Mother Sai 4 2007

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  • Words: 21,380
  • Pages: 49
Sommario

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Discorso Divino Zoom Discorso Divino Fede & Scienza Discorso Divino News

06 05 ’07 Rendete la vostra mente padrona dei desideri Lezioni di canto e di comunicazione

14 04 ’07 L’acqua è il regalo di Dio all’uomo Le 4 M - seconda parte

05 12 ’06 Buoni insegnanti fanno buoni studenti Un impegno a tuttotondo Addio al mondo ai Piedi del Sadguru

22 Discorso Divino 28 Domande & Risposte 32 Discorso Divino 38 Sotta la Veranda 41 Discorso Divino 47 Insieme 49 Favole & Poesie

27 05 ’06 Verità e Rettitudine, i Valori da seguire... Unicità dell’essere umano

13 05 ’06 Trascendete i desideri per ottenere l’illuminazione “La moralità? E che cos’è la moralità?”

02 05 ’06 Non caricatevi di desideri illimitati “See you later at...Puttaparthi!!!!” Il pane dell’anima è l’Amore

MOTHER SAI PUBLICATIONS Sathya Sai Books and Publications of Italy Tutti i diritti sono riservati Anno IX n.4(116) luglio-agosto 2007 Direttore responsabile: Giorgio Piccaia sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India. 2

Mother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 06-05-2007

RENDETE LA VOSTRA MENTE PADRONA DEI DESIDERI

Incarnazioni dell’ Amore! “Il giorno di εvarâmmâ viene celebrato per commemorare il giorno in cui ella lasciò il corpo fisico. Il corpo è costituito di cinque elementi ed è destinato a morire un giorno o l’altro, ma l’Abitante Interiore non ha né nascita né morte, non ha nessun tipo di attaccamento ed è l’Eterno Testimone.” Capite l’importanza della mente La gente viene illusa dall’attaccamento al corpo che è effimero, evanescente e temporaneo. Qualsiasi cosa nasca è soltanto transitoria; tutto ciò che è nel mondo è destinato a morire. Solo una cosa rimane per sempre, e questa è la mente che molta gente chiama “mente di scimmia”. No. Voi appartenete alla razza umana e non avete niente a che vedere con la mente della scimmia. La mente, infatti, è della natura del Sé. Dovete fare sforzi appropriati per capire la sua vera natura. Solo coloro che hanno il controllo della propria mente possono esser definiti esseri umani. A questo mondo molti sono altamente istruiti; molti sono anche riusciti a padroneggiare varie forme di conoscenza e sono impegnati in compiti grandiosi, ma non possono esser definiti esseri umani nel vero senso della parola se non hanno il controllo della propria mente. Mother Sai luglio - agosto 2007

Nella mente capitano ogni sorta di pensieri buoni e cattivi. Dovete accettare solo ciò che è buono, tenendo la mente lontana da tutto ciò che è cattivo; non permettete mai alla vostra mente di associarsi a qualcosa che sia cattivo. La Dea Lak¹mî ripete sempre e soltanto: “Nârâya²a! Nârâya²a!” Il principio dell’Âtma ha origine dal Signore Nârâya²a. Potete dire Âtma o mente o h©daya: essi sono tutti la stessa cosa. Âtma vuol dire solo Nârâya²a! Anche la mente è Nârâya²a! E lo stesso è per il cuore. Nârâya²a viene anche chiamato H©dayavâsin (Abitante del cuore). Dobbiamo dare la massima importanza alla mente, ma molta gente non lo fa. Un vero essere umano è colui che considera la propria mente la base della propria vita, mentre, chi abbandona la propria mente ai suoi capricci e alle sue fantasie, in realtà è una scimmia e non un essere umano. DOVETE FARE DELLA MENTE IL CENTRO DELLA VOSTRA CONSAPEVOLEZZA: ABBANDONARE LA MENTE ALLA SUA ARBITRARIETÀ È COME ABBANDONARE IL VOSTRO STESSO

PRINCIPIO VITALE;

QUINDI RENDETE LA MENTE LA BASE DI OGNI ASPETTO DELLA VOSTRA VITA.

(A questo punto Baba materializza un medaglione d’oro – N.d.T.). Questo medaglione ha al centro l’immagine di Lak¹mî e intorno delle pietre preziose. Esse rappresentano i desideri, a cui presiede Lak¹mî, che è pura, eterna e permanente. Dovete rendere la vostra mente padrona dei desideri, come Lak¹mî. Tutti devono cercare di conoscere questa Verità.

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Discorso 06-05-2007 Come è il sentimento, così è il rusultato male, anche loro non ce ne faranno.” Presi Al tempo della Mia partenza per l’Africa una macchina fotografica da uno di coloro Orientale, εvarâmmâ cercò di che Mi accompagnavano, Mi avvicinai ai dissuaderMi, dicendo: “Swami! Ho sentito leoni e feci loro delle fotografie. Erano tutti che in quelle foreste ci sono molte bestie felici di vederMi; vedete, nessuno dei leoni feroci e che il posto è pieno di ogni genere ci fece del male. Quando vi avvicinate a di pericoli. Perciò non devi andarci; tutto essi con la cattiva intenzione di far loro del ciò che vuoi arriverà qui. Perciò, perché male, o di ucciderli, anch’essi cercheranno vuoi andare là?” Io le risposi: “Non ci sto di uccidervi. Non dobbiamo mai andare da andando per far visita agli animali selvaggi, loro con tali pensieri malvagi. In effetti non ma in risposta alle preghiere amorevoli dei dobbiamo mai guardare nessun essere viMiei devoti.” vente con intenzioni cattive. Quando arrivai, i devoti dell’Africa Orientale avevano procurato dei piccoli aeropla- Non sviluppate attaccamento al corpo ni e Io girai per la foresta su uno di essi. Intanto, εvarâmmâ continuava a pensare Nella foresta di Kampala c’erano migliaia a Me con grande preoccupazione. Non di elefanti selvaggi; sembrava che tutta la mangiava neppure in modo appropriato, con foresta fosse piena di elefanti. Io Mi ero il risultato che s’indebolì molto. La tenevo portato dietro delle banane e ne detti una informata via telefono giornalmente, matticiascuno ad alcuni di essi, che furono felici na e sera, da Kampala, dicendo: “Sto prodi mangiarla. Si potevano vedere anche i prio bene.” Questo la confortava un po’. bufali, a migliaia. Quando tornai da Kampala ella ne fu molto Durante il viaggio vedemmo dei leoni sdra- felice. Si avvicinò alla Mia auto e Mi pose iati qua e là per le strade, che non reagiva- al collo una ghirlanda, dicendo: “Swami! Hai no neppure quando con la jeep passavamo un aspetto molto sano e felice.” Poi Mi sopra le loro code. PERSINO BESTIE FEROCI portò dentro e fece roteare una noce di cocco davanti a Me per scongiurare il danNON CI FANNO DEL MALE SE LA NOSTRA MENTE no che poteva derivarMi dagli sguardi maÈ BUONA; CI ATTACCANO SOLO SE CERCHIAMO ligni della gente. Era fuori di sé dalla gioia e DI ARRECAR LORO DANNO. SE LE GUARDIAMO disse: “Swami, non avrei mai immaginato CON AMORE, ANCHE LORO CI GUARDANO CON che il Tuo viaggio potesse avere un sucAMORE. cesso così grande.” Ella divise la propria gioia anche con tutti gli altri a Puttaparthi. Yad bhavam tad bhavati Ogni volta che andavamo a visitare altri Come è il sentimento, così è il risultato. posti, al nostro ritorno in paese εvarâmmâ I nostri pensieri sono la causa della loro ini- descriveva alla gente tutto ciò che era sucmicizia o della loro fiducia. Mentre prose- cesso durante queste visite e la esortava a guivamo per guardare gli animali, vedem- seguire gli ideali dettati da Swami. Una volta mo quindici leoni sdraiati vicino alla strada. il Corso Estivo sulla Cultura e sulla SpiriAlcune leonesse stavano allattando i loro tualità Indiane venne condotto a Bangalore cuccioli e altri leoni stavano mangiando un e, in quella occasione, anche εvarâmmâ animale che avevano trascinato fin là. Io venne con Me. Questo, finché visse, fu il dissi al dottor Patel e ad altri che mi ac- suo desiderio: “Swami, ovunque Tu vada, compagnavano: “Se non facciamo loro del devo venire con Te.” Mi chiese di promet4

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Discorso 06-05-2007 terle che non avrei lasciato Puttaparthi e Io Dio è Uno senza secondo. glielo promisi. “A un albero si deve permettere di crescere solo là dove viene pianta- Dopo aver completato i Corsi Estivi, Io anto. Se viene estirpato e messo a dimora in dai a Puttaparthi e dissi a tutti: “PER IL CORun altro luogo, non può crescere in modo PO È NATURALE NASCERE, CRESCERE E MORIappropriato.” Questo è ciò che diceva e Mi RE. TUTTI I CORPI SONO COSÌ E QUINDI NESSUimplorava: “Swami! Devi risiedere sempre NO DEVE AVERE ATTACCAMENTO PER IL CORPO.” nel Tuo luogo natale.” Un giorno, dopo co- (Qui Swami ha raccontato la storia dellazione, prese una tazza di caffè e improv- la vita di εvarcandra Vidyâsâgar che visamente urlò: “Swami, Swami, Swami.” esaudì il nobile desiderio di sua madre Io risposi dicendo: “Vengo, vengo, vengo.” e stabilì un esempio di servizio alla soAllora Mi chiese di fare presto e Io ci an- cietà. Egli impartí anche una lezione di dai immediatamente. Mi afferrò le Mani, umiltà e servizio disinteressato a un funse Le posò sulle testa ed esalò l’ultimo re- zionario dell’I.C.S. [Indian Civil Service: spiro. Servizio Civile Indiano] trasportando il Che bisogno c’era di tenere il corpo che suo bagaglio dalla stazione ferroviaria non aveva più vita? Perciò lo spedii imme- al luogo in cui εvarcandra Vidyâsâgar diatamente a Puttaparthi accompagnato da stesso doveva fare un discorso – N.d.T.) Ramabrahmam a cui detti le istruzioni necessarie. εvarâmmâ era felice che Io mangiassi solo Coloro che erano presenti Mi dissero: cibo molto semplice e diceva: “Swami, devi “Swami! Devi andare anche Tu con il cor- far conoscere al mondo le Tue abitudini ripo!” ma Io Mi rifiutai. Le lezioni estive era- guardo al cibo.” no in corso e gli studenti erano arrivati da Io le dissi che lo avrei fatto certamente. vari Paesi. Essi pensavano che quel giorno Già da quei tempi ho sempre sottolineato la non ci sarebbe stata lezione perché Swami necessità di assumere cibo semplice e avrebbe accompagnato il corpo di Madre satvico (puro). εvarâmmâ, ma il corso venne tenuto come Quando sono a Puttaparthi, mangio semal solito e Io andai alla seconda ora. Gli stu- pre râgi sankati (palline di râgi e riso) e denti si chiesero: “Com’è che Swami è ve- chutney di arachidi. Talvolta prendo nuto! Doveva andare con il corpo di Ma- sankati con totakura dâl al posto del dre εvarâmmâ.” Perché dovevo andare chutney (salsa agrodolce indiana concon il corpo? Il corpo va come viene. Io tenente frutta, aceto e cipolle - N.d.T.). non ero venuto con il suo corpo; ero venuto Non mi piace nient’altro. Non tocco cibi separatamente, per cui lo spedii a piccanti, quali i kurma e i burma! Del Puttaparthi in un’auto dando istruzioni a che kurma non gradisco neppure l’odore! La venisse fatto un samâdhi (tomba) per lei. mia unica necessità dietetica è il sankati Anche a Puttaparthi molta gente chiese: con il chutney, ma, quando vado in visita in “Perché Swami non è venuto con il cor- altri luoghi, la gente non sa neppure che po?!” IL CORPO VIENE DA SOLO E SE NE VA DA cosa sia il sankati e quindi mangio qualsiasi cosa i devoti preparino per Me. Io Mi SOLO; TUTTI VENGONO DA SOLI E SE NE VANcomporto a seconda del momento, della siNO DA SOLI. tuazione e delle circostanze, eppure non devio mai dalle Mie pratiche e aderisco Ekameva advitîyam brahma Mother Sai luglio - agosto 2007

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Discorso 06-05-2007 strettamente ad esse. Lasciate che la gen- pratica i princìpi del servizio che Io vi ho te pensi ciò che vuole; Io non imito mai le insegnato. pratiche altrui. In questo modo il Mio Cor- Con questo, termino il Mio Discorso. po sta arrivando al termine degli ottantun anni, ma nessuno può dire che Io abbia Kodaikanal, 6 maggio 2007, Giorno di εvarâmmâ. l’aspetto di una persona di ottantadue anni. Che possiate santificare il vostro tempo al servizio di Swami! Che possiate mettere in (Tradotto dal testo in inglese pubblicato da: www.sathyasai.org)

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Continua la “Storia di Sundaram”, la “Praµânti Nilayam” di Chennai. Vi ritroveremo ancora avvincenti aneddoti, salti nel passato della vita di Swami, interessanti notizie.

Zoom

Lezioni di canto e di comunicazione Cantare sotto la Sua amorevole Guida Swami non ha solamente incoraggiato i cantanti a ogni passo, ma, in numerose occasioni, li ha anche corretti e guidati e ha dato loro istruzioni sulle procedure e la conduzione dei bhajan. Dice il dottor Devanathan: “Ci sono molti momenti che io ricordo con nostalgia. Quando Swami passava molto tempo con il gruppo bhajan a Sundaram, c’erano occasioni in cui Egli faceva delle correzioni al nostro canto e perfezionava il modo in cui si poteva rendere un particolare bhajan. Vorrei raccontare questo fatto. Era l’anno 1985. Swami sedeva sulla Sua poltrona nella ›ânti Vedika e io cominciai a cantare il bhajan ‘Brahmanda nayaka baba’. È un canto hindi e un verso dice: ‘Ayodhya nagari tumne banaye, dwaraka nagari tumne banaye, shirdi parti tumne banaye.’ Questa versione sembrava non essere corretta, infatti io cantavo “banaye” in ogni frase. Swami si rese conto di questo e mentre cantavo mi faceva dei gesti, scuotendo la testa e indicando con il Dito, tentando di comunicarmi qualcosa. Ma io non capivo che cosa volesse dirmi. Quella sera Swami stava ritornando a Sundaram dopo una visita alla casa di un devoto. Mi vide in mezzo alla folla, fermò l’auto e si diresse verso di me. Quindi mi chiamò e mi disse: ‘Puoi cantarmi di nuovo quel bhajan?’ Cominciai a cantare tutto il bhajan, ma Egli disse: ‘Questo non è il modo corretto; il modo corretto è questo: ‘Ayodhya nagari tumne banaye, dwaraka nagari tumne baithaye, shirdi parti tumne basaye.’ Devi dire: ‘Banaye, baithaye o basaye.’ Quando in seguito compresi il significato di questa frase appresi un importante messaggio: Ayodhyâ è stata fatta da Lui, Dvârakâ è la città di cui Lui ci ha parlato, mentre ›irdi e Parthi sono i luoghi dove Lui si è stabilito.” Questo solo per dimostrare quanto interesse manifestasse Swami, durante le Sue prime visite, verso i cantanti, correggendoli e guidandoli. Il dottor Devanathan ricorda un’altra esperienza: “Era l’anno1990. Io stavo cantando il bhajan ‘Sâî hamârâ ham sâî ke aisâ prema hamârâ’ a Abbortsbury, Chennai. Swami si muoveva in mezzo alla grande folla che era riunita quella mattina e io pensavo che il canto si fosse completamente perso nella confusione. Ma alla fine dei bhajan, mentre Swami riceveva l’ârati camminando verso di noi, fece un cenno al gruppo bhajan di avvicinarsi. Quando fummo vicini, Egli mi chiese di cantare nuovamente il bhajan. Lo ascoltò con molta pazienza e quindi disse: ‘Stai tagliando in tronco la parola hamârâ; dovresti cantare così: ‘Sâî hamârâ ham sâî ke aisâ prema hamârâaaaa.’ Il significato di questa frase è: ‘Noi siamo Tuoi, noi apparteniamo a Te’, e Swami ha voluto metterlo in rilievo. Ma la cosa non finì qui.

