, ma, prima di esprimerli, dovreste chiedervi se li meritate veramente. Le preghiere sincere saranno esaudite Qualunque compito può essere assolto con la preghiera; pregate quindi Dio silenziosamente. Non pregate per la soddisfazione di desideri futili; abbandonate tutti i desideri e pregate amorevolmente Dio con tutto il cuore: avrete certamente successo nella vita. Potete comprendere e sperimentare la Divinità solo attraverso l’amore. Alcune persone protestano: “Swami, Dio non viene in nostro aiuto a dispetto delle nostre incessanti preghiere.” Io dico loro: “L’errore risiede nelle vostre preghiere e non in Dio.” Se le vostre preghiere sono sincere saranno sicuramente esaudite: non c’è niente che Dio non possa compiere. Le storie del Signore sono davvero meravigliose e sacre in tutti e tre i mondi. Sono come falci che tagliano i rampicanti dei legami mondani: esse elevano e nobilitano moltissimo. Procurano beatitudine ai saggi e ai profeti che fanno penitenza nelle foreste. Come Gesù ci insegnò ad affidarci alla Volontà divina Oggi celebriamo la sacra festività del Natale e dovremmo farlo con vera spiritualità, senza accarezzare desideri futili. Gesù era il Figlio di Dio; mentre lo stavano crocifiggendo, disse: “O Padre, sia fatta la Tua Volontà.” Quando vi rimettete alla Volontà di Dio, Egli si prenderà cura di voi. Non maturate complessi di superiorità, abbandonate l’ego e l’ostentazione, pregate siMother Sai marzo-aprile 2005

lenziosamente e sinceramente. Se le vostre preghiere non vengono esaudite potete certamente chiedere a Me. Dio non è confinato in un posto chissà dove, in un angolo lontano. Egli dimora sempre nel vostro cuore e può compiere qualunque cosa; è sempre pronto ad assolvere qualsiasi compito, sia esso grande o piccolo, per il bene dei Suoi devoti. Tutti sono Suoi figli, per cui Egli risponderà sicuramente alle vostre preghiere. Gesù insegnava: “Tutti sono figli di Dio.” Se avete questa ferma convinzione potete portare a termine qualunque impegno. Non c’è bisogno di leggere testi voluminosi; riempite i vostri cuori d’amore e affidate ogni cosa alla Sua Volontà: otterrete sicuramente il successo nei vostri sforzi. Swami ascolta sempre le preghiere sincere Incarnazioni dell’Amore! L’AMORE È LA QUINTESSENZA DEI DISCORSI DI SWAMI. IL SUO AMORE È POTERE; NON C’ È NIENTE DI PIÙ GRANDE DELL ’AMORE . Quando sviluppate l’amore potete affrontare le sfide della vita con facilità e uscirne vittoriosi. Dio sarà sempre con voi, in voi e attorno a voi e si prenderà cura di voi. Con la preghiera, può essere assolto qualunque compito gravoso, ma le vostre preghiere dovrebbero essere sincere; dovrebbe esserci unità di pensiero, parola e azione. ABBIATE FEDE CERTA NEL FATTO CHE SWAMI È CON VOI E ASCOLTA SEMPRE LE VOSTRE PREGHIERE; SE PENSATE CHE SWAMI SIA LONTANO, COME POTRANNO

LE

VOSTRE

PREGHIERE

RAGGIUNGERLO?

Incarnazioni dell’Amore! È solo l’amore che vi aiuterà ad aver successo nella vita: quindi, sviluppate amore. Questa è la vera preghiera che Dio si aspetta da voi.

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Discorso 25-12-2004 (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Prema Mudita Manase Kaho…”) Praµânti Nilayam, 25 dicembre 2004, Sai Kulwant Hall,

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Ricorrenza del santo Natale del Signore Gesù (Tradotto dalla versione inglese pubblicata sul sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

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UN FARO NEL MARE BURRASCOSO DEL DOLORE

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Amore in Azione

Ci sono momenti nella vita in cui sembra che ogni speranza sia perduta, non ci sia nessuno a cui rivolgersi e niente per cui vivere. È allora che Dio entra nella nostra vita come la prima goccia di pioggia nel deserto, come aria fresca per chi respira affannosamente. Le onde dello tsunami, che hanno colpito la costa indiana, sono state una calamità che ha spazzato via le speranze più che distruggere le case, che ha frustrato altrettante vite di quante ne abbia prese, ma noi abbiamo Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba, l’amorevole Dio che camminai fra noi, faro per le menti smarrite nel mare burrascoso del dolore. Lo tsunami, che ha colpito il sud dell’Asia il 26 dicembre 2004, ha coinvolto migliaia di persone e arrecato danni enormi alla vita e alle proprietà. Poco dopo il disastro, mentre i sopravvissuti lottavano per riprendersi dal colpo che la natura aveva loro inferto, la compassione illimitata di Baba si è riversata su di loro sotto forma di servizio offerto dai volontari della ›rî Sathya Sai Sevâ Organization del Tamil Nadu. Centinaia di volontari si sono organizzati in squadre e si sono sparpagliati nelle varie aree in cui si era verificata la catastrofe. La prima cosa da fare era liberare i cadaveri intrappolati tra le macerie e provvedere ad essi adeguatamente in modo da prevenire le epidemie. Occorreva anche procurare cibo e altre necessità primarie per i sopravvissuti. Di tutte le aree colpite nel Tamil Nadu, il distretto di Nagapattinam aveva subìto i danni maggiori. Lo ›rî Sathya Sai Central Trust, sotto la divina Guida di Sai Baba, ha immediatamente portato soccorso ai villaggi di Serudhoor, Akkaraipettai, Kichankuppam, Kallar, Olakottaimedu e Thoduvai, che erano stati i più colpiti. Provviste, utensili, fornelli, abiti e altri generi di prima necessità, per riportare la vita alla normalità, sono stati reperiti e imballati in scatole di cartone. I volontari del Sevâ Dal hanno lavorato giorno e notte, procurando, imballando e trasportando questi materiali. Gli scatoloni sono stati trasportati da Chennai al campo base delle operazioni di soccorso vicino a Nagapattinam. Simultaneamente, un altro gruppo di volontari era impegnato nella distribuzione di questi generi a più di 5000 famiglie dello stesso distretto e di Pondicherry. È superfluo dire che i volontari del Sevâ Dal hanno fatto tutto il lavoro in spirito di amore e dedizione disinteressati. Hanno consolato e rassicurato gli afflitti, infondendo loro il coraggio e la speranza necessari per ricominciare la vita lasciandosi la tragedia alle spalle. In uno dei villaggi, quando alla fine della giornata le provviste si stavano esaurendo, un abitante è stato udito rassicurare gli altri dicendo che non c’era niente di cui preoccuparsi perché i volontari Sai avrebbero certamente portato ulteriori rifornimenti il giorno seguente e continuato l’opera di soccorso. Esempi come questo sono la testimonianza della fiducia che questi volontari hanno ispirato nel cuore della gente tramite la dedizione e l’impegno con cui servivano. Gli amministratori del distretto hanno encomiato il modo ordinato e ben organizzato con cui i materiali sono stati distribuiti. Vedere le persone colpite aiutarsi reciprocamente a ricostruire la loro vita, al di là delle barriere di casta, credo e condizione socio-economica, è stata, per i volontari, un’espe-

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rienza davvero commovente. In un altro villaggio, uno degli abitanti ha chiesto che i materiali fossero distribuiti anche al villaggio vicino ove il soccorso non era ancora arrivato. È stato toccante vedere il sentimento d’amore e d’interessamento che queste persone mostravano per i loro fratelli in difficoltà quando ci si sarebbe aspettati che fossero preoccupate per il proprio benessere. In verità l’insegnamento fondamentale di Sai Baba, circa la fratellanza dell’uomo e la paternità di Dio, veniva tradotto in azione da questi semplici paesani. A profittare di questa esperienza non sono stati solo gli abitanti dei villaggi, ma anche i volontari, che l’hanno trovata estremamente esaltante. Si sentivano spesso i paesani dire che Dio è il loro solo rifugio e che avrebbe sicuramente protetto loro la vita. Incontrare una fede tanto salda tra queste popolazioni rurali è stata una conferma dei profondi legami spirituali degli abitanti di questo paese. Essi non hanno considerato l’esser soccorsi come semplice sussidio materiale, ma come sacro dono di grazia da parte di Dio Stesso, accorso in loro aiuto nel momento della necessità. (Tratto da: www.srisathyasai.org.in)

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Discorso 25-10-2004

La Realtà è nel proprio Sé, non altrove

“Quale energia d’Amore fa ruotare la Terra senza che abbia un asse o un sostegno? Quale energia d’Amore permette alle stelle di restare nel cielo senza cadere sulla Terra? Quale energia d’Amore mantiene gli oceani entro i propri confini senza che inondino la Terra? Per quale energia d’Amore il Dio del vento soffia una fresca brezza in tutte le parti del mondo? Quella potente energia d’Amore è in realtà il Potere Atmico. Il potere dell’Amore è davvero straordinario, unico e onnipresente. L’intera creazione è permeata d’Amore.” Incarnazioni dell’Amore! L’uomo non ha bisogno di intraprendere alcuna speciale disciplina spirituale per vedere la Verità che tutto pervade. Noi chiamiamo Dio con Nomi diversi, come Brahmâ, Vi¹²u e Maheµvara (›iva); questi sono Nomi che l’umanità ha attribuito a Dio in relazione ad alcune forme immaginarie, ma, in realtà, chi ha mai visto quelle Forme? Per ora, nessuno. Il Potere onnipresente Nel mondo c’è un solo potere che tutto pervade: il potere dell’Amore. È solo per amore che le società umane si

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formano. Non può esservi umanità senza Divinità; solo se, in qualche misura, stabilisce un contatto con la Divinità, l’uomo può acquisire un po’ di quell’onnipotente Potere Divino. Incarnazioni dell’Amore! Ogni tipo di potere è immanente in Mânavatva (la Natura umana), la quale non ha bisogno di ricorrere ad altre particolari entità cui attribuire poteri straordinari. L’Energia Divina si manifesta pienamente nell’essere umano e il potere umano non può funzionare senza l’ausilio del Potere Divino. Ci sono quattro Mahâvâkya1 nei Veda, e precisamente: Tat Tvam Asi: Quello tu sei. Prajñâna¼ Brahma: La Consapevolezza Piena e Costante è Brahman. Ayam Âtmâ Brahma: Questo stesso Âtma (Sé) è Brahman. Aham Brahmâsmi: Io sono Brahman. L’essenza di questi assiomi viene ulteriormente illustrata nelle Upani¹ad e nella Bhagavad Gîtâ, ma l’uomo cade preda dell’illusione perché non è in grado di capire il significato di queste affermazioni e non sa attuare il Potere Divino che è, di fatto, in lui stesso. Gradini verso la Divinità La Divinità nell’umanità si esprime come ›aktitattva (Energia). Oggi l’uomo si sforza di acquisire diversi poteri e li usa per

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Discorso 25-10-2004 alleviare le sue sofferenze. Tali dolori e sofferenze sono gradini verso la Divinità, e l’uomo non deve dare loro troppa importanza. Se analizziamo con attenzione, che cosa c’è nella vita umana che non provochi preoccupazione? Dalla nascita alla morte la vita umana è piena di preoccupazioni, tanto che Io spesso cito una poesia per descrivere questo fatto: “Nascere è una preoccupazione, essere al mondo è una preoccupazione. Il mondo è causa di preoccupazione e così pure la morte. Tutta la fanciullezza è una preoccupazione e anche la vecchiaia. La vita è una preoccupazione, l’insuccesso è una preoccupazione. Tutte le azioni e le difficoltà provocano preoccupazione. Anche la felicità è una misteriosa preoccupazione.” Liberarsi dell’illusione Incarnazioni dell’Amore! Qualcuno dice di aver avuto la visione del Divino nei propri sogni. Altri raccontano di averla avuta nel corso della meditazione. Altri ancora dichiarano di aver visto Dio attraverso il loro “occhio della conoscenza”. La maggior parte di tali affermazioni provengono da illusioni; non sono autentiche. Alcuni dicono di avere visto Dio in sogno. Dov’è il sogno? E dov’è Dio? A ben pensarci, la stessa esperienza di sogno non è reale: è solo illusione. Costoro sono indotti dall’illusione a pensare così. Il giorno in cui l’uomo se ne libererà, acquisirà il Potere Divino; pertanto tutti devono uscire da tale illusione. Alcuni si siedono in meditazione e ritengono di contemplare un qualcuno; altri affer20

mano invece di aver visto un fulgore. CHE COS’È LA MEDITAZIONE? MEDITAZIONE SIGNIFICA EKÂGRATÂ (CONCENTRAZIONE SULLA VISIONE INTERIORE DEL SÉ UNIVERSALE). Consiste nel visualizzare un’immagine in uno stato di assoluta immobilità del corpo e con la mente esente da illusione, ma, ovunque ci sia un uomo, c’è anche la mente; non c’è luogo al mondo dove la mente non sia: essa è onnipresente. Si asserisce: “Solo la mente è responsabile della schiavitù come della liberazione.” Noi diciamo di essere felici; da dove proviene tale felicità? Certamente non dall’esterno; essa sgorga dal cuore. LA NATURA DELLA MENTE È L’INSTABILITÀ. ESSA È NELLA NOSTRA NATURA, NON PROVIENE DAL DI FUORI. TUTTE LE RELAZIONI CHE INTRATTENIAMO COL MONDO OGGETTIVO SONO SOLO ILLUSORIE.

