Sintesi Per La Difesa

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PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA FACOLTÀ DI TEOLOGIA Dissertazione per il Dottorato

______________________________________

SANTIFICAZIONE E VALORE SALVIFICO DEL MATRIMONIO. STUDIO ESEGETICO-TEOLOGICO DI 1COR 7,12-16 ED EF 5,25-33

LOUAY SHABANI

Moderatore: Prof. SCOTT BRODEUR Correlatore: Prof. ROMANO PENNA

19 Aprile 2007

TESTI (Greco GNT)

Ef 5,25-33

1Cor 7,12-16 12

Toi/j de. loipoi/j le,gw evgw. ouvc o` 25 Oi` a;ndrej( avgapa/te ta.j gunai/kaj( ku,rioj\ ei; tij avdelfo.j gunai/ka kaqw.j kai. o` Cristo.j hvga,phsen th.n e;cei a;piston kai. au[th suneudokei/ evkklhsi,an kai. e`auto.n pare,dwken oivkei/n metV auvtou/( mh. avfie,tw u`pe.r auvth/j( auvth,n\ 26 i[na auvth.n a`gia,sh| kaqari,saj tw/| 13 kai. gunh. ei; tij e;cei a;ndra loutrw/| tou/ u[datoj evn r`hm, ati( a;piston kai. ou-toj suneudokei/ 27 i[na parasth,sh| auvto.j e`autw/| oivkei/n metV auvth/j( mh. avfie,tw to.n e; n doxon th.n evkklhsi,an( mh. e;cousan a;ndraÅ spi,lon h' r`uti,da h; ti tw/n 14 h`gi,astai ga.r o` avnh.r o` a;pistoj toiou,twn( avllV i[na h=| a`gi,a kai. evn th/| gunaiki. kai. h`gi,astai h` a;mwmojÅ

gunh. h` a;pistoj evn tw/| avdelfw/|\ 28 ou[twj ovfei,lousin Îkai.Ð oi` a;ndrej evpei. a;ra ta. te,kna u`mw/n avka,qarta, avgapa/n ta.j e`autw/n gunai/kaj w`j ta. evstin( nu/n de. a[gia, evstinÅ e`autw/n sw,mataÅ o` avgapw/n th.n e`autou/ gunai/ka e`auto.n avgapa/|Å 15 eiv de. o` a;pistoj cwri,zetai( cwrize,sqw\ ouv dedou,lwtai o` 29 ouvdei.j ga,r pote th.n e`autou/ sa,rka avdelfo.j h' h` avdelfh. evn toi/j evmi,shsen avlla. evktre,fei kai. qa,lpei toiou,toij\ evn de. eivrh,nh| ke,klhken auvth,n( kaqw.j kai. o` Cristo.j th.n evkklhsi,an( u`ma/j o` qeo,jÅ 30 o[ti me,lh evsme.n tou/ sw,matoj ti, ga.r oi=daj( gu,nai( eiv to.n a;ndra sw,seijÈ h' ti, oi=daj( a;ner( eiv auvtou/Å th.n gunai/ka sw,seijÈ 31 avnti. tou,tou katalei,yei a;nqrwpoj Îto.nÐ pate,ra kai. Îth.nÐ mhte,ra kai. proskollhqh,setai pro.j th.n gunai/ka auvtou/( kai. e;sontai oi` du,o eivj sa,rka mi,anÅ 16

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to. musth,rion tou/to me,ga evsti,n\ evgw. de. le,gw eivj Cristo.n kai. eivj th.n evkklhsi,anÅ 33

plh.n kai. u`mei/j oi` kaqV e[na( e[kastoj th.n e`autou/ gunai/ka ou[twj avgapa,tw w`j e`auto,n( h` de. Gunh. i[na fobh/tai to.n a;ndraÅ

