Egec 2009 Lucidi Parte 2

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Le imprese culturali

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Inquadramento teorico Le caratteristiche che accomunano le imprese culturali sono: da ricercarsi nello svolgimento di attività a preminente contenuto artistico e culturale, svolte in forme tali da garantire la realizzazione di una finalità di ordine sociale: la crescita culturale della collettività. ► Perché ciò si realizzi è necessario che ciascun soggetto disponga di un’adeguata dotazione di risorse, materiali (umane, tecniche e finanziarie) ed immateriali, funzionali allo svolgimento delle attività istituzionali tipiche di ciascun ambito di produzione culturale. ► Appare pertanto evidente che si pone un importante e delicato problema di gestione di tali risorse. ►

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Le specificità produttive L’elemento di principale diversità all’interno del settore culturale è legato al processo di produzione del servizio offerto, il quale deve pertanto essere necessariamente analizzato in maniera puntuale per ciascuna delle tipologie di soggetti individuati: ► teatri e fondazioni liriche; ► biblioteche; ► archivi; ► musei e aree archeologiche; ► festival. ►

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I teatri e le fondazioni liriche

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Il comparto teatrale È composto da quelle istituzioni che producono e distribuiscono eventi connessi alle arti rappresentative (performing arts), organizzati e proposti al pubblico, nell’ambito di un determinato “cartellone”, presso strutture stabili. ►

La principale tipologia di servizio offerto dai teatri e dalle fondazioni liriche è, infatti, la “rappresentazione”, cioè la messa in scena di uno spettacolo dal vivo, di vario genere: un concerto di musica da camera, un balletto classico, un’opera.



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Le peculiarità dello spettacolo dal vivo: immaterialità

Come tutti i servizi, anche questa tipologia di offerta culturale risente, in primo luogo, dei limiti connessi alle sue caratteristiche di immaterialità, che ne impedisce qualsiasi tipo di modifica di carattere spaziale e temporale. ►

Infatti, la rappresentazione, di per sé, è un atto istantaneo, non immagazzinabile, né trasferibile al di fuori della sala teatrale dove è effettuata la recita. ►

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Le peculiarità dello spettacolo dal vivo: contestualità Non meno importante è la caratteristica della contestualità tra il momento della produzione e quello dell’effettiva erogazione al pubblico, che si sovrappongono e si fondono durante lo svolgimento della rappresentazione. ►

L’esito conclusivo del processo è infatti un evento per definizione “unico”, in quanto strettamente connesso alle prestazioni delle risorse umane coinvolte – i musicisti, gli attori, i ballerini – ed all’interazione che di volta in volta si viene a creare con il pubblico presente in sala. ►

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Il sistema complessivo di offerta



È infatti possibile distinguere tre tipologie di prestazioni: il servizio di base, connesso all’attività principale dell’istituzione; ► i servizi complementari, che concorrono allo svolgimento del servizio di base, con un rapporto di funzionalità; ► i servizi accessori, rivolti all’arricchimento dell’offerta ►

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Il livello del prodotto/servizio

SERVIZI ACCESSORI SERVIZI COMPLEMENTARI PRESTAZIONE DI BASE livello primario livello secondario livello esteso

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Il servizio di base

Il servizio di base, nel caso di teatri e fondazioni liriche, è costituito evidentemente dalla rappresentazione, che costituisce il fulcro del processo decisionale dell’individuo nella scelta delle modalità di utilizzo del proprio tempo libero: si decide di acquistare il servizio, e di recarsi presso la struttura, principalmente per fruire di uno spettacolo dal vivo, in grado di soddisfare il bisogno di intrattenimento in campo artistico alla base della decisione di fruizione. ►

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I servizi complementari Accanto al servizio di base si collocano i servizi complementari, i quali ne integrano per certi versi i contenuti, attraverso la messa a disposizione dell’utente di una pluralità di prestazioni in grado di agevolare il processo di fruizione: ► in fase antecedente il suo effettivo svolgimento (disponibilità di parcheggio servizi di prevendita e prenotazione, etc.); ► in fase concomitante all’erogazione della prestazione principale (ad es. display luminosi con la traduzione simultanea di testi lingua originale); ►in fase susseguente, nel caso in cui venga predisposto l’invio di depliant, newsletter o giornali. ►