Supponiamo che sposiate una ragazza: da quel momento in poi, voi avete con lei una relazione come marito e moglie. Anche prima del matrimonio voi due esistevate in questo mondo, ma tale relazione non c’era; dall’istante in cui siete sposati, pensate che ella sia vostra parente. Pertanto si tratta di una relazione mentale. Mânavatva, l’unica Realtà esistente Incarnazioni dell’Amore! Perfino mâyâ, l’illusione, è in relazione con l’Amore; non c’è nulla al mondo privo d’Amore. L’Amore si trova in ogni cosa di questo mondo. Tutte le relazioni tra la gente del mondo vengono stabilite e coltivate in base all’Amore. L’Amore diventa persino causa di separazione tra due individui. A questo mondo, ci sono diversi tipi di sâdhanâ (disciplina spirituale); uno di questi è bhrama sâdhanâ (il superamento dell’illusione). Brahmâ, Vi¹²u e Maheµvara non possono essere visualizzati nella vostra sâdhanâ. Ciò che vedete in meditazione sono solo i riflessi dei vostri sentimenti. Mother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 25-10-2004 Brahmâ, Vi¹²u e Maheµvara non esistono veramente in questo mondo: essi sono solo Forme immaginarie. Quello che esiste veramente è Mânavatva (la Realtà Umana). Incapaci di credere a questa Realtà Umana, che è presente proprio sotto i vostri occhi, come potete contemplare e scoprire la Natura Divina? I Nomi e le Forme che attribuite alla Divinità, ovvero Brahmâ, Vi¹²u e Maheµvara, non sono autentici: sono solo un miraggio nato dalla vostra illusione. Ogni cosa è compresa nell’essere umano. Voi siete Brahmâ, Vi¹²u e Maheµvara, nonché ogni Nome e Forma concepibili che si possano attribuire alla Divinità. QUANDO COMINCERETE A CREDERE CHE VOI SIETE IL TUTTO, NON CI SARÀ PIÙ MOTIVO DI ALCUNA PREOCCUPAZIONE. Quando sarete in grado di realizzare “Io sono veramente Brahmâ, Vi¹²u e Maheµvara”, non ci sarà più spazio per alcun dubbio. Tutti questi Nomi e Forme sono il prodotto della vostra immaginazione. In questo mondo non c’è potere più grande della Realtà Umana. Il potere dell’immaginazione umana Incarnazioni dell’Amore! VOI AFFERMATE CHE LA SCORSA NOTTE SWAMI SIA COMPARSO NEI VOSTRI SOGNI. QUESTO NON È ESATTO; IO NON APPAIO NEI SOGNI DI NESSUNO. QUANDO DESIDERATE INTENSAMENTE CHE SWAMI APPAIA NEI VOSTRI SOGNI E LO PENSATE CONTINUAMENTE, QUELL ’INTENSO DESIDERIO ASSUMERÀ FORMA NEI VOSTRI SOGNI. Dio non assume né cambia forma. Qualcuno pensa che Dio sia arrabbiato con lui, ma anche questa ipotesi non è esatta. Dio non ha né amore per uno né collera per un altro; tutte queste idee sono una vostra creazione. Voi attribuite a Dio la collera o altri sentimenti, mentre, se viveste costantemente nell’Amore, non vedreste collera in nessuno. Infatti, l’Amore è la vostra vera forma. L’uomo nasce dall’Amore e Mother Sai marzo-aprile 2005

cresce con l’Amore. Non solo gli esseri umani, ma ogni creatura vivente sperimenta Amore sin dalla nascita; al mondo non esiste forza maggiore dell’Amore e nessun potere su questa terra può cambiarLo. Non fatevi ingannare dal pensiero di aver acquisito questo o quel potere: tutto ciò è solo bhrama (l’illusione). Brahman non è bhrama e Brahman non può esser paragonato a bhrama. Il bene e il male non provengono dall’esterno Incarnazioni dell’Amore! Che cosa significa Divyâtma? Vuol dire “Divino Âtma”. L’Âtma non è altro che Consapevolezza; tale Consapevolezza pervade ogni cosa, è onnipotente e non c’è luogo ove essa non sia. C’è, a tal proposito, un aspetto da considerare: la Consapevolezza è mobile, ma voi cadete nell’illusione e pensate che sia statica. Il vero potere è dentro di voi: è Âtma ›akti (il Potere Atmico). Già sappiamo che Âtma è Consapevolezza; quindi il Potere Atmico è Caitanya ›akti (il Potere della Consapevolezza), la quale pervade ogni cosa e vi permette di contemplare le diverse forme. L’immenso potere presente nella Realtà Umana è di natura divina; esso conferisce pace e felicità. Forse pensate che questo Potere Divino sia qualcosa di speciale, ma non è vero. La vostra stessa energia contemplativa diventa Potere Divino, ragion per cui la cosa primaria è che voi realizziate la vostra intrinseca Natura Divina. Tutto quello che è scritto nei libri o che leggete non corrisponde a verità. Alcuni tipi di potere sono temporanei, non eterni; tali poteri transitori non devono ingannarvi. Voi (studenti) state imparando i Veda. Ogni suono emanato dai Veda emerge proprio dall’ombelico e noi percepiamo il suono 21

Discorso 25-10-2004 che proviene dal nostro ombelico. Immaginate di avvicinarvi a una collina e di gridare “Oh!”: quello stesso suono vi ritorna come eco. Analogamente, il bene e il male emergono solo da voi; non provengono da un altro luogo per entrare in voi. Incarnazioni dell’Amore! Supponiamo che continuiate a ripetere ad alta voce una certa frase che avete preso da un libro. Dopo qualche tempo la saprete a memoria, ma la frase che avete memorizzato non è vostra: è solo un’eco. Nella creazione, tutto è reazione, riflesso e risonanza. TUTTO QUELLO CHE SPERIMENTIAMO NEL MONDO ESTERNO È SOLO REAZIONE, RIFLESSO E RISONANZA DELLO STATO INTERIORE. Tuttavia, noi ci illudiamo se pensiamo che tali reazioni, riflessi e risonanze siano reali. Il sentimento che emerge dal vostro cuore e prende forma all’esterno è la vera forma. Questo significa che quella forma è già stata da voi concepita. Supponiamo che immaginiate una Forma particolare del Signore Râma e che poi contempliate quella Forma a occhi chiusi; siete in grado di visualizzare quella Forma quale riflesso dei vostri pensieri. Pertanto tutto ciò che si manifesta nel mondo esteriore è solo una reazione, un riflesso e una risonanza del vostro stato interiore. Uscire dall’illusione per realizzare Dio Incarnazioni dell’Amore! Voi stessi siete Râma, K©¹²a, εvara ecc. Pensate di essere εvara e contemplate quella Forma: diventerete εvara, veramente. Come tu pensi, così tu diventi. Allo stesso modo, se pensate di essere Râma, K©¹²a ecc., diventerete Râma e K©¹²a. Oggi la gente si siede in meditazione, ma è solo per sviluppare la concentra22

zione, non con l’intento di vedere Dio; la concentrazione viene scambiata per meditazione. Questo non è il sistema corretto. Tutti questi esercizi sono reazione, riflesso e risonanza; solo voi siete autentici, siete la Verità. Voi siete in grado di vedere Dio solo nella forma umana; infatti l’uomo non può concepire nulla più grande di se stesso. Voi siete tutto e tutto ciò che si trova nella creazione è immanente in voi. Sfortunatamente l’uomo, oggi, dimentica la propria autentica natura per immaginare qualcosa che non esiste. Questo è effetto dell’illusione, la quale, in realtà, è di sua produzione. Solo quando l’uomo uscirà da questa illusione sarà in grado di realizzare il Brahman. La lezione da imparare Incarnazioni dell’Amore! L’AMORE È IL FATTORE PRINCIPALE. SE PREGATE DIO CON INTENSO AMORE E DEVOZIONE, LE

VOSTRE

PREGHIERE

TROVERANNO

SENZ’ALTRO RISPOSTA; QUESTO È IL POTERE DELL’AMORE.

Senza l’amore non si può ottenere nulla neppure in questo mondo materiale. L’Amore è Dio: vivete nell’Amore. Senza l’amore il mondo diventa un vuoto; solo l’amore assume forma: comprendete questa verità. Voi sedete nella vostra cosiddetta meditazione e cercate di dimenticare voi stessi attraverso delle esperienze immaginarie. Se dimenticate voi stessi, come potete vedere la Verità? Vivete costantemente nella consapevolezza: “Io sono Dio, sono tutto, sono la Realtà. Tutte le forme sono soggette a mutare.” Per esempio, un bimbo è piccino alla nascita, poi crescerà e diventerà un bambino, un ragazzo, un giovane, un anziano. In tutti questi diversi stadi della vita, solo l’uomo è la Realtà. Tutti sono uno; sii equanime con tutti.

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Discorso 25-10-2004 È questa la lezione che occorre imparare. Incarnazioni dell’Amore! FATE CHE LA FIAMMA DEL VOSTRO AMORE SIA FERMA, NON OSCILLANTE; NON C’È SÂDHAN PIÙ GRANDE DELL’AMORE. QUESTA È LA DISCIPLINA SPIRITUALE CHE DOVETE ADOTTARE, LA DISCIPLINA DIVINA . La Divinità è onnipresente. Dovete realizzare all’interno di voi stessi tale onnipresente Divinità. Essa è presente in tutti e tre gli stati di coscienza: nel sogno, nella veglia e nel sonno profondo. Sforzatevi di percepire costantemente quella Divinità. Questo è il significato di Prajñâna¼ Brahma (La Consapevolezza Piena e Costante è Brahman). Questa è Sâk¹âtkâra (la visione del Divino), un’esperienza che trascende tutti e tre gli stati di coscienza.

I Poteri Divini e le Manifestazioni Divine sono immanenti nell’essere umano, non vanno cercati altrove. Con la costante disciplina spirituale, l’uomo può realizzare questa verità. La vostra Realtà è nel vostro Sé, non altrove e, per vederLa, occorre rivolgere la visione verso l’interno. Reazione, riflesso e risonanza: tutti e tre esistono nel vostro Sé; essi non sono esterni. Supponiamo che abbiate un fratello che si è fatto una buona reputazione. Chi è costui? È vostro fratello; egli rappresenta una particolare forma. Da dove proviene questa forma? Proviene dalla Realtà e quella Realtà è la sua vera natura. Pertanto, una forma che si manifesta (emergendo) dalla Realtà ci illude e ci impedisce di vedere la Realtà stessa.

La Realtà celata nell’intimo dell’uomo Incarnazioni dell’Amore! Voi adorate diverse forme della Divinità, ma non potete permettervi di dimenticare la vostra Divinità intrinseca. Siete voi ad attribuire innumerevoli Nomi e Forme alla Divinità, ma Essa è solo una ed è immutabile; quella Divinità immutabile ed eterna è immanente in voi. Tutte le forme e i nomi esteriori sono come sogni effimeri e tali sogni non sono veri. Cercate allora di sfuggire a questa illusione; solo uscendone sarete in grado di realizzare il Brahman. Avete visto qualcosa nei vostri sogni: che cos’è? È il vostro Sé, nient’altro; nello stato di sogno vedete il vostro Sé. La vostra vera natura è l’Amore: dunque manifestatela. Ci sono diversi aspetti che dovrete imparare in futuro. CHE COS’È IL FUTURO? IL FUTURO È INCERTO, IL PASSATO È PASSATO; SOLO IL PRESENTE È CIÒ CHE CONTA. SIA IL PASSATO SIA IL FUTURO SONO CONTENUTI NEL PRESENTE. Solo voi siete presenti in tutti e tre i tempi, passato, presente e futuro. Incarnazioni dell’Amore!

Unitarietà dei quattro grandi aforismi vedici Cari Studenti! Se desiderate comprendere certi aspetti più chiaramente, ve li spiegherò fra qualche tempo con maggiori dettagli. LA MEDITAZIONE CHE PRATICATE NON È CORRETTA; VOI AVETE NELLA MENTE UNA FORMA E LA CONTEMPLATE. DA DOVE VIENE QUELLA FORMA? È UNA VOSTRA INVENZIONE. VI ILLUDETE CHE DIO SIA CONFINATO SOLO IN QUESTA F ORMA , RAGION PER CUI, FIN DALL’INIZIO, CREDETE A QUALCOSA DI INGANNEVOLE. SE SOLO RIUSCISTE A SUPERARE QUESTA ILLUSIONE, POTRESTE VEDERE LA VERITÀ. Non cadete mai preda dell’illusione che Dio sia in qualche luogo lontano. Di fatto, Voi stessi siete veramente Dio. La vostra stessa forma è divina, la vostra beatitudine è divina. La vostra reazione, il vostro riflesso e la vostra risonanza sono di natura divina. Non deviate mai dalla salda certezza di essere Dio. Contemplate sempre un unico pensiero:

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Aham Brahmâsmi 23

Discorso 25-10-2004 Io sono Brahman. Che cosa significa l’affermazione Tat Tvam Asi, “Quello tu sei”? ‘Tat’ è ‘Quello’, ‘Tvam’ è ‘questo’: insieme diventano ‘Asi’. Essi diventano ‘Uno’. Dunque, tutte e quattro le “Grandi Parole”: Tat Tvam Asi (Quello tu sei), Prajñâna¼ Brahma (La Consapevolezza Piena e Costante è Brahman), Ayam Âtmâ Brahma (Questo stesso Âtma è Brahman), Aham Brahmâsmi (Io sono Brahman), vi guidano alla stessa Verità, cioè che voi siete effettivamente Dio. Âdi ›a¾kara espose e illustrò questa grande filosofia Advaita (relativa al non dualismo) in svariati modi e alla fine egli stesso si fuse in quella grande Verità. Dunque la Verità non è in qualche luogo lontano, ma dentro di voi. La vostra natura vera e propria è la Realtà. Come potete realizzare questa Verità? Solo coltivando puro e disinteressato Amore divino. Senza Amore non si può ottenere nulla in questo mondo. L’Amore è l’origine e il sostegno dell’intero universo. L’Amore è Dio, Dio è Amore. Incarnazioni dell’Amore! Voi tutti siete Incarnazioni della Divinità. Le vostre forme sono divine; voi e Dio siete Uno, non siete differenti da Lui. Fate quindi esperienza di questa Unità. La Verità è Una. L’Unità è Verità. L’Unità è Divinità. Dio non è separato da voi, Egli si manifesta in voi, ma, sfortunatamente, dimenticate questa verità. Dimenticare la propria natura equivale a dimenticare ogni altra cosa. Non dimenticate mai la vostra Realtà, ma, forti di ciò, meditate su di essa. Ricordatevi sempre questo: “Ovunque io sia sono sempre divino.” Tenetevi risolu24

tamente ancorati a questa convinzione: questa è la Verità contenuta nell’assioma Tat Tvam Asi: la natura inseparabile e non duale della Divinità. Non illudetevi che Râma, K©¹²a o Swami siano apparsi nei vostri sogni; questo è un segno di ignoranza. Si tratta solo di sogni; come può un sogno esser chiamato realtà? La stessa parola “sogno” evidenzia la sua natura: finché dormite, quella esperienza può apparire vera, ma svanisce non appena vi svegliate.

Unità dell’Anima individuale e dell’Anima Universale Incarnazioni dell’Amore! Proteggete il vostro Amore; non abbandonatelo mai in nessuna circostanza. Non c’è altro Dio al di fuori dell’Amore. In verità, Dio è Amore. L’AMORE È LA VOSTRA VIA E IL VOSTRO OBIETTIVO; NON DEVIATE MAI DA QUESTO SENTIERO DELL’AMORE. SE INCONTRATE QUALSIASI DIFFICOLTÀ NEL PERCORRERE TALE VIA O SE AVETE DEI DUBBI DA CHIARIRE, IO SONO SEMPRE QUI AD AIUTARVI. Cercate di risolvere i vostri dubbi, perché essi vi trascinano nell’illusione. Ancoratevi saldamente alla verità “Tat Tvam Asi”. È un’idea sbagliata pensare che “questa” forma abbia visto “quella” Forma della Divinità, perché voi e Dio non siete separati. Il Brahman è davvero immanente nel vostro corpo; Brahman e Aham (Io) sono una identità. Praticate la disciplina spirituale tesa a riconoscere l’unità di questi due: questa è la via che conduce a Dio. Se desiderate meditare su Dio, non permettete che i vostri pensieri siano disturbati dagli oggetti del mondo. Meditate sulla vostra autentica natura che è la Divinità. In quella Divinità è contenuto tutto il resto. Meditando in questo modo sulla vostra Divinità intrinseca realizzerete la vostra Mother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 25-10-2004 unità con il Divino. Di fatto, quell’Unità è Divinità. I quattro Mahâvâkya: Tat Tvam Asi, Prajñâna¼ Brahma, Ayam Âtmâ Brahma, Aham Brahmâsmi sono affermazioni vediche che mettono in rilievo l’Unità dell’Anima individuale e dell’Anima Suprema. Essi esortano l’Anima individuale a realizzare questa Verità. Pertanto, dovete sforzarvi di raggiungere tale stato di Unità. Progredendo in questa disciplina, alla fine raggiungerete l’obiettivo. Supponiamo che vogliate imparare come si scriva una parola: pensate solo a quante volte ripetereste quella sillabazione. Allo stesso modo dovete avviarvi su questa strada della disciplina spirituale, che è una disciplina sacra. Se sarete in grado di capire il vero si-

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gnificato di questi assiomi, sarete in grado di realizzare la Verità. (Baba ha concluso il Suo Discorso con il bhajan “Prema Mudita Manase Kaho”). Praµânti Nilayam, 25 ottobre 2004, Sai Kulwant Hall (Traduzione dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

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Mahâvâkya: questo termine significa letteralmente “Grande Parola”. Si tratta di un assioma divino che pone in risalto, per mezzo dei testi sacri, una profonda verità spirituale. Ognuno dei Veda ha un suo assioma principale, che Baba elenca nel Discorso.