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SINTESI DELLA DISSERTAZIONE

Il presente lavoro, dal titolo, «Santificazione e valore salvifico del matrimonio. Studio esegetico-teologico di 1Cor 7,12-16 ed Ef 5,25-33», mostra come all’interno del matrimonio i coniugi si santifichino, comprendendo nella sua trattazione anche i matrimoni misti. È stato possibile addentrarsi in questa riflessione dal momento che lo stesso Paolo nelle pericopi su citate tratta ampiamente il tema del matrimonio ed in particolare la santificazione del coniuge e il valore salvifico del matrimonio. La santificazione è espressa con il verbo a`gia,zw che in 1Cor 7,12-16 ricorre due volte riferito ai matrimoni misti, ed in Efesini 5,25-33 una sola volta riferito ai matrimoni cristiani. La salvezza o valore salvifico del matrimonio compare letteralmente espressa nel sostantivo sw,|zw che ricorre due volte in 1Cor 7,16 mentre è chiaro che in Efesini l’autore la vede come il risultato finale del disegno salvifico di Dio realizzato in Cristo nella chiesa. Tali occorrenze hanno suggerito il metodo di ricerca, secondo cui abbiamo potuto assemblare le due lettere grazie ai termini comuni, senza dimenticare che anche il contesto è in comune. Nostra curiosità è capire quale sia il principio della salvezza insita nel matrimonio e come avviene questa santificazione cercando anche di investigare come Paolo la giustifichi, dal momento che nel cristianesimo delle origini il problema dei matrimoni misti era inevitabile. Avveniva infatti che il messaggio cristiano proponeva dei principi religiosi tali da mettere i neoconvertiti in contrasto con l’ambiente familiare e sociale ancora lontano dalla fede. E non avendo una norma diretta ed esplicita del Salvatore in merito ai matrimoni misti Paolo si limita ad indicare l’atteggiamento da tenersi nei confronti del coniuge pagano. In 1Cor 7,14, mediante una domanda retorica afferma che questi «viene reso santo» dal coniuge cristiano, ma non dice il come. E fa lo stesso circa la salvezza, di cui chiede anche servendosi di una domanda retorica e lasciando senza certezze. Di qui nasce lo studio del concetto di santificazione e valore salvifico del matrimonio nelle lettere paoline che si raccoglie intorno al verbo a`gia,zw il quale accomuna le pericopi e soddisfa la nostra domanda quando torna a ripetersi in Ef a proposito del matrimonio tra due cristiani aventi come modello il connubio

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Cristo-chiesa1. Limitandosi alle famiglie cristiane, ed ignorando del tutto le problematiche esistenti circa i matrimoni misti, in un certo modo spiega per quale via avvenga la santificazione. Lo fa tramite la raccomandazione rivolta ai mariti affinché amino le proprie mogli, seguendo uno schema ben noto nella parenesi antica e moderna, che consiste nel proporre un modello di comportamento: nel nostro caso Cristo. Il cui sacrificio è l’atto fondante per l’esistenza della chiesa sposa, che nasce santa perché oggetto dell’amore del Signore sposo celeste. L’ultimo passo verso la soluzione della domanda è fatto dal testo quando connette questo risultato non alla croce bensì al battesimo in virtù del quale non solo siamo santi ma anche salvati. Infatti in Ef 5,26 si spiega la modalità con cui Cristo santifica la chiesa: mediante una purificazione che avviene mediante un lavacro d’acqua accompagnato dalla parola. La quale esprime e provoca l’unione santificante e salvifica tra Cristo e la chiesa e tra i battezzati uniti in matrimonio e Cristo e la sua sposa. 1. La novità del tema, metodo e limiti La scelta di studiare insieme due pericopi fino ad ora mai accostate ci ha permesso di apprezzare come l’Apostolo chiarifica e sviluppa il tema in oggetto (santità e valore salvifico del matrimonio) in sintonia con la concezione evangelica, la quale a sua volta ne sviluppa la concezione giudaica che l’AT offre. Se ne ricava dunque, come tale studio giunge ad esplorare il significato del tema proposto tornando alla sua radice mediante un percorso che ci porta da San Paolo all’AT ma questa volta con una profonda novità operata dalla penetrante teologia dell’Apostolo: la cristologizzazione di tutta la comprensione del matrimonio. Nel suo insieme il lavoro, eseguito secondo il metodo esegeticoteologico, si suddivide in tre parti. Nella prima, che a sua volta si divide in tre capitoli, si tratta il caso dei matrimoni misti affrontato in 1Cor 7,12-16. Il cap. I (Il contesto di 1Cor 7,12-16), avvalendosi di un’indagine storicoarcheologica e dei contributi di diversi metodi dell’analisi letteraria quali il genere epistolare dello scritto e l’analisi retorico-letteraria, studia il

La chiesa primitiva era perfettamente consapevole della «novità» in cui si trovava a vivere che pure era nota allo stesso Paolo. Quando parla infatti di «rivestire l’uomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera» (Ef 4,24) parla esattamente della nuova vita della chiesa che ora è dominata da un secondo Adamo, quello definitivo (1Cor 15,45), caratterizzata quindi da una nuova coppia primordiale: Gesù e la chiesa sua sposa. 1

