CDL in Tecniche Ortopediche Misure Elettriche ed Elettroniche Anno Accademico 2009/2010 Docente Michele Casella Numero di Crediti 1 SSD ING-INF/07 M. Casella, a.a. 2009/2010 m. casella, a.a 2009/2010
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Fondamenti di elettricità: corrente elettrica,
tensione
elettrica,
resistenza elettrica, induttanza e capacitanza, effetto Joule
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Qualche concetto introduttivo (I) L’Atomo ¾ nucleo (pesante e piccolo), formato da protoni (+) e neutroni (NO carica, neutri) ¾ nuvola di elettroni (-) orbitanti (leggeri e lontani) a diversa distanza ¾ sono i mattoni della materia (tutto è composto da atomi)
Qualche concetto introduttivo (II) La struttura è tale che gli elettroni “esterni” sono
debolmente
legati
e
ne
permettono
il
movimento attraverso il materiale, se è applicato un campo elettrico
Qualche concetto introduttivo (III) 9 Tensione o differenza di potenziale: è il salto di energia che gli elettroni compiono fra 2 punti del circuito; si misura in Volt (V) 9 Corrente: Corrente è il flusso degli elettroni, cioè la quantità di elettroni che “attraversano” un determinato punto nel circuito; si misura in Ampère (A) 9 Energia: Energia è quella grandezza che permette di compiere lavoro (movimento, calore, luce...); si misura in Joule (J) o più frequentemente in Kilowattora (kWh)
Corrente continua ed alternata: DEFINIZIONI 9 Corrente Continua (DC): quando gli elettroni “ruotano” sempre nello stesso verso -pile, batterie, circuiti elettronici, automobile 9 Corrente Alternata (AC): quando gli elettroni vanno continuamente “avanti e indietro”; se il cambiamento avviene 50 volte al secondo (p.es) si dice che la frequenza è di 50 Hz - prese dell’impianto elettrico, illuminazione domestica e pubblica, centrali ENEL
La corrente elettrica continua 9 Un conduttore ideale all’equilibrio elettrostatico ha un campo elettrico nullo al suo interno 9 Cosa succede se viene generato un campo elettrico diverso da zero al suo interno? Æ La risposta è la comparsa di cariche in moto, vale a dire di una corrente!
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La corrente elettrica continua 9 la nascita della corrente elettrica è dovuta all’ideazione da parte di Alessandro Volta (17451827) della pila (1800) 9 tra l’altro il concetto di corrente rende possibile studiare in maniera quantitativa il fenomeno del magnetismo 9 Scopo di questa prima parte di lezione Æ introdurre alcuni concetti legati alla corrente elettrica m. casella, a.a 2009/2010
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La corrente elettrica continua 9 la corrente elettrica è definita come la quantità di carica che nell’unità di tempo attraversa una sezione δa di qualunque conduttore
dQ I= dt 9 Purtroppo tale definizione non si collega direttamente al moto microscopico delle cariche elettriche ovvero ai portatori di cariche. m. casella, a.a 2009/2010
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La corrente elettrica continua
9 è necessario pertanto rifarsi ad un modello microscopico sul moto delle cariche
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Densità di carica di corrente 9 sia dQ la carica contenuta in un volume d3r . La densità di carica, indicata con ρ è definita dalla seguente relazione
dQ = ρd r 3
9 N/B nel caso di una corrente le cariche sono in moto!!! m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di carica di corrente 9 in ogni caso supporremo che ciascun portatore abbia una sola carica fondamentale. Pertanto se si indica con n la densità numerica (numero di particelle per unità di volume) di portatori, potremo scrivere:
ρ = nq
9 dove q è la carica fondamentale m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di carica di corrente 9 procediamo quindi con un modello microscopico 9 in condizioni di equilibrio elettrostatico, il campo elettrico in un conduttore è nullo 9 Se tuttavia ai suoi estremi si genera una differenza di potenziale, al suo interno si crea un campo elettrico diverso da zero 9 tale campo produce una forza elettrica che mette in moto le cariche mobili del conduttore m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di carica di corrente 9 si consideri un conduttore filiforme di sezione costante δa. Se tutte le cariche in moto hanno la stessa velocità v dopo un tempo Δt il numero di cariche caontenute nel volumetto di base δa ed altezza vΔt sarà:
