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MERCOLEDÌ 4 FEBBRAIO 2009
il Cittadino
Sudmilano
I MALVIVENTI HANNO FATTO USCIRE GLI ANIMALI DALLA PORCILAIA A UNO A UNO, PER POI CARICARLI SU UN CAMION E SPARIRE NEL NULLA
I ladri di bestiame portano via 21 maiali Razzia in un’azienda di Mulazzano, nessuno si è accorto di nulla MULAZZANO Ventuno maiali sono spariti da una cascina di Mulaz zano. Durante la notte qualcuno ha aperto la porcilaia e li ha fatti uscire uno alla volta, accompa gnandoli attraverso i campi e fa cendoli salire su un camion o un altro mezzo pesante per portarli via. I titolari non si sono accorti di nulla: solo alla mattina suc cessiva hanno trovato la stalla aperta e vuota e così hanno lan ciato l’allarme. Un furto d’altri tempi, insomma, avvenuto alcune settimane fa al l’interno della cascina Ronco marzo, nell’omonima via di Mu lazzano, ma venuto alla luce solo ora, quando fra le cascine del Su dmilano e del Lodigiano è circo lata la voce insistente di un ban da specializzata nelle razzie di bestiame, con tutti i suggerimen ti del caso ai proprietari per te nerla alla larga. Le vittime hanno presentato una denuncia nei giorni successivi al furto alla caserma dei carabinie ri di Tavazzano, competenti per territorio, che ora si stanno oc cupando delle indagini affianca ti dai militari della compagnia di Lodi e del nucleo investigati vo. Intorno alla cascina sono stati trovati segni evidenti del passag gio dei ladri e dei maiali. Una volta fuori dalla stalla, infatti, gli animali hanno attraversato un ampio pezzo di campagna at torno alla cascina prima di arri vare alla strada più vicina. Pro prio qui le impronte sono scom parse all’improvviso: gli animali infatti sono stati caricati su un mezzo pesante, di cui erano ri maste le tracce, forse anch’esso rubato nella zona del Sudmilano. Sembra certo al momento che ad agire siano state più persone. «In 38 anni di attività non ci era mai successa una cosa simile dicevano ieri i titolari dell’azien da agricola colpita, di proprietà della famiglia Papetti . Sono spariti 21 maiali: i ladri hanno aperto la stalla e poi li hanno ac compagnati fuori di notte e gli hanno fatto fare il giro del cam po». Il valore complessivo degli animali scomparsi è di circa 5mila euro, alcune centinaia di euro ciascuno. «È successo alcune settimane fa aggiungono i titolari della casci na e non ci siamo accorti di nul la. Per fortuna non ci hanno por tato via tutti i maiali, ma solo una parte, un gruppo che si tro vava in quella stalla. Gli altri in vece sono rimasti al loro posto». Solo la mattina, come detto, i proprietari si sono accorti del furto: «Ci siamo alzati molto pre sto, come sempre, e siamo usciti per cominciare il lavoro. Solo a quel punto ci siamo accorti che la stalla era stata aperta durante la notte e che gli animali erano spariti». La “voce” di una banda che raz zia bestime si è diffusa rapida mente in tutto il Lodigiano e il Sudmilano, anche se al momento non sono stati registrati altri episodi nella zona di competenza dei carabinieri di Lodi. E molte aziende hanno adottato tutte le precauzioni possibili per non ve dersi sparire dalle stalle uno dei loro beni più preziosi. Davide Cagnola
Carpiano, Mercedes rubata ritrovata grazie al satellitare
Dall’azienda di Mulazzano nei giorni scorsi sono spariti 21 maiali (foto d’archivio)
CARPIANO Rubano una potente Mercedes a nord di Milano e la la sciano in un parcheggio di Car piano. Ma la macchina è dotata di un antifurto satellitare, per cui in poche ore le forze dell’ordine riescono a recuperarla. La miste riosa vicenda risale ai giorni scorsi, quando nottetempo i ladri hanno rubato una Mercedes Slk, che si trovava nel g arage di un’abitazione privata ad Arluno, località a nord di Milano. Dopodi ché, sono rapidamente fuggiti, fa cendo perdere in pochi minuti le proprie tracce. Un furto come tanti altri, insomma, con i ladri che si sono portati via un veicolo dal valore di decine di migliaia di euro. Stavolta, però, i malviventi non hanno fatti i conti con il fatto che la Mercedes fosse dotata di un antifurto satellitare, che ha consentito ai carabinieri di loca