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Sotto la Veranda

Sane abitudini di vita Conoscete i piccoli frutti che Swami distribuisce a tutti gli studenti e ai devoti? Un giorno Egli ha chiesto ai ragazzi di distribuire questi piccoli frutti, che hanno l’aspetto di bacche. Ha chiamato un ragazzo e gli ha detto: “Stai attento a distribuire solo frutti buoni; non distribuire mai frutti marci. È un peccato distribuire frutta guasta. Non dovresti farlo in nessun caso, perché ne pagheresti le conseguenze. Quindi, seleziona la frutta migliore da donare agli altri.” Così tutti i ragazzi hanno cominciato a distribuirla. Ma il nostro Bhagavân, come immaginerete, stava controllando con attenzione. Alla fine ha detto: “Ehi, ragazzi! Voi siete studenti universitari. Sapete solo leggere e riformulare informazioni al momento dell’esame, ma non avete buon senso. Non sapete distribuire la frutta! Perché avete dimenticato questo gruppo? Non avete distribuito la frutta all’ultima fila di devoti. Che studenti siete?” Ha poi aggiunto: “Ho visto che alcuni di voi, camminando, hanno toccato con i piedi gli insegnanti. Dovreste rispettare i vostri insegnanti; questo non è il modo di comportarsi. Voi studenti dovreste essere obbedienti e umili. Solo allora potrete imparare.” Ecco che cosa ha detto Sai Baba. Poi, improvvisamente, si è voltato verso uno studente e gli ha detto: “Dimmi una cosa: chi è il miglior insegnante della tua facoltà?” Chi è il miglior insegnante? È una domanda difficile! Il ragazzo non ha risposto, e Swami ha insistito. Il ragazzo infine ha detto: “Swami, tutti sono buoni insegnanti. No, Swami, tutti sono i migliori.” “Lo so che tutti sono brave persone e buoni insegnanti. Alcuni possono sembrare severi con voi, ma è per il vostro bene e dovreste ricordarlo.” Una volta Baba, dopo aver terminato le “interview”, ha cominciato a parlare di una coppia a cui era stato concesso il privilegio di un colloquio con Lui. Dopo essere usciti dalla stanza delle interview, Swami ha cominciato a parlare di loro. Ma essi non lo sapevano poiché erano già andati via. Ci ha guardati e ha detto: “Vedete quel ragazzo?” “Sì, Swami, lo vediamo.” “Sapete, ho detto a quel ragazzo: di’ a tuo padre di smettere con quella cattiva abitudine. Digli che non gli fa bene.” Poi il ragazzo è tornato a casa e ha cominciato a piangere. Il padre gli ha chiesto: “Ehi, perché piangi?” “Papà, smetti con quella cattiva abitudine o io piangerò. Non mangerò. Promettimi che smetterai con quella cattiva abitudine.” “Quale cattiva abitudine?” “Fumare, papà; tu fumi. Non fumare più.”

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Così il padre ha deciso di non fumare più. Che trasformazione sta apportando Baba tra i genitori attraverso i figli!. I figli sono trasformati in Sua presenza e grazie a loro anche i genitori cambiano. Questa è una cosa meravigliosa che si sta verificando durante l’attuale Incarnazione. A quel punto Bhagavân ha cominciato a dire a tutti: “Ragazzi, vi racconterò una cosa che è successa a Brindavan. Anil Kumar ne è a conoscenza.” Stiamo parlando di un corso estivo. I ragazzi avevano fatto un buon pranzo e bevuto il tè del pomeriggio. Swami stava cominciando ad avvicinarsi all’auditorium per il divino Discorso serale. All’improvviso si è fermato, ha guardato un ragazzo e ha detto: “Ragazzo, non farlo! Questo non è il posto adatto per questo tipo di cose. Smettila.” Il ragazzo ha detto: “Che cosa, Swami?” “Non farlo.” “Che cosa, Swami?” In un attimo, facendo ondeggiare la mano, Baba ha materializzato una fotografia di questo giovane che fumava sotto un albero dietro l’edificio universitario. Baba stesso lo ha raccontato e ciò significa che non possiamo nasconderGli niente. La discussione in qualche modo si è indirizzata verso di me ed Egli ha detto: “Anil Kumar, stai mangiando in modo corretto?” “Swami, mangio normalmente.” “Sei felice dei tuoi sottaceti e di quei cibi piccanti?” “Sono molto felice, Swami.” “Perché mangi quei sottaceti continuamente?” “Swami, mangio anche la minestra e il dal, ma i sottaceti sono una costante.” “Huh, sei sempre lo stesso.” E poi, indicando Se stesso, ha detto: “Che ci crediate o no, non ho mai assaggiato caffè o tè. Non tocco cibi grassi, non ho mai assaggiato biscotti, cioccolata o torte. Quando andavo a scuola, Mi portavo una piccola ciambella secca fatta di frumento.” Quel preparato di frumento, di forma circolare, si chiama jonna rottelu. Jonna rottelu significa “fatto di frumento”. Swami aveva l’abitudine di portarsi questa ciambella a scuola. Così ho detto: “Swami, dovevano essere così dure, troppo dure da mangiare. Come facevi a mangiarle?” “No, no, no. Se le bagni con un po’ d’acqua, diventano morbide e puoi mangiarle facilmente.” Così ho pensato: “Swami, solo Tu potevi; io non potrei.” Poi Baba ha detto: “I Miei compagni mangiavano il loro cibo abituale, mentre Io mangiavo solo queste ciambelle di frumento. Per evitare che gli altri fossero imbarazzati dal fatto che appartenevo a una famiglia povera, mangiavo di nascosto. Non potevo permetterMi il riso o le altre cose che mangiavano i Miei compagni e non volevo metterli a disagio.” Che cosa ne deduciamo? Che semplicità! Che sincerità! La vita di Bhagavân è un libro aperto. (Tratto da “Perle di Saggezza” del 20 febbraio 2003 - Parte diciottesima Testo pubblicato anche nel Sanâtana Sârathi 2/2001, in lingua telugu)

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Discorso 23-10-2004

Onore a Madre India!

“Il Signore del Kailâsa ha manifestato la Sua Forma divina davanti ai vostri occhi, con la luna crescente che Gli adorna la testa, la fresca acqua del Gange che scorre tra i Suoi capelli intrecciati, l’occhio radioso al centro della fronte e il collo color porpora che brilla della lucentezza delle more. Ha serpenti come bracciali, una serpe come cintura e tutto il Suo corpo è cosparso di vibhûti. Ha la fronte ornata da un punto di kumkum, e le labbra vermiglie luccicano per il succo di betel; orecchini d’oro tempestati di diamanti pendono dalle Sue orecchie e tutto il Suo corpo dalla carnagione scura brilla di divino fulgore.”

Incarnazioni dell’Amore! Ogni giorno avete ascoltato diversi oratori parlare del divino Principio di εvara. Molte persone pensano che εvara abbia una Forma con capelli intrecciati e ornata di serpenti, ma questa non è la Sua vera forma. Sebbene Egli sia onnipresente, i devoti, per loro immaginazione, Gli attribuiscono una Forma con vari tipi di ornamenti. Nessuno è un mendicante Tra i Bhâratîya (gli Indiani) c’è una debolezza caratteriale che li induce a ridurre al livello di mendicanti le varie Forme di Dio

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e gli idoli che essi adorano e venerano. Sinceramente parlando, non ci sono e non possono esserci mendicanti in questa sacra terra di Bhârat. Considerare qualcuno inferiore a voi e immaginare che si aspetti da voi del denaro è segno di debolezza. È a causa di tale ristrettezza mentale che la gente degli altri paesi considera l’India come un paese povero e pieno di mendicanti. Questo è completamente errato: Bhârat non è mai stato un paese povero. Solo perché la gente vive in una situazione economica arretrata non significa che possa essere considerata mendicante. Non esistono mendicanti in questo mondo. Quan-

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Discorso 23-10-2004 do qualcuno cerca un aiuto economico o chiede del cibo viene considerato un mendicante. Di fatto, noi siamo responsabili per aver ridotto gli altri in una situazione simile; li consideriamo esseri inferiori e li trattiamo male. Bhârat è la terra dell’abbondanza e della prosperità: dovete convincervi che non esistono mendicanti in questo paese e comportarvi di conseguenza. Alcune persone considerano persino Dio un mendicante; quando i loro desideri si realizzano elogiano Dio. Essi pregano così: “O Dio, ti offrirò denaro e altro se soddisferai i miei desideri.” DIO NON È POVERO E QUINDI LE PERSONE CHE EGLI STESSO HA CREATO NON POSSONO ESSERE POVERE; È L’UOMO CHE (CON LE SUE AZIONI) TRASFORMA GLI ALTRI IN MENDICANTI E POI LI TRATTA MALE. Tali pratiche basse e meschine devono essere abbandonate. Alcune persone pensano che il Signore Ve¾kaºeµvara abbia bisogno di denaro e che, per denaro, Egli possa fare il loro lavoro e soddisfare i loro desideri; in questo modo Lo sviliscono a livello di un mendicante. Questo è un errore molto grave: Dio non è un mendicante. Dovete considerarLo come vostro padre e madre. Coltivate amore per Dio e per tutti gli altri uomini; non considerate mai nessuno un mendicante e non trattatelo male. Aiutate coloro che sono in difficoltà. Sviluppate Amore per Dio e timore del peccato. Non considerate più debole o inferiore né umiliate qualcuno solo perché vi si avvicina per cercare aiuto. La vostra Divinità innata si manifesterà davanti a voi quando svilupperete amore e rispetto per gli altri. Trattate tutti come fratelli e sorelle, e non considerate mai nessuno un mendicante. È un gravissimo errore pensare di essere colui che dà e che qualcun altro sia il beneficiario. Ci sono alcuni uomini d’affari che cercano di far prosperare le loro attività corrompendo quelli che sono al

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potere: offrire e accettare il prezzo della corruzione sono essi pure gravi peccati. Farsi corrompere equivale a mendicare: non dobbiamo dare spazio a tali ignobili pratiche. Fin dai tempi più antichi, Bhârat ha sostenuto i valori etici e morali ed è diventata un ideale per il resto del mondo, ma, sfortunatamente, oggi tali valori sono stati dimenticati. Agli affamati date amore e non guardateli dall’alto in basso come fossero dei mendicanti. L’accattonaggio non va incoraggiato e tollerato in questo paese. Qualcuno potrebbe avvicinarvi per chiedere del cibo, ma questo non vuol dire che sia un mendicante. Voi non sentitevi superiori a lui solo perché gli date del cibo; parlategli con dolcezza e saziate la sua fame, ma non insultatelo mai. I Bhâratîya stanno rovinando la reputazione del loro stesso paese trattando i propri concittadini come mendicanti. Bhârat non è un paese povero, altrimenti come si spiegherebbero le invasioni, nel passato, da parte di tanti condottieri stranieri? Molti re stranieri hanno invaso questa terra saccheggiando le sue ricchezze. LA QUESTIONE CIRCA L’ESSERE RICCHI O POVERI NASCE QUANDO CI SI CONFRONTA CON GLI ALTRI. Se qualcuno si presenta alla porta di casa vostra dicendo: “Bhavati bhik¹am dehî” (Madre, fammi la carità!)1 , non trattatelo come un mendicante; trattatelo come un altro essere umano e instaurate con lui una profonda comprensione. L’aver bussato alla vostra porta per chiedere cibo non lo rende inferiore a voi; il fatto che non abbia denaro per nutrirsi non fa diventare povero lui e milionari voi. Se volete mantenere la reputazione del vostro paese, rispettate le altre persone. Prima di tutto sviluppate Amore per la madrepatria e sentitevi orgogliosi di essere un Bhâratîya; siate consapevoli di essere nati in una terra sacra nella quale sono nate molte nobili anime. 29

Discorso 23-10-2004 La terra per antonomasia delle Sacre Scritture Ieri avete sentito parlare alcune donne (del College Femminile di Anantapur), le quali hanno esaltato Bhârat come la terra dei Veda, delle Upani¹ad e della Bhagavad Gîtâ. Dovreste sempre avere in mente la grandezza e la gloria di Bhârat e comportarvi di conseguenza. Solo allora sarete degni di essere chiamati Bhâratîya. Le vostre azioni devono esser coerenti con le vostre parole. Esaltare il prestigio di Bhârat e poi comportarsi meschinamente è da sciocchi. La tolleranza è l’autentica qualità di questa sacra terra di Bhârat. Il sentimento più dolce che pervade questa terra è il sentimento verso la propria madre. Considerate Bhârat come vostra madre, sviluppate Amore e rispetto nei suoi confronti e sostenetene la dignità e l’onore. Se pensate che vostra madre sia povera, come potrete considerare ricchi voi stessi? Fin dai tempi più antichi, Bhârat ha trasmesso la ricchezza della conoscenza a tutti attraverso le Sacre Scritture e i poemi epici. Come può un simile paese essere considerato povero? La vostra madre fisica potrà anche essere povera, ma non la vostra madrepatria. Questa sacra terra ha raggiunto la reputazione di essere la più grande tra tutte le nazioni e voi ora non dovete mancarle di rispetto considerandola povera e debole. La moralità e l’integrità che troviamo in Bhârat non possono essere trovate in nessun altro paese. Bhârat è come uno scrigno pieno d’oro. Essendo nati in questa terra, a che serve darsi da fare per cercare oro o argento? Purtroppo, però, la gente non rispetta e non tiene in nessuna considerazione tale terra dell’oro. Le persone 30

colte devono fare il voto di far rivivere l’antica gloria di Bhârat, ma, sfortunatamente, neppure costoro sono capaci di comprenderne la grandezza. Non incoraggiate l’accattonaggio Se incontriamo dei mendicanti per strada, ciò avviene perché li abbiamo incoraggiati dando loro del denaro; non date mai denaro ai mendicanti. Se hanno bisogno di abiti o di cibo potete certamente darli loro, ma non incoraggiate l’accattonaggio. Bhârat si è guadagnata grande nome e fama tra tutte le nazioni, ma le persone al potere o che occupano posizioni di prestigio stanno portando discredito al paese a causa della loro corruzione. Nessuno deve incorrere nella pessima pratica di dare o ricevere tangenti. Anche il governo deve essere ammonito a questo riguardo: deve trovare il sistema di far cessare questa pratica della corruzione e dell’accattonaggio. MAI DARE DENARO AI MENDICANTI; ESSI DEVONO ESSERE AIUTATI AFFINCHÉ DIVENTINO AUTOSUFFICIENTI.

