Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
EMERGENZA DEMOCRATICA
L’arte di vivere la cosa pubblica
di Gaspare Viola
Cosa muove incauti amministratori a smarrire il senso dei propri limiti per punire quanti osano coltivare l’eversiva ed ingenua libertà di esprimere ciò che pensano ? Radici educative frustranti? Il tarlo di irreggimentare ciò che è irriducibilmente diverso da sé ? Residuati di costumi politici tribali ? Forse. Plutarco ammoniva che “nulla rivela meglio il carattere di un uomo quanto il suo modo di comportarsi quando detiene un potere sugli altri” . Le nostre azioni contengono ciò che siamo. Ma al di là dei tratti psicologici e sociologici, c’è un profilo comico di questa vicenda che non è emerso abbastanza. Se gli sprovveduti estensori del libellino punitivo, muniti di basi minime, avessero compreso ciò che leggevano, certo non avrebbero reagito in modo così goffo e scomposto. Invece, sentendosi colpiti “ammàtula”, senza nemmeno essere sfiorati dal dubbio dell’errore interpretativo (altrimenti avrebbero potuto farsi assistere nell’analisi del testo…), sono partiti in quarta: stesura, qualche grassetto a sottolineare, convinti che tutti avrebbero capito la proiezione sgrammaticata dei loro pensieri, tipografia, messi comunali a distribuire…. Quando ci vuole, ci vuole. Hanno persino corredato l’infelice reprimenda, con tanto di effige dell’ente, di illustrazioni che appaiono impietosamente rappresentative dell’archetipo gastrico che li ispira: “Pappe e favole”, “Torte e biscotti”, (segue a pag. 2)
“ C U M PA’ , N U N C ’ E ’ P R O B L E M A ” E NE ABBIAMO VISTO DI TUTTI I COLORI
(segue a pag. 5)
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
L’arte di vivere la cosa pubblica
“Dal forno alla tavola”, e via ingerendo. Mancava solo “Dalla padella alla brace”…. L’articolo incriminato – se ne saranno accorti coloro che lo hanno letto – non è che una disamina del degrado datato della biblioteca, degrado emblematico del sottosviluppo culturale di S.Margherita, vero tema centrale della riflessione. Rispetto a questo tema, ridurre tutto allo scarico di responsabilità tra una compagine e l’altra circa la chiusura al pubblico del servizio (che non è certo imputabile all’attuale amministrazione), non è che un ulteriore esempio dell’ignoranza attiva imperversante. Quell’ignoranza parolaia e qualunquista che lascia intatti i problemi. Qual è infatti il saldo politico di tutto questo? Ci si incarta su schermaglie malevoli e sciocche, di cui non rimarrà traccia; propositi di vendette attraversano menti anguste, mentre i problemi reali restano al palo. Inesplorata ogni possibilità di loro risoluzione. Ignorate le proposte avanzate. Confermata l’inutilità della politica. Aumentata la sfiducia dei cittadini. Eppure si può trarre anche dal male un qualche senso. L a
Pur facendo esperienza della malafede che spesso accompagna l’ignoranza, come spesso accade in politica, è strategico elevarsi un po’ e non farsi
Gentili lettori non si tratta di un errore di stampa. E’ l’ultimo tentativo di renderlo c o m p r e n s i b i l e
trascinare nel vuoto-a-perdere del sonno politico paesano. Nel nostro paese, ne facciamo un po’ tutti esperienza, c’è un’enorme indigenza di beni relazionali autentici: carestie di senso e di rapporti genuini, non meno gravi delle carestie di cibo. Siamo tutti dentro un fortissimo
retaggio feudale, di rapporti non scelti, verticali ed asimmetrici. E questo manifesto dell’amministrazione, nella sua apparente incomprensibilità, non è che l’espressione tra le tante di questo retaggio feudale, ove molti devono dipendere da pochi “benefattori” e dalle loro “beneficenze” in pieno paradigma servopadrone. Altro che democrazia. E’ questo retaggio che influenza ancora oggi, dietro un’apparente modernizzazione di facciata, i comportamenti sociali. Qualsiasi amministratore consapevole ed in buona fede dovrà farci i conti. C’è un grande lavoro culturale da compiere, un grande cammino da fare come comunità. Cominciando da una rialfabetizzazione dell’arte di vivere la cosa pubblica. Ove le cose che vogliamo debbono cominciare a realizzarsi prima dentro di noi, divenire parte di noi. Il cambiamento della politica passa attraverso il cambiamento di ciascuno di noi. “Un’idea un concetto un’idea, finchè resta un’idea è soltanto un’astrazione. Se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione.” (Giorgio Gaber) Gaspare Viola
S p e c u l a
Periodico di informazione Autorizzazione Tribunale di Sciacca n. 1/2009 Editore Associazione Noi per Santa Margherita Direttore Responsabile Francesco Graffeo Condirettori Franco Valenti, Antonino Augello, Gaspare Viola Segreteria di redazione Marilena Augello, Antonio Gallucci, Melchiorre Titone Redazione Accursio Soldano, Onorio Abruzzo, Francesco Sciara, Benny Calasanzio, Giuseppe Serra, Vincenzo Sarullo, Paolo Morreale, Gaspare Mauceri, Calogero Sanfilippo, Giuseppe Sanfilippo, Giuseppe Augello, Giuseppe Monteleone, Salvatore Montalbano, Pasquale Modderno, Filippo Di Giovanna. Redazione via De Amicis, 9 - S. Margherita di Belìce email:
[email protected] Stampa: Arti Grafiche Provideo C.da Casabianca - Sambuca di Sicilia
Il sapore del cioccolato, La merenda della mamma, Pappe e favole !!! Più che alla cultura pare che i nostri amministratori siano interessati alla cottura!