∆N = nvδa∆t m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di carica di corrente
9 se moltiplichiamo per la carica fondamentale ciascun membro dell’eq. Precedente avremo la quantità di carica presente nello stesso volumetto
∆Q = ρvδa∆t m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di carica di corrente 9se dividiamo per l’intervallo temporale
∆Q ρvδa∆t = ∆t ∆t 9 e passando al limite per ΔtÆ0
∆Q lim = ρvδa ∆t → 0 ∆t m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di carica di corrente 9 troviamo proprio la corrente che fluisce nel conduttore, cioè
I = ρvδa 9 se introduciamo la seguente grandezza, detta densità di corrente
j = ρv m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di carica di corrente 9 potremo scrivere
I = jδa 9 al secondo membro abbiamo il modulo di una grandezza superficiale, cioè un flusso attraverso una superficie m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di carica di corrente 9 se la densità e la velocità cambiano da punto a punto , potremo scrivere
I=
∫ d au ⋅ j 2
a
δa
9 una corrente può sempre pensarsi come il flusso
di un vettore “densità corrente” attraverso la superficie considerata m. casella, a.a 2009/2010
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Densità di corrente e portatori di carica 9 abbiamo detto che la corrente, in generale, può essere costituita sia da portatori di carica positiva che negativa. Potremo allora scrivere
j− = n e qe v
j+ = nqv
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Densità di corrente e portatori di carica 9 ricordiamo
che,
per
convenzione,
la
carica
dell’elettrone è negativa 9Ancora
per
convenzione,
si
è
scelto
come
corrente positiva quella dei portatori di carica positiva, cioè
j = j+ = nqv
9 nei conduttori metallici i portatori sono elettroni, quindi il moto reale m.ècasella, opposto a.a 2009/2010 a quello definito per 21
Legge di Ohm – un’introduzione
9 E’
una
semplice
matematica
che
formula collega
TENSIONE e CORRENTE in un conduttore 9 il
parametro
RESISTENZA
caratterizza il conduttore e si misura in Ohm
Legge di Ohm 9 in condizioni di equilibrio elettrostatico, il campo elettrico in un conduttore è nullo 9Se tuttavia, ai suoi estremi si genera una differenza di potenziale, al suo interno si genera un campo elettrico 9 questo campo produce una forza elettrica che mette in moto le cariche elettriche mobili del conduttore Æ si genera una corrente elettrica nel conduttore!
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Legge di Ohm 9 Esperimenti condotti su una classe di conduttori hanno mostrato che il campo elettrico generato dal conduttore è proporzionale alla densità di corrente
E = rρ j dove rρ è una costante detta resistenza specifica che dipende dal materiale m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm 9 la precedente equazione è detta legge locale di Ohm. 9 la convenzione adottata è quella che va da punti di potenziale maggiore a quelli a potenziale minore
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Legge di Ohm
9 la
legge
di
Ohm
che
abbiamo
appena
presentato ha il vantaggio concettuale di anteporre il concetto di campo a quello di corrente
Æ
più
semplicemente,
senza
la
creazione del campo elettrico all’interno del conduttore non vi sarebbe il moto delle cariche e quindi la corrente! m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm
9 tuttavia, una seconda forma, detta anche forma
integrale
della
legge
di
Ohm
è
estremamente importante, perché si presta ad una immediata verifica sperimentale e perché contiene in maniera esplicita la corrente elettrica che nel S.I. è un’unità di misura fondamentale m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm
9 si prenda un filo conduttore, di sezione costante δa e di lunghezza L 9 la differenza di potenziale ai capi del conduttore può scriversi come
∆V = EL m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm
9Il campo (E) è data dalla legge di Ohm , per cui dalla precedente relazione si ottiene
∆V = rρ jL 9 non rimane che esprimere la densità di corrente in funzione della corrente m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm
9 essendo noi in regime stazionario avremo
I = jδa 9 e quindi
rρ L ∆V = I δa m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm
9 la quantità
L 1 L R = rρ = δa σ δa si chiama resistenza del conduttore e si misura in Ohm (Ω).