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contesto della pericope, quindi la città di Corinto, i suoi abitanti e il rapporto che Paolo intesse con essi. Delimitata la pericope si conclude il capitolo con la critica testuale ad essa relativa. Nel cap. II (Una lettura particolareggiata di 1Cor 7,12-16) si procede esaminando ogni passaggio verso per verso e parola per parola, prendendo in considerazione la veduta d’insieme della sintassi del verso o versi di ogni sezione, sino all’osservazione peculiare di parole singole o frasi rilevanti ai nostri fini. Nel cap. III (Riflessione teologica su 1Cor 7,12-16) si propone una riflessione teologica, frutto della lettura particolareggiata della nostra pericope. Nella seconda parte della tesi si studia essenzialmente il matrimonio tra i cristiani trattato in Ef 5,25-33, seguendo il metodo usato per la prima pericope. Quindi il cap. IV (Il contesto di Efesini 5,25-33) similmente al cap. I, stabilisce il contesto della pericope ambientato nella città di Efeso, sviscera il rapporto esistente tra gli Efesini e Paolo e la dipendenza della lettera da quella ai Colossesi, passando poi alla delimitazione della pericope in rapporto al tema principale della lettera. Il cap. V (Lettura particolareggiata di Ef 5,25-33) offre una lettura attenta della pericope analizzandola verso per verso e parola per parola, allo stesso modo in cui è stata trattata l’altra pericope nel cap. II. Mentre il cap. VI (Riflessione teologica su Ef 5,25-33) propone una sintesi teologica circa la pericope esaminata allo steso modo del cap. III. La terza ed ultima parte della tesi si compone del cap. VII (Conclusione), suddiviso anch’esso in tre parti: la prima indica il perché Paolo abbia attinto dall’AT ed il perché il nostro studio l’abbia tenuto presente. La seconda parte continua la storia del matrimonio iniziata nell’AT e portata al suo fine escatologico nel NT. La terza parte si compone di un ultimo sintetico studio linguistico che mette a confronto le due pericopi, mostrandone i punti in comune2 e le differenze, per poi arrivare ad una riflessione teologica che, dalla teologia di Paolo, arriva ad interpellare gli odierni Corinzi ed Efesini.

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La relazione tra 1Cor 7,12-16 e Ef 5,25-33 è evidente in quanto ambedue le pericopi hanno 20 parole in comune che ci permettono di studiarle insieme. La prima è a`gia,zw (1Cor 7,14 [2x]; Ef 5,26), parola chiave nell’argomentazione della nostra tesi; altri esempi sono avnh,r (1Cor 7,13 [2x]. 14.16 [2x]; Ef 5,25.28.33); gunh, (1Cor 7,12.13.14 [2X]. 16 [2X]; Ef 5,25.28 [2X]. 31.33 [2X]); a[gioj (1Cor 7,14; Ef 5,27); e;cw (1Cor 7,12.13; Ef 5,27); eivmi, (1Cor 7,14 [2X]; Ef 5,27.30.31.32); evgw, (1Cor 7,12; Ef 5,32); le,gw (1Cor 7,12; Ef 5,32). Quindi le due pericopi sono paragonabili in quanto è lunga la lista delle parole comuni che trattano con certa ampiezza il matrimonio.

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2. Sguardo d’insieme del nostro studio Seguendo un criterio cronologico, la nostra indagine si apre con uno studio particolareggiato del testo di 1 Cor 7,12-16 perché quasi certi che preceda la Lettera agli Efesini di almeno sette anni. La Prima Lettera ai Corinzi si situa in un periodo d’intensa attività apostolica che vede Paolo impegnato non solo nella prima evangelizzazione dell’Asia proconsolare, ma anche nella cura pastorale della comunità appena fondatavi. Come data approssimativa della sua stesura si può indicare il 54 d.C. ed il luogo da cui invia la lettera tramite il suo fidato collaboratore Timoteo è la città di Efeso. Forse il problema più complesso che si può affrontare nel trattare questa lettera riguarda la sua integrità e composizione perchè il criterio con cui l’Apostolo raggruppa i suoi argomenti non è chiaro. L’opinione più comune a riguardo rimane tuttora quella secondo cui Paolo abbia ordinato il suo materiale in base alle informazioni e alle richieste a lui pervenute da Corinto. Di tutta la lettera solo il capitolo settimo forma un’unità compatta per ragioni stilistiche e di contenuto. Iniziando con un breve riferimento ad una lettera scrittagli dai Corinzi stessi: «Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto» (1Cor 7,1a), dà luogo ad una nuova macrounità consistente nella risposta al quesito postogli. In queste risposte Paolo non manca di mostrare la sua autorità apostolica e di pastore delle sue comunità, la qual cosa nel nostro specifico viene messa in campo sin dall’inizio della pericope: «agli altri dico io» (7,12). Che di per sé in questo versetto non è chiaro cosa l’Aopstolo voglia dire, ma lo diventa nel contesto quando distingue tra gli sposati le coppie in cui un partner resta lontano dalla fede cristiana. Il principio regolatore di queste due tipologie di matrimonio resta sempre quello di non divorziare in generale, ma la motivazione che spinge e giustifica la distinzione è che tale regola generale può venir meno nel caso in cui il partener rimasto fuori dalla fede chiede di andare via. E qui appare come Paolo, che poche righe sopra si era richiamato alla parola di Gesù circa l’indissolubilità matrimoniale, non la intenda una legge rigida e dalla portata universale. Ad ogni modo, anche se le due affermazioni sono chiare, non vale altrettanto per le ragioni addotte in loro favore. Il partner cristiano non deve ripudiare il coniuge non credente che vuole continuare la coabitazione, perché oltre al fatto che non sussiste motivo, questi «è santificato» dall’unione con quello, difatti Paolo subito aggiunge che altrimenti i figli sarebbero impuri, mentre sono santi. Dunque la spiegazione profonda di ciò è che, dall’unione con il coniuge cristiano il partner non credente e i figli di quel matrimonio diventano santi. E ciò accade perchè entrano in una sfera vitale in cui sono operanti e