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I servizi accessori I servizi accessori presentano un legame meno intenso con la prestazione principale, anche se la loro presenza risulta spesso determinante sia nel migliorare il livello di soddisfazione del cliente che nell’orientare il suo processo di scelta. Includono ► l’attività di ristorazione, caffetteria, guardaroba, bookshop; ► la predisposizione di servizi educativi, attraverso gli incontri e le attività di formazione e preparazione artistico-culturale; ► i così detti “servizi teatrologici”, che l’organizzazione può offrire al pubblico a seguito dell’attività scientifica svolta dall’istituzione, quali l’archivio, la fototeca, la biblioteca, la raccolta di costumi teatrali; ► i servizi di facilitazione nell’accesso ad altri servizi, quali le convenzioni con ristoranti e hotel, società di trasporto pubblico e altri esercizi commerciali.



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Tassonomia dei servizi teatrali SERVIZI ACCESSORI SERVIZI COMPLEMENTARI SERVIZIO DI BASE rappresentazione prevendita, prenotazione, servizi informativi, ... ristorazione, caffetteria, bookshop, guardaroba, servizi educativi, ... 84

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Produzione e distribuzione ►

È possibile operare una netta distinzione tra: il momento della produzione: essa trae origine dalla creazione artistica e si sviluppa attraverso la messa a punto della modalità di rappresentazione; ► il momento della distribuzione: essa può avvenire attraverso la fruizione diretta ovvero grazie alla trasformazione del servizio in un prodotto (riproduzione e trasmissione). ►

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I “settori teatrali” In Italia, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Mibac), ai fini della concessione dei contributi a valere sul Fondo Unico per lo Spettacolo, identifica quattro specifici “settori teatrali”, caratterizzati dallo svolgimento di un’attività teatrale stabile: ►

teatri stabili ad iniziativa pubblica; ► teatri stabili ad iniziativa privata; ► teatri di innovazione nella ricerca e sperimentazione teatrale; ► teatri di innovazione nel teatro per l’infanzia e la gioventù. ►

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Gli “stabili ad iniziativa pubblica” Costituzione da parte della Regione, della Provincia e del Comune nel cui territorio è situata la sede, con l’impegno dei soci a contribuire alle spese dell’ente in misura almeno pari al contributo annualmente versato dallo Stato, nonché a garantire la disponibilità di una o più sale teatrali, di cui almeno una di cinquecento posti, con la copertura delle ulteriori spese di esercizio; ►Allestire od ospitare ogni anno almeno un’opera di autore italiano contemporaneo vivente (..); ► Valorizzazione, qualificazione ed impiego di giovani attori e tecnici nell’ambito del nucleo artistico stabile. ►

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Gli “stabili ad iniziativa privata” Sono enti o associazioni costituiti per iniziativa privata o mista pubblico-privata, e che si caratterizzano per il forte radicamento territoriale con l’area geografica di appartenenza. ►

Dalla normativa vigente vengono riconosciuti tali quelle strutture che, oltre al requisito della stabilità, si caratterizzino – tra l’altro – per la valorizzazione del repertorio contemporaneo ed europeo, con particolare riguardo ad autori viventi. ►

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Gli “stabili di innovazione”

Sono identificati come quelle organizzazioni che svolgono attività di ricerca e sperimentazione teatrale o attività teatrale rivolta all’infanzia e alla gioventù. ► In particolare, l’attività della ricerca e sperimentazione teatrale è caratterizzata da una particolare attenzione al rinnovamento del linguaggio teatrale, alle nuove drammaturgie, alla multimedialità ed alla integrazione delle arti sceniche. ► L’attività teatrale rivolta all’infanzia e alla gioventù è caratterizzata da una particolare attenzione all’evoluzione del linguaggio artistico e pedagogico, allo sviluppo e diffusione della cultura teatrale presso il pubblico in età prescolare e scolare. ►

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I teatri d’opera Le fondazioni liriche (teatri d’opera) sono nate dalla trasformazione degli enti lirici in fondazioni di diritto privato avvenuta nel 1998. ►

Esse perseguono la diffusione dell’arte musicale, la formazione professionale dei quadri artistici e l’educazione musicale della collettività e, per il perseguimento dei propri fini, provvedono direttamente alla gestione dei teatri loro affidati, conservandone il patrimonio storico-culturale e realizzano, anche in sedi diverse, nel territorio nazionale o all’estero, spettacoli lirici, di balletto, concerti. ►

