COPIA OMAGGIO
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LA PIAZZA D’ITALIA — Fondato da Turchi —
1/15 giugno 2006 - Anno XLIII - NN. 11 - € 0,25 (Quindicinale)
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Con la riforma poteri reali per il premier
INTERNI
Intervista a Umberto Bossi — a pagina 4 —
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Intervista a “Il Tempo” di Franz Turchi
ESTERI
Gli imbarazzi di Parisi
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— a pagina 5 —
Dove va a finire l’Italia
V
OTARE sì per snellire la burocrazia e delimitare in modo corretto i confini tra Stato e regioni. Franz Turchi, under 40 nelle fila di An, è irremovibile. Il testo della Costituzione, approvato 60 anni fa in sede di Assemblea Costituente, è convinto della bontà di una riforma che, a suo parere, significherebbe una "seconda" partenza per il paese intero. Turchi, la riforma investe il premier di poteri assoluti? "Il premier dopo la riforma conquisterebbe poteri "veri" come, per esempio, quelli che gli permettono di revocare la fiducia. Di conseguenza non sarebbe più soggetto alle logiche dei partiti. Il referendum dovrebbe essere descritto in modo semplice. Bisognerebbe spiegare che, la riforma, permette un ammodernamento dell’apparato istituzionale". Ma il ruolo del presidente della Repubblica non verrebbe sminuito? "No. Il Presidente della Repubblica resta il garante della Costituzione e l’arbitro degli equilibri tra i vari poteri. Andrebbe a perdere il ruolo di colui che può mettere mano al governo, acquisendo più poteri in termini di rappresentanza". Riforma Costituzionale, un problema aperto da 60 anni a questa parte... "Due anni fa, in una discussione che feci con Giorgio Napolitano - moderata da Bruno Vespa - notai che, il vero problema dal 2001 a oggi era la riforma del titolo V della Costituzione rispetto ai poteri delle regioni italiane". La Bassanini? "Certo, l’intervento del 2001 ha provocato decine di ricorsi allo Stato da parte degli Enti". Ma in pratica cosa succederà con l’attuazione della riforma? "Ci sarà un ammodernamento delle istituzioni e una semplificazione dei ruoli regioneStato. Significherà prima di tutto risparmio, in termini Continua a pag. 8 ISSN 1722-120X
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Con il voto del referendum confermativo Al giudizio vanno venticinque anni di tentativi Per riformare il Paese: sul dopo risultato solo interrogativi LA VIGNETTA
San Tommaso d’Aquino (1225–1274)
“E’ nel pieno diritto dell’uomo di possedere proprietà... Gli affari umani sono condotti di modo più ordinato se ogni uomo è caricato della responsabilità di prendersi cura egli stesso di una certa cosa particolare, mentre ci sarebbe confusione se tutti dovessero occuparsi di qualunque cosa indeterminatamente.” ACTON INSITUTE For the study of Religion and Libert http://www.acton.org/research/libtrad/
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1-15 giugno 2006
LA PIAZZA D’ITALIA - ATTUALITÀ Vacanze, 9 milioni in fuga dal gran caldo
Vittorio Emanuele, slitta la decisione sui domiciliari
Deferite Juve, Fiorentina, Lazio e Milan. Galliani si dimette dalla Lega
Roma, (Adnkronos) - Saranno almeno 9 milioni gli italiani impegnati in questo primo esodo estivo. Direttrice principale quindi Nord Sud verso le coste e le isole, secondo i dati raccolti da Telefono blu. La voglia di staccare da uffici infuocati e dall'aria condizionata spinge molti a lasciare le città e già sono presenti cartelli con scritto 'chiuso per ferie' mentre impazzano le vendite promozionali nei negozi prima dei saldi.
Potenza, (Adnkronos/Ign) - Slitta a domani la decisione dei magistrati di Potenza sull'istanza di scarcerazione presentata dai legali difensori di Vittorio Emanuele di Savoia, Franco Coppi e Giulia Bongiorno. Il principe, arrestato il 16 giugno nella maxi-inchiesta della Procura lucana, è in carcere a Potenza. In caso di attenuazione delle misure cautelari, il principe dovrebbe dimorare in un appartamento di Roma. Il legale del principe, Coppi: ''Siamo fiduciosi''.
Roma, (Adnkronos/Ign) - Adriano Galliani, con una lettera ai consiglieri, ha comunicato le sue dimissioni dalla presidenza della Lega Calcio. L'amministratore delegato del Milan, nell'elenco dei deferiti dal procuratore federale Stefano Palazzi, ha ribadito la sua totale ''estraneità ad ogni addebito''. In tutto 30 i soggetti rinviati a giudizio. Per tutti l'accusa è di violazione degli articoli 1 e/o 6 della giustizia sportiva.
L’ultima fatica dell’elettore italiano
In arrivo il voto referendario del 25 e del 26 Giugno Finalmente il povero cittadino italiano giungerà, il prossimo 25 e 26 Giugno, alla fine della lunga via crucis elettorale che da Aprile lo ha visto protagonista prima delle elezioni politiche che hanno visto la striminzita vittoria per meno di 25.000 voti del cartello dei partiti di centrosinistra capeggiati da Romano Prodi, eletto quindi Primo Ministro, poi delle elezioni amministrative che hanno interessato oltre 25 milioni di italiani per il rinnovo dei consigli comunali di città come Roma, Milano, Napoli,Torino e le regionali in Sicilia e dulcis in fundo ci sarà appunto, come precedentemente ricordato, il voto referendario per approvare le variazioni alla carta costituzionale, varate dal precedente governo di centro-destra guidato da Silvio Berlusconi, che vanno sotto il nome di devoluzione. Ma andiamo per ordine, vediamo brevemente cosa prevedono, se approvate dai cittadini con il si al referendum, le nuove norme costituzionali. In primis ci sarà una Camera dei Deputati con 518 membri, di cui 18 eletti nelle circoscrizioni estere, più i “deputati” a vita, massimo 3. Essa si occuperà solo delle materie di competenza dello stato e le leggi per essere approvate dovranno essere votate solo alla camera non più anche al Senato come è adesso, sveltendo cosi l’iter di approvazione e ponendo fine al così detto” bicameralismo perfetto” che ha governato l’Italia per 60 anni ma che l’ha anche costretta in una sorta di camicia di forza legislativa che spesso ha tarpato le ali di una innovazione strutturale oramai
non più procrastinabile. Avremo poi un così detto Senato Federale composto da 252 senatori eletti su base regionale contestualmente ai rispettivi Consigli. Esso sarà competente per le materie di legislazione concorrente stato-regione. Regioni le quali avranno competenze legislative esclusive su sanità, scuola, polizia amministrativa regionale e locale. Comunque il Governo centrale avrà sempre la possibilità di bloccare una legge regionale che pregiudichi l’interesse nazionale. Il Presidente della Repubblica sarà il Garante della Costituzione e dell’unità federale della Repubblica, scioglie la
Camera, ma solo su richiesta del Primo Ministro, e l’età minima per salire al Quirinale sarà abbassata a 40 anni dai 50 precedenti. Anche le prerogative del Premier subiranno delle variazioni, di fatto esso sarà eletto direttamente dai cittadini ed in caso di ribaltone si tornerà a nuove elezioni, non si verificherà più ad esempio ciò che è successo dopo il primo governo Prodi del 1996, che vide, dopo la caduta del Professore, il susseguirsi di due governi D’Alema e il governo Amato. Il nuovo Premier non avrà poi bisogno della fiducia alla Camera per insediarsi, determina la politica generale
dell’esecutivo, nomina e revoca i ministri, ha il potere di sciogliere la Camera. Infine ci saranno nuove regole pure per la Corte Costituzionale e il CSM, infatti saliranno da 5 a7 i Giudici della Consulta di nomina parlamentare (4 il Senato Federale e 3 la Camera ), diverse saranno pure le modalità per la nomina del CSM: due terzi dai magistrati, un sesto dalla Camera, un sesto dal Senato.Questo brevemente ciò che prevedono le modifiche alla Costituzione se il referendum popolare le approverà, adesso vedremo in breve quali sono gli schieramenti pro o contro tali variazioni costituzionali. Per il SI al referendum sono schierati tutti i partiti della casa delle Libertà, con l’esclusione di Follini e Tabacci che sono per il No. Ci sono poi i 4 presidenti delle regioni governate dal centro destra: Sicilia, Molise, Lombardia e Veneto e tutti i sindaci e le Province guidate dal centro destra. Per il no i partiti dell’Unione, Alternativa Sociale della Mussolini e il MSI di Pino Rauti, le 16 regioni amministrate dalla sinistra, gli ex Presidenti della Repubblica, Ciampi e Scalfaro, CGIL,CISL e UIL e infine oltre 70 costituzionalisti, tra cui Leopoldo Elia, Valerio Onida, Stefano Ceccanti, Enzo Cheli, ed Enrico Grossi. Non nascondiamocelo la battaglia sarà durissima e noi della Piazza d’Italia che invitiamo i nostri lettori a votare SI speriamo che alla fine gli italiani riconoscano la bontà di questa riforma costituzionale andando a votare favorevolmente per essa.