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
LETTERA AL MINISTRO
Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dott.ssa Maria Stella Gelmini Cara Maria Stella, ti disturbo inviandoti questa missiva al ministero perché gravi fatti turbano il sonno di letterati e di linguisti sopraffini. Pare infatti che, nel mezzo di discussioni sulla storia della lingua italiana che si sviluppano in Firenze, presso l’Accademia della Crusca, quando qualcuno avanza ipotesi azzardate i presenti lo zittiscano con «Ohibo, forse quantunque in terra santoriana dicesi così si puote». Di questo ti scrivo Maria Stella cara. E’ in atto a Santa Margherita di Belice, mio vecchio paese, una sistematica demolizione della lingua italiana. Per farlo, i cultori dei suoni gutturali hanno reclutato il massimo esperto di decostruzioni linguistiche, riconosciuto e celebrato a livelli internazionali ed insignito del «Dizionario d’argilla»: Francesco Santoro, despota del Comune, attaccante di sfondamento delle regole grammaticali e logiche. Durante la nostra telefonata, quando allarmato ti spiegai che al posto della «sagra del ficodindia» in una relazione avevano, senza volerlo, scomodato la scienza della mente,
definendola sagra della «psicodinamica», nulla di quanto segue era ancora accaduto. Dicevano essere colpa della tecnologia, dei computer, ma da quella volta fu poi un susseguirsi di vere e proprie persecuzioni «vocali»: tutto ciò che era perfetto italiano venne bandito da ogni discorso pubblico, relazione ufficiale e pure dalle ordinanze sindacali, massimi esempi dello scempio linguistico targato «Il sindaco». Pensa che proprio nell’ultima ordinanza esordiva con codesta tripla contorsione verbale: «Considerato che nel territorio della provincIa (scritto con I maiuscola, reminiscenza di fallica memoria) di Agrigento è abbastanza (in base a chi, a cosa?) vasto e mal collegato con i mezzi pubblici (da un cordone ombelicale o via wireless?) e con una viabilità stradale poco efficiente e alquanto (addirittura un simil termine… sommo poeta di santoriana stirpe, di epica memoria al pari del pelide Achille) pericolosa […]». Chiede il Sommo, tra le altre cose, la riapertura della Commissione CMVP in quanto la situazione stava causando «disaggi», talmente grandi che il sindaco Santoro, per dare l’idea, raddoppia la G. Con una sarebbero stati lievi problemi, roba da poco. Ho scritto per caso «ordinanze» prima, cara Maria Stella? Chiedo venia a capo chino: lui le chiame «Ordinazze», ma così per essere simpatico: «ora scrivo un’ordinazza va» e il segretario «nel senso che come al solito la scrivi con i piedi» e giù risate tra i due e battute da caserma. Cara Maria Stella, quando ti mandai il fax con lo strada-
rio «santoriano» rivisto dal Sommo, con le vie Dante Aligheri (le I costavano troppo e quelle maiuscole erano finite) via Modiglioni (Amodeo, il pittore, conosci?), R. Gattuso (primo calciatore milanista, pagato da Berlusconi, ad avere attribuita la via da un sindaco comunista), Via Mantenga (in assonanza con Mi Consenta) e infine il noto compositore Rossigni, cugino di Rossignol, quello degli sci. Tutto questo, Maria Stella, in una sola ordinanza, o meglio, «ordinazza». E’ una «penna pazza e lingua sciolta» al servizio dei poteri forti del dialetto, caro ministro, e va fermato. In ultimo, l’impertinente discendente di Cecco Angiolieri, attaccando a spese e per conto del Comune un cittadino qualunque per un articolo su «La Specula», si è cimentato in un nuovo virtuosismo letterario, di cui il pezzo migliore è la rivisitazione dei proverbi: «Sbagliare è umano, perseverare è… da bestie!», e che le illazioni «hanno il tempo che trovano» per concludere con «la presente» riferendosi all’affissione; non era una lettera, ma un manifesto, un comunicato stampa, comunque di genere maschile, a meno che non si trattasse di carta col «trucchetto», si, insomma, di carta «operata». Maria Stella, dopo quanto ti ho illustrato, t i c h i e d o d i dichiarare lo stato di emergenza linguistica a Santa Margherita e di inviarci l’esercito munito di vocabolari, cattedre e banchi di scuola. Perché errare è umano, perseverare… santoriano!
Da La Specula si osserva
Benny Calasanzio
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
B . E . S . C ’ E ’ P O S TO P E R T E !
La telenovela continua. L’assordante silenzio del Vice Sindaco
“Per il Consorzio BES per rispondere aspetto l'ultima puntata della telenovela su La Specula di Valenti e Company ” . Questo scriveva, alle ore 07:47, del 09 aprile 2009, il Prof. Portolano sul Blog del MGT in
avversari, un modo per aizzare gli animi, estremizzare il confronto, avvelenare i pozzi. Evidentemente la stupidità non ha limiti. Ed allora, ancora una volta: sono passati due anni dall’elezione, anche il più fazio-
risposta ad un cittadino, deluso e stanco, che reclamava “di conoscere il suo autorevole parere sul B.E.S.". Già indicare come telenovela un'analisi attenta dell'argomento del Consorzio di Ricerca Bio-Evoluzione Sicilia - BES, mette in mostra una supponenza, un’ arroganza, una presunzione del Vice Sindaco. Un rifiuto di dare spiegazioni su un argomento che i margheritesi ritengono interessante. Il voler rinviare, postergare, tergiversare viene utilizzato da chi si trova in evidente difficoltà e non sa quello che deve dire. E’ il bambino che, colto con le mani nella marmellata, si mette a farfugliare e molto spesso, conclude accusando gli altri che sono “presi di rabbia, di rancore di odio perchè siete arrivati terzi” ( commento anonimo sul blog). E’ un ritornello ridicolo, sguaiato, inconcludente che tende a dileggiare gli
so dei sostenitori dell’attuale amministrazione avrà capito che è un argomento che non regge. Non è sostenibile che siccome le critiche vengono da chi ha perso le elezioni per ciò stesso non meritano risposte. Ma ritorniamo alla questione che ci sta a cuore e cioè il Concorso B.E.S. Noi, lo abbiamo detto fin dall’inizio, non dubitiamo che tutto l’iter procedurale previsto dalla normativa di riferimento sia stato pedissequamente osservato dalla Commissione istitutiva dell’Ente presieduto dal Prof. Portolano. Ribadiamo: nessun dubbio sulla correttezza formale abbiamo mai nutrito e/o esternato. La questione sulla quale abbiamo dovuto registrare l’ assordante silenzio del Prof Portolano è un’altra. Il Vice – Sindaco di Santa Margherita, che è a conoscenza di una opportunità di lavoro (perché di questo si tratta),