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Gli altri operatori del comparto I cosiddetti “teatri di ospitalità”, società private che gestiscono direttamente sale e spazi teatrali, svolgendo pertanto esclusivamente attività di distribuzione. ►

Le imprese di produzione teatrale, che si caratterizzano, che non dispongono di una sede fissa (sono infatti definite “compagnie di giro”), e svolgono quindi la propria attività in maniera itinerante, presso le strutture attive nel campo della distribuzione di eventi teatrali. ►

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Le criticità di gestione (1) Particolare rilevanza presenta la scelta relativa alla direzione artistica ed alla programmazione degli spettacoli (definizione dell’offerta attraverso il “cartellone”). ►

Si tratta di una decisione che presenta rilevanti implicazioni di carattere strategico. Attraverso di essa, infatti, si definisce il contenuto specifico dell’offerta culturale che si intende proporre, la quale – in tutti i casi in cui sia caratterizzata da elementi di peculiarità – finisce per connotare in maniera unica ciascuno dei soggetti attivi nel settore. ►

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Le criticità di gestione (2) Non meno importante, sotto il profilo strettamente produttivo, è il processo di allestimento, che si sviluppa parallelamente al processo di programmazione artistica, con l’obiettivo di predisporre l’impianto scenico e registico entro il quale si svolgerà la rappresentazione. ► Il processo di rappresentazione vero e proprio include invece tutte le attività di organizzazione delle risorse artistiche e tecniche del teatro, l’acquisto dei fattori produttivi (materie prime e materiali di consumo) nonché il coinvolgimento del personale esterno per la realizzazione delle prove e della rappresentazione finale. ►

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Le criticità di gestione (3) A valle della messa a punto dell’offerta artistica, si rende necessario sviluppare le conseguenti attività di commercializzazione, mediante – in primo luogo – lo svolgimento di quelle attività promozionali necessarie a raggiungere la domanda potenziale ed a stimolarne il processo di acquisto. ►

Parallelamente, possono essere sviluppate ulteriori attività, concernenti la distribuzione e la vendita degli spettacoli, lo sviluppo di prodotti “accessori” (pubblicazioni, dischi, video, etc.) nonché, più in generale, l’attività di comunicazione che il teatro indirizza nei confronti del pubblico, attuale e potenziale, e verso i possibili fornitori di risorse finanziarie (sponsor, donatori, etc.). ►

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Persone di 6 anni e più che hanno assistito a spettacoli teatrali nei 12 mesi precedenti l'intervista per età, titolo di studio e ripartizione geografica – Anni 1997-2000 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) 6-17 anni 18-44 anni 45-64 anni 65 anni e più Laurea Licenza media superiore Licenza media inferiore Nessun titolo di studio Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole Italia

1997 22,3 21,0 15,3 6,1 45,2 28,3 13,8 8,2 18,9 19,4 20,5 11,8 13,8 17,0

ISTAT, 2003 95

1998 20,1 20,8 14,5 5,3 44,2 26,6 13,0 7,7 18,4 18,5 17,2 12,0 13,1 16,0

1999 23,6 20,2 15,2 5,7 45,4 26,8 13,9 8,3 19,7 18,4 18,6 11,9 14,1 16,7

2000 22,8 20,4 16,9 6,2 47,9 27,8 13,8 8,2 18,8 18,9 20,9 12,7 14,3 17,2

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Le biblioteche

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Il comparto delle biblioteche (1) Il comparto delle biblioteche è composto dalle istituzioni attive nella conservazione, catalogazione e messa a disposizione di libri al pubblico, in forma generalmente gratuita, che può consultarli in loco o richiederli in prestito, al fine di soddisfare un’esigenza di documentazione, informazione e cultura. ►

In termini più generali, tali istituzioni svolgono anche il ruolo di promozione della lettura, in una più generale prospettiva di crescita culturale della collettività. ►

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Il comparto delle biblioteche (2) La biblioteca, inoltre, viene anche considerata uno dei soggetti depositari dell’identità culturale locale, al pari di altre istituzioni quali gli archivi ed i musei, nonché agente di integrazione sociale nei confronti di categorie svantaggiate (ad esempio, le minoranze linguistiche o etniche). ►

L’importanza della funzione svolta da tali istituzioni è ben colta dall’Unesco, il quale, nel Manifesto del 1994, qualifica la biblioteca pubblica come «forza vitale per l’istruzione, la cultura e l’informazione e come agente indispensabile per promuovere la pace e il benessere spirituale delle menti di uomini e donne». ►

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Le funzioni svolte Conservazione e restauro del proprio patrimonio documentario, attraverso modalità che assicurino condizioni adeguate ai materiali di cui sono composti i documenti ►

Sviluppo della propria dotazione, attraverso le acquisizioni periodiche dei volumi da mettere a disposizione del pubblico, in funzione delle proprie caratteristiche specifiche e di quelle dell’utenza cui si rivolge. ►



Catalogazione e inventariazione dei volumi posseduti.

