FALLIMENT O SANT ORO
Anno 0 numero 6 - Ottobre 09
“FARE SISTEMA” di
Franco Valenti
La realtà supera anche la più nefasta delle previsioni. Si passa da un fallimento all’altro. Da un disastro ad un tracollo. Da un insuccesso ad un fiasco. Mentre amministratori impertinenti continuano a “ridacchiare” fermi ai quattro canti del paese. La “Mostra della pecora della Valle del Belice”, giunta al sedicesimo anno di età, colpita dal fuoco amico, cessa di vivere. A mettere fine a questo tradizionale appuntamento hanno provveduto i profeti dell’agricoltura, i vati della zootecnia, i cantori della vigna. Il Sindacalista, il Professore, l’Avvocato, il “gruppone”, il sollevatore delle acque & Company. Vi ricordate? Agricoltura, agricoltura e agricoltura. E’ stata la parola più usata ed abusata, il lift motiv della loro tumultuosa campagna elettorale. Nel programma presentato alla città si erano perfino impegnati alla “……promozione di strategie di marketing collegate alle due manifestazioni chiave della nostra città la Mostra Regionale della pecora Valle del Belice e la Sagra del Ficodindia”. Che dire. Bella coerenza! Anche la tradizionale gara di kart, che per la bellezza del circuito cittadino aspirava ad essere inserita nel calendario nazionale, non è riuscita a sopravvivere alle amorevoli cure dei nostri amministratori. Anch’essa finisce qui malinconicamente la sua corsa. Vissuta per ben nove anni di colpo “aggrippa”, si ferma ai box e di botto si spegne. Queste, cari lettori, sono le ultime due perle, gli ultimi due regali di questa sgangherata classe dirigente. In ordine di tempo sono solo gli ultimi due fallimenti di una zoppicante e sbilenca attività amministrativa. Il resto a Santa Margherita non fa più notizia. (segue a pag. 2)
LA PECORA SALTA
IL KART AGGRIPPA
IL PAESE CROLLA
Il rinvenimento di una discarica abusiva di amianto è divenuto una banalità. Il paese sporco è una normalità. Il verde pubblico abbandonato è una costante. Il Museo della Memoria chiuso è una regola. Le ville inaccessibili, alcuni burocrati comunali incompetenti e svogliati, le strade piene di buche, i commercianti e gli artigiani abbandonati a se stessi, la commissione ex art. 5 che non approva nuovi progetti, ormai tutto ciò è consuetudine, prassi. Comunque, cittadini, anche se tutto va rotoli e il paese è in caduta libera, anche se vi manca il lavoro e non riuscite più a fare la spesa, state tranquilli, non disperate, pensate positivo. Il Sindaco eviterà il crack! Ha trovato la formula magica, la soluzione a tutti i mali. Qualche sera fa, tirato a lucido, è comparso in TV ed ha spiegato per come sa - ai saccensi, agli abitanti della Valle del Belice, del Carboj e di Mazaro ed ai loro sprovveduti amministratori come è semplice uscire dalla crisi. Il nostro Sindaco al culmine della sua “lectio magistralis” ha detto: “BASTA FARE SISTEMA”. Mah! Vuoi vedere che era margheritese la donna che rivolgendosi a Nerone disse: “Al peggio non c’è mai fine” L a
S p e c u l a
Periodico di informazione Autorizzazione Tribunale di Sciacca n. 1/2009 Editore Associazione Noi per Santa Margherita Direttore Responsabile Francesco Graffeo Condirettori Franco Valenti, Antonino Augello, Gaspare Viola Segreteria di redazione Marilena Augello, Antonio Gallucci, Melchiorre Titone Redazione Accursio Soldano, Onorio Abruzzo, Francesco Sciara, Benny Calasanzio, Giuseppe Serra, Vincenzo Sarullo, Paolo Morreale, Gaspare Mauceri, Calogero Sanfilippo, Giuseppe Sanfilippo, Giuseppe Augello, Giuseppe Monteleone, Salvatore Montalbano, Pasquale Modderno, Filippo Di Giovanna. Redazione via De Amicis, 9 - S. Margherita di Belìce email:
[email protected] Stampa: Arti Grafiche Provideo C.da Casabianca - Sambuca di Sicilia
Anno 0 numero 6 - Ottobre 09
Cancellata la XVI edizione della Mostra della Pecora della Valle del Belice
“Zittu ieu, zittu tu” cancellata la Mostra della Pecora della Valle del Belìce. Scandaloso. Tutto è avvenuto senza alcun avviso, senza informazione ai cittadini, senza il coinvolgimento degli operatori del settore e, quel che peggio, senza alcuna preliminare discussione in Consiglio Comunale. Cosa che ha scatenato la giusta e legittima indignazione dei consiglieri di minoranza condensata nel volantino distribuito alla cittadinanza. Ora non è possibile che una Amministrazione possa ritenere di avere il potere di eliminare una manifestazione così importante
per la città. Manifestazione che è costata anni di sacrifici, lavoro, fatica per coloro i quali, nel tempo, erano riusciti a renderla un appuntamento atteso dalla categoria. Magari il Vice Sindaco Assessore al ramo ci racconterà la favoletta che si sta impegnando per inserire la manifestazione in un contesto nazionale, internazionale, magari della costellazione di uranio. Ma non potrà sfuggire al peso della responsabilità che si è arbitrariamente assunto con tale inopportuna decisione.
B.E.S.
CHI SONO GLI ASSUNTI?
