La Provincia Piu' 08.11.08

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port di Ivan Ghigi

A gennaio 2008 l'arrivo in grigiorosso, il gol alla Ternana e la nascita di Vittoria. Ma 1'8 giugno i i sogno si infrange

O

gni tanto i sogni hanno qual­ cosa di speciale, sono talmen­ . te belli che il risveglio diven­ ta una scocciatura e un brusco ritorno alla realtà. Anche William Viali è torna­ to sulla terra e ha avuto un brusco risve­ glio, precisamente 1'8 giugno 2008. Fi­ no a quel giorno il difensore centrale della Cremonese stava vivendo un so­ gno, uno di quelli rari. A gennaio il contratto con la Cremonese, la sigla su un progetto ambizioso che parla di se­ rie B. In campionato arriva il gol con­ tro la Ternana che anticipa di tre gior­ ni la nascita di Vittoria, sorella di Va­ lentina. Tutto fila liscio, Viali ormai fa il pendolare tra Fiorenzuola e Cremo­ na, la sera ritorna nella "sua" casa. Manca solo una cosa: la serie B, ma 1'8 giugno, finale contro il Cittadella, tut­ to sfuma. Ed oggi Viali rincorre anco­ ra quel sogno bellissimo, ha promesso alla società e a sé stesso che un giorno quel sogno lo vivrà nuovamente. - Nato a Vaprio d'Adda, Viali comin­ cia a giocare nelle giovanili dell'Atalan­ ta senza esordire in prima squadra. Perché? «Non so, forse eravamo in tanti. In quegli anni l'Atalanta ha sfornato tan­ ti giovani, della Primavera in cui ho mi­ litato io almeno undici giocatori sono fini ti in serie A. Quella squadra, guida­ ta da Cesare Prandelli, aveva vinto scu­ detto, 'Viareggio' ed era arrivata se­ conda in Coppa Italia. Che grande squadra». - Tu non sei fInito subito in serie A. Ti sei sentito scaricato e costretto a rientrare dalla fmestra? «In effetti ho sofferto molto quel perio­ do. Tanti compagni l'anno seguente sono stati lanciati in B, io invece ho ma­ turato esperienza in Cl a Fiorenzuola. Ho fatto tre stagioni in prestito, sem­ pre in C, il vero dramma è stato quan­ do l'Atalanta mi ha lasciato libero».

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segue a pag. 87 ..

Sopra: un primo piano di William Viali A sinistra: una posa da 'tronista' del difensore grigiorosso Nella pagina a fianco: Viali davanti all'ingresso di casa e in azione con la maglia della Cremonese

-.

ViaU e Cre-­ ,. Conia tes.... t



In serie A8volte A Lecce il ~decollo'

W

il/iam Viali è nato a Vaprio d'Adda il 16 novembre 1974. Calcisticamente cre­ sce nellegiovanili dell'Atalanta fino adar­ rivare in Primavera sotto la guida di Cesa­ re Prandelli. Con quella squadra Viali con­ quista uno scudetto di categoria, vince il torneo di Viareggio e perde la finale di Coppa Italia. L'anno successivo (1993/1994) esordisce nei professionisti con il Fiorenzuola in serie C1 (29 presen­ ze e 1 gol), quindi passa al Ravenna nella stessa categoria. Nella stagione 1995/1996 gioca nel Cesena dove colle­ ziona 3 presenze in serie Bper poi essere girato nel novembre del 1995 al Monza. Passa successivamente all'Ascoli in C1 e al termine di quel campionato arriva la chiamata in serie Adel Lecce. Dal 1997 al 2001 Viali diventa un simbolo della squa­ dra salentina. Nella prima stagione colle­ ziona 22 presenze ma vive la retrocessio­ ne in B. L'anno seguente il ritorno in serie A acui seguono due salvezze consecutive con Viali ormaistimato e navigato capita­ no della squadra. 1/ quadriennio a Lecce si chiude nel 2001, ma Viali sarà ancora in serie per tre stagio­ ni. Prima passa al Venezia di Zamparini, quindi al Perugia e poi all'Ancona dove conosce l'attuale tecnico del Lumezzane Leonardo Menichini (esonerato dopo tre giornate). Nel gennaio 2003 Viali lascia l'Ancona per rispondere alla chiamata della Fiorentina di Mondonico in serie B. Arriva una promozione in A e 34 presen­ ze nella massima serie nella stagione suc­ cessiva. Nel 2005 comincia il triennio al Treviso con una stagione in A e due in B, poi l'arrivo a Cremona nel gennaio 2008.