DATE

TUTTO IL VOSTRO

AIUTO E COMPLETA COLLABORAZIONE AI MENO FORTUNATI, E AIUTATELI A DIVENTARE AUTONOMI NELLA VITA. Non è possibile che, a que-

sto mondo, tutti siano uguali; nel mondo l’ineguaglianza è inevitabile. Oggi la gente, a causa del proprio egoismo e dell’interesse personale, ha ridotto perfino Dio a livello di mendicante. Quando andate in un tempio, i preti vi presentano un piatto aspettandosi da voi qualche spicciolo come offerta. La gente lascia l’offerta nel piatto e riceve da loro il prasâdam. Questa pratica di chiedere offerte equivale a mendicare; non ricorriamo all’accattonaggio. Diventiamo ricchi nei pensieri, nelle parole e nelle azioni. Potreste aver un bisogno disperato di denaro, ma non mendicate mai. Le persone istruite dovrebbero insegnare queste cose a chi mendica per la strada. Quando inconMother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 23-10-2004 trate un mendicante, ditegli: “Mio caro, tu sei figlio di Madre India. Tua madre non è povera; essa è ricca sotto ogni aspetto. Fin dai tempi più antichi si è presa cura di tutte le nazioni. Essendo suo figlio, non è da te ridurti a mendicare.” Non tenete monete nelle vostre tasche per darle agli accattoni. Potrete avere qualche soddisfazione distribuendo qualche moneta ai mendicanti, ma in questo modo arrecherete anche disonore alla vostra madrepatria. Dovete tenere alto il prestigio e l’onore della vostra patria diventando un esemplare e meritevole figlio di Bhârat. Convincetevi di essere nati per tenere alto l’onore della vostra patria; in caso contrario, a che serve essere nati come suoi figli? Amor filiale Avrete udito i nostri studenti cantare l’episodio del Râmâya²a in cui si parla di Lava e Kuµa (i gemelli figli di Râma e Sîtâ) che, avendo visto la propria madre Sîtâ addolorata, fanno di tutto per consolarla. Essi le chiedono: “Ti preghiamo, madre, qual è la causa del tuo dolore? A che serve altrimenti la nostra vita se non siamo capaci di asciugare le tue lacrime? Non sottovalutarci solo perché siamo due fanciulli: in realtà siamo più forti del Signore Râma. Quindi non piangere, mamma! Se tu piangi, tutto il paese andrà in rovina. Come tuoi degni figli, non è forse nostro dovere alleviare il tuo dolore? Noi siamo pronti a fare tutto il necessario e a darti felicità anche a costo della nostra stessa vita.” Sfortunatamente, al giorno d’oggi, non troviamo più figli ideali come Lava e Kuµa. Oggi la gente è diventata debole di mente e manca completamente di spirito di sacrificio. Anche i cosiddetti grandi e i ricchi non rinunciano alla loro meschinità; infatti sono loro a indurre i propri concittadini a diventare dei mendicanti. Mother Sai marzo-aprile 2005

La triplice armonia Non si deve mai dire ‘no’ quando si tratta di aiutare gli altri. Una volta una persona ricca andò da un guru e gli chiese di darle la saggezza. Le sue tasche erano piene di rotoli di banconote. Appena si fu seduto, il guru mandò uno dei suoi discepoli da un bottegaio a chiedere cinque rupie. Poco dopo il ragazzo tornò dicendo che il negozio era chiuso. Il guru lo mandò allora in un’altra bottega, ma il discepolo tornò ancora a mani vuote. Questo si ripeté più volte, ma il ricco che osservava quanto stava accadendo non pensò di offrire le cinque rupie di tasca sua. Allora il guru lo rimproverò, dicendo: “Le tue tasche sono piene di banconote, eppure non hai avuto il buon animo di offrirmi cinque rupie quando ne avevo davvero bisogno. Come puoi aspettarti di diventare saggio se non hai alcuno spirito di sacrificio?” Immediatamente l’uomo tirò fuori le cinque rupie e le offrì al guru, ma questi non accettò la banconota dicendo che gli atti di carità vanno fatti con il cuore e non perché si è obbligati. Quando qualcuno bussa alla vostra porta chiedendo del cibo dovreste invitarlo con tutto il cuore a sedere nella vostra veranda, offrirgli un lauto pranzo e soddisfare la sua fame. Tutti hanno uguale diritto su tutto ciò che è disponibile in questo mondo. OGGI LA GENTE MANCA DI SPIRITO DI SACRIFICIO. TUTTI SONO ESPERTI A DARE LEZIONI SUL SACRIFICIO, MA NON SONO DISPOSTI A RINUNCIARE NEANCHE A UN CENTESIMO QUANDO SI TRATTA DI METTERE IN PRATICA CIÒ CHE ESSI PREDICANO. A CHE SERVE PREDICARE SE POI NON SI È PRONTI A TRASFORMARE IN AZIONE LA PROPRIA PREDICA?

Mânasyeka¼ vâcasyeka¼ karmanyeka¼ mahâtmanâ¼ Grandi anime sono coloro i cui pensieri, 31

Discorso 23-10-2004 parole e azioni sono in perfetta armonia. Non dovete prendere a prestito del denaro per aiutare gli altri, ma condividete con loro solo ciò che avete; ecco come dovete agire per sostenere l’onore e la dignità dei Bhâratîya. Oggi la reputazione del paese è a un basso livello perché molta gente trova conveniente fare il mendicante. IL NUMERO DEI MENDICANTI STA CRESCENDO PER COLPA DELLE PERSONE ISTRUITE. A CHE SERVE TUTTA QUESTA ISTRUZIONE? SERVE FORSE A PRODURRE MENDICANTI? Io non sono favorevo-

le a questo tipo di istruzione. Si possono ottenere diplomi e lauree, raggiungere posizioni di prestigio, accumulare ricchezze, fare carità e ricavarne buon nome e fama. Si può avere la forza fisica e godersi una vita lunga e sana. Si può essere grandi eruditi, studiare e predicare i Veda, ma nessuno può eguagliare un vero devoto del Signore. La gente manca di forza ed è diventata mentalmente debole perché manca la devozione per Dio e l’amore per la madrepatria: questo crea di conseguenza cattiva fama al paese. Voi sarete chiamati veri figli di Bhârat solo quando terrete alto l’onore e la dignità di Bhârat Mâtâ (Madre India). Potete essere molto istruiti, ma la vostra erudizione non ha alcun valore se non viene usata per proteggere l’onore del vostro paese. Se rileggete le biografie di nobili personaggi come Râmak©¹²a Paramaha¼sa, Vivekânanda e Rabindranath Tagore, (troverete che) tutti hanno esortato la gente ad abbandonare la ristrettezza di vedute. Dovete proclamare con orgoglio: “Io sono figlio di Bhârat.” Il ragazzo che ha parlato prima ha ricordato 32

queste cose. Se volete esser chiamati veri figli di Bhârat, dovete condurre una vita di sacrificio. Se ce ne fosse bisogno, dovete essere pronti a saltare il pasto per dar da mangiare agli affamati. L’abnegazione di Bharata Lo spirito di sacrificio dimostrato da Bharata nel Râmâya²a è senza pari: quando Râma andò nella foresta, Bharata avrebbe dovuto essere incoronato re e, invece, andò nella foresta a implorare Râma di tornare ad Ayodhyâ per salire al trono. Lak¹ma²a, che era nella foresta con Râma, vide da lontano Bharata arrivare col suo seguito e si infuriò pensando che Bharata venisse per dare battaglia a Râma. Arrabbiato, disse: “Madre Kaikeyî ci ha mandato nella foresta, e adesso suo figlio non vuole lasciarci in pace neanche qui; per questo sta venendo qui con le sue truppe. Se me lo permetti gli darò la lezione che merita.” Allo sfogo di Lak¹ma²a, Râma disse: “Lak¹ma²a, credo che tu abbia sviluppato un desiderio per il trono di Ayodhyâ. Meglio che tu vada ad Ayodhyâ e governi il regno. Io prenderò Bharata con Me nella foresta. Egli è una persona di carattere e il suo spirito di sacrificio non ha uguali. Tu hai mal compreso le sue nobili intenzioni.” Bharata arrivò e si gettò ai piedi di Râma. “Mio caro, come stanno i genitori?”-fu la prima domanda che Râma pose a Bharata. Egli non chiese solo di sua madre Kauµalyâ, ma si informò anche delle condizioni di Kaikeyî. Al nome di Kaikeyî, Bharata divenne furioso: “È a causa di quella donna crudele che sei obbligato a vivere nella foresta. Il solo udire quel nome mi riempie di disgusto. Ti prego, non nominarlo.” Râma gli pose la mano sulla spalla e lo tranquillizzò con queste parole: “Bharata, madre Kaikeyî è una nobile donna; è grazie a lei che il Mio Nome si copre Mother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 23-10-2004 di gloria e si diffonde in tutto il mondo. Non lasciarti ingannare e non parlare male di lei; il suo cuore è pieno di nobili intenzioni.” Dopo avere parlato a Bharata in questo modo, Râma andò direttamente da madre Kaikeyî, si gettò ai suoi piedi e disse: “Madre, grazie alle tue benedizioni io sto bene qui. Non preoccuparti per Me; lascia che Bharata sia incoronato re di Ayodhyâ e insegnagli l’arte del buon governo. Quando saranno passati quattordici anni tornerò ad Ayodhyâ e vi ritroverò tutti. È Mio preciso dovere mantenere la parola data da Mio padre. Non è sufficiente ascoltare gli ordini dei propri genitori: si deve aderire strettamente alle regole stabilite da chi governa e fare di tutto per il benessere e la felicità del prossimo. Solo così si può esser considerati cittadini ideali.” Saggezza e serenità di Râma Come abitanti della terra del regno di Râma, dobbiamo condurre la nostra vita seguendo il Suo modello. Le parole di Râma lasciarono un segno indelebile nella mente di Lak¹ma²a. Egli cadde ai piedi di Râma e si pentì del suo sfogo. Disse: “Fratello, quando ho visto in lontananza Bharata e il suo esercito mi sentivo ribollire di rabbia. Ora la mia mente è in pace avendo conosciuto la verità e ascoltato le Tue soavi parole.” Râma lo ammonì a non lasciarsi fuorviare dalle apparenze, ma di guardare con più profondità nelle cose e fare di tutto per sperimentare la beatitudine. Quando Bharata cominciò a implorare Râma perché tornasse ad Ayodhyâ, Egli lo abbracciò affettuosamente e disse: “Bharata, senza dubbio le tue intenzioni sono nobili, ma devi tenere presente le direttive di nostro padre e seguire i consigli di tua madre. Questo è il solo modo per compiacerMi. Condividi il tuo amore non solo con i parenti e gli amici, ma con tutti. Ricorda che Mother Sai marzo-aprile 2005

solo tyâga (il sacrificio) potrà alla fine darti bhoga (piacere).” Il Saggio Vaµi¹ºa pianse di gioia ascoltando le parole del Signore Râma. Egli disse: “Râma, Tu sei obbligato a vivere nella foresta senza aver commesso alcun errore, ma hai già scordato l’ingiustizia che Ti è stata fatta. Tu vedi negli altri solo il bene. Noi siamo veramente commossi della Tua magnanimità. Tuttavia Ti chiediamo di stabilire Râmarâjya (il regno di Râma) in Ayodhyâ e di dare con questo gioia a tutti.” Râma, sorridendo, rispose: “Adesso è Bharatarâjya (regno di Bharata), non Râmarâjya. D’ora in poi dovrà essere chiamata Bharatadeµa (terra di Bharata).” L’essenza dell’educazione È stato a causa di tali uomini nobili, capaci di ogni sacrificio, che Bhârat (l’India) ha progredito e raggiunto una prestigiosa posizione. Nessun altro paese può essere paragonato per dignità, onore e reputazione a Bhârat. La gente dell’antica Bhârat conduceva una vita di sacrificio per il benessere del paese. Non c’è sacrificio maggiore di quello fatto per la propria nazione. La grandezza non consiste nel realizzare grandi atti di carità spendendo milioni di rupie. I vostri pensieri, parole e azioni dovrebbero sempre essere soffusi d’Amore e dovete fare ogni sforzo per alleviare le sofferenze altrui. Amate tutti come amate voi stessi: questo è il vostro Dharma. Dharma non significa soltanto realizzare atti di carità: dovete riempire il vostro cuore di sentimenti di giustizia e allontanare l’egoismo e l’avarizia. ABBIATE SEMPRE PRESENTE IL BENESSERE DELLA SOCIETÀ E NON CONSIDERATE IL VOSTRO PROSSIMO COME “GLI ALTRI”. CONDIVIDETE IL VOSTRO AMORE CON TUTTI; VIVETE IN AMICIZIA E SVILUPPATE L’UNITÀ. Solo

attraverso l’Amore potrete conquistare il cuore degli altri e trasformarli. Dunque, in 33

Discorso 23-10-2004 questo momento c’è un grande bisogno di coltivare Amore e di condividerlo con gli altri. Sviluppate l’amore per Dio e la compassione verso chi è meno fortunato di voi. Questa è l’essenza dell’educazione. Servite i vostri genitori e rendeteli felici. A CHE SERVE DIVIDERE L’AMORE CON GLI ALTRI SE NON VI INTERESSANO LE SOFFERENZE DI VOSTRA MADRE A CASA? VOSTRO PRIMO DOVERE È AMARE I GENITORI E SERVIRLI: POI POTRETE CONDIVIDERE CON GLI ALTRI IL VOSTRO AMORE.

Questo è stato l’insegnamento del Signore Râma a Bharata. Egli gli disse: “Bharata, non c’è motivo di riempire di denaro le casse del tesoro. Per conquistare un buon nome e il cuore dei tuoi sudditi devi utilizzare il denaro per il benessere della gente.”