Ricerche incessanti per ritrovare francesco e salvatore i due fratellini di gravina
Un nuovo incubo L’Italia non si era ancora ripresa dalla lunga ed orribile vicenda del piccolo Tommaso, senza contare l’agonia provata per il piccolo Samuele, quando
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ecco spuntare fuori un’altra storia che ci lascia con il fiato sospeso: la scomparsa di Francesco e Salvatore, due fratellini di Gravina in Puglia, rispettivamente di 13 e 11 anni, dei quali non si hanno più notizie dal 5 giugno scorso. Da allora le indagini non si sono fermate e le
ricerche sono continuate incessanti senza soluzione. Per ritrovare i due ragazzi sono stati attivati il Centro Alpino, la Guardia Forestale dello Stato e le unità cinofile delle Forze dell’Ordine. Sono state perlustrate le zone limitrofe alla casa di residenza di Francesco e Salvatore,
ispezionati crepacci, cisterne, bacini che hanno richiesto l’intervento dei sub della Polizia di Stato. ''Non si può escludere nessuna ipotesi. Speriamo di raccogliere una traccia che ci dia un indirizzo per le indagini''. È ciò che ha affermato il Questore di Bari Franco Gratteri, appe-
na accaduto il fatto. Francesco e Salvatore qualche giorno prima della fuga avevamo affermato:”Noi scappiamo, scappiamo” sembra per via della decisione presa dal giudice, dopo la separazione dei genitori, di affidare i due fratellini al padre e la loro sorellina
alla madre. Pare si stia rafforzando l'ipotesi che non si tratti di una fuga volontaria ma di un allontanamento o di un sequestro, anche se gli inquirenti continuano a prendere in considerazione tutte le piste, tendono però ad escludere quella del delitto o della disgrazia. Nonostante gli appelli dei genitori e la divulgazione di foto dei due ragazzi per acquisire informazioni (numero verde 800 33 92 29), non vi è ancora traccia di Francesco e Salvatore. E’ intervenuta anche la Chiesa per cercare di ritrovare i fratellini. Il Monsignor Mario Paciello Vescovo di Altamura, Gravina e Acquaviva delle Fonti, si è offerto come mediatore per assicurare l’anonimato a chiunque abbia notizie o indizi utili. I giorni scorsi il Vescovo aveva scritto una lettera pubblica dedicata a questi due ragazzi adolescenti che chiudeva con questo appello: “ Non alzate la mano contro i bambini, difendete i bambini, non rubateci l'infanzia".
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LA PIAZZA D’ITALIA - INTERNI Giustizia: Mastella, su intercettazioni non esiste una mia proposta
Un'assemblea costituente per la rinascita dell'Italia
Viminale: Amato porrà tema urgente del terzo mandato sindaci
Roma, (Adnkronos) - ''Con riferimento ad alcune notizie di stampa circa i contenuti di una proposta di disegno di legge sulla disciplina delle intercettazioni che sarebbe stata da me elaborata ed approvata, smentisco nella maniera piu' decisa quanto apparso oggi su qualche giornale''. Lo afferma Mastella, che aggiunge: ''Allo stato non esiste alcuna proposta Mastella, per la semplice ragione che non l'ho mai elaborata''.
Roma, (Adnkronos) - ''L'Italia ha bisogno di rifondare su nuove basi il sistema politico, di riscrivere in modo condiviso le regole comuni, di rinnovare profondamente la classe dirigente, di ritrovare la strada dello sviluppo economico, di riscoprire lo spirito fondativo della Repubblica. Obiettivi perseguibili con un'Assemblea Costituente che, grazie al mandato popolare e l'alto valore anche simbolico che avrebbe la sua convocazione 60 anni dopo.'
Roma, (Adnkronos) - Quello del terzo mandato dei sindaci e' un tema considerato ''di particolare urgenza'' che il ministro dell'Interno Giuliano Amato sottoporra' ''alle competenti commissioni della Camera e del Senato''. Ne da' notizia il Viminale al termine dell'incontro dello stesso Amato e del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, Linda Lanzillotta, alla presenza dei sottosegretari Alessandro Pajno e Franco Bonato
Il Segretario della Lega sottoscrive le motivazione per il SI’ enunciate da Angelo Panebianco sul Corriere della Sera
“Votiamo sì e poi apriamo a un tavolo per guardare avanti e non tornare indietro bloccando tutto” Umberto Bossi rompe il lungo silenzio e parla del referendum del 25-26 giugno. Non lo fa con toni accesi, da battaglia. Si limita ad analizzare dopo aver letto il lungo commento del professore-editorialista pubblicato ieri sul quotidiano di via Solferino, in cui motiva il suo personale sì. "Basterebbe dire solo che sottoscrivo. Lo controfirmo integralmente". Fosse per il Senatur, la chiacchierata sarebbe già finita ma visto che ci siamo ne approfitto per capirne di più. "Partiamo da un presupposto - dice Bossi -: il federalismo è vitale per la crescita del Paese. Ne sono sempre più convinto, ecco perché sono fiducioso nella vittoria dei sì. Ma vado oltre e dico che condivido la necessità di aprire, subito dopo il voto favorevole del referendum, un tavolo per completare e perfezionare la Costituzione. Lo dissi subito dopo il voto finale in Parlamento che la riforma era perfettibile; lo ribadisco ora: apriamo un tavolo di confronto ma sulla base del testo della riforma federalista". Scrive Panebianco: “Pensiamo a che cosa accadrebbe se vincesse il sì. Le parti più importanti della riforma entrerebbero in vigore solo nel 2011. Ci sarebbe il tempo per intervenire sugli aspetti più insoddisfacenti del testo: in particolare, per modificar ecomposizione e prerogative del Senato (così come è congegnato è il principale punto debole della riforma). In caso di vittoria del sì, si aprirebbe dunque lo spazio
(con cinque anni di tempo per raggiungere un accordo) per una trattativa fra centrosinistra e centrodestra al fine di migliorare il testo. Una volta fatto ciò avremo finalmente la riforma costituzionale vanamente inseguita per un quarto di secolo”. "Ecco, appunto: è quello che ti dicevo; dopo il sì, ci si siede attorno al tavolo e si completa, si aggiusta, si integra il nuovo testo della Costituzione". E se dovessero vincere i no? "Ma scusa, come si fa a non prendere in mano il tema del federalismo? Il voto delle politiche e delle amministrative evidenzia la necessità di decentrare poteri alle periferie e ancor di più di dargli un’autonomia di spesa vera". Il federalismo fiscale? "…Certo, il federalismo fiscale!". Bossi prende in mano la copia dell’articolo di Panebianco, indicandomi i passaggi sottolineati. “Immaginiamo ora che cosa accadrebbe se prevalesse il no. Accadrebbe che la Costituzione tornerebbe ad essere immodificabile per parecchi decenni a venire. È il vero punto debole del manifesto dei ‘riformatori per il no’, lanciato da due costituzionalisti di cui chi scrive ha grande stima, Augusto Barbera e Stefano Ceccanti. Molte idee contenute nel manifesto, sia sui gravi difetti della Costituzione vigente sia su quelli del testo varato dal centrodestra, sono, almeno per chi scrive, condivisibili. Ciò che non è condivisibile è la conclusione, la tesi secondo cui, in caso di vittoria del no, ci sarebbe ancora lo spazio per riprendere a breve termine la
strada della riforma costituzionale. Non è così". "È vero che un eventuale no bloccherebbe il percorso riformista nel Paese. Sarebbe un alibi per non cambiare più nulla, sarebbe la fine del federalismo politico e, quello che urge, del federalismo fiscale". Il federalismo fiscale non c’è nella riforma della Cdl. "Ma va fatto, mica lo dico da oggi. Prima occorreva fare il federalismo politico, dando competenze esclusive alle Regioni; subito dopo dovrà toccare all’autonomia fiscale. Ecco perché resto convinto che non si possa, anzi non si debba fermare il processo di cambiamento che è in atto".
"Toh, leggi…". Il segretario della Lega mi allunga ancora sul tavolo la copia dell’articolo mentre lui sbuffa il fumo del toscano. "Leggi qui…". Scrive Panebianco: “…è tuttora forte in questo Paese l’area dei conservatori costituzionali ad oltranza, persone che (legittimamente) ritengono la Costituzione vigente la migliore delle Costituzioni possibili”. E ancora: “Da ultimo, non sarebbe più possibile (se vincessero i no, ndr) né togliere al Senato il potere di conferire la fiducia al governo né ridurre il numero dei parlamentari. I senatori e i parlamentari in genere lo impedirebbero”. Immagino che tu condivida queste analisi. "Al cento per cento. Se vincono i no, non credo che sarebbe più possibile mettere nero su bianco il Senato federale e la riduzione del numero dei parlamentari. Come dice Panebianco, i miracoli non si ripetono due volte". A proposito di Senato federale, Panebianco dice che il Senato così com’è ha bisogno di modifiche, insomma non nasconde le ombre nei confronti del testo che andrà al voto. "Anch’io credo che dopo il sì vadano modificate la composizione e le prerogative del Senato: però se prevalesse il no, non potremmo risistemare un bel niente ma avremmo solo il blocco del cambiamento. Il Paese invece vuole il cambiamento. Ecco perché insisto nel Continua a pag. 4
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LA PIAZZA D’ITALIA - ESTERI Miami, arrestati sette presunti terroristi
Iraq: Gen. Casey accusa Teheran, appoggia gli estremisti sciiti
M.O.: Olmert, continueranno attacchi mirati contro militanti palestinesi
Miami, (Adnkronos/Ign) - Sette sospetti terroristi sono stati arrestati a Miami. Sono accusati di aver pianificato attentati in diverse città americane. Tra gli obiettivi la Sears Tower di Chicago, gli uffici dell'FBI di Miami e altri edifici negli Usa. Lo ha riferito la Cnn precisando che non sono state trovate armi o congegni esplosivi nelle perquisizioni nell'area di Miami. Sono accusati di aver pianificato attentati contro diversi obiettivi negli Usa.