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SPORT

Nell'altra pagina: William con la moglie Sabina. A sinistra: il bacio di Valentina, la primogenita. Sopra: William tiene in braccio Vittoria (FOTOSERVIZIO IBFRAME)


  • la Cremonese, gol contro la Temana e tre giorni dopo (6 febbraio 2008) la na­ scita della secondogenita Vittoria. Tut­ to perfetto, con la squadra lanciata ver­ so la serie B. carriera? «Tutto svanito 1'8 giugno purtroppo, «Sicuramente è stato il periodo calcisti­ con la sconfitta contro il Ci ttadella». camente più bello e stimolante. Ero - il peggio è arrivato dopo? giovane, con tanta voglia di fare e dopo «Sì, dopo ho vissuto una situazione mai aver vinto un campionato di serie B ho vista in carriera. All'inizio la cosa non centrato due salvezze in serie A come mi aveva sfiorato perché ero lontano capitano». dalla città e da certe voci. Poi la vicenda mettevi quando era l'ora di affrontare - Inutile negare che sei stato il leader mi ha dato veramente fastidio, è stato il Bari? aLecce. . uno dei momen ti meno felici della mia «Ero sulla bocca di tutti, il mio nome «Il derby era il momen to clou del cam­ vita perché ero stato giudicato sul pia­ circolava e sono stato vicino a grandi pionato. Perdere un derby voleva dire no umano da gente che non mi cono­ condizionare un'intera stagione o sce. Le oitiche come calciatore fanno club». quanto meno condizionare le sette, ot­ parte del mestiere, ma infangare gra­ -Epoi? to gare successive».

    «Forse non era il mio momento». tuitamente la mia persona è stato brut­ - Ai quei tempi forse non faceva parte - William Viali aveva un progetto, ben to». della schiera dei grandi club, mal'espe­ chiaro nella testa e tutto sembrava ma­

    re liscio: contratto a gennaio 2008 con

    rienza aFirenze dove la mettiamo? segue a pag. 88 ~ «Il distacco totale è stato duro da digeri­ re, ma forse è stata la molla che ha fatto scattare la mia carriera. Dopo la Cl ad Ascoli sono finito al Lecce in serie A». ~ E' il quadriennio più bello della tua

    «Sì, in effetti dopo Lecce quel periodo è stato bellissimo. Dall'Ancona sono passato alla Fiorentina in B con Mondo­ nico. Ho vinto subito il campionato ed è stata un'esperienza bellissima. Vince­ re lo spareggio davanti a 50mila perso­ ne e faie una settimana di festa ti fa sen­ tire parte di un'intera città, è stato bel­ lissimo». - Recentemente hai vissuto il derby con il Pergocrema, ma a Lecce come la

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    - Perché si è arrivati a tutto questo se­

    condo te?

    <
    rappresentativi e forse ci sta. Penso

    che in questi casi ognuno non vada a

    vedere nello specifico la gara del singo­

    lo, ma la causa che ha scatenato tutte

    queste voci è stato il fatto che la gente

    aveva già vinto. Cremona sentiva di

    aver in mano la serie B- e come si po­

    teva darle torto? - ma di fronte ad

    una situazione tanto imbarazzante e in­

    credibile da spiegare è stito necessa­

    rio reagire con una motivazione for­

    te».

    - Giustificabile?

