2007-0304

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francam e nte

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CONTINUA L’AGGRESSIONE E LA DETURPAZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO verranno piantati sul nostro suolo pali alti 120 metri (paragonabile ad un grattacielo di 40 piani)

Il

17 marzo scorso, il Sindaco Vittorio Zizza e la sua maggioranza di centrodestra hanno, ancora una volta, offerto un esempio di cattiva amministrazione disattendendo gli interessi dei cittadini e del territorio di Carovigno. In esito ad una sessione di Consiglio Comunale, incomprensibilmente convocato con urgenza e ai soliti improbabili orari tipici di una riunione riservata, è stata deliberata la realizzazione di impianti eolici per la produzione di energia elettrica derivante da fonti alternative e rinnovabili. Nobilissimo intento, dal momento che il dibattito politico sul come produrre energia “pulita” interessa tutti i livelli istituzionali nazionali e internazionali. Tuttavia bisogna spiegare bene ai cittadini come stanno le cose, prima di sbandierare (come d’abitudine per i nostri amministratori) la realizzazione di politiche di vantaggio per la comunità locale. Le perplessità non sono poche. Lo schema di convenzione tra il Comune e l’azienda proponente l’offerta più vantaggiosa (SPIG Energia srl) prevede una serie di disposizioni dalle quali si evince chiaramente che la maggioranza di centrodestra non è interessata ad una seria politica energetica e ambientale. L’obiettivo, ormai malcelato o esplicitamente dichiarato, sta tutto nel disperato bisogno di fare cassa per una finanza pubblica in odore di dissesto. Esaminiamo i punti più controversi: 1) l’atto, approvato in sede consiliare, prevede la realizzazione di due (…) centrali eoliche nelle località di “Centopezze” e “Deserto” (…), quindi in aree particolarmente sensibili alle esigenze della produzione agricola. Gli impianti in questione dovrebbero consistere nell’elevazione di pali dell’altezza di 120 metri (il massimo consentito) con un diametro di base di almeno 60 metri con la circostanza, non trascurabile, che l’intero insediamento del parco eolico dovrebbe coprire una superficie pari ad almeno 10 volte il diametro della turbina del singolo impianto, concretizzando, in tal modo, una vera e propria ipoteca sul territorio interessato; 2) la concessione del diritto di superficie (e di tutti quelli connessi) a favore dei gestori delle centrali è di 20 anni rinnovabili: ciò vuol dire che per un potenziale periodo di mezzo secolo le aree interessate saranno soggette ad una destinazione irreversibile; 3) l’Amministrazione si riserva, in caso di mancato accordo con i relativi proprietari, di procedere all’espropriazione dei fondi coinvolti per fini di pubblica utilità tutt’altro che trasparenti. Un modus operandi superficiale e arrogante che disattende diritti e interessi pubblici; 4) l’importo una tantum di 50.000 euro che l’azienda interessata verserà al Comune appare una misera remunerazione a fronte del

fatto che esso è comprensivo degli oneri di costruzione e di urbanizzazione; 5) altra clausola di dubbio interesse pubblico è quella che prevede che, allo spirare del termine ventennale, il Comune rientrerà in possesso degli immobili e degli impianti non più rimovibili. Che se ne farà l’Amministrazione di impianti ormai obsoleti, considerato che sarà inevitabile fare ricorso alle tasche dei cittadini per smantellare ciò che è inservibile? Tale modo di procedere contrasta con un importante atto di indirizzo deliberato dalla Provincia (peraltro condiviso dallo stesso Sindaco Zizza) e, soprattutto, trae profitto da una normativa transitoria che consente ai Comuni di realizzare, fino al 4 aprile, centrali eoliche anche in assenza dei Piani Regolatori per l’installazione di Impianti Eolici (PRIE). Infatti, a partire dal 5 aprile, qualsiasi progetto di centrale a produzione alternativa dovrà essere inserito nella logica della programmazione territoriale così come previsto dal Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEAR). Ma andiamo per gradi. La Provincia ha stabilito una serie di paletti per evitare che, come peraltro sta puntualmente accadendo, la voglia di energia rinnovabile si traduca in un indiscriminato assalto alla diligenza da parte delle aziende produttrici. Senza addentrarsi nel rompicapo delle cifre, i fatti ci dicono che l’offerta di produzione energetica rinnovabile è di gran lunga superiore al fabbisogno del territorio. Allora, bisogna intendersi: si vuole concludere qualche buon affare o avere cura dei nostri territori? Non solo: regole di corretta amministrazione impongono che il progressivo aumento della produzione di energia “pulita” sia accompagnato, nella rete intercomunale della provincia brindisina, da una corrispondente riduzione del carbone. Diversamente, vi sarebbe solo un pericoloso e insostenibile sovraccarico energetico. Il documento provinciale fa notare che sarebbe opportuno sottrarre all’insediamento di parchi eolici le aree interessate al pascolo e alla produzione agricola, al massimo ricorrendo ad impianti molto meno invasivi (il “mini eolico”). Ogni intervento, infine, dovrebbe essere concertato a livello intercomunale e assistito da adeguate valutazioni di incidenza ambientale. Questi ineccepibili argomenti sono stati portati all’attenzione della maggioranza di centrodestra dai Democratici di Sinistra nell’intervento del Consigliere Comunale e Capogruppo provinciale Rosetta Fusco. La proposta costruttiva di sospendere la deliberazione di maggioranza e di redigere, a partire dal 5 aprile e con il contributo dell’opposizione, il Piano Regolatore per gli impianti eolici è stata respinta dal Sindaco e dalla sua maggioranza. Quale sarebbe l’inderogabile esigenza che non permette di aspettare il prossimo 5 aprile per inserire l’installazione degli impianti nei piani energetici previsti dalla legge? Siamo curiosi di vedere se il Sindaco avrà

ancora il coraggio di affermare che l’opposizione è pregiudizialmente contraria a qualsiasi progetto di sviluppo presentato da una maggioranza che pensa solo a lavorare nell’interesse dei cittadini. Nel caso di specie, sosterrà l’argomento più demagogico secondo il quale la minoranza si oppone allo sviluppo di energie alternative e alle prospettive di buona occupazione sul territorio… Questa misera giustificazione è, per l’ennesima volta, smentita da un atteggiamento arrogante e autoreferenziale che nulla ha a che vedere con il confronto democratico. Ci sono questioni fondamentali, come quella energetico-ambientale, che potrebbero essere condivise da tutti gli schieramenti politici sulla base di un’azione pubblica razionale nel rispetto delle peculiarità di territorio e comunità. Ma questa maggioranza si conferma insensibile a qualsiasi logica di programmazione, sempre alla spasmodica soddisfazione del principio “l’importante è fare cassa”. Se potessero, il Sindaco e i suoi fidati collaboratori troverebbero il modo di imputare all’opposizione la pessima salute delle finanze comunali. Sarebbe un’operazione estremamente impudente dal momento che Carovigno, tra un balletto di maggioranza e l’altro, è governata dal centro–destra da più di un ventennio. E questa è storia. Per quanto ci riguarda vogliamo mettere al corrente tutti i cittadini carovignesi che ancora una volta il nostro territorio subirà un’aggressione molto pericolosa. Non solo da un punto di vista estetico. Pali alti 120 metri (quanto un grattacielo di 40 piani) non solo rovineranno il panorama delle nostre splendide campagne, ma per vaste aree intorno agli impianti non sarà possibile continuare le coltivazioni ne il pascolo. Il Sindaco Zizza e la sua maggioranza non ha voluto ascoltare la nostra posizione (prima di tutto dotarsi dei Piani Regolatori per l’installazione di Impianti Eolici e osservare gli indirizzi politici dettati dall’Ente Provinciale che tra l’altro prevedono pali di un altezza massima di quaranta metri), hanno votato da soli, si sono presi la responsabilità e quindi devono risponderne al popolo carovignese. È ora, cari cittadini, di far pagare queste responsabilità perché questa Amministrazione Comunale sta compiendo scelte devastanti per il nostro territorio. NON PERMETTIAMO CHE QUESTO ACCADA ANCORA!!! I DEMOCRATICI DI SINISTRA DI CAROVIGNO