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Il mattino seguente, quando arrivò Swami, che si stava preparando per partire per Bangalore, i bhajan erano appena iniziati. Venne diritto verso di me e mi chiese di cantare ancora una volta lo stesso bhajan! Si mise davanti a me e mi guardò mentre cantavo l’intera canzone e alla fine disse: ‘Sì, è giusto.’ Solo allora se ne andò con un sorriso gentile sul viso.” Linee guida per i bhajan date da Swami Questo era il tipo di coinvolgimento che aveva Swami con i bhajan e il Gruppo bhajan di Sundaram. Di volta in volta, nelle numerose “interview” che ha concesso al Gruppo, Egli ha spiegato in dettaglio e chiaramente una serie di direttive riguardanti la conduzione dei bhajan. Quando vi esercitate, fatelo cantando a piena gola. Alla fine dei bhajan dovreste subito disperdervi. Non dovreste rivelare la vostra identità ad altri devoti. Questo costituirebbe una distrazione per loro. Assicuratevi che la gente torni a casa portando con sé la stessa vibrazione che c’era durante i bhajan. Mentre conducete un bhajan dovreste essere puri e buoni. A meno che non siate puri, a meno che non abbiate il cuore pieno di amore e di devozione, non potete aspettarvi che le vibrazioni fluiscano tra la folla che segue i bhajan! Mentre state cantando un bhajan, non pensate a ciò che dicono gli altri: restate fissi su di Me e su di Me soltanto. In questo modo potrete praticare bene e anche cantare bene. Ci fu anche un’interessante “interview” quando Swami insegnò ai membri del gruppo ciò che significa effettivamente comunicazione e in che modo i cantanti e i musicisti dovrebbero comunicare tra loro durante i bhajan. Il dottor Chandrasekhar, suonatore di tabla del gruppo, che era presente all’udienza, ricorda: “Penso che si trattasse dell’anno 1993. L’intero Gruppo bhajan di Sundaram fu chiamato in “interview”. Nella stanza delle “interview” Swami ci parlava di vari argomenti, quando improvvisamente ci chiese: “Che cos’è la comunicazione?” Poi, guardando me, disse: “Tabla, dimmi, che cos’è la comunicazione?” Io non sapevo che cosa rispondere, perchè fino allora aveva parlato di vari argomenti e mi chiedevo perchè improvvisamente volesse parlare di comunicazione. Allora Swami mi chiese di nuovo: “Pensi che quello che stai facendo sia ‘comunicare’?” Non avevo assolutamente idea di quello che dovevo rispondere, ed Egli continuò: “Senti, mentre canti, tu continui a gesticolare mostrando le mani; a che serve?” Dovete pensare che noi suonavamo i bhajan a Sundaram, durante la sessione del giovedì e della domenica, davanti alla foto e al trono di Baba. Ma Swami ci stava facendo queste domande a Brindavan. Infatti noi cantiamo a Sundaram dal 1984, e Swami nel 1993 mi chiese: “Che cosa fai quando gesticoli con le mani?” Beh, mentre suono le tabla metto in mostra le mani. Così dissi a Swami che quello era il modo di comunicare la µruti, ossia il tono. Egli mi rispose: “Ti sembra questo il modo corretto? Vedi, la comunicazione è questa: quando una formica ti pizzica il piede, immediatamente i nervi informano il cervello. Il cervello, a sua volta, invia un ordine alla mano, la quale rimuove la formica. Questo tipo di informazione va dal piede al cervello e dal cervello alla mano. Chi altro viene a conoscenza di questo fatto?” “Nessun altro”, risposi. 8

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Egli allora continuò: “La comunicazione dovrebbe essere fatta in questo modo. Quando tu passi una comunicazione a qualcuno, nessun altro devoto dovrebbe venirne a conoscenza. Quando la gente si siede per cantare i bhajan, ti guarda e osserva l’espressione del tuo viso, come muovi le mani. Quando vi riunite per fare le prove bhajan, scrivete su un pezzo di carta il nome di chi canta, che cosa canta e la tonalità in cui va eseguito il canto; quindi passate tra di voi questa informazione.” Questa è stata una rivelazione per tutto il nostro gruppo, non solo perchè ci stava insegnando il modo di comunicare durante le sessioni bhajan, ma anche perché ci stava indirettamente rivelando che Egli è sempre con noi a ogni sessione bhajan che viene eseguita a Sundaram. (continua) (Tratto da: www.radiosai.org)

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Discorso 14-04-2007

L’ACQUA È IL REGALO DI DIO ALL’UOMO Incarnazioni dell’Amore! Come ricordato dagli oratori che hanno appena parlato, Io ho procurato a Chennai acqua sia da bere sia per le colture, ma i lavori di riparazione del canale sono stati eseguiti soltanto fino al confine dell’Andhra Pradeµ. Questo lavoro non solo è stato eseguito senza alcuna difficoltà, ma è stato anche fatto talmente bene che non è andata sprecata neppure una goccia d’acqua. Dovete dipendere solo da Dio Così l’acqua del fiume K©¹²â arriva fino al confine del Tamil Nadu senza alcun problema né spreco, ma vi sono perdite dopo l’ingresso nel Tamil Nadu, in quanto quella porzione del canale non è stata riparata. Era previsto che questo lavoro venisse fatto dal Governo del Tamil Nadu, ma così non è stato fino ad oggi. La gente è logicamente preoccupata del fatto che il lavoro non sia stato completato, perciò ho deciso di assumerMi Io l’impegno di quest’opera. (Forte applauso). La parte del canale da riparare è lunga circa venticinque chilometri fino a Chennai e il costo è stimato intorno alle trenta o quaranta crore di rupie (300/400 milioni di rupie = circa 6,5 milioni di euro – N.d.T.). NON OCCORRE CHE DIPENDIATE DA QUALCUNO: BASTA CHE PREGHIATE DIO. EGLI PUÒ COMPIERE QUALSIASI IMPRESA . Molto presto completerò questo lavoro in modo che a tutta la popolazione di Chennai arrivi acqua. Tra poco invierò in loco gli ingegneri. Siccome nel canale, dalla parte che si trova nel territorio del Tamil Nadu, ci sono delle falle, molta acqua viene sprecata. Dopo che il lavo-

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ro di riparazione sarà stato ultimato, essa raggiungerà (il deposito di) Sathyamurthy Sagar in quantità adeguata. Così Sathyamurthy Sagar sarà pieno di acqua Sathya Sai (Forti e prolungati applausi). Farò Io questo lavoro che assicurerà a Chennai una fornitura permanente d’acqua. Tutti hanno pari diritti sull’acqua Sai può fare qualunque lavoro, anche quelli che nessun altro è capace di fare. La parte rimanente del canale sarà adeguatamente riparata, con pareti di cemento. Avete visto voi stessi quanta acqua venga dispersa al momento. L’acqua non è proprietà di nessuno: è proprietà di Dio. Le persone lottano le une contro le altre per l’acqua che, in realtà, è proprietà di Dio. Perciò esse non hanno il diritto di contendersela. L’ACQUA È IL DONO DI DIO ALL’UOMO E TUTTI HANNO PARI DIRITTI SU DI ESSA. Il nome di quest’anno è “Sarvajit”. Qual è il significato di “Sarvajit”? Significa “vittoria in tutti i campi”, ovvero negli affari, nell’agricoltura, nell’istruzione etc. Perciò usciremo vittoriosi anche nell’esecuzione di questo lavoro. Io lo porterò a termine, affinché d’ora in avanti non abbiate disagi. Sono pronto a spendere qualunque somma di denaro. I cinque elementi sono il dono di Dio e l’acqua è uno di questi. Essa è nelle Sue mani, perciò non avete bisogno di rivolgervi a nessun altro. Potete informare Karunanidhi che Io farò sicuramente questo lavoro. Comunicate questa buona notizia anche al popolo di Chennai in questo fausto anno di Sarvajit. Possiate voi tutti vivere una vita

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Discorso 14-04-2007 felice! CONTEMPLATE DIO COSTANTEMENTE: pura, godervi una buona salute e condurre QUESTA È LA VOSTRA PROTEZIONE TOTALE. una vita felice e piena di beatitudine senza COME PUÒ LA GENTE AVERE PROBLEMI SE HA alcun problema. Tutti voi, che siete venuti qui, dovete tornare a casa felici. Nella vita QUESTA SACRA PROTEZIONE? PERCHÉ AVER non vi mancherà niente. Io ho un grande PAURA SE IO SONO QUI? (Scroscianti apamore per Chennai. Dov’è Chennai e doplausi). In questo anno di Sarvajit, Io riempirò d’ac- v’è Puttaparthi? Qualcuno è forse venuto qua Sathyamurthy Sagar. Perciò, non pre- qui a pregarMi? No. Sai Stesso è venuto occupatevi e abbiate fede non solo nel fat- da voi e vi ha fornito l’acqua. Il Mio amore to che Dio vi procurerà cibo e acqua, ma per Chennai non può essere descritto a anche che vi proteggerà sotto ogni aspetto. parole. Possiate voi tutti godere di buona Oggi è il sacro giorno del Capodanno, un salute mangiando cibo sano e bevendo acgiorno importante sia per la gente del Kerala qua pura! sia per quella del Tamil Nadu, che godono in pieno della Mia grazia. (Lunghi e scroPraµânti Nilayam, 14 aprile 2007, Sai Kulwant Hall scianti applausi). D’ora in poi, non avrete Ricorrenza del Capodanno Tamil e di Viµu. più problemi. Prima, i bambini soffrivano di numerosi disturbi perché bevevano acqua inquinata. Ora potete bere quest’acqua (Tradotto dal testo inglese pubblicato su SANÂTANA SÂRATHI, maggio 2007)

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Il dottor G. Venkataraman ha fatto una prestigiosa carriera nel servizio pubblico e nella ricerca; è vicerettore dello ›rî Sathya Sai Institute of Higher Learning, ha servito nel Bhabha Atomic Research Centre a Mumbai e nell’Indira Gandhi Atomic Research Centre a Kalpakkam, è il Direttore Fondatore dell’ANURAG, che è una branca della Defence Research and Development Organization, e ha ricevuto i seguenti riconoscimenti dal Governo Indiano: Sir C. V. Raman Centenary Award, Indira Gandhi Award e Padma ›rî Award. Ha scritto vari libri tra cui “Journey into Light: Life and Science of C.V. Raman”. Attualmente insegna presso l’Istituto oltre a dirigere il Praµânti Digital Studio e Radio Sai.

Le 4 M Man (uomo), Money (denaro), Myth (mito), Morality (moralità)

Fede & Scienza

Professor G. Venkataraman (2° parte)

Il ruolo della sinergia Diciamo ora poche parole circa un nuovo concetto, detto sinergia, secondo il quale si mettono insieme molte capacità già disponibili per creare un nuovo prodotto. Negli anni addietro, le rivoluzioni tecnologiche venivano introdotte da nuove invenzioni; è così che Edison, Graham Bell e molti altri portarono l’innovazione. Al giorno d’oggi, a portare grandi cambiamenti è l’innovazione piuttosto che le nuove invenzioni. Il telefono cellulare ne è un ottimo esempio. Esso è il risultato di una domanda che qualcuno si è posto e cioè “perché non unire il telefono e la radio?” In effetti questo non è assolutamente un concetto nuovo in quanto i radiotelefoni erano già in uso durante la guerra con il nome di walkie-talkie. Più tardi la Motorola ne costruì di molto più piccoli che la polizia e gli addetti alla sicurezza cominciarono a usare su larga scala. L’uomo che inventò il telefono cellulare collegò tutto questo al centralino telefonico approfittando della miniaturizzazione ora possibile. Una volta inventati, i telefonini furono seguiti da un fiume di accessori al punto che oggi si può fare una fotografia digitale con uno di essi e spedirla all’altro capo del mondo. Ecco come funziona la sinergia nell’industria moderna. Di questi esempi ce ne sono a volontà; ciò che io sto cercando di evidenziare è che vengono creati in modo intelligente nuovi bisogni per promuovere sempre maggior consumo, in tal modo non solo espandendo, ma creando nuovi mercati. Il risultato netto di tutto questo è che l’intera sociologia della produzione, della distribuzione ecc. subisce costantemente dei cambiamenti; tutto questo influenza non solo l’intero sistema economico, ma anche il modo in cui la gente pensa e lavora come palesemente evidenziato da Internet. Questo è esattamente il punto in cui il condizionamento dell’opinione delle masse rientra nello scenario. La dinamica della distribuzione della ricchezza Fin qui ho parlato essenzialmente dell’uomo, della produzione di massa e del denaro, che è come dire della produzione di ricchezza o, per esprimerla nei termini del titolo di

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questo articolo, del rapporto tra uomo e denaro. La produzione è una cosa e la distribuzione un’altra; quest’ultima è governata dalle varie forze socio-economiche. Per esempio, l’acqua cade dal cielo come pioggia, ma ciò che accade dopo dipende essenzialmente dalla natura del terreno: in alcuni casi l’acqua si raccoglie in loco, mentre in altri scorre via. Le forze che governano la distribuzione della ricchezza sono interamente generate dall’uomo e proprio qui viene alla ribalta la manipolazione. Ciò che viene normalmente definito “creare un mercato” si ottiene sostanzialmente tramite la manipolazione della pubblica opinione e non soltanto dell’opinione del potenziale compratore, come accadeva in passato, ma oggi anche di quella dei governi, delle organizzazioni mondiali e della società tutta. Quindi, la manipolazione va ben al di là della vecchia cara pubblicità. Ne è esempio, nel campo dei trasporti, ciò di cui l’India ha estremo bisogno: buone strade e un buon sistema di trasporto pubblico. Al contrario, l’automobile ha fatto il suo ingresso in modo dirompente e, invece di risolvere il problema, ha compromesso ulteriormente la situazione con ingorghi, incidenti indesiderabili e, naturalmente, inquinamento. Non mi dilungherò sui dettagli, ma dovrebbe apparire ovvio che la produzione di massa è strettamente legata al condizionamento dell’opinione pubblica attraverso una pesante reclamizzazione ed è qui che il mito entra in scena. L’industria pubblicitaria attrae il meglio delle capacità creative e, utilizzando furbescamente la debolezza umana nei confronti del desiderio, porta milioni di compratori all’industria. Si racconta che i nazisti dicessero che una bugia ripetuta abbastanza spesso diventa verità! Gli esperti occidentali usavano citare spesso questo detto per screditare la propaganda nazista, ma dal dopoguerra l’industria fa esattamente questo su larga scala a notevole danno della società e dell’umanità. In breve, l’industria di oggi è essenzialmente produttrice di miti! Una particolare menzione per i mezzi di comunicazione, visto che questo è il primo strumento dei pubblicitari. In origine, il cosiddetto “quarto potere” rappresentava solo la carta stampata, come a questo ci si riferisce di solito, ma ora esso copre non solo il mondo della stampa cartacea, ma anche la radio, la televisione, Internet ecc. In pratica ogni Costituzione nel mondo fornisce certi sistemi di restrizioni alle agenzie collegate al governo e alle regole della legge, ma non lo fa con i mezzi di comunicazione di massa. Questi non accetteranno mai alcun controllo da parte di nessuno, affermando di conoscere il proprio mestiere, di sapere come regolarsi, che la gente ha diritto di sapere, che essi rispondono al popolo e solo al popolo ecc. I media hanno manipolato così intelligentemente tutti i settori della società da divenire più venerati della proverbiale Vacca Sacra. Commentando le recenti baruffe sui privilegi, tra l’Assemblea Legislativa e le Corti di Giustizia, V.R.Krishna Iyer, ex membro della Suprema Corte dell’India, scrive: “Noi non dobbiamo dimenticare ciò che disse Coolidge J. in Stockdale v/s Hansard e cioè che cadere nell’eccesso è proprio della natura del potere irresponsabile, particolarmente quando questo risiede nelle mani di un grande organismo.” I media non sono un grande organismo, ma indiscutibilmente qualcosa di potente in tutte le società e, specialmente nei Paesi ricchi e influenti, hanno una sorta di complicità con l’“establishment”. Usando la sua formidabile influenza, il sistema della comunicazione di massa condiziona l’opinione generale e opera un massiccio lavaggio del cervello accampando di essere sempre libero e corretto. Esso è diventato notevolmente autosufficiente e, disgraziatamente, anche piuttosto irresponsabile. In breve, esso è una delle fonti primarie di produzione di miti e di manipolazione

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dell’opinione pubblica, lavorando in una scellerata alleanza con il potere economico e dell’industria pubblicitaria. Fuga dal mito verso la moralità Arriviamo ora al punto focale. Vorrei cominciare con alcune osservazioni fatte di recente dal professor Indiresan, un ingegnere elettrico che ha servito per un periodo come direttore del prestigioso Indian Institute of Technology a Madras/Chennai, un intellettuale del più alto livello che attualmente commenta spesso il contesto indiano. Di recente, a seguito di una importante decisione della Suprema Corte dell’India, egli ha scritto: “Quando all’inizio apparvero i governanti, essi tolsero il potere al popolo e lo usarono presumibilmente per il popolo e per suo conto. In seguito, furono i governi eletti a farlo; furono in grado di esercitare il potere come l’individuo non era in grado di fare. Per dare un esempio estremo, se un individuo uccide una persona commette un crimine, commette un omicidio, mentre lo Stato può mettere a morte una persona del tutto legalmente. Naturalmente, tale cessione del potere allo Stato da parte dell’individuo è avvenuta con il comune consenso e, apparentemente, a beneficio della società intera. Questo è ciò che si intende per ‘consenso dei governati’, ma ci sono alcuni fattori di disturbo anche qui. Contemporaneamente, il filosofo David Hume fu incuriosito dalla ‘facilità con cui i molti sono governati dai pochi, l’implicita sottomissione con la quale l’uomo affida il proprio destino ai governanti’. Egli concluse che il governo è fondato sul controllo di opinione, un principio che ‘si applica ai governi più dispotici e militari come ai più liberi e popolari’.” Qual era il mio scopo nel citare quanto sopra? Semplicemente questo: all’inizio noi abbiamo consegnato il potere allo Stato in modo da poter essere governati, ma ora, complice l’abile produzione di miti, veniamo richiesti di cedere il potere a un complesso di interessi legalmente conferiti che insieme formano il superstato degli interessi commerciali globali. Come l’intellettuale americano William Appleman Williams ha scritto una volta, gli interessi commerciali odierni vogliono “il premio di un impero senza pagarne i costi e senza ammettere che sia un impero”. Il declino dell’autorità morale negli affari pubblici e l’incompletezza di ciò a cui spesso ci si riferisce come le regole della legge furono evidenziati dalle osservazioni fatte su un autorevole quotidiano indiano dopo che la Suprema Corte fu costretta ad assolvere una persona su base legale. La Corte dichiarò che, mentre il difensore poteva aver eluso l’ambito legale, la persona coinvolta era responsabile di fronte alla sua coscienza. Commentando questo, il giornale di cui parlo scrisse che si trattava di un caso di “completa assoluzione legale unita in gran parte a una enfatica riprovazione morale”, aggiungendo “la Suprema Corte riconosce che il codice di condotta non ha potere stabilito dalla legge, non può esser fatto osservare in un tribunale né può essere interpretato quale imposizione di una proibizione legale…..”. Queste osservazioni puntualizzano la crisi fondamentale dei tempi moderni. Gandhi diceva spesso che, come fermamente crediamo in questo Paese da migliaia di anni, c’è una Legge Morale che governa l’universo e ora la più alta Corte dell’India, Paese che Swami proclama essere il Dharma Bhûmi o la Terra del Dharma, dice che la Legge Morale è cosa che appartiene al rapporto tra la persona e la sua coscienza e che ha poco a che fare

