indefmito della generazione. Quando la Grande Dea, da Madre Terra, passa ad assumere in particolare la forma di una divinita lunare, in cio appare pero una nuova espressione dell'altro dei significati-base dianzi accennati. La luna e infatti l'astro che muta; associata alIa forza in atto dovunque vi e mutamento, alterazione e trasformazione, essa in un eerto modo riflette la natura stessa delle Acque e delIa UAll cosmica. Astro nottumo, signora delIa notte - nella trasposizione morale, «astro mutevole e incostante» - per via di questa connessione la luna e valsa come ferninile ed e stata associata all'archetipo divino feminile; cost la falee lunare figura anche come un attributo dell' Ardvi iranica, che si e detto essere I' «Acqua» di Ahura Madza. Forse e nelle epifanie indu della Grande Dea - in Kali di cui abbiamo gia detto, in Bhairavi, in Karala e soprattutto in Durga - varie forme di apparire della sposa 0 shakti del «maschio divino» - che ha la rnigliore espressione il principio afroditico delIa feminilita primordiale quale forza dissolvente, travolgente, estatica e abissale del sesso: come l'opposto delIa ferninilita demetrica. Nel mondo mediterraneo tali tratti ha prevalentemente la dea Ishtar, dea dell'amore, insieme a molte altre di uguale struttura: Mylitta, Astarte, Tanit, Ashera, Anaitis. Un tratto fondamentale va qui considerato. II nome di Durga, la corrispondente dea indu, vuol dire «I'Inaccessibile»; ma essa e anche la dea di riti orgiastici. Le dee mediterranee ora indicate hanno spesso l'attributo di «vergini», 1tup8evoc;. Ishtar e «vergine», ma in pari tempo e la «Grande Prostituta», la «Prostituta Celeste» (34). Come «vergine» viene considerata la stessa Kali, in quanta AdyaKilli - essa e kumaritupa dhariui. Come «vergini» sono concepite dee afrodisiache che hanno degli amanti, e perfino dee del tipo demetrico, che sono madri. Pome, Hetaira, Pandemos sono appellativi che nel mondo egeo-anatolico furono compatibili con quello, opposto, di «vergine», Shing-Moo, la Grande Dea, la Vergine Madre cinese, e in pari tempo la patrona delle prostitute. Portandoci in un'altra area culturale, come sempre di nuovo vergini vengono descritte Ie Uri eelesti islarniche, che pur si offrono ininterrottamente all' abbraccio degli eletti, mentre un residuo di codesta idea, in una trasposizione materialistica, 10 si ritrova perfino nel dogma cristiano secondo il quale Maria, oltre ad aver concepito senza essere stata fecondata da un maschio, sarebbe rimasta vergine anche dopo il parto. II senso pin profondo di questa contesto e state colto solo imperfettamente da chi 10 ha voluto spiegare con l'uso che nell' antichita puo esser state fatto del termine «vergine» per designare non solo la donna che non ha ancora avuto esperienze sessuali, ma altresl la donna non sposata, la fanciulla che puo aver bensi avuto rapporti con l'uomo, pero non in qualita di sposa e che rifugge dal vincolo e dalla subordinazione coniugale (35). II fatto e che in tutto do ha piuttosto risal(34) Dal nome Innini-lshtar della dea derive quello delle prostitute sacre, chiamate esse stesse «vergini», di cui diremo: nome che pero si estese alle stesse prostitute comuni, ishtaritu; traggono, Ie une e Ie altre, illoro nome dalla dea perche si pensa che ne riflettessero 0 incarnassero in un certo modo la natura. Cfr, S. Langdon, Tammu; and Ishtar, Oxford, 1914, pp. 75-76, 80-82. (35) L. R. Farnell, The Cults of the Greek States, Oxford, 1896, v. II, pp. 413, 442, 449; , R. Briffault, The Mothers, New York, 1927, v. ill, pp. 169-170. Significato analogo ha, del resto, anche il termine kumart, che in India puo significare vergine, ma anche giovane donna, fanciulla (come nel tedesco Jungfrau) senza che entri necessariamente in quistione la verginita anatomica.
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