Washington, (Adnkronos) - Il piu' alto comandante militare americano in Iraq, il generale George Casey, ha accusato l'Iran di fornire clandestinamente appoggio - sotto forma di equipaggiamento ed addestramento - agli estremisti sciiti in Iraq, un'influenza, ha affermato, che nell'ultimo periodo e' andata aumentando.
Gerusalemme, (Adnkronos) - Gli attacchi mirati israeliani contro militanti palestinesi non cesseranno, malgrado il numero crescente di vittime civili rimaste coinvolte. Lo ha affermato Ehud Olmert, intervenuto ad una conferenza su temi economici a Gerusalemme. Il capo del governo si e' scusato ''dal profondo del suo essere'' per i morti civili negli ultimi raid a Gaza, ma ha aggiunto che il suo paese ''continuera' a condurre attacchi mirati contro i terroristi''.
Gli imbarazzi di Parisi
Quale politica per la difesa Il governo di centrosinistra si trova ora ad un’altro, tragicomico bivio. Il comandante italiano ad Herat ha chiesto più uomini ed elicotteri per controllare al meglio questa regione dell’ Afghanistan occidentale e il ministro della Difesa Parisi ha assicurato che tale richiesta sarà valutata ”con attenzione e disponibilità”. Ma a Parisi gia’ si allunga il naso… Difatti, deve conciliare l’ansia da ritiro delle frange piu’ estreme della coalizione con la propria buona volonta’ di assecondare i comandi italiani. E cercare di serbare una parvenza di credibilita’ in ambito internazionale. Roba da guinness... Lo strombazzamento
generale del ritiro dall’Iraq infatti, rende l’opera alquanto improba. A livello finanziario e “pubblicitario”, se mi si passa il termine. Quello che dovrebbe accadere somiglia un po’ al “gioco delle tre carte”: leviamo un paio di soldatini di qua e ne aggiungiamo un paio di la’... E’ o non e’ una presa per i fondelli bella e buona? Anche a livello finanziario, visto che quello che costa - a tutti i livelli - l’invio di aerei, elicotteri e blindati Dio solo lo sa. Piu’ altri uomini. E’ gia’, altri uomini. E chissa’ che non siano proprio quelli che verranno tolti dall’Iraq. Carta vince carta perde insomma... Doppia presa in giro, dun-
que, doppio tradimento dell’ elettorato. Paradossalmente infatti, il ritiro dall’Iraq costera’- a meno di clamorosi salti mortali – piu’ della permanenza dei nostri uomini in quel di Nassiriya. Memore di tutti questi discorsi, “L'ultima parola è sempre del Parlamento” ha aggiunto Parisi - contando forse sui buoni samaritani dell’altra sponda che dubitiamo stavolta toglieranno le castagne dal fuoco a questo governo da operetta. Senza meno, sara’ a dir poco problematico convincere i vari Diliberto della coalizione dell’ idea di ripiegare da una parte e avanzare dall’altra. Il generale Errico, comandante della Regione ovest
dell'Afghanistan, ha oggi illustrato a Parisi la situazione sul terreno, che è ”sostanzialmente tranquilla”, fatta eccezione per alcuni incidenti tra sciiti e sunniti e rari attentati frutto di “sprazzi di presenze terroristiche e di talebani”. Tuttavia, in una regione vasta come la metà dell’Italia, dove la criminalità e il terrorismo sono sempre in agguato e dove per fare 170 chilometri ci vogliono più di otto ore, è indispensabile avere mezzi di trasporto aereo e pattuglie in grado di restare fuori dalla base anche più giorni. Staremo a vedere ma, statene certi, non sara’ certo un belvedere. A dispetto dell’estate.
Un progetto di fondo prima che sia tardi
Riflessione sullo stato dell’arte delle sfide in essere per l’Occidente
In un mondo confuso in cui il nostro occidente si sta confrontando col suo declino, al cospetto del rampantismo di regioni terzomondiste, ci si dovrebbe chiedere come mai non si riesca a vedere uno spiraglio per far entrare una prospettiva di pace nel nostro orizzonte. Non importa se gli errati equilibri attuali siano il frutto di alleanze che si consolidavano su pilastri economici rivestiti da un leggero strato di idealismo, fatto sta che in questo occidente ormai ci stiamo sempre di più sminuendo in nome di un relativismo che sconcerta, soprattutto se confrontato con pensieri scritti da grandi menti non più di 60 anni fa. Di fronte a tutto quello che sta accadendo, difficilmente potremmo darci una risposta, approssimativamente potrebbe avere un senso vedere nelle strategie occidentali un progetto di contro-globalizzazione. Siamo schiavizzati da tutte le nostre conquiste a vantaggio di coloro che, secondo i nostri parametri, vivono e/o lavorano in sistemi e condizioni civilmente riferibili al nostro medio evo. L'attuale sistema di difesa delle “conquiste”
del mondo del lavoro sta piegando l'economia occidentale, anzi europea. La tecnologia di comunicazione di massa non sta facendo altro che accelerare la disfatta. Gli Stati Uniti per quanto siano in periodo positivo, si sentono continuamente minacciati da quel sistema di spericolata concorrenza che hanno eletto a modello del vivere sociale quotidiano. Tutto questo condito con una politica energetica che per decenni non ha visto al di là del giorno dopo e che sta per piegare le nostre misere aspettative di crescita. In questo contesto vediamo come i blocchi si stanno contrapponendo per il controllo o per il semplice ruolo da avere sugli infiniti tavoli di trattative avviati per ridisegnare gli equilibri del mondo per i prossimi 100 anni. E' per questo che dal mediterraneo al pacifico e poi all'atlantico non riusciamo a non ricordare una regione in cui è stato necessario o sarebbe dovuto esserlo, un intervento per fermare una situazione di emergenza. Il focolaio per tutti è il medio oriente che andrebbe esteso un po' più in là dei confini convenzionalmente attribuitigli.
Negli ultimi tempi abbiamo visto forti tensioni in Afghanistan, dove si dava per scontato che tutto fosse sotto controllo, servono sempre i morti per far suonare il campanello d’allarme dell'opinione pubblica, ma se si andasse a guardare si vedrebbero le enormi difficoltà che il contingente post 11/9 sta incontrando da sempre nel controllo di un territorio così difficile. Il Pakistan sarà un alleato fino a quando l'attuale presidente Muscharaf riuscirà a tenere sotto controllo la massa che ha ampiamente dimostrato la sua ostilità nei confronti dei Paesi occidentali. L'Iraq è sotto gli occhi di tutti. L'Iran una prospettiva terribile, quasi irreale ma che al di là dell’eventuale rischio dell’armamento nucleare in se, sarebbe più che altro la scintilla per una corsa alle armi di distruzione di massa da parte di tutti quei Paesi che si sentirebbero minacciati da un vicino così invulnerabile e libero di agire proprio per l’impossibilità da parte di altri di reagire a qualsiasi azione che la storia ci ha insegnato sia già stato in grado di fare. Oppure tutta quella schiera di Paesi che
riterrebbero un sacrificio sostenibile le sanzioni per un’eventuale armamento nucleare. Un piccolo investimento a breve termine che la “bomba” farebbe rientrare. Il conflitto Israelo-Palestinese il parafulmine per gran parte di quanto poc’anzi detto. Nasce così una riflessione globale che contestualizza l'operato occidentale, degli USA su tutti, in maniera alternativa. Il tentativo di portare la democrazia paradossalmente non sembra altro se non la volontà di indebolire le minacce, non con la libertà di espressione del popolo ma con lo stato di smarrimento e di disordine che ne deriva ogni qualvolta la libertà venga portata con la forza invece di nascere spontaneamente. La verità amara degli ultimi tempi è che il nostro mondo con le sue libertà si è lasciato andare a sogni di unicità e forza che attacco dopo attacco in 15 anni si sono infranti minando ogni certezza su cui fondavamo il nostro sistema. Urge un progetto per riparare o nascondere le crepe del vaso che comincia a rompersi
“Votiamo si e poi apriamo a un tavolo“ Prosegue a pag. 3 votare sì per poi aprire un tavolo di confronto, finalizzato a migliorare il federalismo. La vittoria dei no paralizzerebbe tutto, a danno del Paese". Panebianco parla anche di devolution, apprezzando quella fatta dal centrodestra. “Premesso che chi scrive trova comunque insoddisfacente qualunque intervento in questo campo che eluda gli
aspetti fiscali...”. Bossi qui annuisce col capo. "Ha capitol’aspetto più importante del federalismo e su cui occorrerà agire in fretta". “Il titolo V riformato dal centrosinistra oggi in vigore e il testo della riforma, si scopre che la devolution 1 (la riforma del centrosinistra) è assai più confusa e pasticciata della devolution 2 (quella del centrodestra). Quest’ultima, per lo meno,
definisce meglio le competenze esclusive delle Regioni e ricentralizza (reintroducendo il principio dell’interesse nazionale) materie che, insensatamente, il centrosinistra aveva attribuito alla competenza congiunta di Regioni e Stato. Per queste ragioni, chi scrive voterà sì”. "Sottoscrivo. Votiamo sì e poi apriamo a un tavolo per guardare avanti e non tornare indietro bloccando tutto".