lizzarla nel giro di poche ore. Già nella mattinata di lunedì, infatti, i carabinieri di Melegnano han no ritrovato la macchina in un parcheggio di Carpiano. Dopo aver svolto tutte le indagini ne cessarie in casi del genere, hanno effettivamente verificato che si trattava della macchina rubata ad Arluno solo poche ore prima. A quel punto, quindi, hanno chia mato il soccorso stradale Clerici di Melegnano che, dopo averla prontamente rimossa, l’ha ricon segnata ai legittimi proprietari. Un caso per certi versi analogo si era verificato solo qualche setti mana fa quando, sempre in un posteggio del comune alle porte di Melegnano, la polizia locale di Carpiano aveva recuperato un Porsche Cayenne, che pochi gior ni prima era stato rubato nel Va resotto.
COLTURANO n ANDÒ DISTRUTTO UN SOFFITTO CINQUECENTESCO, LA PRIMA UDIENZA SETTE ANNI DOPO IL FATTO
Processo a un «falso architetto» Tecnico a giudizio per esercizio abusivo della professione dopo un crollo COLTURANO Due progettiste, una ar chitetto e l’altra (secondo l’accusa) no, a processo per la ristruttura zione di un edificio cinquecente sco a Colturano, in via Vittorio Emanuele: nel 2001 un medico in caricò le due esperte, M.A. e S.B., con studio a Milano, di un inter vento di riqualificazione da ese guire sotto la supervisione della Soprintendenza ai beni architetto nici, ma nel bel mezzo dei lavori un soffitto a cassettoni crollò. La com mittente, che in parte dell’edificio ha realizzato uno studio e un’abita zione, dopo quell’episodio si inso spettì e fatte alcune verifiche de nunciò che una delle due esperte, M.A., non era nemmeno architetto. La denuncia colpisce anche l’altra progettista, S.B., che pur essendo architetto titolato è accusata di es sersi resa colpevole di comporta menti omissivi, di non aver cioè detto chiaramente alla proprieta ria dello stabile che la sua collabo ratrice non era titolata. Per en trambe l’ipotesi di reato è di eserci zio abusivo della professione. Le prime udienze a Lodi si sono te nute solo in questi giorni, anche se i fatti contestati dalla procura sono compresi tra il settembre del 2001 e la primavera del 2002, per diversi motivi. Innanzitutto, nei confronti delle due “architette” è aperto un procedimento anche a Milano, ma per l’ipotesi di truffa, e poi i legali delle progettiste hanno sollevato anche un’eccezione di competenza territoriale del tribunale di Lodi. Solo lunedì, a poco più di una setti mana dalla prima udienza a Lodi, il giudice Manuela Scudieri ha
L’edificio di Colturano in cui fu realizzato il restauro che ha per strascico due processi a carico di due progettisti sciolto la riserva, rigettando l’ec cezione, e il processo è potuto en trare nel vivo. In aula il medico ha ripercorso le vicende che portarono all’incarico e ha ricordato anche il biglietto da visita esibito dalle due professioni ste, con la dicitura “studio di ar chitettura e ingegneria” seguito da tre nomi, compresi i due delle pro gettiste, ma non preceduti dal tito lo. E proprio su questo aspetto
sembra puntare la difesa delle pro gettiste. A deporre per la loro espe rienza in materia di restauri un nutrito “book” di interventi in agriturismi e strutture rurali, ma il medico che le ha denunciate, e che è costituita parte civile nel pro cesso, ha testimoniato di non aver più avuto problemi con il cantiere una volta revocato l’incarico alle due progettiste e affidato il com pletamento ad altri professionisti.