STOP AI CONSIGLI COMUNALI DI MATTINA Campagna elettorale per le amministrative del 2003. Il Sindaco Vittorio Zizza e l’Onorevole Mimmo Mele avevano promesso a tutti che i Consigli Comunali si sarebbero tenuti di pomeriggio. Aprile 2007. A distanza di quattro anni quella promessa non è stata mantenuta. I Consigli Comunali si tengono solo di mattina e sono deserti. Nessuna partecipazione dei cittadini. Le istituzioni da una parte i cittadini dall’altra. Che razza di democrazia è mai questa? Cosa si vuole nascondere? Perché non si vuole far partecipare la gente? Nessuna lotta da parte dell’opposizione è stata tenuta in considerazione. Francamente si schiera dalla parte dei carovignesi e chiede al nostro Sindaco di rispettare quanto promesso in campagna elettorale. Diamo a tutti la possibilità di rendersi partecipi della vita amministrativa. Stop ai Consigli Comunali di mattina. LA REDAZIONE

francam e nte - nuova serie - n. 22/23 - MARZO/APRILE 2007 - distribuzione gratuita mensile a cura della sezione "Enrico Berlinguer" dei Democratici di Sinistra di Carovigno Direttore responsabile: Natalino Santoro - Direttore editoriale: Mario Cicorio Reg. Trib. di Brindisi n. 7 del 20.04.2001 - stampa: Nuova g@ srl - Ostuni - [email protected] (chiuso in Tipografia il 29/3/2007)

francamente è scaricabile dal sito www.carovigno.net

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DS, ritorno al futuro Mario Cicorio succede a Corrado Tarantino. Mandato quasi unanime per il nuovo Partito Democratico

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elle giornate di sabato 17 e domenica 18 marzo, la sezione “Enrico Berlinguer” dei Democratici di Sinistra di Carovigno ha celebrato un congresso molto atteso per l’importante significato degli obiettivi contenuti nell’agenda politica nazionale e locale. La risposta dell’assise del più grande partito del centrosinistra che governa il Paese è stata all’altezza delle aspettative e non solo, ovviamente, per la cornice scenica offerta dalle splendide sale del Castello. Il primo dato politico di rilievo emerso è quello della quasi – unanimità espressa a sostegno della “mozione Fassino” (solo 2 le preferenze accordate alla “mozione Mussi”) per la costituzione del futuro Partito Democratico. Il secondo elemento di grande soddisfazione è stato rappresentato dalla elezione dei nuovi organi dirigenti nel segno e nel rispetto di un’ormai irreversibile esigenza di rinnovamento e di prospettiva politica. La platea congressuale ha assistito allo svolgimento di un dibattito animato e qualificato. Ha aperto le danze la relazione introduttiva del segretario uscente, Corrado Tarantino, ringraziato e applaudito per i cinque anni di sapiente, equilibrata e appassionata direzione del partito in una stagione politica particolarmente delicata. Bene ha fatto Tarantino (atteso, sin da ora, a confrontarsi con incarichi di maggior prestigio e responsabilità consoni al suo curriculum politico) a sottolineare, con decisione e chiarezza, che il progetto di costituzione del nuovo soggetto politico non è affatto, come da più parti si vorrebbe far credere, una operazione di riformismo dall’alto o una fusione a freddo tra organismi dirigenti dei maggiori partiti dell’attuale maggioranza di governo. Non si può ignorare che dal 1996, anno di nascita de “L’Ulivo, elettori e simpatizzanti del centrosinistra hanno continuato a chiedere, con crescente entusiasmo, unità e capacità di governo alle forze progressiste. Un progetto di condivisione dei grandi valori che uniscono il socialismo europeo e liberale alla migliore tradizione del cattolicesimo democratico. Grande soddisfazione ha espresso il segretario uscente per la linea di continuità nel rinnovamento espressa dal partito con la proposizione sulla scena di dirigenti giovani e motivati e, soprattutto, per la presenza di una Sinistra Giovanile di nuovo forte e numerosa sotto il coordinamento dinamico e propositivo di Federica Lanzilotti. Dopo la relazione introduttiva di Tarantino, si sono alternati i saluti e gli interventi degli esponenti degli altri partiti del centrosinistra, dell’associazionismo locale (su tutti, Legambiente). Particolarmente interessanti sono risultate le parole del Consigliere comunale Raffaele Peciccia, ex esponente della maggioranza di centrodestra e, attualmente, suo determinato oppositore. Non ha utilizzato né sofismi né giri di parole, il noto im-

prenditore locale, per dire che è arrivato il momento di mandare a casa il Sindaco e i suoi collaboratori, puntando a forti e credibili alleanze tra partiti e aree della società civile interessate al cambiamento. Altrettanto apprezzati sono risultati gli interventi del consigliere provinciale DS Baldassarre e del candidato (al momento in cui si scrive, ndr) alla segreteria provinciale dei DS Casone. Nel segno della commozione e della proverbiale esuberanza dialettica, poi, le parole del segretario provinciale uscente Onofrio Cretì che ha energicamente difeso le ragioni della “mozione Fassino” contro la diffidenza e i timori di chi si oppone alla formazione del nuovo soggetto politico. Si è giunti, pertanto, al momento più atteso: la relazione programmatica del degno successore di Tarantino alla conduzione della segreteria politica, il giovane dirigente di sezione Mario Cicorio (da diversi anni membro del Comitato direttivo), peraltro già brillantemente distintosi come ideatore e direttore editoriale di “Francamente”, organo mensile dei DS di Carovigno e ormai consolidato punto di riferimento per lo scambio delle idee e delle informazioni per la tutela dei diritti dei cittadini. Le sue dichiarazioni di intenti sono state caratterizzate da conoscenza profonda delle questioni da affrontare e forte senso di dedizione alla causa politica locale. La insopprimibile esigenza di una vasta operazione di coinvolgimento “dal basso”

dei cittadini nelle questioni del dibattito amministrativo e la nuova “missione” del futuro Partito Democratico sono stati i primi argomenti sviluppati dal nuovo segretario. Secondo Cicorio, infatti, “ Il Partito Democratico può e deve essere l’opportunità di un partito nuovo che sappia guidare il rinnovamento della politica e che sappia parlare ad una vasta moltitudine di cittadini, molti dei quali si riconoscono ne l’Ulivo, senza necessariamente riconoscersi nei partiti” . La relazione ha poi insistito sulla missione prioritaria di riavvicinare i cittadini alle Istituzioni, anche attraverso il ricorso a strumenti di partecipazione e consultazione pubblica e sul dovere politico e morale di tutte le forze del centrosinistra di proseguire uniti e compatti nella soluzione delle grandi questioni di interesse nazionale e internazionale disegnate nel programma di governo. E qui Cicorio non ammette margini di trattativa partitica al ribasso: “ Sulle questioni prioritarie non ci possono essere fratture tra moderati e radicali” , al fine di non disperdere il grande credito politico - elettorale concesso a Romano Prodi e al centrosinistra dopo i cinque anni di ondata populista e illiberale del governo delle destre. Quando l’attenzione ricade sulla situazione locale, i propositi del giovane segretario sono ancora più incisivi e battaglieri: “ Il punto nevralgico del mio mandato sarà quello di rendere pubblico il dibattito amministrativo” con un esplicito riferimento agli atti di cattiva amministrazione della Giunta Zizza. Una gestione “privatistica” della cosa pubblica sempre più finalizzata alla mancanza di trasparenza e confronto democratico sulle scelte di interesse generale, creando le condizioni per un progressivo scollamento tra amministrati e amministratori. Dopo un doveroso rico-

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nzo Casone è il nuovo segretario provinciale dei Democratici di Sinistra di Brindisi. Succede ad Onofrio Cretì che ha retto la federazione brindisina per cinque anni. Una vita nella CGIL, sindacato in cui ha rivestito anche la carica di Segretario Regionale, Casone è stato eletto a stragrande maggioranza al termine dei lavori del IV Congresso Provinciale dei DS tenutosi presso il Grand Hotel Masseria Santa Lucia di Ostuni. Oltre 40 gli interventi succedutisi nella due giorni dell'assise congessuale. Un dibattito vero che, alla luce dei risultati dei congressi delle Unità di base, provinciali, regionali e nazionali, che hanno decretato la netta affermazione della Mozione "Per il Partito Democratico" del Segretario Nazionale Piero Fassino

con l'80% dei voti, ha incentrato la discussione su come si aprirà il cantiere del Partito Democratico. I Democratici di Sinistra di Carovigno esprimono grande gratitudine ad Onofrio Cretì per aver dato lustro a tutta la cittadinanza carovignese. Durante i cinque anni del suo mandato politico il partito da lui guidato ha raggiunto grandi risultati in tutte le consultazioni elettorali ed ha notevolmente accresciuto il numero degli iscritti. Grazie Davvero. Ad Enzo Casone, va invece, un grosso augurio di buon lavoro. Siamo certi che saprà essere una guida innovativa per i Democratici di Sinistra ma soprattutto per il partito nuovo che sta per nascere: “il Partito Democratico”. Tanti, tanti auguri!!! I DEMOCRATICI DI SINISTRA DI CAROVIGNO