avrebbe avuto il dovere morale di informare tutti i cittadini di tale possibilità e consentire a tutti di poterla sfruttare. All’interessato, non saranno sfuggiti i numerosi post sul Blog, nonché il sentire comune, che lamentavano l’assenza di qualsiasi informazione sui concorsi banditi dal Consorzio B.E.S.. Prof. Portolano, Lei fino ad oggi non ha sentito il dovere di spiegare le ragioni di tale silenzio; del perché le notizie riguardante il concorso B.E.S. sono rimaste patrimonio quasi esclusivo dei consiglieri comunali di maggioranza che hanno fatto partecipare le moglie, i cugini, loro stessi e qualche fedele elettore. Non può aspettare la fine della partita e poi commentarla. Lei non è uno spettatore disinteressato, è uno che sta partecipando al gioco. In tale veste deve indicare in quale ruolo gioca, se in attacco, a centrocampo o in difesa, se è un individualista oppure gli piace il gioco corale, se è un giocatore che fa spogliatoio oppure fatta la doccia se ne va a casa. Ancora, deve comunicare se condivide il modulo, che prevede un attaccante puro che non segue regole, se si assume le responsabilità degli insuccessi, ahimè numerosi, che la squadra, di cui è parte integrante, sta collezionando. Come vede non è possibile entrare nell’agone politico e non assumersi le conseguenze che questo comporta. Se c’è qualcuno che, per esprimere un giudizio può aspettare, la fine della telenovela, questo è soltanto l’elettore, l’amministrato, mai l’eletto, l’amministratore. La novità, tanto reclamizzata, rappresentata dallo scendere in politica, non sembra che abbia avuto come riferimento l’interesse collettivo. Se è così, come ai più appare, ci scusi del fastidio che la telenovela Le sta procurando. Antonino Augello
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
“ C U M PA’ , N U N C ’ E ’ P R O B L E M A ” E NE ABBIAMO VISTO DI TUTTI I COLORI
“Cumpà, nun c’è problema”. Questa è stata la risposta alle tante richieste di “chi mi tocca” o “soccu mi duni” che ha determinato, nell’ultima competizione elettorale comunale, un risultato inaspettato e stupefacente. Nessuna persona di buon senso poteva, infatti, prevedere che tanti “chi mi tocca” aggiunti a molti “soccu mi duni”, avrebbero permesso di varcare la porta del Palazzo di città alla classe politica più inadeguata e incauta che la storia del Paese ricordi. Ed è stato così, cari lettori, che tra “schioppettanti” iniziative del primo cittadino e l’evanescenza di sempre sorridenti assessori comunali ne abbiamo visto di tutti i colori. Abbiamo assistito, sbigottiti, alla più becera delle lottizzazioni post elettorali e ad una riorganizzazione degli uffici comunali che ha tenuto conto solo delle appartenenze, mortificando le professionalità. Abbiamo visto, meravigliati, parte della “intellighenzia” locale prona in cambio di un incarico o del semplice apparire. Abbiamo sofferto nel vedere chiudere la guardia medica nell’indifferenza più assoluta delle istituzioni locali. Abbiamo visto dissolversi nel nulla la “Sagra del ficodindia” e la “Mostra della pecora della Valle del Belìce”. Abbiamo visto trasformare un autorevole premio letterario in una pacchiana sagra paesana. Abbiamo registrato le lamentele e le proteste dei turisti per il Museo della Memoria costantemente chiuso. Abbiamo annotato la solerzia della Commissione ex art. 5 nell’approvare “alcuni” progetti. Abbiamo osservato, esterrefatti, gau-
denti amministratori “viaggiare” e preso atto della nomina a componenoffrire lauti pranzi a spese dei malca- ti del Nucleo di valutazione di tre pitati contribuenti margheritesi. persone che non c’azzecano un benemerito …. (niente), un medico, un dentista e un digaiolo. Abbiamo penato tra “ordinazze” e “disaggi” per la lenta agonia della lingua italiana. Abbiamo seguito con mestizia l’abbandono del Premio Letterario da parte di “Donnafugata”. Abbiamo notato con quanta dolosa superficialità è stata affrontata e gestita la questione della privatizzazione dell’acqua. Abbiamo visto sospendere l’alimentazione assistita all’Unione dei Comuni Terre Sicane da tempo in stato vegetativo permanente. Abbiamo, infine, avuto conferma dalla lettura di un esilarante manifesto della Amministrazione comunale, intitolato “Biblioteca comunale”, affisso in questi ultimi giorni nei locali pubblici, quanto pericolosa e Abbiamo assistito ad una pericolosa deleteria possa essere la commistioe preoccupante commistione tra il ne tra ignoranza, arroganza e presunsacro e il profano. Abbiamo notato il zione. sadismo di alcune discutibili iniziati- Tutto ciò, in un Paese che langue, ve in materia di imposizione fiscale. ogni giorno più vuoto, con tutti i setAbbiamo preso atto dell’intolleranza tori produttivi in crisi, con i cittadini verso la stampa libera. Abbiamo che non riescono più a sbarcare il ascoltato il solito comizio vuoto di lunario e vivono una vita di stenti. contenuti, ripetitivo e sgrammaticato. Ma questa è un’altra storia. Che vuoi Abbiamo letto la prima evanescente, che interessi ai cultori del “soccu mi surreale e “psicodinamica” relazione tocca”. del Sindaco. Abbiamo provato vergo- L’unico dibattito che anima il congna per la “malafiura” internaziona- fronto politico all’interno della magle causata dal mancato pagamento al gioranza verte, infatti, esclusivamenConsole d’Italia delle somme pattuite te su come spartire gli incarichi e per lo “schiticchio” al “Cipriani” di privilegiare gli “amici”. New York. Abbiamo visto, increduli, In ogni caso…. “Cumpà, nun c’è proun “mito” appena nato inciampare blema!” , anzi “No Problem!” Franco Valenti rovinosamente sul BES. Abbiamo
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
TERRE SICANE: UNIONE IN AGONIA
Tre medici ed un sindacalista “al suo capezzale”
L’Unione dei comuni Terre Sicane è in agonia. Tre medici ed un sindacalista non riescono a trovare la cura per evitarne la morte annunziata da tempo. Anzi c’è chi, pensando allo stato di salute del proprio Comune, ha disposto il ritiro delle cure “economiche” mettendo a serio rischio la precaria condizione di salute dell’Unione, oramai in stato comatoso. “Se qualcuno decide di lasciare , sarò l’ultimo ad abbandonare la barca”. La pensa così il sindaco di Menfi, Michele Botta, medico, dopo aver partecipato a fine aprile ad un “consulto” indetto dal super sindaco dell’Unione, medico e primo cittadino di Montevago, Antonino Barrile per avere delucidazioni sulla posizione avallata dall’esecutivo sambucese, guidato dal sindaco e medico Martino Maggio. Infatti, quest’ultimo, con la delibera di giunta n. 34, del 31 marzo scorso, ha deciso di non provvedere al trasferimento della propria quota di compartecipazione all’Unione delle Terre Sicane, nonostante l’articolo 34 dell’atto costitutivo dell’Unione imponga ai comuni la compartecipazione finanziaria secondo precisi criteri definiti dal consiglio delle Terre Sicane per i servizi accesi di: polizia locale e sicurezza del territorio, mattatoio, randagismo, gestione risorse umane – paghe e stipendi, turistici e culturali di livello sovracomunale. Le motivazioni della decisione della giunta sambucese: “ristrettezze economiche”. Una nuova grana, quindi, si abbatte sull’Ente sovracomunale che gestisce in maniera “zoppicante” alcuni servizi in unione tra Menfi, Montevago, S. Margherita e Sambuca. Sulla questione, martedì 28 aprile, i 4 primi cittadini, coscienti dei limiti di potere dei propri delegati in seno alla giunta, hanno deciso di ritrovarsi attorno al letto del malato per capire la cura da adottare. Insomma una riunione “per vederci chiaro” sulla scelta effettuata dall’esecutivo sambucese che, con la