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Il servizio di base Il servizio di base è costituito dalla consultazione dei volumi, che può avvenire sia presso la struttura che attraverso il prestito, qualora sussistano le condizioni che ne consentano la messa a disposizione.



La ricerca dei volumi può realizzarsi in due modi: attraverso il coinvolgimento del personale della biblioteca specificamente addetto allo scopo ovvero di iniziativa del fruitore, qualora la collocazione dei volumi avvenga in “presa diretta”, nel senso che l’utente è messo in condizione di accedere direttamente al materiale di suo interesse presso la sala di consultazione.



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Il prestito interbibliotecario Rientra nei servizi di base anche il cosiddetto “prestito interbibliotecario” che si concretizza nella possibilità che la singola biblioteca faccia fronte ad una specifica richiesta di prestito da parte di un utente non attraverso la propria raccolta ma attingendo alla disponibilità di un’altra biblioteca in cui il volume richiesto è invece presente. ►

Questo servizio di condivisione in rete delle risorse, ai fini dell’acceso ai documenti, è reso possibile dall’esistenza del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), la rete delle biblioteche italiane promossa dal Mibac. ►

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I servizi complementari (1) Propedeutica alla consultazione dei volumi è la loro ricerca, che può avvenire attraverso l’utilizzo di cataloghi (cartacei o elettronici) e può essere anche supportata dal servizio di assistenza in sala, fornito da personale specializzato, in grado di agevolare la ricerca del materiale di interesse dei soggetti che si recano presso la struttura.



Per soddisfare esigenze di aggiornamento, molte biblioteche provvedono anche alla realizzazione di servizi informativi periodici, attraverso la redazione – ad esempio – di newsletter, con le quali si informa il pubblico delle nuove accessioni ovvero di altre iniziative promosse dall’istituzione. ►

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I servizi complementari (2) Un ulteriore servizio è quello della ricerca documentale “su commissione”, in base cioè ad esigenze specifiche di conoscenza dell’utente. Questa tipologia di servizio ad elevato contenuto professionale rende la biblioteca assimilabile ad un “centro consulenziale”, essendo cedibile nell’ambito di rapporti contrattuali di tipo privatistico che includono una quota di remunerazione dei costi di gestione libraria.



Nei limiti in cui sia consentita dalla normativa in materia, ovvero dallo stato di conservazione dei volumi, la biblioteca può svolgere inoltre anche il servizio complementare di riproduzione dei documenti. ►

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I servizi accessori

I servizi accessori offerti dalle biblioteche vanno dalla presenza di caffetterie e punti di ristoro, alla realizzazione di mostre, visite guidate, vendita di riproduzioni nonché realizzazione di pubblicazioni.



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Tassonomia dei servizi bibliotecari SERVIZI ACCESSORI SERVIZI COMPLEMENTARI SERVIZIO DI BASE conservaz., catalogaz., consultazione, prestito ricerca, riproduzione, ... ristorazione, caffetteria, mostre, ..

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Le tipologie di biblioteche (1) Biblioteche nazionali, responsabili dell’acquisizione e della conservazione di esemplari di tutti i documenti significativi editi nel Paese dove la biblioteca risiede; possono anche svolgere funzione di deposito legale, nel senso che il controllo delle pubblicazioni, che rientra tra le funzioni bibliotecarie attribuibili allo Stato, si traduce nell’obbligo fatto agli editori o agli stampatori di consegnare alle biblioteche designate copia di quanto pubblicato. In Italia, questo compito è assolto dalle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze. ► Biblioteche importanti non specializzate, di cultura generale, che possono svolgere le funzioni di biblioteca nazionale per una determinata area geografica. ►