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con le leggi del Paese. Ora, la questione fondamentale è: qual è superiore, la Legge Morale o la Legge approvata dall’Assemblea Legislativa, dagli Organismi Internazionali che sono in collusione con gli interessi commerciali globali, e così via? Spinto dall’ingordigia e dalla brama di fare denaro senza scrupoli, l’uomo ha cominciato a ingoiare miti enormi e ha creato leggi che gli permettono di defilarsi dalla moralità. Come osserva il filosofo francese Jacques Saurin, al giorno d’oggi “la legge permette ciò che l’onore vieta”. L’onore premia il dovere e le responsabilità, mentre oggi, come Swami spesso ripete, vengono invariabilmente prima i diritti e poi i doveri, quando vengono. Ciò che voglio affermare non è certo accademico né molto originale; le persone intelligenti di tutto il mondo conoscono tutto ciò di cui sto parlando, e forse molto di più, ma pochi gridano all’infamia. Questo è in realtà il mio punto di vista. Io affermo che questo è il tempo in cui gli intellettuali devono parlare chiaro e forte; rimanere in silenzio ben sapendo ciò che sta accadendo sarebbe imperdonabile come il silenzio di Bhî¹ma durante l’umiliazione pubblica di Draupadî. Io credo davvero che questa sia una delle lezioni fondamentali che il Mahâbhârata ci insegna e cioè che coloro che sanno devono essere i guardiani della Coscienza nella società e non devono rimanere in silenzio quando c’è crisi morale. Swami dice che non si può fare un monticello senza scavare un pozzo; sì, se alcuni sono molto ricchi è perché altri sono stati sfruttati brutalmente e spietatamente ridotti in estrema povertà. Molti possono contestarmi e argomentare che l’industria dei computer, per esempio, non può essere accusata di generare povertà. Sì, a livello locale può apparire che non vi sia connessione tra accumulo di ricchezza e riduzione in povertà, ma, a livello macroscopico, la produzione di ricchezza non è mai altruistica e provoca invariabilmente vari tipi di sfruttamento, alcuni molto evidenti e altri subdoli, che si realizzano attraverso sequenze non visibili. Tutto questo viene realizzato attraverso le cosiddette forze di mercato che, con la complicità dei mezzi di informazione di massa, hanno perfezionato l’arte dell’inganno di massa tramite la produzione di miti di massa, cioè dicendo che l’ingordigia è bene, che l’essere ricchi è importante, che le forze di mercato sono positive per la società e devono quindi fare il loro giuoco anche se alcuni sono costretti a morire di fame, e così via. Raanan Weitz dice: “L’umanità condivide un solo pianeta, ma su questo ci sono due mondi: il mondo dei ricchi e il mondo dei poveri.” Non illudiamoci con il credere che questi due mondi possano coesistere pacificamente; come dice l’ex Presidente del Federal Reserve Board d’America, Alan Greenspan, “non si può avere un’isola di prosperità in mezzo a un grande oceano di povertà”. Un cardinale dell’Onduras pone la questione in modo più pungente come ho sentito in una intervista trasmessa dalla BBC; egli dice che le tre più pericolose armi di distruzione di massa sono: la povertà, la corruzione e la grave ingiustizia sociale. Siamo così ciechi da non poter evidenziare ciò che produce queste armi? Dov’è il problema? Swami ci dà una risposta chiara. Negli anni precedenti, Bhagavân Baba veniva spesso al College a tenere Discorsi privati agli studenti, specialmente alla Scuola Commerciale; in una di queste occasioni, molti anni fa, Egli disse: “Oggi le industrie sono in declino a causa dell’eccessivo risalto che danno alla finanza e all’economia. Esse godono di troppa libertà e, conseguentemente, hanno perduto tutto il senso di moralità, di etica ed equilibrio. In effetti le civiltà di tutto il mondo sono in declino perché la moralità è

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in declino; è per questo che le relazioni tra uomo e uomo, tra uomo e società, tra uomo e natura, stanno tutte degenerando. Tutte queste malattie sono la conseguenza dell’erosione dei valori morali ed etici. In ogni campo, economico o accademico, i valori spirituali sono importanti. Anche gli affari e l’amministrazione devono avere le loro radici nella spiritualità. Una persona priva di fondamento spirituale non può essere considerata un vero essere umano. Il declino delle istituzioni sociali non è altro che una conseguenza naturale del declino generale dei valori etici, morali e spirituali.” Vista la situazione piuttosto triste di oggi, potreste pensare che tutto sia perduto e non vi sia speranza. Niente affatto: c’è sicuramente speranza perché esiste qualcosa di più grande dell’oro e delle armi messi assieme e quel qualcosa è Dio. Noi dobbiamo solamente tornare alla strada morale nella vita individuale e collettiva. Questo, e solo questo, è il modo per realizzare il Râma Râjya (il Regno di Râma) come Gandhi ha detto chiaramente tempo fa. Come Swami spesso ci ricorda, gli antichi in India seguivano rigorosamente un codice di condotta in quattro punti; questa regola, chiamata Puru¹ârtha, fu distillata in quattro parole “Dharma, Artha, Kâma e Mok¹a” e cioè Rettitudine, ricerca della ricchezza, desideri e Liberazione. Gli antichi dell’India dichiararono: “L’uomo può aspirare alla ricchezza e avere dei desideri, ma questo deve essere limitato dalla rettitudine da una parte e dalla brama di Dio dall’altra e cioè da Dharma e Mok¹a.” Se vive entro questi confini, la vita dell’individuo sarà equilibrata e armoniosa; se l’individuo aderisce strettamente ai Principi Morali, la moralità prevale automaticamente nella società e, quando questo accade, si realizza il Râma Râjya, la frase indiana che sta per “Utopia”. Come Swami spesso ci ricorda, gli antichi dell’India seguivano rigorosamente un codice di condotta in quattro punti che Egli espone in modo del tutto chiaro e netto. Egli dice che, per prima cosa, noi dobbiamo avere Amore per Dio seguito dal timore del peccato. Se questi due sono presenti, la moralità nella società segue automaticamente e, se c’è moralità nella società, la maggior parte dei nostri problemi attuali scompare. Il genere umano ha fin qui tentato ogni possibile tipo di sistema economico e politico; tutti hanno infine fallito perché in ogni singolo caso l’ingordigia ha divorato coloro che proponevano quel credo particolare. Ciò che ci occorre non è un qualsiasi nuovo “ismo” o un qualunque nuovo ordine economico, ma un ritorno ai Valori Umani fondamentali che Swami sostiene continuamente. Il denaro e i miti, quale magia del regime di mercato, alla lunga non funzionano; solo la moralità funziona. Io la penso così; siete d’accordo?

(Tradotto dal testo pubblicato da: www.radiosai.org - Gruppo Heart2Heart)

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Il pane dell’anima è l’Amore

Favole & Poesie

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni. Però, ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla di qualunque tela di ragno. Dietro ogni linea d’arrivo c’è una linea di partenza. Dietro ogni successo c’è un’altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite. Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te. Fai in modo che, invece che compassione, ti portino rispetto. Quando, a causa degli anni, non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Però, non trattenerti e non fermarti mai! Madre Teresa di Calcutta

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Discorso 05-12-2006

BUONI INSEGNANTI FANNO BUONI STUDENTI “L’educazione moderna prepara l’uomo solo a riempirsi lo stomaco, non lo aiuta a perseguire la Rettitudine. A che serve ottenere un’educazione come questa? Ascoltate, o valorosi figli di Bhârat!” Cari insegnanti! Siete venuti fin qui da ›rîkakulam, il cui nome comincia con “›rî”, che significa “Splendore” e “Nobiltà”. ›rî non è una parola comune: essa denota grande prestigio. Si usa con i nomi delle anime nobili come ›rî Râmak©¹²a Paramaha¼sa. Inculcare nei bambini pensieri spirituali Tutti coloro che sono arrivati da ›rîkakulam sono grandi devoti. Non sono diventati tali solo ora: sono stati ardenti devoti fin dall’inizio. Essi tutti, uomini, donne, bambini e anziani, vivono il Principio divino in pensieri, parole e azioni e ne ricevono gioia. Gli insegnanti che sono giunti da ›rîkakulam in questo sacro luogo sono molto, molto fortunati. Un Paese progredisce proprio grazie a insegnanti simili. MOLTO, TUTTAVIA, IN UN PAESE, DIPENDE DALLA CONDOTTA DEGLI STUDENTI; QUELLI DOTATI DI CAPACITÀ E SAPIENZA POSSONO ALIMENTARNE IL BENESSERE E IL PROGRESSO. ESSI DOVREBBERO POSSEDERE PENSIERI PURI E CUORE TENERO. Sono gli insegnanti come voi che preparano studenti come questi. Se gli insegnanti sono buoni, lo saranno pure i loro alunni. Se gli insegnanti avranno purezza di pensiero e parola, anche gli studenti saranno pieni di sentimenti puri, teneri ed elevati. Incarnazioni dell’Amore! Mother Sai luglio - agosto 2007

Non dovreste impartire ai bambini un’istruzione solo terrena, mondana, ma informarli altresì a una conoscenza morale, etica e spirituale. Suscitate in essi fiducia in sé. Qualunque cosa si possieda, sarà di poco conto se non esiste fiducia in se stessi. Come prima cosa dovreste inculcare negli studenti un modo di pensare spirituale. Pensiero spirituale significa contemplazione di Dio. Quindi, stimolate nel cuore dei giovani pensieri di contemplazione di Dio: allora i loro sentimenti diventeranno puri, saldi e altruistici. Oggi, nel mondo, ovunque si guardi, la gente ha smania di denaro. Che cosa può fare il denaro per noi? Può forse cancellare le lacrime di dolore? No, nient’affatto. Il denaro serve solo alla vanagloria e non può portare felicità autentica. Essa si ottiene solo con la Retta Condotta, il Sacrificio e l’Amore. Da dove proviene il Dharma (la Rettitudine)? Satyannâsti paro dharmah Non c’è Dharma più grande dell’aderenza alla Verità. Non può esservi Dharma senza Satya (Verità). Vivete, pertanto, facendo affidamento su Satya e Dharma. Perché siamo venuti al mondo? Non semplicemente per mangiare, bere e dormire. Il Signore K©¹²a dichiara:

Mamaivâ¼µo jîvaloke jîvabhûta sanâtanah “L’eterno Âtma, in tutti gli esseri, è parte della Mia Essenza”. Ogni essere è un aspetto della Divinità; 17

Discorso 05-12-2006 quindi, voi tutti siete Incarnazioni del Divi- avere un futuro luminoso. Se nei bambini no. L’Amore è la vostra vera natura. Es- seminate i semi di Satya (Verità), Dharma sendo stati benedetti da una nascita come (Rettitudine), ›ânti (Pace), Prema (Amoesseri umani, dovreste vivere in purezza di re) e Ahi¼sâ (Non violenza), essi condurpensieri e azioni; solo in tal caso il Paese ranno sul retto cammino non solo questo potrà fare progressi. In caso contrario, tut- Paese, ma il mondo intero. Quando l’interte le vostre pratiche spirituali, come yajña, ruttore centrale viene acceso, si accendeyâga (riti sacrificali) e tapas (penitenze) ranno tutte le lampadine. Allo stesso modo, saranno tanto inutili quanto lo è versare allorché si accende l’interruttore centrale acqua di rose su di un mucchio di cenere. di bhakti (la devozione), essa diffonderà la Il cuore degli studenti è puro e sacro: semi- propria sacra luce in tutti i Paesi. natevi i semi dell’Amore ed essi divente- Devozione non significa solo cantare i ranno alberi giganteschi che produrranno i bhajan al ritmo dei cimbali; devozione sifrutti della Pace e della Rettitudine. gnifica Amore per Dio. Quando sviluppate questo Amore, tutti i vostri sforzi diventano Fare degli studenti luminosi esempi sacri. Non solo, anche la vostra vita e la di bontà vostra nascita come esseri umani ne sarà L’uomo moderno è assediato da tante pre- santificata. Voi siete nati dall’Amore, siete occupazioni. Non si può andare avanti nel- sorretti dall’Amore e, alla fine, vi fonderela vita se si è impantanati nelle preoccupa- te nell’Amore. Insegnate ai bambini ad alizioni. mentare sentimenti teneri e a parlare dolcemente. Non insegnate mai loro a pronunNascere è una preoccupazione, ciare parole dure e riempite la loro vita essere sulla terra è una preoccupazione. d’Amore e Rettitudine: allora il mondo inIl mondo è causa di preoccupazione tero risplenderà intensamente. Come una e lo è anche la morte. lampadina diffonde luce all’intorno, così la Tutta l’infanzia è una preoccupazione, luce della loro retta condotta farà risplencome pure la vecchiaia. dere il mondo. La vita è una preoccupazione, Cari insegnanti! l’insuccesso è una preoccupazione. Fate ogni sforzo per inculcare nei bambini Tutte le azioni e le difficoltà la bontà a dispetto di ogni difficoltà e procausano preoccupazione blema che incontrerete: questo è il vostro e anche la felicità dovere primario. NON I CAPI POLITICI, MA è una misteriosa preoccupazione. GLI INSEGNANTI SONO I VERI CAPI DEL PAESolo la devozione per Swami SE. SOLO GLI INSEGNANTI POSSONO RENDERE metterà fine a ogni vostra preoccupazione. BUONI I BAMBINI: SENZA BUONI INSEGNANTI, O gente! Alimentate tali devozione e amore. CI SAREBBE CAOS OVUNQUE. ESSI DEVONO AVERE FORTE INTERESSE PER IL BENESSERE

Non date mai libertà d’azione alle preoccupazioni e vivete un’esistenza pienamente felice. L’AMORE PER SWAMI È LA PANACEA PER OGNI VOSTRA PREOCCUPAZIONE. Inculcate nei bambini buone qualità, in modo che essi possano progredire nella vita e 18

DEGLI STUDENTI.

Fate di loro fulgidi esempi, in modo che la luce della loro bontà si diffonda in ogni strada e villaggio, dando gioia a tutti. Le persone dei giorni nostri soffrono di molti tipi di problemi; dovreste cercare di alleviare le Mother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 05-12-2006 loro sofferenze esortandole a meditare sul ma. Nello stesso modo, egli tirò consecutiNome di Dio. Potranno essere subissate da vamente una freccia dietro l’altra, fece innumerevoli preoccupazioni, ma il loro cuo- come se la sequela di frecce fosse una fune re si rallegrerà nel momento in cui il Nome e tirò fuori la palla. L’insegnante dovrebbe, divino penetrerà nelle loro orecchie. in modo analogo, stimolare le capacità e la forza nei bambini e insegnare loro nobili ideEsempio degli insegnanti come guida ali: solo allora essi potranno elevarsi nella per gli studenti vita e provare gioia. La felicità dei bambini Cari insegnanti! è la fonte di sostentamento del mondo: la Siete tutti molto fortunati. Fate il migliore loro Ânanda (Gioia) è, a tutti gli effetti, il uso della fortuna da cui siete stati benedet- suo âhâra (cibo). ti. Approfittate di una simile fortuna e ren- A CHE SERVONO GLI ALTRI CIBI SE MANCA IL detene tutti partecipi. Dividendola con tutti, CIBO DELLA GIOIA AUTENTICA? godrete delle messi della beatitudine. L’IN- MANGIARE, BERE, CAMMINARE, DORMIRE E, SEGNAMENTO È UNA PROFESSIONE NOBILE. GLI INFINE, MORIRE: SONO QUESTI L’ESSENZA E IL INSEGNANTI SONO LE GUIDE DEL MONDO; ESSO FINE DELLA VITA UMANA? Essa è molto grande e nobile, e noi dovremNON PUÒ ESISTERE SENZA DI LORO. Ci sono stati molti grandi Maha©¹i (saggi), mo riempirci il cuore di sentimenti sacri, come Vaµi¹ºa, Viµvâmitra, Jamadagni, e adeguandoci all’elevatezza della nostra nagrandi precettori come Dro²âcârya, scita come esseri umani.Essendo insegnanK©pâcârya e Bhî¹mâcârya, che con il loro ti, voi, per primi, dovreste coltivare buone esempio crearono degli ideali per tutto il abitudini e vivere in modo esemplare. Nel mondo. Essi, infatti, furono veri âcârya momento in cui un insegnante ha il vizio del (precettori). Se diventerete come loro, po- fumo, come può dire agli studenti di non trete cancellare ogni male dalla faccia del- fumare? È solo quando gli insegnanti coltila terra. Dro²âcârya fu il precettore dei vano buone abitudini e un buon comportaKaurava e dei PⲬava, Una volta, men- mento che gli studenti possono emularne tre durante la loro fanciullezza i Kaurava e l’esempio e darsi da fare per il benessere e i PⲬava stavano giocando con una palla, il progresso del Paese. Anche se dovrete questa cadde in un pozzo che si trovava nei affrontare numerose difficoltà, non receparaggi. I bambini cercarono in tutti i modi dete mai dal fermo proposito di plasmare di tirarla fuori. In quel preciso istante, gli studenti in persone esemplari. Queste Dro²âcârya, assieme alla moglie e al fi- sono le prerogative del vero insegnante. glio, stava passando da quelle parti e, avvi- Sono molto felice che tanti insegnanti siano cinatosi ai bambini che erano tutti attorno venuti da ›rîkakulam. Qualunque cosa al pozzo, chiese: “Cari bambini, che succe- buona conosciate, dovrete voi per primi de? Che cosa ci fate attorno al pozzo in metterla in pratica e successivamente inquesto modo? Che cos’è accaduto?” I bam- segnarla ai bambini. bini risposero: “Swami, ci è caduta la palla Vi benedico tutti e termino il Mio Discorso. nel pozzo!” “Non preoccupatevene assoPraµânti Nilayam, 5 dicembre 2006, lutamente. Ve la tirerò fuori io.” Ciò detto, Sai Kulwant Hall Dro²âcârya prese una freccia e la scagliò Congresso degli Insegnanti di ›rîkakulam contro la palla, colpendola; poi scoccò un’altra freccia che andò a conficcarsi nella pri(Tradotto da SANÂTANA SÂRATHI, gennaio 2007) Mother Sai luglio - agosto 2007

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Un impegno a tuttotondo

News

Hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione del canale Kandaleru-Pundi In seguito alla promessa fatta poco tempo fa da ›rî Sathya Sai Baba, in occasione del Capodanno Tamil, la Fondazione “›rî Sathya Sai Sevâ” ieri ha cominciato i lavori di ristrutturazione del canale Kandaleru-Pundi, per facilitare un transito rapido e sicuro all’acqua diretta a Chennai. Tali lavori hanno avuto inizio nel villaggio di Âtarambakkam, nel distretto di Tiruvallur, con una Bhûmi Pûjâ (una Pûjâ alla Terra) eseguita alla presenza dei funzionari del Governo e dei rappresentanti della Fondazione “Sathya Sai Sevâ”. Erano anche presenti il signor Govindarajan, ingegnere capo del Dipartimento Lavori Pubblici, e Kondal Rao, ex Ingegnere Capo del Dipartimento Lavori Idrici dell’Andhra Pradeµ e rappresentante della Fondazione. I lavori di ristrutturazione delle tubazioni cominceranno al confine del Tamil Nadu e arriveranno fino al lago Pundi, vicino a Chennai. Il tratto da riparare è lungo 25 chilometri e si estende dai pressi di Uthukottai fino al Satyamurti Sagar, grande bacino d’acqua, denominato popolarmente “lago Pundi”. Tutto il lavoro dovrebbe essere portato a termine entro il prossimo anno. Si cercherà in tutti i modi di far sì che i lavori non influiscano negativamente sul flusso idrico nei mesi di luglio e agosto. È necessario ricordare che il progetto, ideato per assicurare l’approvvigionamento d’acqua potabile a Chennai, era stato concepito e messo in atto nei primi anni ’80, ma non si era riusciti a fornire acqua sufficiente, e anche quella poca che era arrivata non aveva mai raggiunto Chennai a causa dell’assenza di tubazioni integre. A tal riguardo, ›rî Sathya Sai Baba, con un nobile gesto rivolto alla popolazione di Chennai, aveva ristrutturato le tubazioni dalla diga di Kandaleru nell’Andhra Pradeµ fino al confine del Tamil Nadu, affrontando una spesa di 200 crore di rupie (circa 33 milioni di euro). In seguito a ciò, l’acqua da Kandaleru aveva raggiunto il confine con il Tamil Nadu in soli cinque giorni. (Sathya Sai Baba ha dichiarato che le autorità del Tamil Nadu avevano assicurato che avrebbero provveduto a riparare le tubazioni entro il loro Stato, ma così non è avvenuito - N.d.T). Però, Chennai non ha mai potuto usufruire dell’acqua che arrivava al confine, perché le tubazioni che dovevano portarla al lago Pundi erano in condizioni disastrose. In risposta a un appello del Primo Ministro Karunanidhi, Sai Baba aveva promesso di ristrutturare totalmente le tubazioni anche nel territorio del Tamil Nadu... e i lavori sono già iniziati. (Da un articolo apparso il 15 maggio 2007 sul “Newstoday”)

Addio al mondo ai Piedi del Sadguru Sai Gita, l’elefante di Swami, è deceduta la sera del 22 maggio. Ieri mattina Swami è uscito per il darµan alle ore 7,30, ma, dopo un giro completo del Sai Kulwant Hall, si è fatto condurre direttamente alla nuova stalla di Sai Gita.