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Legge di Ohm
9 la legge di Ohm (definizione più “celebre”) dice anche che la corrente che fluisce nel conduttore è proporzionale alla differenza di potenziale ai capi del conduttore
V m. casella, a.a 2009/2010
RI 32
Legge di Ohm
9 le dimensioni di R, nel S.I., sono quelle di volt su ampére
V R = A m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm per un circuito
9 per generare una corrente in un conduttore occorre stabilire una differenza di potenziale ai suoi capi A e B 9 Questa
differenza
generata
da
continua
o
una da
di
potenziale
generatore
una
batteria
di
viene
corrente
esterno
al
conduttore. m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm per un circuito
9 in particolare il dispositivo (mostrato in fig) è detto circuito elettrico m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm per un circuito
9 Il conduttore è caratterizzato dalla sola
resistenza R, mentre il generatore sarà caratterizzato da una forza elettromotrice
Vfem e da una resistenza elettrica RG (resistenza interna)
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Legge di Ohm per un circuito 9 Il circuito elettrico sarà schematizzato come segue
9 dove i simboli
9 indicano il generatore e una resistenza m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm per un circuito 9 per convenzione la corrente fluisce all’esterno del generatore dal polo positivo al polo negativo 9 la corrente che scorre nel circuito è determinata dalla legge di Ohm, con in serie le resistenze R ed
RG
V fem I= R + RG m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm per un circuito 9 equazione che possiamo riscrivere come
RI = V fem − IRG 9 la quantità RI è uguale, per la legge di Ohm, alla differenza di potenziale ΔV ai capi A e B del conduttore
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Legge di Ohm per un circuito 9 quindi l’eq. per esprimere I si può riscrivere come
∆V = V fem − IRG
9 tale eq. ci dice che la differenza di potenziale ai capi A e B delle resistenza è sempre inferiore alla forza elettromotrice Vfem fornita dal generatore Æ si dice che vi è un caduta di potenziale ai capi della resistenza
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Legge di Ohm per un circuito 9 la eguaglia solo nel caso in cui il circuito si
aperto (I=0)
∆V = V fem m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm per un circuito 9 supponiamo
ora
che
la
resistenza
R
del
conduttore sia praticamente nulla
9 in tal caso parliamo di “corto circuito”. Posto R=0 avremo
I=
V fem RG
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Legge di Ohm per un circuito 9 in definitiva potremo dire che la corrente elettrica in un circuito con solo resistenze può assumere
diversi
valori
in
funzione
della
resistenza e della differenza di potenziale. 9 in particolare può andare da un valore nullo (quando il circuito è aperto) ad un valore massimo (quando il circuito è in “corto”)
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Legge di Ohm – Resistenze in serie 9 come si comportano due resistenze in serie?
9 si abbiano due conduttori di resistenza R1 ed R2 in un circuito elettrico (come nella fig): queste sono due resistenze in serie! m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm – Resistenze in serie 9 vogliamo determinare la resistenza equivalente
Req delle due resistenze in serie 9 ai
capi
delle
due
resistenze
avremo,
rispettivamente
∆VAB = R1 I
∆VBc = R2 I m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm – Resistenze in serie 9 la differenza di potenziale tra i punti A e C sarà
∆VAC = ∆VAB + ∆VBC che diventa:
∆VAC = R1 I + R2 I = ( R1 + R2 ) I m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm – Resistenze in serie 9 possiamo
concludere
che
la
resistenza
equivalente è
Req = R1 + R2 9Æ
le
resistenza
in
serie
si
sommano
linearmente! m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm – Resistenze in parallelo 9 come si comportano due resistenza in parallelo?
9 si abbiano due conduttori di resistenza R1 ed R2 come in figura m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm – Resistenze in parallelo 9 diremo che queste due resistenze sono in parallelo! 9 vogliamo anche in quuesto caso determinare la Req (resistenza totale) 9 legge di Ohm Æ
∆VAB I1 = R1
∆VAB I2 = R2 m. casella, a.a 2009/2010
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Legge di Ohm – Resistenze in parallelo 9 la corrente totale sarà
⎛1 ∆VAB 1 ⎞ = ∆VAB ⎜⎜ + ⎟⎟ I = I1 + I 2 = R ⎝ R1 R2 ⎠ 9 da cui
ovvero
1 1 1 = + Req R1 R2 m. casella, a.a 2009/2010
R1 R2 Req = R1 + R2 50
Legge di Ohm – Resistenze in parallelo e in serie 9 dai due esempi appena sviluppati è possibile estrapolare alcune considerazioni 9 per N resistori collegati in serie la Req è N
Req = ∑ Ri i =1
9 per N resistori collegati in parallelo la Req è
Req =
1
∑
m. casella, a.a 2009/2010
N
R i =1 i 51
Legge di Ohm – Resistenze in parallelo e in serie 9 da ciò emerge che dal caso della resistenza
equivalente
(Req) per
resistenze
in
serie
è
maggiore di ogni resistenza che fa parte della serie 9 nel caso di resistenze in parallelo, invece, la
resistenza equivalente (Req) è sempre minore della resistenza più piccola
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Effetto Joule 9 le cariche in moto nei conduttori subiscono continuamente degli urti 9 tali urti sono paragonabili a forze di attrito che rallentano le particelle cariche 9 la