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Le tipologie di biblioteche (2) Biblioteche scolastiche, annesse a tutti i tipi di scuola inferiore, che servono un’utenza specifica costituita principalmente da studenti ed insegnanti della scuola, ma che possono svolgere anche funzioni di biblioteca di pubblica lettura. ► Biblioteche speciali, specializzate in una disciplina o in un campo particolare della conoscenza; in realtà, il termine “speciale” può essere riferito anche a biblioteche che offrono prioritariamente servizi ad una categoria specifica di utenti, oppure che raccolgono soprattutto una forma specifica di documenti, o ancora che, patrocinate da un’organizzazione, ne soddisfano le esigenze in rapporto alle attività della medesima. ►

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Le tipologie di biblioteche (3) Biblioteche di pubblica lettura, di cultura generale, al servizio di una comunità locale o regionale piuttosto che di una comunità nazionale; possono rivolgersi sia a tutto il pubblico che ad una particolare categoria di utenti (come i ragazzi, etc.). ► Biblioteche itineranti, sono biblioteche o sezioni di una biblioteca pubblica che utilizzano un veicolo appositamente attrezzato per mettere i documenti a disposizione di utenti che non hanno facile accesso ai locali della biblioteca. ► Biblioteche di istituti di insegnamento superiore, al servizio degli studenti e del personale insegnante delle università e di altri istituti di insegnamento di livello superiore. ►

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Gli archivi

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Il comparto degli archivi Compito dell’archivio è raccogliere, conservare, ordinare ed offrire alla consultazione i documenti prodotti da uno o più organismi, conservando così la “memoria storica”. ►

Secondo l’International Council on Archives, gli archivi costituiscono la memoria delle nazioni e delle società; sono un elemento fondamentale della loro identità. La conservazione degli archivi è indispensabile per assicurare sia la continuità delle attività degli organismi sia la giustificazione dei diritti degli individui e degli Stati. Poiché essi garantiscono l’accesso dei cittadini all’informazione amministrativa e il diritto dei popoli a conoscere la propria storia, gli archivi sono essenziali per l’esercizio della democrazia e per la qualità dell’amministrazione pubblica. ►

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Il servizio di base La funzione della conservazione propria degli archivi prevede l’ordinamento dei documenti e la compilazione dei relativi inventari, indici, elenchi di consistenza, guide particolari e tematiche (strumenti di consultazione dei documenti). ► I documenti conservati negli archivi non sono assimilabili a quelli presenti nelle biblioteche, in quanto la loro origine è riconducibile a specifiche finalità di carattere giuridico e/o amministrativo. Ciò determina una platea molto ristretta di utenti, interessati alla loro consultazione, oltre che per esigenze di carattere amministrativo, anche per finalità di studio. ►

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I servizi complementari ed accessori Assistenza ai ricercatori per le consultazioni in loco; sotto questo profilo, si evidenzia una profonda diversità rispetto alle biblioteche, in quanto per l’erogazione di tale servizio di base è in ogni caso necessaria la presenza ed il supporto del personale della struttura; ► Ricerche per corrispondenza; ► Edizione di fonti, cioè pubblicazioni che raccolgono materiale di particolare interesse di studio; ► Attività promozionale e didattica; ► Iniziative di ricerca scientifica e di valorizzazione dei documenti anche in collaborazione con altri istituti culturali. ►

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Tassonomia dei servizi archivistici SERVIZI ACCESSORI SERVIZI COMPLEMENTARI SERVIZIO DI BASE conservaz., archiviaz., ricerca in loco e per corrisp. edizione di fonti, attività didattica ... ristorazione, iniziative di ricerca scientifica, .. 113

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Le tipologie di archivi e la loro tutela Archivi storici, che conservano documenti che, per la loro “anzianità”, hanno valore storico. ► Archivi correnti, che vengono gestiti dall’organismo che li produce e costituiscono ancora uno strumento di lavoro. ► Nel caso italiano, il Mibac è l’organo competente sugli archivi di interesse storico che, con la Direzione generale per gli archivi, svolge sul territorio nazionale le funzioni di vigilanza e tutela grazie alle Soprintendenze Archivistiche, istituite presso i capoluoghi di regione. ► L’attività di conservazione vera e propria è invece affidata all’Archivio Centrale dello Stato, preposto alla conservazione e alla valorizzazione dei documenti di rilevanza storica non più utili ai fini amministrativi, prodotti dagli organi centrali dello Stato, nonché agli Archivi di Stato, ubicati nei capoluoghi di provincia. ►