    «lo dico solo che per tutti i giocatori,

    me per primo, in ballo c'era un discor­

    so di gloria, al di là delle considerazio­

    ni meramentt< materiali. Ero venuto a

    Cremona per tornare in serie B subito,

    io in serie C volevo restarci sei mesi.

    Qua a Cremona c'era tutto per andare

    su e non avevo mai perso uno spareg­

    gio fino a quel momento. Insomma, il

    sogno si è interrotto con il mio primo

    spareggio perso».

    - Di quella situazione cosa ti è rima­ sto addosso? «Mi sento in debito verso la società. L'ho detto: ero sceso con lo scopo di ri­ portare subito la Cremonese in B e og­ gi sono ancora qua con lo stesso obiet­ tivo. Finché non mi tolgo lo sfizio, quel­ 1'8 giugno mi resterà dentro e mi senti­ rò in difetto».

    - Come vedi la Cremonese attuale?

    «Ogni campionato è diverso dall'altro. Quest'anno anche le squadre dietro conquistano tanti punti, l'anno scorso no, tanto è vero che restare nei primi posti in classifica sembrava di volare. C'erano due classifiche: le prime della classe che vincevano tanto e quelle die­ tro che camminavano lentamente. Og­ gi è tutto diverso, oggi camminano tut­ te le squadre e anche chi è partito ma­ le come la Sambenedettese con due vit­ torie e due pareggi ha già recuperato lo svantaggio. I due campionati sono completamente diversi per giudica­ re».

    - Cremona come scelta di vita; cosa

    vuoI dire poter lavorare in un posto

    che dia stabilità anche alla propria fa­

    miglia?

    «Personalmente io trovo grandissimi vantaggi: a livello professionale poter lavorare vicino casa ti consente di con­ centrare la testa sul lavoro e basta. Quando sei lontano da casa, in una cit­ tà che non conosci pensi anche al disa­ gio che potrebbero avere i tuoi cari. E allora vai al campo a lavorare ma trasci­

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    SPORT

    Nella foto grande: la famiglia Viali sul divano di casa. Da sinistra William, Valentina, la moglie Sabina e la piccola Vittoria Sotto: le donne di casa Viali. A destra la figlia Valentina con in braccio la sorellina Vittoria

    ni con te qualche piccola preoccupa­ zione perché sai che la tua famiglia re­ sta sola in una città che non conosce. Anche se, devo dire la verità, io faccio fatica a sentirmi a casa in qualsiasi po­ sto vada. La mia tranquillità sta pro­ prio nella famiglia, ovunque essa sia. "Casa" per me è il gruppo famigliare, non l'abitazione. Certo che adesso pos­ so garantire a tutti una certa stabilità. A mia moglie che può dedicarsi anche ai propri impegni e a mia figlia Valenti­ na che ha cambiato sei città e tante scuole. E' giusto ed è il momento che i miei cari possano avere una sistemazio­ ne fissa». - William abita a Fiorenzuola, accan­ to ai genitori della moglie Sabina, ma la prossima primavera sarà pronta la nuova casa, indipendente. «Con il ritorno a Fiorenzuola si chiude un ciclo sostanzialmente: un ciclo che racchiude non solo la mia carriera ma anche la mia vita privata. Al mio primo anno in serie Cl proprio in questa cit­

    tadina ho conosciuto mia moglie. Ci

    siamo fidanzati e dopo tre anni ci sia­

    mo sposati. Sono 14 anni che stiamo in­

    sieme».

    «La differenza si sente eccome - inter­

    viene Sabina - perché lui è più pre­

    sente tra le mura di casa. Il calcio bene

    o male è sempre stato dentro casa, for­ se adesso è più facile staccare e io rie­ sco a seguire anche i miei impegni. Ci possiamo godere anche una serata fuo­ ri perché abbiamo i miei genitori vici­ no. In una città che non conosci la vita è completamente diversa. Anche solo uscire per acquistare il pane o andare in farmacia se non sai come muoverti è dura. Anche se ho trovato al Sud gente più cordiale e disponibile rispetto al Nord. Comunque anche io sono con­ tenta che oggi siamo qua, a Fiorenzuo­ la, anche se il passaggio da Treviso a Cremona per Valentina è stato trauma­ tico a dir poco». segue a pago 91 ..