deliberazione di fine marzo, ha dettato le direttive per sottrarsi alla compartecipazione finanziaria relativa all’esercizio 2009. Di questa scelta il sindaco, Martino Maggio, aveva già informato “in una riunione congiunta gli altri amministratori” come si evince dal corpo del deliberato. Con questo atto, l’esecutivo sambucese ha dato mandato alla responsabile dell’area economico finanziaria di non prevedere alcuna somma al redigendo bilancio comunale di previsione
2009 alla voce “Trasferimenti all’Unione per compartecipazione spese”. Ma quali sono le somme in gioco di questo carrozzone nato sei anni fa? Secondo l’ultimo rendiconto finanziario del 10 marzo scorso, relativo all’anno 2008, il costo complessivo dei servizi di funzionamento delle Terre Sicane è stato di circa 600 mila euro, a fronte di circa 200 mila euro di trasferimenti regionali e statali. Sbirciando il rendiconto si evince che, per il proficuo lavoro degli organi istituzionali, la spesa complessiva dei gettoni di presenza è stata di circa 33 mila euro, mentre per la gestione del personale la spesa si è attestata a circa 90 mila euro. Dopo 6 anni dalla creazione delle Terre Sicane, dunque, nuovi scogli si presentano all’orizzonte, a meno di un anno dell’elezione del super Sindaco Antonino Barrile, eletto dall’assemblea dei 65 consiglieri dei 4 comuni lo scorso 17 ottobre. Una Unione che oggi vede seduti tra i banchi dell’esecutivo l’assessore Lillo Migliore di Montevago, ed i
consiglieri Antonino Vetrano di Menfi, Gaspare Abruzzo di Sambuca, Salvatore Morreale di Santa Margherita. Nel corso dell’elezione del super sindaco, questi erano i temi aperti per stessa ammissione di Barrile: sulla promozione dei servizi turistici, sportivi e culturali di livello sovra comunale:: “……abbiamo fatto poco per riempire di contenuti la nostra azione nel senso auspicato. Non siamo riusciti, per la verità, nemmeno a trovare momenti di coordinamento dei 4 comuni che consentisse, quanto meno, di dare vita ad un calendario comune delle manifestazioni estive……” Sul servizio programmazione per lo sviluppo economico del territorio : “ il servizio non è stato effettivamente attivato….”. Sulla lotta al randagismo: “…. E’ un servizio che è stato attivato, esternalizzato, che nell’ultimo anno ha registrato un consistente e non sopportabile aumento di costi per le finanze dell’unione …”. Sul servizio stipendi e paghe: “…. È un servizio che presenta le maggiori criticità di vario genere…… solo il comune di Menfi ne usufruisce…..”. Gli altri tre consigli comunali hanno deliberato la revoca di tale servizio. Sul servizio vigilanza e salvaguardia del territorio ovvero quello della polizia municipale: “….si è assistito ad atti concreti che sono apparsi in contrapposizione rispetto al trasferimento del servizio all’Unione dei comuni….”. Per ciò che concerne il servizio mattatoio “la gestione affidata all’esterno è sospesa per problemi di adeguamento strutturale”. Il servizio di protezione civile esiste solo sulla carta , mentre per i servizi catastali si è in attesa delle disposizioni dell’Agenzia del territorio. C’è da chiedersi oggi, considerato che nulla è cambiato, se il sasso lanciato dall’esecutivo sambucese riesca a smuovere le acque stagnanti. Francesco Graffeo
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
D A L B L O G : M U S E I A C I E L O A P E R TO LA BARACCA DI LU ZÙ NOFRIO E CARNEVALE 2009
Santa Margherita Belice, si sà, vuole essere un paese turisticamente appetibile e quindi dopo il Museo del Gattopardo, dopo il Museo della Memoria e dopo i Musei a cielo aperto delle Baracche di lu zu Nofrio e di lu zu Angelo, presenta il Nuovo Museo a cielo aperto del Carnevale 2009. Per chi non lo sapesse questo Museo è sempre aperto, 24 ore su 24, la visita è gratuita, basta passare da via Cannitello. Da diverso tempo lo volevamo presentare per attrarre nuovi visitatori e con l'approssimarsi delle belle giornate non si poteva più attendere, il Museo adesso è pronto per essere visitato, pubblicizzato e casomai anche cancellato. Ricordiamo che il primo pezzo, il fulcro centrale del Carro "Tutto il Mondo
è Paese", è stato donato al Museo più Pasquali sul sacrato della Chiesa di 60 giorni fa, subito dopo il Madre. In attesa di vedere altri pezzi, Cosa si aspetta per togliere tutto ciò? E' davvero significante che gli autori di questo ulteriore schiaffo al nostro Paese siano stati alcuni giovani (autori del carro), ma anche alcuni adulti (organizzatori della Festività Pasquale 2009) che dopo aver utilizzato il carro gli uni e il Mappamondo gli altri, hanno ritenuto idoneo posizionarli lì, non curanti del luogo che è abitato, che è vicinissimo al centro del Paese e soprattutto che non è una discarica autorizzata. Carnevale. Invece l'ultimo arrivato, Si ringrazia infine per questo ulteriocioè il mappamondo, è stato donato al re dono l'amministrazione comunale Museo da 15 giorni circa, infatti, che non ha fatto finora niente per dopo aver fatto parte del carro allego- rimediare all'ignoranza di alcuni suoi rico prima citato, ha fatto bella cittadini. mostra di sé durante tutte le Festività
Dopo una disertata assemblea sulla questione della privatizzazione del servizio idrico ed una raccolta di firme a difesa dell’acqua pubblica, nessuna altra iniziativa è stata posta in essere dall’Amministrazione Comunale. Per fortuna negli altri Comuni interessati si susseguono incontri da parte dei Comitati contro la privatizzazione, ed il 14 maggio a Palermo si terrà l’Assemblea Nazionale Enti Locali per l’Acqua Bene Comune per la Gestione Pubblica del Servizio Idrico, nel corso della quale sarà presentato la bozza di un disegno di legge per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato in Sicilia, mentre la Giunta Santoro sembra aver rimosso il problema.