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I musei e le aree archeologiche

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Il comparto museale Un museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico e che compie ricerche riguardanti le testimonianze materiali dell’uomo e del suo ambiente, le raccoglie, le conserva, le comunica e le espone a fini di studio, educazione e diletto (International Council of Museum). ►

Nell’analisi di tale comparto si farà genericamente riferimento ai musei, nell’accezione in precedenza specificata, sebbene nella normativa italiana sia proposta una precisa distinzione tra aree e parchi archeologici. ►

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Il servizio di base: la conservazione L’attività di conservazione assolve la finalità primaria di sottrarre alle insidie degenerative del tempo il patrimonio del museo, costituito dalle sue collezioni, per la cui tutela è necessario prevedere un’azione sistematica di monitoraggio – sia delle opere esposte che di quelle custodite nei depositi – al fine di controllare secondo periodicità prefissate lo stato delle stesse, nonché le condizioni ambientali di mantenimento.



Di supporto alla conservazione delle opere è la loro registrazione e catalogazione, che risulta di fondamentale importanza, soprattutto in quelle istituzioni che vantano un patrimonio estremamente rilevante. ►

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Il servizio di base: l’esposizione (1) La funzione espositiva è in primo luogo svolta la selezione delle opere: in presenza di una superficie espositiva non sufficiente a contenere tutte le opere che compongono la collezione di un museo, è necessario procedere ad una selezione, al fine di individuare quale di queste è possibile esporre senza rischiare processi di degrado fisico. ►

Il processo di selezione, svolto dal curatore, implica un atto di interpretazione soggettiva molto forte, che si riverbera in maniera rilevante sulla stessa identità culturale del museo e, comunque, sul modo in cui il museo rappresenta se stesso all’esterno. ►

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Il servizio di base: l’esposizione (2) A valle della selezione delle opere, si colloca generalmente la scelta della tipologia di allestimento da utilizzare, che a propria volta determina la necessità di individuare una pluralità di soluzioni tecniche, che attengono sia alle problematiche espositive in senso stretto (disposizione delle opere, supporti sui quali collocarle, sistemi di illuminazione, etc.), che ai supporti informativi messi a disposizione del pubblico, per i quali è possibile distinguere tre distinti livelli di comunicazione: le indicazioni delle gallerie e dei percorsi, i pannelli esplicativi del contenuto di ciascuna sala, le informazioni poste a corredo dei singoli pezzi. ►

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Le problematiche della funzione espositiva



Bilanciamento fra: ►

esigenze dell’utenza museale;



tutela dell’integrità fisica delle opere custodite;



costi interni di gestione per lo svolgimento del servizio.

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I servizi complementari ed accessori Servizi di divulgazione, finalizzati al supporto della conoscenza del progetto culturale del museo e della visita alla struttura, realizzati attraverso un’attività di documentazione sulla collezione che viene svolta mediante materiale informativo, visite guidate, assistenza didattica, servizio di fototeca e biblioteca, raccolta e proiezione di audiovisivi, etc.; ► Servizi di accoglienza, destinati al miglioramento della qualità complessiva della fruizione: parcheggio, prenotazione degli ingressi, guardaroba, caffetteria, ristorazione, negozi, punti di incontro, spazi di intrattenimento per bambini, infermeria; ► Ulteriori servizi, non strettamente realizzati presso la struttura, ma realizzati per massimizzare il grado di sfruttamento degli spazi eventualmente disponibili: auditorium, teatri, cinema, sale per conferenze, etc. ►

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La dimensione multisensoriale ►

La dimensione tattile: ► musei della scienza e della tecnica: apparecchiature di uso comune; ► musei archeologici o di scultura: pezzi non unici per ciechi; ► musei d’arte: information point.



La dimensione acustica: ► componente sociale ed aggregativa (scambio reciproco di opinioni e commenti); ► colonne sonore.

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Tassonomia dei servizi museali SERVIZI ACCESSORI SERVIZI COMPLEMENTARI SERVIZIO DI BASE conservaz., catalogazione, esposizione visite guidate, assistenza didattica, servizio di fototeca e biblioteca, ... guardaroba, caffetteria, ristorazione, punti di vendita, ecc.

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Musei italiani per proprietà

Stato Università Regioni Province Comuni Ecclesiastici Privati Altre Totale

1950 122 2 15 243 77 66 9 534

1990 483 194 91 57 1.471 432 523 60 3.311

1996 551 250 90 77 1.735 535 707 175 4.120

Fonte: Jalla, 2000.