Tutto era già scritto Lak¹ma²a e ›atrughna erano i figli di madre Sumitrâ. Lak¹ma²a seguì Râma, mentre ›atrughna restò sempre con Bharata. Essi servirono i fratelli maggiori con grande amore e devozione; nei momenti di difficoltà rimasero accanto ai loro fratelli maggiori dando loro buoni consigli e aiutandoli in ogni circostanza. Per questo motivo erano nati da Sumitrâ. Tutto questo faceva parte del grande Piano divino. Râma esortò Bharata ad abbandonare ogni odio verso sua madre e ad amarla con tutto il cuore. Egli gli spiegò che tutto era già stato scritto e che a lei non doveva essere attribuita alcuna colpa. Poiché Râma non volle cambiare idea e non volle fare ritorno ad Ayodhyâ, Bharata Lo pregò di dargli almeno i Suoi pâduka (sandali) perché fossero incoronati come Suo simbolo. La “buona amica” di tutti Il nome di Sumitrâ non trova un posto adeguato nella storia del Râmâya²a. Ella fu un esempio di virtù e, fedele al suo nome, 34

fu sempre buona amica (su-mitra) di tutti. Il sacrificio fatto da Sumitrâ fu ben più grande se paragonato a quello di Kauµalyâ. Alcune delle virtù di Sumitrâ non avevano riscontro né in Kauµalyâ né in Kaikeyî. Prima di partire per la foresta, Râma chiese la benedizione di Kauµalyâ. Poi andò alla residenza di Sumitrâ, si prostrò davanti a lei e disse: “Madre, sono molto felice di poter obbedire agli ordini di Mio padre e andare nella foresta, ma sono molto triste di lasciarti. Ti prego di darMi tutto il tuo amore e la tua benedizione: non chiedo nient’altro.” Così dicendo la salutò calorosamente più volte, prese congedo e partì per la foresta. Tra le tre regine, Sumitrâ era la più nobile. Perfino i Saggi Vaµi¹ºa e Viµvâmitra esaltarono le sue nobili qualità. Dobbiamo accettare la grandezza degli altri e non cadere nell’autoglorificazione. Al fine di rendere omaggio alla grandezza degli altri, dobbiamo talvolta essere più modesti e restare nell’ombra. Spicchi della stessa arancia Studenti! Non disprezzate mai gli altri; sviluppate ampiezza di vedute, trattate tutti con rispetto e considerateli come vostri fratelli. Se si presenta a voi una persona affamata, accoglietela a braccia aperte e offritele un lauto pasto. Non considerate mai nessuno come un mendicante o un povero. Essendo nati in questa sacra terra di Bhârat, non si può essere mendicanti o poveri: tutti sono ricchi. Se considerate qualcuno come un mendicante, è solo un difetto dei vostri sentimenti che si riflette al di fuori di voi. Quando il Signore Râma sollevò l’arco di ›iva, la gioia di Sîtâ non conobbe limiti: le sue preghiere erano state esaudite. Râma, essendo l’incarnazione dell’Amore e della Giustizia, aveva il potere di sollevare non un solo arco di ›iva, ma dieci di tali archi. Mother Sai marzo-aprile 2005

Discorso 23-10-2004 Tra i quattro fratelli, Râma, Lak¹ma²a, Bharata, ›atrughna e le loro consorti, esistevano armonia e unità; erano come le diverse parti di una stessa arancia. Un giorno Sumitrâ ne sbucciò una; ad ogni spicchio che staccava diceva: “Questo è Râma, questo è Lak¹ma²a…” Ella pensava che ogni parte del frutto rappresentasse i quattro fratelli e le loro mogli; fu molto felice di avere nuore tanto virtuose come Sîtâ, Ûrmilâ, Mândavi e ›rutakîrti. Le nuore servirono le proprie suocere con il massimo amore e con ogni cura. I quattro fratelli e le loro mogli avevano un’unica mente: per questo la fama di Re Râma si diffuse in lungo e in largo. Essendo nati nella sacra terra di Bhârat, dovete vivere come un vero Bhâratîya. Il vostro cuore deve sempre essere pieno di dolcezza. Non evitate coloro che cercano il vostro aiuto; al contrario, fatene tante occasioni per servire gli altri. Questo spirito di sacrificio soltanto può conferirvi vera felicità. Oggi si celebra la sacra festa di Vijayâdaµamî e la gente compie vari riti durante i nove giorni di Navarâtrî. Dobbiamo sperare e pregare che ogni giorno della nostra vita sia sacro come questi nove giorni. Muoviamoci insieme, cresciamo insieme, stiamo uniti e condividiamo la nostra conoscenza.

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Viviamo insieme con amicizia e senza contrasti. Vivete in Unità, facendo buon uso della vostra intelligenza e dando gioia ai vostri genitori; se vivrete in questo modo, ogni giorno sarà festa, varrà la pena di celebrarlo e l’intero mondo ne gioirà. Vorrei che metteste in pratica tutto ciò che avete visto e ascoltato in questi nove giorni. SIATE SEMPRE ALLEGRI, NON FATE MAI LA FACCIA LUNGA COME SE FOSTE DISPERATI. IO SONO FELICE DI VEDERE CHE I NOSTRI RAGAZZI NON HANNO MAI IL MUSO E SONO SEMPRE ALLEGRI.

Da oggi in poi scordate le differenze, condividete il vostro amore con tutti e servite tutti. (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan “Râma Râma Râma Sîtâ…” Praµânti Nilayam, 23 ottobre 2004, Sai Kulwant Hall Festività di Dasara Giornata di Vijayâdaµamî (Tradotto dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

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È la formula tradizionale di chi, in India, chiede l’elemosina.

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Domande & Risposte

D.: Qual è la soluzione al crescente conflitto tra ‘ricchezza e potere’ da una parte, Continua... e ‘povertà e debolezza’ dall’altra? R.: Una loro trasformazione in una singola fratellanza che cooperi in termini di uguaglianza, senza competizione né conflitti. Questo può essere raggiunto solo con la Verità e con l’Amore. Il punto più importante è la fusione delle due classi in una sola. Tuttavia il problema sorge quando si intende unirle assieme su basi e piattaforme comuni. Attualmente le persone agiate sono isolate. I poveri, a loro volta, sono isolati nella loro condizione. Come avvicinarli? Io lo faccio in un modo molto delicato, rompendo le barriere di ricchezza e povertà, creando un senso di unità e di uguaglianza tra ricchi e poveri. In questo âµram (comunità spirituale) li potrai veder vivere e lavorare insieme, facendo servizio in un clima di completa uguaglianza. Qui non si fanno distinzioni, non esistono favori speciali per i ricchi. Vivono tutti in una comunità di lavoro dividendo le austerità dell’âµram. Malgrado la rigorosa disciplina, industriali e commercianti vogliono venire qui. Perché? Perché qui possono assaporare quella pace della mente che è al di là di ogni comodità fisica e che nessuna ricchezza o potere terreno potranno mai dare. Così si apre davanti a loro un mondo di ricchezza spirituale nuovo e meraviglioso, per il cui accesso essi devono sacrificare desideri e agi materiali. La Mia missione è quella di indicar loro la via verso quella pace della mente che ognuno, povero o ricco che sia, desidera ottenere. In questo processo di evoluzione spirituale, il ricercatore capisce che questo stato di beatitudine non può essere acquistato con i soldi in un negozio, né può tantomeno pervenirgli in dono da altri, ma deve essere trovato da lui stesso. Questo stato nasce, esattamente allo stesso modo sia nel ricco sia nel povero, dalla sorgente universale della Divinità, dal Dio interiore. Questo concetto dà origine a una comunione, a una fratellanza, per quanto concerne il dare e l’avere, tra il ricco e il povero. Coloro che possiedono troppo devono rinunciare alle loro inutili esigenze, in modo che chi ha poco possa avere il minimo necessario. Dal punto di vista spirituale tutta l’umanità appartiene a una sola classe, a un’unica casta e a un’unica religione. Il Principio Divino in ognuno ha origine dall’unico e stesso Dio. Questa unità fondamentale deve essere indicata agli uomini attraverso il contatto diretto con le realtà spirituali e con il potere espansivo e persuasivo dell’Amore, fino a che essi non aderiscano alla religione universale del lavoro, dell’adorazione e della saggezza. D.: Di sicuro questo Tuo Vangelo sarà ben accettato dai poveri, dato che non hanno nulla da perdere, anzi, hanno tutto da guadagnare da questa filosofia. Ma che cosa diranno i ricchi, che dovranno rinunciare a tutto per seguirla? R.: Questo è il punto cruciale del problema. I ricchi, se vorranno essere degni della Mia grazia, dovranno semplicemente rinunciare, arrendersi e sottomettere i loro falsi valori. Finché la gente continuerà a essere schiava delle definizioni materialistiche di ricchezza e povertà non si potrà mai arrivare a una soluzione. Perciò Io cerco di far convergere le loro menti e i loro cuori verso i valori e le verità spirituali. Dopo tutto, chi è ricco? Chi ha il maggior numero di desideri, con i problemi e le preoccupazioni che ne conseguono, 36

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oppure chi è soddisfatto delle semplici necessità della vita e quindi è più o meno senza desideri e, di conseguenza, più felice? Dal punto di vista della felicità, il povero è spiritualmente ricco, mentre il ricco è spiritualmente povero. Non è la soddisfazione materiale, ma la soddisfazione spirituale che rende la vita degna di essere vissuta. Come dicevo prima, una vita senza desideri conduce l’uomo verso il Divino. Chi cerca la Mia grazia deve ridurre desideri e avidità. Le ricchezze sono una forte tentazione. Esse sono la fonte e la causa della schiavitù umana. Il desiderio di elevare il proprio tenore di vita non potrà mai essere soddisfatto. Questo porta alla moltiplicazione dei desideri e di conseguenza a problemi e frustrazioni. La soluzione sta nel valorizzare la qualità del tenore di vita con pensieri elevati e un’esistenza serena. La mente è il cavallo e il corpo è il carro: per raggiungere la pace della mente si deve mettere il cavallo dei pensieri elevati di fronte al carro del benessere fisico. D.: Questa è una filosofia nobile, ma come metterla in pratica? R.: Sia i ricchi sia i poveri vengono da Sai Baba per cercare l’Amore, la Pace e la liberazione dai problemi e dalle preoccupazioni da cui sono assillati. La cura che prescrivo loro è l’eliminazione assoluta dell’egoismo e dei desideri. Per i poveri questo stato è una condizione normale e naturale. Così il Mio amore fluisce verso di loro per abbracciare la loro devozione. In questo modo essi ottengono la Mia grazia. Per il ricco è un’altra cosa. I ricchi non potranno mai ottenere la Mia grazia fino a quando non abbandoneranno la loro visione materialistica e il loro attaccamento egoistico. Per essi è obbligatorio rinunciare all’avidità materiale per ottenere in cambio la grazia spirituale. Io ripeto loro: “L’ego vive nel prendere e dimenticare, l’Amore vive nel dare e perdonare!” In questo modo Io cambio la loro attitudine mentale. Trasformo le loro menti di scimmia in menti amabili, generose e compassionevoli. D.: Baba, che cosa intendi con “mente di scimmia”? R.: Questa espressione si basa sul metodo usato dai contadini per intrappolare e sgominare le scimmie. Quando un contadino vuole catturare una scimmia usa come trappola un grande vaso di terracotta con l’imboccatura stretta. Nel vaso egli depone il cibo per attirare la scimmia. La scimmia trova il vaso, infila la mano nell’imboccatura e afferra tutto quello che può. Così la mano che trattiene il cibo non passa più dall’imboccatura e la scimmia rimane intrappolata. La scimmia crede che all’interno del vaso ci sia qualcuno che la tiene stretta per mano, così si dibatte e si dispera, cercando di scappare col vaso, per finire fra le braccia dei furbi contadini. Non c’era nessuno a tenere la scimmia, era la sua stessa avidità a tenerla intrappolata. Per riacquistare la libertà avrebbe soltanto dovuto lasciare quello che stringeva in mano. Allo stesso modo Io faccio notare alle persone ricche come l’uomo sia tentato dalla ricchezza, dal piacere e dai desideri di questo mondo. Quando si perde in questi attaccamenti, soffrendo le conseguenze della propria avidità, l’uomo pensa che ci sia qualcosa che lo intrappola, lo cattura e lo distrugge. Non comprende che è egli stesso il responsabile della propria schiavitù. Quando sarà in grado di rinunciare alle ricchezze materiali e ai desideri, sarà di nuovo libero. Io faccio in modo che gli uomini si rendano conto che la schiavitù è relativa alla loro mente di scimmia, e possano liberare se stessi.

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Discorso 21-10-2004

Buone abitudini per conquistare il rispetto della società “Alcune persone rimangono sveglie tutta la notte di ›ivarâtrî a giocare a carte: può mai questa definirsi veglia? Se ci si astiene dal cibo a seguito di una lite con la propria moglie, si sta forse facendo un digiuno? Il pescatore sta intensamente in osservazione al fine di catturare il pesce nella rete: può mai questa chiamarsi meditazione?” Incarnazioni dell’Amore! Durante la sacra notte di ›ivarâtrî, molta gente gioca a carte tutta la notte con l’intento di star sveglia. Una volta chiesi a un militare: “Come hai trascorso il tuo tempo la scorsa notte?” Egli si alzò immediatamente in piedi e disse: “Swami! L’ho trascorso molto felicemente.” Gli chiesi allora che genere di felicità avesse provato ed egli rispose: “Ieri era ›ivarâtrî; ho giocato a carte tutta la notte, mi sono divertito molto e non ho chiuso occhio neppure per un istante.” Gli chiesi ancora: “Come puoi trarre frutto da ›ivarâtrî passando il tempo a giocare a carte per tutta la notte?” L’ufficiale Mi dette una splendida risposta: “Dato che ero occupato a giocare a carte, per tutta la notte sono stato libero dalle preoccupazioni. Mi è sembrato di aver trascorso la scorsa notte felicemente.” Il paradiso degli sciocchi Avrete avuto l’occasione di osservare dei pescatori che stendono le loro reti nello

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stagno e attendono concentratissimi sperando che qualche pesce cada nelle reti. Il loro sguardo intenso può forse essere definito “concentrazione”? Può condurre alla Mukti (la Liberazione)? LA COMPRENSIONE CHE OGGI L’UOMO HA DELLA CONCENTRAZIONE E DELLA MEDITAZIONE PUÒ ESSER PARAGONATA ALLO SFORZO UNIDIREZIONALE DEL PESCATORE CHE CERCA DI CATTURARE UN PESCE. Un altro esempio: una persona è pesantemente ubriaca e perde la coscienza corporea; potete definire questo stato Tanmayatva (totale identificazione con il Divino)? Un altro esempio ancora: una persona litiga con la moglie e si rifiuta di mangiare; potete dire che ha fatto un digiuno rituale? Alcune persone ricorrono a questi sistemi per raggiungere la totale identificazione con il Divino e per trovare la concentrazione; esse vivono nel paradiso degli sciocchi. Si può ben immaginare fino a che punto l’uomo sia degenerato dandosi alle cattive abitudini e alle deviazioni! Avete mai analizza-

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Discorso 21-10-2004 to la natura del corpo umano? Esso consiste di sudore, escrezioni, cattivi odori, carne e sangue; è soggetto a decadere e infine a morire. OGNI SECONDO CHE PASSA, NEL CORPO VENGONO GENERATI MATERIALI DI RIFIUTO E CATTIVI ODORI. CHE COSA C’È DA ESSERE ORGOGLIOSI DI UN CORPO COSÌ DECADENTE? SI DEVE REALIZZARE LA VERA NATURA DI UN CORPO TANTO EVANESCENTE E FARNE L’USO MIGLIORE. Sapete perché Dio ci ha dato un corpo umano? Forse affinché indulgiamo in azioni malvagie o sprechiamo una vita preziosa? No, no. Il corpo è stato dato all’uomo affinché egli si sforzi di ottenere la Divinità e non perché ne faccia un cattivo uso. Dovete essere voi stessi a capire i sacri scopi per cui dovete usarlo. Dal momento in cui ci si alza al mattino finché non si va a letto la sera, il tempo dell’uomo viene usato per azioni mondane. L’uomo non ha il tempo di pensare a Dio neppure prima di andare a letto.