A fronte dell’età dell'edificio, co munque, i sette anni tra i fatti con testati e l’apertura del processo appaiono poca cosa. La prescrizione non appare così lontana ma il medico che incaricò due architetti e se ne ritrovò inve ce uno solo, con tanto di soffitto cinquecentesco crollato, dovrebbe comunque approdare a un risarci mento. Carlo Catena
SAN ZENONE
Paura nella notte per un incendio scoppiato in casa n Paura per un incendio scoppiato in una villa di San Zenone. Per spegnerlo devono intervenire i vigili del fuoco di Lodi e Milano. L’episodio si è verificato nella notte tra lunedì e martedì in un’abitazione disposta su due piani al numero 5 di via Isola, zona densamente abitata nel cuore di San Zenone. A raccontare l’intera vicen da sono gli stessi padroni di casa, che al momento del rogo erano a letto. «At torno all’una di notte ha spiegato ieri pomeriggio la proprietaria dell’apparta mento abbiamo sentito degli strani rumori prove nire dalla zona del tetto. Così, ci siamo immediata mente alzati per controlla re cosa fosse accaduto. Anche perché temevamo fossero i ladri, che già ci avevano “visitato” poco più di un mese fa». Nella prima decade di dicembre infatti, sempre nottetem po, i malviventi avevano preso d’assalto la villa in via Isola dove, con i padro ni in casa che dormivano placidamente, si erano portati via il bancomat, ma anche diversi preziosi tra bracciali e collane. «Ma in questo caso i ladri non c’entravano nulla ha ripreso nel racconto la donna . Perché stavolta era il tetto che aveva preso fuoco». Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il rogo è stato provocato da un cortocircuito della can na fumaria e in breve tem po si è propagato al tetto in legno. «A quel punto, quindi ha aggiunto anco ra la donna , non abbiamo potuto fare altro che chia mare i soccorsi». Così, tempo pochi minuti, sul posto si sono precipitati a sirene spiegate una pattu glia dei carabinieri di Me legnano, due squadre dei vigili del fuoco di Milano e Lodi e i volontari della Croce bianca di Melegna no, il cui intervento fortu natamente non si è rivela to necessario. Non appena arrivati sul posto, i pom pieri si sono tempestiva mente attivati per spegne re l’incendio, che è stato domato nel volgere di po chi minuti, senza che l’abi tazione subisse particolari danni. Ad ogni modo, la zona del tetto interessata dalle fiamme è stata op portunamente messa in sicurezza. Dopodiché, sem pre con il prezioso ausilio dei vigili del fuoco, i cara binieri di Melegnano han no ricostruito la dinamica di quanto accaduto.