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Musei italiani per tipologia

Arte Archeologia Arte e Archeologia Storia Scienza e storia naturale Scienza e Tecnica Etnografia e Antropologia Specializzato Territoriale Generale Altro Orti botanici, Giardini storici Totale

Fonte: Jalla, 2000. 125

1990 847 615 178 159 448 86 594 305 11 68 3.311

1996 1.107 717 258 335 411 191 263 322 371 43 30 91 4.139

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Visitatori dei musei, monumenti e aree archeologiche statali per modalità d'ingresso – 2002

Visitatori ist. a Visitatori ist. a Visitatori pagamento (non pagamento istituti gratuiti paganti) (paganti) Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e isole Italia

1.142.468 1.981.998 8.934.948 3.760.291 15.819.705

901.984 901.689 3.684.089 2.681.255 8.169.017

117.523 2.555.201 3.298.371 1.081.619 7.052.714

Totale

2.161.975 5.438.888 15.917.408 7.523.165 31.041.436

Fonte: Touring Club Italiano – Centro Studi, 2003.

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Persone di 6 anni e più che hanno visitato monumenti e siti archeologici nei 12 mesi precedenti l'intervista per età, titolo di studio e ripartizione geografica – Anni 1997-2000 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) 6-17 anni 18-44 anni 45-64 anni 65 anni e più Laurea Licenza media superiore Licenza media inferiore Nessun titolo di studio Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole Italia

1997 28,3 27,1 18,1 6,0 52,6 34,5 18,7 10,7 23,5 28,7 23,8 14,3 16,9 21,5

Fonte: Elaborazioni su dati Istat 127

1998 28,6 27,1 19,8 6,5 56,9 36,1 19,4 10,5 26,5 26,9 24,4 15,2 15,4 22,1

1999 27,9 25,0 20,6 6,3 54,4 34,9 17,9 10,9 24,5 26,3 23,7 14,1 18,7 21,5

2000 29,3 26,9 23,2 8,0 56,0 37,0 19,9 12,0 25,9 28,1 27,5 15,6 19,1 23,3

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I festival

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Il comparto dei festival Il comparto dei festival comprende tutte quelle manifestazioni che, distribuite entro un arco temporale delimitato e realizzate all’interno di uno specifico contesto geografico, hanno ad oggetto la realizzazione di un insieme di spettacoli dal vivo, individuati sulla base di un progetto artistico e culturale in grado di catalizzare l’attenzione e stimolare il coinvolgimento del pubblico.



Si tratta di una definizione piuttosto ampia, che riprende – peraltro – i criteri elaborati dal legislatore italiano per identificare un fenomeno che può svilupparsi in maniera del tutto eterogenea, con forme e caratteristiche anche molto diverse tra loro, coinvolgendo spesso discipline artistiche di varia natura.



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Le principali tipologie (1) I festival “vetrina”, basati su produzioni nazionali già presentate al pubblico, che vengono riproposti in un arco temporale circoscritto, in località generalmente di piccolemedie dimensioni; nell’esperienza italiana, le forme artistiche prevalenti sono quelle del teatro per ragazzi o del teatro di strada. ►

Le rassegne culturali, che si caratterizzano invece per una maggiore durata (tipicamente, i mesi estivi) e per il contributo offerto sotto il profilo della realizzazione artistica, in quanto gli spettacoli sono per lo più prodotti o co-prodotti. ►

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Le principali tipologie (2) I festival “integrati”, caratterizzati da una tendenziale maggiore eterogeneità dell’offerta culturale, in quanto uno degli elementi qualificanti è la contaminazione tra forme artistiche diverse, pur se all’interno di un sistema unitario e strutturato, basato su una precisa proposta tematica; altro elemento di distinzione è la presenza di numerose occasioni di incontro (anche in contemporanea), collaterali rispetto alle rappresentazioni principali, quali esposizioni, dibattiti, seminari.