Mia Persona fisica, ma vi rivelerò alcuni aspetti della Mia routine giornaliera sperando che vi servano da linee guida: Mi sveglio quattro volte durante la notte. In genere Mi alzo dal letto a mezzanotte, Mi lavo i denti e Mi pulisco accuratamente anche la lingua e la bocca. Ripeto il processo all’una e mezza, alle tre e poi alle quattro e mezza del mattino. I ragazzi che dormono in camera Mia, per assisterMi nelle Mie necessità durante la notte, è possibile che trovino quest’abitudine un po’ sconveniente, dato che disturba il loro sonno, ma Io Mi attengo strettamente a questa routine per far sì che la Mia lingua, la Mia bocca e i Miei denti siano sempre puliti. Sto bene solo quando ho la lingua e la bocca pulite. Una lingua pulita aiuta a mantenere la purezza nel corpo e nella mente. MI AVRETE OSSERVATO PARLARE A MOLTA GENTE OGNI GIORNO: CON COLORO CHE MANTENGONO PULITA LA LINGUA, E LA CUI BOCCA NON EMETTE UN CATTIVO ODORE, PARLO ANCHE PER VENTI MINUTI, IN-

Il sacro strumento Il corpo umano è uno strumento sacro dato da Dio e deve essere santificato contemplando Dio almeno una o due volte al giorno. CHE GENERE DI ATTIVITÀ DEVONO ESSERE INTRAPRESE DALL’UOMO PER TRARNE FELICITÀ E GIOIA? LA RISPOSTA PIÙ APPROPRIATA A QUESTA DOMANDA DEVE ESSERE CHE I SUOI SENSI DEVONO ESSERE IMPEGNATI NELLA COSTANTE CONTEMPLAZIONE DI

DIO. GLI

OCCHI DEVONO SEMPRE VEDERE COSE BUONE, LE ORECCHIE ESSERE USATE PER ASCOLTARE COSE POSITIVE, LA LINGUA PER PRONUNCIARE SEMPRE PAROLE DOLCI E NOBILI, E CANTARE IL NOME DI DIO. OGNI PARTE DEL CORPO DEVE DUNQUE ESSERE USATA IN MODO APPROPRIATO ED ESSERE SANTIFICATA.

Purezza del corpo e della mente Cari studenti! Normalmente non Mi piace parlare della

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VECE DEI SOLITI DIECI. CON LE PERSONE CHE HANNO CATTIVO ODORE, INVECE, NON PARLO NEPPURE PER DUE MINUTI.

Mentre dormiamo si generano dei batteri che si attaccano alla lingua e ai denti e in ogni parte della bocca. Essi devono essere rimossi con un’appropriata spazzolatura dei denti e un’approfondita pulizia della lingua e della bocca. Solo così possiamo essere sani e felici. A parte la pulizia fisica, la nostra lingua deve essere utilizzata soltanto per esprimere parole sacre e pure. Seguendo questo principio, Io uso appropriatamente la lingua impegnandoMi solo in attività sacre. Esco di camera solo dopo aver pulito il Mio Corpo perfettamente. A questo punto un ragazzo che si occupa della cucina Mi porta il ragi gruel; Io lo mangio e Mi sento molto felice e pieno di energia. A parte il ragi gruel, non prendo nient’altro per tutta la mattina. Non faccio colazione. Dopo aver

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Discorso 21-10-2004 mangiato il gruel Mi pulisco nuovamente la bocca, poi bevo un po’ d’acqua fresca e scendo. Molta gente si chiede che cosa mangio a colazione: niente, non Mi piacciono gli spuntini! Tutto ciò che Mi piace prendere è un bicchiere d’acqua fresca. Poi trascorro felicemente un po’ di tempo con i devoti, do il darµan, parlo con alcune persone, e concedo anche le “interview” a persone selezionate. SONO SEMPRE PURO NEL CORPO E NELLA MENTE: LE MIE PAROLE SONO PURE , I MIEI PENSIERI SONO PURI E LE MIE AZIONI SONO PURE E SACRE. Un aspetto importante che deve essere tenuto a mente dalla gente che viene chiamata per l’interview è che quando entro nella stanza delle interview, con un Corpo così puro e sacro, noto che alcuni che sono seduti nei gruppi sono dipendenti dal vizio del fumo. VI PREGO DI PRENDER NOTA DEL FATTO CHE IO NON PERMETTO ALLA GENTE DI FUMARE. DISAPPROVO FORTEMENTE IL VIZIO DEL FUMO, E CHIEDO IMMEDIATAMENTE A QUESTE PERSONE DI USCIRE FUORI. La moglie di un fumatore può supplicarMi: “Swami! È mio marito. Se lo mandi via, che cosa ho da presentarTi?” Io replico fermamente: “Che si tratti di tuo marito, di tuo figlio o di chiunque altro, nella Mia stanza non si deve entrare con un cattivo odore e con l’odore di sigaretta; digli di uscire, di lavarsi la bocca e di tornare. Poi parlerò con lui.” Queste persone escono immediatamente, si lavano e poi, dopo dieci minuti, ritornano. A questo punto posso parlare con loro tranquillamente. MOLTA GENTE CERCA DI NASCONDERE IL CATTIVO ODORE CHE EMANA DAL PROPRIO CORPO USANDO DEL PROFUMO.

Essere semplici e genuini C’è una storiella nei Purâ²a che è molto significativa a questo proposito. La Dea Pârvatî fece grandi penitenze, spe-

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rando di sposare il Signore εvara. Ella provò ogni sorta di metodi per sedurLo, per esempio indossando dei bei vestiti, mettendosi del profumo ecc., ma Egli non cedette ai Suoi desideri. Allora Pârvatî, per accattivarsi εvara, chiese aiuto a Manmatha (Cupido). Anche allora, Egli non si mosse d’un centimetro; al contrario, prese Manmatha e lo mandò ad aiutare Pârvatî. Immediatamente Ella capì il Suo errore e riacquistò il Proprio equilibrio; meditò sulla Forma divina del Signore εvara, che è eterno, immacolato, illuminato, liberato e incarnazione della purezza, e tornò al Suo modo di essere: normale, naturale e pura. εvara, allora, volse la Sua visione verso di Lei e La accettò. Si sposarono, in un giorno fausto, con il consenso dei genitori di Lei. Mens sana in corpore sano Un essere umano deve essere sempre naturale e puro: non deve essere artificiale, indossando vestiti vistosi e usando colori o profumi. Questi ultimi a volte possono essere necessari, entro certi limiti. Ma come si possono usare profumi se il corpo è pieno di cattivi odori? IL MIO CORPO EMANA SEMPRE UNO SPLENDORE NATURALE E UN PROFUMO DIVINO PERCHÉ IO NON HO MAI CATTIVI PENSIERI. “MENTE SANA IN UN CORPO SANO” È IL PRINCIPIO CHE IO SEGUO. PER INSEGNARE AGLI ALTRI QUESTE BUONE ABITUDINI MANTENGO SEMPRE IL CORPO E LA MENTE IN UNA CONDIZIONE PURA E IMMACOLATA. A volte sveglio a mezzanotte il ragazzo che dorme nella Mia stanza e poi lo sveglio nuovamente all’una. Questo può dare ai ragazzi un po’ di fastidio. Sì, essi possono provare un po’ di fastidio in quel momento particolare, ma lo dimenticano subito e attendono alle necessità di Swami. Il corpo deve essere sempre mantenuto in una condizione di pulizia e benessere perché è uno strumento sacro

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Discorso 21-10-2004 fornitoci da Dio. Dato che Io do la massima importanza alla pulizia del corpo, anche gli altri dovrebbero emularMi. Seguendo le Mie buone abitudini e progredendo assieme a Me, la gente otterrà il rispetto della società. Provvidenziale autoprotezione Mârka²¬eya era un grande devoto del Signore εvara, ma era destinato a vivere solo sedici anni. Come ogni altro ragazzo della sua età, trascorreva molto tempo giocando. Inconsapevole della sua morte imminente, era molto felice in compagnia degli altri ragazzi. Quando i suoi genitori si resero conto che a breve avrebbe completato il suo sedicesimo anno d’età, si sentirono molto tristi per il fatto che egli si stava avvicinando alla fine. Erano immersi nel dolore, e cominciarono a piangere. Mârka²¬eya chiese loro: “Perché piangete?” Essi capirono che non potevano più tacere l’informazione al ragazzo e risposero: “Figlio, la nostra relazione con il tuo corpo fisico finisce oggi. Il Signore εvara ti ha concesso una breve vita di sedici anni che oggi è arrivata alla fine.” Mârka²¬eya rimase davvero molto amareggiato da questa confessione perché fino allora aveva trascorso quasi tutto il tempo giocando in compagnia degli altri ragazzi. Avendo capito che gli rimanevano ancora solo pochi minuti di vita, fece un bagno e si recò al tempio di εvara. Là iniziò a ripetere il divino Nome di εvara con toni sinceri. Intanto sopraggiunse l’aurora. εvara e Pârvatî stavano discutendo fra di Loro sull’imminente morte di Mârka²¬eya; Pârvatî chiese a εvara: “Swami! La vita di Mârka²¬eya è quasi arrivata alla fine. Perché non rimandarne la morte e salvargli la vita? I suoi genitori sono prostrati dal grande dolore.” εvara allora consigliò che Pârvatî entrasse in sce-

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na e recitasse il Proprio ruolo al fine di prolungare la vita del ragazzo. Ella, allora, lo sollevò e lo fece sedere sulle Proprie ginocchia. Mârka²¬eya ebbe la fortuna di sedersi sulle ginocchia della Madre Divina, cosa che gli fece guadagnare la grazia del Signore εvara. Egli arrivò e lo benedisse, facendolo diventare un ciranjîvi (immortale). Così, il ragazzo si guadagnò la grazia sia della Madre sia del Padre Divini. Intanto, i genitori di Mârka²¬eya arrivarono, e videro che cosa era successo al loro figlio; nel trovarlo sano e vegeto, la loro gioia non conobbe limiti. Essi espressero in questo modo la loro felicità: “Figlio, è solo per merito della tua devozione e del tuo completo abbandono al Signore εvara che hai potuto superare la morte e guadagnarti la grazia divina diventando un ciranjîvi. ‘Tu’ hai protetto te stesso; noi non potevamo far niente a questo riguardo.” Perché il Signore dia tutto Se Stesso al devoto Dio non ha bisogno di ricevere niente dal devoto eccetto la devozione e il completo abbandono. Egli si aspetta dal devoto un corpo sacro, delle parole sacre, una sacra visione e un’attività disinteressata. Quando un devoto offre queste cose, Dio dà Se Stesso a quel devoto. Le azioni del corpo e della mente di un devoto devono essere sempre pure, affinché Dio venga attratto da lui. Non è con le varie forme di adorazione o altri rituali che si può ottenere la grazia di Dio. Persino una madre si aspetta che il figlio coltivi un cuore puro. Per ricordare all’uomo la futilità di lottare solo per riempirsi la pancia, Io recito frequentemente questa poesia:

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Discorso 21-10-2004 “Uomo! Tu lotti strenuamente per riempirti la pancia, acquisisci molte forme di conoscenza in vari campi. Esaminati, e indaga dentro te stesso, per renderti conto di quale grande felicità hai acquisito trascorrendo tutto il tuo tempo, dall’alba al tramonto, a incamerare la conoscenza mondana e ad accumulare ricchezze dimenticando Dio.” IO

SANTIFICO SEMPRE IL

M IO

TEMPO

IMPEGNANDOMI IN ATTIVITÀ CHE APPORTANO BENEFICIO ALLA SOCIETÀ. FIN DALLA MIA INFANZIA HO COLTIVATO ABITUDINI SPARTANE E HO SEGUITO UNO STRETTO REGIME.

Questo ve l’ho già espresso in un’altra poesia, in una precedente occasione, in questo modo: “Alzatevi presto al mattino, al cantar del gallo, fate un bagno dopo le vostre abluzioni mattutine, mettetevi un abito appropriato, mangiate in modo giusto e moderato, andate a scuola e studiate diligentemente, guadagnatevi una buona reputazione, non uscite quando piove, non avvicinatevi mai ai fossi, partecipate alle gare, correte e giocate. Se vi atterrete a tutte queste regole avrete sia la salute sia la ricchezza.” Episodi di vita divina Ai Miei tempi la gente non era abituata a nutrirsi di “merendine”. Il riso bollito veniva messo a bagno nel “buttermilk” la notte precedente e, il mattino, veniva mangiato con un po’ di sale. Molti ragazzi tengono le scrivanie in disordi-

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ne, con i libri sparsi qua e là. Questo fa sì che i libri siano sgualciti e sporchi. Io tenevo sempre i Miei libri ordinati e puliti. Tutto ciò di cui vi parlo oggi si basa solo sulle Mie esperienze personali. Ai Miei tempi i ragazzi che potevano permettersi dei libri nuovi, quando venivano promossi alle classi successive, erano pochissimi. Ogni quattro o cinque anni, i libri di testo venivano cambiati. Io tenevo i Miei libri molto bene, ragion per cui alcuni ragazzi delle classi inferiori alla Mia, quando venivano promossi, li prendevano. Un anno in particolare, un ragazzo povero Mi si avvicinò e Mi chiese i Miei libri. Gli dissi di tornare dopo aver fatto un bagno nel fiume Citrâvatî. Lui obbedì. Allora gli mostrai i Miei libri. A quei tempi c’era un programma di studio ampio, anche nelle classi inferiori, che comprendeva storia, geografia, educazione civica ecc. Nel vedere i Miei libri, il ragazzo commentò: “Râju! Sembra che Tu non abbia mai neppure toccato i Tuoi libri, neanche una volta! Sembrano nuovi di zecca.” Il costo dei Miei libri ammontava a dodici rupie, ma il povero ragazzo non poteva pagare così tanto. Allora gli dissi: “Mio caro! Sono stato selezionato dall’insegnante per il campo scout di quest’anno. Devo trovare un vestito color cachi e delle scarpe. Inoltre, ci sono anche delle altre spese da affrontare e Io non ho i soldi per comprare quelle cose, né voglio chiederli ai Miei genitori. Quel che Mi serve al momento sono cinque rupie. Perciò, dammele e prenditi i libri.” Il ragazzo fu molto felice. Pagò subito tutta la somma, ma, a quei tempi, le banconote erano molto rare, per cui aveva portato la cifra in monetine avvolte in un pezzo di stoffa. La stoffa era vecchia e le monete erano così pesanti che era difficile trasportarle. Così caddero, e si sparsero dappertutto, facendo un gran rumore. Udendolo, arrivò subito la padrona di casa e Mi chiese: “Dove