noscimento alla dedizione e al lavoro dei Consiglieri comunali, il discorso per l’investitura si è decisamente proiettato sul prossimo futuro: l’impegnativa campagna elettorale del 2008, la costituzione di una “ fabbrica del programma” per interpretare i bisogni del territorio e delle rappresentanze economiche e sociali della città, una costante sinergia tra dirigenti e tesserati, la fiducia e il sostegno incondizionati alla Sinistra Giovanile. Su questi temi Cicorio ha saputo coinvolgere l’intera platea congressuale ricevendo un consenso ampio e consapevole da parte di dirigenti e tesserati e determinando, in tal modo, la ratifica della sua elezione. Alla fine dell’intervento, il neo segretario ha ricevuto, oltre agli applausi di rito, sincere e commosse attestazioni di stima e affetto, evidenziando la grande coesione di valori e di relazioni personali e politiche che caratterizza, da sempre, la storia di questo partito. Un partito che riesce ancora ad esprimere una forza e una vitalità straordinarie, con buona pace di tutti coloro che continuano, ogni anno e malignamente, ad annoverarlo tra i relitti e i monoliti di un passato che fu. Saluto e intervento conclusivo sono stati affidati a Michele Mazzarano, giovane e brillantissimo dirigente tarantino dei DS. Dopo essere stato, per lungo tempo, ai vertici della Sinistra Giovanile Nazionale (responsabile Esteri) è tornato in Puglia per coordinare la segreteria regionale del partito e, soprattutto, per esserne la guida politica nei prossimi anni. Dulcis in fundo, ma di assoluto rilievo il doveroso ringraziamento a quei rappresentanti della società carovignese che hanno offerto la propria disponibilità a far parte, per la prima volta, del comitato direttivo del partito. Buon lavoro a tutti. Ecco l’elenco completo dei nuovi organismi dirigenti: Segretario: Cicorio Mario; Comitato direttivo: Tarantino Corrado, Saponaro Vito, Fusco Rosaria, Saponaro Primarosa, Scussat Pietro, Antelmi Antoine, Cecere Pietro, Carlucci Maria Antonietta, Lanzilotti Federica, Zizza Antonio, Tamborrino Pietro, Brandi Luigi, Semeraro Rocco, Locorotondo Giancarlo, Melpignano Pietro. ANTOINE ANTELMI

Pratiche Automobilistiche e Amministrative

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Salviamo questa Madonna!!!

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hissà quante volte siamo passati vicino a quanto resta della bellissima immagine di Santa Elisabetta, senza notarne l’esistenza o senza valutarne lo stato di degrado o rimanendovi indifferenti. Volutamente non voglio comunicare, ai lettori che non lo conoscono, il luogo dove questo dipinto giace abbandonato per destare in essi quel pizzico d’interesse in più . Volutamente, non voglio insistere nella ricerca delle responsabilità nelle tante problematiche irrisolte relative al nostro patrimonio culturale ed archeologico perché non risolve il problema. Siamo responsabili un po’ tutti. Con forza voglio lanciare un appello alla popolazione di Carovigno alla quale, benevolmente, rimprovero lo scarso attaccamento al proprio paese e la poca propensione ad esercitare il proprio diritto di cittadinanza attiva. Con forza voglio invitare il consiglio comunale, l’amministrazione comunale, l’assessorato alla cultura, le associazioni culturali, le parrocchie, ad essere più attente ai fenomeni di degrado che non possono e non debbono più rimanere nell’indifferenza generale. Credo sia ormai inutile piangerci addosso con lamentele, lagnanze, accuse generiche, fiumi di paro-

Archeologia subacquea

le inconcludenti. Quando si tratta di cose di facile soluzione ma di grande interesse generale, risvegliamo in noi la dignità e la forza di carovignesi doc. In considerazione che la foto pubblicata, concessami da Antonio Carlucci, risale all’anno 2001, considerata l’urgenza dei lavori di recupero, invito i nostri amministratori a destinare parte della loro indennità mensile, al finanziamento del restauro. Sarebbe un bel segnale! Salviamo questa Madonna e, sicuramente, ce ne renderà merito.

evento culturale senza precedenti sta per interessare il sito archeologico di Santa Sabina, nel territorio di Carovigno. A partire dal mese di Aprile 2007, si darà inizio al 1° Corso di formazione per “Operatori Tecnici in l’Archeologia Subacquea”, varato da una convenzione tra la Facoltà di Beni Culturali dell’Università di Lecce e la Provincia di Brindisi e riservato a venti giovani laureati e laureandi in Beni Culturali e Corsi equivalenti. L’iniziativa nasce dalla volontà e dalla passione di due donne straordinarie, la Prof.ssa Rita Auriemma, docente di Archeologia Subacquea della Facoltà di Beni Culturali dell’Università di Lecce e la Dott.ssa Angela Marinazzo, dirigente dei Servizi Culturali della Provincia di Brindisi, riprendendo lo studio delle evidenze presenti nella baia di S. Sabina dopo molti anni di silenzio.

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patrimonio archeologico, sommerso e terrestre, di questo “ Approdo dimenticato” . Il forte interesse acceso dall’iniziativa nei giovani che hanno concorso alla selezione e le cui graduatorie saranno a breve pubblicate sul sito della Provincia di Brindisi, ha spinto l’Ente Provincia a pensare alla possibilità di trasformarlo in un corso estivo stabile, una vera Summer School da ripetere a cadenza regolare. Se così fosse, la nascita di un corso universitario di questo tipo garantirebbe al territorio in cui ha sede, una notevole ricaduta socio-culturale, e attraverso la riqualificazione turistica promossa dall’attività di ricerca svolta in loco, in collaborazione con il Ministero alle Attività e ai Beni Culturali e con le Amministrazioni locali si potrebbe pensare ad allestimenti di mostre e musei, cura di pubblicazioni divulgative, progettazione e realizzazione di percorsi subacquei e terrestri guidati, ecc…

Il Corso, completamente gratuito, si profila come prima ed unica esperienza in Italia: esso rappresenta il maturare proprio qui, nel Salento, del dibattito accademico sulla qualità della formazione professionale dell’archeologo subacqueo, una formazione superiore teoricopratica, da realizzarsi in ambito universitario, il solo possibile titolare di un percorso e di strutture in cui acquisire attitudine e competenze culturali altamente specialistiche. Il Corso di formazione per “ Operatore in Archeologia Subacquea” è stato strutturato infatti in una parte teorica, da aprile a maggio, articolata in seminari e lezioni curate da Docenti e studiosi provenienti da varie Università Italiane, e in una parte pratica, da svolgersi a giugno nella baia di Torre S. Sabina, articolata in cantiere subacqueo e in laboratori didattici sui materiali. In parallelo al Corso, inoltre, si è definito un importante Progetto Editoriale, curato dalla Prof.ssa Rita Auriemma, con il contributo di valenti giovani ricercatori dell’Università degli Studi di Lecce, teso allo studio e alla rilettura delle evidenze archeologiche di Torre Santa Sabina e del territorio di Carovigno, testimonianze che hanno rivelato l’eccezionale

Per la realizzazione di questa iniziativa, la Provincia di Brindisi si è impegnata a garantire un finanziamento di 19.000 euro che coprirà buona parte delle spese, mentre, l’Amministrazione Comunale di Carovigno, patrocinerà l’iniziativa, facendosi carico delle spese di vitto dei corsisti e mettendo loro a disposizione stabili comunali dislocati nel territorio come alloggio e base logistica per le attività connesse, per tutto il periodo dello scavo didattico, della durata di 3 settimane, dal 10 al 30 giugno. Grazie all’attenzione e alla sensibilità dell’Ente Provincia di Brindisi, dell’Amministrazione Comunale di Carovigno e di alcuni Enti offertisi come sostenitori economici del progetto, questa iniziativa culturale importante potrà restituire all’incantevole insenatura di Santa Sabina il meritato risalto dal punto di vista storico, archeologico, ambientale e quindi di sviluppo sostenibile. Per questo, in collaborazione con il Comune di Carovigno e con gli Enti, pubblici e privati, che sosterranno il Progetto, si creeranno occasioni ed eventi tesi a divulgare i risultati della ricerca, sia per il periodo di scavo sia per i futuri mesi. CARMELA IAIA

PINUCCIO CALÒ

Strada provinciale Carovigno-Belvedere, parla l’ Am m inis traz ione Provinciale

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oglio ringraziare Pinuccio Calò per aver posto la questione legata alla strada che collega Carovigno con Belvedere, perché mi dà la possibilità di dichiarare che l’Amministrazione Provinciale, non solo si è posta il problema della sicurezza di quella strada, ma ha soprattutto operato scelte per risolvere il problema stesso. Ha, infatti. inserito nel Piano Provinciale delle opere pubbliche da realizzare entro il 2007, l’allargamento della strada, impegnando la somma di 150 mila euro. Non solo, ma qualche settimana fa, accompagnata dall’Assessore Provinciale Antonio Gennaro, ci siamo recati dal Sindaco per definire la Convenzione. Il Sindaco ha manifestato la sua intenzione di realizzare la pista ciclabile lungo la provinciale, utilizzando il finanziamento ottenuto dalla Regione Puglia. Volendo completare l’opera per renderla sicura, l’Amministrazione Provinciale ha deciso, allora, di utilizzare la somma stanziata per illuminare la strada da Carovigno a Belvedere. Ora sta al Sindaco avviare i lavori per la pista ciclabile; l’Amministrazione Provinciale ha già impegnato nel bilancio la somma per installare tutti i pali occorrenti per l’illuminazione. Avremo, così, un’opera completa e sicura a servizio dei cittadini. ROSETTA FUSCO (CAPOGRUPPO DS PROVINCIA DI BRINDISI)