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LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA Boom di ricchi nel mondo, ma non in Italia
Accordo tra Putin e Prodi sul gas
MILANO - Aumenta il numero dei ricchi del mondo: ma in Italia invece la crescita è molto modesta. Nel nostro Paese attualmente sono 198.300 i grandi ricchi, quelli con un patrimonio finanziario netto superiore al milione di dollari (circa 800mila euro). Il tasso di crescita nel 2006 di quelli che hanno più di un milione di dollari è del 6,5%, mentre nel nostro Paese è solo dell'1,7%. L'indagine mostra infatti un netto rallentamento: una crescita dell'1,7% (+3,7% nella precedente indagine) contro il 4,5% in Europa.
MOSCA - Vladimir Putin e Romano Prodi si sono accordati in via di principio affinchè le compagnie russe possano entrare nel mercato energetico italiano in cambio della possibilità delle compagnie italiane di estrarre gas e petrolio russi. Lo ha annunciato il presidente russo al termine di un incontro con il presidente del Consiglio italiano al Cremlino.
Conti pubblici: Bonanni, basta con annunci sacrifici Roma, (Adnkronos) - ''Basta con le chiacchiere e con gli annunci, ogni giorno, che bisogna fare sacrifici. E' venuto il momento di discutere cosa fare''. E' quanto dichiara il segretario generale della Cisl Bonanni, a margine di un incontro con i sindacati bancari Fabi-Fiba-Sinfub 'Insieme all'insegna di valori comuni', commentando le recenti dichiarazioni del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, sugli annunciati tagli a previdenza, enti locali, pubblico impiego e sanita'.
Per costruire nel 21° secolo un intelligente sistema sanitario Newt Gingrich – Intervento presso la Subcomissione per la tecnologia, l’innovazione e la competitività (Senato degli Stati Uniti Commissione Commercio, Scienza e Trasporti) La tecnologia informatica con applicazioni mediche sta trasformando e continuerà a trasformare la salute e il sistema sanitario di assistenza in America. Siamo sulla cuspide di un cambiamento enorme. Il livello di conoscenza scientifica che raggiunggeremo nel corso dei prossimi 25 anni sarà dalle quattro alle sette volte più grande di quello raggiunto negli ultimi 25 anni. Associando a questo dato di fatto il livello di sviluppo economico in divenire della Cina e dell’India, sappiamo che il nostro percorso corrente sta per diventare insostenibile. Guardiamo al settore industriale americano, specialmente alle difficoltà dei fabbricanti di automobili, dove per ogni automobile si spendono più dollari per l’assistenza pubblica sanitaria che per l’acciaio. Tutto ciò non è che il futuro di tutti i settori dell'economia se non cambiamo. La prospettiva per il governo federale non è migliore. Il sistema sanitario consuma il 26% di tutta la spesa federale e crescendo, sopravanza ogni altra priorità. Le incombenti baby-pensioni e la loro entrata nel sistema di assistenza
sanitaria statale richiederà domani delle scelte dolorose se oggi non facciamo niente. Con i continui disavanzi del bilancio che corrono sulle centinaia di miliardi di dollari ogni anno, malgrado “il successo„ del recente taglio a metà del deficit, pagheremo un prezzo severo se non trasformiamo la salute e il nostro sistema sanitario. Per fortuna oggi possiamo intravedere le prime luci di un futuro più luminoso. Con l’introduzione di una quantità crescente di consumismo all’interno del sistema sanitario, con l’introduzione di strumenti manageriali all’interno del sistema assistenziale e l'adozione di tecnologia dell'informazione con applicaizioni mediche, noi sappiamo a che cosa quel futuro più luminoso assomiglierà: copertura assicurativa al100%; consumatori con più potere; informazione su prezzi e qualità facilmente disponibile; individuazione tempestiva e prevenzione genereranno una cultura della salute; il risarcimento sarà guidato dai risultati; e l'uso di tecnologia interoperativa sarà ubiquista. Avremo costruito ciò che denominiamo un sistema intelligente per la salute nel ventunesimo secolo. Un cambiamento di questa grandezza non è mai facile. Ma il livello della difficoltà non dovrebbe dissuadere dal progresso, perché
alla fine il nostro obiettivo è un sistema intelligente per la salute nel ventunesimo secolo -un sistema completamente interoperativo e centrato sul consumatore del sistema sanitario che conserva le vite e risparmia i soldi per tutti gli Americani. Questo sistema migliorerà la salute individuale, ridurrà i costi e svilupperà
un futuro più luminoso per tutti gli Americani. E per arrivare all’obiettivo, la diffusa adozione di tecnologia dell'informazione per il sistema sanitario è essenziale. American Enterprise Institute – www.aei.org (pubblicato il 23/06/2006)
Quando si fa propaganda politica sull’economia di un paese si finisce spesso per essere smentiti
L’economia italiana è in ripresa: nel 2006 PIl all’1,2% deficit al 4,4% Sullo stato di avanzamento dei conti pubblici e sull’andamento dell’economia italiana si è detto di tutto. Il governo Berlusconi ha sprecato tutto l’avanzo primario, il deficit di bilancio è cresciuto in maniera esponenziale, l’Italia è in recessione, uscire da una crescita “zero” sarà molto difficile, l’economia oltre a non crescere ha prodotto disuguaglianze sociali e tensioni difficilmente rimarginabili. Tutte queste illazioni sono state il frutto di una visione catastrofista e falsificatrice di una sinistra che tra le sue migliori armi ha quella della demagogia e della pura propaganda anche su questioni che per natura e per importanza ne dovrebbero essere esenti. Il compito di propagandare dati economici che esprimono una realtà dinamica e congiunturale come quella di un sistema produttivo troppo spesso ha distorto la realtà dei fatti e generato timori infondati. Oggi siamo tutti di fronte ad una situazione che è in forte contraddizione con quella che da qualche anno la sinistra italiana non si è mai stancata di propagandare. Il Pil sale all’1,2%, ciò vuol dire che in questi ultimi mesi l’economia comincia a salire per effetto della politica di sostegno e di rilancio che il governo di centro-destra ha adottato nella scorza legislatura investendo risorse soprattutto per le piccole e medie imprese, risolvendo la crisi Fiat con un impulso interno al management dell’azienda torinese, intervenendo sul ceto medio allargando l’area di esenzione fiscale. L’economia è ripartita non grazie a Prodi che si è insediato da quasi due mesi e non ha varato nemmeno un provvedimento governativo smentendo così tutte le promesse che aveva previsto nel programma dell’Unione nei primi cento giorni di governo. I conti pubblici sono sotto controllo, come era già emerso dalla precedente trimestrale di cassa la quale aveva evidenziato un lieve sforamento dei parametri di Maastricht riguardo al deficit e
al debito pubblico. Ora il deficit al 4,4% non è un dato coerente con gli impegni assunti in Europa ma sicuramente non è una risultato che impedisce all’Italia di tornare nel medio periodo entro il parametro del 3%. Questa volta dipende da Prodi aggiustare i conti e certo le premesse sono a tutti note già dai primi suoi mesi di attività di governo. Si tratta di presupposti che si fondano sulla tassazione delle rendite, quindi su una manovra fiscale che dovrà recuperare risorse necessarie alla redistribuzione del reddito. Ma come pensa Prodi di redistribuire il reddito tassando il ceto medio e allo stesso tempo attuando una politica di austerità finanziaria e di rigore di bilancio per tenere sotto controllo la spesa il tutto con l’obiettivo finale di far crescere l’economia? È un politica economica piena di contraddizioni le cui misure per antitesi di effetti non trovano quell’armonizzazione necessaria che producendo un effetto combinato possa tradursi in crescita e sviluppo. Si tratta di misure incompatibili che avranno invece un impatto negativo sul sistema economico determinando una contrazione dei consumi e un decremento degli investimenti pubblici che sono necessari per modernizzare l’apparato infrastrutturale del paese. Quella che Prodi intende effettuare nei prossimi mesi di governo non è una scelta liberista ma eccessivamente statalista, l’intervento pubblico nell’economie capitalistiche non si risolve in una operazione di ammodernamento se non è supportata da un adeguato impulso alle dinamiche di mercato. Insomma un po’ di mercato e un po’ di manovre dei pubblici poteri potranno determinare una finanziaria meno rigorosa ma più equa e stimolante. L’obiettivo principale è quello di intervenire sul deficit riducendolo e riportandolo al 3%, il Pil deve essere sostenuto con ottimismo perché lo scenario internaziona-
le non è negativo, ma al contempo occorre che le riforme adottate dal centro-destra possano esplicare i loro effetti nel prossimo periodo senza stravolgerle altrimenti la contrazione del sistema economico e gli impegni assunti a Bruxelles ricadono in una situazione di stallo pericolosa per la crescita del nostro paese. È vero che i governi cadono sulla politica economica ma è altrettanto vero che una politica economica debba pure esistere. Sono trascorsi due mesi dall’insediamento del nuovo Governo non si è fatto altro che
parlare di manovra-bis, di finanziaria rigorosa, di attività economica redistributiva ma in sostanza non abbiamo avuto ancora l’onore di vedere un atto amministrativo, una proposta di legge, un decreto che legittimi quanto meno la valanga di leggi e di riforme che il centro-destra ha lasciato al governo Prodi. Ci auguriamo che al più presto Prodi a parte il disastroso aumento della spesa ministeriale per aver portato a 102 il numero dei suoi collaboratori, si metta davvero a lavorare nel senso di sostenere crescita e sviluppo.
