Lettera dei vescovi Caldei “zona nord Iraq” riguardo la situazione degli iracheni in generale e dei cristiani in particolare Quanto il popolo iracheno è costretto a subire a seguito delle continue e ripetute minacce, rapine, migrazione forzata, bombardamenti e uccisioni che si protraggono da oltre quattro anni, ha provocato migliaia di morti, immani distruzioni delle istituzioni e infrastrutture. Più di tutto tale caos genera nei cuori e nelle menti degli iracheni un generale allarme che non può essere accettato dalla ragione umana e che rende la vita impossibile a viversi. A tal motivo ci appelliamo con forza e insistentemente alla coscienza della comunità internazionale e delle forze multinazionali come pure alla coscienza dei responsabili iracheni affinché si faccia qualcosa per protegge la vita di questi uomini innocenti e i loro averi e diritti ma soprattutto la loro libertà. Come anche invitiamo le autorità religiose a far sentire il loro grido, protezione del paese e dei fedeli e per conservare questo tessuto diverso e ricco senza di cui l’Iraq non resterebbe l’immemorabile Iraq che tutti conoscono quale pacifica culla di diverse culture, civiltà e religioni che abbraccia sin dalla sua nascita. Come anche invitiamo a far cessare le minacce contro i pacifici cristiani, i loro rapimenti e le esagerate richieste di riscatto senza contare le immani pressioni che li obbligano a lasciare il paese. I cristiani sono iracheni autentici, costituiscono una delle più antiche componenti del popolo iracheno. Si sono inseriti sin dall’inizio nella compagine con i loro fratelli Arabi, Curdi, Turukmani, Sabii e Yazidi, e hanno giocato un ruolo importante nella costruzione dell’Iraq e il suo sviluppo, hanno anche difeso con coraggio la loro terra e l’unità della nazione. Condividono gli stessi valori storici e nazionali come pure lo stesso destino. Non va dimenticato che c’è sempre un forte legame tra i cristiani e i musulmani al punto che i loro insegnamenti sono indirizzati in un modo e in un altro all’amore e al bene e alla pace. Dio sa che siamo differenti perché questo fa parte del suo disegno “e se Dio vuole fa degli uomini un popolo solo” (Yunis 99). Dobbiamo accettare il provvedimento di Dio e rispettare questa diversità come un giardino che abbraccia numerosi fiori, e ogni fiore ha il suo aroma e profumo e tutti glorificano il loro creatore. Crediamo che la religione porta la pace, perché Dio non si manifesta se non con la pace, giustizia, misericordia, perdono, concordia e unità. Fratelli, basta alla violenza, alle minacce e alle esplosioni di bombe che ammazzano atrocemente, lavoriamo tutti mano nella mano per l’unità del nostro Iraq, la sua sicurezza e il suo miglioramento.
Firmata da: Mons. Bolis Farag Raho; Mons. Botris Alharbuli; Mons. Rabban Alqas; Mons. Michael Almaqdisi; Mons. Luis Saco. In data 2/5/2007