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19 marzo 2007... 2° CIRCOLO DIDATTICO DI CAROVIGNO

Prof. FRANCESCO LANZILLOTTI, UN NOME ED UNA IDENTITÀ RISCOPERTA

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el mio ambiente di lavoro, permeato di grande relazionalità e democrazia, spesso ci ritroviamo a dialogare su argomentazioni pertinenti alla gestione della scuola cercando di trovare soluzioni alle varie problematiche gestionali e formative. Ed è proprio in uno di questi momenti che il dirigente scolastico professor Vincenzo Brancasi rivolgendosi ad un gruppo ristretto di insegnanti evidenziava la necessità di dare visibilità, attraverso un manufatto artistico ed una biografia, alla persona alla quale la nostra scuola è intitolata. Infatti, il nome di Francesco Lanzillotti compariva discretamente su una targa posta all’ingresso della scuola. Gli alunni, i genitori ed il personale stesso, conoscevano un nome che non aveva né un volto, né una storia. Io stessa, mi sono chiesta come mai una tale scelta fosse stata fatta, perché la scuola era stata intitolata a Lanzillotti, che cosa aveva rappresentato per il mondo della cultura o della storia carovignese questa persona? Sinceramente io ho avuto modo di conoscerlo attraverso le descrizioni di mio padre, che pur essendo suo grande avversario politico, lasciava trapelare considerazioni positive riferite alle sue doti morali ed etiche. Allo stesso tempo, si definiva, attraverso la voce del popolo, la figura di un uomo burbero, inflessibile e di poche parole che non lasciava spazio alle opinioni altrui. La sera del 19 marzo, dopo frenetici preparativi, finalmente la scuola Primaria del II Circolo Didattico di Carovigno, ha avuto modo di ricordare e ripercorrere, attraverso la voce dei figli, l’operato dell’insegnante e sindaco di Carovigno Francesco Lanzillotti. L’aula magna era gremita da numerosi alunni e genitori, personale della scuola, insegnanti ed alunni che sono stati rispettivamente col-

leghi e discenti del professor Francesco ed autorità che hanno ascoltato in rispettoso silenzio ed estrema attenzione i vari interventi. La personalità del professor Lanzillotti iniziava a delinearsi in un mosaico sempre più nitido nella sua veste di padre silenzioso, burbero e severo, allo stesso tempo attento e vigile educatore sempre presente soprattutto nelle grandi festività e nelle grandi occasioni. Nella sua veste di operatore della scuola come austera figura attenta a trasmettere i valori di umanità e senso civico ai suoi alunni. Nella sua veste politica, da alcuni definito “ fascista” , che però ha sposato una donna ebrea, Gabriella Morpurgo, militante nella lotta contro il nazismo che l’ha vista partigiana per due anni in Ser-

bia e Montenegro. Lanzillotti sindaco: impenetrabile, impassibile, sempre fedele ai suoi ideali e coerente alle sue promesse. L’intervento che particolarmente vorrei mettere in risalto è stato quello del compagno Salvatore Locorotondo, grande militante del Partito Comunista Italiano, per decenni, ed attuale attivo sostenitore dei Democratici di Sinistra. Locorotondo ricordava la figura di Lanzillotti sindaco, quando lui stesso era all’opposizione, gli riconosceva le grandi doti morali e la perseveranza nel raggiungimenti degli obiettivi. I grandi valori che lo caratterizzavano esprimevano una politica fondata sulle ideologie che non lasciava spazio agli interessi personali, ma che era rispondente alle necessità di crescita culturale ed economica del nostro paese. Locorotondo concludeva dicendo che nonostante le diatribe che spesso portavano a scontri causati da divergenti punti di vista, alla fine della giornata non dimenticava mai di passare a salutare rispettosamente il sindaco Francesco Lanzillotti. Trapela da questa affermazione il grande rispetto che incuteva nelle vesti di sindaco il Lanzillotti anche in coloro che si discostavano per colori politici, ma che condividevano con lui le grandi finalità operative volte al miglioramento del paese e dei suoi cittadini. Al termine della manifestazione è stato scoperto un mosaico sul quale è rappresentato il Sindaco Francesco Lanzillotti nel giorno dell’inaugurazione del plesso di scuola primaria che successivamente è stata intitolata a suo nome. Un particolare ringraziamento è rivolto al Dirigente Scolastico professor Vincenzo Brancasi, uomo di grande sensibilità e di grande cultura che ha permesso sia alla nostra scuola, sia alla persona alla quale la stessa è intitolata di ritrovare la meritata identità ed onorificenza. MICHELA LOTTI

Processione…no, non so, si, si... ma!!!

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rmai i carovignesi si sono abituati alle novità di Pasqua per quel che concerne la loro antica tradizione legata al culto della Madonna di Belvedere. Un anno si abolisce l’asta con la quale un devo-

to o un gruppo di devoti si aggiudicava il privilegio di portare in spalla la statua della Madonna; un altro anno si abolisce la secolare tradizione della “ vaccaredda” ; quest’anno si diffonde tra la gente la notizia che la processione del Lunedì di Pasqua non si farà più per lasciare il posto alla vera tradizione che consisteva nel portare in giro il solo quadro della Vergine di Belvedere dal Santuario a Lei dedicato, fino al Calvario dove, credo, seguisse, nelle intenzioni, la “ battitura della nzegna” , fortunatamente non ancora messa in discussione. Pare che poi l’allarme sia rientrato e che la processione si svolgerà secondo tradizione. In tutto questo, mi sembra di percepire

l’ardita volontà di stabilire quali siano le tradizioni da abolire e quali quelle da resuscitare. Non voglio insegnare niente a nessuno quando dico che tradizioni vanno accettate per quelle che sono, per come ci sono state tramandate, per come si sono consolidate nel tempo e per quello che hanno rappresentato per un popolo che, in esse, ha perpetuato le proprie radici, la propria storia. Se vista con gli occhi di oggi l’asta può prefigurarsi quale mercimonio del sacro, la vaccaredda può assimilarsi ai riti pagani, ma non possiamo trascurare che, per secoli, questo animale veniva indicato dai nostri avi come “ la vaccaredda di la Madonna” e l’asta, fino a non molto tempo fa, si basava sull’offerta di grano che doveva poi servire alle parrocchie per sfamare i tanti poveri di queste povere comunità. E allora, non logoriamoci in contrapposizioni inutili, non disperdiamoci in tentativi di re inventare tradizioni o modificarle a seconda dei tempi o delle esigenze di qualcuno perché la nostra Pasqua, la Pasqua dei carovignesi è bella così ed, a questo proposito, voglio citare una risposta ad una domanda che rivolsi ad una bambina in occasione della “ battitura della nzegna” del martedì

di Pasqua del 2002. Le chiesi: Bambina, che cosa è per te la “ nzegna” ? Mi rispose: È felicità! Buona Pasqua. PINUCCIO CALÒ

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C’era una volta il parco giochi... G

Lo scivolo dei bambini con il passamano divelto

iornata primaverile. I bambini accuditi dalle loro mamme o dagli affettuosi nonni si divertono a rincorrersi nei pochi metri quadri del piccolo parco giochi della “ villa vecchia” (come si è abituati a chiamarla!). Salgono sullo scivolo, si dondolano sulla piccola altalena sognanti di galoppare chissà quale simpatico e colorato destriero; girano contenti sulla giostrina… Trascorrono qualche ora in allegria. Ora purtroppo quel parco giochi è completamente distrutto. Perché? Non si sa. Opera di vandali, di teppisti; forse solo di ragazzini annoiati che, non riuscendo a divertirsi in nessun modo, lo fanno distruggendo tutto ciò che hanno davanti. Ma in che razza di mondo viviamo? Cosa succede? Ci lamentiamo tanto del nostro paese, vogliamo che sia diverso, che offra qualcosa, che riesca ad evolversi e poi, distruggiamo anche Il dondolo spezzato in due ciò che di più tenero e infantile esiste? È una vergogna. Pur essendo piccolo, a volte sporco e poco illuminato, era una delle poche forme di divertimento all’aperto del nostro paese… Ora, che faranno i bambini? Bisognerebbe chiederlo a quei distruttori dei sogni e dei divertimenti. MARIA ANTONIETTA GRECO

Storia di ordinaria devastazione

Il passamano dello scivolo gettato nell’erba

Queste cartoline dell’inciviltà si aggiungono a quelle che abbiamo pubblicato sul numero di Francamente di novembre 2006. A distanza di pochi mesi assistiamo al ripetersi di atti di vandalismo e violenza che di fatto stanno distruggendo il nostro patrimonio. Questo parco divertimenti ora non c’è più !!! È ora di chiedersi cosa stia succedendo. È ora che chi ha il compito di educare i nostri giovani lo faccia e lo faccia in fretta!!! Questa situazione non è più tollerabile… MARIO CICORIO

Il cestino dei rifiuti sradicato dalla sua base di cemento

Centro D iu rno “ Co o p . P eg a so ” : il tea tro d i E d u a rd o e la v o g lia d i d im o stra re...

