il giornale dalla parte dei carovignesi
francamente È FINALMENTE FESTA VER A!
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uella di quest’anno sarà una Festa provinciale de L’Unità dal sapore particolare. E’ infatti la prima volta nella storia che giungiamo a questo appuntamento come forza politica che governa contemporaneamente la Provincia, la Regione e l’Italia. Dopo anni difficili in cui sembrava che tutto fosse ormai perso, che il berlusconismo, in tutte le sue rappresentazioni locali e nazionali, avesse preso definitivamente il sopravvento, che nella politica e nella società italiana non ci fosse più spazio per le ragioni della Sinistra, siamo riusciti a risalire la china e a conquistare anno dopo anno il consenso e la fiducia dei cittadini che hanno determinato con il loro voto le vittorie degli ultimi tre anni. Per questo è Festa vera! Se quelle degli altri anni erano feste in attesa di un successo, ora che lo abbiamo raggiunto, faremo a Carovigno una grande Festa. Sarà un grande appuntamento di popolo in cui i cittadini si potranno confrontare con le rappresentanze istituzionali della Provincia, della Regione e del Governo. Sarà l’occasione per discutere con le forze sociali ed economiche di questa provincia per programmare insieme le strategie e le iniziative da intraprendere per far ripartire questo nostro territorio. Incontreremo il popolo delle primarie per coinvolgerlo nel processo di costruzione del partito de L’Ulivo. La dimensione della Festa non si esaurisce con i temi politici. Abbiamo pensato a quattro serate ricche di spettacoli in cui i visitatori potranno passare il loro tempo ascoltando della buona musica e degustando i piatti preparati dai Ristoratori di Carovigno. Una Festa ambiziosa così come deve essere per chi ha le responsabilità di governo che a noi sono state assegnate. Per organizzare questo evento abbiamo scelto la città di Carovigno. Innanzitutto perché qui la Festa de L’Unità è da ormai più di venti anni una tradizione consolidata che coinvolge l’intera comunità, ma anche perché riteniamo che sia giunto il momento che anche in questo paese si creino le condizioni per costruire una valida alternativa all’attuale Amministrazione di Centrodestra. Abbiamo voluto fare dunque un investimento politico a sostegno del gruppo dirigente dei Democratici di Sinistra di Carovigno in una battaglia sicuramente difficile ma non impossibile. Ringrazio fin da adesso quanti permetteranno lo svolgimento di questo evento: le Compagne e i Compagni per il loro impagabile impegno; le imprese, le forze sociali, i commercianti che saranno presenti con uno stand o con il loro logo; le cittadine e i cittadini di Carovigno per l’ospitalità che sapranno garantire; le visitatrici e i visitatori che affolleranno le quattro serate. ONOFRIO CRETÌ SEGRETARIO PROVINCIALE DS BRINDISI
Una calata di orsi sul piano regolatore?
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li orsi, quando escono dal letargo, sono pericolosi. Sono ancora assonnati, storditi. Ma hanno una gran fame. Gli orsi che escono dal letargo e fiutano un favo di miele diventano pericolosissimi. Il destino ci scampi dagli orsi affamati che hanno fiutato il miele. Possono produrre effetti devastanti. Tra gli esseri viventi, peggio degli orsi affamati in uscita dal letargo, possono esserlo solo certi politici quando, storditi e al contempo allupati dal sonno della ragione, fiutano qualche ghiotta opportunità. Possono produrre effetti più che devastanti. Ci auguriamo che sul Piano Regolatore di Carovigno non ci sia una calata di orsi. Un augurio per il bene della Città e dei suoi abitanti. Un Piano Regolatore confezionato su interessi particolari invece che programmato, come dovrebbe essere, come pianificazione ragionata dell’assetto generale del territorio, produce effetti negativi che segnano e condizionano in modo irreversibile lo sviluppo futuro della comunità. Deve essere chiaro a tutti: il destino di Carovigno si gioca su queste scelte. In verità ci sono segnali negativi. Citiamo dall’intervista