comunale, al fine dichiarare l’acqua priva di rilevanza economica. Come sta avvenendo negli altri Comuni. Continua la politica degli annunci santoriani che brillano, come l’alzabandiera, per l’inconsistenza e la mancanza di iniziative conseguenziali. Il conflitto di interesse, da parte di chi siede contemporaneamente nel Consiglio di Amministrazione dell’Ato Idrico e vuole intestarsi la battaglia dell’acqua come bene da non affidare ai privati, emerge in modo eclatante. Tale problematica richiederebbe un segno di serietà e di lealtà. La Specula osserva.
PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA UN PROBLEMA ANNACQUATO?
Nulla è dato sapere. Non si conosce il numero dei firmatari la petizione. Non si hanno notizie di atti deliberativi volti a modificare lo Statuto
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
L’AZIENDA DONNAFUGATA SI RITIRA DAL PREMIO LETTERARIO
Santa Margherita ci perde la faccia e settantamila euro Il lungo e freddo inverno politico-amministrativo del nostro paese
La brutta notizia che l’Azienda Donnafugata si è ritirata ufficialmente dal Premio Letterario Tomasi di Lampedusa testimonia, per l’ennesima volta, che Santa Margherita di Belice perde quotidianamente credibilità sul piano culturale-politico e arretra socialmente al cospetto del territorio delle Terre Sicane. Ormai assistiamo amareggiati ad uno strano destino che vede il nostro paese coinvolto in un inesorabile declino, sottoposto ad offese quotidiane che ne determinano il declassamento a marginale realtà provinciale. E’ sotto gli occhi di tutti come il nostro bel paesino sta vivendo un lungo e freddo inverno politicoamministrativo e i gravi fatti di scorrettezza istituzionale e le brutte notizie, che si susseguono quotidianamente, ne confermano il dato irreversibile e triste.
L’Azienda Donnafugata, per una terribile coincidenza nominalistica, è veramente fuggita via per un altrove, non sappiamo dove, ma certamente non è più sponsor a Santa Margherita di Belice! Una fuga che provoca non solo una
“La Frutta va a scuola” Parte una campagna di sensibilizzazione alimentare nell’ Istituto Comprensivo “G.T.di Lampedusa” di S.Margherita di Belice, che vede coinvolti i bambini e i ragazzi in età pre-adolescenziale, delle classi elementari, gli insegnanti e anche i genitori, con lo scopo di dare un significato e una valenza importante alla prima colazione e alla merenda di metà mattinata. Il Dott. Giuseppe Bacchi, dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, con la Dott.ssa Daniela Ferrara, dell’Ufficio Educazione alla
Salute dell’ASL di Sciacca, e la collaboratrice Laura Sampietri, hanno illustrato già con un primo incontro svoltosi nelle classi terze delle elementari, quanto sia importante ini-
ricaduta negativa di immagine, ma soprattutto una pesante perdita di risorse economiche per un paese che sulla cultura, sulla sinergia pubblico- privato aveva puntato il suo destino. Basti pensare che l’assenza dell’Azienda Donnafugata priverà la
nostra città, per i prossimi tre anni (il tempo che rimane dell’amministrazione Santoro), di una cospicua risorsa economica pari a 70.000 euro (settantamila). Già lo scorso anno l’azienda vitivinicola aveva ridotto il suo contributo al Premio di diecimila euro, contributo a sua volta utilizzato per il famoso, assurdo e comico tour americano. Eravamo speranzosi e fiduciosi che ciò non accadesse, soprattutto dopo le “certe”, impegnative e rassicuranti dichiarazioni del direttore del Premio Letterario Pasquale Hamel fatte attraverso le pagine de “Il Giornale di Sicilia” . Ma purtroppo anche questa impegnativa “certezza”, questa vana e inconsistente promessa, come tutte le promesse di questa Amministrazione, per una terribile coincidenza nominalistica, sono fuggite vie come l’Azienda Donnafugata. E’ un lungo e freddo inverno, ma siamo certi che la primavera arriverà.
L A F R U T TA VA A S C U O L A
Giuseppe Barbera
ziare la giornata con una sana e ricca colazione, a base di latte, yogurt, cereali, per poi arricchirla e integrarla a metà mattinata con la ricreazione fatta a base di frutta fresca e crostate. “Continueremo la campagna di sensibilizzazione - evidenzia il Dott. Bacchi - con altri incontri rivolti principalmente ai genitori, che hanno il compito e il dovere in prima persona di educare e invogliare i propri figli a fare un’alimentazione più sana e genuina, magari cambiando le proprie abitudini e ideando ricette nuove e decorative al fine di rendere gli alimenti più appetibili agli occhi e al palato”.
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
Esce di scena l’Azienda vitivinicola Donnafugata
KULTURA E….VECCHI MERLETTI !!!