Il

laboratorio di teatro del Centro Diurno “ Coop Pegaso” dell’Unità Operativa Psichiatrica di Carovigno è attivo dal 2000 e prevede la preparazione di spettacoli che, successivamente, vengono presentati al pubblico. In questi anni, utenti ed operatori sono stati impegnati in lavori come: QUESTI FANTASMI commedia di E. De Filippo; NATALE IN CASA CUPIELLO commedia di E. De Filippo. Il terzo appuntamento è con SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA Commedia in tre atti di E. De Filippo. Utenti ed operatori si affiancano sia durante la fase di preparazione (vale a dire nell’allestimento delle scenografie, nel recuperare tutto ciòche necessita alla realizzazione della scena) che in quella di presentazione al pubblico, coordinati da Alessandra Cisternino, educatrice del Centro Diurno. Gli attori, attraverso la recitazione, lavorano sul corpo, sullo sviluppo della caratterizzazione e sui ruoli, impegnando le proprie abilità linguistiche e creative. L’esperienza del teatro dimostra, come il proble-

ma della persona disabile, o di chi vive in una particolare situazione di disagio, non esclude la possibilità di esprimere le proprie doti. Attraverso tale attività, infatti, è stato possibile saggiare l’innata capacità interpretativa di queste persone che, una volta sul palcoscenico, riescono a sorprendere e a divertire il pubblico, o almeno si spera. Questo esperimento ha dato la possibilità a noi educatori prima ed agli stessi “ ragazzi” dopo, di metterci alla prova nel rapporto con l’esterno, dettato dalla voglia di dimostrare a sé stessi e agli altri la capacità di esprimere la propria voglia di sentirsi “ normali” , trovando riscontro nelle scolaresche che hanno partecipato con entusiasmo e trasporto agli incontri programmati appositamente per loro. Gli attori impegnati in questo lavoro sono:

Landolfo Donatello (medico 1), Ligorio Vincenzo (medico 2), Giovanni Epifani (Sciuscella), Pinuccio Vacca (cameriere), Maria Teresa Vacca (cameriera), Elio Giarrusso (Jack), Licia Barletta (Rosina), Vito Termite (Arturo), Concetta Loscalzo (Filomena), Giuseppe Orlandino (Pasquale), Alexandra Calò (Carolina), Monika Semeraro (Gina), Regia Alessandra Cisternino con la collaborazione nelle scene, nei costumi, nelle musiche e nella messa in scena di tutti gli educatori del Centro Diurno “ Coop. Pegaso” . Elemento conduttore per la buona riuscita non solo dello spettacolo teatrale, ma anche per tutte le attività di riabilitazione, sostegno ed assistenza agli utenti psichiatrici è la passione degli operatori Rino, Monika, Alexandra, Gabriella, Enzo, Adele, Vittorio e Rosa, oltre all’impegno, al qua-

le gli stessi, sono chiamati come educatori. La commedia “Sogno di una notte di mezza sbornia” di Eduardo De Filippo tratta di un povero uomo creduto pazzo da tutta la famiglia “ Grifone” a causa di un sogno che lo tormenta. Pasquale sogna Dante Alighieri che gli rivela dei numeri presagio di ricchezza e nel contempo profezia della sua morte, perché i numeri segnano la data della sua morte: 8-13-52-90. Pasquale, preso dalla smania, spende gli ultimi risparmi della moglie per giocarseli al banco lotto. Arriva la vittoria, per la famiglia di Pasquale è una gioia immensa, finalmente sono ricchi, invece, per il povero uomo è l’inizio di un’attesa estenuante della morte. La sua famiglia, tuttavia, sembra non capire la disperazione di Pasquale e continua a vivere come se niente dovesse succedere, come se Pasquale fosse in preda ad un delirio che col passare del tempo, non fa altro che rovinare l’armonia che la ricchezza improvvisa ha creato in famiglia. ALESSANDRA CISTERNINO RINO TATEO

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Amministratore unico Salvatore GRECO C.so Umberto I, 101 - CAROVIGNO Tel. uff. 0831.990924 - 368.7168364

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L’ARCHITETTO ILARIA PECORARO ED IL RESTAURO DELLA CRIPTA DELLA CHIESA N UOV A. L’IN CON TRO E... L’IN TERV ISTA

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reno Roma – Brindisi. Una decina di giorni fà mi accingevo a ritornare da Roma con due amici dopo aver assistito ad un bellissimo incontro nella biblioteca G. Spadolini del Senato del Senato Repubblica dedicato alla storia delle donne italiane. Incontro, all’interno del quale, merita qui ricordare, la dott. ssa Emilia Sarogni (già ospite delle Acli nello scorso ottobre a Carovigno per la presentazione del suo libro su Salvatore Morelli) ha ancora una volta entusiasmato le Rotariane italiane organizzatrici dell’evento culturale parlando della figura del nostro Morelli, il deputato risorgimentale che dobbiamo considerare come il padre dei diritti di noi donne italiane. Ma all’entusiasmo e alla passione vissuti per la partecipazione all’incontro sopra descritto se n’è aggiunto un altro salendo sul treno per il ritorno... Un incontro davvero inaspettato: mi ritrovo di fronte ad una mia vecchia amica di liceo; l’infaticabile architetto Ilaria Pecoraio la quale mi dà subito la notizia dell’imminente riapertura dei locali della cripta della Chiesa Nuova .Una gran bella notizia per la vita religiosa e anche sociale del paese, senza contare che la direzione dei lavori è proprio nelle mani della mia giovane amica. E allora, dopo le piroette e gli abbracci per l’inaspettata visione, scatta di dovere l’intervista! E allora, dott.ssa Pecoraro, come è iniziata questa tua nuova esperienza di lavoro? A dire il vero l’idea del restauro nasce dall’iniziativa di Don Claudio ma anche dall’assessore Barella mentre il caso ha voluto che io avessi mandato un mio curriculum al vostro comune proponendomi sulla base delle mie esperienze e competenze. Eravamo nel febb. del 2004 e, come dicevamo all’inizio, all’idea iniziale si associano le personalità dell’Arciprete Calò, dello stesso Vescovo Talucci ma anche del vostro Sindaco Zizza. E’ grazie al ben volere ed alla sinergia di

queste persone che poi si è deciso di vagliare il mio curriculum e di affidarmi i lavori. Bene.. ma qual è la tua specializzazione? Io sono specialista in restauro dei monumenti architettonici ed attualmente insegno all’Università La Sapienza di Roma al corso di “ storia delle tecniche costruttive” . Mi illustri il tuo progetto? E soprattutto quali sono le idee in merito all’uso futuro dei locali? Si parte dal restauro degli ambienti ipogei della cripta della Chiesa , realizzati per la prima volta nell’ottobre del 1800. Ti ricordo, a tal proposito, che questo mio lavoro l’ho riassunto in un libro: “ il progetto di restauro della cripta della Chiesa nuova” . Tornando a noi, il progetto mira alla conservazione della preesistenza monumentale ed al contempo al recupero funzionale di spazi grandi e salubri. Le scelte progettuali sono maturate contemperando le esigenze della pura conservazione con quelle protese ad un uso di questo bene. Nello specifico, l’intervento riscopre nella sua complessità l’organismo architettonico che deve essere accessibile e fruibile da parte di tutti anche nei suoi spazi ipogei . E’in questo modo che si potranno vivere questi grandi ambienti per la vita parrocchiale e della comunità. Ci spieghi meglio la tua idea in merito alla concezione ed all’uso dei locali? In virtù del particolare impianto tipologico del monumento, il progetto di restauro individua l’asse principale e mediano a cui si accede mediante una porta di pietra . Quest’asse, in leggera pendenza, consente a chiunque di raggiungere agevolmente tutti gli ambienti della cripta , distribuiti sulla destra e sulla sinistra della doppia navata centrale in fondo alla quale si ritrova un pieno in asse: il pilone ottagonale della sala capitolare. Architetto, perdona la mia ignoranza in mate-

ria, ci vuoi spiegare con parole più nostre? Nella spazialità delle architetture si ha un pieno in asse ogniqualvolta l’asse geometrico mediano risulta occupato da una colonna. Nella cripta questa colonna offre un valore estetico – formale molto incisivo. Sia per la dimensione che per l’importante funzione statica. Infatti, il pilone ottagonale sorregge in forma scenografica la volta ad ombrello della sala capitolare. Nel nostro progetto, si cerca di valorizzare questo elemento architettonico con l’ausilio di scelte progettuali che ne sottolineano la scenografica posizione del pilone , traducendolo in vero e proprio fulcro intorno al quale si potranno svolgere le future attività culturali e religiose che si auspica possano prendere corpo. E’ per questo che il progetto dota questi ambienti di molteplici sevizi considerando anche quelli igienici e discretezza lo spazio in ampie sale separate da infissi a tutta altezza semitrasparenti. Da quel che mi dici, quindi, possiamo dedurre che la Cripta potrà essere un luogo dove la comunità potrà vivere e partecipare i diversi momenti della sua vita religiosa e sociale? L’idea principale mira a far vivere con continuità e in maniera versatile tutti gli ambienti. Per tale motivo trovano ragione d’essere le nuove aperture ricavate nelle sezioni murali, lì dove la struttura originaria l’ha permesso, garantendo tra l’altro l’immissione di luce e aria. E’ la concezione di un progetto di restauro il quale deve riconoscere il monumento e l’opera in quanto tale, in cui le istanze storiche ed estetiche devono convivere felicemente con le esigenze pratiche e funzionali della vita di comunità che si intende svolgere. Dovete sapere, infatti, che l’opera per convenzione tra Comune e Chiesa il primo ha la disponibilità all’uso dei locali per 15 anni ed in particolare per 30 giorni l’anno destinati per 30 gior-