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influenti le forze santificanti che pervadono l’intera esistenza cristiana e quanto viene a circondarla. Senza che tale legame si tramuti in un vincolo schiavistico. In ragione di ciò l’Apostolo afferma che se la parte pagana rifiuta la coabitazione, il coniuge convertito è libero dal vincolo. A supportare la ragione che concede la libertà al coniuge convertito per giustificare la scelta della separazione c’è la chiamata di Dio alla pace. Quindi il credente deve vivere non solo nella libertà ma anche nella pace a cui è stato chiamato da Dio nel momento in cui ha abbracciato la fede cristiana. Così la pericope si conclude con le parole enigmatiche dell’Apostolo sulla salvezza del coniuge non credente come impegno della persona credente nella sua risposta alla chiamata di Dio. Infatti esordisce con una domanda retorica che insinua la possibilità meravigliosa che davvero, in forza solo del legame coniugale, la moglie o il coniuge cristiano possa salvare il proprio partner. Quindi anche in questo aspetto salvifico si rivela in Paolo una grande prospettiva innovativa rispetto al suo background e al suo uditorio: la salvezza è una possibilità effettiva nella sfera cristiana e di tutto ciò che tocca, e va oltre il confine umano del maschile o femminile. Lo studio della pericope di 1Cor ci porta ad impostare il nostro discorso sul matrimonio in questa magnifica prospettiva ed anche a preparare in questo modo la seconda parte del nostro studio che si articola nello studio di Ef 5,25-33 condotto secondo la metodologia appena illustrata. La necessaria ambientazione geografica della pericope ci inoltra nello studio della città di Efeso ed i suoi abitanti che si presentano per una buona parte di estrazione giudaica. La storia infatti testimonia che nel primo secolo dopo Cristo la capitale dell’Asia ospitava un’importante comunità giudaica. Il cristianesimo invece vi giunse con Paolo solo alla fine del suo secondo viaggio. Certezze sull’identità dei destinatari non ce ne sono, eccetto che un indizio implicito che l’autore stesso fornisce mediante l’impiego dell’AT, rivolto presumibilmente ai vari giudeo-cristiani esistenti nella comunità di Efeso. Verosimilmente l’autore stesso era giudeo-cristiano. Studiando poi il doveroso rapporto tra la Lettera agli Efesini e la Lettera ai Colossesi (a motivo delle corpose somiglianze che esistono tra le due missive), dal punto di vista letterario su 115 versetti di Efesini 73 trovano un esatto parallelo in Colossesi. Così, pur presentandosi come una rilettura di Colossesi, Efesini è uno scritto originale e autentico, che supera la sua gemella per elevatezza di stile, profondità di pensiero e maggior familiarità con le Scritture. Non solo ma anche testimonia una evidente evoluzione nei

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confronti del CP autentico, tale che non sarebbe credibile attribuirla ad una semplice maturazione dell’Apostolo3. Ai fini della nostra investigazione si rileva che la Lettera agli Efesini presenta un’articolazione interna abbastanza chiara, per cui risulta divisa in due parti ben distinte (dottrinale ed esortativa) La nostra pericope (Ef 5,25-33) presenta a sua volta un’unità ben definita facente parte del codice familiare presente nella lettera (5,21–6,9)4. Il testo di Ef 5,25-33 in sé offre due contributi importanti alla nostra investigazione elencando i doveri del coniuge cristiano nel contesto matrimoniale e fondandoli mediante una serie di dichiarazioni sul rapporto tra Cristo e la chiesa. Di qui la necessità di precisare la fisionomia della pericope e le sue caratteristiche letterarie per fissarle nel contesto più ampio della lettera; e di definirne la struttura per cogliere le accentuazioni cristologiche ed ecclesiali in rapporto all’esortazione rivolta agli sposi che offre. Quasi a coronamento dell’intera ricerca, si deve dire allora che la nostra pericope rivela la valenza salvifica della parola e del progetto di Dio creatore riguardo all’unione sponsale dell’uomo con la donna, svelato e attuato in modo definitivo in Cristo e nella comunità dei battezzati. Questo può essere il senso di quel «mistero», che l’autore definisce essere grande in rapporto a Cristo e alla chiesa (cf. Ef 5,32). Il tutto per dire che è la parola biblica sull’unione dell’uomo e della donna che, come profezia, arriva ora a compimento nel rapporto stabilito da Cristo con la comunità dei salvati. E su questo particolare significato l’autore richiama l’attenzione per escludere altre possibili interpretazioni. A voler significare dunque che l’amore di Cristo è il principale attore di tutta l’opera salvifica, che inizia con la sua autodonazione sulla croce come evento storico-salvifico (cf. Rm 5,6-11), si prolunga nel bagno purificatore e santificante del battesimo per fare della chiesa la sua sposa splendida, totalmente pura e consacrata a Dio (cf. Ef 5,27); agisce in ogni battezzato attuandosi nell’azione pastorale, nella cura e nutrimento (cf. Ef 5,29), arrivando in fine ad essere modello e fonte dell’amore sponsale.