Nei precedenti numeri de La chiediamo al Prof. Baldo Specula abbiamo pubblicato le Portolano, che della trasparenza graduatorie degli idonei dei con- ha sempre fatto motivo di vanto, corsi indetti dal BES. Avevamo di comunicarci i nominativi per iniziato a pubblicare anche i nomi poter informare i lettori. dei referenti politici (Riccobene, La ringraziamo anticipatamente. Morreale ecc..) che casualmente venivano associati agli idonei. Considerato che ormai da alcuni mesi il B.E.S.ha assunto alcuni dei nominativi presenti nelle graduatorie,
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MARGHERILANDIA
“SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTAT E ”
In questa estate margheritese è divenuto labile il confine tra il reale e l’immaginario e la realtà si è confusa con il sogno. Il nostro Sindaco - che, come è noto, privilegia la creatività e la fantasia: pane, lavoro, sviluppo, progresso, rinascita, agricoltura e in ultimo “sistema”… nel suo “Sogno di una notte di mezza estate” ha raccontato il paese che non c’è. In un comizio spoglio e disadorno ha ripetuto per l’ennesima volta le solite sconclusionate frasi disorganiche e sconnesse. Tante parole in libertà prive di contenuto. Suoni gutturali buttati lì per caso, alla rinfusa. Un eloquio fatto solo di slogan ottimistici e dichiarazioni populistiche d’intenti. Comunque, visto che sognare è bello e l’estate è fatta per sognare, chiudiamo gli occhi, contiamo fino a tre, riapriamoli lentamente, e abracatabra… lasciamoci trasportare dal novello mago, al dolce suono del piffero magico, sulle note dell’alzabandiera, nel paese delle meraviglie: Santa Margherilandia del Belice. Un paesino bucolico e lussureggiante posto su Morreale (alto circa 180 voti) dove si respira, tra le fragranze delle polveri di amianto, un narcotizzante e tramortente profumo di Gelsomino. Le pecorelle belano felici: “beees, beees”, nel brulicar dei campi, e la puledrina dalla lunga criniera bionda sgambetta festosa tra l’opuntia e lo Sparacino rigoglioso. Gnomi e fatine allegri e spensierati cantano e danzano il ballo del qua-qua-raqua. Gioiosi fanciulli, sotto l’amorevole guida del Mago Zurlì, fanno girotondo e intonano “mi scappa la pipì”. Fantasiose creature con il cranio di metallo si dilettano a costruire variopinte casette. Un Drago, dalla fluente chioma nera, scorazza leggiadro per il borgo. La parola d’ordine è: “cumpà, non c’è
problema”. Il conio non è il banale euro ma “lo zecchino d’oro”. Il numero fortunato è 40. La scuola è Hogwarts, custodita da un Bilello. Il Professore, Albusbaldo Silente. La Professoressa, Minerverina Mc Granitt. L’Abate, raggiante e rubicondo, vive innanzi un bar di
proprietà, guarda caso, di un Angelo. Mentre in un accogliente acquario Marino, a Venti miglia leghe sotto il mare, sguazzano e nuotano indisturbati, tra le verdi alghe ed il vermiglio Carollo, i “40” pesciolini salvati, ormai boccheggianti, dal Centro del Mediterraneo. Ogni occasione è propizia per banchettar, gozzovigliare e far Baldo ria. Tutto finisce a tarallucci e Cor bere vini. Le leccornie preferite sono dei prodigiosi lecca lecca: i Ca leca leca. A cantar le epiche gesta e tessere le lodi della combriccola allegra e spensierata è giunto dalla vicina Kronio un cantore sovente vestito di Viola, anche se dell’abito pare non gradir La Marca. E’ un pullulare di giullari, musici e cantastorie. Giocolieri e saltimbanchi in ogni dove, palloni gonfiati, copioni, veline, ricchi premi e cotillons. Regna l’armonia. Si venerano i Santini. Gli opposti si incontrano. I licenziosi diventano bacchettoni. Lo scostumato si trasforma in bigotto e il vizio si confonde con la virtù. Per le Scampagninate, usando gli zecchini altrui, la brio-
sa congrega va a cazzeggiar nelle lontane americhe in compagnia di qualche Femminella. E per vedere l’effetto che fa: Genco anch’io, no tu no! Per lenire il caldo sono usi immergere le nobil fattezze nelle pie terme, come tanti puttini affiorano fra lo scintillar delle acque tiepide e le spumeggianti cascate. In codesto luogo salubre e incantevole, lontani da sGuardì indiscreti, sempre con gli altrui zecchini, sogliono anche far festa. Si narra che nella notte dedicata alla cultura tra maghi e maghelle, mogli e sorelle, fatine e cugine, assessori e scrittori, consiglieri e giocolieri, professori e pittori, musici e amici e amici degli amici erano in ben 160 a mangiare, bere e danzare. Nel paese dei fumetti mancava solo il super eroe. “Kazuo!” Esclama il capo mago: “Ha mel gli occhi…. provvedo d’Ishiguro”. Ebbene, cari lettori, finché possiamo, scherziamoci su e rimaniamo in questo piacevole stato di torpore nella fantasmagorica Margherilandia, cullati dall’inerzia al ritmo soporifero dello scirocco. Indugiamo in questa enorme illusione e continuiamo a vivere in un’inebriante dimenticanza nell’apatia di epicurea memoria. Perché, purtroppo, come tutti i sogni anche questo svanirà e lascerà il posto alla realtà. Il paese si ripopolerà dei tanti Lord Voldemort, dei Severus Piton, dei Lucius Malfoy, del malvagio mostro Ato che vuole rubarci l’acqua, della puzzolente e sporca Sogeir, della orripilante ASP che attenta alla nostra salute. Continuiamo a goderci, in quest’ultimo scorcio di calda e assolata estate, il paesino delle meraviglie cinto da mura di sonnolenza, delimitato dalla pigrizia e accerchiato dalla rassegnazione. Franco Valenti
E S TA . . T I E ’