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LA PIAZZA D’ITALIA - CULTURA La XII festa della musica apre l'Estate Romana
Mostre: Roma, ultimi giorni per le opere di Antonello da Messina
Letteratura: al via a Capri 'le conversazioni scrittori a confronto'
Roma - (Adnkronos Cultura) - Da Mozart a Debussy, dal rock al jazz, dal Pincio al Pigneto, musica per tutti i gusti e in tutti i luoghi di Roma in occasione della XII Festa Europea della Musica che apre l’Estate Romana 2006 e festeggia il solstizio d’estate. Il 18, il 19 e il 21 giugno, centinaia di eventi, tra performance e concerti gratuiti, animeranno l’intero territorio cittadino grazie al sostegno del comune di Roma.
Roma, (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - La mostra ''Antonello da Messina'' a Roma chiude il 25 giugno e, per venire incontro alle numerose richieste del pubblico, l'azienda speciale Palaexpo ha deciso di prorogare l'orario di apertura delle ultime tre giornate di esposizione. La mostra alle Scuderie del Quirinale, che ha riscosso uno straordinario successo (registrando circa 300mila visitatori), nei giorni del 23, 24 e 25 sara' aperta dalle ore 10 alle 23.
Capri (NA), (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Zadie Smith, Nathan Englander, Jeffrey Eugenides, Jonathan Franzen e David Foster Wallace, dal 25 giugno al 2 luglio alle ore 19.00 a Capri, saranno i protagonisti della prima edizione di ''Le Conversazioni - scrittori a confronto''. Gli incontri con i cinque scrittori di lingua inglese si terranno in uno degli scenari piu' suggestivi del Golfo di Napoli, la Rotonda di Tragara a Capri, per dar vita a dei momenti di letteratura, riflessione e racconto.
Da questo numero focus sui pensatori della Nuova Destra
Leo Strauss e le origini antiche dell’Occidente Leo Strauss tedesco di origini ebree, nasce il 20 settembre del 1899 a Kirchhain,in Germania. Compie studi filosofici, ma poi con l’approssimarsi di nazismo e difficoltà economiche, decide di cercare delle alternative e nel 1937 parte per gli States, dopo essere stato nominato ricercatore presso il dipartimento di storia alla Columbia University di New York. Qui in seguito prenderà la cattedra di filosofia politica, divenendo uno dei maggiori punti di riferimento per la politica neoconservatrice americana al punto da annoverare tra i suoi massimi seguaci quel Paul Wolfowitz, vice segretario alla difesa americana e “Falco” per eccellenza della amministrazione Bush. Strauss muore negli States il 18/10/1973 lasciando opere imprescindibili per una corretta comprensione del dibattito filosofico che caratterizza i nostri tempi. Ricordiamo “ La tirannide”, “ La scrittura e la persecuzione”, “ Diritto naturale e storia”, “ Cos’è la filosofia politica”, “ La città e l’uomo”. Si deve sottolineare però come egli non fosse un classico pensatore legato alla tradizione liberale, democratica o marxista, ma come anzi a queste preferisse l’antichità classica, concependola come mezzo per riparare le storture della modernità e affrontare i dilemmi del presente. Strauss credeva infatti che il pensiero politico moderno, da Hobbes e Locke in poi, tendendo a modellarsi sull’esempio delle scienze naturali, avesse avuto come esiti inevitabili il liberalismo, la democrazia e per finire il nazismo e il comunismo. Di certo Strauss riconosce a fondamento della democrazia una concezione relativistica e storicistica della realtà e dei valori; ma ciò lungi dall’essere un fatto positivo per Strauss, è piuttosto la causa del nichilismo distruttivo del XX sec. Allora il compito della filosofia politica starà nell’individuare l’ordine politico giusto, che sappia coniugare una libertà che non si trasformi in arbitrio e un ordine che non muti in oppressione. Ma ciò richiede il possesso di un sapere pratico che sappia innanzitutto discernere il bene dal male e sappia riconoscere un bene comune per la società; in più esso deve avere una funzione persuasiva nei confronti degli individui e li deve guidare nella loro condotta politica ed etica. Soprattutto quest’ultima visione un po’ totalizzante dello stato, è una visione classica della vita sociale e politica della società che testimonia quanto Strauss si rifaccia all’antichità greca. Non sono mancate voci critiche al riguardo; immaginando un dialogo con Strauss,
Benjamin Constant, parla del governo nell’antica Grecia e obietta al primo: “..Ma se era questo ciò che chiamavano libertà, nello stesso tempo ammettevano, come compatibile con tale libertà collettiva, l’assoggettamento completo dell’individuo all’autorità dell’insieme”. “ Diffidiamo dunque, Signori, di questa ammirazione per certe reminescenze antiche. Poiché viviamo nei tempi moderni, voglio la libertà che conviene ai tempi moderni”; “La libertà individuale, lo ripeto, ecco la vera libertà moderna. La libertà politica ne è la garanzia; la libertà politica è di conseguenza indispensabile” (“La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni” B. Constant ; pagg. 7 e 27; ed. Einaudi). Merito di Strauss e circostanza di fatto che lo rende tra i pensatori più attuali dei nostri tempi fu la capacità di estendere la sua riflessione anche allo storicismo e al relativismo; queste teorie, dice Strauss, rendono ogni pensiero dell’uomo, solo un accidentale prodotto del suo tempo: in questo scenario, non c’è nulla allora che possa far optare per la democrazia o per una tirannide. Quindi Strauss cerca di mettere in crisi le due teorie attraverso un procedimento negativo, mettendo in luce le assunzioni dogmatiche che ne sono alla base. Lo storicismo, sostiene che ogni teoria transistorica è errata poiché il pensiero umano è storico e soggetto alle limitazioni del proprio tempo. Ma nota Strauss, che questa stessa affermazione è transistorica, cioè vuole valere universalmente, quindi ciò rende la tesi dello storicismo autocontraddittoria. Ora, alcuni dubbi potrebbero nascere in seguito alle riflessioni di Strauss riguardo alla considerazione che ha del relativismo e alla contraddizione che per lui è insita nella tesi dello storicismo; il fatto è che nessuno ha mai affermato che relativismo equivalga ad abbandonare il rispetto di diritti fondamentali; anzi il relativismo, sebbene abbia in sé dei difetti notevoli, presenta di certo un pregio, il rispetto e il riconoscimento della pluralità e lo storicismo con la sua tesi forse, non ha l’intento di fondare valori universali, ma vuole solo affermare una constatazione; che poi questa constatazione risulti valida nel tempo, è un altro conto. Circa il diritto e la giustizia, Strauss si chiede come sia possibile scoprire uno standard di valutazione universale del giusto, se il giusto è un concetto sempre mutevole e cangiante (riferendosi anche alle tesi del relativismo e dello storicismo). Strauss afferma che il giusto è un concetto mutevole e cangiante perché l’idea del giusto è di solito assimilata a quella di
legale, conforme alla legge e quest’ultima è il risultato di convenzioni e accordi umani. Invece Strauss sostiene che ciò che è naturale, cioè, ciò che è necessario e permanente, deve essere distinto da ciò che è semplicemente convenzionale. Infatti differenti opinioni riguardo a ciò che è indubbiamente convenzionale, non danno luogo a nessuna perplessità; mentre le differenze d’opinione riguardo ai principi del giusto e dell’ingiusto, creano serie perplessità. Questo disaccordo circa i principi della giustizia, è dovuto ad una insufficiente comprensione del diritto naturale. Il diritto naturale classico, teorizzato soprattutto da Socrate, Platone e Aristotele, sostiene l’essenziale differenza tra il bene e il piacere, poiché i piaceri esistono in grande varietà in base all’essenza stessa dell’essere preso in considerazione, mentre il bene è un concetto primo. Questa concezione classica del diritto naturale nasce in risposta alla convinzione che il diritto e la giustizia siano il risultato di convenzioni e accordi; Strauss chiama questo pensiero Convenzionalismo. Il concetto convenzionalista della giustizia prevede ciò che è utile per natura, al posto di ciò che è giusto per natura ( “giusto” nel senso di appropriato alla propria natura); questo perché per natura, ognuno cercherebbe nient’altro che il proprio utile, mentre la giustizia ci dice di cercare il bene e l’utile per tutti. Nello specifico allora, il convenzionalismo identifica l’utile con il piacevole e il piacere è di certo un bene.
