Potenza
Venerdì 13 febbraio 2009
21
L’assessore Molinari predispone incontri e cerca soluzioni ai problemi
Antenne, il Comune fa il punto L’ELETTROSMOG, che un tempo era diventata la principale preoccupazione dei cittadini, è diventato un allarme di secondo piano rispetto a quello, ad esempio, del petrolio. In ogni caso, della situazione relativa alle emissioni elettromagnetiche prodotte da emittenti radiotelevisive e radiotelefonia mobile in città si è parlato ieri nella sala dell'Arco del Palazzo di città. L’incontro era stato convocato dall'assessore all'Ambiente Massimo Molinari, una riunione per esaminare. Una relazione redatta dall'unità di direzione Ambiente del Comune ha rappresentato il perno della discussione. Al termine, Molinari ha annunziato che a breve saranno convocati i gestori dei servizi di telefonia mobile perché forniscano la mappatura degli impianti esistenti sul territorio ed i rispettivi programmi di sviluppo quinquennali. Questi dati - spiegano dal Municipio - sono infatti indispensabili per il piano del riordino delle antenne. Questa la cronologia della riunione. Sono stati riepilogati i principali
problemi e le possibili soluzioni sul tappeto. Erano presenti i rappresentanti delle Unità di direzione ambiente, edilizia, pianificazione e patrimonio. Dice Molinari: «Recenti dati dell'Arpab hanno evidenziato come nel territorio comunale la situazione possa ritenersi complessivamente sotto controllo salvo alcuni necessari interventi di limitazione delle potenze dei ripetitori radio e tv nella zona di pian Cardillo». «Per quanto riguarda le emittenti radiotelevisive - si legge nel comunicato - l'unità di direzione ambiente ha quindi confermato la possibilità di delocalizzare gli impianti esistenti in due soli siti (Pian Cardillo, al confine con il Comune di Pignola e di contrada Botte) per i quali bisognerà dotarsi di specifiche autorizzazioni e pareri da parte dell'Arpab e del ministero delle Telecomunicazioni (ci si riferisce ovviamente al dipartimento delle Comunicazioni dello Sviluppo economico, ndr), mentre per la radiotelefonia mobile sarà necessario un preventivo coinvolgimento dei gestori inte-
ressati». Sull regolamento urbanistico in fase di approvazione, secondo i portavoce del Comune «si è riscontrato che non fa riferimento espressamente alla localizzazione dei siti per le emittenze televisive e di radiofonia, rinviando ad uno studio di settore specifico. Il responsabile dell'Unità di direzione edilizia ha sottolineato la “debolezza” degli Enti locali rispetto ad un efficace indirizzo della materia, dal momento che la legge ha stabilito che le reti e gli impianti per televisioni e radiofonia mobile si intendono come reti di urbanizzazione primaria e quindi di preminente pubblico interesse». Al termine dell'incontro, l'assessore Molinari ha raccolto le proposte scaturite. In base a queste, ha chiesto di costituire un tavolo di lavoro che contempli la presenza di tutte le unità di direzione interessate. «L'assessore è la conclusione - ha anche condiviso la necessità di coinvolgere uno o più professionisti esterni specificamente abilitati alla redazione di piani per il riordino del settore».
Una grossa antenna
Alla proposta lanciata da Francesco Ignomirelli aderiscono già circa 250 esercenti
Una vetrina lunga un chilometro L’idea: trasformare il borgo in un “parco commerciale” UNA RIVOLUZIONE in città. Il progetto di Francesco Ignomirelli, insieme alla collaborazione di circa duecentocinquanta commercianti del centro storico, è quello di realizzare un parco commerciale naturale nel centro storico di Potenza. Finalmente un grande progetto di rilancio, risistemazione, riposizionamento e soprattutto di grande apertura del centro e di tutta la città all'intero sud Italia. Come nasce l'idea di un parco commerciale naturale? «Prima di tutto ritengo che sia necessario sottolineare che esiste una gravissima crisi del settore commerciale diffusa tra quasi tutte le attività esistenti in centro. Detto questo, siamo stanchi di troppe parole e mille buoni propositi. Noi vogliamo semplicemente sapere una volta per tutte e in particolare in questo periodo in cui si avvicina la campagna elettorale, quali idee hanno i nostri amministratori per il futuro della parte più antica della città? L'ultimo grande progetto fu quello di oltre venti anni fa, dell'allora sindaco Tanino Fierro, con il nome “la città regione” che nel bene o nel male rappresentò comunque un'idea. Noi commercianti spinti dalle grandi difficoltà in cui ci ritroviamo abbiamo realizzato una nostra idea. Esistono dati certi di cui chiunque gestirà il Comune non potrà continuare a fare finta di non conoscere. Nel centro di Potenza esistono trecento negozi, altre trecento sono le attività artigianali, gli studi, ecc. A tutto questo bisogna aggiungere tutte le strutture pubbliche, come Comune, Provincia, musei, ecc, quelle ricreative, come ristoranti, cinema, pub, teatro,ecc. Infine risiedono oltre quattromila persone. Oggi quando una qualsiasi società vuole aprire un centro commerciale, calcola per ogni metro quadrato di attività, tre metri di parcheggio, con un breve calcolo, considerando una grandezza media dei negozi, si arriva ad un complesso di 4000 posti macchina».