presenza
di
questo
attrito
porterà
alla
dissipazione di parte della loro energia che poi apparirà sotto forma di riscaldamento del conduttore (effetto Joule) m. casella, a.a 2009/2010
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Effetto Joule 9 vogliamo
ora
determinare
l’energia
dissipata
nell’unità di tempo 9 il lavoro fatto dal campo elettrico per spostare una carica infinitesima dQ tra due punti del conduttore, tra i quali via sia una differenza di potenziale ∆V, è
dL = dQ∆V m. casella, a.a 2009/2010
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Effetto Joule 9 poiché la velocità iniziale e finale della carica sono identiche, ciò implica che tutto il lavoro del campo verrà dissipato Æ la forza dissipativa compie un lavoro pari e di segno opposto a quello del campo! 9 il calore dissipato per unità di tempo sarà
dL dQ = ∆V = I∆V dt dt m. casella, a.a 2009/2010
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Effetto Joule 9 usando la legge di Ohm in forma integrale ( ∆V = RI ) arriviamo
alla
seguente
espressione
dell’energia
dissipata per unità di tempo nel conduttore
dL 2 = RI dt
9 che rappresenta l’energia dissipata per unità di tempo
attraverso
gli
urti
degli
elettroni
di
conduzione del metallo contro gli altri elettroni del metallo e le varie imperfezioni (def. effetto Joule) m. casella, a.a 2009/2010
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I condensatori Un condensatore è un dispositivo in grado di immagazzinare energia. Ogni volta che abbiamo a che fare con due conduttori di forma arbitraria (armature), possiamo parlare di condensatore
Quando le armatura hanno cariche uguali e di segno opposto, +q e –q, il condensatore si dice carico, mentre con carica del condensatore si intende il valore assoluto della carica q presente su ciascuna m. casella, a.a 2009/2010 57 armatura
I condensatori N/B Fra le due armature cariche c’è una differenza di potenziale Si definisce capacità di un condensatore C la quantità
q C= ∆V C dipende solo dalla geometria
dei piatti e ci dice quanta carica serve ad un condensatore per portarlo ad una ∆V fissata m. casella, a.a 2009/2010
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I condensatori - carica il processo di carica in un condensatore consiste nel costruire un circuito che sia in grado di portare la carica +q e –q sulle armature Metodo comune: collegare ciascuna armatura ai capi di una batteria che fornisce una DDP. Quando
la DDP alle armature eguaglia quelli C’è un flusso di elettroni ai poli della batteria il attraverso i poli (negativo e condensatore risulta positivo). carico m. casella, a.a 2009/2010
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I condensatori Consideriamo ora un condensatore le cui armature siano due lastre conduttrici piane e parallele di area A e a distanza d l’una dall’altra, la carica del condensatore sia q e lo spazio tra le armature sia inizialmente riempito d’aria
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I condensatori il campo elettrico tra le armature sarà uniforme fintanto che ci manteniamo distanti dai bordi delle armature e varrà
σ E= ε0
Per la DDP avremo
σd ∆V = V1 − V2 = Ed = ε0 m. casella, a.a 2009/2010
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I condensatori ricordando che q=σA, abbiamo che la capacità vale
σSε 0 q S = = ε0 C0 = ∆V σd d Capacità che dipende solo dalla geometria m. casella, a.a 2009/2010
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I condensatori se ora riempiamo lo spazio tra le armature con un dielettrico di costante dielettrica ε=εoεr abbiamo
σ E= ε
∆V = V1 − V2 =
dσ
ε
σA q A = ε = ε = ε r C0 C= ∆V dσ d
Confrontando C e C0 per uno stesso condensatore si ottiene il valore di εr del dielettrico utilizzato
L’unico modo per aumentare la capacità di un condensatore, una volta fissata la sua geometria è di riempirlo con una lastra di dielettrico m. casella, a.a 2009/2010
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I condensatori in parallelo (I) i condensatori in parallelo sono tutti alla stessa DDP e la carica totale q immagazzinata in essi è la somma delle cariche su ciascun condensatore Il sistema equivale ad un condensatore alla stessa DDP e con carica q
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I condensatori in parallelo (II) Abbiamo
q1 = C1V , q2 = C2V ,..., qn = CnV q = q1 + q2 + ... + qn q = C1V + C2V + ... + CnV = (C1 + C2 + ... + Cn )V infine n q Ceq = = C1 + C2 + ... + Cn = ∑ Ci V i =1
esattamente il contrario delle resistenze!!! m. casella, a.a 2009/2010
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I condensatori in serie (I) i condensatori in serie sono ad una DDP tale che la carica q su ciascuno di essi è la stessa. stessa Il
sistema
equivale
ad
un
condensatore con carica q e con DDP pari alla somma delle DDP applicate
m. casella, a.a 2009/2010
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I condensatori in serie (II) Abbiamo
q q q V1 = , V2 = ,..., Vn = C2 Cn C1 V = V1 + V2 + ... + Vn
⎛ 1 1 1 ⎞ ⎟⎟q + ... + V = ⎜⎜ + Cn ⎠ ⎝ C1 C2 infine n 1 1 1 1 1 = + + ... + =∑ Ceq C1 C2 Cn i =1 Ci m. casella, a.a 2009/2010
esattamente il contrario delle resistenze!!! 67
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