Museke N. 24 - Ottobre 2005

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NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE MUSEKE O.N.L.U.S. – Via Brescia, 10 – 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. e Fax 030.2130053 - Cell. 349.8832835

NUMERO VENTIQUATTRO - OTTOBRE 2005

impianti: nadir - ciliverghe (bs) / stampa: euroteam - nuvolera (bs)

La Missionarietà, progetto di Vita

N

el lontano 1966 sono stata invitata in Burundi dal vescovo mons. Makarakiza. Potete immaginare la sorpresa, la gioia e nello stesso tempo la paura nella prospettiva di affrontare un viaggio alla scoperta di un mondo misterioso, sconosciuto e affascinante, ma bisognoso, soprattutto nel campo femminile, di una promozione umana e cristiana. Il vescovo mi disse semplicemente:- Vieni e vedi.Inconsciamente, ma con entusiasmo risposi di sì. L’impatto con questo paese è stato meraviglioso e coinvolgente, sia per le bellezze naturali, sia per la disponibilità e serenità delle persone, nonostante l’estrema povertà. Il vescovo che mi accompagnava, mi presentava le varie gravi situazioni, mi sollecitava a rispondere ai bisogni più urgenti e mi suggeriva di coinvolgere altre persone che come me potessero realizzare il suo sogno di vedere progredire e migliorare soprattutto le donne che vivevano una situazione di sottomissione e di sottosviluppo. Nel ritorno, sull’aereo, non mi davo pace e mi tormentava la sensazione che era davvero impossibile che io potessi realizzare quanto mi era stato chiesto. Ero combattuta tra il lasciare tutto e mettermi il cuore in pace o

invece mettere a conoscenza della situazione e dei progetti altre persone anche più giovani di me, e incominciare a intraprendere un cammino di condivisione e di intensa attività. Ho pregato con fervore perché il Signore mi illuminasse e mi aiutasse a decidere. Mi sono lanciata a diffondere questa idea e ad avvicinare persone generose. Con mia grande sorpresa ho trovato subito rispondenza all’ideale missionario che proponevo ed entusiasmo e disponibilità a conoscere, a collaborare e a partire per il Burundi. Mi sono resa conto che il Signore adopera ciascuno di noi per susci-

tare negli altri il desiderio di bene e la gioia di partecipare allo sviluppo dei popoli, nel nostro caso di quello africano. Nel 1969 partono le prime tre volontarie: Rosa Scaroni, Maria Pitossi, Tilde Dancelli. E poi, tra le altre Milly Gussago: giovani che lasciano la loro casa, il loro lavoro, i loro affetti per seguire un ideale. Oggi un viaggio in Africa non è più una meta così insolita, ma allora era davvero un viaggio pieno di incognite. Riflettendo, ho capito che è il Signore che dà forza alle persone, ma bisogna che ciascuno di noi si facsegue a pag. 2

cia portavoce di questa realtà meravigliosa: essere evangelizzati per evangelizzare e mettere a disposizione la propria professionalità a favore di chi ne è privo. I progetti, le attività aumentavano, quindi si è costituita l’associazione Museke che in lingua locale significa sorriso, accoglienza. Negli anni a seguire sono partite via via infermiere, insegnanti , sarte, ragioniere, professoresse, tutte disponibili a dare il meglio di sé, secondo le esigenze che le varie situazioni di emergenza richiedevano. Perché ho scritto tutto questo? Non è solo un tuffo nella memoria per rivivere queste meravigliose esperienze, ma per suscitare in voi giovani il desiderio, l’entusiasmo, la volontà di aderire ad una associazione che vuol essere ancora fermento e aiuto ai fratelli africani. E’ proprio nel dare che si riceve e si prova più gioia nel rinunciare a qualcosa di proprio: danaro, tempo libero, divertimenti, per donarlo agli altri. Il Signore dice: chi dona sarà ricompensato con il centuplo. Auguri! Aspetto numerose adesioni, perché l’associazione è un po’…. invecchiata, ha bisogno di forze nuove. Io pregherò perché il Signore susciti vocazioni missionarie. Enrica Lombardi