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L’improbabilità di un medesimo autore dipende soprattutto dalla troppo breve distanza cronologica rispetto alle grandi lettere di Paolo (secondo la cronologia tradizionale, Romani risalirebbe all’anno 57 ed Efesini agli anni 61-63). 4 Paolo rivolge poi un pensiero alla famiglia cristiana invitando i fedeli a non perdere di vista la posizione in cui vengono a trovarsi all’interno della famiglia e quindi a rispettare i reciproci rapporti in cui sono coinvolti come marito e moglie, figli e padri, schiavi e padroni, rapporti che richiedono obbedienza e amore.

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3. Quadro linguistico-teologico conclusivo Per meglio addentrarsi negli scritti qui presentati e cercare di capirli ulteriormente, al fine di non farci sfuggire importanti particolari, data la raffinatezza dei testi, ci siamo serviti anche di uno studio linguistico delle pericopi prese in esame. Per rispondere alla possibile obiezione sull’accostamento di due pericopi solitamente considerate sì lontane, le abbiamo messe a confronto potendo rilevare interessanti dati tra cui importanti comunanze e differenze che giustificano e richiedono l’accostamento fatto in base al tema proposto. Analizzando il vocabolario di 1Cor 7,12-165 solo due parole sono risultate essere esclusive rispetto all’intera Prima Lettera ai Corinzi: «consentire» (suneudoke,w) @2x# e «impuro» (avka,qartoj). Nel contesto dell’unione tra l’uomo e la donna nella nostra pericope suneudoke,w compare solo un’altra volta nel CP: in Rm 1,326. Invece l’aggettivo avka,qartoj, nel contesto della santificazione e valore salvifico del matrimonio, nel CP ricorre ancora solo in 2Cor 6,17 e in Ef 5,5. Lo stesso studio è stato fatto sul vocabolario di Ef 5,25-33 da cui è risultato che sono 19 le parole specifiche della pericope, e che non ricorrono altrove in Ef7. In tutto il lessico proprio della pericope risaltano due verbi in ordine al nostro tema: «nutrire» (evktre,fw) e «prendere cura» (qa,lpw). Il primo, nel contesto dell’unione tra uomo e la donna oltre che nella nostra pericope, compare solo un’altra volta nel CP: in Ef 6,4, e ricorre ancora in Gn 45,11 e Pv 23,24. Il secondo verbo a sua volta ricorre nel CP solo in 1Ts 2,7, figurando altrove in Dt 22,6 e Gb 39,14. Se ne è ricavato che il proprium di 1Cor 7,12-16, costituito da parole così importanti8 rispetto al tema della santificazione e valore salvifico del matrimonio, non ricorre nella trattazione di Ef 5,25-33. Ad esempio non 5

gunh, @6x#, avnh,r @5x#, a;pistoj @5x#, eiv @5x#, de, @4x#, evn @4x#, kai, @4x#, ti,j @4x#, avdelfo,j @3x#, auvto,j @3x#, a`gia,zw @2x#, avfi,hmi @2x#, ga,r @2x#, eivmi, @2x#, e;cw @2x#, h; @2x#, meta, @2x#, mh, @2x#, oi=da @2x#, oivke,w @2x#, ouv @2x#, ou-toj @2x#, suneudoke,w @2x#, su, @2x#, sw,|zw @2x#, cwri,zw @2x#, a[gioj, avdelfh,, avka,qartoj, a;ra, doulo,w, evgw,, eivrh,nh, evpei,, qeo,j, kale,w, ku,rioj, le,gw, loipo,j, nu/n, te,knon, toiou/toj. 6 Ricorre ancora in 1Ma 1,57; 2Ma 11,24.35; Lc 11,48; At 8,1; 22,20; Rm 1,32, e oltre il NT, si rileva dunque che la corrispondenza tra il termine greco è ai soli testi greci dell’AT 7 a`gia,zw. avnti, e;ndoxoj qa,lpw kaqari,zw katalei,pw loutro,n me,gaj mise,w ouvdei,j ovfei,lw pari,sthmi plh,n proskolla,w r`uti,j spi,loj toiou/toj u[dwr fobe,w. 8 a;pistoj [5x], eiv [5x], avdelfo,j [3x], avfi,hmi [2x], meta, [2x], oi=da [2x], oivke,w [2x], ou[2x], suneudoke,w [2x], sw,|zw [2x], cwri,zw [2x], avdelfh,, avka,qartoj, a;ra, doulo,w, eivrh,nh, evpei,, qeo,j, kale,w, ku,rioj, loipo,j, nu/n, te,knon.