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Swami era in lacrime e molti devoti attorno a Lui hanno cominciato a piangere. Anche Pedda Reddy, che si è preso cura di Sai Gita per tutti questi anni, piangeva. Swami le ha applicato della vibhûti sulla proboscide e l’ha poi guardata per qualche tempo, visibilmente molto commosso. Sono trascorsi esattamente sei mesi da quando è stata inaugurata la nuova stalla: dal 22 novembre 2006 al 22 maggio 2007. La nuova stalla di Sai Gita è diventata il suo monumento. Tutti si erano chiesti per quale motivo Swami fosse tornato nel pieno caldo di maggio a Puttaparthi direttamente da Kodaikanal, dato che si trattava di una cosa piuttosto inconsueta. Ora abbiamo la risposta: per Sai Gita. (Tratto dalla ML del CCSSI)

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Discorso 27-05-2006

VERITÀ E RETTITUDINE, I VALORI DA SEGUIRE FIN DA GIOVANI

“Tutti i nomi e le forme sono manifestazioni dell’Essere Supremo che è l’Incarnazione della Pace e della Prosperità. Egli è Essenza, Coscienza e Beatitudine assolute e non duali. Egli è Satya¼, ›iva¼, Sundara¼ (Verità, Bontà, Bellezza).” Esistono quattro entità: vya¹ºi, sama¹ºi, s©¹ºi e Parame¹ºi (l’individuo, la società, la creazione e il Creatore). S©¹ºi emerge da Parame¹ºi, sama¹ºi è parte di s©¹ºi e vya¹ºi è parte di sama¹ºi. Il fondamento della creazione Essendone parte, l’individuo dovrebbe servire la società. Infatti, il servizio sociale è il dovere più importante dell’uomo: esso può dotarlo di Potere divino. IL SERVIZIO ALLA SOCIETÀ E, IN VERITÀ, SERVIZIO AL DIVINO. A favore di chi è l’esistenza umana? Essa è a favore della società. Analogamente, la società esiste a vantaggio della creazione; ciò è il fondamento dell’intera creazione che, a sua volta, è la manifestazione di Dio. In essa, l’uomo ricopre una posizione unica, ma a che serve se egli si comporta come le bestie e gli uccelli? La Divinità è immanente in ogni essere. La stessa Verità fu proclamata nella Bhagavad Gîtâ dal Signore K©¹²a con queste parole:

Mamaivâ¼µo jîvaloke jîvabhûta sanâtanah “L’eterno Âtma, presente in tutti gli esseri, è parte della Mia Essenza”.

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Dato che ogni essere è parte del Divino, tutti dovrebbero essere rispettati, amati e adorati. Non si dovrebbe odiare nessuno, né creare distanze gli uni dagli altri. Come ogni parte del corpo forma un organismo, allo stesso modo tutti gli esseri sono come le varie membra di Dio. Quando ci si ferisce a una gamba, è l’occhio a versare lacrime. FRA DIO E TUTTI GLI ESSERI ESISTE LO STESSO TIPO DI INTIMA RELAZIONE CHE C’È FRA LE VARIE MEMBRA DEL CORPO. Potreste domandarvi perché l’uomo debba fronteggiare problemi e difficoltà quando gode di un’intima relazione con Dio. Dio è essenzialmente l’Espressione dell’Immortalità e della Beatitudine. Egli non è l’artefice delle difficoltà e dei problemi di nessuno. Alcuni credono che Dio ne sia la causa, ma questo è un grosso errore. Tutti i vostri problemi sono il risultato delle vostre azioni; non è Dio a causarli. Ognuno deve fronteggiare le conseguenze delle sue azioni, chiunque egli sia. Nessuno può sapere che cosa gli prospetti il futuro. Una cosa però è certa: ognuno dovrà raccogliere le conseguenze delle sue azioni. Gioia e dolore sono il riflesso delle nostre azioni; essi non sono causati da altri. È un grave errore accusare gli altri dei nostri dolori. Tutto, a questo mondo, è reazione, riflesso e risonanza; ogni persona ne è il testimone.

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Discorso 27-05-2006 Acquisire l’istruzione che conduce alla conoscenza del Sé Solo i giovani possono proteggere il mondo. SONO I GIOVANI E SOLTANTO I GIOVANI A POTER RIMETTERE IN SESTO IL MONDO. Nessuna nazione può reggersi senza i giovani. Talvolta, gli anziani ne sottovalutano le capacità pensando che siano inesperti e immaturi; invece i giovani sono dotati di immensa forza. Se prendono una ferma decisione, sono in grado di ottenere qualunque cosa. Se mettono in atto la loro energia, possono portare il Paese all’emancipazione: ciò non richiede alcuna istruzione. Che cos’è l’educazione? Educazione significa Vidyâ, che connota la Conoscenza del Sé. Questo è il fondamento di tutto. Oggigiorno, gli studenti acquisiscono solo la conoscenza appresa sui libri. UN UOMO DIVENTA FORSE “EDUCATO” SOLO OTTENENDO UN TITOLO UNIVERSITARIO? PUÒ FORSE ESSER DEFINITA “EDUCATA” UNA PERSONA CHE MANCHI DI SAGGEZZA E NON COMPIA AZIONI RETTE?

L’ISTRUZIONE CHE NON CONFERISCE SAGGEZZA NON È AFFATTO EDUCAZIONE; È SOLO CONOSCENZA MONDANA E LIBRESCA. I giovani moderni anelano a questo tipo di educazione. Per ottenerla, essi vanno in Paesi stranieri come Germania, Giappone e America. L’istruzione che non c’è qui in Bhârat (India), non c’è da nessun’altra parte. Yanna bhârate tanna bhârata Ciò che non si trova in India, non è presente da nessun’altra parte. Alcune persone hanno l’erronea convinzione che l’istruzione acquisita all’estero sia più prestigiosa. Infatti, molti di coloro che lì la ricevono, ritornano con cattive qualità, pensieri malevoli e abitudini negative. In India, gli studenti ricevono un’educazione sacra: essa comincia con il pensiero rivolto a Dio. Mother Sai luglio - agosto 2007

In India, anche un autista illetterato china la testa davanti al proprio volante con atteggiamento deferente prima di mettere in moto il proprio veicolo. La stessa cosa fa un musicista allorché, prima di mettersi a suonare, rende umilmente omaggio al proprio strumento musicale chinando il capo dinnanzi a esso. INFATTI, IN INDIA, OGNI TIPO DI APPRENDISTATO HA INIZIO CON IL NOME DI DIO E UNA PREGHIERA CHE GLI SI RIVOLGE, E OGNI ATTIVITÀ VIENE EFFETTUATA, SENZA ARTIFICIALITÀ E OSTENTAZIONE, COME OFFERTA A DIO. Coloro che studiano all’estero, tornano con prestigiosi titoli di studio. Di che titoli si tratta? Sono solo pezzi di carta. Essi non affermano l’essenza dell’istruzione. Gli studenti di Bhârat hanno un cuore puro e sacro. Io Mi sento felicissimo quando vedo gli studenti indiani: sui loro volti è possibile vedere riflessa la bontà del tipo d’istruzione ricevuta. I Bhâratîya (gli Indiani) non sono in alcun modo mediocri: essi sono dotati di immensa sacralità. Ogni individuo, in India, è intriso di sentimenti divini. Dimentichi di questa sacra educazione, le persone odierne perseguono un’istruzione mondana e materialistica. Oggi, è facile subire l’influenza di oggetti come calcolatrici e computer. Essi sono semplici yantra (macchine), che non reggono affatto il confronto con mantra (le formule sacre). Il vero mantra è il Nome di Dio, che dona immensa beatitudine. I Bhâratîya non riescono a comprendere questa verità a causa della loro illusione. Il loro cuore, però, è molto sacro. Bhârat, terra di sacrificio Al giorno d’oggi, la gente si sta rovinando per la smania di beni mondani e materiali. Persino coloro che hanno responsabilità governative stanno seguendo il sentiero sbagliato. Essi vogliono che, nel Paese, sia 23

Discorso 27-05-2006 incentivata solo l’istruzione mondana, e parlano di scienza e tecnologia. Che cos’è la tecnologia? È solo “scienza dell’inganno” (trick-knowledge). Essi affermano che è tecnologia, ma ciò che fanno è “scienza dell’inganno”. Molte persone, in India, indulgono in affari loschi: truffano gli altri e fanno loro delle ingiustizie. Nessun Indiano dovrebbe dedicarsi a un simile genere di affari. Tutti dovrebbero nutrire sentimenti divini nel proprio cuore e ogni azione dovrebbe esser compiuta per compiacere Dio. SE COMINCIATE OGNI VOSTRA ATTIVITÀ CON UNA PREGHIERA A DIO, È CERTO CHE LA RICOMPENSA CHE NE TRARRETE SARÀ LA BEATITUDINE. Oggi se, ad esempio, si invita un musicista a cantare canti devozionali, egli chiederà: “Quanto mi date come compenso?” Così facendo, le nostre attività hanno tutte preso una direzione affaristica. Anche il cibo e le bevande sono diventati un grosso affare. La sacra terra di Bhârat è annapûr²â k¹etra (terra dell’abbondanza). È sua tradizione offrire gratuitamente cibo a ogni persona affamata e acqua a ogni persona assetata. Ai giorni nostri, pare che tale sacra tradizione sia scomparsa. IMITANDO LA CULTURA OCCIDENTALE, GLI INDIANI STANNO GETTANDO DISCREDITO SUL BUON NOME DELL’INDIA, CHE È TERRA DI GRANDE CULTURA. Per quanto concerne la sacralità della cultura, c’è forse qualche altro Paese che possa reggere il confronto? Essendo nati in questo sacro suolo indiano, dovremmo vivere da veri Bhâratîya. L’India, che è nota per tyâga (il senso di sacrificio), si sta trasformando in una terra di bhoga (il piacere legato ai sensi), volendo scriteriatamente imitare la cultura occidentale. Ecco perché oggi l’India sta affrontando tanti problemi. Ciò che occorre al Paese non è bhoga, ma tyâga. Pensate al grande sacrificio che 24

fece Sakkubai rinunciando a tutto per amore di Dio. Na karmana na prajayâ dha²ena tyâgena ekena am©tatvamânasuh L’immortalità non può essere ottenuta con le opere rituali, la nascita o le ricchezze, ma solo col sacrificio e la rinuncia. IL DENARO È ALLA RADICE DI MOLTI MALI ED È ALL’ORIGINE DI MOLTE AZIONI IMMORALI.

Oggi, la priorità assoluta della gente danarosa è di mandare i figli a studiare all’estero. Anche gli anziani incoraggiano i giovani ad andare in Paesi stranieri allo scopo di far soldi. Troppo denaro conduce sul sentiero dell’iniquità. Il denaro va e viene; la moralità viene e cresce. Quindi, dobbiamo alimentarla. Satya (la Verità) e Dharma (la Rettitudine) sono il fondamento vero e proprio di Bhârat. Questo è ciò che dobbiamo diffondere. Gli Indiani dovrebbero considerare l’aderenza alla Verità il Dharma supremo. Nella vita umana, Satya e Dharma sono estremamente importanti e i giovani dovrebbero aderirvi strettamente. C HE COS ’ È SATYA? È L’ARMONIA FRA PENSIERO, PAROLA E AZIONE . Q UANDO QUESTI TRE SONO IN SINTONIA, SATYA È PRESENTE. La gente dice qualcosa da una tribuna, ha in mente una cosa diversa e agisce in maniera totalmente differente da quanto ha affermato e pensato: questo è il peggiore dei peccati. Il servizio sociale è segno di nobiltà Incarnazioni dell’Amore! La vostra vera forma è l’Amore. È l’Amore a proteggere il mondo intero. I cinque elementi, che costituiscono l’universo, sono basati sull’Amore. L’UNIVERSO NASCE SOLO Mother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 27-05-2006 ALLORCHÉ L’AMORE SI COMBINA CON I CINQUE ELEMENTI. OGGIGIORNO, PERÒ, L’AMORE NON SI VEDE DA NESSUNA PARTE; ESSO MANCA PERFINO TRA MADRE E FIGLIO.

Che cos’è successo a questo Amore? Noi lo barattiamo col denaro. Quando il denaro si perde, nulla è perso. Invece di riporre fede nel denaro, bisogna aver più fede nell’Amore e alimentare relazioni d’Amore reciproco con gli altri. Quando intrattenete questo tipo di rapporto imperniato sull’Amore, esso si svilupperà sempre di più, e solo allora si sarà in grado di amare tutti. Non seguite elementi di separazione del tipo “il tal dei tali è mio e il tal altro è di qualcun altro”. Alimentate il sentimento di appartenere a tutti, e che tutti vi appartengono. Tutti sono figli della stessa madre e, come tali, dovrebbero vivere come fratelli e sorelle. Possono esserci delle divergenze, ma sono momentanee; esse arriveranno e se ne andranno come nuvole passeggere. L’unica cosa permanente ed eterna è l’Amore. Non c’è nulla di grande nell’acquisire un’istruzione e ammassare ricchezze. CI SONO STATI MOLTI MILIONARI A QUESTO MONDO; MA CHE COSA HANNO PORTATO CON SÉ AL MOMENTO DI LASCIARLO? Il grande conquistatore Alessandro (Magno) non portò nulla con sé quando abbandonò le spoglie mortali. Anche il re Hariµcandra, che seguì pedissequamente il sentiero della Verità, dovette, alla fine, abbandonare questo mondo, lasciandosi alle spalle il suo vasto regno e le sue ricchezze. L’imperatore Nala, che regnò su un grande impero, non poté portare nulla con sé al momento della sua dipartita. Il re Mândhâta, Mother Sai luglio - agosto 2007

che dette lustro al K©ta Yuga, portò forse qualche ricchezza con sé quando lasciò la terra? Il Signore Râma, che costruì il ponte sull’oceano, è forse presente sulla terra oggi? Potete guadagnare qualunque somma di denaro, ma, fintantoché siete vivi, dovreste dar gioia agli altri compiendo atti di carità. CHI POSSIEDE DENARO DOVREBBE CURARSI DEI POVERI E DELLE PERSONE MALATE. UTILIZZATE I VOSTRI RISPARMI NEL MODO GIUSTO. CONSIDERATE IL SERVIZIO SOCIALE COME SERVIZIO A VOI STESSI; COLORO CHE SVOLGONO SERVIZIO SOCIALE SONO PERSONE NOBILI , MENTRE COLORO CHE NON SI DEDICANO A TALE COMPITO SONO PERSONE INIQUE. Quando qualcuno vi porge il suo reverente saluto, fate altrettanto anche voi con lui. Non considerate il fatto che, poiché una persona vi è nemica, non dovreste salutarla. Tutti sono amici. Non nutrite odio od ostilità verso nessuno. L’inimicizia è una caratteristica malvagia. L’amicizia è importantissima. Voi e Io dovremmo diventare una cosa sola. Ciò è vera maitrî (amicizia). Tutti dovrebbero diventare uniti. Se volete veramente vedere Dio, vedeteLo prima in tutti. I giovani dovrebbero salutarsi e trattarsi reciprocamente con amore, come fratelli e sorelle. Oggi, però, non si riscontra più questo genere di rapporto fra le persone. Esse vi salutano dicendo: “Ciao, ciao!” (Hello, hello!), ma il loro cuore è vuoto (hollow), senza alcun sentimento. Amate tutti e sviluppate fede in Dio. Chi non possiede viµvâsa (fede) è, a tutti gli effetti, senza µvasa (respiro). La fede in Dio è il vostro soffio vitale. Se volete sviluppare fede in Dio, alimentate l’Amore. Se non avete Amore, non potete esser definiti esseri umani.

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Discorso 27-05-2006 L’autentica Umanità fiorisce in un cuore puro Incarnazioni dell’Amore! Sviluppate Amore. Quando veniamo al mondo, solo l’Amore viene con noi: da Esso proviene la Verità. Quando l’Amore e la Verità si uniscono, l’Umanità trova il proprio sostegno. L’edificio della vita umana può esser costruito con la fiducia in sé come fondamento, la soddisfazione di se stessi come colonne, e il sacrificio di sé come tetto. Solo allora si potrà trovare, nella vita, l’autorealizzazione. SE SI VUOLE OTTENERE SODDISFAZIONE DI SE STESSI, OCCORRE, IN PRIMO LUOGO, AVERE FIDUCIA IN SÉ. NON PUÒ ESSERCI FELICITÀ, NELLA VITA, SENZA SODDISFAZIONE DI SE STESSI. COM’È POSSIBILE AVERE FIDUCIA NEGLI ALTRI SE NON LA SI HA IN SE STESSI?

LA

GENTE DUBITA DI TUTTO, E IL

DUBBIO COMPROMETTE L ’ESISTENZA .