dell’ex sindaco Angelo Lanzillotti pubblicata sul numero di marzo 2006 di Francamente: “Il piano regolatore che tanto è stato sventolato in campagna elettorale è fermo”. Ci viene da chiedere: Come mai? La risposta ce la fornisce lo stesso Lanzillotti nella medesima intervista: “Un’Amministrazione, questa, che è completamente ferma, che sta pensando soltanto a sistemare determinate cose, vedi piano regolatore, con la corsa all’acquisto di terreni che attualmente non sono lottizzati e che verranno regolarmente inseriti nel prossimo piano regolatore”. Parole pesanti e non smentite. La risposta di una Amministrazione sensibile alle sorti della Città sarebbe stata quella di aprire subito un confronto con le forze politiche e la società civile. Dimostrare la correttezza dell’operazione con un gesto concreto di trasparenza. Scelte di questa portata non possono restare oscurate nel segretair di qualche ufficio male illuminato, ma devono uscire e lievitare alla luce del sole. Invece, sul futuro piano regolatore di Carovigno è mancata, fino ad oggi, ogni opportunità di confronto. Ma in quella intervista del dottor Angelo Lanzillotti ci sono altri spunti di rifles-
sione. Alla precisa domanda sulla sua eventuale collocazione politica futura, data l’allora posizione di indipendente, c’è stata questa risposta carica di significati: “Beh, non mi far sbilanciare su questo. Facciamo maturare alcune cose e poi si vedrà”. Oggi l’ex sindaco silurato si è sbilanciato, scivolando nelle file della maggioranza: quali sono le cose maturate che hanno portato a questa situazione? Speriamo che non si tratti di una invasione di orsi su Carovigno. E ogni accostamento a La famosa invasione degli orsi in Sicilia del grande Dino Buzzati è da ritenersi del tutto casuale.
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dolori”
Lettera a Francamente
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pett.le redazione di “ Francamente” , ho letto con piacere sul numero speciale luglio/agosto del vostro giornale, un bellissimo articolo sulla “ riserva naturale dello stato” di Torre Guaceto. Vorrei complimentarmi con Maria Antonietta Greco, la quale, con il suo articolo, ha dato un’immagine di grande competenza della riserva, esaltando giustamente la stessa. Premetto che sono un grandissimo estimatore della riserva di Torre guaceto, dove sono cresciuto, ho cresciuto i miei figli ed oggi ci cresco i miei nipoti. Come dicevo, frequento Torre Guaceto quasi tutti i giorni per tutto l’anno, sin dagli anni sessanta, da quando ci si arrivava con i “ travini” , cioè cavallo e carretto, oppure in bicicletta, solo pochi fortunati ci arrivavano con le automobili, altri tempi! Allora si che ti immergevi nella natura, dove gli animali regnavano sovrani e gli unici rumori da ascoltare erano l’ondeggiare del mare ed il fruscio del vento. Negli anni successivi ho vissuto le varie evoluzioni di Torre Guaceto (…) fino alla costituzione nel duemila del “ consorzio di gestione” . Aime! Che guaio tutto questo. Quanta gente ha attirato tutta questa evoluzione, a discapito della natura, modificando in qualche modo anche gli usi e i costumi della gente del luogo. Tornando all’articolo di Maria Antonietta Greco, (…) mi farebbe piacere prenderla per mano e trasportarla pian pianino in un viaggio ad analizzare e cercare di capire lo scopo per cui è nata la “ riserva” : (…) questa area protetta nasce per la tutela (sottolineo tutela) e la fruizione del patrimonio ambientale e per lo sviluppo socio-economico del territorio. (…) Nel tuo articolo parli delle fantastiche feste che si svolgono all’interno della riserva, senza dubbio saranno bellissime. È sicuramente un grandissi-