Carissima Enrica e amici tutti Gitega, 29 Settembre 2005

P

rima di tutto chiedo scusa per questo ritardo nel darvi notizie, il tempo è troppo tiranno. In questi mesi di agosto e settembre, abbiamo la campagna di scolarizzazione, la ricerca dei posti a scuola, la consegna del materiale scolastico, la ricerca di divise, scarpe, ciabatte. Sono contenta che il maggior numero di allievi dell’anno scorso siano riusciti a trovare un posto nelle scuole anche quest’anno e che possano così continuare la loro istruzione almeno a livello elementare. E’ da considerare un progresso notevole supportati dagli esiti scolastici del 2004-2005. Grazie ai vostri preziosissimi contributi, grazie alle adozioni a distanza, la maggior parte dei bambini sta bene Hanno dovuto superare un lungo e duro periodo in cui la siccità ci ha fatto perdere due stagioni di raccolto. Si pativa la fame e il costo dei viveri era più elevato del solito perché bisognava andare lontano ad acquistarli. Oltre alla scuola e agli alimenti, dobbiamo purtroppo lottare con le malattie, con le richieste di medicinali,

con le cure. In agosto abbiamo sofferto due perdite all’orfanatrofio di Nazareth a causa della malaria: Joachim e Kamanzi. Una grossa soddisfazione riguarda le vedove. Dopo i tanti incontri e i corsi di alfabetizzazione, stanno finalmente imparando e cercando di lavorare insieme, come comunità, al fine di migliorare le proprie condizioni di vita e, con un po’ di fortuna, il loro futuro. Noi continuiamo ad assisterle, ad incoraggiarle, ad istruirle. Il terreno che siamo riusciti ad acquistare per loro è un’altra fonte di grande soddisfazione. Potranno,oltre che avere un lavoro e un riscontro tangibile,vivere un’esperienza di collaborazione e vedere i frutti delle loro volontà unite. Alla base di tutti i problemi resta quello più grande e più vero: la povertà di questo popolo disperato per l bisogno di sopravvivere e per le divisioni inculcate. Sono povertà queste che hanno un costo enorme, indescrivibile, non solo a livello economico, ma di tempi e di sforzi fisici. E’ già uno sforzo riuscire ad accettare l’indigenza continua. Ringrazio comunque il Signore per la possibilità di fare qualcosa, il possibile, di mettere al primo posto il mio prossimo, partendo dai bambini. Molte volte, lo ammetto, mi sento sola e non capita, spesso da chi mi sta più vicino, mettendo in discussione il Vangelo. Finisco poi per ricredermi e capire che devo amare di più queste persone, per come sono e per come non sono, e di mettermi nei loro panni. Dicevo che sono contenta di riuscire a fare qualcosa, ma non potrei che fare molto poco, probabilmente nulla senza il vostro concreto aiuto. Vi garantisco il mio quotidiano ricordo e vi ringrazio tutti di cuore. Suor Cecilia Miburo MUSEKE - 2

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Missione: Pane spezzato per la vita del mondo dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,51).

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È

il titolo del messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II preparato per la Giornata Missionaria Mondiale 2005. In quest’anno dedicato all’Eucaristia la giornata Missionaria ci aiuta a meglio comprendere il senso “eucaristico” della nostra esistenza, rivivendo il clima del Cenacolo, quando Gesù, alla vigilia della sua passione, offrì al mondo se stesso. Seguendo il suo esempio anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli specialmente per i più bisognosi. L’Eucaristia porta “il segno dell’universalità”, e in modo sacramentale prefigura quello che avverrà “quando tutti quelli che sono partecipi della natura umana, rigenerati in Cristo per mezzo dello Spirito Santo, riflettendo insieme la gloria di Dio, potranno dire: Padre Nostro (Ad gentes, 7). In tal modo l’Eucaristia, mentre fa comprendere pienamente il senso della Missione spinge ogni singolo credente e specialmente i Missionari ad essere “pane spezzato per la vita del mondo”. L’umanità ha bisogno di Cristo pane spezzato. Infatti anche oggi Gesù spezza il pane per noi e nelle celebrazioni eucaristiche; offre Se stesso sotto il segno sacramentale del suo amore per tutti. Egli “pane del cielo” che, donando la vita eterna (cfr Gv 6,33), apre il cuore degli uomini a una grande speranza. Gesù solo può spegnere la fame di amore e la sete di giustizia degli uomini; solo Lui rende possibile a ogni persona la partecipazione alla vita eterna:“Io sono il pane vivo disceso MUSEKE - 3

