Dispensa Sec E Terza Parte File 02 Scuolapoliticeduciv

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Terza parte

Cosa fare? dal meetup/280 A seguito del raduno romano autogestito dove si sono incontrati 42 "delegati" dei meetup, il gruppo Nonsologrilli di Parma il 9 dicembre 2008 approva all'unanimità la seguente proposta da condividere con gli altri meetup: Dopo consenso unanime sulla bozza. La proposta corretta da sottoporre a deliberazione ecco la proposta aggiornata da inviare alla mailing list del gruppo di coordinamento creato all'ultimo raduno romano e da condividere con tutti i meetup Proposta di “coordinamento” o meglio un metodo per la rivoluzione culturale. Riteniamo che non sia necessario avere una struttura scimmiottando il modello dei partiti. Rispetto al passato oggi abbiamo lo strumento internet e con esso tutta una serie di “piattaforme” (blog, social network, forum) utili per consentire, agevolare lo scambio dei pensieri e delle informazioni. Questi strumenti consentono a tutti di proporre qualcosa e di condividerla, la piazza virtuale si chiama internet, dobbiamo solo decidere in quale luogo vogliamo postare le nostre idee. Oggi la rete consente di praticare una democrazia virtuale utile allo sviluppo delle proposte da riportare nella vita reale. Dunque è necessario iniziare a praticare anche in Italia ciò che avviene nel mondo reale di 23 stati USA, in 500 città al mondo, in Svizzera, in Baviera e cioè la democrazia diretta. Riteniamo conveniente usare questi strumenti: un blog personale, facebook, youtube, Ning e meetup, pdfcoke e slide share (per mettere in rete documenti doc, ppt, pdf). Un cittadino consapevole usando questi strumenti può far conoscere la propria opinione e creare gruppi di persone che portano avanti una battaglia politica. Come sapete negli USA la piattaforma internet Move on riesce a presentare proposte di legge al Congresso. L’esperienza dei V-Day dovrebbe insegnarci che gli strumenti di “democrazia diretta” italiani, iniziativa e referendum, sono inefficaci poiché hanno regole applicative diverse dai Paesi in cui questi invece raggiungono i loro scopi. E’ necessario cambiare tali strumenti per renderli veramente efficaci. E’ come la vicenda della class action all’italiana, c’è scritto azione collettiva (class action) ma non è quella, è un inganno. Rendiamoci conto che solo la conoscenza ed una corretta informazione possono renderci veramente liberi. Ed allora partiamo da questo e dalla condivisione culturale con lo scambio di alcuni riferimenti che possono aiutarci molto nell’introdurre una sorta di scuola politica all’educazione civica: Norberto Bobbio, l’età dei diritti; Gustavo Zagrebelsky, imparare democrazia; Giangiulio Ambrosini, la Costituzione spiegata a mia figlia; Paul Ginsborg, la democrazia che non c’è; sono tutti editi dall’Einaudi. Thomas Benedikter, democrazia diretta più potere ai cittadini, Sonda; Paolo Micheletto, democrazia dei cittadini, Troll libri. In fine, Wuppertal Institut, per un futuro equo, Feltrinelli. Dopo aver condiviso alcune fonti dei nostri ragionamenti riteniamo necessario abbandonare la visione mentale della delega. Nel senso che non è affatto necessario delegare tutto ai nostri dipendenti ma che dobbiamo essere noi i primi a partecipare e costruire la politica in ogni luogo. Per i raduni nazionali i gruppi dovrebbero praticare la vera democrazia con un mandato vincolato ai delegati preceduto da una deliberazione. Il movimento dovrebbe dotarsi di un social network efficace per consentire a tutti di partecipare, che come accennato prima può avvenire con l’uso combinato di più strumenti. Imitando la procedura decisionale di Porto Alegre possiamo determinare uno o più periodi per votare gli obiettivi da perseguire. L’obiettivo è introdurre

strumenti di democrazia diretta negli Enti Territoriali (Regione, Provincia, Comune) e migliorare quelli nazionali (iniziativa popolare e referendum). I testi di Benedikter e Michelotto sono del tutto esaustivi nel testimoniare come funzioni una democrazia matura che consente al sovrano di partecipare direttamente alle decisioni che contano. Come potrete notare a nostro avviso è necessario dotarsi di un metodo condiviso e non di rappresentanti o di delegati permanenti. Le buone idee possono essere scritte anche da una sola persona ma la politica ha bisogno di unire gli interessi ed il consenso per sostenere quelle idee. Il nostro interesse è applicare la Costituzione e renderla più democratica poiché alcune regole ingannano il popolo.