mo momento di aggregazione. (…) Ti sei mai chiesta cosa succede nei giorni precedenti, durante e dopo queste manifestazioni fatte nel cuore della “ riserva” ? te lo spiego in due parole. Una grande fiera, un mercato. Si inizia con automezzi pesanti che entrano ed escono dalla “ riserva” , inquinando, schiacciando, calpestando tutto ciò che incontrano, anche sugli arenili, per trasportare il necessario(palchi, amplificazioni, gruppi elettrogeni, cavi elettrici, tavoli, masserizie, ecc...), per l’allestimento dei vari spettacoli e lo svolgimento delle feste che tu citi con tanto entusiasmo. Durante le stesse, gli ospiti entrano comodamente seduti in pulman nella “ riserva” , nonostante i divieti, la confusione, il fuoco, la sporcizia che non viene raccolta del tutto ecc... (…) Divertiamoci pure, ma facciamolo possibilmente ai margini della “ riserva” , magari all’inizio della spiaggia di Penna Grossa, a ridosso della diga, dove sicuramente non arrecheremmo tanto danno, quanto ne arrechiamo nel cuore della “ riserva” (…): perché dove arriva l’uomo, l’animale scappa via, lasciando solo topi e toponi; ecco perché nel tuo articolo dici “ se sei fortunato puoi vedere gli aironi” . Qualche anno addietro, prima di questa pubblicità e solo per puro caso con l’avvento del consorzio di gestione, gli aironi li trovavi ad ogni angolo, come i ramarri, dei quali sei sono perse le tracce, come i tassi ecc… (…) Per concludere il discorso sulle feste , mi piacerebbe con la stessa gente che vi ha partecipato, organizzare una giornata per la raccolta della plastica, delle bottiglie, delle lattine ecc… nella “ riserva” , per capire quanti di loro amano la natura a tal punto da parteciparvi, sicuramente io ci sarei, come credo anche tu. Dal tuo articolo deduco che tu hai percorso tutti i sentieri a piedi, spero tanto che sia così, perché
anche su questo c’è tanto da dire sui vari mezzi che percorrono i sentieri tutto il giorno, spesso forse inutilmente. Questo in tante altre riserve non si verifica, in quanto il personale preposto, gira a piedi, in mountain-bike oppure a cavallo, che tra l’altro fa anche bene alla salute. Immagini come sarebbe bello non vedere più tartarughine, ramarri oppure cervoni schiacciati dalle ruote degli automezzi? (…) È inaccettabile che coloro che sono preposti alla tutela della “ riserva” , creino in primis questo scempio e che il W.W.F. non intervenga per fermare tutto ciò. Come ha fatto lo scorso anno, opponendosi ad un progetto per la costruzione di un complesso turistico fuori dalla “ Riserva” , forse con ragione, ma che certamente gioverebbe all’economia della nostra terra.
Che dire poi di queste ciurme di ragazzi maleducati (non tutti per fortuna), che vengono portati nel cuore della “ riserva” a bordo di enormi pulman per visitare la stessa oppure per fare seawatching. Ben vengano queste iniziative, ma lasciamo i mezzi fuori e dopo aver fatto loro un bel breafing su come ci si comporta in una “ riserva” ; portandoli a piedi, facendogli evitare quei fastidiosissimi schiamazzi, oppure non facendogli lasciare sull’arenile bottiglie, lattine, carte, buste di plastica e quant’altro. (…) Mi auguro che il tuo articolo venga letto dalla gente amante della natura, visto che ormai Torre Guaceto è preda di forestieri poco educati, che crede di essere in un parco di soli divertimenti. Chiudo chiedendoti se vuoi ancora tenermi per mano e continuare il nostro viaggio, nella speranza che tutto questo si fermi, per fare in modo che la nostra bella “ riserva” non diventi davvero un luogo inutile… Non smettere di fantasticare mai. GIANCARLO AGGIANO MED. ARGENTO VALOR CIVILE CAVALIERE DELLA REPUBBLICA
Carissimo signor Aggiano, ho letto con attenzione la lettera che ha inviato alla redazione e ho avuto piacere nel vedere attraverso i suoi occhi e la sua esperienza, da assiduo frequentatore della riserva, ciò che con una semplice escursione non ho avuto modo di vedere, poiché ho trascorso realmente una mattinata a Torre Guaceto. Ho notato una sua, se vogliamo dire, forma di sfiducia nei miei confronti, alludendo al fatto che “qualcuno” mi abbia indirizzato nello scrivere determinate cose. Ho parlato con una mia amica chiedendole di visitare la riserva, dato che come la maggior parte dei miei concittadini non l’avevo fatto (non per mancanza di interesse) e lei mi ha accompagnato al centro visite di Torre Guaceto. Qui, mi sono