La Chiesa, insieme con Cristo, si fa “pane spezzato”. L’amore appassionato per Cristo porta al coraggioso annuncio di Cristo; annuncio che, con il martirio, diventa offerta suprema di amore a Dio e ai fratelli. L’Eucaristia spinge ad una generosa azione evangelizzatrice e ad un impegno fattivo nell’edificazione di una società più equa e fraterna. Questo è il criterio in base al quale sarà comprovata l’autenticità delle nostre celebrazioni eucaristiche. I missionari, “pane spezzato” per la vita del mondo. Essi fanno risuonare con la loro azione le parole del Redentore: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv 6,35); essi stessi si fanno “pane spezzato” per i fratelli, giungendo talvolta sino al sacrificio della vita. Quanti martiri missionari in questo nostro tempo! Il loro esempio trascini tanti giovani sul sentiero dell’eroica fedeltà a Cristo! La Chiesa ha bisogno di uomini e di donne, che siano disposti a consacrarsi totalmente alla grande causa del Vangelo. La Vergine, Madre di Dio, ci aiuti a rivivere l’esperienza del Cenacolo, perchè le nostre Comunità ecclesiali di-

ventino autenticamente “cattoliche”; Comunità, cioè, dove la “spiritualità missionaria”, che è “comunione intima con Cristo” (Redemptoris missio, 88), si pone in stretto rapporto con la “spiritualità eucaristica”, che ha come modello Maria, “Donna eucaristica” (Ecclesia de Eucharistia, 53); Comunità che restano aperte alla voce dello Spirito e alle necessità dell’umanità, Comunità dove i credenti, e specialmente i missionari, non esitano a farsi “pane spezzato per la vita del mondo”. Al termine di questo anno dedicato all’Eucaristia, domenica 2 ottobre è iniziato il Sinodo dei vescovi, con la presenza di 250 presuli da tutto il mondo, che ha per tema L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Il dibattito iniziale è però a tutto campo: dalle celebrazioni “in attesa del sacerdote”, la cui penuria esige una più equa distribuzione fra le varie Chiese, alle questioni di ordine morale (cfr. aborto e convivenze), alle sfide della salvaguardia del creato e della giustizia sociale. L’amico mons. Gabriel è presente come inviato dalla Conferenza Episcopale del Guatemala.

Cochabamba - Bolivia

Q

uella mattina di fine ottobre 2003, quando fui costretta a lasciare Cochabamba, non avrei mai e poi mai immaginato che quella città sarebbe diventata un punto di riferimento per la mia vita e per quella di tante persone, ma ... andiamo con ordine. Ero arrivata a Cochabamba, ospite dell’Arcivescovo mons. Tito Solari, un amico fraterno da tanti anni, quando la situazione in Bolivia stava di nuovo precipitando verso la guerra civile. Quella mattina monsignore aveva celebrato la messa all’alba nella sua cappella privata, per recarsi in arcivescovado prima del “paro” (blocco stradale), che si preannunciava durissimo. A La Paz c’erano stati un numero di morti imprecisato, causato dalle cariche dell’esercito nel tentativo di disperdere i dimostranti, cosa che al contrario aveva ottenuto come unico risultato la mobilitazione di tutta la Bolivia Nel porgermi il segno della pace mons. Tito mi sussurrò piano, per non allarmare quelli di casa, - Carla, stiamo in guerra!- Mi sentii raggelare, ma dovetti far finta di niente fino a quando, già sulla soglia di casa, monsignore mi disse: - Se trovi un aereo, torna a Santa Cruz con la zia Egle, lì la situazione è più tranquilla. Quando torni dal Messico la situazione sarà sicuramente più chiara e forse potrai tornare. Ero preoccupata e contrariata, perché a Cochabamba avrei dovuto incontrare alcune persone per capire meglio la realtà di quel paese e invece dovevo rimandare tutto a tempi migliori. Fatto sta che dovetti immediatamente cercare un posto sull’aereo in partenza per Santa Cruz e andare in aeroporto. Naturalmente non c’erano taxi in giro, ma la zia