L’Estate Margheritese era divenuta (ormai possiamo utilizzare il verbo al passato) una delle manifestazione più importante del nostro centro. Era l’occasione per uscire la sera, incontrare gli amici, i conoscenti, i paesani i quali, presto o tardi, avrebbero frequentato la via Libertà, i cortili del palazzo Filangeri, la villa Cutò. Coinvolgeva anche le popolazioni dei paesi vicinori che, anche loro, si riversavano nel nostro centro sicuri di trovare gente, di partecipare ad una festa. Era sufficiente uno spettacolo, anche piccolo, perché gli esercizi pubblici si riempissero, tanto da risultare difficile trovare un posto a sedere nei tavoli dei bar di via Libertà, pieni fino a tarda notte. Nessuno immaginava, nemmeno il più pessimista, che potesse esserci una amministrazione, nello specifico un assessore, capace di distruggere, eliminare, rovinare l’ Estate Margheritese. Quest’anno, infatti, l’Estate Margheritese è stata soppressa; in poche parole non si è svolta. Già la lettura del misero ed anonimo calendario delle manifestazioni, affisso in pochi esercizi commerciali, dava l’idea dello sforzo che gli amministratori avevano profuso nella organizzazione degli eventi. Basti dire che si è miserevolmente cercato di sopperire alla mancanza di pubblicità utilizzando il “banditore di Menfi” che, con la solita cantilena che non lo differenziava da quando pubblicizzava l’apertura di un esercizio o lo sconto praticato da un altro, girava il paese senza riuscire a fare capire nulla. Senza dire che il pulmino aziendale era “ tappezzato” delle locandine che pubblicizzavano un contemporaneo spettacolo musicale del paese di provenienza (con una fava due piccioni). Questo rincorrere continuo al Banditore (forma ormai utilizzata soltanto dal circo Orfei) dà l’idea di come non vi sia stata programmazione e rende evidente
MARGHERITIE’..SE Anno 0 numero 6 - Ottobre 09
il pressapochismo, dilettantismo, degli amministratori o, quanto meno, dell’assessore al ramo. In verità si sono svolte alcune manifestazioni, sul merito ed opportunità delle quali non entro, anche se giova ricordare che la serata dello “Zecchino d’oro” (Euro 22.500) è stata organizzata dal Vice Sindaco, assessore all’agricoltura, il quale, evidentemente, si è dimenticato il proprio settore e forse anche per questo non si è
svolta la ventennale manifestazione della Pecora della Valle del Belìce. Ma questa è un’altra (triste) storia. E’ mancata la “FESTA” quale gioia pubblica, giubilo, baldoria e con essa la voglia dei margheritesi di uscire e incontrare altre persone. La via Libertà era male illuminata, quasi al buio, i cortili del palazzo Filangeri, spesso, sono rimasti inspiegabilmente chiusi, così come l’accesso alla meravigliosa Villa del Gattopardo che, da sola, giustifica la voglia di uscire. Alcune manifestazioni (vedi commedia) sono state annullate per non meglio precisati “condizioni metereoligici”, annunciati con una arcaica forma di comunicazione e cioè da un bigliettino attaccato alla porta (chiusa) dell’ingresso al terzo cortile. Tipico esempio del rispetto per le persone che recatisi ad assistere all’evento si sono trovati davanti l’avviso come se si
trattasse di una comunicazione aziendale. Il paese è stato abbandonato. La gente ha percepito, notato la mancanza di organizzazione, di coordinamento, della presenza fisica degli amministratori che si son guardati bene dal presenziare agli spettacoli che loro stessi organizzavano. Si è creata la nuova figura di “consegnatore di premi” che, di volta in volta, si presentava in giacca e cravatta e, in nome dell’amministrazione in completa solitudine, premiava il disgraziato di turno. La cosa peggiore è pensare che questi soggetti, chiusi nel loro smisurato egocentrismo, sono incapaci di rendersi conto della situazione che li circonda che è fatta di gente che manifesta in tantissimi modi l’insofferenza nei loro confronti La cosa avvilente è aver costatato l’improntitudine dell’assessore di riferimento svagato, incerto, approssimativo, con la testa nella Luna anzi al Castello Luna di Sciacca. L’unica volta che copiare gli avrebbe evitato di fare brutta figura, non è stato capace. La condizione in cui si è svolto il torneo di calcio a cinque rende chiaro il concetto sopra espresso. Nemmeno la periferia di Beirut, durante i bombardamenti, si trovava nelle stesse condizioni dei luoghi in cui si è svolto il torneo che, in termini numerici e per le serate impegnate, si è rivelato di gran lunga la manifestazione più seguita. L’area antistante il campetto è stata sottratta alla disponibilità dei tanti che la utilizzavano per parcheggiare le autovetture. E’ stata concessa alla Chiesa Cristiana Evangelica che ne ha occupato l’intera superficie con un grosso tendone, con il risultato di danneggiare prima i fedeli impediti di svolgere in modo tranquillo le loro funzioni e dall’altro rendendo difficile persino il raggiungimento del campetto. Insomma nemmeno nelle aree
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depresse del terzo mondo si può assistere a tale degrado, disinteresse, mancanza di rispetto. Sarebbe bastato un intervento anche minimo per illuminare la zona, creare dei parcheggi e una struttura che permettesse agli spettatori di poter assistere comodamente alle partite. La metà delle somme spese per lo Zecchino d’Oro sarebbe stata sufficiente per rendere decorosa la visione del torneo di calcetto. Con la conseguenza che le spese per lo Zecchino
d’Oro o per quell’altra stupefacente manifestazione come la selezione di Miss Italia, non hanno prodotto alcun beneficio per il paese, l’illuminazione della zona della scuola elementare e l’acquisto di una tribunetta, sarebbero rimasti patrimonio della collettività con grandi vantaggi per la stessa. La cosa peggiore è pensare cosa ancora potrà accadere nel futuro (pi ora pigghiativi chistu lu restu vi lu dugnu natr’annu). Antonino Augello
NUOVA VIABILITA’ RURALE: STRADA CON PISCINA
Quanti soldi sono stati spesi per sistemare la viabilità rurale? Quanti chilometri di strade di campagna sono state sistemate? La foto da l’idea, meglio di qualsiasi articolo, di come l’amministrazione comunale dimostri il disinteresse per il mondo agricolo. Queste sono le condizioni della maggior parte delle strade di campagna utilizzate giornalmente dai nostri agricoltori.