Una persona dubbiosa non otterrà nulla nella vita; non avrà fede neppure nella moglie e nei figli. Quindi, innanzitutto, alimentate la fede. Noi pensiamo di valere e di essere altamente istruiti. Ma a che serve questo genere di istruzione? Anche gli animali, come ad esempio le capre e le scimmie, possono apprendere molte cose. A una scimmia si può insegnare ad andare in bicicletta. L’uomo, però, è di gran lunga superiore agli animali e il suo comportamento dovrebbe essere tale da mettere in evidenza la sua superiorità. Si dice: Jantunam nara janma durlabham “Fra tutti gli esseri viventi, la nascita come esseri umani e la più rara”. L’uomo, dunque, non dovrebbe comportarsi come gli uccelli, le bestie e gli insetti. Quando mettono al mondo dei figli, le per26

sone (per festeggiare) distribuiscono dolci. Che cosa c’è di speciale in ciò? Anche un maiale può generare dieci maialini. Abbandonate tutte le qualità negative e vivete un’esistenza esemplare e beata: solo allora l’Umanità troverà compimento. Incarnazione dell’Amore! Affrontate pazientemente ogni difficoltà e accettate con Amore tutte le prove e le tribolazioni. Accogliete amorevolmente sia il piacere sia il dolore. Riempitevi il cuore d’Amore e non del veleno delle cattive qualità. ANCHE IL VELENO DIVENTA PRASÂDAM (CIBO CONSACRATO) SE VIENE OFFERTO A DIO. Quando a Mîrâ fu data una tazza di latte mista a veleno, ella la offrì a K©¹²a. Egli accettò il veleno e dette a Mîrâ il latte come prasâdam. (Baba canta il bhajan “prasâdam”: “Prema Muditâ Manase Kaho Râma Râma Râm”, poi continua il Discorso – N.d.T.). Râma, Râma, Râma, di fatto, sottintende Prema, Prema, Prema (Amore, Amore, Amore). Râma e Prema sono la medesima cosa. La gente adora molte Divinità come Râma, K©¹²a e Sai, ma il Principio Divino in essi è lo stesso. L’Âtma non ha forma né nome; a Esso ci si riferisce anche come Brahma. Brahma satya¼ jagammithyâ La sola realtà è il Brahman; il mondo non è reale. Dio non possiede attributi. Egli non punisce né danneggia alcuno ed è presente nel cuore sotto forma d’Amore puro e immacolato. Sviluppate sempre più Amore: ciò vi darà sempre protezione. Non esiste protezione più grande di questa. Non esiste arma più potente dell’Amore. Tutto è Amore. La stessa parola “Amore” è soffusa di dolcezza. TRATTATEVI AMOREVOLMENTE L’UN L’ALMother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 27-05-2006 TRO, PARLATE FRA DI VOI CON AMORE, VIVETE UN’ESISTENZA PIENA D’AMORE E GODETENE LA

BEATITUDINE.

(Baba ha citato l’opera “Ekalavya”, che doveva essere recitata nel pomeriggio, facendo appello ai giovani affinché, come fece Ekalavya, seguano il sentiero della Verità, obbediscano

alle ingiunzioni dei propri precettori e aderiscano sempre alla Rettitudine. Con tale consiglio ai giovani, Swami ha concluso il Discorso.) Brindavan (Whitefield), 27 maggio 2006, Sai Ramesh Krishan Hall, Incontro dei giovani del Karnâtaka (Tratto da: www.radiosai.org)

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Domande & Risposte

Unicità dell’essere umano D. - Swami, vediamo che non c’è alcuna comprensione neanche fra due persone, ma solo litigi e divergenze. È raro trovare unità o fratellanza fra due uomini. Perché? Bhagavân - C’è una cosa che dovreste sapere con chiarezza quando pensate all’unità e alle differenze fra le persone. Tu chiedi perché oggi non c’è più comprensione fra individui. È proprio la mancanza di comprensione la causa principale di tutti i conflitti, di ogni inimicizia e di tutte le divergenze. Per questo, la gente non va d’accordo. L’armonia è l’effetto della comprensione. Oggi, purtroppo, vi state muovendo nella direzione opposta; pensate che prima potete accordarvi e poi comprendervi! È sbagliato. Prima dovete comprendere: solo allora sarà facile accordarsi. Un piccolo esempio: se c’è perfetta comprensione fra te e tua moglie, non le dispiacerà che tu ritorni a casa tardi dal lavoro. Ti comprenderà e ti capirà. Preoccupata e amorevole, al tuo ritorno ti porterà una tazza di caffè. Ma, se per caso c’è una minima incomprensione, se torni anche con solo cinque minuti di ritardo, in casa scoppierà una vera e propria guerra civile! Perché? La mancanza di comprensione le impedisce di accordarsi e fa sì che ella si ponga domande del tipo: “Dove sei stato finora? Dove sei andato? Con chi sei stato?” Quindi la comprensione è assolutamente necessaria per essere d’accordo. Molti problemi della società odierna si possono risolvere comprendendo ciò. D. - Swami! Per favore, dicci che cosa bisogna fare nel nostro Paese, ora. Bhagavân - Non c’è bisogno che proteggiate il Paese, adesso. Dovreste proteggere e sostenere la Verità e la Rettitudine. È essenziale che seguiate questi due princìpi: essi proteggeranno l’intero universo. Dovreste sviluppare amore per l’universo in tutta la sua immensità e grandezza. Ama tutti e servi tutti. Dovreste elevarvi al di sopra delle ristrette concezioni di casta, credo e nazionalità. Dovreste credere nella fratellanza dell’uomo e nella paternità di Dio. Non dovreste mai sprecare tempo. La gratitudine deve essere espressa servendo la società in cui siete nati e cresciuti, in cui avete prosperato e avete ottenuto reputazione. Abbiate amore per la patria e lottate per l’integrazione, l’armonia, la pace e la sicurezza nella società. Dovreste seguire e sostenere la cultura dell’India, che è grande e unica. Coltivate i Valori Umani e realizzate la Divinità che è in voi. La politica priva di princìpi, il commercio privo di moralità, la scienza priva di umanità e l’educazione priva di carattere non solo sono inutili, ma anche pericolosi. Dovreste diventare uomini perfetti, ideali. Voi venite da Dio. Siete scintille del Divino. Quindi le vostre qualità dovrebbero essere divine (daiva) e non demoniache (dayyam). Voi dite: “Sono un essere umano!” Questa è una delle due metà della verità. L’altra è: “Non sono un animale!” Dovreste eliminare le qualità animalesche. Se possedete sia qualità umane sia animali, significa che avete una mente duale. Un individuo che ha una mente duale è mezzo cieco. Se mettete un tetto ai vostri desideri, sarete felici. L’uomo più povero è colui che ha molti desideri. L’uomo che è sempre soddisfatto è il più ricco. La virtù (gu²a) è più importante del denaro (dhana). Dovreste conoscere lo scopo e la meta della vita. La vita non serve solo per mangiare, bere e dormire, cose che fanno anche gli animali. In 28

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che cosa consisterebbe la vostra unicità, allora? Dio vi ha donato la vita affinché possiate conoscere, sperimentare e realizzare la Divinità in voi. Moralità e integrità sono assai importanti. La moralità, in verità, è la caratteristica nazionale. Una strofa in lingua telugu dice: “Senza carattere, siete peggiori delle scimmie. Il prestigio di una nazione dipende dalla sua moralità. Può definirsi veramente ‘nazione’ solo quella che mantiene un alto livello di moralità e individualità.” Dovreste sempre rammentare questi tre importanti punti. Il primo è: non confidate nella via del mondo. Spesso, essa non solo vi illude e vi svia, ma vi tradisce anche. Il secondo è: non dimenticate mai Dio, che è sempre con voi, in voi, sopra e sotto di voi. In realtà, voi siete Dio. Il terzo punto è: non abbiate paura della morte, benché sia cosa certa. Infatti, la morte è l’abito della vita. Seguite il sentiero sacro della vita, mantenendovi coerenti in ciò che pensate, dite e fate. C’è un’altra cosa che voglio portare alla vostra attenzione: aprite il vostro cuore e chiudete la bocca! Oggi, le persone dicono cose che non sentono veramente; il loro cuore è ricolmo di gelosia, orgoglio, invidia e altre qualità negative. Voglio che apriate il vostro cuore e vi liberiate di tutto quello che lo inquina, e che chiudiate la bocca. Dedicate la vita al servizio. Considerate Dio come il fine e la meta supremi della vostra vita. È ciò che intendo dire quando ripeto: “Mani nella società, testa nella foresta.” Dovreste condividere la vostra preziosa conoscenza e la vostra valida esperienza con gli altri. Dovreste condividere il Messaggio di Sai con gli altri. Prima abbiate fiducia in voi stessi, poi potrete avere fede in Dio. Proprio qui sta il punto cruciale delle condizioni attuali della società: non si ha più fiducia in se stessi. Non c’è più autostima. Considerate il servizio svolto nelle aree rurali (grâma sevâ) come servizio a Dio (Râma sevâ). Spiegate con chiarezza agli abitanti dei villaggi gli argomenti riguardanti l’igiene, la salute, la pulizia, e organizzate campi medici. Garantite a tutti una provvista d’acqua, specialmente quella potabile. Parlate loro degli effetti deleteri del fumo e dell’alcol. Aiutateli a liberarsi delle cattive abitudini. Se lavorate e servite mischiandovi a loro, a tempo debito essi saranno in grado di agire autonomamente, confidando in se stessi. D. - Swami, poiché l’unica Divinità è presente in tutti, perché esistono le differenze? Dato che la Divinità è la Stessa, perché siamo tanto differenti fra noi? Bhagavân - Eka¼ evâdvitîyam brahma. “Dio è uno senza secondo”, dicono le Scritture. Come ci si spiega la molteplicità, la difformità, la differenza? Un piccolo esempio può illustrarvelo. L’energia elettrica è una, ma il voltaggio delle lampadine è variabile. Una lampadina a basso voltaggio vi dà luce fioca, mentre una ad alto voltaggio illumina a giorno, non è così? Ma, nonostante ciò, l’energia elettrica è la stessa. Il diverso voltaggio determina solo la differenza d’intensità luminosa. Similmente, i nostri corpi sono come le lampadine di diverso voltaggio, ma attraversate dalla medesima energia. D. - Swami! Hai detto che la Divinità è in tutti. Allora, prima che nascessimo, dov’era? E dopo che moriremo, la Divinità continuerà a esistere? Bhagavân - Il Divino esiste. La Divinità è imperitura, pura e priva di macchia. Non ha nascita né morte. È eterna e permanente. È al di là di tempo e spazio. Trascende tutte le leggi fisiche. Ora, tu chiedi se la Divinità, che esiste mentre vivi, esiste anche prima e Mother Sai luglio - agosto 2007

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dopo la tua morte. Vedi, sul muro c’è un filo elettrico e un supporto al quale si fissano le lampadine. Puoi avere luce solo se la lampadina è attaccata al supporto. Perché? La corrente passa attraverso il filo che entra nella lampadina fissata al supporto. Se lo tieni nella tua mano, la lampadina non si mette a far luce, perché non è attaccata al generatore. È questo che dovete comprendere bene. L’energia non è stata creata al momento per essere immessa nella lampadina! Esisteva già, nel filo. Se togli la lampadina, che cosa ne sarà dell’energia? Rimarrà nel filo. L’unica differenza è che non potrai sperimentarne la presenza, in quanto non c’è illuminazione. La lampadina rappresenta il corpo, mentre l’energia divina, scorrendo in esso, genera luce, la luce della vita. Quando il corpo viene rimosso, anche allora, l’energia divina permane, in forma latente, nello stesso modo in cui c’era prima della tua nascita e durante la tua esistenza. Anche dopo la morte fisica essa ci sarà, esattamente come avviene per la corrente elettrica. D. - Swami, la Divinità può essere dimostrata? È possibile conoscerLa per mezzo del ragionamento? Bhagavân - Tutte le esperienze che avete nel mondo sono legate a tempo e spazio. I sensi vi sono d’aiuto solo per ciò che riguarda il mondo esterno. Scienza e tecnologia studiano i cinque elementi, fanno certe combinazioni e apportano dei cambiamenti, forniscono delle agevolazioni e delle comodità aggiuntive, permettendovi di condurre una vita più comoda. Esse producono apparecchi elettronici, computer e così via... Lo scienziato conduce un esperimento, ma le esperienze di un aspirante spirituale non possono essere portate in laboratorio. Come potete anche solo aspettarvi di trasmettere qualcosa sulla Divinità, che è al di là della parola? Che cosa si può pensare della Divinità, che si trova al di là della comprensione? Come si può investigare e sperimentare la Divinità, che trascende la mente e i sensi? La scienza si basa sugli esperimenti, la spiritualità sull’esperienza. Nella scienza si analizza, ma nella spiritualità si realizza. D. - Swami, che si dovrebbe fare per ricevere la grazia di Dio? Bhagavân - Non c’è altra via che la devozione. La vostra ricchezza, l’erudizione, il potere e la personalità non hanno alcun valore per Dio. Egli considera soltanto la vostra devozione. Conosci Guha, del Râmâya²a? Che erudizione aveva per compiacere Râma? Nessuna! Era un analfabeta. E Sabarî, fervida devota di Râma: che ricchezze possedeva per stare vicino al Signore? Vestiva di stracci, la più povera dei poveri. E che cosa rese l’uccello Jaºâyu degno di ricevere le benedizioni di Râma e le estreme esequie dalle Sue stesse mani? Neppure a Daµaratha, padre di Râma, toccò in sorte una simile fortuna, perché morì quando Râma era nella foresta, lontano da Ayodhyâ. E che dire di Hanuman, una scimmia? Con una fede incondizionata e un abbandono totale a Râma, non solo ebbe successo nel compito assegnatogli, ma fu perfino adorato dai devoti del Signore. La sua adorazione, cominciata ai tempi della divina Incarnazione divina di Râma, continua anche ai giorni nostri. Il Mahâbhârata ritrae con chiarezza Draupadî, la regina dei PⲬava, come devota di prim’ordine di K©¹²a, sempre e in ogni circostanza: sia nei momenti di successo come in quelli di fallimento, nei momenti di piacere come in quelli di sofferenza, di calma o di disperazione, che si trovasse sul suo trono di Hastinâpura come nella foresta. I PⲬava 30

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sono noti per la profonda devozione e il grande amore per K©¹²a. Essi rappresentano il miglior esempio di equanimità e di abbandono totale a Dio, a tal punto che K©¹²a si identificò completamente con loro, affermando che Dharmarâja era la Sua testa, Arjuna il Suo cuore, Bhîma le Sue spalle e i due fratelli (Pândava) più giovani, Nakula e Sahadeva, i Suoi piedi. Questa è vera devozione. Questa è la statura ideale di un devoto. Nel Bhâgavata incontriamo le gopî (le pastorelle devote a K©¹²a), la cui madhura-bhakti, l’attaccamento assoluto verso Dio, si basava su un amore e su un abbandono incondizionati. Nobile, pura, nettarea ed esemplare fu la loro devozione. Nei cespugli, nelle spine, nelle foglie, nei rami e nei fiori, esse vedevano solo K©¹²a. La loro non è forse tadâtmyabhâva, identificazione assoluta? Non è, il loro, advaita-bhava, o stato di non dualismo? Esse non sopportavano il dolore acuto provocato dalla separazione da Lui, neanche per un secondo! Tale era il livello della loro devozione. Conoscete Tyâgarâja, il santo cantore e compositore dell’India meridionale, che si era posto la domanda: “È forse la ricchezza a regalarvi la vera felicità, oppure è la vicinanza a Dio?” Râmadas, Surdas, Kabir, Tulsidas, Jayadev, Tukaram, Mîrâ, e altri erano la devozione personificata. Ancora oggi vengono menzionati. Leggendo di loro, non solo riceverete la grazia di Dio, ma potrete pure richiederla! Sapete, quando vi sposate, vostra moglie può reclamare un diritto sulle vostre proprietà. Questo è dovuto al ma¾galasûtra, il sacro nodo effettuato (attorno al collo della sposa) al momento dello sposalizio. Allo stesso modo, la devozione è il bhaktisûtra, il vincolo della devozione che conferisce al devoto il diritto di reclamare la grazia divina. Quindi, la devozione è la cosa indispensabile in ogni caso. Per la maggior parte delle persone, costituisce l’approccio più appropriato e nobile alla Divinità. (Tratto da Satyopani¹ad n. 1 e 2 marzo 2003)

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Discorso 13-05-2006

TRASCENDETE I DESIDERI PER OTTENERE L’ILLUMINAZIONE “Tutti i nomi e le forme non sono che manifestazioni dell’Essere Supremo, che è Essenza-Coscienza-Beatitudine assolute e non duali. Egli è la manifestazione di Satya¼, ›iva¼, Sundara¼ (Verità, Bontà, Bellezza).” Incarnazioni dell’Amore! In questo sacro giorno di Buddha Pûr²imâ , parleremo di Buddha e di Pûr²imâ (luna piena). Raramente si indaga negli Insegnamenti di Buddha, nelle Sue virtù e nel modo esemplare in cui visse. Il re ›uddhodana e sua moglie Mâyâdevî compirono per anni molte austerità spirituali, come japa (recitazione del Nome del Signore), tapas (penitenze), vrata (restrizioni) e yajña (rituali), aspirando ad avere un figlio. Consultarono anche numerosi astrologi. ›uddhodana non trovava pace, ossessionato com’era, giorno e notte, dalla preoccupazione di non avere un erede al trono. Alla fine le loro preghiere trovarono risposta allorché Mâyâdevî dette alla luce, a Lumbini, un maschietto. Purtroppo, ella morì subito dopo aver partorito il bambino, che fu chiamato Siddhârtha. Toccò a Gautamî, la seconda moglie di ›uddhodana, allevarlo, cosa che ella fece prendendosene amorevolmente cura come se fosse stato suo figlio. Ecco perché Egli fu anche chiamato Gautama. Gli astrologi predissero che Siddhârtha non avrebbe regnato, avrebbe lasciato il regno e sarebbe diventato un rinunciante. La predizione degli astrologi continuava a risuonare nelle orecchie di ›uddhodana e gli causava ansia quando 32

osservava il figlio crescere. Il re prese ogni precauzione per evitare che il ragazzo uscisse dal palazzo e si unisse ad altre persone col rischio di esserne influenzato. Così, per venti lunghi anni, protesse il figlio dall’influenza altrui. L’anelito di Siddhârtha per la Verità ultima Un giorno, i genitori di una ragazza andarono da ›uddhodana e gli espressero il desiderio di dare la loro figlia in sposa a suo figlio Siddhârtha. Il nome della ragazza era Yaµodhara. ›uddhodana accettò la proposta e fece celebrare le nozze di Siddhârtha e Yaµodhara. A causa delle loro amorevoli insistenze, il giovane principe continuò a vivere a palazzo con i genitori anche dopo il matrimonio. Un anno dopo le nozze, Egli ebbe un figlio a cui fu imposto il nome di Râhul. Gli sposi passavano lietamente il loro tempo col bambino, ma, nonostante tutti gli agi di palazzo e una felice vita matrimoniale, la mente di Gautama sprofondò nell’inquietudine allorché, un giorno, Egli uscì da quelle mura e Gli capitò di vedere una persona acciaccata per l’età avanzata, un’altra colpita da una malattia e un’altra morta. Una notte, la Sua mente subì un’improvvisa trasformazione. Mentre la moglie era profondamente addormentata, Egli, a mezzanotte, si alzò, accarezzò il figlioletto e partì per la foresta, ove dovette sottostare a numerose sofferenze e difficoltà. Affrontò tuttavia le prove con pazienza e fermezza. I Suoi genitori, frattanto, erano sprofondati nel dolore, incapaci di tollerare l’angoscia per la separazione dal Figlio. Sebbene anMother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 13-05-2006 che Siddhârtha stesse intensamente soffrendo, proseguì il Suo cammino per ottenere la realizzazione spirituale. Durante il Suo percorso, Egli, un giorno, incontrò un sant’uomo, il quale Gli disse che la causa della Sua angoscia era, di fatto, dentro di Lui e tale angoscia gli ostruiva il cammino verso l’autorealizzazione. Ciò detto, gli fece dono di un talismano. (A questo punto, Baba ha materializzato “quel” talismano e lo ha mostrato ai presenti tra scroscianti applausi - N.d.T.). Questo è il talismano che il saggio dette a Siddhârtha. Quando Egli lo mise al collo, ogni sua angoscia svanì istantaneamente, per cui lo indossò fino all’ultimo istante della Sua vita terrena; al momento dell’abbandono della spoglia mortale, il talismano sparì. Siddhârtha si sottopose a lungo a intense penitenze e prese a domandarsi: “Chi sono io? Sono il corpo? Sono la mente? Sono buddhi (l’intelletto)? Sono citta (la sostanza mentale)?” giungendo alla conclusione di non essere nulla di tutto ciò. Alla fine, sperimentò la Verità “Io sono Io”. Riconoscere l’unità di tutto il creato Dichiarano i Veda: “Aham Brahmâsmi” (Io sono il Brahma) e “Tat Tvam Asi” (Tu sei Quello). Anche questi due assiomi vedici affermano due cose: Io e il Brahman, Quello e Tu. La vera saggezza consiste nel percepire l’Unità.