Quando le scelte politiche non si incontrano con le logiche culturali
Dopo l'esclusione, a mio sommesso avviso assolutamente immotivata ed irrazionale, del prof. Natale Tedesco e della poetessa Maria Luisa Spaziani dalla giuria dell'ultima edizione del Premio e poi l’ulteriore esclusione, dalla sua organizzazione e promozione, dell’inventore stesso della manifestazione, ossia il prof. Tanino Bonifacio, ecco che un'altra bella tegola si abbatte sulla giovane, ed " innocente", ma già sufficientemente travagliata, vita del Premio Letterario Tomasi di Lampedusa. L'uscita di scena, come sponsor, della casa vitivinicola Donnafugata, priva la manifestazione, non solo di un supporter economico indispensabile oltre che di innegabile prestigio, ma di un reciproco ed ineludibile ritorno d'immagine che si ripercuote in definitiva, più sul Premio in sè stesso che sull’ormai ex sponsor che, a dimostrazione ulteriore del suo reale impegno culturale sul e sopratutto per il territorio, si lancia in una nuova e analoga prestigiosa “avventura”, archeologica stavolta, in quel di Contessa Entellina. Non mi interesso di politica, tanto locale (Montevago) che “estera”, (Santa Margherita), visto l’inconsistenza e la lottizzazione “parrocchiale” dalla stessa dimostrata in ormai troppe occasioni, ma, non posso non rimarcare come, “logiche politiche”, e “logiche culturali” non sempre si incontrino sinergicamente , a quota
Valle del Belice, quanto piuttosto “si scontrino” spesso violentemente, con dannose ripercussioni, a volte anche tragicomiche, sulle poche risorse offerte, ma soprattutto non valorizzate e/o sfruttate, del territorio. Credere che una qualsivoglia “tessera politi-
ca”, o carica istituzionale, porti automaticamente con se un “Kit del perfetto uomo di cultura”o di “Esperto e capace organizzatore di eventi”, è il più sciocco errore che un politico possa fare, così come è gravissimo, per lo stesso, pensare di asservire la stessa Cultura ad eventuali scopi politici fini a se stessi, facendo divenire le stesse istituzioni culturali (Premi, Istituzioni o quant’altro), comodi “postifici” per i propri adep-
ti e sodali, equiparandoli, gli adepti, quindi a puri e semplici clientes postulatores di antica e romana memoria. Chi subentrerà ora quale sponsor della manifestazione? Ammesso che si trovi, una valida alternativa alla nota casa vitivinicola, ma soprattutto a Maria Josè e Giacomo Rallo, imprenditori sì, ma anche, anzi soprattutto, persone di cultura, una amministrazione comunale, anche la più illuminata, non può prescindere dagli apporti esterni qualificati e qualificanti, vuoi come sponsor che come addetti ai lavori, né può rifugiarsi in una estemporanea “autarchia culturale - politica - organizzativa” che prelude inevitabilmente non al progresso, bensì alla recessione delle iniziative, ma, a quanto pare, nel caso in esame, le tenebre regnano invece sovrane. Ignoro, è vero, quali risorse possa mettere in campo l’amministrazione gattopardesca e spero sinceramente che, nel cassetto, abbia una qualsivoglia iniziativa valida per rilanciare un Premio che meriterebbe molto di più che non una semplice e routinaria cura, magari ammannita in fretta e furia all’ultimo minuto, e “tanto per far qualcosa”, ma, alla luce di quanto si sente mormorare dal sottile venticello locale, mi sembra che riecheggino per l’aria le parole dell’aureo proverbio “chiù scuru di nezzanotte nun pò fari”. Il guaio è che a volte qualkuno, mettendosi d’impegno, riesce pure a superare in oscurità ed oscurantismo, anche quello canonico! Spero solo di sbagliarmi!! Giacomo Giuffrida Samonà
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
A C C E S S O N E G ATO Passano gli anni ma il problema rimane sempre e comunque. Il titolo è più o meno lo stesso. Le “barriere”, non solo quelle architettoniche, tendono ad aumentare, chissà perché. Eppure se ne parla, se ne discute ogni tanto fra la gente, si fanno comizi e si fanno proclami! Ma il livello di civiltà di tutti, continua a scendere, ahimè. Ma si può realmente fare qualcosa? Esistono soluzioni prati-
che e reali? Innanzitutto dovremmo cominciare a riflettere più attentamente sul concetto di “vivibilità” del nostro paese. Vorrei evitare di affrontare il problema citando l’incredibile mole di norme, leggi e/o regolamenti specifici di cui la giurisprudenza territoriale è piena. Si tratta, invece, di comunicare, di fare riflettere su alcuni concetti base, ancora purtroppo non bene assimilati, relativi alla qualità ed al “comfort ambientale”, a tutti coloro che si occupano di progettazione, realizzazione e gestione del territorio. La riflessione deve tendere all’acquisizione di quali siano gli effettivi vantaggi, civili, morali e sociali, per l’intera collettività, dall’accessibilità urbana, individuando un complesso di elementi che consenta di avvicinarsi il più possibile al concetto di autonomia, di autosufficienza e conseguentemente di uguaglianza tra i cittadini. In base alla definizione di “accessibilità” qualunque progetto deve tendere ad un ambiente privo di fonti di pericolo, di fonti di affaticamento o di disagio e necessariamente privo di barriere
Demoliamo le barriere!
architettoniche. Ma a Santa Margherita non mi sembra che si rispetti questo principio. Non mi pare che la gran parte di strutture pubbliche e attività commerciali abbiano tali requisiti. La legge parla chiaro però. Bisognerebbe fare in modo che le persone diversamente abili potessero svolgere le loro attività lavorative ed avere una vita di relazione, vivere le attività di spettacolo, incontrare gli amici e svolgere una vita quanto p i ù “normale” possibile. Chi si occupa di cosa pubblica deve mettere tutti i cittadini nelle condizioni di svolgere e sviluppare le proprie potenzialità al meglio, diminuendo gli svantaggi e mettendoli nelle condizioni di utilizzare al massimo le loro disponibilità anche se limitate o “residue”. In buona sostanza una città che continua ad avere ostacoli di vario genere è una città “handicappata” e fortemente diseconomica oltre all’essere certamente discutibile dal punto di vista umano e sociale. A S. Margherita di Belice la maggior parte degli esercizi commerciali ed i locali di ritrovo e/o di ristoro non sono visitabili perché sono inaccessibili o irraggiungibili, spesso (è ridicolo) con servizi attrezzati per disabili ma ubicati in piani rialzati e con il solo accesso a gradini. Nessuna legge obbliga a fare dei servizi separati in: uomini, donne, bianchi,