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troviamo in Efesini parole come: non-credente, fratello, divorziare, allontanarsi dall’altro, casa, stare insieme, salvezza, Dio, chiamata, pace. Mentre lo specifico di Ef 5,25-33 rispetto a 1Cor 7,12-16 è risultato essere costituito da una lista9 molto particolare in cui compaiono parole molto importanti quali: amare, chiesa, Cristo, carne, corpo, nutrire e prendere cura, che sono pure in così stretta relazione alla santificazione e valore salvifico del matrimonio. Tale diversità di linguaggio indurrebbe a chiedersi se l’accostamento delle pericopi non sia stato un errore. La risposta, per altro suggerita dalla stessa scelta delle parole fatta dall’autore, ci ha indotti a continuare l’indagine, perché come abbiamo già dimostrato, la teologia espressa dai testi ha appoggiato e giustificato ampiamente l’abbinamento delle pericopi in esame. Dal confronto fatto è emerso che parole fondamentali rispetto al nostro tema, pur essendo presenti in 1Cor 7,12-16, non ricorrono nella trattazione di Ef 5,25-33. Ed anche che parole particolarmente correlate al tema della tesi sono specifiche del nostro testo nella Lettera agli Efesini, per cui è dimostrato ancora una volta che la combinazione delle pericopi è giusta, intendendo investigare la santificazione e valore salvifico del matrimonio, risultato essere tema ampiamente offerto dai due testi nelle loro complementari peculiarità tematiche. Affinando ulteriormente l’analisi è stato doveroso rilevare le parole in comune tra le due pericopi studiate: – 1Cor 7,12-16: a`gia,zw [2x], a[gioj, avnh,r [5x], gunh, [6x], evgw,, eivmi, [2x], e;cw [2x], le,gw, su, [2x], – Ef 5,25-33: a`gia,zw, a[gioj, avnh,r [3x], gunh, [6x], evgw,, eivmi, [4x], e;cw, le,gw, su,. Dunque, data la corposa sussistenza di comunanze, la nostra scelta di esaminare e comparare due testi tra loro diversi è stata sufficientemente giustificata dalla forte presenza in entrambi i testi di due temi fondamentali: «uomo-donna», «santificare-santo», binomi che un pò riassumono il fulcro dell’indagine. Un altro tema che le accomuna è il coinvolgimento dell’autore del testo con la comunità destinataria dello scritto. Infatti si nota nella lista anche la 9

e`autou/ @9x#, avgapa,w @6x#, eivj @5x#, evkklhsi,a, @4x#, i[na @4x#, Cristo,j @3x#, avlla, @2x#, kaqw,j @2x#, ou[tw @2x#, sa,rx @2x#, sw/ma @2x#, w`j @2x#, a;mwmoj, a;nqrwpoj, avnti,, du,o, e[kastoj, evktre,fw, e;ndoxoj, qa,lpw, kaqari,zw, katalei,pw, kata,, loutro,n, me,gaj, me,loj, mh,thr, mise,w, musth,rion, o[ti, ouvdei,j, ovfei,lw, paradi,dwmi, pari,sthmi, path,r, plh,n, po,te, proskolla,w, pro,j, r`h/ma, r`uti,j, spi,loj, u[dwr, u`pe,r, fobe,omai.