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Discorso 21-10-2004 hai preso tutti questi soldi? Li hai rubati dalla mia cassapanca?” e, così dicendo, Mi schiaffeggiò. Il ragazzo povero, che era in piedi lì davanti a Me, le spiegò: “Madre! Ho dato io i soldi a Râju perché ho comprato i Suoi libri!” Ma lei non gli credette e si prese tutti i soldi. Il giorno seguente tutti i Miei compagni di classe andarono a Cuddapah per partecipare al campo scout. Io studiavo a Kamalapuram quando accadde quest’episodio. Dissi al Mio insegnante che sarei partito il mattino seguente e avrei raggiunto il gruppo laggiù. Di buon mattino, Mi misi in viaggio a piedi. Camminai a lungo e, prima che potessi raggiungere i Miei compagni, essi erano già andati a far colazione. In quanto a Me, non avevo neppure un paisa (monetina indiana – N.d.T.) in tasca. Che cosa potevo mangiare per colazione? Pensai che avrei fatto senza. Evitai di proposito i Miei compagni di classe, per timore che potessero chiederMi se avevo fatto colazione. Essi Mi stavano cercando. In quei paraggi, c’era una cisterna in muratura in cui veniva raccolta dell’acqua per lavare mucche e bufali. Avendo camminato senza interruzione, ero stanco, avevo fame e sete, ma non potevo farci niente. Mi lavai il viso con quell’acqua sporca e ne bevvi un po’. Poi notai che, proprio sulla cisterna, qualcuno aveva dimenticato un pacchetto di bîdi (sigarette) e una moneta da un anna. Chiaramente i bîdi non Mi servivano; perciò li gettai via. Presi la moneta e la cambiai in quattro monete più piccole (bottu o kani). A quei tempi quattro bottu equivalevano a un anna. Mentre tornavo, notai una persona che giocava a carte seduta sul fianco della strada. Le carte erano sparse su un pezzo di stoffa, ed egli invitava i passanti a scommettere su una carta particolare, offrendo di raddoppiare la somma a chi vinceva. Non c’era dubbio, era una sorta di

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gioco d’azzardo, dal quale consiglio a chiunque di tenersi alla larga, ma non sapevo assolutamente che fare; perciò misi una moneta su diverse carte. Ogni volta vincevo la scommessa e prendevo il doppio della somma investita. Giocai fino ad arrivare a sedici anna, cioè una rupia. Poi misi fine al gioco e tornai con i soldi guadagnati. Dato che avevo fame, Mi comprai tre dosa, spendendo un bottu. A quel tempo un dosa si comprava con un dammidi (un terzo di un bottu). Perciò, mangiando dosa, ce la feci con due bottu al giorno. Esplicai i Miei doveri di scout assieme ai Miei amici. Durante la notte tenevo il mucchietto di monete sotto la testa e dormivo per terra, sulla sabbia. Dato che ero molto stanco, Mi perdevo in un sonno senza sogni, ma intanto qualcuno aveva notato il mucchietto di soldi sotto la Mia testa e Me lo prese mentre ero girato dall’altra parte. Il giorno successivo, quando Mi svegliai, Mi resi conto che il pezzo di stoffa annodato Mi era stato rubato. Non avevo soldi, neppure per comprarMi un dosa. I Miei compagni erano molto tristi per la Mia situazione: stavano infatti piangendo, e cercarono di convincerMi a mangiarne almeno uno, che essi avrebbero comprato per Me, ma Io rifiutai con fermezza. Dissi di non aver fame perché non Mi piaceva avvalerMi dell’aiuto altrui. In particolar modo non desideravo toccare il denaro degli altri. Così, lasciai quel posto. Durante la Mia infanzia accadde un altro episodio. Una volta avevo la mano gonfia e questo Mi procurava un gran dolore. Non lo dissi a nessuno e Me la fasciai da solo con un panno bagnato. Il giorno seguente morì il figlio di Seshama Râju (fratello maggiore di Swami – N.d.T.). Questi mandò un telegramma a Venkama Râju (padre di Swami – N.d.T.) ed egli accorse immediatamente per incontrarlo. G©ham Abbâyî (Venkama Râju) partì da Puttaparthi, rag-

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Discorso 21-10-2004 giunse Bukkapatnam e di là continuò per Kamalapuram. QUANDO ARRIVÒ A CASA DI SESHAMA RÂJU, TUTTA LA FAMIGLIA ERA PROSTRATA DAL DOLORE PER LA MORTE DEL FIGLIO. ANCH’IO DOVEVO FAR FINTA DI ESSERE ADDOLORATO, SEBBENE IO SIA AL DI LÀ DEL DOLORE E DELLA GIOIA. G©ham Abbâyî Mi fece delle domande; Mi chiese perché avessi la benda attorno all’avambraccio. Cercai di spiegare con molta noncuranza che non era successo niente, che avevo un lieve dolore all’articolazione e che quindi Mi ero fasciato il braccio. C’era una signora, che abitava nella casa accanto, che apparteneva alla comunità Vysya e che si guadagnava da vivere preparando dosa e rivendendoli. Cercò di parlare con G©ham Abbâyî, dicendo: “Senti un po’, Venkama Râju! So che siete abbastanza benestanti da poter dare un’istruzione a Râju nel vostro paese. Perché dovete farGli passare tanti guai lasciandoLo alle cure di un fratello maggiore, così distante da casa ? Non sapete quanto vostro figlio stia soffrendo qui! Deve attingere l’acqua da un posto lontano trasportando due grossi recipienti sulle spalle con l’aiuto di un bastone, tutti i giorni.” Raccontò così molti episodi in cui avevo dovuto sostenere degli sforzi fisici e soffrire. Nel venire a conoscenza della Mia situazione, G©ham Abbâyî si commosse profondamente e subito Mi chiamò e Mi disse: “Figlio mio caro! Preparati immediatamente e parti con me. Torniamo a Puttaparthi.” Tutti i membri della famiglia Mi amavano. Perciò egli si lamentò: “Fino ad oggi io non Ti ho mai picchiato. Stai soffrendo molto qui.” Io cercai di consolarlo, dicendo: “No, no. Quel che dice questa gente non è vero. Nessuno Mi mette nei guai! Se vengo via adesso, non ci sarà nessuno ad aiutarli nelle faccende domestiche. Non è giusto che tu Mi porti via da qui proprio adesso. Vai, e Io ti seguirò più tardi, al

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momento giusto.” Non gli rivelai che il dolore al braccio era dovuto alle percosse inflitteMi nella casa di Seshama Râju. NON HO MAI AVUTO L’ABITUDINE DI LAMENTARMI DELLE PERSONE PIÙ ANZIANE; HO SEMPRE CERCATO DI PROTEGGERE LA DIGNITÀ E L’ONORE DELLA FAMIGLIA. A quei tempi dovevo lottare molto a causa della mancanza di fondi per la Mia istruzione; molto spesso dovevo cavarMela con le tasche vuote. Bala Bhâskara Nello stesso villaggio c’era un uomo d’affari, di nome Kotte Subbanna, che gestiva un negozio di alimentari in cui venivano vendute anche alcune medicine ayurvediche. Una volta, in quel negozio, venne messa in vendita una nuova medicina ayurvedica di nome ‘Bala Bhâskara’. Era una medicina nuova e molto efficace che gli avrebbe procurato un buon profitto se fosse stata adeguatamente pubblicizzata. Egli Mi chiese allora di prenderMi la responsabilità di fare propaganda a questa nuova medicina. Io acconsentii alla sua richiesta e gli chiesi ulteriori informazioni sulla medicina stessa. Quindi composi una canzone che ne vantava l’efficacia e raggruppai alcuni bambini della Mia età allo scopo di andare in giro per i villaggi vicini, con in mano dei cartelli, cantando la canzone composta da Me. Io guidavo il gruppetto di ragazzi. La canzone faceva così: “Eccola! Eccola! O bambini! Venite, venite! Questa è la medicina ‘Bala Bhâskara’; sia che si tratti di uno stomaco sottosopra o di una gamba gonfia, di un dolore a una giuntura o di flatulenza, di qualsiasi malattia, conosciuta e sconosciuta... prendete la ‘Bala Bhâskara’

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Discorso 21-10-2004 per una guarigione istantanea! Se volete sapere dove trovarla, andate al negozio di Kotte Subbanna e la potrete avere. Venite, ragazzi! Venite qui! È un tonico eccellente, preparato dal famoso medico Gopâlâcârya in persona. Venite, ragazzi! Venite!” Nel periodo che impiegammo a completare il nostro giro di propaganda per i villaggi limitrofi, tutto lo stock di medicine del negozio venne esaurito. Subbanna ne fu molto felice. Mi chiamò ed espresse la propria felicità in questo modo: “Caro Râju! Per merito Tuo ho venduto a tempo record tutto lo stock di medicine che avevo in negozio, e Te ne sono grato.” Quando G©ham Abbâyî Mi aveva chiesto di seguirlo a Puttaparthi, Io gli avevo risposto che non potevo andare con lui perché la famiglia di Seshama Râju era in uno stato penoso a seguito della perdita del figlio. Gli avevo detto: “Non è giusto che Me ne vada in questa occasione. Ti prego, torna a Puttaparthi; Io tornerò da te più tardi.” G©ham Abbâyî versò lacrime di gioia per il Mio senso di responsabilità e per i Miei nobili sentimenti. DISSE: “CARO FIGLIO! NON HO MAI INCONTRATO DEI BAMBINI PICCOLI CHE ESPRIMESSERO PENSIERI COSÌ NOBILI AI LORO GENITORI. COME SONO NOBILI E GRANDI LE TUE QUALITÀ! MI INSEGNI COSE COSÌ ELEVATE! COME SONO DOLCI E SAGGE LE TUE PAROLE! LA TUA NOBILTÀ TI PROTEGGERÀ .” Così dicendo, partì per Puttaparthi. Comunque, quando fu arrivato a destinazione Mi mandò dei messaggi tutti i giorni chiedendoMi di tornare laggiù. Si ricordava di tutte le lamentele della vicina di casa Vysya a proposito della Mia difficile vita a Kamalapuram ed era molto triste per la Mia situazione. Intanto, erano pas-

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sati alcuni giorni. Io dovevo anche prepararMi agli esami e non Mi sembrava saggio tornare a Puttaparthi senza averli sostenuti. Inoltre, agli esami dovevo anche prenderMi cura dei Miei amici. Più che compagni di studio Eravamo tre amici: Ramesh, Suresh e Io. In classe sedevamo nello stesso banco. Ramesh e Suresh stavano seduti uno alla Mia sinistra e l’altro alla Mia destra. Non erano bravi a scuola. Io dissi loro: “Scriverò le risposte alle domande sui vostri compiti. Voi dovrete solo star seduti in silenzio nella sala degli esami.” Tutti e tre ci recammo nella sala degli esami. I nostri numeri di registro erano piuttosto lontani l’uno dall’altro; perciò dovemmo sederci in posti diversi e non c’era alcuna possibilità di comunicare fra di noi. I Miei amici erano molto tristi e depressi. Io progettai un piano per aiutarli. Innanzitutto finii di scrivere il Mio compito in brevissimo tempo. Poi presi degli altri fogli e scrissi le risposte alle domande sia per Ramesh sia per Suresh con la loro scrittura e, infine, portai tutt’e tre le risposte sulla scrivania dell’esaminatore. Il risultato dei nostri esami venne annunciato dopo tre giorni. A quei tempi i risultati venivano dati poco tempo dopo gli esami, non come ai giorni odierni in cui i risultati vengono annunciati mesi dopo. Tutti e tre fummo promossi in prima classe. Quali che fossero state le risposte nel foglio delle Mie risposte, le stesse furono trovate anche nei fogli delle risposte degli altri due ragazzi, ma nessuno ci poté accusare di aver copiato perché i nostri numeri erano molto diversi e i nostri posti distanti. Il Mio era il numero 6 e quello di un altro ragazzo il 108; anche il numero del terzo ragazzo era lontano. Comunque, il nostro insegnante Mahboob Khan capì che

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Discorso 21-10-2004 avevo aiutato gli altri ragazzi a superare con profitto gli esami, ma non lo disse a nessuno. Mentre uscivamo di classe, gli insegnanti ci seguirono e si congratularono con noi per essere riusciti a ottenere la prima classe agli esami. Essi versarono lacrime di gioia. Avevo in tal modo reso tutti felici, inclusi i Miei insegnanti; così tornai a Puttaparthi. I Miei amici Ramesh e Suresh espressero il desiderio di accompagnarMi a Puttaparthi. Insistettero per seguirMi. Io dissi loro che, se lo desideravano, potevano accompagnarMi fino a Puttaparthi, ma che poi sarebbero dovuti tornare indietro alle loro case. Io davo consigli, guidavo e correggevo i Miei compagni di studio durante la Mia permanenza a scuola. NON SPRECAI MAI IL MIO TEMPO A SCUOLA; MI DETTI SEMPRE DA FARE PER SANTIFICARLO. Ho sempre parlato dolcemente e a bassa voce con tutti. Una strana malattia Quando raggiunsi Puttaparthi, la gente poté notare che avevo contratto una strana malattia: parlavo con Me stesso. Le persone intorno a Me pensavano che fossi matto. Molti Mi offrirono numerosi consigli per guarire da quella strana malattia e, alla fine, tutti, all’unanimità, decisero che dovevo esser portato da uno stregone che Mi curasse da una presunta possessione demoniaca. Questi Mi rasò i capelli a zero e inflisse al Mio cuoio capelluto due profonde incisioni a forma di X. Quindi versò del succo di limetta sui tagli sanguinanti. Ciò Mi provocò un grande dolore e un’insopportabile sensazione di bruciore, ma Io non detti sfogo ai Miei sentimenti e soffrii sopportando in silenzio tutta questa tortura. In effetti, Me la ridevo di quello stupido trattamento. Lo stregone decise poi di farMi soffrire ancora di più: portò una sostanza velenosa chiamata kalikam e Me la versò dentro gli occhi. Mi sottopose, in tal

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modo, a diverse forme di tortura. Venkâmmâ (la sorella maggiore di Baba – N.d.T.), che Mi aveva accompagnato a casa dello stregone, non poteva sopportare di vederMi subire tali sofferenze. Perciò corse da G©ham Abbâyî e si lamentò: “Padre! Non sottoporre Sathya a quel trattamento disumano. Quell’uomo Gli sta infliggendo grandi sofferenze e ferite. Basta con le torture: riportaLo indietro a Puttaparthi, immediatamente.” Così fui riportato a Puttaparthi. Da allora in poi, di tanto in tanto, ebbi attacchi occasionali di quella “strana malattia”. Il giovedì rispondevo ad alcune domande e interrogativi della gente in nome di Baba... Dal giorno in cui quello stregone Mi rasò la testa e Mi fece due tagli profondi sul cuoio capelluto non Mi sono più tagliato i capelli. Alcuni pensano che Io Mi faccia qualcosa ai capelli. No, mai. I Miei capelli crescono così in modo naturale. Porto questa pettinatura da settant’anni. A breve cadrà il Mio settantanovesimo compleanno. Fino ad oggi non ho mai avuto nessuna malattia. I Miei denti e la Mia vista sono intatti. FINO A POCHI ANNI FA CHI MI ACCOMPAGNAVA DOVEVA CORRERE PER RIUSCIRE A STARMI DIETRO. POSSO ANCORA CAMMINARE MOLTO VELOCEMENTE, MA I MEDICI MI HANNO IMPOSTO DI NON FARLO. La ragione è che tempo fa sono stato operato perché sono caduto sul pavimento; Mi hanno messo un filo d’acciaio nell’osso dell’anca e poi lo hanno suturato. Questo è il motivo per cui Mi hanno prescritto di non camminare velocemente, ma sono comunque in grado di seguire la Mia routine giornaliera e non rinuncio a nessuna delle Mie attività quotidiane. Do interviste ai visitatori, e Mi muovo fra le file dando il darµan ai devoti. Non c’è assolutamente alcun ostacolo alle Mie attività di tutti i giorni. Ho già parlato molto a lungo e ci sarebbe ancora molto da dire, se

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Discorso 21-10-2004 volessi. Ho mantenuto il Mio Corpo in perfetta forma per tutti questi anni. È possibile che, in questo processo, Io abbia provocato qualche fastidio ad alcune persone, ma a loro non interessa perché fanno servizio a Me, anche se cerco di dissuaderle. Oggi è il giorno di Durg⹺amî; domani e il giorno successivo sono rispettivamente le feste di Mahânavamî e Vijayâdaµamî. Ho molto da fare. Devo parlare con i purohit (sacerdoti) che officiano lo Yajña (rito sacrificale) e ci sono anche altri appuntamenti importanti. Dopo aver finito il Mio lavoro, vi parlerò nuovamente. Non vi ho forse detto che gli studenti sono la Mia proprietà? Mi prendo tanta cura di loro. Se essi sono felici, lo sono anch’Io. Devo dar-

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vi un consiglio: non smettete mai di fare Nâmasmara²a (la ripetizione del Nome di Dio). Fate costantemente il Nâmasmara²a, ovunque vi troviate. (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan, “Hari Bhajana Binâ Sukha ›ânti Nahi”)

Praµânti Nilayam, 21 ottobre 2004, Sai Kulwant Hall Festività di Dasara Giorno di Durg⹺amî (Tradotto dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

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A Lume di Candela

Pulirsi all’interno

Qual è la ragione per cui l’uomo non sa esprimere il Divino che gli sta dentro? Dipende dal fatto che non ci si accorge dello spesso “mantello” che Lo ricopre. Se abbiamo dei vestiti sporchi, li cambiamo; ci vergogniamo d’apparire in pubblico con dei vestiti macchiati. Se la nostra casa è sporca, la puliamo; non vogliamo che i nostri ospiti abbiano una cattiva impressione. Quando però i nostri cuori e le nostre menti sono inquinati, non ce ne vergogniamo. Non vi pare strano preoccuparsi tanto di avere abiti e case puliti e non mirare alla purezza di ciò da cui dipende tutta la vita, ossia alla pulizia del cuore e della mente? (Discorsi 1984 – vol. XVII – pag. 57)

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Buona navigazione!