Le gite in America, il doversi incatenare al Ministero, frequentare gli studi televisivi per ridicole interviste ed altre amenità come lo Zecchino d’Oro, allontanano l’amministrazione dall’affrontare i problemi reali. Gli agricoltori, che rappresentano la spina dorsale della nostra economia, debbono riflettere sul trattamento che stanno ricevendo da parte di chi, in campagna eletto-
rale, ha millantato che si sarebbe occupato della loro condizione. “...noi abbiamo troppi impegni e troppe idee da sviluppare per Santa Margherita per perderci in chiacchere ....noi daremo risposte serie a Santa Margherita perchè abbiamo creato progetti veri...... e sappiamo dove andar a prendere i denari”, gridava dal palco di via Libertà il fumoso sollevatore delle acque.
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“Li Pinnati di lu Sinnacu” ovvero i “Portici in Libertà”
Piazza Libertà si, piazza Libertà no. Strada si , strada no. Portici si, portici no. E' stato il tormentone dell’ultima campagna elettorale del maggio 2007. Ciascuno dal proprio pulpito ha gridato all'avversario politico ed alla cittadinanza il futuro da riservare a questo pezzo di città. In quei giorni l'ex sindaco, architetto Giorgio Mangiaracina, aveva fatto di tutto per chiamarla Via Libertà. E come tale, "la via Libertà", secondo il suo pensiero, era da restituire all'uso proprio di tale denominazione. Salvo trasformarla in pedonale nelle occasioni importanti. Di parere contrario era il suo avversario Franco Valenti, secondo cui non erano il numero delle pareti a conferire la destinazione dello spazio che, da oltre un ventennio, è stato luogo di incontro e di passeggio per i margheritesi. Per Valenti questo tratto “piazza era e piazza doveva rimanere”. Dal pulpito opposto, anche il candidato sindaco Franco Santoro era dello stesso avviso. Per Santoro era fuori logica demolire e trasformare ciò che funzionava. Era uno sperpero di denaro pubblico demolire ciò che era arredato con tanto di lampioni, di mattonelle e via dicendo. Ma si sa, le promesse elettorali sono speranze. Spesso si trasformano ben presto in aria fritta. La gente li ascolta, alcuni sognano condividendoli, altri se la ridono. Si fanno le elezioni, ognuno ritorna nel proprio quotidiano lavoro e tutto cade nel dimenticatoio. Nessuno più li ricorda e cosi gli amministratori sono liberi di agire secondo logiche diverse da quanto preannunciato. Per tornare ai fatti di Santa Margherita, il sindacalista Santoro, divenuto sindaco, qualche settimana dopo dagli schermi di TeleradioSciacca preannunciò che sulla scelta voleva rifletterci
assieme alla sua Giunta. Una riflessione durata oltre un anno, tanto da preannunciare nell’estate 2008, durante un pubblico comizio, che bisognava andare veloce. La promessa elettorale era insomma svanita. Per Santoro si correva addirittura il rischio di perdere il finanziamento se i lavori dei portici non venivano appaltati entro il 2008. Circa due milioni di euro. A fine anno, dalla piazza Libertà furono traslocati tutti i lampioni, rendendo felici quei fidanzatini
che proprio in quella via hanno trovato il posto ideale per le loro effusioni amorose, e alimentando il malumore di chi non ha mai visto di buon occhio la scelta di costruire quel lungo porticato. Da quel comizio è passato un anno e fino ad oggi i lavori non sono iniziati. Da tecnico, sento la responsabilità morale di dire la mia ad alta voce. Dico subito che sono contrario alla realizzazione di questi portici. Ritengo che siano un’opera non necessaria alla città. Che senso ha realizzare una struttura da "appiccicare" sui fronti dei fabbricati prospicienti la piazza Libertà e non solo? Non mi convince l’idea che essendovi un finanziamento dobbiamo necessariamente realizzare un’opera oramai superata dal tempo. Cercherò di spiegarne le ragioni. Il portico è una tipologia architettonica, a mio modesto parere, che non ci appartiene a meno di chiamarli “ tettoie” o meglio “pinnate” come ho più volte ribadito su diversi organi di stampa.
Il portico è una galleria aperta con colonnato, collocata per lo più all'esterno e al piano terreno di un edificio, fatto questo che presuppone avere dei piani costruiti nella parte superiore. In Sicilia non sono molti gli esempi di portici. A Palermo li troviamo nel centro storico di via Ruggero VII in corrispondenza del Banco di Sicilia. Cosa diversa è a Torino, Bologna ed in tanti altri centri storici d'Italia, dove il portico assume un significato particolare di fruibilità e vivibilità. Quello del portico margheritese, dal punto di vista urbanistico, è stata una scelta concepita diversi decenni fa quando si pensava che sotto quelle strutture potessero nascere tante attività commerciali. In quegli anni tutto interessava a chi era alle prese con la ricostruzione, tranne capire certamente cosa erano quei rettangolini tagliati con una x e chiamati dai tecnici "portici". Una destinazione urbanistica, quei "portici", che alla prova dei fatti non ha convinto gli amministratori del tempo nonostante un finanziamento trovato per la loro realizzazione. Infatti, sembra che alle soluzioni suggerite dal gruppo di progettazione si siano alternati diversi incontri con i proprietari dei lotti interessati dal progetto. Proprietari che, a sentirli in questi giorni, non sembrano particolarmente convinti dell'operazione architettonica predisposta che dovrebbe andare in appalto. Ma al di là della scelta che si vuole operare, ritengo che nonostante ci sia un finanziamento, esso vada speso in soluzioni appropriate che non trovano giustificazioni in una realizzazione di portici neanche se li realizziamo con decine di pilastri “in oro”. Il portico - tettoia è una soluzione che non ci appartiene.
U LT I M A O R A : V I A G G I O A N E W Y O R K
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I N D A G A L ’ A S S E S S O R AT O R E G I O N A L E E E . L L .