L’uomo, per certe sue caratteristiche è al di sopra di altri esseri e può perfezionarsi grazie a queste sue qualità, quindi la vita buona e giusta è il perfezionamento della natura umana; è il vivere secondo natura. La teoria classica del diritto naturale, culmina così nella difesa del valore della vita filosofica, vista come la migliore e la più giusta. Questa conclusione implica che l’unica virtù valida per il comando sia la saggezza e che il governo migliore sia dove il saggio ha un potere assoluto. Ma questo, dice Strauss, risulta impraticabile perché per natura il saggio non vuole comandare e lo stolto non vuole essere comandato; la soluzione allora sta nel consentire ad un saggio legislatore di redigere una costituzione tale, che i cittadini l’adottino spontaneamente. Spiegato ciò, si può passare ad alcune delle più importanti differenze che Strauss trova tra la dottrina classica del diritto naturale e quella moderna. Nella visione classica le riflessioni morali e politiche sono svolte alla luce del perfezionamento dell’uomo e dei suoi fini, mentre in quella moderna, traggono spunto dall’origine dell’uomo, dallo stato di natura quindi. Per i classici l’uomo è un “animale politico” e tende ad aggregarsi in modo naturale, per i moderni l’individuo viene prima della società. Per gli antichi la politica è finalizzata in primo luogo a realizzare la virtù umana, per i moderni, essa serve a far uscire l’uomo dall’insicurezza e dal pericolo dello stato di natura. Anche questa seconda parte del suo pensiero, come del resto è giusto che sia in un aperto dialogo filosofico, può generare dubbi di vario genere. Ad esempio circa la differenza tra ciò che è naturale e ciò che è convenzionale, forse non si può negare che la legge, anche se convenzione, possa a volte far rispettare ciò che più è proprio della natura umana, l’autoconservazione per esempio. Quanto alla figura del saggio al potere, forse la divisione della società in saggi e stolti rischia di rivelarsi riduttiva, inoltre come si fa a stabilire che un saggio sia davvero tale, che lo sia riguardo tutti e che sia davvero “pratico” nel trattare i più terreni problemi di politica ed economia? Strauss col suo elogio alla classicità, non mette forse un po’ troppo da parte quel contrattualismo che da Locke in poi, rappresentò il via per l’affermazione di diritti fondamentali? Al di là di ogni considerazione la grandezza del pensiero di Strauss sta propriamente in questo, nell’essere riuscito a risollevare all’alba del terzo millennio il valore della centralità del dibattito intorno ai diritti naturali.
Uno studio di Tom Bethell smonta i luoghi comuni dell’ambientalismo catastrofista
Tutto quello che pensate di conoscere non è vero Siamo proprio sicuri che i mutamenti climatici, il riscaldamento della atmosfera, gli sconvolgimenti tellurici e metereologici sono dovuti al cattivo utilizzo che l’uomo fa delle risorse del pianeta? La “Guide to Science”, Regnery, pagg. 270, $27,95 di Tom Bethell, ultima guida pubblicata per la collana The Politically Incorrect ovviamente non la pensa così. La collana nata per dare spazio alle opinioni scientifiche accademiche non-liberal negli Stati Uniti si cimenta con Bethell in uno degli argomenti più spinosi e difficili da essere affrontati per il versante conservatore contemporaneo. Il circo mediatico non chiede altro che suscitare grandi drammi, grandi preoccupazioni e grandi complessi di colpa, ma la scienza non deve prestarsi ad effetto condizionato di una distorsione da auditel. L’autore scientificamente, punto su punto, smonta la collezione di luoghi comuni cui siamo abituati dare credito. Ma andiamo con ordine. Il surriscaldamento dell’atmosfera: nessuno studio scientifico ha mai dimostrato il legame tra l’innalzamento della temperatura della atmosfera all’agire umano. “Molti ricercatori spiega-
no come la variazione sia dovuta a periodiche fasi di glaciazione, già registrate nella storia. Ma l’onda montata, dagli anni ’70 in poi, da movimenti ambientalisti, attori impegnati, titoli di giornale e politici di area “verde” ha imposto al pensiero comune l’ineluttabile equivalenza tra industrializzazione e surriscaldamento.” L’ormesi: fenomeno secondo il quale, a determinate dosi, le radiazioni non solo smettono di essere nocive ma addirittura generano dinamiche salutari. Bethell se la prende con il fanatismo dello scientismo unidirezionale che rifiuta il confronto. Esempio? Chernobyl. Sì avete capito bene Chernobyl. I reali danni causati da Chernobyl non sono quelli che si basano sulle stime errate della catastrofe generata dal “fallout” – centinaia di migliaia di morti che non ci sarebbero mai stati. “Dopo la tragedia, alcune ricerche hanno dimostrato come i tassi di tumori e leucemie siano diminuite rispetto alla media, in zone sottoposte a radiazioni lievi.”Il DDT, oramai ipotesi di scuola e non in senso metaforico in realtà ha debellato definitivamente malattie devastanti e non è vero che esso sarà la principale causa di estinzioni di massa di centinaia di specie animali. “Metà del totale delle specie annichilite nel prossimo secolo”
(National Geographic). Neanche per niente per Bethell, “L’estinzione è un fenomento naturale e non c’è prova di alcuna estinzione legata all’attività umana”. Infine, la clonazione: inutile dal punto di vista terapeutico e per la staminali, spacciate come viatico per cure miracolose. Il darwinismo: un dogma. Popper sosteneva che l’evoluzionismo non è una teoria scientifica perché non prevede fatti che possano smen-
tirlo. Al di là di tutto, leggendo il libro che ha il pregio di insinuare il dubbio e quindi la capacità di esercizio della critica anche su un tema dove le nostre opinoni troppo spesso sono appaltate al politicante di turno, vengono in mente le parole del leader pentito di Greenpeace, Patrick Moore, “l’ambientalismo ha dovuto adottare posizioni estreme perché quelle più ragionevoli erano oramai state accettate”.
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LA PIAZZA D’ITALIA - SPETTACOLO Il futuro della regia?
Festival di Capalbio
Nuovo volto scoperto da Allen
Evoluzione o morte del cinema? Si vedrà, dividendosi già la platea in scettici ed entusiasti. Ragione della contesa e delle paure: un piccolo, iper-tecnologico cellulare, il Nokia N93, che non solo squilla e fa il suo dovere di telefonino, ma diventa vera e propria telecamera digitale. Al FilmFest di Taormina ci hanno dato un assaggio delle sue potenzialità: un corto di sei minuti Ma tu… mi ami? di Edoardo Molinari diretto da Ricky Tognazzi ed una manciata di minuti, molto sperimentali, con Lamente di Alex Infascelli, realizzato in due giorni, regista che già nei precedenti lungometraggi Almost blu, Il siero della vanità e il recente H2Odio dell'immagine
Quasi 40 cortometraggi in concorso, tra cui 6 italiani, un'edizione interamente dedicata a Roberto Rossellini, nel centenario della sua nascita, e una novità: il primo Junior Short Film Festival, dedicato ai lavori realizzati dai ragazzi delle scuole primarie e secondarie. Questa è la 13ª edizione del festival Capalbio Cinema. I film brevi in competizione, provengono da 18 paesi nel mondo, e affrontano per la maggior parte temi legati all'attualità: l'immigrazione, la povertà, la pedofilia, la vecchiaia, senza trascurare la commedia. L'omaggio a Rossellini si articola nella proiezione di alcuni film brevi.
Sarà l'esordiente Hayley Atwell la protagonista del prossimo film di Woody Allen. Lo rivela la rivista Production Weekly. L'attrice - che ha alle spalle soltanto un paio di apparizioni televisive - affiancherà Colin Farrell e Ewan McGregor. Ancora senza titolo, il film si girerà a Londra da quest'estate e racconterà la storia di due fratelli (Farrell e McGregor) che, afflitti da gravi problemi finanziari, decidono di darsi al crimine, ma la situazione precipita e i due diventano nemici.