Advaita darµana¼ jñâna¼ Vera Saggezza è sperimentare il Non dualismo. VEDERE

LA DUALITÀ, IGNORANDO L’UNITÀ

SOTTOSTANTE, È SEGNO DI IGNORANZA.

LA DUALITÀ NON È LA VERITÀ. Fu questo il modo in cui Buddha indagò profondamente e, alla fine, ebbe l’esperienza dell’“Io sono Io”; questa è autentica realizzazione. Si possoMother Sai luglio - agosto 2007

no compiere penitenze per molti anni, fare meditazione e attuare svariate pratiche yogiche, ma tutte queste discipline spirituali saranno solo una soddisfazione temporanea, non già la Beatitudine eterna. Alcuni parlano della meditazione e anche Buddha ne propugnò la pratica. Su che cosa occorre meditare? CHE COSA SI INTENDE PER MEDITAZIONE? SIGNIFICA CONCENTRARSI SU DI UN PARTICOLARE OGGETTO? NO, NO. QUESTA NON È AFFATTO MEDITAZIONE; VERA MEDITAZIONE È RIFLETTERE PROFONDAMENTE SUL

PRINCIPIO “IO SONO IO”. NON C’È SÂDHAN (PRATICA SPIRITUALE) CHE POSSA EGUAGLIARE QUESTA. FINTANTOCHÉ SI HA IL SENTIMENTO DUALISTICO DI “TU E IO”, NON È POSSIBILE SPERIMENTARE L’UNITÀ. BUDDHA LO RICONOBBE E BASÒ LA SUA VITA SU TALE VERITÀ. Guidato da diversi yogî, compì vari tipi di meditazione e di penitenze, ma, alla fine, si accorse che erano una mera perdita di tempo giacché nessuna di esse era riuscita a condurLo all’esperienza ultima dell’Unità e si pentì di avere sprecato il tempo in quel modo. Si dovrebbe trovare compimento nella vita facendo uso appropriato del tempo: questo, per l’uomo, è il dovere primario. Incarnazioni dell’Amore! MOLTE PERSONE COMPIONO DIVERSI TIPI DI PRATICHE, COME JAPA (RIPETIZIONE DEL NOME DI DIO) E DHYÂNA (MEDITAZIONE), SENZA RAVVISARE IL PRINCIPIO DI UNITÀ. LA LINGUA PRONUNCIA IL NOME DI RÂMA, MA C’È VUOTO NEL CUORE; QUESTA È SOLO UNA PERDITA DI TEMPO. INVECE DI SPRECARE IL VOSTRO TEMPO IN QUESTO MODO, FATE SERVIZIO SOCIALE, VEDENDO DIO IN TUTTI; QUESTA È VERA DISCIPLINA SPIRITUALE. RICONOSCETE L’INTIMA DIVINITÀ DI TUTTI GLI ESSERI. NELLA CREAZIONE, SEMBRANO ESSERVI DUE ENTITÀ, TU E IO, MA ESSE SONO IN REALTÀ UNA COSA SOLA. Vya¹ºi (l’individuo) è una parte di sama¹ºi (la società) ed essa è una parte di s©¹ºi (la creazione) che nasce da Parame¹ºi (Dio). 33

Discorso 13-05-2006 Quest’ultima è Parabrahma Tattva (il Principio di Brahman). Questo è il fondamento primario dell’intera creazione di cui dovete pertanto riconoscere l’unità: solo allora raggiungerete Parame¹ºi, ovvero il Principio del Brahman. Ognuno deve ripetutamente ricordare a se stesso: “Io sono Parame¹ºi, io sono Parame¹ºi.” Tutti sono incarnazioni dell’Âtma che sostiene tutti. Buddha sperimentò l’unità di tutta la creazione e in Lui, una volta ottenuta la visione di Ekâtma (l’unità dell’Âtma), ci fu completa trasformazione. Egli comprese che tutte le relazioni mondane, come madre, padre, moglie e figli, sono false, e trascese la coscienza corporea: questa è la ragione per cui ottenne l’appellativo di Buddha (l’Illuminato). L’uomo dovrebbe usare buddhi (l’intelligenza) per comprendere il Principio di Unità. LA BUDDHI È DI DUE TIPI; QUELLA CHE VEDE LA DIVERSITÀ NELL’UNITÀ È INTELLIGENZA MONDANA, MENTRE L’UOMO DOVREBBE SVILUPPARE BUDDHI ÂDHYÂTMICA (INTELLIGENZA SPIRITUALE) AL FINE DI REALIZZARE L’UNITÀ SOTTOSTANTE A TUTTA LA CREAZIONE. Ciò dà l’esperienza del Principio Atmico che, in essa tutta, è il medesimo. Buddha ebbe la visione dell’Âtma e, dopo tale esperienza, cominciò a insegnare che nel mondo esiste un unico Principio Divino.

Buddha¼ µara²a¼ gacchâmi sa¾ga¼ µara²a¼ gacchâmi dharma¼ µara²a¼ gacchâmi Prendo rifugio nel Buddha, prendo rifugio nella società, prendo rifugio nel Dharma. Buddha insegnò che il Principio di Unità dell’Âtma è l’unico principio al mondo e affermò che colui che lo realizza usando l’Intelligenza Spirituale è un vero Buddha. Al mondo non esiste nient’altro che l’Âtma. In questo mondo transitorio ed effimero, c’è 34

una cosa vera ed eterna: si tratta della Divinità, ciò che ognuno dovrebbe aspirare a ottenere.

Satya¼ µara²a¼ gacchâmi Prendo rifugio nella Verità. Ekam µara²a¼ gacchâmi Prendo rifugio nel principio di Unità. A questo mondo, tutto è manifestazione della Divinità: non c’è una seconda entità oltre a Essa. È il Principio Divino a governare il mondo intero. Avendo realizzato tale Verità, Buddha andò assieme ai Suoi discepoli di villaggio in villaggio per diffonderla e non sentì mai il bisogno di riposarsi. Egli pensava fosse Suo dovere dividere con i Suoi simili questa Conoscenza suprema. Persino Suo padre ›uddhodana si recò da Lui, riconobbe tale Verità e ne subì una trasformazione. Che cosa insegnò Buddha? Insegnò che ognuno è dotato dello stesso Principio Divino. Ekam sat viprâ bahudhâ vadanti La Verità è una, sebbene i saggi la descrivano in molti modi. K©¹²a, nella Bhagavad Gîtâ, trasmette lo stesso messaggio quando afferma che tutti gli esseri sono Suoi riflessi e che nessuno è differente da Lui. Buddha dovette affrontare numerose avversità per realizzare tale Verità. Molte nobili anime, che erano Sue contemporanee, Ne riconobbero la grandezza affermando che Egli aveva sperimentato la Verità, cosa che a loro non era riuscita. NON APPENA ABBANDONÒ OGNI DESIDERIO, BUDDHA DIVENNE EPITOME DI RINUNCIA TOTALE. IN LUI, NON C’ERA ALTRO CHE AMORE, CHE EGLI CONSIDERAVA COME IL SUO STESSO RESPIRO VITALE . I N MANCANZA D’AMORE, IL MONDO SI TRASFORMEREBBE IN UN NULLA ASSOLUTO. Mother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 13-05-2006 Comprendere la profondità degli Insegnamenti di Buddha Quando offrite il vostro rispettoso saluto a qualcuno, dovete comprendere che state salutando il vostro stesso Sé e che l’altra persona altro non è che il vostro riflesso. CERCATE DI VEDERE GLI ALTRI PROPRIO COME VEDETE IL VOSTRO RIFLESSO ALLO SPECCHIO. Questo è il messaggio trasmesso dal mahâvâkya (grande aforisma) “Aham Brahmâsmi” (Io sono Brahman). Nomi e forme possono variare, ma tutti gli esseri sono parte integrante dello stesso Principio Divino. Potete chiamare questo “fazzoletto” e potete chiamare questa “veste”, ma entrambi sono fatti di cotone; allo stesso modo, la Divinità è il Principio sottostante all’apparente molteplicità. Oggigiorno, molti dei cosiddetti “eruditi” predicano unicamente la molteplicità; sostenendo di avere perfetta padronanza delle Scritture, cercano di interpretarle a modo loro servendosi della propria limitata conoscenza, ma le loro interpretazioni non corrispondono alla realtà, fanno solo aumentare la confusione. BUDDHA INSEGNÒ CHE NON DOVREMMO ALIMENTARE L’IRA, ANDARE A CACCIA DEI DIFETTI ALTRUI E DANNEGGIARE GLI ALTRI, GIACCHÉ TUTTI SONO INCARNAZIONI DEL PURO ED ETERNO PRINCIPIO DELL’ÂTMA. Nutrite compassione verso i poveri e aiutateli per quanto vi è possibile. Voi ritenete poveri coloro che non hanno da mangiare, ma non potete considerare “povero” qualcuno solo perché non possiede denaro o cibo. A dire il vero, nessuno è povero; tutti sono ricchi, non poveri. Coloro che voi ritenete poveri possono non aver denaro, ma tutti possiedono la ricchezza di H©daya (il Cuore). Comprendete e rispettate questo sottostante Principio di Unità e Divinità in tutti e sperimentate la Beatitudine. Non date spazio a consideraMother Sai luglio - agosto 2007

zioni piccine del tipo “il tal dei tali è mio amico”, “il tal altro è mio nemico”, oppure “quello è mio parente” ecc. Tutti sono Uno: sii equanime con tutti. Questo è il vostro principale dovere ed è l’Insegnamento più importante del Buddha. La gente, tuttavia, non valuta i Suoi Insegnamenti né comprende la sacralità del Suo cuore: parla solo della Sua storia. Parlando fuor di metafora, non un solo individuo è “Buddha”: tutti voi siete dei Buddha. UNA VOLTA COMPRESA TALE VERITÀ , VEDRETE OVUNQUE L’UNITÀ; NELL’APPARENTE MOLTEPLICITÀ C’È UNITÀ. Quando siete circondati da molti specchi vedete una quantità di vostri riflessi, che sono diversi, ma la persona è una sola. Le reazioni, i riflessi e le risonanze sono molteplici, ma la realtà è una. Quando Io parlo qui, la Mia Voce si ode in questa sala per mezzo di ognuno dei vari altoparlanti; allo stesso modo, nel vostro cuore esiste il Principio di Unità che dobbiamo riconoscere. La vita dell’uomo trova compimento solo quando la sua mente sperimenta il Principio di Unità; pretendere di creare unità fra le persone senza unire le loro menti non ha senso. Mana eva manu¹yânâm kâra²am bandha mok¹ayoh È la mente a provocare la schiavitù e a concedere la Liberazione agli uomini. Voi vedete una certa persona e dite che è cattiva, ne vedete un’altra e affermate che è buona. In realtà, però, il buono e il cattivo sono presenti nella vostra mente e non nelle persone attorno a voi. Voi dite che questo fazzoletto è bianco e questo microfono è nero; la differenza di colore viene percepita dai vostri occhi, ma, nella sostanza, bianco e nero sono una sola 35

Discorso 13-05-2006 cosa, la medesima cosa. Tutti dovrebbero sforzarsi di visualizzare l’unità nella diversità: solo allora si potrà sperimentare la Divinità. I Princìpi insegnati da Buddha hanno un profondo significato, ma la gente non si sforza di comprenderli. Avrete probabilmente notato che Buddha aveva i capelli ricci e ogni ricciolo era intrecciato con l’altro; in questo c’è un recondito messaggio di Unità. Nel Suo cuore albergava un unico sentimento: il sentimento dell’Amore. Egli insegnò:

Preman µara²a¼ gacchâmi “Prendo rifugio nell’Amore”. Se fosse privo d’Amore, l’essere umano non potrebbe esistere. Dovremmo amare tutti senza tener conto che uno sia povero o ricco. IL DENARO NON DOVREBBE ESSERE IL CRITERIO CHE VI FA CONDIVIDERE L’AMORE CON I VOSTRI SIMILI; NON È IMPORTANTE. IL DENARO VIENE E VA, LA MORALITÀ ARRIVA E CRESCE.

line se anche la mente continua a “scorrere” in giro per il mondo? Cercate di comprendere la grande importanza della mente. Dovreste possedere una mente stabile: solo allora la vostra vita troverà redenzione. Che senso ha che la vostra mente vada a posarsi sui vari oggetti all’intorno come fanno le mosche che si fermano sulle immondizie come sui la¬¬u (dolcetti indiani)? Non permettetele di vacillare fra buono e cattivo, unità e molteplicità; concentratela su ciò che è buono e realizzate il Principio di Unità. Questa è la via regale che vi conduce a sperimentare la Verità. Per contro, se permettete alla mente di seguire il sentiero tortuoso, essa non vi porterà da nessuna parte. Incarnazioni dell’Amore! Lo stesso divino Principio d’Amore è presente in tutti voi. Quando imboccherete il sentiero dell’Amore, diventerete Buddha voi stessi. Oggi è Buddha Pûr²imâ; Pûr²imâ significa “luna piena”. I L MESSAGGIO ESOTERICO DEL BUDDHA PÛR²IMÂ È CHE LA MENTE DOVREBBE RISPLENDERE CON PIENO FULGORE COME LA LUNA PIENA E DOVREBBE

Non danneggiare gli altri. Aiuta sempre, non fare mai del male. Solo così potrete ottenere lo stato di Buddha. Serve a poco tenere elaborate conferenze se poi non si realizza il Principio di unità nella diversità. Potete chiamare Dio con i Nomi più svariati, come Râma, K©¹²a, Buddha, Sai ecc., ma ognuno di Essi incarna lo stesso Principio Divino. TENETE IL FIORE DELL’UNITÀ SULL’ALTARE DEL VOSTRO CUORE E LASCIATE CHE LA SUA FRAGRANZA SI DIFFONDA OVUNQUE. Se non prendete coscienza del Principio di Unità, le pratiche spirituali come japa e tapas non produrranno i risultati desiderati. Molte persone snocciolano i grani del rosario, ma a che serve far scorrere quelle per36

RIUNIRSI ALLA PROPRIA SORGENTE, L’ÂTMA, CHE È PURA E SPLENDENTE. Durante la notte di plenilunio non c’è oscurità; in questo fausto giorno di Buddha Pûr²imâ dovremmo ottenere totale purezza mentale.

Pûr²amadah pûr²amida¼ pûrnât pûr²amudacyate pûr²asya pûr²amâdâya pûr²amevâvaµi¹yate Quello è pieno, questo è pieno; dal pieno nasce il pieno. Quando il pieno viene preso dal pieno, rimane solo il pieno. Dobbiamo riconoscere questa Verità. Incarnazioni dell’Amore! Mi dà grande gioia vedere che voi tutti sieMother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 13-05-2006 te oggi qui riuniti, siete uniti gli uni agli altri dal legame dell’Amore. L’Amore è solo uno, non è diverso in voi, in Me e negli altri. Avete unificato il vostro Amore con quello di Swami. L’Amore è uno. Vivete nell’Amore.

