Egec Lucidi Musei 2.0 Anno 2009

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Seconda Università di Napoli- Prof. Ludovico Solima - Economia e gestione degli enti culturali

“Musei 2.0”. Nuove tecnologie della comunicazione e generazione periferica della conoscenza ►

Si parla di “Web 2.0” , per marcare la differenza tra il primo stadio di sviluppo di internet, caratterizzato da una relativa staticità, ad uno sviluppo futuro nel quale – anche grazie alla diffusione di nuove piattaforme ed infrastrutture di comunicazione – acquista ulteriore e definitiva centralità l’idea:

1.

del dinamismo e dell’interazione; che gli utenti del web siano i protagonisti nella generazione dei contenuti della rete (user-generated content).

2.

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Il concetto di “social learning” L’interazione e la condivisione delle conoscenze innescano l’attivazione di relazioni basate su processi di scambio interpersonale, in grado di attivare percorsi di social learning, nei quali il flusso informativo non è uni-direzionale ma di tipo multi-polare: non è più possibile, in altri termini, distinguere tra centro e periferia, in quanto è la stessa periferia che assume valore baricentrico.



Viene meno, dunque, una concezione gerarchica e controllata della conoscenza e si fa strada, per converso, una sempre più spinta democrazia del sapere. ►

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Internet: lavori in corso Ciò che caratterizza i siti di nuova generazione, decretandone la loro affermazione in rete, è il livello di condivisione nella generazione dei contenuti, che il più delle volte vengono messi a disposizione dagli stessi utenti, accomunati – ad esempio – da interessi ed ambiti di competenza analoghi.



L’idea (vincente) di questi siti è stata quindi quella di “mettere a sistema” una tendenza che si era ampiamente diffusa sulla rete, attraverso la proliferazione di web personali. ►

La caratteristica ulteriore di questi siti è inoltre costituita dalla presenza di link ad altri siti analoghi, contribuendo alla costruzione di reti spontanee ed informali. ►

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Alcuni esempi: Wikipedia - nata nel gennaio 2001 - contenuti inseriti e controllati dagli utenti - autoregolazione e controllo “sociale” - 50 versioni in lingua - versione italiana: 500mila voci - versione inglese: 2,5milioni di voci 4

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Alcuni esempi: MySpace - creato nel 1998 - tra i primi 10 siti al mondo - mette a disposizione strumenti per entrare in contatto con altre persone e condividere i propri interessi - conta oltre 50 milioni di iscritti

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Alcuni esempi: FaceBook - creato nel 2004

- lo scopo principale iniziale era di far mantenere i contatti tra studenti di università e licei di tutto il mondo

- conta oltre 200 milioni di iscritti - dal luglio 2007 figura nella Top 10 dei siti più visitati al mondo ed è il sito numero uno per foto negli Stati Uniti con oltre 60 milioni di foto caricate settimanalmente. 6

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Alcuni esempi: YouTube - è stato fondato nel 2005 - quotidianamente vengono visualizzati circa 100 milioni di video, con 65.000 nuovi filmati aggiunti ogni 24 ore - l'azienda di analisi Nielsen/NetRatings valuta che il sito abbia circa 20 milioni di visitatori al mese - è il quarto sito più visitato nel mondo dopo Google, Msn e Yahoo

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Alcuni esempi: Flickr - fondato nel 2002 - di proprietà del gruppo Yahoo! - ha una libreria di immagini in continua crescita - conta ogni minuto più di duemila nuove foto inserite da parte dei suoi sette milioni di utenti - si stima che contenga oltre otto miliardi di foto

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Le parole chiave contenuti generati dagli utenti;  comunicazione multi-direzionale;  condivisione delle esperienze;  creazione di comunità.

da una rete di computer ad una rete di persone…

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Convergenza tecnologica e interoperabilità La moltiplicazione delle occasioni di comunicazione interpersonale richiede la disponibilità di due elementi: un dispositivo in grado di trasmettere e visualizzare contenuti informativi e un accesso alla rete. ►

Se fino a non molto tempo fa il dispositivo era rappresentato dal computer e l’accesso alla rete era garantito da una connessione fisica (modem o cavo telefonico), si assiste oggi ad un duplice processo di convergenza tecnologica che rende superate tali soluzioni. ►