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coppia «io-tu», «noi-voi». Focalizzando l’attenzione su colui che scrive, abbiamo visto che in entrambe le pericopi l’io viene usato indicando l’autorità dell’autore. In 1Cor 7,12 difatti Paolo cita se stesso con la seguente affermazione: «dico io, non il Signore», in questo versetto infatti si condensa tutto il discorso sull’autorità di Paolo rispetto alla coppia di sposi. La medesima questione dell’autorevolezza di colui che scrive nei confronti dei coniugi, torna negli stessi termini in Ef, difatti in Ef 5,32 l’autore del testo si esprime in questi termini: «questo mistero è grande; io lo dico in riferimento a Cristo e alla chiesa». È Paolo che parla in questo modo o un suo rappresentante o un suo discepolo? Già la somiglianza di Ef 5,32 con 1Cor 7,12 è un piccolo indizio di uno stesso o comunque simile atteggiamento paolino circa la coppia. Nonostante siano state rilevate lievi differenze, l’autorevolezza dello scritto non cambia, per cui poco importa se sia Paolo o uno dei suoi discepoli a parlare, l’insegnamento rimane ugualmente chiaro e coerente. Rimanendo con la nostra indagine sulle differenze per poter concludere lo studio delle pericopi in maniera globale, abbiamo rilevato una netta differenza di stile che caratterizza le pericopi rispetto alle lettere di appartenenza, come peraltro già descritto nei cap. I e IV. Paolo infatti ha un modo abituale di cambiare argomento nella Prima Lettera ai Corinzi per cui in 1Cor 7,1 troviamo il solito sintagma preposizionale peri, de,, presente fortemente in 1Cor più che altrove nel CP10 e usato per introdurre una nuova macro unità e dunque un nuovo argomento. Il che, nel caso di 1Cor 7,1 si spiega con il contesto della lettera ed il contenuto della pericope: Paolo sta introducendo una risposta ad una precisa domanda che sarebbe sui matrimoni misti. E lo svolgimento di tale questione si annoda intorno alla pericope così introdotta. Osservando il vocabolario che delimita il tema della tesi (santificazione e valore salvifico), abbiamo notato che precisamente è il v. 14 il punto della nuova macrounità in cui si concentra, con un numero di parole superiore a qualsiasi altro passo del CP, ed in modo assoluto di 1Cor 7,12.13.15.1611 Volendo essere più precisi, entro tutto il cap. 7, è a partire dal v. 2 che si verifica un crescendo di occorrenze del nostro vocabolario essenziale12.

Cf. 1Cor 7,1.25; 8,1; 12,1; 16,1.12. h`gi,astai ga.r o` avnh.r o` a;pistoj evn th/| gunaiki. kai. h`gi,astai h` gunh. h` a;pistoj evn tw/| avdelfw/|\ evpei. a;ra ta. te,kna u`mw/n avka,qarta, evstin( nu/n de. a[gia, evstin (1Cor 7,14). 12 In 1Cor 7,2 infatti vediamo le parole in stretta relazione al nostro tema quali gunh,, avnh,r. 10

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Ultima grande differenza rilevata è nello stesso stile della pericope che si costruisce su un crescendo di ipotesi a partire dal v. 12.13.15.16. Ed in nessuna di esse viene fatta menzione dell’amore che è sostituito invece dal verbo consentire (suneudoke,w) il quale fonderebbe la stabilità del coniugio. Altra differenza fondante è che in Efesini si tratta del matrimonio tra i cristiani, i quali sono richiamati dall’autore con tono imperativo, infatti non usa il periodo ipotetico. Ragion per cui, se dovessero acconsentire non avrebbero la possibilità di scegliere, perché hanno l’obbligo di amarsi avendo come modello il superiore amore esistente tra Cristo e la chiesa sua sposa. In ordine alla compiutezza dell’elencazione delle maggiori differenze notate occorre aggiungere la non ultima importante parola che manca invece in 1Cor: amore. Come pure occorre precisare che tali differenze non allontanano le due pericopi, ma completano ed integrano l’intero discorso intorno al matrimonio che resta fondato sul consenso delle parti, che siano cristiane o meno e che si irrobustisce in forza della fede ricevuta nel battesimo nel caso del matrimonio sacramento che perciò non può più essere sciolto, e che si fortifica nutrendosi della fede del neofita nel caso dei matrimoni misti. Riprendendo le fila di tutto quanto detto si può dire in ultima analisi che la vera novità di questa tesi è stato l’accostamento di pericopi mai viste insieme. Mentre per quanto riguarda la santificazione e valore salvifico del matrimonio, è un tema quanto mai attuale in questa società globalizzata, in cui regna la confusione, per cui l’unica cosa certa a riguardo è che l’attore principale di tale dinamica divina è la sacramentalità del matrimonio a cui si accede con la volontà e quindi con il consenso. Potrebbe dunque dirsi che il consenso pieno e cosciente del credente o anche solo dell’uomo consapevole è la conditio sine qua non per accedere a questa dinamica sì speciale che oltre non permette di dire perché resta sempre un grande mistero.

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INDICE GENERALE PREMESSA ........................................................................................................ INTRODUZIONE ................................................................................................. 1. Limiti, metodo e originalità del tema .......................................................... 2. Sguardo d’insieme del nostro studio ........................................................... 3. Conclusione .................................................................................................

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PARTE PRIMA: 1CORINZI 7,12-16 L’AMORE SPONSALE E LA SALVEZZA DEI CONIUGI CAPITOLO I: Il contesto di 1 Corinzi 7,12-16 ..................................................

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1. La città di Corinto e i suoi abitanti .............................................................. 2. La nascita della comunità cristiana.............................................................. 3. L’integrità della Prima Lettera ai Corinzi ................................................... 4. Delimitazione di 1Cor 7,12-16 .................................................................... 5. Il testo di 1Cor 7,12-16 ................................................................................