(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Prema Muditâ Manase Kaho...”). Brindavan (Whitefield), 13 maggio 2006, Sai Ramesh Krishan Hall, Celebrazioni del Buddha Pûr²imâ (Tradotto da SANÂTANA SÂRATHI, giugno 2006)

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Sotto la Veranda

“La moralità? E che cos’è la moralità?” Mio Dio! Perché se Swami comincia a raccontare ogni cosa di tutti i presenti, è meglio scappare via! Ci sono cose che è meglio non vengano rivelate. (Risate). Swami: “I tuoi amici fanno parte dell’Ala Giovani dell’Organizzazione Sathya Sai di Hyderabad.” “Sì, Swami.” “Mmm... Che cosa fanno?” “Swami, vanno negli ospedali, visitano le prigioni, gli ospizi degli anziani e prestano servizio nelle scuole per insegnare l’educazione morale ai ragazzi.” “Molto bene. Per quanto tempo?” “Un mese, Swami.” “Oh-ho! Educazione morale in un solo mese? Oh, grandioso! Questi studenti non imparano la moralità nonostante siano qui da anni e voi potete insegnarla in un mese?!” (Risate). Poi ha continuato: “Che cosa s’intende per ‘educazione morale’?” “Swami, la differenza fra ciò che è bene e ciò che è male.” “Oh, capisco. E che cosa è bene e che cosa è male?” “Swami, in altri termini, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.” “E che cosa è giusto e che cosa è sbagliato?” Swami è andato avanti così finché il poverino non si è arreso (risate), finché non ha alzato le mani in segno di resa. Ha fatto un ultimo tentativo dicendo: “Swami: la moralità.” Baba: “La moralità? E che cos’è la moralità?” “Swami, Ti prego. Non lo so.” A questo punto Swami ci ha dato la spiegazione e, anche in questo caso, ha utilizzato quattro termini in sanscrito: Nîti, Šti, Khyâti, Jâti. Questi quattro termini vanno sotto il nome di “educazione morale.” Il primo termine è Nîti. Swami ha detto: “Nîti significa ‘Verità.’ Šti è la pratica della Verità, aderire alla Verità, seguire la Verità. Khyâti, da un punto di vista superficiale, può significare “successo e fama”, ma non è così. Khyâti è Tyâga (Sacrificio). Jâti è la razza umana alla quale noi apparteniamo. Meritiamo, perciò, di essere parte della razza umana (Jâti), solo se possediamo il senso di sacrificio (Khyâti), il quale è possibile solo se seguiamo e mettiamo in pratica la via della Verità (Šti). Ma praticare la Verità è possibile solo se sappiamo che cosa sia la Verità (Šti). In altre parole, se sappiamo che cos’è la Verità, ci è possibile seguirLa e ciò conduce al senso di sacrificio che ci rende degni di esser chiamati “esseri umani”. Questo è ciò che Baba ci ha spiegato quel pomeriggio. Poi, sempre allo stesso ragazzo, Swami ha chiesto in tono allegro: “Hai amici?” “Ne ho qualcuno, Swami.” “Solo qualcuno? No, no.” Rivolto a un altro studente: “E tu? Quanti amici hai? Ne hai tanti, lo so.” Poi ha aggiunto: “Chi è il vostro vero amico? Dio è il vostro vero amico! Dio è il vostro Unico amico.” A questo punto Swami ci ha dato una splendida definizione della parola “amico”. In inglese c’è un detto: “Un amico nel bisogno è davvero un amico.” Swami: “Chi è veramente amico? Colui che è sempre con voi, che non vi

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tradisce mai, che non vi imbroglia mai, che non vi abbandona mai, che non vi lascia nel momento del bisogno, nella malattia, nel momento del pericolo. Questo è un vero amico.” Abbiamo noi, al mondo, qualcuno così? Qualcuno che non ci abbandonerà mai, che sarà eternamente con noi, che ci sosterrà durante le difficoltà e la malattia? Sì, Dio. Egli è l’Amico Vero, eternamente con noi. Baba ha anche dato la definizione di un altro termine sanscrito: “h©dayam”, il cuore. Noi traduciamo il termine “h©dayam” con “cuore”, ma è una traduzione troppo semplicistica. “Il cuore è fisico, mentre h©dayam è spirituale. I trapianti di cuore possono essere fatti, ma non i trapianti di h©dayam. Il cuore si trova nella parte sinistra del corpo umano, mentre h©dayam, il cuore spirituale, è dappertutto. Il cuore fisico funziona a livello materiale, mentre h©dayam è oltre il corpo, funziona al di là della materia.” Questo è quanto Bhagavan ha detto. Poi Swami ha iniziato a raccontarci alcuni episodi tratti dalla Sua Storia Personale, dalla Sua Biografia, episodi della Sua Vita. Tutti voi sapete il nome del nonno di Swami, Kondamaraju. Bhagavân ci ha detto: “Kondamaraju, il nonno di questo Corpo, era l’uomo più rispettato e stimato del villaggio. Tutti andavano a consultarlo per porre fine alle discussioni e ai problemi familiari. E questo perché Kondamaraju viveva una vita ideale. Nessun uomo immorale, nessun uomo di cattive abitudini aveva il coraggio di affrontarlo, di guardarlo in faccia. Persone simili lo evitavano ed entravano dalla porta di servizio. Non avevano il coraggio di farsi vedere da lui, perché era un uomo di grande moralità.” Ho chiesto: “Swami? Con che nome Kondamaraju Ti chiamava? Ti chiamava Sathya Sai Baba?” “No, no, no. Mi chiamava sempre ‘Sathya... Sathya...’, che significa ‘Verità’.” “E come Ti chiamava Tua madre?” ho domandato. “Lei Mi chiamava a volte ‘Râja ... Râja....’ (Râju in telugu) - che significa “re” - mentre altre volte Mi chiamava Sathya. Questi erano i due Nomi con i quali venivo chiamato quando ero giovane. Sai bene, Anil Kumar, com’erano i villaggi in quei giorni...” “No Swami”, ho precisato. “Sono nato in città, perciò non so niente della vita di villaggio.” “La vita nei villaggi è davvero ideale. Perché? Le persone dei villaggi vivono una vita di cooperazione, di amicizia, di aiuto reciproco. Sapete, in quei giorni non avevamo il riso. Il raccolto veniva portato in sacchi per essere successivamente macinato. Per aiutare, le persone venivano anche dagli altri villaggi; si riunivano e, mentre lavoravano, cantavano il Nome di Dio: “Râm, Râm, Râm, Râm....”. Le persone lavoravano insieme, si aiutavano a vicenda. Quando c’era un matrimonio, non era necessario comprare niente: una persona portava il riso, un’altra lo yogurt, un’altra il latte, un’altra le foglie su cui veniva servito il cibo. Questa è cooperazione che, sfortunatamente, si è persa ai giorni nostri. Cultura significa amicizia, collaborazione, aiuto. Questo tipo di cultura oggi non è più presente.” Questo è ciò che Baba ha detto. Swami ha poi continuato ad abbandonarsi ai ricordi del passato: “Sai, Anil Kumar: quando andavo a scuola, tutti gli insegnanti Mi scrivevano dei bigliettini.” E così Swami ha preso l’abitudine di ricevere lettere fin dalla Sua prima infanzia! Abitudine divina dura a morire! (Risate). Swami riceveva dei bigliettini dai Suoi maestri di scuola. Ho domandato: “Swami, che tipo di bigliettini?” “Ogni insegnante Mi scriveva: ‘Sathyam, vieni a casa mia oggi pomeriggio. Mia moglie Mother Sai luglio - agosto 2007

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ha preparato dei piatti speciali, appositamente per Te.” “Che cosa facevi Tu, allora?” “Non andavo a casa di nessuno. Non ci andavo.” “Ma come facevi a rifiutare, Swami? Tu eri solo un ragazzino, mentre quelli erano insegnanti. Come li convincevi? Come li accontentavi? Decidendo di non andare, che risposta davi loro?” Baba ha risposto: “Mi avvicinavo a loro e, dolcemente, dicevo: ‘Signore, se accetto, gli altri ragazzi ci resteranno malissimo. Che cosa penseranno di Me? Perciò, la prego...’” Però ha aggiunto: “C’erano, tuttavia, delle case nelle quali andavo.” “Perché in quelle sì, Swami?” “Perché alcuni devoti erano davvero seri. Se non andavo, si rifiutavano di mangiare. Aspettavano che arrivassi, altrimenti non mangiavano. Per questo dovevo andare e renderli felici.” “Swami? Che cosa mangiavi?” “Delle pakoda, dei vada.... mangiavo poco. Sapete bene che cosa mangio adesso. Immaginate in quei giorni. Ancora meno! Poi tornavo a casa e dicevo a Mio fratello: ‘Ho già mangiato’. A lui non andava. Perché? ‘Se qui si è cucinato per Te, perché hai mangiato là?!’ Si arrabbiava moltissimo con Me. Pazienza.” “Swami, capisco la situazione”, Gli ho detto. “Perché io mi arrabbio quando parli con qualcun altro: perché non parli con me? È perciò naturale che le persone si dispiacciano per non avere la possibilità di stare con Te. Riesco a capire, Swami.” Questo è ciò che Gli ho detto. In quei giorni erano in uso le cerimonie scolastiche, i raduni. In quelle occasioni, tutti gli insegnanti andavano da Swami e Gli dicevano: “Parla Tu, oggi. Parla Tu.” “Signore”, egli rispondeva. “Sono solo un ragazzino. Non va bene che parli Io. Parlate voi.” “No, no, no! Parla Tu”, insistevano i maestri. Swami: “E così, in ogni occasione, dovevo alzarMi e parlare.” “Swami: qual era la reazione degli insegnanti?” “Oh, applaudivano calorosamente... bravo... bene... Ascoltate Sathya che belle cose dice...” (Tratto da “Perle di Saggezza” n 1 - 22 settembre 2002)

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Discorso 02-05-2006

NON CARICATEVI DI DESIDERI ILLIMITATI “Satya, Dharma, ›ânti, Prema sono i pilastri del Sanâtana Dharma (la Legge Eterna). Senza assimilare questi Valori, l’acquisizione di ogni forma educativa, la realizzazione di qualunque atto di carità e la pratica di ogni attività spirituale sono completamente prive di utilità. Che altro potrei dire a questa assemblea di nobili anime?” Incarnazioni dell’Amore! Qual è il significato di Avatâr (Incarnazione di Dio)? Esso indica il connubio della Consapevolezza Divina con la Coscienza umana. L’uomo è la combinazione di corpo, mente, intelletto e coscienza. DIO, CHE È L’ESPRESSIONE DELL’AMORE, ASSUME FORMA UMANA PER STABILIRE LA SUA IDENTITÀ CON L’UOMO, IN MODO DA PROMUOVERE IN LUI LA TRASFORMAZIONE ATTRAVERSO L’AMORE. DIO DISCENDE SULLA TERRA E SI LASCIA COINVOLGERE NELLE COSE DEL MONDO PER INSEGNARE E GUIDARE L’ESSERE UMANO E METTERLO SULLA GIUSTA STRADA. Ecco un piccolo esempio. Non attribuire le qualità umane all’Avatâr Una volta le gopika avvicinarono Yaµodâ e si lamentarono in questo modo: “Madre! K©¹²a è venuto nelle nostre case e ha rotto i nostri vasi di curd e latte.” Altre gopika lamentarono con Yaµodâ il fatto che a mezzanotte K©¹²a fosse entrato nelle loro case e avesse legato le trecce di una di loro con quelle di un’altra. Quando Yaµodâ sgridò

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K©¹²a per questi atti disdicevoli, Egli disse a Sua madre: “Madre! Tu sai bene che per tutta la notte ho dormito al tuo fianco. Dimmi, allora, come sia stato possibile che Io sia entrato a casa loro a mezzanotte.” Yaµodâ comprese che ciò che K©¹²a diceva era vero. Ovviamente, le gopika mentivano, ella pensò. C’è una differenza fondamentale tra la coscienza umana e quella divina. DOVENDO ANALIZZARE LE BIRICHINATE DI K©¹²A DA UN PUNTO DI VISTA SPIRITUALE, I VASI DI TERRA RAPPRESENTANO IL CORPO UMANO. QUINDI, ROMPERE I VASI SIGNIFICA RIVELARE DEHABHR¾TI (L’INGANNO CAUSATO DALL’ATTACCAMENTO AL CORPO). NON COMPRENDENDO IL PROFONDO SIGNIFICATO NASCOSTO DIETRO LE APPARENTI BIRICHINA-

K©¹²A, LE GOPIKA SI LAMENTAVANO DI LUI CON YAµODÂ. Più tardi, esse compresero la vera natura di K©¹²a e Lo pregarono: “O K©¹²a! Tu sei l’Incarnazione della Beatitudine, libero dai trigu²a (i tre attributi: sattva, raja e tamas) e dalla dualità, e oltre ogni comprensione della mente umana. È stato un nostro errore attribuire a Te le qualità umane. Qualunque lamentela possiamo aver fatto a Tua madre nei Tuoi confronti è sorta solo a causa della nostra ignoranza. O Swami! Ti preghiamo di perdonarci e di prenderci sotto la Tua protezione.” K©¹²A, ALLORA, LE PERDONÒ TUTTE E SPIEGÒ LORO IL PRINCIPIO DI UNITÀ, DICENDO: “VOI NON SIETE DIVERSE DA ME . VOI E IO SIAMO UNO .” COSÌ, SE SVILUPPIAMO FEDE NEL PRINCIPIO DI UNITÀ, LA NOSTRA VITA SARÀ SANTIFICATA. L’uomo è dotato di corpo e di mente che, insieme, generano kâma e krodha (desiTE DI

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Discorso 02-05-2006 derio e ira), ma Dio non nutre né desideri né ira. Dio non ha neanche un briciolo di desideri o aspirazioni materiali. Qualunque cosa Dio faccia, veda e dica è sempre per il bene dei propri devoti, e non per Se Stesso. Quando Dio si incarna sulla terra in forma umana, si comporta come fosse un essere umano. Può far piangere qualcuno, ridere qualcun altro e indulgere in qualche simpatica birichinata con un altro ancora. VEDENDO QUESTE AZIONI APPARENTEMENTE UMANE , LA GENTE SI INGANNA E TRATTA L’AVATÂR COME UN NORMALE ESSERE UMANO. DI FATTO, QUALE POTREBBE ESSERE LA RAGIONE PER CUI DIO DISCENDE SULLA TERRA ASSUMENDO UNA FORMA UMANA? È SOLO PER STABILIRE UN IDEALE PER L’UOMO E AVVIARLO SUL CAMMINO DELLA RETTITUDINE. Unità ed Eguaglianza sono le peculiarità del consorzio umano Quando qualcuno chiede il vostro nome, la normale risposta dovrebbe essere: “Il mio nome è Ranganna o Somanna” ecc. Tuttavia, questi sono solo i nomi che vi sono stati dati dai vostri genitori. Non sono i vostri veri nomi. INFATTI, QUANDO QUALCUNO VI DOMANDA IL VOSTRO NOME, DOVRESTE RISPONDERE: “IO SONO IO.” QUESTO È IL VOSTRO VERO NOME. QUESTO “IO” È PRESENTE IN OGNI INDIVIDUO. QUESTO È L’ÂTMA TATTVA (IL PRINCIPIO DEL SÉ). A parte ciò, tutti gli altri nomi sono solo immaginari. Questo implica che Dio è immanente in ogni essere umano, o meglio, in ogni essere vivente. Tutti sono Incarnazioni di Dio. Ekoham bahusyâm L’Uno volle diventare i molti. È l’Uno che ha assunto tutte le forme.

Aha¼ brahmâsmi Io sono Brahman. 42

Questa dovrebbe essere la realizzazione di ciascun individuo. Questa realizzazione è la base dell’unità di vya¹ºi (l’individuo), sama¹ºi (la società), s©¹ºi (la creazione) e Parame¹ºi (Dio). Senza s©¹ºi, non può esserci sama¹ºi, e, senza sama¹ºi, non può esserci vya¹ºi. Ma chi è vya¹ºi? È l’Incarnazione della Divinità presente in tutti. Pertanto, la società, che è un insieme di individui, è la forma collettiva della Divinità. Quindi, nella società tutti sono uguali. Non si possono fare classificazioni, come, ad esempio, distinguere fra alto e basso. R IDICOLIZZARE QUALCUNO EQUIVALE A RIDICOLIZZARE VOI STESSI. È SOLO IL VOSTRO RIFLESSO CHE VEDETE IN LUI. È SOLO IL VOSTRO RISUONARE CHE SENTITE IN LUI. TUTTI DOVREBBERO COMPRENDERE QUESTA VERITÀ E SVILUPPARE IL SENSO DI UNITÀ. I Nomi Râma e K©¹²a furono dati agli Avatâr dai Loro genitori. Quando Dio nel passato si incarnò, non proclamò mai di essere Râma o K©¹²a. Questi Nomi furono dati agli Avatâr dopo le loro Incarnazioni e non prima. Nomi e forme sono solo il marchio che contraddistingue gli individui nella società. Non è necessario che cerchiate Dio ovunque. Quando qualcuno vi chiede: “Dov’è Dio?”, dovreste rispondere in tutta sicurezza: “Io sono Dio.” La gente costruisce templi ed edifici con mattoni e calce, e vi colloca statue di Dio. Di fatto, Dio è saldamente insediato nel cuore di tutti gli esseri umani, o meglio, di tutti gli esseri viventi. È solo per spiegare questa Verità che K©¹²a, nella Bhagavad Gîtâ, dichiara:

Mamaivâ¼µo jîvaloke jîvabhûta sanâtanah “L’eterno Âtma, presente in tutti gli esseri, è parte della Mia Essenza”. È possibile comprendere questa Verità aderendo ai cinque Valori Umani di Satya (VeMother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 02-05-2006 rità), Dharma (Rettitudine), ›ânti (Pace), Prema (Amore) e Ahi¼sâ (Non violenza). Dove si trovano questi Valori Umani? Non sono fuori: sono tutti dentro di voi. È davvero una sventura che li cerchiate fuori, mentre essi si trovano proprio al vostro interno. Finché cercate il loro riflesso al di fuori di voi non sarete in grado di riconoscere l’oggetto che è in voi. La Divinità è immanente in voi. Quindi dovreste considerarvi divini e proclamare: “Io sono Dio.” Così non avrete timore, ansietà e illusioni. FINTANTOCHÉ NON COMPRENDERETE LA VOSTRA DIVINITÀ INTERIORE NON POTRETE LIBERARVI DELL’ATTACCAMENTO CORPOREO. Non occorre andare in pellegrinaggio per cercare Dio. Egli è presente ovunque.

Sarvatah pâ²ipâda¼ tat sarvatok¹i µiromukham sarvatah µrutimalloke sarvam âv©tya ti¹ºhati Con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie che pervadono tutto, Dio permea l’intero universo. Ovunque guardiate, Dio è presente. Non esiste posto dove Dio non sia. Non esiste forma che non Gli appartenga. L’uomo cerca Dio convinto che sia in qualche posto lontano, ma Dio è di fronte a voi, dietro e accanto a voi. Tutti sono Incarnazioni di Dio; tuttavia voi non considerate incarnazioni divine le persone che sono intorno a voi. Vi soffermate sulla loro forma e le considerate soltanto “esseri umani”. DIMENTICATE LA FORMA, E SIATE FERMAMENTE CONVINTI CHE TUTTO CIÒ CHE VEDETE È SOLO DIO. È solo Lui che provvede al nostro sostentamento. Quindi, qualunque lavoro intraprendiate, consideratelo un lavoro di Dio e dedicatelo a Lui. Se compite le vostre azioni come offerta a Dio, diverrete puri e sacri. DIO NON È IN QUALCHE POSTO IN UN ANGOLO LONMother Sai luglio - agosto 2007

TANO.

VOI SIETE DIO. VOI SIETE LA SOCIEVOI SIETE IL MONDO. VOI SIETE IL CIELO. VOI SIETE LA TERRA. VOI SIETE LE STELLE. VOI SIETE TUTTO. QUINDI, SVILUPPATE LA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE TUTTO. Finché usate nomi e forme, sarete sempre immersi nella dualità, ma, se andate al di là dei nomi e delle forme, troverete Unità ovunque. Tutti voi siete Incarnazioni dell’Âtma. Se questo è vero, perché mai dovreste cercare l’Âtma in qualche altro posto? Che cosa significa Âtma? Âtma indica la Coscienza: Essa pervade ogni cosa. FINTANTOCHÉ NEL CORPO C’È COSCIENZA, ESSO SARÀ NUTRITO E PROTETTO. QUANDO LA COSCIENZA ABBANDONA IL CORPO, QUESTO PERDE OGNI SUO VALORE. TÀ.