Mediglia, l’ex assessore fuori dal coro Vizzolo, oggi i funerali di Enzo Volpi, appoggia la petizione antigassificatore fu il sindaco dei primi anni Novanta MEDIGLIA Se la minoranza (spon da gruppo Fenice) è pronta a ri chiedere la consultazione comu nale, anche la maggioranza che governa Mediglia si muove nel la medesima direzione. L’ex assessore Liviana Bonucci, mettendo in luce visibili scric chiolii all’interno della coali zione di governo locale, ha sup portato la raccolta di firme da parte di un gruppo di persone di Bustighera contro l’insedia mento nella frazione del nuovo gassificatore. «Io ritengo che l’impianto a pochi metri dalle case sia una scelta sbagliata commenta Liviana Bonucci : non sono contraria al gassifica tore ma alla sua localizzazione». Una posizione di minoranza nella stessa maggioranza come ammette lei stessa. Perché per il
momento il capogruppo Loren zo Brocca dice che «non esiste alcun atteggiamento pregiudi ziale nei confronti di Mse, ma solo una giusta attenzione sulle conseguenze che un simile pro getto proposto potrebbe avere sul territorio». Questa, insomma, la posizione ufficiale della giunta mediglie se in vista della pubblica assem blea in programma per domani. La proposta di portare il gassifi catore a Bustighera è stata resa possibile nell’ambito di un per corso che aveva confermato la presenza del trattamento dei ri fiuti nello stesso posto dove oggi c’è il tritovagliatore, attraverso la procedura di compostaggio dei rifiuti. «Sebbene spiega Brocca possiamo ritenere inopportuna tale scelta, dobbia
mo prenderne atto. Non è vero tuttavia che accettiamo acriti camente il gassificatore. Siamo invece molto preoccupati per l’occupazione del suolo, per l’impatto ambientale e le emis sioni in atmosfera. Abbiamo preteso di valutare i piani del l’azienda, garantendo la soste nibilità economica di tale pro getto (perché non sia una catte drale nel deserto) e soprattutto quella tecnologica (di modo che sia all’avanguardia e sicuro). Al comune devono inoltre esse re garantite delle royalties. In somma deve essere positivo per il paese, un aspetto da non sotto valutare. Chiaro è che non ba rattiamo soldi sulla pelle dei no stri cittadini. Il punto centrale è la loro salute». Em. Cu.
VIZZOLO Cordoglio fra i cittadini e gli amministratori di Vizzolo: è decedu to dopo una lunga malattia, all’età di 74 anni, Enzo Volpi, sindaco dal 1991 al 1996, dopo essere stato vicesindaco dal 1985 al 1991, ed impegnato in poli tica locale fin dalla fine degli anni Cinquanta. I funerali, con presenza delle autorità e del gonfalone civico, si terranno oggi, con inizio alle 14.30 presso la chiesa parrocchiale di San ta Maria di Calvenzano. Enzo Volpi, che lascia la moglie e due figlie, è sta to amministratore a Vizzolo Preda bissi soprattutto negli anni Ottanta e Novanta, ma il suo impegno nella po litica locale datava a molto prima. Militante nel Pci, nel 1985 era entra to come vicesindaco nella giunta Psi Pci guidata da Ferdinando Salvatori fino al 1991. A quell’esperienza am ministrativa è legata, nel ricordo dei vizzolesi, soprattutto l’apertura del
l’attuale munici pio di via Verdi, con annessa far macia comunale e poliambulatorio, in sostituzione dell’ormai inade guata sede storica di via don Colom bi. «Era una giun ta ricorda pro Enzo Volpi prio Salvatori che chiudeva un periodo difficile, perché c’erano state prima le elezio ni anomale della primavera ‘85, cui si presentò una sola lista ma senza raggiungere il quorum del 50 per cento di votanti e quindi vennero di chiarate non valide; poi il commissa riamento fino al nuovo voto di no vembre». Nel 1991, nel momento deli catissimo in cui il Pci subiva la scis sione di Rifondazione comunista e
poi la trasformazione in Pds, quindi Ds, Volpi guidò direttamente l’esecu tivo locale, impostando in questo ca so un’altra importante opera pubbli ca come l’auditorium centro polifun zionale di fianco alla sede municipa le. Originario di Melegnano ma tra sferitosi ben presto nel centro limi trofo, Volpi era uno di quei sindaci che si potevano incontrare per stra da. «Me lo ricordo così aggiunge an cora Salvatori come uomo di ascol to, presente in mezzo alla gente. Fra noi due poi il rapporto è sempre sta to ottimo: io sono nato nel 1930 e lui mi chiamava “fratello maggiore”». Alle condoglianze si associa l’attuale primo cittadino Enrico Ceriani, a nome dell’amministrazione: «Per quanto posso testimoniare, il suo è sempre stato un impegno all’insegna dell’equità e dell’onestà.» Emanuele Dolcini