Egle mi assicurò che ci avrebbe accompagnato una dottoressa sua amica. Arrivò infatti, ma nell’eccitazione del momento non capii bene nemmeno il suo nome ... e infine, stipate tutte con armi e bagagli nel suo fuoristrada, ci dirigemmo velocemente all’aeroporto. Finalmente, in attesa che l’impiegato dell’agenzia mi portasse il biglietto, ci sedemmo intorno ad un tavolo a parlare con più calma. E’ stato così che ho conosciuto la dottoressa Maria Teresa Losada Monsalve, Mayte per gli

amici, che mi illustrò brevemente il lavoro che stava svolgendo con una equipe di specialisti e volontari sulle montagne cochabambine, soprattutto a favore dei bambini, che erano le persone a più alto rischio di morte per fame, polmonite, diarrea... Mi parlò di Anawin, parola aramaica per indicare “i Poveri di Yavè”, un’associazione di professionisti cristiani senza scopo di lucro, al servizio della Vita e della salute integrale dei bambini e delle bambine, le madri e le famiglie dei settori più emarginati urbani e rurali del dipartimento di Cochabamba.

Quello che mi colpì subito fu la semplicità e nello stesso tempo la radicalità delle scelte, in particolare l’attenzione ai più poveri, ossia alle comunità indigene Quechuas, che vivevano sulle imponenti montagne che circondano Cochabamba, la cui esistenza era ignorata praticamente da tutti in primis dallo Stato. Gli unici che mostravano attenzione ai loro problemi era l’Arcivescovado di Cochabamba, attraverso l’opera della Fondazione S. Luca e l’ Associazione Anawin, che oltre ad occuparsi della salute di queste comunità, stavano aiutando le persone a divenire esse stesse protagoniste e artefici della costruzione dei loro spazi di salute, ma soprattutto ad assumere gradualmente l’impegno di partecipare alla vita sociale e civile. Per un imprevisto incidente occorsomi all’aeroporto di Santa Cruz fui costretta a tornare in Italia, da dove ho iniziato un intenso scambio epistolare tramite la posta elettronica con Maria Teresa, che mi ha via via fatto conoscere non solo la realtà drammatica in cui vivono quelle comunità, ma anche quello che Anawin e la Fondazione S. Luca hanno realizzato in una quindicina di anni ottenendo risultati confortanti attraverso il Progetto di Salute Integrale, Agropecuaria e Risanamento ambientale ed Educazione nel Canton Palqa della Provincia del Chapare. Il Progetto di Salute Integrale ha permesso di avviare: 1) 7 Centri PAN (Programa de Attenciòn integral a la Niñez), ossia una sorta di asili infantili, dove i minori da 2 a 6 anni dalle MUSEKE - 4

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8.00 del mattino alle 17.00 del pomeriggio trovano un ambiente sicuro e affidabile durante l’assenza da casa per lavoro dei genitori, ma soprattutto ricevono la colazione e il pranzo a base di alimenti sani e molto nutritivi, soprattutto sono stimolati a socializzare con i coetanei. Lo Stato partecipa in minima parte alle spese di gestione, perciò, pur lottando perché il Governo, le Alcaldíe (Comuni) si assumano le proprie responsabilità nei confronti di questi cittadini, si devono cercare altre entrate per integrare l’alimentazione e renderla sufficiente. Da qui è nata la necessità di chiedere aiuto alle persone più fortunate, perché con il sostegno a distanza aiutino questi bambini a crescere sani e sereni, come è loro diritto. 2) I CRIN (Centro di Recupero Integrale) ossia degli ambulatori dove i bambini con denutrizione moderata vengono assistiti in modo tale che si il loro stato non si aggravi fino a portarli alla morte. Contestualmente si insegnano alle madri strategie adatte, per far in modo che esse stesse possano aiutare i loro figli ad uscire dalla situazione di rischio in cui si trovavano e al tempo

stesso far sì che le comunità e le madri trovino gli strumenti per migliorare lo stato nutrizionale dei loro figli, prevenendo la denutrizione e le altre malattie derivanti dalla carenza di cibo, mediante il consumo di risorse locali ad alto valore nutritivo. 3) Infine con il Programma Ampliato di Immunizzazione (PAI) stavano attuando un programma di vaccinazioni bimestrali a tappeto per eliminare le malattie immunoprevedibili, in sinergia con la base e i dirigenti delle comunità e con il Ministero della salute. Tuttavia era apparso subito chiaro che sarebbe stato inutile sollecitare le madri a nutrire i loro figli con carne, uova, frutta se esse non avevano materialmente la possibilità di procurarseli pertanto si è pensato ad una forma di sostegno esterno attraverso “l’apadrinamiento”: ossia cercando nei paesi più ricchi, in particolare in Europa, delle persone di buona volontà che, assumendosi il ruolo di madrina/padrino, con 1 dollaro (uno!) al giorno contribuissero a migliorare le condizioni nutritive di quelle/quei bambine/i.