Siamo costretti a ritornare sul viaggio a New York. Ancora oggi, dopo 20 mesi, non sono stati forniti i chiarimenti da più parti richiesti. Persino l’uffico ispettivo dell’assessorato regionale agli EE. LL. è intervenuto, a seguito di un esposto del Consiglio Comunale, per chiedere chiarimenti con sollecitudine sulle somme spese. Come è noto, le spese sostenute dall’istituzione G. T. di Lampedusa ammontavano a circa € 64.000 per sostenere la missione della nutrita delegazione (16?). Non abbiamo notizia, se gli sponsor abbiano o meno onorato l’impegno e nell’ipotesi negativa chi ha fatto fronte alla integrazione. Quindi è opportuno, in obbedienza ai principi di trasparenza e di rispetto dei cittadini, che il Sindaco fornisca un quadro esauriente delle spese sostenute e delle
somme ricevute per coprire le spese. Sarebbe sufficiente un misero specchietto in cui, nella parte sinistra venissero indicate le spese e nella parte destra le somme ricevute dagli sponsor, con indicazione del saldo finale. In verità alla presente richiesta non può ancora sfuggire il C.d.A. dell’istituzione G.T. di Lampedusa che, è opportuno ricordare, è il soggetto che ha organizzato l’evento e che ne ha sopportato le spese. Non abbiamo notizia se l’istituzione abbia approvato il bilancio 2008. Il Coordinatore Dott. Sparacino, il
Ritengo che sia meglio una soluzione che, attraverso lo studio di un piano del colore, tenda ad intervenire in maniera unitaria su detti fronti, vagliando la possibilità di realizzare con l’intervento pubblico dei semplici balconcini in marmo o con altre pietre naturali, delimitati da un appropriata ringhiera in ferro lavorato, alla maniera di quelli che si stanno realizzando in via Collegio. La soluzione adottata in via Collegio è un esempio elegante di come una scelta appropriata al contesto sia rispettosa degli elementi storici confinanti. Il risultato darebbe un'unitarietà d'intervento alle decine di lotti che vi si affacciano. Tutto questo potrebbe essere fatto con l'intervento pubblico sia nella definizione dei prospetti, che attraverso l'uso di elementi e colori appropriati ed uniformi che si leghino al contesto di storicizzazione che si vuole dare a questa parte di città. Eviteremmo tante "arlecchinate" sui prospetti, che per la mancanza di un piano di colore, sta dando un volto disomogeneo alla città del Gattopardo
sopra evidenziata agli assessori tecnici della sua squadra. Di fatto non mi capacito perché qui, nella terra del Gattopardo, ogni amministratore deve rimanere nella storia per un’opera che i successivi devono demolire e rifare. Già per stare nei pressi della piazza Libertà, c’è chi è rimasto nella storia per “la corda molla di piazza Matteotti”, chi “per il tappo dei Circoli” ed infine chi vi vuole Il progetto dei portici rimanere per “le pinnate di via Libertà”, ossia uno nastro di tettoia che partendo dall’angolo del Museo della Memoria, secondo l'idea generale, dopo aver attraversato i fronti di via Libertà e di via San Francesco, ed aver lambito la scalinata della Chiesa Madre arrivano fino alla farmacia Viola. La differenza tra un portico ed una tettoia sta nella concezione spaziale del volume che viene vissuto in maniera diversa: lo schema Esempio di soluzione proposta che "ambisce" nel tempo ad avere indicato ne rende l'idea. Chissà vista l’importanza della scelta un ruolo turistico. Più volte ho evidenziato questa architettonica se non sia opportucontrarietà al primo cittadino che no fare esprimere direttamente i cittadini con un referendum. tecnico non è. Francesco Graffeo Ho anche suggerito la soluzione
direttore scientifico Hamel, il collaboratore tecnico Rosy Abruzzo, i consiglieri Scaturro, Oliveri, Manno, Catalanotto e Abate così solerti nell’organizzazione di eventi, spedizioni, viaggi, convegni, evidentemente non hanno trovato il tempo per rispondere. Intanto il sindaco, nella seduta consiliare del 24/09/09, ha portato all’O.G. la nota per chiedere al Presidente “di verificare quali Consiglieri hanno firmato” l’esposto. I consiglieri di minoranza hanno fatto a gara per allontanare ogni possibile sospetto su di loro. A questo punto ci sembra doveroso chiedere alla minoranza se condivide o meno il contenuto dell’esposto e soprattutto se desidera che sulla gita americana si faccia finalmente chiarezza. La Specula sente odore di “accarpo”... osserva e racconterà i fatti.
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UNICO PARTECIPANTE
STORIA DI UN CONCORSO FINITO MALE
“Reo di aver vinto un bando di selezione per addetto stampa, destinato a far recuperare qualcosa per il lavoro svolto da sua figlia”. Questa è l’accusa a me rivolta, e in più occasioni anche sbandierata a diverse personalità di Santa Margherita in luoghi pubblici, da un ex candidato a sindaco della cittadina del Gattopardo. A parlare in questi termini in queste settimane è stato il Dott. Andrea Abruzzo, padre della direttrice artistica del Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Rosy Abruzzo. Conosciamo tutti l’agronomo Abruzzo, le sue esternazioni sono sempre “colorite”. Ma questa volta nelle sue affermazioni non vi trovo nessun motivo di ilarità, anzi. In questi giorni, ho a lungo meditato se raccontare o meno tale grave “stato di irritazione” dell’agronomo Abruzzo, andato su tutte le furie perché “con la mia libera partecipazione ho rotto le uova nel paniere”. A dir la verità di questo fatto, in sua presenza, ho informato il primo cittadino Franco Santoro, per capire se è prassi essere ricompensato per il lavoro in siffatta maniera. “Dopo tanto lavoro per il Parco…., mia figlia ha persino subito un incidente con la sua auto….. Non ha mai preso una lira. Arrivi tu, ed all’ultimo momento partecipi ad un bando di selezione di addetto stampa, che tutti sapevano doveva premiare mia figlia, e che per causa tua non si è aggiudicata………” l’accusa dell’agronomo Abruzzo verso di me . Per fortuna non ero solo quando l’incavolato agronomo gridava, al Centro Tim la sua arringa, accusandomi anche di essere un “forestiero”. E mentre l’impiegata presente invitava alla calma, io evidenziavo di non sapere nulla di quanto affermato. La reazione di Abruzzo: “Chi giornalista si, lu sapia tuttu lu paisi!!!!. Bastava che questo concorso ci scriviano … ….”. Sono rimasto di stucco davanti a tali affermazioni.