Sopra, scorcio del passeggio in via Pretoria. A destra, Francesco Ignomirelli
Un numero di parcheggi nettamente superiore a quanti ne esistono oggi e molto lontano anche rispetto alle più rosee previsioni future? «Oggi il commercio non è quello di venti anni fa, oggi non ci sono più i clienti fidelizzati di una volta, si parla infatti di cliente attratto/sottratto. I nostri concorrenti sono i grandi centri commerciali di Bari e Matera, della Campania, con i loro prezzi, le loro offerte e le loro comodità di parcheggi e servizi correlati. Allora se l'amministrazione non crea i presupposti per il commercio in centro ci fornisca un contributo per andarcene, magari a Poggio tre Galli, nella nuova piazza che ha
costruito l'impresa Mancusi, con oltre cento attività commerciali, ma è chiaro che anche lì bisogna costruire i parcheggi necessari, perché altrimenti anche quelle attività sarebbero destinate ad andare in sofferenza. Il commercio oggi ha bisogno di essere attrattivo e per esserlo prima di tutto deve fornire comodità e buoni servizi». Perché allora l'idea di un centro commerciale naturale? «In molte parti del mondo stanno costruendo da diversi anni centri commerciali con le sembianze dei centri di piccole città antiche, noi abbiamo tutto questo naturalmente. Il nostro progetto vuole
aprire il centro di Potenza al mondo, al sud d'Italia, a zone come quella che circonda Eboli, con oltre due milioni di abitanti. Vogliamo creare una zona pedonale totale, non in via Pretoria ma con tre vie, compreso via del Popolo e quella così della delle chiese. Dando prima di tutto però la possibilità a chi risiede in centro di parcheggiare sotto piazza Prefettura, a chi abita nelle zone limitrofe di usufruire dei parcheggi di viale Dante, via Mazzini e del ponte attrezzato. Infine la parte più sostanziosa, deve poter gratuitamente parcheggiare nella attuale area della ex Cip-zoo e portato in centro gratuitamente con delle navette». Il vostro gruppo di com-
mercianti ha già avuto dei contatti con gli enti di riferimento? «Noi abbiamo tre referenti, il Comune, la Regione e lo Stato. Al Comune chiediamo un forte impegno per realizzare il parcheggio in piazza che ci darebbe la possibilità di eliminare completamente le macchine dal centro e non solo nella piazza sotto il naso del Prefetto. Inoltre chiediamo che tutti i suoli della zona del centro, compresi i vicoli, siano dati in gestione al parco, per poter ospitare manifestazioni, sponsorizzazioni ed eventi. Alla Regione chiediamo un finanziamento annuale di trecentomila euro, per la pubblicità e per i continui studi di marketing e di mercato, l'of-
ferta di ogni settore sarebbe studiata e tenuta sotto controllo tutti i giorni, creando offerte per settore che possano tutti i giorni attrarre clienti da tutte le zone a 45 minuti di auto. Un bacino di clienti che permetterebbe finalmente agli esercenti di vivere bene e di attrarre anche tante attività nuove. Con una legge regionale che preveda lo stesso finanziamento anche per il centro di Matera e di Melfi. Mentre allo Stato infine chiediamo una legge che finanzi l'apertura di attività artigianali, con l'intanto di trasformare tutti i vicoli del centro di Potenza in una enorme vetrina per l'artigianato lucano». Una città completamente rivoluzionata, solo un sogno o un progetto realizzabile? «Portare persone con una navetta fino in centro, fargli trascorrere una intera giornata, creando zone dove lasciare i loro bambini, mentre fanno acquisti. Farli mangiare con un'offerta ampia di ristoranti tipici e internazionali, fargli visitare i nostri musei, magari portarli a teatro e farli tornare alle loro auto senza aver ancora visto tutto. Siamo stanchi di nascere per andare via, per andare a comprare a Bari, per andare a ballare a Salerno, per andare a lavorare a Roma. Dobbiamo finalmente avere una visione del nostro futuro che ci permetta almeno di sperare di avere finalmente una generazione che non va via e magari di una che arriva. Potremmo metterci nelle condizioni di rimettere a nuovo il centro, di curarlo, tenerlo pulito, sorvegliarlo e soprattutto di attrarre persone da fuori. Le politiche degli ultimi decenni hanno messo tutta la ricchezza nelle mani di pochissime famiglie, con questo progetto si avrebbe finalmente la possibilità di creare benessere per tutti. Vorrei sapere quanti potentini preferiscono questa città a quella che potremmo creare. Vogliamo sapere in quale città gli amministratori vogliono farci vivere perché è giunta l'ora di parlare anche di elettori attratti/sottratti». Alessandro Galella