inserita in un gruppo e ho passeggiato per due ore ammirando e di conseguenza raccontando la “natura” e mostrandola anche nel suo lato fantastico, mitologico, leggendario. Di tutto ciò che lei ha scritto, le assicuro che non ho notato niente, a parte le ciurme di ragazzi disinteressati. Se lavorassi lì le avrei risposto io, ma il mio articolo era da semplice turista e le rispondo da tale. Tutto quello che posso dirle è che per me è stata un’esperienza unica, che sicuramente ripeterò. La ringrazio per la sua lettera: è giusto e siamo contenti che la gente partecipi al nostro giornale; vorrei comunque invitare la cooperativa o il consorzio di Torre Guaceto a rispondere, se vogliono alla sua lettera. MARIA ANTONIETTA GRECO
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erita di essere divulgata la legge che a poco dovrà essere emanata dalla Regione Puglia e che contribuirà a mostrare un altro forte simbolo d’identità della nostra Regione, del suo territorio, della sua storia, delle sue innate vocazioni, e non di meno di quel ritorno economico che ne potrebbe derivare per tutti noi cittadini pugliesi: questo simbolo che è il PAESAGGIO DEGLI ULIVI. Per la precisione, il 19 luglio è stato presentato dagli assessorati all’ambiente-agricoltura-assetto territoriale, un progetto di legge di 19 articoli dal nome: “ Tutela e valorizzazione degli ulivi secolari” grazie al quale da un lato si proteggeranno gli ulivi secolari dalle espiantazioni selvagge a cui abbiamo assistito negli ultimi anni; mentre da un altro, e concretamente, si mirerà alla valorizzazione di quei circa 5 milioni di piante di ulivo secolari. Prima di tutto con una nuova etichetta “ olio extra vergine degli ulivi secolari di Puglia” che potrà essere aggiunta a quelle “ doc” e “ igt” . Etichetta
che certificherà la pregevolezza dell’olio estratto dagli ulivi secolari. Ulivi secolari che però non potranno essere più espiantati o danneggiati ma che come ritorno economico potranno dare l’opportunità agli imprenditori agricoli che presenteranno progetti di mantenimento nella coltura di queste piante, di accedere più facilmente a finanziamenti regionali, nazionali e comunitari. E dare al contempo un ritorno turistico per tutto il territorio essendo previsti nel progetto di legge percorsi turistici fra gli uliveti secolari di Puglia. Inoltre sempre in considerazione delle lamentele degli agricoltori sull’esiguità degli indennizzi, su indicazione dei rappresentanti delle associazioni degli agricoltori (cia, coldiretti e confagricoltura), il Presidente Vendola ha auspicato il coinvolgimento di istituzioni mondiali come l’Unesco, attraverso il quale migliorare queste esigenze. E chi sa che un giorno non si avveri la possibilità di far considerare i nostri ulivi patrimonio dell’umanità.
Ci siamo spesso smarriti nel rincorrere modelli di sviluppo altrui ma che con dovuto rispetto non sono consoni ai nostri luoghi e alle nostre vocazioni. Ogni territorio ha le sue gemme: la terra per vivere; il mare che ci mette in contatto con gli altri; la storia che ci ricorda chi siamo. PRIMAROSA SAPONARO
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RICORD I MEMORA B IL I D EL CORTEO STORICO… e d A LTRO…
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on c’è che dire. Quando si realizza qualcosa di nuovo nel nostro paese , l’evento deve rimanere impresso nella memoria visiva e non solo storica della sua comunità. Peccato, però, che tale ricordo non renda giustizia né all’evento stesso né tanto meno ai suoi stessi spettatori, ovvero ai cittadini di Carovigno. Si parla in questo caso della prima edizione del Corteo storico che si è tenuto nella serata del 20 agosto in Carovigno tra il castello e la piazza del paese. Un evento ed una manifestazione davvero riuscitissima che ha riecheggiato le nozze della regina Maria d’Eingein nel castello di Carovigno in una cornice medioevale che si apriva come tradizione vuole col: messo-banditore a cavallo che annunciava, appunto, le nozze della regina al suo popolo e a tutti i cortigiani; a