neri, gialli, alti, bassi, handicappati, ecc. La legge obbliga i progettisti, i proprietari e i preposti alle varie autorizzazioni (garante finale il Sindaco) a far sì che tutti i fruitori di una struttura pubblica possano utilizzare i servizi (quindi basterebbe anche un solo ambiente toilette per tutti). Ma spesso, infischiandosene della giurisprudenza nazionale e regionale, si danno le autorizzazioni di abitabilità-vivibilità-agibilità in modo improprio. E dire che il nostro paese ha la fortuna, nella sfortuna del terremoto, di essere in fase di ricostruzione totale quindi con l’opportunità di evitare eventuali errori del passato. Purtroppo sono sempre più convinto che sia un problema culturale il nostro, perché le amministrazioni cambiano, il tempo va avanti, ma come si diceva prima, “l’accesso negato” resta, e spesso questo accade a causa dei soliti autisti (di tutte le età) che parcheggiano le proprie auto davanti agli scivoli, grazie anche alla scarsissima (per non dire nessuna) presenza di segnaletica e di vigili urbani, che ogni tanto qualche multa potrebbero anche farla, oppure grazie ai commercianti che non fanno nulla per abbattere un gradino, o peggio ancora fanno mettere dei “fantomatici” scivoli (tanto per sviare la legge) creati con una pendenza tale che il disabile preferisce gli scalini! Il problema delle barriere riguarda tutta l’intera collettività, amministrazione comunale in primis, ma per provare a risolverlo o quanto meno limitarlo, dobbiamo prima “demolire” i nostri pregiudizi culturali e poi dimostrare di essere una società civile, non con le parole ma con i fatti. Giuseppe Sanfilippo
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
Chiesa Madonna delle Grazie
L E C H I AV I R I T R O VAT E
Le segnalazioni, gli stimoli e le proposte costruttive de La Specula ottengono i primi risultati. Segnali positivi arrivano in merito alla riapertura, alla pulizia e al decoro dell'antica e suggestiva Chiesa della Madonna delle Grazie. Come prima cosa si è appreso, con viva soddisfazione, che le chiavi per aprire il portone della Chiesa ci sono e non erano state smarrite. Non avevamo nessun dubbio in proposito. Abbiamo usato la “provocazione” del titolo: “Alla ricerca delle chiavi”, nel numero di febbraio del nostro periodico, per cercare di smuovere qualcosa e di evidenziare lo stato di chiusura, abbandono e degrado nel quale, da alcuni mesi, si trovava il luogo di culto margheritese. Dopo i nostri due precedenti articoli la Chiesa è stata ripulita e le chiavi sono riapparse per aprire il portone in due occasioni per le manifestazioni religiose nell'ambito della Settimana Santa. A pulire la Chiesa è stato un giovane, di Santa Margherita di Belice, che ha fatto la promessa di dedicarsi alla pulizia e al decoro di alcuni luoghi sacri margheritesi. Il giovane, sposato e padre di due figlie, ha voluto mantenere l'anonimato. Ci ha detto che la sua manifestazione di fede non ha bisogno di essere pubblicizzata e la sua opera è fatta esclusivamente per ringraziare il Signore e la Madonna per la grazia ricevuta. Aiutato da una delle figlie il giovane margheritese ha pulito l’interno della Chiesa ricoperto da strati di polvere che ricoprivano anche i banchi, l'altare e la statua della Madonna. Il
fedele ha tolto dai vasi i fiori secchi, lasciati là da chissà quanto tempo, ha raccolto il tutto e lo ha gettato nei cassonetti Dopo avere fatto le foto, anche chi scrive si è adoperato per dare una mano all'attivo giovane mar-
gheritese e compiere un piccolissimo gesto di fattiva e costruttiva collaborazione. Dopo la ripulita, la Chiesa della Madonna delle Grazie è stata al centro di due manifestazioni religiose. E' stata utilizzata, nell'ambito della drammatizzazione vivente della Passione di Gesù Cristo, quale simbolico sepolcro in cui è stato riposto il corpo di Gesù subito dopo la sua morte in croce. E come il vero sepolcro di Gesù, la sua porta, dopo essere stata chiusa da una grossa pietra, e stata trovata miracolosamente aperta. Un segno celeste e divino secoli fa, un segno concreto e umano oggi. La fruizione, il decoro, la pulizia e il totale recupero di questa antica chiesa, distrutta dal terremoto del 15 gennaio 1968 e recentemente restaurata, ha una duplice valenza. Una di carattere religioso e una di carattere turistico. Oltre che per le funzioni, potrebbe
rientrare, assieme alle altre Chiese, in un percorso di turismo culturale e religioso. Il portone del luogo sacro è stato aperto, anche, in occasione della processione della Domenica delle Palme che è partita dalla Chiesa della Madonna delle Grazie per proseguire fino alla Chiesa Madre. Sono questi i primi incoraggianti segnali che si vanno ad unire alla disponibilità espressa dall'arciprete don Salvatore Raso e dal sacrestano nel cercare di migliorare le condizioni generali del luogo di culto e di aprilo all'occorrenza o quando ci fossero delle comitive di turisti intenzionati a visitare la Chiesa. Seguiremo la vicenda nella speranza di ulteriori positivi riscontri. A nostro avviso, sarebbe auspicabile che la Chiesa della Madonna delle Grazie, la Chiesa Madre e altri luoghi di culto, rimanessero aperte anche dopo lo svolgimento delle funzioni religiose. Sia nei giorni feriali e, soprattutto, nei giorni festivi. Sarebbe opportuno, apporre fuori i portoni d'ingresso delle targhette con gli orari di apertura e il recapito del custode o del responsabile dell'apertura. Ritornando alla Chiesa della Madonna delle Grazie, la struttura necessita di un'ulteriore pulita, soprattutto delle grandi e alte vetrate, e di ulteriori lavori di recupero. Interventi di restauro meriterebbero, per riportarli all'antico splendore, gli interessanti decori delle pareti ed un affresco della Madonna che versa in cattive condizioni. A Santa Margherita e nella Valle del Belìce, tutto ciò che non ha distrutto il terremoto, lo ha distrutto la mano e l'oblio dell'uomo e l'inerzia e l'incapacità dei politici nazionali, regionali e locali. Vincenzo Consolo affermava: “E' il momento di ricominciare a costruire la storia. Ricostruire sulle pietre della consapevolezza e della ragione, ed anche, perchè no? Sulle pietre della bellezza”. Francesco Sciara
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
L’ A S S E S S O R E C O P I O N E
Dopo aver letto l’articolo sull’Araldo e sul Giornale di Sicilia che riportavano una dichiarazione dell’Assessore Cacioppo, siamo rimasti meravigliati che non contenesse alcun errore. Non era possibile. La Specula indaga. E’ bastato digitare alcune parole sul motore di ricerca Google per scoprire che l’Assessore ha interamente copiato la dichiarazione, come risulta dalla comparazione degli articoli di cui sopra. A scuola chi copia, per non farsene accorgere, cambia, modifica il testo del compagno più bravo e preparato. Anche per copiare occorre un minimo di capacità. Assessore se non riesce ad esprimere un concetto, quantomeno impari a copiare senza farsene accorgere.
MISSIONE A NEW YORK: il CDA esita il bilancio?