Per raggiungere questo obiettivo è evidente che bisogna partecipare alle competizioni elettorali e per farlo non è necessario creare un partito, ma è molto più efficace un movimento di opinione che di volta in volta si iscrive alle gare elettorali adottando gli strumenti democratici come le primarie vere (diritto di autocandidatura). In Italia, mai nessun partito ha praticato le vere primarie per consentire a chiunque di candidarsi. Ciò che dovremmo fare è studiare il “potere invisibile” e redigere un manifesto etico e morale per regolamentare i conflitti di interesse, e cioè scrivere chiaramente chi non dove amministrare la cosa pubblica per ragioni etiche e morali, prima che economiche e finanziarie. E’ sufficiente leggere uno statuto comunale per rendersi conto della degenerazione del sistema “democratico”, un Sindaco che nomina direttamente i dirigenti di una SpA che gestisce i beni demaniali, è cosa eticamente corretta? Oggi si ruba a norma di legge, poiché manca l’etica nelle regole scritte, è su di esse che bisogna agire copiando le esperienze virtuose presenti negli altri Paesi. In alcuni stati degli USA un Sindaco, o un Presidente di Regione può essere mandato a casa prima della fine del mandato elettorale. Per cortesia rileggetevi quello che dichiarò MASSIMO VILLONE- Senatore DS : Allora supponiamo che io sia uno eletto a funzione di governo, un sindaco, un presidente di provincia, un governatore, ho avuto una campagna elettorale complicata, difficile, costosa, ho avuto i miei ambienti di riferimento, amici, sostenitori, squadre di volontari, imprenditori vicini a me, adesso si aspettano che io dia delle risposte, niente di illecito, beninteso, ma c’è l’imprenditore che vuole il sostegno all’impresa, Continua... Il potere farà di tutto per impedire la nascita di un movimento nazionale civico, libero, indipendente ed organizzato. Noi cittadini faremo altrettanto costruiremo questo movimento senza preconcetti di

provenienze politiche, perché noi siamo civili e non militanti in forze che opprimono la nostra libertà. Influenti opinion maker ci raccontano che il Paese è diviso, questa strategia del controllo: divide et impera vecchia come il mondo non regge più. La maggioranza del popolo italiano non è militante in partiti o religioni, la maggioranza è apatica, distratta, manipolata, disinformata e cinica e ad essi dobbiamo rivolgerci per risvegliarli: siamo esseri umani dotati di passioni, creatività ed amore, usiamole per liberarci. Iniziate a spegnere le televisioni. Nonsologrilli Parma

Obiettivo Introdurre strumenti di democrazia diretta e partecipativa negli Enti Territoriali e rendere efficaci l’iniziativa popolare ed il referendum abrogativo previsti nella Costituzione.

Elezioni primarie (http://it.wikipedia.org/wiki/Primarie) Le elezioni primarie sono una competizione elettorale attraverso la quale gli elettori o i militanti di un partito politico decidono chi sarà il candidato del partito (o dello schieramento politico del quale il partito medesimo fa parte) per una successiva elezione di una carica pubblica. La ragione delle elezioni primarie è la promozione della massima partecipazione degli elettori alla scelta dei candidati a cariche pubbliche, in contrapposizione al sistema che vede gli elettori scegliere fra candidati designati dai partiti.

Stati Uniti Le elezioni primarie sono utilizzate in particolar modo negli Stati Uniti d'America. Le elezioni primarie nascono come sistema locale: la prima elezione primaria fu tenuta dal Partito Democratico in Pennsylvania il 9 settembre 1842. Dopo la guerra civile americana (1861-1865) si diffusero negli Stati del Sud, dove ovviavano al problema di una rappresentanza politica di fatto mono-partitica. Alla fine del XIX secolo grazie alla spinta del movimento progressista sono divenute una istituzione pressoché generalizzata a livello nazionale.