Sviluppare purezza e bontà Supponete che un ragazzo e una ragazza decidano di sposarsi. Dopo il matrimonio, la ragazza si riferirà all’uomo come “suo marito”; analogamente, il ragazzo si riferirà alla donna come “sua moglie”. Ma per quanto tempo? Solo per un periodo ben determinato di tempo e cioè finché vivranno assieme. Più tardi, quando entrambi saranno morti, l’uno non avrà più alcuna relazione con l’altra. Chi è il marito e chi è la moglie? Tutte queste relazioni sono immaginarie e transitorie. Analoga è la relazione tra madre e figlio. Il figlio si rivolge a quella donna come madre per un certo numero di anni, ma, quando ella lascia il corpo mortale, il figlio si duole del corpo morto della madre, dicendo: “O Madre! Tu mi hai lasciato!” Infatti, dov’è andata sua madre? Il corpo fisico al quale si è rivolto come madre per tutti quegli anni, si trova ancora di fronte a lui. Se il corpo morto fosse veramente quello di sua madre, lo conserverebbe in casa sua, non è così? Ma lo farà? Assolutamente no! Egli porta il corpo al luo43

Discorso 02-05-2006 go della cremazione. Quindi, tutte queste relazioni legate al corpo sono solo illusorie e non reali; sono come nuvole passeggere. Solo l’Âtma è eterno. QUALUNQUE COSA POSSA ACCADERE AL CORPO FISICO, L’ÂTMA NON È SOGGETTO AD ALCUN CAMBIAMENTO. Tutti sono Incarnazioni di Dio. Poiché sbagliamo pensando che Dio sia separato da noi, ci sottoponiamo a molte pratiche spirituali per raggiungerLo. Crediamo che µrava²a¼ (l’ascolto delle Storie di Dio), kîrtana¼ (il canto delle Sue lodi), vi¹²usmara²a¼ (soffermarsi mentalmente sul Signore), pâdasevana¼ (il servizio ai Suoi Piedi di Loto), vandana¼ (l’atteggiamento di rispetto verso tutte le forme di vita), arcana¼ (l’adorazione di Dio nei riti), dâsya¼ (servire tutti indistintamente), sneha¼ (l’amicizia verso Dio), âtmanivedana¼ (la completa resa a Lui) siano le sâdhanâ che dobbiamo realizzare. Ma che cosa vuol dire sâdhanâ? Sâdhanâ = sâ + dhana. La sillaba “sâ” nella parola sâdhanâ implica sâlokya (la percezione del Divino), sâmîpya (la vicinanza del Divino), sârûpya (l’identificazione col Divino) e sâyujya (la fusione nel Divino). Questo è dhana (la ricchezza) che l’uomo deve acquisire e conservare con cura. Tuttavia, l’uomo moderno cerca solo dhana (il denaro) scordando questo “sâ” consistente in sâlokya, sâmîpya, sârûpya e sâyujya. Ogni attività di questo mondo è oggi accentrata su dhana. Facciamo il caso che richiediate a qualcuno di cantare una canzone o di fare qualche lavoro per voi. Egli inizierà immediatamente a mercanteggiare la quantità di denaro che dovrete pagare per quel suo servizio. OGNI ATTIVITÀ DELL ’ UOMO È OGGI DIVENTATA UN “BUSINESS”, A TAL PUNTO CHE QUESTO AVVIENE ANCHE NEL CAMPO DELLA SPIRITUALITÀ. Non è necessario acquistare Dio pagandolo con del denaro, visto che non po44

tete acquistare voi stessi, che siete Dio. Voi stessi siete il Principio Divino. Siete dotati di un immenso potere divino, ma dovete mantenere salda la vostra mente. Non lasciate che salti da un pensiero all’altro. Se scriverete risposte esatte ai vostri esami, avrete buoni voti. Se la vostra mente sarà positiva, avrete risultati positivi; ma se nella vostra mente ci sono pensieri negativi, anche i risultati saranno negativi. Come prima cosa, comprenderete la natura della vostra mente. POTRETE CAPIRE I SEGRETI DELLA VITA UMANA SOLO DOPO AVER COMPRESO LA VOSTRA MENTE. Siate buoni, fate del bene, vedete il bene: allora ogni cosa volgerà al meglio nella vostra vita. Siate sempre buoni e percorrete il giusto cammino. Non seguite strade sbagliate, imitando gli altri. Seguite la vostra coscienza. Se il vostro cuore è puro, ogni cosa diverrà pura e sacra. Tenere i desideri sotto controllo Incarnazioni del Divino Âtma! C’è un limite a tutto in questo mondo. Non c’è nulla che non abbia un limite. Infatti, il mondo è una società a responsabilità limitata. Che cosa succede a questo tipo di società quando vengono superati i limiti? Quindi, ognuno dovrebbe sempre mantenersi entro i propri limiti. Quando un medico prescrive una particolare medicina a un paziente, ne indica anche il dosaggio. Se il paziente prende la medicina senza fare attenzione al dosaggio e supera il limite, potrebbe contrarre qualcosa di peggiore della malattia stessa. Analogamente, Dio ha posto dei limiti a ogni individuo. L’UOMO MODERNO, PERÒ, HA DESIDERI ILLIMITATI. È NECESSARIO CHE MANTENGA I PROPRI DESIDERI ENTRO OPPORTUNI LIMITI.

SARÀ IN

GRANDE

PERICOLO SE LI SUPERERÀ A CAUSA DEL SUO EGO. Sia che si tratti di un individuo, della società o del mondo, tutti dovrebbero re-

Mother Sai luglio - agosto 2007

Discorso 02-05-2006 stare nei limiti prescritti. L’uomo nasce con molte relazioni, come padre, madre, parenti e amici. Tutte queste relazioni sono legate al mondo materiale. Quando si sposa avrà una moglie, poi nasceranno dei figli, poi i nipoti. Cosi le relazioni crescono senza limiti. A mano a mano che crescono le relazioni, crescono senza limiti anche i desideri. L’uomo sarà felice se ridurrà i propri desideri. Meno bagaglio, maggior comfort. Riducete il vostro bagaglio. Sviluppate coraggio e fiducia. Queste non sono qualità che potete prendere in prestito dagli altri. Voi stessi dovrete svilupparle con pazienza e perseveranza. Incarnazioni dell’Amore! Santificate la vostra vita sviluppando il controllo dei sensi. È SOLO PERCHÉ LA GENTE NON HA IL CONTROLLO SUI PROPRI SENSI E NESSUN LIMITE AI DESIDERI CHE NEL MONDO C’È TANTA IRREQUIETEZZA E AGITAZIONE. LE PERSONE VAGANO LIBERAMENTE NELLA SOCIETÀ COME FOSSERO ANIMALI.

Non dovreste diventare animali. Quando qualche cattivo pensiero nasce in voi, dovreste ricordare a voi stessi che siete un essere umano e non un animale. La collera è una qualità animalesca. Quando gli animali si arrabbiano combattono l’uno contro l’altro. Sfortunatamente, oggi, anche gli esseri umani combattono l’uno contro l’altro come fossero animali. SI POTREBBE QUASI DIRE CHE OGGI GLI ANIMALI SONO MIGLIORI DEGLI UOMINI. GLI ANIMALI HANNO SEMPRE UNA STAGIONE E UNA RAGIONE, MENTE L’UOMO NON HA NÉ STAGIONI NÉ RAGIONI. QUINDI, L’UOMO MODERNO SI STA COMPORTANDO PEGGIO DEGLI ANIMALI. Essendo esseri umani dovreste coltivare qualità umane. Infatti un essere umano non dovrebbe mai cadere vittima dell’ira! Anche se questo dovesse accadere, dovreste sempre provare a riacquistare calma e quiete. Non perdete mai la vostra serenità. Se la coltiverete, non sarete mai agitati e Mother Sai luglio - agosto 2007

irrequieti. La Pace (Peace) è in voi, non la si può trovare fuori. Fuori ci sono solo i pezzi (pieces). Analogamente, la felicità non è all’esterno. Molte persone arrivano da Swami e Lo pregano: “Swami, voglio la pace della mente.” Io dico loro che devono cercare la pace dentro se stessi. Io sono sempre pieno di Pace e Beatitudine. Qual è oggi il motivo della perdita della pace? I desideri sono alla radice di ogni inquietudine. Dove ci sono desideri, la pace scompare. Pertanto, riducete il bagaglio dei vostri desideri: allora, nella vita, avrete un minor carico. Non permettere alle cattive qualità di entrare nel proprio cuore Incarnazioni dell’Amore! Tutti voi sapete che l’uomo deve seguire la strada della Verità. Egli non dovrebbe mai intraprendere la strada della menzogna quali che siano le circostanze. QUALUNQUE COSA ACCADA NELLA VITA, PENSATE SEMPRE CHE CIÒ CHE È AVVENUTO È UN BENE PER VOI. PERFINO QUANDO QUALCUNO VI CRITICA, DOVRESTE PENSARE CHE È UN BENE PER VOI. SE CONSIDERATE BUONA OGNI COSA, ALLORA TUTTO DIVERRÀ BUONO. Dio non è qualcosa di estraneo: Egli è dentro di voi. Analogamente, Satya, Dharma, ›ânti, Prema e Ahi¼sâ non sono fuori; sono dentro di voi. Quando vi arrabbiate perdete la vostra pace. Pertanto dovreste sempre essere in pace e beati. Essendo esseri umani, dovreste avere qualità umane. UN VERO ESSERE UMANO È COLUI CHE È SOFFUSO DI SATYA, DHARMA, ›ÂNTI E PREMA. QUANDO SVILUPPERETE QUESTE QUALITÀ UMANE, SENTIRETE LA PACE IN OGNI MOMENTO, E ALLORA AVRETE SEMPRE UN SORRISO SUL VOLTO. MA SE LA VOSTRA MENTE È TURBATA NON POTRETE TROVARLA. Voi non siete semplicemente esseri umani. C’è la Divinità immanente in voi: realizzate 45

Discorso 02-05-2006 questa Verità. Fintantoché considererete voi stessi dei semplici esseri umani, non potrete sfuggire all’inquietudine. I cambiamenti avvengono in voi a causa del cibo e della condotta. Alcune volte certe qualità cattive, come la collera e la gelosia, possono nascere in voi. Non dovreste però mai lasciare troppo spazio a queste cattive qualità. Supponete di costruire una casa e di sistemarvi alcune porte. Solo perché ci avete messo delle porte permetterete forse a ogni sorta di insetti e animali come asini, maiali, serpenti e scorpioni, di entrare nella vostra casa? Assolutamente no! Anche se questi dovessero provare a entrare, chiudereste immediatamente le porte. Analogamente, il controllo è la porta del vostro cuore. Se chiuderete la porta del cuore alle cattive qualità, esse non potranno entrarvi. NON DOVRESTE MAI ARRABBIARVI CON NESSUNO, NÉ CRITICARE O DANNEGGIARE QUALCUNO. SE, PER QUALCHE RAGIONE, NASCE UNA QUALCHE CIRCOSTANZA FAVOREVOLE A CIÒ, CONTROLLATEVI. QUANDO LA COLLERA VI SOVRASTA, CANCELLATELA IMMEDIATAMENTE CONSIDERANDOLA IL VOSTRO NEMICO. Si dice che l’ira è il vostro nemico, la pazienza lo scudo che vi protegge, la felicità il vostro paradiso. Riempite il vostro cuore d’Amore e Compassione. Se avete il cuore ricolmo d’Amore, vedrete Dio ovunque. Senza Amore, vedrete solo il diavolo. Quando avrete acquisito la salda fede che Dio è in voi, che voi siete Dio e che il vostro corpo

altro non è che il tempio di Dio, non ci sarà più motivo che ira, gelosia, orgoglio ecc. possano disturbarvi. Quindi, bangaru (tesori), sviluppate Amore e Compassione. Dio è il vostro unico rifugio ovunque siate, nella foresta, nel cielo, in una città o in un villaggio, sulla cima di una montagna o al centro del profondo oceano. La Verità è immutabile indipendentemente dal momento e dal luogo. Dovunque siate, la Verità è Verità, l’Amore è Amore! Se vivrete nell’Amore, la Verità diverrà automaticamente parte di voi e viceversa. Siete tutti figli dell’Amore, ma, sfortunatamente, non appena crescete, l’Amore in voi comincia gradualmente a declinare e l’odio e la gelosia ad aumentare. La gelosia è veramente una pessima qualità; provocherà danno non solo agli altri, ma anche a voi. Quindi, non date mai spazio a simili pessime qualità. Fate di tutto per coltivare le buone qualità come l’Amore e la Verità: solo allora potrete sperimentare una pace senza fine. (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Prema Muditâ Manase Kaho Râma Râma Râm… “). Brindavan (Whitefield), 2 maggio 2006, Sai Ramesh Krishan Hall (Tratto da: www.sssbpt.org)

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“SEE YOU LATER AT…. PUTTAPARTHI!!!!”

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Insieme

È questa la frase di commiato degli oltre 300 partecipanti agli’”European Sai Games” e alla “Conferenza dei Giovani Sai” svoltasi alla Casa Madre il 28-29-30 aprile 2007. Tre giorni molto intensi, in cui si sono incontrati, in un simbolico grande abbraccio, sport, satsa¾g spirituale, attività educativa, bhajan e tanto, tanto servizio. Come sempre, la Mother Sai House si è presentata nel suo consueto splendore: l’erba del prato appena tagliata, i muri delle stanze imbiancati di fresco, l’auditorium con il nuovo sipario di velluto, una gigantografia di Baba in mezzo al palco e più di 50 volontari pronti a svolgere il loro insostituibile servizio per permettere a tutti di godere e gioire di questo posto benedetto da Dio…! Volontari magnifici che fin dalle prime ore del mattino di venerdì 27 aprile, da quando hanno iniziato ad arrivare le delegazioni di atleti, e fino a notte fonda, quando anche l’ultimo tavolo da ping pong viene sistemato, si sono alternati in un crescendo di attività perché tutto fosse pronto e nulla lasciato al caso. Frenetici preparativi, un continuo andirivieni tra aeroporto e Mother Sai e l’impegno di tutti per trovare stanze negli alberghi vicini… tutto con molta dedizione e disponibilità. Si sono mobilitati veramente in tanti, da ogni parte d’Italia e anche dalla Svizzera, con un gruppo foltissimo superorganizzato (non c’erano dubbi!!!!). Magnifici volontari Sai!!!!!!! Sabato mattina, come previsto, tutto è pronto. La cerimonia di apertura è il momento più bello, la sfilata degli atleti sul palco accompagnati dal battito ritmato delle mani dei presenti. Un’ovazione per tutti, soprattutto per quegli atleti che, unici rappresentanti della propria nazione, hanno voluto ugualmente testimoniare, con la loro presenza, l’adesione all’iniziativa. L’esecuzione degli inni nazionali e la gioiosa presenza dei bambini Sai, che hanno intonato “Love Is My Form”, hanno dato inizio alle gare sportive. Per tutta la giornata di sabato e domenica si sono alternati atleti a tiro con l’arco, calcio, pallavolo, tennis, nuoto, tennis da tavolo, corsa campestre e scacchi con croati, sloveni e italiani in grande evidenza. Tifo da stadio, ma molto corretto, per la finale di calcio Germania - Italia e grande entusiasmo per i croati del tennis da tavolo e della pallavolo. Dei veri campioni…! Al termine di ogni gara abbracci, riconoscimenti reciproci e foto di gruppo fanno passare in secondo piano chi ha vinto e chi ha perso, nel vero spirito Sai. La corsa campestre, svoltasi la domenica mattina, è stata la più partecipata come anche la gara di nuoto nella bellissima piscina, che durante tutto l’anno ospita numerosi gruppi di disabili per la riabilitazione acquatica. Il programma, intensissimo, non ha impedito di avere momenti di raccoglimento e di preghiera con il canto dei bhajan e momenti di meditazione individuale. Erano presenti rappresentanti di 11 nazioni: Austria, Bosnia, Croazia, Slovenia, Germania, Francia, Spagna, Svezia, Svizzera, Olanda e Italia. In tutti, la consapevolezza e la gioia di condividere un evento tanto particolare quanto atteso. 47

A conclusione, dopo le premiazioni ufficiali, un grande abbraccio collettivo e il ringraziamento a Baba per l’occasione donataci. Ad ogni nazione, come ricordo della manifestazione, una pergamena attestante l’avvenuta partecipazione agli European Sai Games. Per finire, un ringraziamento a tutti per la pazienza e la comprensione dimostrate anche in presenza di qualche “sbavatura” organizzativa. In modo particolare, un plauso ai giovani che sono stati i veri artefici di queste due giornate, dimostrando, con il loro entusiasmo contagioso e la serietà d’intenti, quanto Baba stia facendo per il bene dell’umanità e quanto sarà sicuramente bellissimo partecipare all’incontro mondiale dei giovani Sai in programma il 29 luglio a Puttaparthi. Quindi, alla fine di tutto, ….. see you later at ….. Puttaparthi!!! Numero Atleti: 31 Croatia – 1 Bosnia – 1 Svezia – 14 Slovenia – 2 Austria – 3 Spagna – 19 Germania – 13 Francia – 4 Svizzera – 6 Olanda – 47 Italia. Il Comitato Organizzatore

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Mother Sai luglio - agosto 2007

INDIRIZZI DEI GRUPPI SSSB BADESI (SS) V. Dante, 20 (339) 1578309 BARI V. Amendola, 126 Tel. (080) 5798379 BARLETTA (BA) V. Imbriani, 88 Tel. (0883) 527358 [email protected] CARRARA (MS) V. Matteoni, 39 Tel. (0585) 253857 [email protected] CONEGLIANO - COLLE UMBERTO (TV) V. Cardenzin, 12 (0438)394065 [email protected] FERRARA V. Mayr, 90/a - Tel. 349 7442455 [email protected] FORLÌ V. F.Orsini, 19 gruppo.sai.forlì@sathyasai.it LIVORNO - LORENZANA (PI) V. Colle Alberti, 23 [email protected] MAROSTICA (VI) Viale Vicenza, 2 Tel. 335 5834701 [email protected]

MERONE (CO) V. S.G.. Emiliani, 33/A Tel. (347) 0119677 [email protected] MONTECATINI TERME P.le Leopoldo, 2 [email protected] POTENZA V. Boldoni, 8 Tel. (329) 7445775 [email protected] SIENA V. Martini, 110 Tel. (0577)281382 - 356795 [email protected]

GRUPPI BHAJAN CASATENOVO (LC) V. san Gaetano,11 Tel. (039) 9297011 Coordinatore: Renato Billo - email: [email protected] ROMA E Coordinatore: Paolo Startari - email: [email protected] TORINO E V. Millio, 53 Tel. (011) 4115083 Coordinatore: Guido Fedele - email: [email protected]

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