Memorie di una bellezza dimenticata

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un libro scritto da Armando Comez dal titolo “ Le stoffe di Carovigno” edito da Tipografia Universale – Roma nel 1932, ho trovato una descrizione della nostra città, come si presentava agli occhi dell’autore, ed ho pensato di fare cosa gradita ai carovignesi riportarne alcuni passi. PINUCCIO CALÒ

“ Carovigno è sulla grande line Adriatica a 28 chilometri da Brindisi. A ponente si insinua la fantastica zona dei trulli; in alto sfugge Ostuni, candida come una rocca di alabastro; a levante il mare si allontana e si nasconde tra la folta vegetazione, ma la sua presenza si avverte ugualmente. Siamo già nel tallone d’Italia, in quell’ardita penisola nella penisola che si protende verso i lidi ellenici, ponte di congiunzione tra le due più grandi civiltà del mondo. Dalla stazione si sale tra gli ulivi e dopo dieci minuti si giunge all’imbocco di una via cittadina che si allarga fino a formare una piazza; ai lati precipitano scoscese strade a gradini fiancheggiate da fabbricati bassi intermezzati da muriccioli. Tutte le case terminano con terrazzi; non pesantore di tetti, non ombre di grondaie e, dappertutto, un candore immacolato che abbaglia la vista. Se non fossero i prepotenti raggi del sole che vengono giù da un cielo impeccabile, si crederebbe di stare sotto la neve. La mano dell’imbianchino in queste contrade passa periodicamente e inesorabilmente su tutto, togliendo ogni chiaroscuro, eguagliando le facciate di bella cortina perfettamente

ni a momenti culturali e sociali che lo permettano. Un’idea davvero positiva e costruttiva per la vita sociale della nostra città , visto che i locali in tal senso sono molto pochi…. Certo!… e a tal proposito voglio augurarmi e dire alla vostra bella città che essa possa da subito vivere questo organismo. E’ necessario, però, che di esso se ne prenda cura perché si tratta di un bene che appartiene a tutti e il cui futuro sarà tanto più assicurato quanto più sarà utilizzato. Ti ringrazio a nome di tutti. Anzi dobbiamo anche noi farti gli auguri per l’opera che vi apprestate a farci rivivere: vi ritenete soddisfatta di questo lavoro? E soprattutto a quando si prevede l’inaugurazione e la riapertura della cripta? L’inaugurazione è prevista subito dopo le festa Pasquali conoscendo l’importanza e la devozione dei Carovignesi per la Santa Pasqua e per i festeggiamenti in onore della Madonna di Belvedere. Quanto ai lavori eseguiti, mi ritengo molto soddisfatta del risultato ottenuto e del modo in cui si è operato. Ci è costata la fatica di tre anni di lavoro continuo e giornaliero. La mia più grande soddisfazione scaturisce dalla sicurezza che ogni scelta compiuta in questi ambienti è il frutto di una profonda critica in atto, maturata in seno al dialogo con una committenza illuminata, di un’amministrazione attenta ai problemi della comunità, della competenza della ditta e non da ultimo del lavoro entusiasta delle stagiste e delle laureande operanti in cantiere. Conoscendoti, credo che ad essere molto soddisfatti e grati per questo tuo lavoro saremo noi cittadini di Carovigno , così come ancora una volta colgo la tua sensibilità verso il bene collettivo… . Ancora un grazie Ilaria per l’impegno profuso e UN AUGURIO per i tuoi lavori futuri! PRIMAROSA SAPONARO

squadrata, gli infissi, le scale, i pianerottoli, i balconi, i particolari architettonici, tutt’altro che dispregevoli, ricavati con arte sulla pietra tenera. La campagna che l’attornia domanda un lavoro pesante, faticoso, ma lento. Gli ulivi, che giungono a proporzioni gigantesche fino a richiedere la costruzione di robuste colonne in muratura a sostegno dei possenti rami; i mandorli che in febbraio trasformano i declivi e le grandi pianure fino al mare in giardini fioriti; le ortaglie e le vigne che si allineano rigogliose per chilometri; i grandi greggi che punteggiano le praterie vellutate. Qui, durante il giorno, la gente è fuori per le campagne; un leggero odore di sanse denuncia la presenza di qualche molino da olio che attende l’epoca del raccolto; sulle soglie delle modeste casette si aggruppano colossali anfore di terracotta, di perfetta ed elegante fattura, nelle quali un uomo in piedi potrebbe starci comodamente. Le ragazze che vanno ad attingere l’acqua portano anch’esse anfore di classica foggia, ergendole sulle spalle o contro il fianco come nei quadri biblici. I superbi vasi appuli, celebri un tempo da Atene a Roma, vivono qui da oltre venti secoli nell’incorrotta linea primitiva. Essi ci riallacciano a ciò che invece non vive più, alla superba e possente città di Carbina i cui resti sono sepolti da 2500 anni sotto queste vie silenziose.”

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In soccorso della Chiesa del Soccorso Alcuni ricordi sull’attività pastorale di un importante luogo di culto a Carovigno

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hiesa di Santa Maria del Soccorso in Carovigno: dopo un lunghissimo tempo in totale stato di abbandono, la seguente lapide commemorativa ne suggella la ripresa dell’attività pastorale: "Il Lunedì di Pasqua del 1961 dopo lunghi anni di abbandono la Chiesa del Soccorso cattedra di verità e di vita per iniziativa e cura di Antonio Perrino ed altri benemeriti cittadini veniva aperta al culto esultante il popolo di Carovigno"

Anche se sono trascorsi molti anni, il tempo pare non sia passato: sembrano di ieri i ricordi di quelle esperienze vissute all’ombra della chiesetta della Madonna del Soccorso. Un piccolo ma importante luogo di culto che ha visto gli albori nel lontano 1588, quando fu costruita dai Monaci Carmelitani con l’annesso convento. La sua storia recente inizia con Don Antonio Termite di San Vito dei Normanni, per continuare poi con Don Agostino Nobile che per un anno (1962–63) seppe dare un grande esempio di vita cristiana alla nascente comunità; dopo di lui Don Francesco Satriano fino all’arrivo di Don Cosimo Legrottaglie di Ostuni che nel 1967 fu nominato, da Mons. Orazio Semeraro, rettore della Chiesa in questione. Comincia una nuova era. La piccola chiesa vive il suo momento magico per il modo in cui Don Cosimo ha saputo dare un grande impulso organizzativo di vita cristiana nell’ambito di quella esperienza pre-parrocchiale, dato che all’epoca a Carovigno vi era solo la Parrocchia della Chiesa Madre, guidata dall’alta e carismatica figura dell’Arciprete Don Angelo Massaro. Gli anni di quella gestione sono stati molto significativi, specialmente per i giovani che egli sapeva radunare intorno a sé impegnandoli in molti settori, sia sociali che sportivi. Nel raccontare questa storia, posso dire che si è rafforzata in quel contesto la grande amicizia di lunga data e che ancora oggi mi lega a Don Cosimo, che considero un mio grande maestro di vita e a cui va sempre la mia profonda stima, insieme a quella di tutta la mia famiglia. Con Don Cosimo ha subito inizio un rapporto di fiducia con tutti i cittadini e i fedeli del cosiddetto “ Rione Pacifico” , diventandone ben presto un sostanziale punto di riferimento. Egli riesce a organizzare la vita della futura Parrocchia con grande semplicità e amore pastorale, tanto che tutti sentono il dovere di collaborare alla vita attiva della Chiesa del Soccorso. La sua opera incessante e costante, indusse il Vescovo Mons. Semeraro a porre le basi per la futura Parrocchia, facendola diventare succursale con le annesse delimitazioni territoriali, dando così a Don Cosimo una certa autonomia di gestione. Fra le tante cose in programma per far risplendere quella piccola comunità parrocchiale, si ravvisò la necessità di provvedere con la massima urgenza alla ristrutturazione della chiesetta. Per l’occasione Don Cosimo, raccolti i dovuti fondi, diede l’incarico ad un grande maestro e nostro comune amico il pittore Prof. Meco Paride Spadone. I lavori iniziarono nel 1968, e proprio grazie al Prof. Spadone si deve la scoperta dell’affresco