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    Sopra: un primo piano di Sabina, moglie di William A fianco: Viali durante un allenamento con al fianco Giovanni Fietta

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    Viali: «Fare l'allenatore sarebbe una bella esperienza se cominciasse e finisse solo sul campo di calcio. Ma un tecnico deve gestire anche tutto quello che gira attorno come i rapporti con i media e quelli con itifosi. Un allenatore è giudicato per la prestazione degli altri. Nella mia carriera devo molto a Prandelli ma ho imparato tanto anche da Cavasi n quando ero a Lecce»

    .... continua da pag. 89

    A sinistra: Valentina con il barboncino Dolly e Vichi. Sopra: un altro primo piano del difensore della Cremonese. Sotto: un anticipo di William Viali su un giocatore del Lecco

    - Allenamento fluito, William torna a casa e... Compiti con Valentina? <<1 compiti li facciamo solo quando sono libero, perché spesso rientro a tardo pomeriggio. Però io Valentina me la sono goduta tantissimo, ho trascorso tantissimo tempo con lei. Siamo andati al cinema spesso, ho perso il conto dei film che abbiamo \~sto insieme. E comunque da sette an­ ni la porto a letto tutte le sere». - A34 anni stai già pensando al futuro? «No, ho ancora la testa da giocatore e non penso ad altro. Fino a quando il fisico mi permette di so­ stenere allenamenti e partite io vado avanti per­ ché la voglia non mi manca. Se un domani co­ mincerò a fare troppa fatica, se il dolore comin­ cerà a rendere pesante tutto questo allora lasce­ rò. Per adesso ho avuto la fortuna di non incorre­ re mai in infortuni pesanti, spero di stare sempre così bene». - Viali allenatore come lo vedi? "Per come sono fatto il ruolo di allenatore mi pia­ ce molto ma so che è molto difficile e complicato per tanti motivi. Se allenare significa cominciare e finire sul campo la propria attività per me sa­ rebbe l'ideale; ma un tecnico poi deve confron­ tarsi con tutto quello che c'è intorno: c'è la ge­ stione dei media, dei giocatori e soprattutto de­ ve essere giudicato da chi sta fuori in base alla prestazione dei giocatori che vanno in campo. Questo è il lato complicato della carriera di alle­ natore e di fronte a queste considerazioni mi fer­ mo. Però, ripeto, adesso sono totalmente immer­ so con la testa nell'atti\~tà di calciatore e non ci penso». - I tecnici a cui devi di più e che magari potreb­ bero essere domani un modello da seguire? <,Il primo è stato Cesare Prandelli non solo per l'esperienza che abbiamo vissuto alla Primavera dell'Atalanta, ma anche perché è stato il primo a credere in me portandomi in serie A nel Lecce. Poi mi ha voluto anche a Venezia. Ma non di­ mentico nemmeno Cavasin che ho conosciuto a Lecce». - Hai sempre giocato come difensore centrale? «No, un paio di anni ho fatto anche il terzino. Da giovane mi sono adattato anche a quel ruolo, ma hosempre fatto il centrale. ALecce facevo il regi­ sta davanti alla difesa, insomma mi davano la pal­ la e io dovevo far partire l'azione. Il lancio non mi manca. I<: poi il ruolo di difensore forse era scontato. Con la mia altezza o facevo l'attaccante che andava a colpire di testa ofinivo dietro a mar­ care gli attaccanti". Dopo la mancata promozione in serie B, William Viali ci riprova con rinnovato entusiasmo, consa­ pevole che accanto ad un capitino come Gior­ gio Bianchi, lui è ormai uno dei leader della Cre­ monese, anche per la saggezza che mette in ogni sua parola, sempre ponderata, mai sbandierata ai quattro venti. • 91

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