Sono passati dei giorni, e pensavo che, dopo aver informato il primo cittadino di tale fatto, in presenza dell’agronomo nel corso di una cerimonia funebre, lo stesso avrebbe annuito che non era il caso di mettere in scena questa “commedia”. Commedia, secondo cui la figlia non ha mai guadagnato una lira per il ruolo svolto. Invece, non è stato così. La vena “artistica” del candidato a sindaco è continuata davanti agli astanti del Palazzo di Città e successivamente al cospetto di un mio collega, che allibito chiedeva a me lumi su questa storia. Per farla breve, secondo il teorema
Abruzzo, il sottoscritto è imputato per aver partecipato ad una selezione pubblica. Selezione che, secondo il Dott. Abruzzo, spettava alla collega quale premio di consolazione per il lavoro svolto nel Parco!!!. Ritengo che sia arrivata l’ora di fare chiarezza. Oggi sulle selezioni ad un solo partecipante la redazione de La Specula vuole ritornarci. Noi non siamo disattenti, come sembra essere il padre della collega giornalista in questione. Già nel numero 2, scorrendo le pagine, vi accorgerete che ci eravamo occupati delle selezioni concorsuali ad “un solo partecipante”. In quella occasione avevamo titolato: “All’albo pretorio, per selezionare 3 esperti un bando pubblico. Spesi
10.400 euro per 15 giorni di prestazioni”. In definitiva avevamo evidenziato la nota a firma del Presidente del Consiglio, che su sollecitazione della minoranza, informava la massima assise cittadina che già era stato esperito un bando pubblico, il n. 60 del 15 luglio 2008, approvato con determinazione dirigenziale del settore sviluppo e attività produttive con il quale erano stati messi a concorso tre posti, per scegliere tre esperti di provata capacità, per tre distinti incarichi. Guarda caso, tre soli partecipanti che, senza tante storie, si sono aggiudicati la relativa selezione. Per la cronaca “unico partecipante e vincitore” per espletare l’attività di “Direttore del Premio Letterario Internazionale G. T. Lampedusa” è stato il Prof. Pasquale Hamel. Compenso ricevuto 4.800 euro. Per l’attività di “coordinatore e implementazione del premio” unico partecipante e vincitore della selezione è stato il Dott. Gori Sparacino. Compenso 4.800 euro, mentre per l’attività di “tecnico e assistenza” unica partecipante e vincitrice del bando, la figlia di Andrea Abruzzo, Rosy Abruzzo che ha ricevuto un compenso di 2.800 euro. Duemila euro in meno rispetto ai due colleghi selezionati che sono saliti sul palco assieme a Lei per premiare Edoardo Sanguineti una decina di giorni dopo. A dicembre il bando di addetto stampa: una selezione per titoli. Compenso 2.000 euro. Ma questa volta all’appuntamento non si è presentato un solo partecipante!. Ora le mie domande. Al Sindaco Franco Santoro chiedo se rispondono al vero le affermazione fatte dal dottore Abruzzo. Che bisognava, tramite il bando, contribuire a sostenere le spese del direttore artistico. All’ex candidato sindaco Abruzzo, invece, non ho nulla da chiedere. Francesco Graffeo
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UN DISTRUTTIVO TEMPORALE ALLUVIONALE DI COMICITÀ E GAFFE SI È ABBATTUTO SUL
PREMIO LETTERARIO DEL GATTOPARDO
E ci risiamo ancora, gli errori dovrebbero servire da insegnamento, per non ripeterli, per cambiare, per innovare e, dunque, per migliorare. Ma purtroppo ci risiamo, questo principio non vale o non viene compreso da chi stabilisce le sorti del Premio Letterario dedicato al Gattopardo. Ancora una volta il Premio Letterario, che dovrebbe celebrare lo scrittore vincitore e la sua opera, diventa una evidente manifestazione di spettacolo di puro intrattenimento, passerella di sponsor di ogni genere, sfilata di ospiti ben lontani dallo spirito culturale della manifestazione, dispensario di targhe, ricchi doni e tantissime bottiglie di vino, magnifico palcoscenico di chi ha una irrefrenabile e travolgente “smania addosso”di mostrarsi ed apparire. Tutto ciò ha provocato la quasi assenza dello scrittore e della sua opera narrativa premiata -in verità dovevano essere i protagonisti principali e assoluti del premio- i quali vengono declassati, incredibilmente, a pure comparse di un brutto teatro popolare. E’ stato tanto visibile questo infausto declassamento che anche la conduttrice della serata la signora Alda D’Eusanio, la quale certamente non è un giornalista culturale, ha avuto quella chiara impressione di star presentando impropriamente un Festival degli Sponsor e delle Targhe, tanto da indurla immediatamente e senza convenevoli a stravolgere totalmente l’imbarazzante scaletta di un improbabile premio letterario. Molte belle immagini bucoliche di
vigneti e di vendemmie, di acque sgorganti e purificatrici, frenetici andirivieni e salite sul trono dell’apparire, ma della lettura del romanzo, dell’analisi dei suoi contenuti storici, stilistici, della paro-
la dello scrittore che raccontava della sua opera, nemmeno una sbiadita ombra. Da ciò risulta chiaro che chi ha programmato la scaletta della serata di consegna del premio, (ma chi è stato!!!) non ha compreso che stava programmando una serata culturale e non un mero spettacolo di intrattenimento; forse nelle corde di chi ha stabilito le sorti del premio non vibra quella naturale corda, quella sensibilità tutta culturale che, in forma spontanea, doveva dare spazio, importanza e visibilità al valore artistico e universale della produzione letteraria. E’ visibile a tutti che occorreva avere un forte rigore culturale nell’ideare la manifestazione culturale e perseguire una sobrietà personale per chi si è reso forzato, smisurato e discutibile protagonista della serata. Altresì, non sono passate inosservate le molte gags comiche, (in verità imbarazzanti) fra il primo cittadino del paese del Gattopardo e, la oltremodo diver-