della Madonna con il Bambino, in puro stile bizantino, sito nella nicchia posta nell’architrave della porta d’ingresso della chiesa; il maestro ebbe cura di ripulirlo accuratamente dalla calce, da intonaci e da accumuli di varia natura dovute ad intemperie riportandolo al giusto splendore, per poi proteggere la nicchia con una lastra di vetro. I lavori all’interno della chiesa procedono fino a quando non si verifica un inaspettato intoppo: i due operai che avevano il compito di dipingerla con i colori appositamente preparati dal Prof. Spadone, di punto in bianco abbandonarono i lavori senza fornire alcuna spiegazione. Vi lascio immaginare lo sconforto di Don Cosimo e di tutti i fedeli. Non era possibile in quelle condizioni completare i lavori per la data stabilita. A questo punto credo sia giusto affermare che l’amicizia ha il suo peso proprio nel momento del bisogno. Senza pensarci due volte dissi a Don Cosimo ed al Prof. Spadone che mi offrivo per fare i lavori di pitturazione della Chiesa e che l’avrei finita per la data in programma. La loro incredulità era tanta: era rimasto poco tempo e il lavoro da fare era tanto. Li rassicurai che ce l’avrei fatta. Bastava soltanto che ci fosse qualcuno a spostare all’occorenza il castelletto che era abbastanza alto per arrivare alla volta e, per fare questo, si offrì il sacrestano, un vecchietto smilzo e simpatico tutto pepe. Senza perdere tempo, la mattina successiva all’alba con l’amico sacrestano si iniziano i lavori di pitturazione che proseguono ininterrotti, lavorando anche la notte, sino all’alba del giorno successivo. All’arrivo di don Cosimo e del Professore il lavoro era completamente terminato. La chiesa si presentò ai loro occhi increduli in una veste completamente nuova. La gioia fu tanta che il Prof. Spadone preso dall’entusiasmo ebbe una vena artistica geniale: con dei particolari gessetti disegnò e dipinse, sotto ogni archetto della volta la raffigurazione dei Misteri del Rosario. Ne venne fuori un bellissimo capolavoro che tutti ammirarono con grande apprezzamento e commozione. I tempi furono rispettati. Le donne della parrocchia si diedero da fare a pulire ed addobbare la chiesa per la cerimonia inaugurale della domenica, alla presenza delle autorità civili e religiose. Un grande traguardo era stato raggiunto. Solo che al momento della cerimonia stessa, io non ero presente. Non avevo prestato la mia opera per raccogliere i frutti del trionfo: il mio fu e voleva essere un piccolo e semplice gesto di aiuto affinché quella piccola grande Chiesa potesse continuare, nel migliore dei modi, la sua opera pastorale. Nello stesso momento della inaugurazione, vale la pena di ricordare, io stavo con i miei amici a curare l’organizzazione del nascente gruppo Sbandieratori “ Nzegna” . E proprio quest’anno, in occasione del quarantennale, ne racconto la storia della sua nascita che verrà pubblicata sul numero annuale del giornale “ LA NZEGNA” . Ma torniamo alla storia di Santa Maria del Soccorso. Dopo quell’avvenimento, la chiesa riprese la sua attività con grande fermento. Le tante cose che erano in programma furono attuate con meticolosa attenzione ed organizzazione, Si comin-

ciarono, tra l’altro, a costituire i primi gruppi di Azione Cattolica per tutte le età. Il tutto durò fino al 1976, l’anno in cui Don Cosimo fu nominato Parroco della Chiesa dei SS. Medici Cosma e Damiano di Ostuni. Ci fu una grandissima cerimonia e tutti i parrocchiani accorsero a salutare il loro caro ed amatissimo Parroco, che nel cuore dei carovignesi ha saputo lasciare una traccia indelebile del suo operato. Certo, non andava molto lontano: solo a sei chilometri di distanza, ma il vuoto lasciato era incolmabile. In seguito la Chiesa del Soccorso fu affidata al giovanissimo Sacerdote Don Aldo Tateo di Carovigno, che divenne parroco nel 1977, anno in cui la Chiesa del Soccorso divenne la prima parrocchia dopo la Chiesa Madre, sulle basi del precedente impegno con il territorio già delimitato, che poi ebbe la sua parte culminante e relativa rettifica dopo la morte dell’Arciprete Don Angelo Massaro, per la decisione presa dall’Arcivescono Don Settimio Todisco di dotare Carovigno di tre Parrocchie (La Chiesa Madre, San Pietro e la Madonna del Soccorso: a causa di alcune problematiche che nacquero a livello ecclesiastico locale, di questa storia ne parleremo in un altro momento). Don Aldo Tateo, continuò l’opera pastorale di Don Cosimo con grande entusiasmo, si rinnovarono i gruppi di collaboratori, vide crescere nuovi ragazzi all’ombra della nuova organizzazione che diedero vita a nuove iniziative e consolidarono l’impegno di vita della Parrocchia stessa. Ma c’è un piccolo rammarico, in tutta questa storia, pur riconoscendo le capacità organizzative di Don Aldo e la sua splendita opera pastorale, non posso sottacere che ha fatto scomparire i piccoli capolavori fatti qualche anno prima dal Prof. Spadone raffiguranti “ I Misteri del Rosario” di ineguagliabile bellezza e finezza artistica. Un errore che ritengo imperdonabile. Ma tanto si sa, a Carovigno la sensibilità artistica, per tradizione, manca del tutto (vedi l’affresco dell’ultima cena completamente sfregiato in una delle stanze a piano terra del Palazzo di Città ed ora abbandonato a se stesso e orrendamente nascosto).

Ma in compenso, Don Aldo ha le doti della fattibilità e della organizzazione, è proprio grazie al suo intervento ed impegno insieme a tutti i suoi collaboratori, che è stata costruita la nuova Chiesa della Madonna del Soccorso. Ma Don Aldo non ha avuto la soddisfazione di poterla completare personalmente a causa del suo trasferimento a San Vito dei Normanni per disposizione del Vescovo Mons. Rocco Talucci, trasferimento non molto gradito dai Parrocchiani del “ Soccorso” che ha lasciato tutti increduli e perplessi. Certamente nessuno di noi credenti si permette di contestare la volontà del Vescovo, come è anche vero che la fede non è fatta di nomi, la fede va vissuta con dignità e semplicità e possibilmente in anonimato senza sfoggio di protagonismo. Però, non si può non tener conto dell’affetto che i Parrocchiani riversano verso il loro Parroco che lo vedono soprattutto come punto di riferimento, il loro confidente, il loro amico e consigliere, quindi se cambiamenti ci devono essere, è giusto che gli stessi vengano preparati per tempo dandone una giusta motivazione, perché anche i fedeli hanno il diritto di sapere, non a caso sono essi l’anima che tengono in vita la Chiesa. A volte tutti i tipi di imposizioni e di cambiamenti drastici, salvo eventi naturali, non sempre giocano a favore di chi li attua, perché non lascia possibilità di dialogo. Per questo penso, che il nostro Arcivescovo su questo debba fare una seria riflessione. Perché, come dice il Cardinale Carlo Maria Martini: “ la fede non si comanda, si dialoga” . E il dialogo è una cosa molto difficile, specie nel nostro ambiente. Intanto, il compito di finire la Chiesa, è stato portato a termine dall’attuale parroco Don Vito Vita di San Vito dei Normanni, anche se rimane ancora molto da fare per completare l’opera in tutta la sua pertinenza, con l’augurio, come spesso accade, che non venga giocato il ruolo di protagonismo individuale sottraendo alla comunità intera la possibilità di rendersi essa stessa protagonista anonima di una storia di fede. GIULIANO MARTINI

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L’ENTUSIASMO DELLA SINISTRA GIOVANILE

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• Martedì 03 aprile L'ARTE DEL SOGNO regia: M. Gondry con G. G. Bernal, Ch. Gainsbourg Stéphane è un giovane timido e impacciato che con la sua fervida immaginazione vive in un mondo eccentrico tutto suo fatto di sogni che rischiano di farlo distaccare dalla vita reale...

• Martedì 17 aprile LE ROSE DEL DESERTO regia: M. Monicelli con M. Placido, A. Haber lì Terzo Reparto della Trentunesima Sezione Sanità si accampa a Sorman, sperduta oasi del deserto libico. Soldati e ufficiali sono sicuri che vi rimarranno per poco tempo; dieci giorni, un mese al più ...