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La convergenza tra connessioni doppino

UMTS

ADSL

fibra ottica

Wi-Max

Wi-Fi

etere satellite

l’accesso alle risorse informative diventa ubiquitario

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Un esempio di convergenza: la televisione Il segnale televisivo può arrivare nelle case attraverso:  l’etere (segnale analogico);  il digitale terrestre (Rai, Mediaset, La7);  il satellite (Sky);  il satellite in HD (Sky)  il cavo (Fastweb);  internet – Iptv (Telecom, Fastweb, Tiscali, Infostrada);  internet – siti di social network;  telefono cellulare (Tim, Vodafone, 3).

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La convergenza tra funzioni

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La convergenza tra funzioni

IP TV

cell. UMTS

palmari

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La convergenza tra funzioni

IP TV

cell. UMTS

palmari

MOBILE SOCIAL NETWORK: moltiplicazione dei momenti e dei luoghi, fisici o virtuali, di socializzazione 15

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I riflessi per il settore museale Il rapporto che si instaura tra museo e visitatore durante il processo di fruizione è molto articolato, risolvendosi in una pluralità di sollecitazioni che il museo indirizza verso coloro che frequentano le proprie sale, il cui denominatore comune è il bisogno di mediazione espresso dai visitatori. ►

L’esigenza di mediazione è un’acquisizione relativamente recente: sino a pochi anni fa, risultava piuttosto diffuso il convincimento che “le opere parlano da sole”, attribuendo quindi al visitatore l’onere di dotarsi degli strumenti interpretativi atti a consentirgli una corretta decodifica del messaggio. ►

Più correttamente, si dovrebbe dire: “le opere parlano da sole, ma a chi già le conosce”. ►

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L’esigenza di mediazione

L’urgenza comunicativa dei musei si è prevalentemente espressa attraverso la produzione di testi e l’organizzazione di visite guidate, escludendo fino a poco tempo fa l’opportunità di avvalersi di sistemi audio e video e limitandosi a fornire dei contenuti mediati dalla scrittura e dalle immagini. ►

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I supporti informativi di tipo tradizionale Nei casi in cui si ritiene doversi attivare una qualche ausilio alla visita, questo è infatti generalmente realizzato attraverso supporti informativi di tipo cartaceo (didascalie, pannelli di sala, guide a stampa, etc.), il cui principale limite può essere riconosciuto nella staticità ed uniformità del messaggio veicolato. ►

Il più delle volte, infatti, il museo si rivolge in maniera unidirezionale e del tutto indifferenziata al proprio pubblico, senza cioè calibrare i contenuti della comunicazione in funzione delle caratteristiche del destinatario (età, nazionalità, profilo culturale, etc.) e senza offrire la possibilità di realizzare un qualsiasi tipo di interscambio informativo. ►

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I primi passi Le prime soluzioni sperimentate all’interno dei musei, rivolte a coniugare l’informazione con la tecnologia, sono state le postazioni multimediali e le audioguide: tali strumenti hanno avuto il merito, anche se in modo diverso, di contribuire ad accrescere il grado di familiarità (tanto per il personale del museo, che per i suoi visitatori) con nuove tipologie di supporti informativi. ►

Le audioguide, in particolare, hanno reso possibile coniugare la mobilità, cioè la possibilità di accedere alle informazioni concernenti una particolare opera anche nell’immediata prossimità della stessa, con l’oralità, che supera la difficoltà di leggere ed osservare contemporaneamente. ►

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L’approccio verso la rete I primi siti creati dai musei si sono generalmente risolti in tentativi – talvolta piuttosto goffi – di replicare l’esposizione fisica delle opere attraverso delle gallerie on-line, molto spesso statiche. ►

L’interazione museo-utente risultava pertanto molto ridotta (se non del tutto nulla) ed il flusso informativo era sostanzialmente unidirezionale: il visitatore del sito tendeva, in altri termini, a replicare lo stesso atteggiamento passivo comune alla maggior parte delle modalità di frequentazione dei musei. ►

Un contenuto maggiormente dinamico è stato invece assicurato successivamente dalla creazione di data-base, semplificando in tal modo il processo di ricerca delle informazioni e di generazione dei contenuti.