“E’ un uomo senza sé, senza una personalità riconoscibile. Spesso mi ritrovo a pensare a quest’uomo…a come deve essere meravigliosa la sua vita: non ha futuro né passato, nessuna responsabilità. E’ semplice!”. Così Peter Sellers descriveva il suo personaggio: Chance il giardiniere, protagonista del film di hal Ashby Oltre il giardino (1979). Intelligente e graffiante critica alla società americana degli anni ’80, apologo su una civiltà che lentamente si sgretola soffrendo i mali della teledipendenza. Il film è uno dei pochi esempi di riuscito adattamento realizzato dall’autore del romanzo dal quale è tratto. Il polacco Jerzy Kosinski, che ebbe un’infanzia infelice, fu apolide
e non sviluppò i mezzi della comunicazione verbale fino all’età di 11 anni. Col suo romanzo Presenze (1971) indaga sull’incomunicabilità e crea un protagonista significativo quanto inutile e serve su un piatto d’argento, all’irriverente Ashby, una sceneggiatura su cui sviluppare un lavoro registico eccezionale. La storia di Chance è quella di un uomo rimasto fino a 50 anni isolato nella stupenda villa del suo anziano padrone, a New York. E’ analfabeta e si “nutre” solo di televisione, il tubo catodico è il suo unico svago e anche il solo mezzo che lo tiene in contatto con il mondo reale per non sprofondare in un totale autismo. È un abile giardiniere e cura il parco
Da Presenze di Jerzy Kosinski a Oltre il giardino di Hal Ashby
Un grande romanzo che divenne un grande film
della villa con grande amore e dedizione. Quando il suo amato padrone muore, i suoi eredi licenziano la servitù e Chance si ritrova solo per la strada. Vagabondo per la grande città viene investito da una lussuosa macchina appartenente a un ricco industriale, nonché amico del presidente degli Stati Uniti. Questi, pensando che il giardiniere sia un uomo saggio e delicato, lo elegge suo consigliere. In poco tempo tutti lo considerano un arguto intellettuale, al punto che i suoi sconnessi discorsi sul giardinaggio vengono scambiati per geniali consigli per l’economia del paese. Alcuni lo vorrebbero candidare alle presidenziali, ma lui, anima pura, è felice nello
svolgere le amate mansioni di giardiniere. Kosinski modellò il personaggio di Chance, antesignano di Forrest Gump, dal dialogo di un floricoltore nel Riccardo II di William Shakespeare, che paragonava la professione della politica alla pratica del giardinaggio attraverso metafore. Peter Sellers, con la sua magnifica recitazione, diede il migliore dei volti ad un personaggio apparentemente senza anima. Oltre il giardino è un film del 1979, ma non per anacronistico, anzi ha molte più cose da comunicare adesso di quante ne aveva 20 anni fa. Fu il primo ad analizzare una società dell’immagine che non crea mostri, ma geniali, candidi, “idioti”.
AL CINEMA
Delude l’ultimo lavoro di Rosenberg HALF LIGHT Autrice di romanzi mistery di enorme successo, Rachel Carlson (Demi Moore) è sposata con un famoso editor (Henry Ian Cusick), scrittore fallito, e madre del piccolo Thomas (Beans El-Balawi) che, a sette anni, muore annegato in un canale vicino casa, a Primrose Hill. Il senso di colpa, da quel momento, condizionerà la vita della donna, peraltro prossima al divorzio. Per provare a riprendersi,
accettA il consiglio di un’amica e si trasferisce in un cottage vicino ad un villaggio sperduto delle Highlands scozzesi. L'incontro con l'affascinante guardiano sembra aiutarla a rimettersi in pari, ma i continui e inequivocabili messaggi provenienti dal figlio morto e alcuni stravolgimenti su verità apparentemente acquisite metteranno nuovamente a dura prova i nervi di Rachel: follia e fenomeni soprannaturali, alla fine, riusciranno a vincerla? Già regista di Hotel
de Love e famigerato co-sceneggiatore di After the Sunset, l'australiano Craig Rosenberg prova a miscelare, con evidente presunzione, le suggestioni derivanti da letture, ambientazioni (non la Scozia, in realtà, ma la zona più settentrionale del Galles) e fenomeni "post mortem" triti e ritriti: a farne le spese, oltre lo spettatore costretto ad un'estenuante "preparazione" antecedente il colpo di scena rivelatore (e terreno), è proprio la rediviva Demi Moore
Mike Mills all’esordio in una commedia familiare IL SUCCHIAPOLLICE Si sveglia la mattina, col pollice in bocca. Nei momenti di crisi della giornata, è il suo Prozac personale. La sera, il compagno inseparabile per sprofondare in sonni non troppo tranquilli. La vita di Justin, accerchiata dai comuni personaggi della provincia americana nell’Oregon, è piuttosto grigia: soltanto il pollicione la rischiara. Il Succhiapollice è una commedia realistica "di formazione"
nella quale Mike Mills, al debutto come regista, non risparmia un gusto personale per i nuclei familiari "in un interno" e le loro problematiche antropologiche: rapporti parentali, scuola senz'anima, dinamiche giovanili, arrivismo intellettuale, diversità sociali. Nella famiglia di Justin, interpretato un naturale e convincente Lou Pucci, non manca nessuno stereotipo: un padre preoccupato che vuole il massimo (Vincent D’Onofrio), una madre tormentata (Tilda
Swinton) che cerca il compromesso, e intorno a questo nucleo familiare ruotano personaggi quali: un dentista appassionato di ipnosi (Keanu Reeves) e un professore scolastico frustrato (Vince Vaughan). Tutti soffrono di ansie nascoste, nessuno è capace di concentrazione, anche l’amore è distratto. Ritratto di una umanità comune per un film molto umano, collettivo, ben interpretato dagli illustri attori tra parentesi, piacevolmente vero e forse proprio per questo preoccupante.
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LA PIAZZA D’ITALIA - TEMPO
LIBERO
Rally: Acropoli, Loeb domina la Superspeciale di Atene
Auto: Formula 3000, Ghedina settimo in Germania
Scherma: CDM fioretto femminile a squadre, Italia terza a Marsiglia
Atene (Adnkronos) - E’ iniziato nel segno di Sebastien Loeb il Rally dell’Acropoli. Il francese, su Citroen Xsara, ha vinto la superspeciale inaugurale dell’ottava prova del Mondiale disputata allo stadio Olimpico di Atene precedendo di 2’’ il finlandese Marcus Gronholm (Ford Focus). Loeb, che nella sua manche ha sconfitto proprio lo scandinavo, ha inflitto 2’’8 di distacco al finlandese Mikko Hirvonen (Ford Focus).
Oschersleben (Adnkronos) - Nella gara tedesca di Oschersleben il neo-pilota Kristian Ghedina dopo una splendida gara e’ arrivato settimo nel campionato F3000 International Masters. Partendo solo dalla 13esima posizione e’ riuscito a guadagnare posizione su posizione con ottimi tempi sul giro e grande continuita’ con la monoposto da 500 cavalli.
Marsiglia (Adnkronos) - Termina con un ottimo terzo posto nella gara a squadre la trasferta della nazionale azzurra di fioretto femminile a Marsiglia. Oggi il quartetto formato da Elisa Di Francisca, Margherita Granbassi, Giovanna Trillini e Valentina Vezzali e’ stato sconfitto in semifinale dalla Polonia dopo avere battuto nei quarti la forte Polonia di Sylwia Gruchala. ‘’Un’altra buona prestazione collettiva abbiamo ancora qualcosa da migliorare”.
Intervista a Stefano Capponi, Assessore al turismo di San Felice Circeo Assessore, sta iniziando la stagione estiva , quali sono le previsioni? Le previsioni sono positive, con le nostre bellezze naturali ci aspettiamo un grande afflusso turistico. Qual è la vostra strategia per promuovere il turismo? Su che cosa puntate? L’obiettivo dell’amministrazione comunale è tenere il paese pulito, cercando di rispondere a tutte le esigenze del turista e del cittadino; noi cerchiamo di offrire svago, divertimento ma anche cultura. Non dimentichiamo l’importanza dell’ambiente naturale nel quale viviamo; qui abbiamo il Parco Nazionale del Circeo con le sue attrazioni, come la flora, la fauna, ma anche la Villa di Domiziano e molto altro ancora . E’ preservato l’aspetto ecologico? L’aspetto ecologico è per noi molto importante. Il Comune, in collaborazione con il Parco Nazionale del Circeo, ha cercato di promuovere l’iniziativa Ecolabel, ovvero un marchio ecologico volto alla riduzione dei consumi di energia, di acqua, di prodotti chimici - certificato dalla Comunità Europea - concesso a quelle strutture ricettive che rispettano l’ambiente e che s’impegnano a preservarlo. L’80% della
nostra struttura alberghiera, che risiede nel Parco, aderisce a questa iniziativa. Come pensate di far tramandare e conoscere le vostre tradizioni, il vostro patrimonio? Per tramandare le nostre tradizioni, il nostro patrimonio naturale e culturale, crediamo che la chiave sia nell’educazione dei nostri giovani, ovvero far apprezzare loro le infinite risorse che abbiamo. Per esempio l’amministrazione comunale stimola le scuole locali a visitare il museo Zei (“Fondazione Marcello Zei Homo Sapiens” n.d.a.) una mostra che aiuta a diffondere la conoscenza del territorio, della sua storia attraverso le testimonianze legate al mare. Per divulgare il nostro patrimonio, anche ai turisti, abbiamo, tra l’altro, recuperato la tradizione della “Sagra del pesce” e organizziamo ogni anno il nostro Carnevale. Rispetto alle risorse che il Circeo offre le sembra che la promozione del territorio sia commisurata? Noi preferiamo investire i fondi che abbiamo a disposizione in opere pubbliche e al mantenimento delle stesse, garantendo adeguati servizi alla cittadinanza con l’obiettivo permanente
ITINERARI DEL LAZIO