12 14 20 28 37

CAPITOLO II: Una lettura particolareggiata di 1Cor 7,12-16 .........................

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1. 1Cor 7,12 ..................................................................................................... 2. 1Cor 7,13 ..................................................................................................... 3. 1Cor 7,14 ..................................................................................................... 4. 1Cor 7,15 ..................................................................................................... 5. 1Cor 7,16 ..................................................................................................... 6. Sommario.....................................................................................................

39 49 54 70 78 85

CAPITOLO III: Riflessione teologica su 1Cor 7,12-16 .....................................

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1. I matrimoni misti ......................................................................................... 1.1 L’insegnamento dell’Apostolo sui matrimoni misti ............................ 1.2 Paolo e l’indissolubilità ........................................................................ 1.3 La controversia sul divorzio e le seconde nozze cristiane ................... 1.4 1Cor 7,15 e il privilegium paolinum .................................................... 2. La santità dei credenti .................................................................................. 2.1 La santificazione del coniuge non credente ......................................... 2.2 La santità dei figli................................................................................. 2.3 La santificazione del coniuge non credente e la santità dei figli ......... 3. Modello di condotta e santità ...................................................................... 3.1 Santificazione e l’aspetto soteriologico ............................................... 3.2 Il senso della duplice domanda di 1Cor 7,16 ....................................... 3.3 Interpretazione della duplice domanda ................................................

89 91 92 93 95 97 99 102 103 104 106 107 109

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PARTE SECONDA: EFESINI 5,25-33 SPOSALIZIO REDENTIVO DI CRISTO CAPITOLO IV: Il contesto di Efesini 5,25-33 ................................................... 115 1. La città di Efeso ed i suoi abitanti ............................................................... 2. Paolo ad Efeso e la Lettera agli Efesini ....................................................... 3. La dipendenza di Efesini da Colossesi ........................................................ 4. Composizione e tema principale della lettera.............................................. 5. Delimitazione di Efesini 5,25-33 ................................................................. 6. Il testo di Efesini 5,25-33 ............................................................................

117 118 122 124 132 134

CAPITOLO V: Una lettura particolareggiata di Ef 5,25-33 ............................. 137 1. Ef 5,25 ......................................................................................................... 2. Ef 5,26 ......................................................................................................... 3. Ef 5,27 ......................................................................................................... 4. Ef 5,28 ......................................................................................................... 5. Ef 5,29 ......................................................................................................... 6. Ef 5,30 ......................................................................................................... 7. Ef 5,31 ......................................................................................................... 8. Ef 5,32 ......................................................................................................... 9. Ef 5,33 ......................................................................................................... 10. Sommario...................................................................................................

137 145 154 163 172 180 187 193 205 208

CAPITOLO VI: Riflessione teologica su Ef 5,25-33 .......................................... 213 1. L’amore di Cristo in Ef 5,25-33 .................................................................. 1.1 L’amore è consegna di sé ..................................................................... 1.2 La gratuità della consegna di sé ........................................................... 1.3 Nessuno ha preso in odio se stesso ...................................................... 2. La chiesa come popolo di Dio ..................................................................... 2.1 La chiesa come sposa di Cristo ............................................................ 2.2 La chiesa come corpo di Cristo ............................................................ 3. Il Mistero secondo S. Paolo ......................................................................... 3.1 L’aspetto teologico ............................................................................... 3.2 L’aspetto cristologico ........................................................................... 3.3 L’aspetto ecclesiologico ....................................................................... 3.4 L’aspetto antropologico .......................................................................

213 215 217 219 221 223 224 226 227 228 232 233

PARTE TERZA: CONCLUSIONE CAPITOLO VII: Santificazione e salvezza nel matrimonio ............................... 239 1. Il matrimonio come dono della creazione ................................................... 1.1 L’unione di Dio con Israele nell’AT .................................................... 1.2 L’indissolubilità del matrimonio nell’AT ............................................ 1.3 I matrimoni misti nell’AT ....................................................................

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239 243 246 248

1.4 La cerimonia del matrimonio nell’AT ................................................. 2. Il matrimonio come dono di salvezza .......................................................... 2.1 L’unione sponsale tra il credente e non credente in 1Cor 7,12-16 ...... 2.2 L’unione sponsale marito-moglie: Cristo-chiesa in Ef 5,25-33 ........... 3. 1Cor 7,12-16 e Ef 5,25-33 a confronto........................................................ 3.1 Punti in comune.................................................................................... 3.2 Differenze ............................................................................................. 3.3 Riflessione finale ..................................................................................

249 251 255 259 262 265 266 268

SIGLE E ABBREVIAZIONI .................................................................................. 271 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................. 277 INDICE GENERALE............................................................................................ 291

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