e dalla primavera del 2004, insieme con un gruppo di amici stiamo sostenendo alcuni bambini. Purtroppo le necessità sono davvero molte e c’è bisogno della generosità di molti per alleviare la sofferenza di quelle creature, che hanno l’unico torto di essere nate in un paese dove la corruzione dei Capi li condanna a morte quasi sicura pur avendo molte risorse naturali, di cui però possono usufrire solo pochissimi privilegiati. Carla Camilli Come MUSEKE abbiamo deciso di sostenere un progetto PAN. Repubblica di Bolivia República de Bolivia Superficie: 1.098.581 Km Abitanti: 8.274.000 Densità: 7,5 ab/Km

Ho raccolto l’invito a partecipare a questa catena di solidarietà

Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: La Paz (793.000 ab., 1.484.000 aggl. urbano) capitale amministrativa e sede del governo; Sucre (216.000 ab.) capitale legale Altre città: Santa Cruz de la Sierra 1.135.000 ab. (1.261.000 aggl. urbano); Cochabamba 517.000 ab. (770.000 aggl. urbano) Gruppi etnici: Amerindi 55%, Meticci 30%, Bianchi 15% Lingua: Spagnolo, Quechua, Aymar Religione: Cattolica 88,5%, Protestante 9%, altro 2,5% Moneta: Boliviano

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MUSEKE - 

Rendiconto della Gestione al 30 Giugno 2005 ENTRATE 2004

2004 - 2005

2005 6 mesi

- Per offerte e quote associative

71.171

95.333

24.162

- Per progetto Nderanseke

70.362 106.676

36.314

1.137

4.535

3.398

142.670 206.544

63.874

- Per proventi finanziari - Totale

USCITE 2004

2004 - 2005

2005 6 mesi

- Per adozioni progetto “Nderanseke”

37.000

67.000

30.000

- Per elargizioni a terzi

31.669

42.140

10.471

5.972

7.296

1.324

792

1.076

284

6.088

9.142

3.054

187

408

221

2.016

5.089

3.073

0

13

13

- Parziale

83.724 132.164

48.440

- Avanzo di gestione

58.946

74.380

15.434

142.670 206.544

63.874

- Per spese promozionali - Per telefono fax - Per segreteria - Per valori bollati - Per oneri finanziari - Per assicurazione

- Totale

L

a scadenza dell’esercizio sociale al 30/6/2005, modificata rispetto alla scadenza usuale del 31/12, per le motivazioni illustrate nel precedente notiziario, ci pone nella situazione di chiudere i conti alla data indicata a distanza quindi di pochi mesi dall’ultimo rendiconto. Al fine di non essere causa di confusione o per lo meno di poca chiarezza nell’esposizione, nella considerazione che il documento diventa la sintesi numerica di ben 18 mesi di attività, per poter fornire al lettore una chiave di lettura che salvaguardi il criterio della continuità e della conseguente possibilità di raffronto per i periodi che possano essere di

interesse, si è ritenuto di rappresentarlo su tre colonne dove: la prima colonna, con annualità 2004, è la stessa rappresentata nel precedente rendiconto economico e dà contesto alle entrate ed uscite del periodo 1/1/2004 – 31/12/2004; la seconda colonna, con annualità 2004 – 2005, rappresenta il rendiconto proprio del primo bilancio successivo alla modifica del termine di decorrenza e dà conto delle entrate ed uscite relative al periodo 1/1/2004 – 30/6/2005; la terza colonna, con annualità 2005 - 6 mesi, rappresenta le entrate ed uscite del primo semestre 2005 come risultanti dal raffronto delle prima