Avevamo sperato che le domande poste dai consiglieri comunali e raccolte dalla nostra testata giornalistica sulla missione in America, ricevessero delle risposte esaustive. Invece nulla è avvenuto. Una cortina di silenzio circonda la missione. Comportamento assolutamente incomprensibile, omertoso che ingigantisce i sospetti, da molti, manifestati. Il silenzio del Direttore
Artistico, Rosy Abruzzo, del Direttore Scientifico, Pasquale Hamel e del Coordinatore Gori Sparacino, lasciano di stucco. I tre esperti, così presenti durante le manifestazioni del Premio, sembrano scomparsi, volatilizzati dopo il rientro da New York, dimostrando di non avere alcun interesse alla valorizzazione del Parco Letterario. Nessuna manifestazione, nessun con-
vegno, nessuna iniziativa è stata intrapresa. Evidentemente le difficoltà nell’approvazione del Bilancio dell’Istituzione lasciano il segno. Oppure le somme sono state tutte impegnate per il Viaggio non consentendo alcuna altra iniziativa. La Specula aspetta, osserva per riprendere un discorso che non è chiuso.
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
P O L I S P O R T I VA G AT TO PA R D O
La Polisportiva Gattopardo ha disputato un ottimo campionato di seconda c a t e g o r i a . Purtroppo, non è riuscita nell'impresa di bissare la promozione ottenuta lo scorso anno. I bianco-rossi margheritesi dopo avere ottenuto il secondo posto nel torneo regolamentare, alle spalle del Cinisi, sono approdati ai play-off promozione. In semifinale, disputata sul campo neutro di Calatafimi, gli uomini di mister Roberto Gaudino sono stati sconfitti, per 1-0, dalla formazione del Bonagia. E' sfumato così il sogno di ritornare, dopo 16 anni, nel campionato di prima categoria. Un epilogo amaro che però non deve togliere i giusti meriti alle diverse componenti della società calcistica del paese del Gattopardo. La dirigenza, l'allenatore e i giocatori sono stati protagonisti di un'altra brillante stagione, giocata su alti livelli nonostante la poca esperienza essendo una matricola. La Polisportiva Gattopardo, negli ultimi ani, ha riportato in alto il calcio margheritese riscuotendo l'ammi-
razione di tanti sportivi e tifosi che con il dare tante soddisfazioni e che l'hanno seguita e sostenuta con calo- ha permesso a tanti ragazzi di crescere e maturare dal punto di vista sportivo e umano. Per questi motivi, merita di essere incorniciato il campionato disputato dalla Polisporiva Gattopardo. Capitan Calogero Montalbano e compagni, smaltita la comprensibile delusione per la mancata promozione, non hanno perso la grinta e la voglia di raggiungere la prima categoria. Nel corso di una re nel corso dell'intera stagione calci- cena, con tanto di torta per suggellastica. Uno dei pregi di questo club è re il bel campionato, hanno vivamenrappresentato dal fatto che la squa- te chiesto alla dirigenza di attivarsi dra è costituita, tranne due giocatori per presentare la domanda di ripedi Montevago, da giovani calciatori scaggio nella serie superiore. La Polisportiva Gattopardo ha diversi locali. Quest'anno, in prima squadra hanno requisiti, richiesti dalla Lega debuttato alcuni giovanissimi gioca- Nazionale Dilettanti, per chiedere, e tori provenienti dalle formazioni gio- magari ottenere, il ripescaggio. In vanili. E il vivaio della scuola calcio, attesa di conoscere l'evolversi della che vede impegnati circa ottanta situazione, La Specula si compliragazzi, è da considerarsi il fiore menta con i protagonisti della all'occhiello di questa società che ha Polisportiva Gattopardo e augura loro sempre creduto e puntato sulla linea tante soddisfazioni sportive Francesco Sciara verde. Una scelta societaria che ha finito
IL CENTRO STUDI ATHENA ORGANIZZA I SEGUENTI CORSI DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO -
Addetto antincendio Addetto al primo soccorso Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza - RLS Datore di lavoro - RSPP Addetto al montaggio/smontaggio di ponteggi
Al termine di ciascuna attività formativa verrà rilasciato l’attestato di certificazione delle competenze acquisite riconosciuto dalla Regione Sicilia C e n t r o S t u d i A t h e n a - Via San Francesco, 13 - 92018 Santa Margherita di Belìce (AG) Tel / Fax 0925.31321 -
[email protected] - www.centrostudiathena.it
Anno 0 numero 4-5 - Aprile-Maggio 09
trummunati.... Trilussa
L’ ELEZZIONE DER PRESIDENTE (1930)
Un giorno tutti quanti l’animali Sottomessi ar lavoro Decisero d’elegge’ un Presidente Che je guardasse l’interessi loro.
C’era la Societa de li Majali, La Societa der Toro, Er Circolo der Basto e de la Soma, La Lega indipendente
Fra li Somari residenti a Roma, C’era la Fratellanza De li Gatti soriani, de li Cani, De li Cavalli senza vetturini, La Lega fra le Vacche, Bovi e affini... Tutti pijorno parte a l’adunanza.
Un Somarello, che pe’ l’ambizzione De fasse elegge’ s’era messo addosso La pelle d’un leone, Disse:-Bestie elettore, io so’ commosso: La civirtà, la libbertà, er progresso... Ecco er vero programma che ciò io, Ch’è l’istesso der popolo! Per cui Voterete compatti er nome mio... Defatti venne eletto propio lui. Er Somaro, contento, fece un rajo, E allora solo er popolo bestione S’accorse de lo sbajo D’ave’ pijato un ciuccio p’un leone!
-Miffarolo!.. Imbrojone!.. Buvattaro!.. - Ho pijato possesso, - Disse allora er Somaro - e nu’ la pianto Nemmanco si morite d’accidente; Silenzio! e rispettate er Presidente!
Manifesto ed Ateneo Dopo aver letto il manifesto sulla Biblioteca Comunale, il Preside della Facoltà di Agraria ha invitato il Professore a consegnare la Laurea oppure a chiarire la sua posizione.
ASSEMBLEA DISERTATA
All’Assemblea degli agricoltori indetta dall’Amministrazione Comunale oltre gli agricoltori, mancava il mago che in campagna elettorale prometteva di sollevare le acque!
Notizie da NEW YORK
Abbiamo appreso che un Assessore Comunale ha chiesto un risarcimento danni al Consolato Generale d’America a New York. A quanto pare la manipolazione al collo non ha dato i risultati sperati. Il difetto persiste! AMBIENTE è....
...... Camminare Di Campo in Campo guardando al Centro del Mediterraneo La Specula si scusa per il ritardo nella pubblicazione del mensile.
Purtroppo ogni qualvolta chiudevamo il giornale per la stampa apprendevamo un fatto che meritava di essere inserito.
Sapete qual'è la differenza tra i Santoriani e i Sampdoriani? Sul blog del MGT trovi on line tutti i numeri de La Specula
I Sampdoriani sono blu-cerchiati (i colori...) I Santoriani sono rosso-cerchiati (gli errori...)