Il Circeo, un’armonia di natura, cultura e leggenda Il prezioso patrimonio ambientale del Circeo è incastonato in una cornice culturale di pregevole valore, decorato da una stuzzicante tradizione culinaria Il Circeo, offre un’ampia varietà di tipologie di vacanza; una delle più apprezzate dai vacanzieri è quella che privilegia il rapporto uomoambiente. Molteplici sono gli spazi dove poter trascorrere ore rilassanti a contatto con la natura, magari facendo un’escursione al Picco di Circe; mentre i ciclisti più allenati possono giungere alla Fonte di Lucullo per arrivare fino al lago di Fogliano. Gli appassionanti di botanica potranno sbizzarrirsi, con delle lunghe passeggiate, magari anche a cavallo, nella splendida foresta del Parco Nazionale del Circeo. Numerose sono le grotte costiere che si aprono sulla scogliera del promontorio; alcune delle quali custodiscono resti fossili molto interessanti per i paleontologi. Gli amanti del periodo preistorico potranno visitare sia la grotta Guattari - nella quale venne ritrovato il cranio di epoca preistorica attribuito all’Uomo di Neanderthal - sia la grotta delle Capre - nella quale sono ancora visibili i segni della preistoria del Circeo -; per approfondire il tema è stata allestita una mostra permanente “Homo sapiens e Habitat” a San Felice Circeo. Attraversando le vestigia della Villa di Domiziano si può rievocare l’epoca imperiale, mentre tracce del medioevo si posso riscoprire visitando la Torre dei Templari, il palazzo Baronale e le torri d’avvistamento. Il centro cittadino è San Felice Circeo; un grazioso gioiello con le sue piccole vie e i locali alla moda, luogo d’incontro serale dei villeggianti tra manifestazioni ed eventi estivi. Il suggestivo Santuario della Sorresca, a ridosso del lago di Paola, è una tappa interessante per i pellegrini che possono approfondire l’argomento recandosi alla mostra permanente dedicata alla “Sacra Sindone” a San Felice Circeo presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli. La cucina locale, tipicamente mediterranea, è ancorata alle origini contadine, ed è capace di offrire piatti semplici ma molto gustosi, come la bianca e tondeggiante Mozzarella di bufala campana DOP e i copiosi prodotti della terra come i pomodori, le fragole, i meloni, il sedano bianco, l’olive… ovviamente il tesoro gastronomico per antonomasia è il pesce che - con i suoi rombi, scampi, orate, alici, dentici… - trova la sua celebrazione più grande nella tradizionale “Sagra del pesce azzurro” nel mese di settembre. In questa zona gli appassionati dei vini potranno degustare il sapore pieno ed armonico del Circeo DOC - prodotto lungo la fascia costiera
del promontorio - e il gustoso ed equilibrato Moscato di Terracina. Squisite prelibatezze! Il mare rimane il richiamo più grande del Circeo. Acque limpide, spiagge e scogliere, formano un mosaico raffinato. I fondali marini, offrono un tesoro curioso di flora e fauna, senza dimenticare che i sub possono scorgere, ad una profondità di 18 metri, una statua bronzea del Cristo del Circeo inabissata nel 1992. La struttura alberghiera è buona e offre diverse opportunità di soggiorno, sia sulla riviera che nell’entroterra. Il Circeo è un mix armonioso, una miscela ben amalgamata di natura, cultura, storia e gastronomia. E’ un posto strategico dove poter soggiornare, infatti da qui, si possono raggiungere le limitrofe Isole Pontine ma anche Terracina, Sabaudia, Gaeta, Sperlonga… Questo promontorio, terra di passaggio di Ulisse, di Polifemo, della Maga Circe offre una ricchezza naturale di indubbio pregio, avvolta nella leggenda come un velo copre una bella sposa. Il racconto omerico narra che la bella Maga Circe abbia qui utilizzato le sue pozioni ed unguenti magici per incantare e soggiogare, con abilità e fascino, viandanti e naviganti. Probabilmente, la bella incantatrice nel maneggiare infusi e filtri, lasciò volutamente cadere a terra, un’ampolla contenente un preparato, forse magico, di fascino che, nonostante il tempo, questa terra esercita. Ristoranti proposti : Punta Rossa Via delle Batterie, 37 tel. 0773/54.80.85 Maga Circe Via A. Bergamini, 7- 0773/54.78.21 Il Campanile: Via Litoranea, km 25 - Tel. 0773756391 Baia d’Argento Piazza Cavalli Marini, 4
Per informazioni Pro Loco di San Felice Circeo Piazza Lanzuisi 0773/54.77.70
d’implementarli. Ad esempio, da qualche giorno abbiamo inaugurato “ Vigna la Corte”, ovvero una serie di giardini a gradoni che hanno come panorama tutto il Golfo di Terracina; tra i nostri progetti abbiamo anche la costruzione di un centro sportivo, mentre è stato già attivato un circuito di videosorveglianza per garantire a tutti una maggiore sicurezza. Offrendo al turista i servizi adeguati di cui necessita, confidiamo nel primo vettore di promozioni “il passaparola”. Trova che il Circeo dia al turista un proporzionato rapporto qualità /prezzo? Il turista qui trova una serie di servizi e di bellezze naturali che sicuramente sono superiori al prezzo che paga per soggiornare. Ci sono imprenditori turistici che scommettono sullo sviluppo della zona? Stiamo per approvare una zona alberghiera, vicino il lungo mare, allo studio c’è anche un progetto per un campo da golf, ormai considerato un’attrazione molto importante per il turismo; ovviamente il Comune non poteva affrontare questa spesa con le sue sole forze, pertanto, ci siamo avvalsi dell’aiuto finanziario di imprenditori che credono nello sviluppo della zona. Quali progetti, in questi suoi 4 anni di mandato, è riuscito a realizzare con grande soddisfazione? La mia soddisfazione più grande è constatare che questo paese aumenta sempre di più l’of-
ferta turistica e che i servizi resi siano sempre migliori. Quali progetti non ha ancora realizzato? Io sono un amante del mare e credo che un paese come questo, che vive sul mare e di mare, debba avere un coordinato di servizi legati ad esso. Mi auguro di realizzare l’ampliamento del porto turistico. Crede che ci sia stato un settore del turismo che ha trascurato? Mi sarebbe piaciuto avere avuto più tempo a disposizione per dedicarmi ad ogni aspetto, anche il più piccolo, del mio assessorato. Se fosse un “forestiero” soggiornerebbe al Circeo? Certamente. Senza neanche pensarci due volte. L’offerta è vastissima e di qualità; vi sono grotte naturali, mare, spiagge attrezzate, scogli bellissimi, il Parco Nazionale del Circeo, la vita notturna... Insomma il Circeo offre un grande ventaglio di opportunità. E poi qui si respira quell’aria magica…sarà la leggenda di Omero! Avrebbe voglia di aggiungere altro? Si. Ogni volta che c’è l’occasione approfitto per ringraziare i turisti, i cittadini, ma anche le persone che criticano il mio lavoro in modo costruttivo; sono preziose per migliorare il mio operato. Mi piace comunicare loro che prendo atto delle note che mi sono mosse cercando di riuscire a realizzare ciò che mi è richiesto.Vorrei trasmettere loro il mio amore sincero per questa terra, vorrei che ne fossero innamorati quanto me.
Con la riforma poteri reali per il premier Prosegue a pag. 1 di spesa. Ognuno di noi avrà una responsabilità vera e prima di tutto economica, in fatto di competenze. Nessun deputato si potrà nascondere dietro un dito". E la questione del premier assoluto? "Sappiamo che, andando a votare una coalizione eleggiamo anche il premier corrispondente. Se il premier non ha la maggioranza allora... è costretto a dimettersi. Con il "sì" si delimiteranno con chiarezza i limiti dello stato e quelli delle regioni. In modo equilibrato, con rigore e rispetto per il mondo delle istituzioni". Anche in An ci sono state delle resistenze. Secondo alcuni per modificare la Costituzione c’è bisogno di un’assemblea Costituente... "Il percorso dell’assemblea sarebbe stato un discorso alternativo. Ma questo è stato un pensiero dettato soprattutto da una
destra che non appartiene a quella, moderna, della mia generazione". Non si verrebbero a creare regioni più o meno avvantaggiate rispetto alle altre? "No, grazie a riforme di questo genere si verrebbe a creare un giusto equilibrio e un ammodernamento dei percorsi. Credo inoltre che alla gente interessi soprattutto che le riforme arrivino a buon fine e che servizi come pensioni o sanità non vengano a mancare". Devolution. Una legge della Lega. Si sente d’accordo con questa affermazione? "Credo che sia una legge della Casa delle Libertà. Tutta, come coalizione. Certo è che per la Lega ha un significato maggiore... È un po’ come Dio, padre e famiglia per la destra italiana... Inutile negare che, questo, sia stato un impegno di tutto il centrodestra, per venire incontro alle esigenze di cittadini e istituzioni". Devolution,
premier con super poteri... A parte questi due temi, quali altri argomenti hanno, secondo lei, un’importanza fondamentale? "Nell’ambito dell’economia, che posso considerare il mio ambito... si farà chiarezza su chi paga e chi spende. Soprattutto, i cittadini di questo saranno informati e sapranno premiare, o sanzionare, i politici". Previsioni sul voto? "Se si dovesse fare una disquisizione a livello politico... Insomma luoghi comuni vorrebbero il Centro Nord per il "sì". Il Centro Sud, al contrario, vede in modo sospetto la riforma. Colpa una comunicazione non sana. Molto dipenderà anche dall’affluenza alle urne: bisognerà capire se la gente comprenderà, o meno, il valore di una seconda partenza oppure no". SIMONA CAPORILLI