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Profilazione e fidelizzazione dei navigatori ►Il

Museo del Louvre di Parigi è stato, nel 1995, uno tra i primi musei a sbarcare su Internet con una propria versione virtuale ed è stato ispirazione e modello per gli altri che, negli anni successivi, hanno voluto intraprendere la stessa strada. Curato e ricco di contenuti già nella sua prima versione, il sito è stato recentemente sviluppato e aggiornato, a dimostrazione di una continua voglia di miglioramento e di un’attenzione particolare ai cambiamenti delle esigenze del pubblico. ►

►L’attenzione

e l’ascolto del pubblico è evidente fin dall’accesso alla Home Page del museo, dove viene evidenziata la sezione denominata Mon espace personnel all’interno della quale, dopo essersi registrati, i visitatori possono costruire le proprie cartelle contenenti le opere selezionate ed accedervi in momenti successivi attraverso l’inserimento di una password. 21

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Dai data-base alla costruzione di siti evoluti

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Dai data-base alla costruzione di siti evoluti (2)

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Dai data-base alla costruzione di siti evoluti (3) • Il Mildred Lane Kemper Art Museum di Washington rappresenta un valido esempio di costruzione on line di un database delle proprie collezioni. • Il progetto, denominato Online Collections Database, consente ai navigatori di accedere alla consultazione di tutte le schede inerenti le opere presenti al museo, attraverso ricerche differenziate per artista, soggetto, tipologia dell’ opera, stile/periodo, paese di provenienza.

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Dai data-base alla costruzione di siti evoluti (4)

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Altri esempi evoluti Il Fine Arts Museum di San Francisco, ad esempio, attraverso il “Virtual Gallery Program” ha consentito ai frequentatori del proprio sito di creare delle gallerie personali di opere, ciascuna con un titolo assegnato dall’utente e un testo introduttivo, che sono state poi messe a disposizione degli altri utenti, coniugando quindi l’esigenza di personalizzazione con quella della socializzazione. Analoga possibilità è offerta dal sito del Metropolitan Museum of Art di New York.



La Tate Gallery di Londra fornisce ai propri visitatori un dispositivo mobile attraverso il quale accedere ai contenuti informativi sviluppati per la rete.



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Virtual Gallery Program

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MET

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Tate Gallery

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Getty Museum

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Gli sviluppi futuri Grazie ad un collegamento wireless, ciascun visitatore può, con il proprio dispositivo, connettersi al server centrale del museo ed acquisire i contenuti multimediali di suo specifico interesse, mantenendo traccia delle proprie preferenze (bookmarking feature). ►

I contenuti informativi selezionati dall’utente potranno essere anche scaricati in un momento successivo alla visita (post-visit extension) attraverso il sito internet del museo ed alla possibilità di identificazione univoca dell’utente (ad esempio, attraverso la sua mail). ►

Il sistema può quindi creare, in maniera del tutto automatica, delle pagine personali, stimolando il processo di fidelizzazione non solo nei confronti del sito internet ma anche, e soprattutto, nei confronti della struttura fisica del museo. ►

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Gli sviluppi futuri: MoMa WiFi New York MOMA Museum of Modern Art

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Gli sviluppi futuri (2) ►

1.

2.

Attraverso un dispositivo portatile abilitato all’uso della tecnologia Rfid si può ottenere, con grande semplicità: la localizzazione ed il riconoscimento degli oggetti esposti, semplificando peraltro l’orientamento del visitatore all’interno delle sale del museo (wayfinding devices); l’accesso alle informazioni richieste, che saranno in tal modo disponibili vicino alle opere ed agli oggetti a cui si riferiscono (proximity based interaction): l’ottenimento di contenuti pertinenti sarà cioè il risultato di una “proposta” fornita dal dispositivo, più che il risultato di un processo di ricerca, più o meno farraginoso, attivato dall’utente.