tita, presentatrice che ha trovato proprio in lui una felice spalla per dare vita ad un siparietto eccessivamente comico. Tante, anzi troppe, le battute della conduttrice la “dottoressa Desai”, così la chiamava il sindaco di Santa Margherita. Banali ironie che si susseguivano una dietro l’altra, come quando il primo cittadino facendo una improbabile analogia storico-politico tra il contesto storico del Gattopardo e l’attualità, con divertito cinismo la DesaiD’Eusanio affermava: “ma (il Tomasi di Lampedusa) nemmeno avrebbe immaginato che lei facesse il sindaco”!!!. Da ciò ne seguiva una valanga di risate collettive. Non bastevole di questo, la conduttrice in un secondo momento invita il sindaco ad un esplicito silenzio, al fine di evitare un eccesso di spettacolo. Un forte temporale alluvionale di “improvvisazioni” ha fatto precipitare sull’incolpevole Premio Letterario del Gattopardo una terribile grandinata di gaffes. Certo, è andata come è andata, ciò che è accaduto è stato visibile a tutti. Però a questo punto, sarebbe veramente interessante sapere cosa ne pensa la prestigiosa giuria, magistralmente rappresentata dal professore Gioacchino Lanza Tomasi e dal professore Silvano Nigro, circa questa alluvione mortificante e imbarazzante di gaffes, visto che loro ci mettono la loro professionalità e la loro immagine. Giuseppe Barbera
Anno 0 numero 6 - Ottobre 09
RUDERI O... RODERSI
I QUARTIERI DI SAN VITO E Santa Margherita di Belice, il 15 gennaio 1968, è stata distrutta e sconvolta dal tragico terremoto che ha seminato morte e disperazione in tutta la Valle del Belice. Evento sismico che ha segnato in maniera indelebile la vita e la coscienza delle persone. La distruzione materiale ha interessato case, chiese, monumenti. Dopo il 15 gennaio 1968 nulla è stato più lo stesso. A testimoniare e a riportare alla mente quei tristi giorni nel nostro Comune sono rimasti i ruderi degli antichi quartieri di San Vito e San Calogero. I margheritesi, soprattutto quelli che hanno vissuto nel vecchio paese e i tanti emigrati, che a causa del sisma e della mancanza di lavoro sono stati costretti ad andare a vivere in varie parti del mondo, hanno sempre avuto un forte e indissolubile legame con questi luoghi. Mentre per le nuove generazioni i ruderi rappresentano l'autentica memoria storica della Santa Margherita che fu. I ruderi, per la suggestività e le emozioni che riescono a trasmettere, nonostante lo stato in cui si trovano, sono stati più volte scelti per girare scene di film, documentari e cortometraggi. Il recupero dei quartieri di San Vito e San Calogero è sempre stato oggetto di interesse delle varie Amministrazioni comunali che nel tempo si sono susseguite. Sono stati affidati incarichi per la progettazione delle opere. Progetti che puntualmente non sono approdati a nulla e sono finiti nel dimenticatoio. Ultimamente, la vicenda dei ruderi è ritornata di attualità. L’Amministrazione comunale e Salvalarte Belìce hanno organizzato un convegno nel quale, presenti praticamente solo gli organizzatori, si è discusso di un vecchio progetto di recupero. Intanto, una cosa è certa ed è sotto gli occhi di tutti. Oggi, a 41 anni dal terremoto, i ruderi dei quartieri di San Vito e San
SAN CALOGERO ESEMPI DI Calogero versano in uno stato di assoluto degrado, invasi da rifiuti di ogni genere e avvolti dalle sterpaglie. Ad ogni abbondante pioggia si susseguono i crolli, come è successo più volte lungo la via Calvario. Una strada, ancora oggi, molto transitata da auto e mezzi agricoli. Le case diroccate e le viuzze sono rifugio di branchi di
cani randagi. Tra le macerie si notano recinti di ogni genere. La sera con il buio il paesaggio si fa spettrale. Non un lampione, non un faretto, niente che illumini la zona e la renda più sicura. Con l'oscurità le stradine in mezzo ai ruderi diventano luogo ideale per coppiette in cerca di intimità, per consumatori di alcolici e non solo. Ogni cosa che avesse un certo interesse è stata trafugata. Gli atti di sciacallaggio che si sono perpetrati negli anni hanno interessato mobili antichi, oggetti, libri, foto, porte e infissi di legno, ringhiere e portali in ferro battuto, mattonelle di ceramica, tegole, ecc... Questa è la triste storia dei ruderi degli antichi quartieri di San Vito e San Calogero colpiti dall’incuria e dalla miopia di una classe politica inadeguata. Una storia di ruderi che fa rodere. Nei paesi vicini alcune cose sono state fatte. A Montevago la zona dei ruderi della Chiesa Madre è stata sistemata. Vi si accede attraverso un cancello e una strada pavimentata. Lungo il percorso sono stati collocati lampioni e panchine che arrivano fino allo spiazzo in prossimità dei Ruderi della Matrice. Anche i ruderi di Poggioreale presentano
DEGRADO E ABBANDONO una strada sistemata e vi si girano riprese di film. A Gibellina si è trovata un'altra soluzione per ricordare il vecchio centro. I ruderi del vecchio paese sono stati inglobati in una colata di cemento armato che ha dato vita al famoso e visitatissimo Cretto di Burri. Ritornando ai ruderi margheritesi che, a dispetto della non curanza dei nostri politici, suscitano l’interesse dei vacanzieri, turisti, studenti che seguitano a visitarli e a fotografarli, in attesa di grandi eventuali progetti di recupero, che spesso purtroppo sfociano solo in chiacchiere, desideriamo proporre piccole cose concrete realizzabili subito e con pochi soldi. All’Amministrazione comunale proponiamo: 1) Collocare alcuni fari lungo la via Calvario fino al Belvedere dove è collocata la croce; 2) Rendere sicuro il transito lungo questa via abbattendo eventuali muri pericolanti delle case; 3) Creare un breve percorso per la visita dei visitatori con apposita segnaletica informativa; 4) Sistemare la ringhiera, in parte divelta, del belvedere del Calvario dal quale si può ammirare lo splendido panorama della Valle del Belice; 5) Rimuovere ogni sorta di recinti e occupazioni abusive dei ruderi; 6) Sistemare e rendere fruibili soltanto alcuni cortili, in attesa di un recupero più ampio, e destinarli a mirate attività culturali e alla promozione dell’artigianato e dei prodotti tipici locali. Si potrebbe così iniziare a far rivivere i vecchi quartieri di San Vito e San Calogero per far sì che, assieme al trascurato e ridimensionato Museo della Memoria, dove sono custodite varie testimonianze del paese pre-sisma, diventino luoghi simbolo della memoria storica della vecchia Santa Margherita. Speriamo, fra qualche mese, vedere accolta qualche nostra proposta in modo da poter finalmente scrivere qualcosa di positivo. Francesco Sciara
Anno 0 numero 6 - Ottobre 09
“AMICI DELLA CASA DEL PINO”
Ragionamenti e analisi vissuti in un armonioso confronto umano
Per il secondo anno si rinnova l’appuntamento degli “Amici della Casa del Pino”, appuntamento che, ormai, in forma rituale si
tiene ogni anno nella prima settimana del mese di settembre. Nella foto di Franco Graffeo alcuni degli “Amici della Casa del
Pino” riuniti per dialogare, discutere, riflettere, filosofare, ragionare insieme del più e del meno.....