due colonne. Ci si limiterà in questa occasione a fornire ragguagli circa le risultanze esposte nella terza colonna (il primo semestre del 2005), in quanto i valori espressi nelle prime due sono già stati oggetto di commento nei rendiconti precedenti. Il progetto Nderanseke esprime, sia dal punto delle entrate che dei conseguenti contributi di spesa, la parte più corposa, a motivo del sempre crescente numero di adozioni a distanza e di altrettanta sensibilità che Voi tutti in modo esemplare e continuativo dimostrate tangibilmente. Si sa che oggi non è poi così facile avanzare qualche euro sul bilancio della spesa ed ancor più difficile percorrere le vie della rinuncia a qualcosa, quando tutti ti dicono che bisogna incrementare i consumi (e quindi spendere) perché bisogna salvare l’economia della nazione. Consola vedere che i nostri soci sanno riflettere in modo “giusto” oltre che efficace: Prima si salvino un po’ di vite magari le meno difese, il resto a seguire come Dio vorrà. Si è inoltre provveduto a sostenere altre iniziative in Burundi, Ruanda e Guatemala riassunte nella voce elargizioni a terzi. Già queste due voci vanno a costituire oltre l’80% delle spese sostenute nel primo semestre, mentre le altre, sparpagliate su titoli diversi di spesa, attengono alla gestione interna dell’associazione. E’ chiaro che tutto quanto concerne il progetto illustratoVi, inerente la conduttura da realizzare per la canalizzazione dell’acqua a favore della Casa di Nazareth in Burundi, alla data del 30/6/2005 non evidenzia alcuna voce di spesa perchè saranno sostenute successivamente. Ve ne daremo conto alla prossima occasione. Non ci rimane che rinnovare il nostro grazie convinti che è nel donare e nel donarsi (magari anche per poche ore) che si annida la più genuina espressione dell’amore. Il comitato direttivo MUSEKE - 6

C m p z c D v c i m l d l ’ f I l r e p p o l p

f i p c c C a g

Microrealizzazioni in Burundi Carissimi tutti, mi sono accorta che da troppo tempo non mi faccio viva. Voglio ringraziare voi tutti per la collaborazione e condivisione. Desidero fare una panoramica del lavoro fatto in questi anni, dei progetti che siamo riusciti a realizzare, tanti e importantissimi: la costruzione della maternità, della scuola materna e dell’orfanatrofio; la ristrutturazione del dispensario e della casa costruita nel lontano 1969, nella quale dal ’92 al ’99 sono stati accolti tantissimi profughi anziani e persone in difficoltà. Il lavoro che ci impegna di più è l’attenzione ai poveri di ogni genere. Il Burundi continua ad incontrare ed attraversare molte difficoltà e le persone si impoveriscono sempre di più. Anche le stagioni, un po’ come ovunque, sono cambiate: la pioggia e la siccità in periodi inadeguati fanno perdere il loro raccolto, già poco. Ma chi sono questi poveri? Gli orfani che sono sempre in aumento, i bambini della strada, le vedove, le persone anziane, i carcerati, i pigmei che, isolati, hanno bisogno di viveri, coperte, vestiti assistenza sanitaria. Ci impegnano molto i bambini che abbiamo in adozione a distanza. E’ un grosso lavoro. Vengono seguiti men-

MUSEKE - 7

silmente dalla nostra instancabile valida collaboratrice, Madre Cecilia. Alcuni di essi sono lontani e difficilmente raggiungibili. La maggior parte di loro vivono sparsi sulle colline e suor Cecilia deve percorrere tratti di strada spesso impraticabili per raggiungerli..Altri vivono nei campi profughi con zii o nonni, altri ancora con dei vicini.Alcuni vivono in orfanotrofio dove fortunatamente la Madre Generale delle suore Bene Mariya ha messo due suore a disposizione della Famiglia di Nazareth per aiutare a gestirlo . La situazione delle vedove è altrettanto pesante. Sono numerose e quasi sempre con un grosso carico famigliare. Madre Cecilia le riunisce regolarmente per i corsi di alfabetizzazione e per aiutarle a crescere. Eppure non basta. Hanno bisogno di tutto: viveri,vestiti, medicinali, ricoveri ospedalieri per gravi malattie perché si trovano senza alcuna assistenza medica. Il Gruppo Museke le aiuta prima di tutto in queste emergenze, poi passa alla ristrutturazione della povera casa (quando e se esiste), spesso acquistando per loro un terreno in proporzione ai membri della famiglia, nei casi estremi costruendo la casa.