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Sai Global Harmony e l’Organizzazione Sai internazionale hanno messo a nostra disposizione un altro prezioso supporto tecnologico che ci permette di avere sempre più materiale a disposizione riguardante l’Avatâr della nostra Era, Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba.

News

All’indirizzo www.saicast.org potremo d’ora in poi trovare svariati film che soddisferanno sicuramente gli interessi di ognuno di noi. Tra questi si segnalano, in particolare, i video dei principali, più recenti Discorsi di Sai Baba che, in versione integrale, da un lato faranno felici i più attenti devoti di Swami e dall’altro pongono fine alla tesi, da alcuni sostenuta, di divulgazione dolosamente artefatta dei testi degli stessi da parte dell’Organizzazione Sai e del Sathya Sai Books e Publications Trust. Buona navigazione!

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Discorso 21-09-1960

Il miglior tonico

Una pratica giornaliera La malattia più grave (o mancanza di benessere) è l’assenza di pace (aµânti). QUANDO LA MENTE OTTIENE LA PACE, ANCHE IL CORPO ACQUISISCE LA SALUTE. PERCIÒ, CHI DESIDERI ESSERE SANO DEVE STARE ATTENTO ALLE PROPRIE EMOZIONI E AI PROPRI SENTIMENTI, NONCHÉ ALLE MOTIVAZIONI CHE LO ANIMANO. Proprio come date i panni a lava-

re, dovete ripulire continuamente la mente dalla sporcizia, altrimenti il sudiciume si accumulerà e formerà un’abitudine, cosa molto difficile da rimuovere per il lavandaio e dannosa per i vostri abiti. Si tratta di una pratica giornaliera: dovrete stare attenti acché la sporcizia non si depositi nella mente, cosa che otterrete frequentando compagnie in cui essa non è presente. La falsità, l’ingiustizia, l’indisciplina, la crudeltà e l’odio costituiscono quel sudiciume. Gli elementi puliti sono invece Satya (la Verità), Dharma (la Rettitudine), ›ânti (la Pace) e Prema (l’Amore). Se inalate l’aria pura costituita da queste qualità, la vostra mente sarà libera dai bacilli del male, e voi sarete mentalmente risoluti e fisicamente forti. COME SOLEVA DIRE VIVEKÂNANDA, DOVETE AVERE NERVI D’ACCIAIO E MUSCOLI DI FERRO, CIOÈ DOVETE AVERE SPERANZA, GIOIA, ENTUSIASMO E UNA DETERMINAZIONE IRREMOVIBILE, E NON DISPERAZIONE E ABBATTIMENTO. Trasparente come vetro Ciò che si studia non viene messo in pratica. Il vostro cuore deve essere come vetro, e la Luce spirituale al suo interno deve illu-

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minare il mondo esterno. A sua volta il mondo esterno dovrebbe reagire alle spinte interiori, dirigendole verso il servizio, la comprensione e l’aiuto reciproco. Al giorno d’oggi si leggono e si studiano ogni sorta di astrusi testi vedantici commentati, con in calce note e traduzioni intese a farne afferrare il senso. Tutto questo viene riversato in gola alla gente, ma non scende giù fino al cuore per ammorbidirlo, e quindi non viene messo in pratica. Si indossano le Verità del Vedânta per esibirle pubblicamente, come gli attori in una commedia, che si levano i costumi usati sul palcoscenico non appena la rappresentazione è finita. Non si aderisce a queste Verità con continuità, cercando di trarne Âtmânanda (la Beatitudine atmica) che esse potrebbero dare. È PRINCIPALMENTE UNA QUESTIONE DI DISCIPLINA ATTENTA E BEN DISTRIBUITA NEL TEMPO, E NON SI PUÒ OTTENERE NIENTE PROCEDENDO A SCATTI E BALZELLI. C I SI DEVE ARRAMPICARE UN GRADINO DOPO L’ALTRO, USANDO CIASCUN GRADINO COME APPOGGIO PER ARRIVARE A QUELLO SUCCESSIVO. Non ci

sono sistemi di vita particolari per i diversi ruoli: questo è valido per lo studente, per il capofamiglia, per la padrona o il padrone di casa. Le virtù devono essere coltivate a casa. Ciascun membro deve condividerne la gioia con gli altri membri della famiglia, e tutti devono cogliere ogni opportunità per aiutarsi vicendevolmente. Ci si deve attenere strettamente a questa attitudine, affinché essa possa insediarsi e diventare parte integrante del carattere. Come si può

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Discorso 21-09-1960 riempir d’acqua un vaso tenuto con l’imboccatura all’ingiù? Per poter efficacemente ricevere, l’imboccatura deve esser posta in posizione appropriata. DOVETE IMPARARE OGNI LEZIONE CON UNO STUDIO SISTEMATICO. L’APPLICAZIONE E LO SFORZO CONDURRANNO AL SUCCESSO. Il tonico della fiducia in se stessi Abbiate fede nel Signore e nella Sua grazia. In tutte le imprese, se credete in un Potere Superiore che è pronto a venirvi in aiuto, il lavoro diverrà facile. Questo deriva dalla devozione, che sottintende fare affidamento sul Signore, Fonte di ogni Energia. Quando viaggiate in treno, dovete solo procurarvi un biglietto, salire sul treno giusto e prender posto. Al resto penserà la locomotiva. Perché preoccuparsi inutilmente? Allo stesso modo, affidatevi al Signore e andate avanti meglio che potete. ABBIATE FEDE NEL SIGNORE E NELLA SUA GRAZIA. CERCATE DI GUADAGNARVELA FACENDO USO DELL’INTELLIGENZA E DELLA COSCIENZA DI CUI EGLI VI HA DOTATI. Vi siete qui radunati per celebrare i quattro anni dell’esistenza dell’Ospedale ‘Sathya Sai’. Vi voglio dire che, la cosa migliore e più saggia che potete fare, è di non ammalarvi. Il dottore ci ha appena letto il suo rapporto, dal quale risulta che il numero dei malati ricoverati e quello degli interventi chirurgici è stato maggiore dell’anno scorso. Come se una cosa del genere fosse un segno di progresso! Non mi sembra che questo parli a favore della gente dei dintorni e del loro senso dei valori. L’Ospedale deve anche mettere in atto delle misure preventive e cercare di insegnare agli abitanti dei villaggi a evitare di ammalarsi. Sviluppate la fiducia in voi stessi; questo è il miglior tonico. Siete rinati perché siete stati bocciati in alcune materie. Per completare il corso dovete acquisire un certo residuo di esperienza che anco-

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ra vi manca. Se vi convincerete che la vostra vera natura è l’Âtma, avrete finito il corso e sarete stati promossi. Coltivate Prema (l’Amore) per tutti gli esseri. Affinità con tutti gli esseri Per raggiungere questo stadio, dovete cominciare coltivando un ‘senso di affinità con tutti gli esseri’, ovvero sarvasâmânabhâva, come viene definito. Esso è molto difficile da ottenere, ma è l’unico modo per vedere l’Âtma che è in tutti. PER ESEMPIO, UNA PERSONA CHE ABBIA SINCERITÀ DI SENTIMENTI NON SOPPORTERÀ CHE DEGLI ANIMALI VENGANO UCCISI PER ESSER MANGIATI, O PER IL SEMPLICE PIACERE DELLA CACCIA.

Perché dovreste andare a cercare un animale nella sua tana, aspettarlo e tendergli delle trappole per il mero piacere di ucciderlo? PER VEDERE IL SÉ CHE RISIEDE IN TUTTI GLI ESSERI, DOVETE COLTIVARE L’AMORE VERSO TUTTE LE CREATURE ESISTENTI. L’ÂTMA È ONNIPRESENTE. Non pensiate che Esso si trovi solo in alcune persone appartenenti a certe caste, razze o religioni, o che abbia una dimensione maggiore nella gente grassa, oppure sia più brillante nei ricchi. Sat-Cit-Ânanda (Essenza, Coscienza e Assoluta Beatitudine) sono in tutti gli esseri. Per arrivare ad avere una tale prospettiva dovete fare molta strada con la vostra sâdhanâ. Potete tuttavia cominciare con piccole cose, evitando, ad esempio, di procurare fastidi agli altri, non credete? Anche se non riuscite, o non volete, far servizio agli altri, se smettete di far loro del male state già facendo un servizio meritevole! Per esempio, prendete vâk, le parole che pronunciate. Io dico sempre che vâk µuddhi (la purificazione delle parole) porta a mano µuddhi (la purificazione della mente). Ecco perché insisto sul parlare pacato, dolce, sul parlar poco, sul parlare

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Discorso 21-09-1960 sobrio, senza rabbia, senza accalorarsi, senza odio. Un tale modo di parlare non causerà litigi, non causerà variazioni di pressione del sangue, non dividerà in fazioni. Promuoverà invece mutuo rispetto e amore. E ANCORA: NON RIDETE CINICAMENTE DELLE OPERE BUONE FATTE DAGLI ALTRI NÉ DELLA LORO SÂDHANÂ. FATE PUR LORO DELLE DOMANDE, MA NON OLTRAGGIATELI. Rispettate la sincerità altrui; rispettate gli anziani e le persone che hanno più esperienza di voi. Quando siete in compagnia, comportatevi in modo educato, diffondendo tutt’intorno a voi fratellanza e gioia.

vostra dieta ed evitando certe cattive abitudini, potete preservare la vostra salute. Un’assunzione moderata di cibo, e di cibo ‘satvico’, promuoverà stabilità mentale e felicità fisica. La moderazione nell’assunzione di cibo deve essere sempre benaccetta. Molta gente che consuma cibo ricco, in quantità superiori al proprio fabbisogno, deve imparare a praticare la moderazione. Inoltre, se non fumate eviterete molte malattie provocate da questa pratica ‘rajasica’. TUTTE LE SOSTANZE INEBRIANTI O STIMOLANTI SONO DANNOSE, PERCHÉ DISTURBANO IL CORSO REGOLARE DELLA NATURA. La moderazione nel cibo, nella pa-

Moderazione, cardine della salute La moderazione nell’assunzione di cibo deve essere sempre accettata di buon grado. Battetevi per la felicità della società e della razza umana. Pregate affinché tutti gli uomini possano avere ovunque pace e abbondanza. Siate ansiosi di fare del bene e di essere buoni. Dato che questa cerimonia è connessa con l’Ospedale, devo dirvi qualcos’altro in proposito. Regolando la

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rola, nei desideri e nei perseguimenti, l’accontentarsi di quel poco che si può guadagnare con un lavoro onesto, l’entusiasmo nel servire gli altri e nell’infondere gioia a tutti sono il più potente fra tutti i tonici e preservatori della salute conosciuti dalla Sanâtana Âyur-Veda, la ‘Scienza imperitura della vita in pienezza’. Praµânti Nilayam, 21 settembre 1960, Sathya Sai Hospital (Tratto da: ‘Sathya Sai Speaks’ vol. 1/n. 28 - 1953/60)

Mother Sai marzo-aprile 2005

Prima la devozione alla madre, poi la devozione a Dio

Tratto da: Chinna Khata Vol.I

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Proprietario terriero.

Mother Sai marzo-aprile 2005

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Favole e Poesie

Fra le Mie esortazioni, la prima e la più importante è: onora i tuoi genitori, specialmente la madre. Ci fu un tempo un luogo colpito da un uragano così violento che tutte le case furono rase al suolo. La gente non aveva più niente di che mangiare e nemmeno un posto ove posare il capo. Fra i più colpiti c’erano una madre con i suoi due figli. Il maggiore era una perla di virtù; si sentiva responsabile della sicurezza e protezione della famiglia. Amava sua madre, della quale cercava, più di ogni altra cosa, di guadagnarsi l’amore e le benedizioni. La madre andava a mendicare col figlio più giovane, per sostentarsi con quel poco che riuscivano a ricavare da una terra spazzata dalla carestia. Ben presto la debolezza fisica la rese inabile perfino a percorrere qualche passo; così, era il figlio maggiore che doveva andare a mendicare, tutto solo, per mantenere la famiglia. Prostrato ai suoi piedi le disse che avrebbe fatto ciò che fino allora aveva fatto lei per procurare cibo per tutti. Le proibiva di fare sforzi, per non peggiorare la sua salute. Come avrebbero fatto a sopravvivere in tre, sol con qualche manciata di cibo? Con voce flebile e passi ancor più malfermi, il giovane si diresse verso la casa di uno zamindar1, e chiese un boccone. La padrona di casa lo fece entrare, gli fece strada e lo portò in una stanza dove gli servì un piatto con qualcosa da mangiare, ma il giovane, dopo essersi rizzato in piedi, cadde pesantemente al suolo. Lo zamindar accorse nella stanza e mise l’orecchio vicino alla bocca del ragazzo agonizzante, in modo da udire le sue ultime parole, che furono: «No, no! Prima bisogna dar da mangiare a lei. Il mio turno viene dopo.» Ogni debito può essere ripagato, ma non quello verso una madre. Chi si proclama devoto di Dio deve avere questa credenziale: deve onorare la madre!

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“Il giusto piano di studio consiste nel leggere, riflettere e applicare regolarmente alla vita quanto appreso.” Sai Baba

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