I festival “evento”, manifestazioni di respiro internazionale, sviluppate nelle grandi città nei periodi a cavallo dei mesi estivi (maggio-giugno, settembre-ottobre), che coinvolgono spesso protagonisti di richiamo dello scenario artistico nazionale ed internazionale. ►

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Un’indagine Fitzcarraldo sui festival del Piemonte (1) Nel 2002 è stata condotta un’indagine su un campione di dieci festival aderenti al circuito regionale di “Piemonte dal Vivo”, circuito di festival e rassegne promosso dalla Regione Piemonte a cui aderiscono le principali iniziative artistiche del territorio. ►

Il campione comprende diversi settori artistici quali: danza, teatro di prosa, teatro di ricerca, musica classica, jazz, musica leggera, cinema, etc. ►

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Un’indagine Fitzcarraldo sui festival del Piemonte (2) I dati sul titolo di studio e sui consumi culturali indicano la presenza di un pubblico “situato socialmente”, di una nicchia caratterizzata da un livello di istruzione esclusivamente medio-alto (il cui peso sulla popolazione regionale è solo del 28%) e da forti consumi culturali (comprendenti visite ai musei, partecipazione a spettacoli, lettura di libri). ►

Titolo di studio (valori %) Santarcangelo dei Teatri 37,3 Diploma 49,0 Laurea 86,3 Tot. diploma+laurea

Fonte: elaborazione Fondazione Fitzcarraldo 133

Ravenna Festival 42,0 39,9 81,9

Mittelfest di Cividale del Friuli 40,3 42,5 82,8

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Un’indagine Fitzcarraldo sui festival del Piemonte (3) I visitatori per categorie professionali Titolo di studio (valori %)

Dirigenti e ceti superiori Impiegati e professioni intermedie Totale 2 categorie

Santarcangelo dei Teatri

Ravenna Festival

Mittelfest di Cividale del Friuli

50,0

27,4

22,8

26,6

35,3

22,9

76,6

62,7

45,7

Fonte: elaborazione Fondazione Fitzcarraldo

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Gli elementi di peculiarità del settore culturale Uno degli elementi che caratterizza la realizzazione di un festival è il forte radicamento territoriale, evidenziato dallo stretto legame che generalmente esiste tra la progettazione artistica della manifestazione e le scelte di valorizzazione del territorio. ►

Il festival rappresenta dunque un elemento qualificante dell’offerta culturale del luogo nel quale viene realizzato, contribuendo ad aumentare la visibilità di un’area geografica e, conseguentemente, la sua capacità di attrazione nei confronti di soggetti non residenti.



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Tassonomia dei servizi nel settore culturale

servizi di base

Teatri e fondazioni liriche

Biblioteche

Archivi

Musei ed aree archeologiche

Festival

rappresentazione

conservazione, catalogazione, consultazione, prestito

conservazione, archiviazione, ricerca in loco e per corrispondenza

conservazione, catalogazione, esposizione

rappresentazione

edizione di fonti, attività didattica, …

visite guidate, assistenza didattica, fototeca, ...

prenotazione, informazione, incontri, seminari, …

ristorazione, ristorazione, caffetteria, mostre, iniziative di ricerca .. scientifica, ..

guardaroba, caffetteria, ristorazione, punti di vendita, ecc.

ristorazione, bookshop, servizi educativi, …

prevendita,

servizi ricerca, prenotazione, servizi riproduzione, … complementari informativi, ...

servizi accessori

ristorazione, bookshop, servizi educativi, …

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Gli elementi in comune Appare in primo luogo chiaro come ciascuna delle istituzioni considerate eroghi un servizio di tipo complesso, che deriva dalla sommatoria di ulteriori tipologie di servizi (complementari ed accessori) che completano l’offerta, integrando i servizi di base. ► Questa circostanza pone in evidenza come sia comunque necessaria la presenza di una struttura organizzativa preposta allo svolgimento dei compiti di direzione ed amministrazione delle risorse mobilitate per lo svolgimento delle differenti attività. Questa struttura deve avere carattere di permanenza nel tempo, in modo da valorizzare le competenze e le professionalità che via via si formano al suo interno. ►

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Il rapporto con gli stake-holder Indipendentemente dall’attività svolta, gli operatori del settore culturale attivano infatti una fitta trama relazionale con una pluralità di stakeholder, cioè soggetti “portatori di interessi” diversi, in grado di esprimere, con intensità variabile, un potere di condizionamento sulla vita di tali istituti ►

soggetti istituzionali

proprietari

opinion leader operatori turistici

finanziatori

fornitori mecenati e donatori

IMPRESA CULTURALE

clienti

media comunità scientifica

dipendenti

stake-holder primari

comunità locale stake-holder secondari

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I processi decisionali

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