RELAZIONE ANNUALE
E
STRAFALCIONI E ILARITA’
’ vero che a Santa Margherita di Belìce il tempo non scorre mai. Infatti, nonostante siano trascorsi ben 28 mesi dalle elezioni comunali, nella seconda relazione annuale dell’amministrazione Santoro si legge: “Tra gli altri interventi a carattere generale sono da annoverare le attività finalizzate a promuovere lo sviluppo della nostra città e del nostro territorio che in questi primi 12 mesi sono state le seguenti…..”. Che dire? Hanno un calendario diverso, sono rimasti vittime del copia incolla o “unn’hannu fattu nenti”?
pprendiamo, dall’ultima relan che lingua è stata scritta la A zione annuale presentata dal- Iseconda relazione annuale? l’esecutivo Santoro, che tra gli Di seguito riportiamo un breve
spettacoli organizzati dall’amministrazione comunale oltre allo Zecchino d’Oro ed il Bimbibici, è stato inserito anche il convegno che ha visto come relatori “il rappresentante dell’ordine degli avvocati del Tribunale di Sciacca (ndr Avv. Filippo Di Giovanna) ed un rappresentante del Consiglio Nazionale Forense (ndr Avv. Giovanni Vaccaro)”. Che vergogna! Gli interventi di due illustri professionisti dai nostri amministratori sono stati considerati alla stregua di canzonette dello Zecchino d’Oro.
stralcio: “Nel settore viticoltura lo sportello fito-sanitario ed agronomico al servizio degli imprenditori stessi per un servizio gratuito di consulenza fito-sanitaria e agronomica si è interrotto per mancato impiego dello stesso da parte degli imprenditori agricoli”. Visto il linguaggio incomprensibile sarebbe auspicabile un autorevole intervento di qualche professore o professoressa per rendere comprensibile il contenuto.
Anno 0 numero 6 - Ottobre 09
TRATTO DAL BLOG
Ficodindie nuove....usanze vecchie
Da qualche giorno è iniziata la nuova raccolta del nostro prelibato ficodindia, ma le vecchie usanze non sono cessate, anche quest'anno si è creato un alternativo
mercato in c.da Cannitello dove alcuni mercanti si fanno a gara per comprare il nostro frutto e poi a rivenderlo a peso d'oro a Palermo e altrove.
Ma quando tutto verrà organizzato a dovere? Ma quanto ancora dobbiamo aspettare prima di dare il giusto valore al nostro ricercato frutto?
Il silenzio è d’oro
“...penso che la cultura è,.....è......il momento fondante per quello che sono e possono rappresentare le iniziative che poi possono essere di traino di quello che è lo sviluppo del nostro teritorio......” "....è un'edizione internazionale perchè abbiamo questo premiato lo scrittore Hshiguro....." “.... i sindaci dobbiamo abbandonare l’io pensante....” Non sono parole dell’Ass. Palmiro Cangini di Zelig, sono tre frasi estrapolate dal lungo discorso del sindaco in occasione
del Premio Letterario. Ormai è certo che ogni intervento pubblico del primo cittadino suscita nei margheritesi preoccupazione e panico. L’angoscia e la paura passano solo quando finalmente il microfono si allontana dalla cavità orale. Senza volere fare polemiche. Visto che ne va del buon nome del paese, qualcuno potrebbe sommessamente spiegare al Sindaco che in certe occasione il silenzio è d’oro. Abramo Lincoln diceva: “Meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio”.
Il Centro Studi Athena organizza i seguenti corsi sulla sicurezza:
- Addetto antincendio - Addetto al primo soccorso - Rappresentante dei lavoratori - RLS - Datore di lavoro - RSPP - Addetto al montaggio/smontaggio ponteggi
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Anno 0 numero 6 - Ottobre 09
Da La Specula si osserva
LA CITTA’ “NORMALE” SECONDO SANTORO
Museo del Carnevale
Discarica di amianto a cielo aperto
Dopo la fiera
Villa comunale
Dopo aver visto queste foto non sarebbe l’ora di
“mettere la testa a posto”?
Anno 0 numero 6 - Ottobre 09
trummunati.... Mezzogiorno in Famiglia
Nefasto risultato. Nonostante l’iniziale impennata la nostra delegazione si affloscia dopo il cinque contro uno! Sul blog del MGT trovi on line tutti i numeri de La Specula
POSA DELLA PRIMA PIETRA
L’Ass. Cimino dopo aver ascoltato il sindaco ha deciso di metterci una pietra sopra!!!!
ROMA: notizia ANSIA
Finalmente una buona notizia: il Sindaco si è incatenato!
D e c i s i o n e d e l TA R “Nelle giunte deve essere rispettata la quota Rosa”. Rosa si precipita dal sindaco.
PROMESSA MANTENUTA...
FA “BRILLARE” I CIRCOLI