Per ora siamo riusciti a sistemare 25 vedove e 8 ragazzi di 18/20 anni orfani con fratelli più piccoli. Due di questi ragazzi lavorano e guadagnano 8000 franchi burundesi al mese, l’equivalente di meno di  7. Da questi ragazzi abbiamo avuto una grandissima soddisfazione: appena hanno avuto un tetto, hanno accolto nella loro casa 2 piccoli orfani a testa. Il numero dei poveri che avrebbero bisogno è molto alto. Tutti cercano almeno le lamiere per la copertura del tetto e questo comporta in media, per famiglia, un costo di  300. Un altro grandissimo problema è rappresentato dai profughi.Solo nel mese di febbraio nella zona di Mukenke, ai confini con la Tanzania, ne sono arrivati 2050, dopo aver vagato per 750 Km nella foresta,nutrendosi di erbe e radici. Vi lacio immaginare in quale stato sono arrivati. Nel giro di tre giorni ne sono morti 170. Da due anni il Gruppo Museke mette a disposizione appezzamenti di terreno per dare alle persone la possibilità di uno sbocco nell’agricoltura e nell’allevamento. Diamo sementi e per due anni paghiamo lo stipendio;

dal 1999 ad oggi abbiamo donato oltre 2300 caprette. Il nostro fiore all’occhiello è stato l’acquisto, nel 1999, di un grande appezzamento di terreno proprio ai confini con la Tanzania, una zona poverissima tristemente famosa per il continuo andare e venire di profughi. Nonostante la povertà della zona, studi del terreno ci hanno assicura-

to che sarebbe stato possibile bonificarlo per poi piantare gli ananas. Noi abbiamo dato le piantine e oggi, a cinque anni di distanza, non solo il raccolto è soddisfacente, ma lo scorso anno si è aggiunta la piantagione di un bananeto, di mais e di patate dolci. Le famiglie di quella zona sono molto contente perché hanno ormai un lavoro fisso.Il nostro sogno è di

completare la loro produzione con la trasformazione di questi frutti in succhi, marmellate ecc. Cosa fare di fronte a queste emergenze? Potevamo restare indifferenti? Ci siamo dati da fare e siamo riusciti ad acquistare 600 Kg di fagioli, patate, latte in polvere per bimbi e malati, sale, zucchero, sapone, vestiti e coperte. Questo non è assistenzialismo, ma risponde ad una vera emergenza. Se ci fosse qualcuno che ha disponibilità o la voglia di aiutare si faccia pure avanti. Vi assicuriamo che tutto va completamente e direttamente ai poveri. Noi siamo azzerati, ma continuiamo a pensare che finchè c’è gente che muore di fame, non può esserci pace. Un ringraziamento, infine, ai nostri collaboratori, tanti, che oltre a lavorare gratuitamente contribuiscono con grande generosità ed attenzione alle necessità di questi poveri Grazie di tutto Cesarina Alghisi

La seconda classe della Scuola Materna “Armida Barelli”

Assemblea dei Soci di Museke

Sabato 29 Ottobre 2005 alle ore 15.00 è convocata la nostra assemblea annuale presso la sede di Castenedolo in via Brescia, 10

Programma ore 15.00: celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Gabriel Peñate Rodriguez ore 00.00: Vescovo di Izabal (Guatemala) ore 00.00: Seguirà l’Assemblea con il seguente ordine del giorno: * Saluto della Presidente * Progetto acqua in Burundi - aggiornamento (a cura dell’ing. Giovanni Piotti) * Progetto Nderanseke (a cura della sig.na Amalia Gennari) * Esposizione del rendiconto (a cura del sig. Flavio Modonesi) * Presentazione del progetto “Garifona” (a cura di Mons. Gabriel Peñate) L’assemblea si concluderà con un piccolo rinfresco.

MUSEKE O.N.L.U.S.

sito internet: www.museke.org • indirizzo di posta elettronica: [email protected] c/c postale 15681257 • c/c bancario: 27499 - Banco di Brescia - ABI 3500 - CAB 11200 intestati a MUSEKE ONLUS Via Brescia, 10 - 25014 CASTENEDOLO (BS) MUSEKE - 8

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