Requisiti per l'elettorato attivo Nel Paese nordamericano le prime elezioni primarie erano del tipo "chiuso", ossia alle primarie di un partito potevano votare tutti i membri di quel partito. Negli anni 70 del XX secolo si sono diffuse le primarie di tipo "aperto", che consentono il voto a tutti i cittadini. In un sistema bipartitico (o bipolare) la primaria aperta tende a selezionare candidati più centristi rispetto all'elettorato (non rispetto ai militanti) e a favorire maggiormente la partecipazione alle elezioni, ma è aperta al rischio di "inquinamento" da parte dei sostenitori del partito avversario. Per questa ragione si è affermato un tipo intermedio di primarie, che consente il voto anche ai cittadini non iscritti al partito, ma potenzialmente sostenitori dei suoi candidati. In questo terzo tipo, i cittadini per poter votare alle elezioni devono "iscriversi" in un apposito registro presso uno dei partiti in lizza. L'iscrizione può aver luogo in qualità di aderente o indipendente.

L'iscrizione, qualsiasi sia la qualifica scelta (aderente o indipendente), non obbliga certamente il cittadino a votare solo per il partito presso il quale si è iscritto. Permette, invece, la possibilità di partecipare alle primarie del partito prescelto.

Sistema di scelta non limitato al "candidato-presidente" Di solito, un anno prima della competizione elettorale, gli "iscritti" presso un partito (i due principali negli USA sono il Repubblicano e il Democratico) sono chiamati a scegliere il candidato che rappresenterà il partito nella competizione. Negli USA il sistema elettorale in uso è il maggioritario uninominale a turno unico: ciò fa sì che gli "iscritti" non saranno chiamati a scegliere solo i candidati per le massime cariche (Presidente della Repubblica o Governatore dello Stato), ma anche i candidati alle assemblee legislative (Parlamento federale e quelli statali).

La pluralità dei sistemi elettorali Il sistema di voto nelle primarie è differente da partito a partito, ma anche da stato a stato. In alcuni stati, ad esempio, si ricorre al sistema una testa un voto, ogni cittadino cioè vota il candidato più gradito. Chi raccoglie più consensi prevale. In altri (è anche il caso della scelta del candidato alla Presidenza dell'Unione) i cittadini eleggono propri rappresentati che poi in un'apposita convenzione sceglieranno il candidato alla competizione elettorale. Ci sono poi contee dove si ricorre al sistema dei caucus. Caucus è una parola di origine indiana che significa assemblea. Non si applica in questo caso il sistema una testa un voto. Ogni caucus, comunità, esprime un certo numero di voti, che di solito è pari al numero di iscritti. I candidati, però, riceveranno tutti i voti di ogni caucus a seconda di quale candidato sia stato il più votato in quel determinato caucus. Il voto non è a scrutinio segreto, ma palese. Gli iscritti si riuniscono in una sala. Al centro si pongono gli "indecisi", gli altri, invece, si dispongono in varie parti della sala dividendosi a gruppi di "sostenitori" dei vari candidati. In base ai discorsi e alle relazioni dei "sostenitori" dei vari candidati, gli "iscritti" si spostano da un "angolo" all'altro della sala a seconda di come decidono di schierarsi. Al termine della riunione i "voti" del caucus saranno attribuiti al candidato che nel proprio "angolo" avrà raccolto il maggior numero di "iscritti". All'inizio del XIX secolo il candidato alla presidenza degli Stati Uniti era scelto da un caucus composto da tutti i membri del Congresso degli Stati Uniti aderenti allo stesso partito.

Considerazioni: Le vere elezioni primarie sono quelle che prevedono il diritto di autocandidatura e dove gli organizzatori applicano il principio di uguaglianza regolamentando e garantendo a tutti i candidati la stessa pubblicità elettorale. In Italia non si sono ancora svolte le vere elezioni primarie. Una buona lista politica accetta candidati eticamente e moralmente compatibili con la funzione pubblica e regolamenta i conflitti di interesse. Ad esempio: un banchiere o un editore non possono essere candidati. Applicare il vincolo di mandato con un contratto civile fra la lista ed il candidato, nonostante gli Statuti degli Enti ci dicano che eletti amministrano senza vincolo.

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