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Exploratorium San Francisco

San Francisco Exploratorium, museum of science, art and human perception

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Singapore Science Center

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Gli sviluppi futuri (3) Un’altra possibile variabile da considerare per la selezione dei contenuti veicolati attraverso questi dispositivi è il tempo che l’utente dichiara di avere a disposizione per la visita del museo; sarà cioè possibile proporre dei percorsi alternativi e personalizzati, ottimizzando il processo di fruizione da parte del visitatore. ►

►Il

Museum of Science di Boston, ad esempio, consente all’utente di pianificare in anticipo la propria visita nel museo, attraverso un applicativo presente sul proprio sito (denominato trip planner), il cui output conclusivo è la stampa di una cartina del museo nella quale sono evidenziate tutte le opere selezionate dall’utente.

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MoS – Trip Planner

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Poscasting e videocast il Museum of Modern Art di San Francisco ha reso disponibile, a partire dal settembre 2006, una “podcast guide”, contenente la descrizione – sala per sala – delle opere presentate nella mostra “The Art of Richard Tuttle”. ►

Il Moma di NewYork, per altro verso, a partire dal luglio del 2006, diffonde attraverso il suo podcast numerose descrizioni di opere, rese dal suo direttore.



Il Museum of Science di Boston utilizza invece il proprio podcast anche per diffondere i seminari e le conferenze che ospita periodicamente all’interno delle proprie sale. ►

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Museum of Modern Art - San Francisco

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Museum of Modern Art – New York

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L’ IPhone Tours del Denver Art Museum Presso il Denver Art Museum è attualmente in fase di implementazione un processo per la conversione dell’audioguida del museo, al fine di poterla utilizzare sui telefoni multimediali di ultima generazione, basandosi sull’esperienza degli IPhone brevettati da Apple. ►

Lo sviluppo del progetto ha l’obiettivo di fornire uno strumento audio di tipo web-based, legato alla connessione wireless del museo e in grado, fra le altre cose, di fornire al museo stesso approfondite informazioni sulle modalità di visita, sull’utilizzo degli spazi espositivi e sulle preferenze dei visitatori che utilizzano tale dispositivo. ►

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Il Denver Art Museum

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Kemper Podcasts/YouTube Channel Il Kemper Art Museum attualmente mette a disposizione dei propri navigatori tre differenti podcast scaricabili liberamente dal proprio sito, i cui contenuti riguardano: ►

il proprio programma scientifico; ► la collezione; ► le mostre temporanee (special exhibitions). ►

Inoltre, è anche possibile scaricare filmati postati dal personale del museo su YouTube nei quali si assiste, ad esempio, a delle chiacchierate tra gli artisti che spiegano le proprie opere.

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Kemper – YouTube Channel

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Luoghi e modalità di interazione Alcuni musei – come il Science Museum di Londra, oltre a realizzare un servizio “tradizionale” di newsletter in formato elettronico, ha aperto degli spazi di confronto (discussion board) aperti al pubblico su tematiche emergenti, nei quali i visitatori del sito sono inviati ad esprimere la loro opinione ed a confrontarla con quella degli altri utenti. ►

L’Ontario Science Centre utilizza il blog come strumento di contatto tra i propri ricercatori, che lo usano alla stregua di un diario on-line, ed i frequentatori del sito (e del museo). ►

Il Santa Monica Museum of Art utilizza YouTube per veicolare periodicamente presentazioni video delle attività svolte.



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Science Museum - Londra

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Natural History Museum - Londra

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Santa Monica Museum of Art

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MET – New York

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Moma su Facebook

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Moma su Facebook

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Moma su Facebook

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British Museum su Flickr

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Spencer Museum of Art / MySpace

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Il social advisoring: il punto di vista degli utenti

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Quali conclusioni? Grazie alle nuove tecnologie dell’informazione, si dischiudono possibilità di ottenere informazioni sui comportamenti di consumo sino ad oggi del tutto impensabili, sia per l’accuratezza dei dati che per il costo irrisorio connesso alla loro raccolta. ►

L’analisi dei log di un sito internet, così come il tracking del percorso di fruizione di un visitatore, raccolto attraverso l’uso della tecnologia Rfid , permette infatti di comprendere in profondità le logiche e le dinamiche dei processi di fruizione fisica e virtuale delle collezioni di un museo, con evidenti implicazioni tanto sotto il profilo strategico che in termini operativi. ►

Tutto ciò, pertanto, deve essere considerato, per qualsiasi tipo di museo, un fattore strategico di sviluppo ed un elemento attraverso il quale potenziare la propria capacità competitiva.



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