• Giovedì 26 aprile IL SEGRETO Dl ESMA trà cambiare anche nella nostra città! Riteniamo che Carovigno, ormai speculare al “ berlusconismo” degli ultimi anni, abbia bisogno di voltare pagina, di costruire una propria grande storia. A un passo dalle nuove elezioni amministrative, assicuro al nuovo segretario DS Mario Cicorio (al quale auguro buon lavoro) la massima vicinanza della SG affinché, attraverso la collaborazione tra l’esperienza dei DS e l’entusiasmo dei nostri giovani, il sogno si avveri. FERERICA LANZILOTTI SEGRETARIO SINISTRA GIOVANILE

francamente è aperto alla collaborazione dei cittadini

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Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere. . . Ho voluto prendere spunto da queste parole del dott.G.Falcone, magistrato assassinato dalla mafia, perché ognuno di noi leggendole, possa meditare e ripensare ai comportamenti che quotidianamente assumiamo nella società.M i rivolgo a tutti quei cittadini che non hanno rispetto per le persone per le cose per l’ambiente, che non hanno insomma rispetto per niente.Persone che non meriterebbero di vivere in una società.M i rivolgo a quei cittadini che pur avendo rispetto per le cose e le persone, non n gepartecipano in alcun modo alla realizzazione di una migliore qualità della vita nel nostro paese.I nere i comportamenti che assumiamo quotidianamente sono condizionati dall’economia, dalla politica, dalla cultura, dalla propria morale.Componenti fondamentali per capire il perché di determinate

A cura di Aldo Bellanova

azioni. M a la domanda è:a Carovigno ognuno fa il proprio dovere? A ciascuno la propria risposta.Una cosa è certa, nel nostro paese proliferano ogni giorno quantità rilevanti di cosiddetti “furbetti di quartiere” titolati o meno, tanto che si potrebbe indire un concorso a premi per la grande cura e passione che ci mettono nella realizzazione dei propri obbiettivi.Da dove e da chi avranno appreso? Probabilmente, anzi con certezza, alcuni di questi furbetti sono vissuti in un contesto sociale (la famiglia le istituzioni) dove l’educazione civica e democratica è stata di gran lunga carente;ma gli altri che provengono dalle università?.Irisultati sono evidenti a Carovigno il degrado è (ma si potrà fare ancora di

AI CITTADINI

più) ai massimi livelli.I nutile fare esempi, ognuno di noi ne potrebbe elencare tantissimi.E la classe politica del nostro paese delle meraviglie, cioè i nostri dipendenti che fanno? Se togliamo il martoriato centrosinistra, quelli che rimangono, lavorano con grande abilità astuzia e furbizia tanto da meritarsi anche questi un oscar per l’alta professionalità per come sanno rimanere attaccati al potere e alle poltrone.Sarà un paradosso, ma non è semplice fare il politico a Carovigno ci vuole una particolare scuola di magia e di diavoleria per saper prendere cosìbene per il culo la gente.E non c’è che dire è una gran bella orchestra e con un direttore di grande esperienza, ma soprattutto dolce gentile e rispettoso.Cosìè se vi pare.

luto Un sa

CORSO UMBERTO I, 2O1 - CAROVIG NO - TEL. 0831/996302

RASSEGNA D'ESSAI

Il

17 e 18 marzo 2007 si è tenuto, al Castello Dentice di Frasso, il IV Congresso di circolo dei DS di Carovigno. Il Congresso ci ha visti impegnati in una grande decisione: il FUTURO DEL NOSTRO PARTITO. Un partito che necessita di cambiamenti, di svolte, per andare di pari passo con la società che cambia a ritmi vertiginosi; per essere in grado di ascoltare ciò che il popolo chiede per le nuove generazioni. Il Partito Democratico è oggi il nostro obiettivo. Infatti, dopo il “ lungimirante” governo delle destre, l’Italia appare fiaccata, i giovani non possono programmare il proprio futuro, l’economia è debole e solo i furbi vanno avanti. Così, dopo 5 anni devastanti, gli elettori ci hanno dato la loro fiducia . Adesso, il problema siamo noi che, ormai condizionati da una cultura d’opposizione, non riusciamo ad accordarci, ad andare avanti per il bene del Paese e favorendo, in tal modo, l’ascesa della nuova destra italiana. La prima cosa da comprendere è che, oggi, noi siamo al Governo, perciò dobbiamo rimanere uniti e tenendo ben a mente il principio pacta sunt servanda. A tal proposito, nel Congresso abbiamo votato SI’ al rinnovamento e al Partito Democratico. Non potremo mai dimenticare le radici del nostro partito. I valori del socialismo sono uno straordinario patrimonio da custodire gelosamente, ma è impensabile convincersi che la storia sia immutevole nel tempo. Lo sconvolgimento repentino dei principi del ‘900, sui quali si sono consolidate le maggiori forze politiche, ha disorientato il Paese. Abbiamo bisogno di un nuovo soggetto politico, “ un partito popolare con radici profonde, strutturato e diffuso nel territorio, forte di centinaia di migliaia di aderenti, moderno, democratico, capace di aprirsi agli elettori” così come lo definisce il segretario nazionale Piero Fassino. Noi giovani della Sinistra Giovanile vogliamo essere parte costituente di questo processo poiché anche le nuove generazioni hanno il diritto di costruire il futuro. Siamo convinti che mediante il PD tutto po-

Pietro BAGNULO Teodosio DEL PRETE 333.2592283 Francesco DEL PRETE 338.4914263

adino dal citt

DI CAROVIGNO

di J. Zbanic Esma vive a Sarajevo con la figlia Sara, adolescente convinta che il padre, mai conosciuto, sia un eroe di guerra...

Inizio spettacoli ore: 18,00 - 20,15 - 22,30 Ingresso euro 4,00

L’Angolo del Basket

E

siamo in dirittura d’arrivo, a un mese dalla fine di questo lungo e faticoso campionato di serie “ D” maschile, tutto deve ancora decidersi sia per la lotta in zona play-off, sia per quella in zona play-out. Le nostre due formazioni locali sono ancora impegnate in una lotta aspra con le avversarie, la “ New Basket” per giocarsi le sue ultime possibilità di catturare il quarto posto in classifica, ultimo posto a disposizione per entrare nella bagarre dei play-off per la promozione in C2. La “ Pallacanestro” per tirarsi fuori dalla zona dei play-out, spareggi per non retrocedere in promozione. Nell’ultimo mese si sono un po’ invertite le rotte dei nostri team. Appannamento pericoloso e forse decisivo per la “ New Basket” dei presidenti Magli e Carlucci. Due vittorie stentate contro Casarano e Cisternino, due team di bassa classifica, ma altrettante sconfitte negli scontri diretti con Castellaneta e Nardò. Quella con il Castellaneta addirittura in casa. Sembra ormai essere una costante, quest’anno, per questa squadra fallire gli appuntamenti importanti, proprio nelle partite decisive della stagione. Era successo nel girone di andata con le sconfitte in casa contro Lecce e Fasano, due squadre contro cui si sta lottando per il quarto posto. Ed era successo dopo le vacanze di Natale nei due passi falsi consecutivi di Manduria e Taranto, due squadre comunque di mediobassa classifica. Adesso tutte le speranze sono riposte nello scontro decisivo che si giocherà Domenica 15 Aprile a Brindisi contro Quelli che…, squadra attestata in questo momento al quarto posto solitario in classifica, due punti sopra la “ New Basket” Carovigno. Chiaramente imperativo d’obbli-

go è vincere quella partita oppure dire addio ai sogni di disputare i play-off. Un in bocca al lupo da parte di tutti gli addetti ai lavori. So benissimo che essendoci due squadre, la tifoseria o comunque l’opinione pubblica dovrebbe essere divisa in due fazioni (a proposito di questo vi rimando sull’articolo che uscirà dopo la fine del campionato), tirando le somme comunque credo che sia interesse di tutti, per il bene del paese e del movimento cestistico, veder giocare una partita di play-off per la promozione in C2 nel nostro palazzetto dello sport. Chiuso il discorso “ New Basket”, passiamo ora a parlare della “Pallacanestro”. È stato un mese esaltante per il team del presidente Cozzolino. Tre vittorie su quattro partite giocate e zona play-out messa alle spalle. Soprattutto le ultime due sono state vittorie decisive ed esaltanti. La prima contro l’ex capolista Castellaneta, la seconda sul campo del Casarano, esaltante non tanto per la vittoria in se stessa, ma perché ha rappresentato la prima affermazione esterna del nostro team. Decisivo senza dubbio, in quest’ultimo periodo il recupero fisico del pivot titolare Epicoco. Adesso basterà vincere sabato prossimo al palasport di Carovigno contro la diretta antagonista Cisternino, squadra che si trova due punti sotto, per tirarsi definitivamente fuori dalla zona calda. Insomma un finale di campionato da seguire e vivere insieme con trepidazione. In fondo all’articolo vi lascio il calendario degli ultimi impegni in casa delle nostre formazioni. Da parte mia e di tutta la redazione vi auguriamo una Buona Pasqua e vi diamo appuntamento al prossimo articolo di fine campionato. NICO VITA

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