cui seguivano con un impeccabile gusto e rispetto storico delle tradizioni: tamburi-parata di dame e di cardinali, testimoni di Dio e del popolo del matrimonio; giochi con l’arco, giocolieri e mangiafuoco che si destreggiavano per le vie della piazza dove era allestito un sontuoso banchetto per i sudditi. Per non parlare poi dello straordinario effetto che i nostri sbandieratori hanno saputo dare alla numerosissima platea di turisti che ancora una volta sono rimasti ammaliati dalla bravura di questi nel gioco delle bandiere. Corteo che in fine si concludeva nella magnifica vetrina e in quello che è il simbolo storico del nostro paese: il castello. Il risultato, secondo mio modesto parere, e soprattutto in considerazione dell’aspettativa e del ritorno turistico per il paese è da con-
siderarsi positivissimo. Peccato, però, come si diceva all’inizio che al cittadino di Carovigno (ma anche a chi lo visita) a tutt’oggi rimanga un altro ricordo: e questo purtroppo infelice. L’inevitabile sciogliersi dei ceri sulla pavimentazione della piazza che fungevano da ornamento e scenografia sono ancora lì trasformatisi oramai in sgradevoli chiazze rosse che a poco a poco si confondono con il colore grigiastro di quelle chianche all’origine bianche ed oggi mezze rotte qua e là dal passaggio inesorabile delle macchine. A cosa potrebbe servire aver adoperato un ingente spesa per la nuova pavimentazione per poi vederla frantumarsi in mille pezzi. Sarebbe come decidere di usare il parquet per la propria casa e poi camminarci su coi tacchi a spillo, no? Ma verrebbe anche da chiedersi: non sarà che lo spessore di dette chianche non era consono e tale da sopportare il passaggio dei mezzi? In fin dei conti a pagare è sempre il cittadino e per questo mi viene in mente una famosa frase alla TOTO’... Uno spettacolo, quello di oggi, degradante e non edificante sia per il cittadino che per gli occhi di chi lo visita. Ma al singolo episodio che ha prodotto le predette sporcizie se ne associano delle altre: strisce blu usate per altre manifestazioni ancora presenti; le aiuole degli alberi che oramai fungono da porta-rifiuti visto che mancano a tutt’oggi gli appositi cestini. Una disattenzione che si ripete nella stagione estiva nella borgata di S. Sabina dove per gettare i rifiuti bisogna usare i contenitori dei bar più vicini (vedi lo stesso corso). Potrebbe sembrare, questa, la solita critica distruttiva e denigrante dei nostri rappresentanti amministrativi ma l’intento è sincero e propositivo: la cura e la pulizia di un paese sono uno dei biglietti da visita più importanti per qualsiasi città non anche per la crescita del senso civico del cittadino che deve essere aiutata e stimolata dai suoi amministratori dalle più semplici attrezzature fino ai più moderni sistemi di pulizia e tutela dell’ambiente come quello del riciclaggio e della raccolta differenziata che per noi sembrano ancora un miraggio. È forse questa insolenza o una legittima richiesta? Anche perché se dovessimo ancora continuare a considerarci dei “ sudditi” pensavo di farmi prestare uno di quei bellissimi vestiti medioevali… giusto per rimanere in tema. PRIMAROSA SAPONARO
LA DOVE C'ERA Quanto è bella Santa Sabina quando Settembre, con i suoi profumi, i suoi sapori, i colori del suo mare, ci consegna l'estate regalandoci quel pizzico di malinconia che la sinfonia delle stagioni, naturalmente, si porta appresso. È vero! Santa Sabina ha un suo fascino speciale e chi, come me, è cresciuto insieme a lei (frequentavo la prima classe delle Elementari, nel 1955, quando, con i miei, passai la mia prima estate al mare), non può non esserne geloso, non sentirla come qualcosa che gli appartiene, non essere contento quando qualcuno la rende più accogliente e più fruibile. C'era una volta (l'anno scorso), un rudere maleodorante che faceva orribile mostra di se a ridosso della spiaggia dei camerini. Quest'anno quel rudere, grazie al sacrificio di chi ha deciso di investire e di scommettere sul futuro della propria città, è diventato l'Hotel Mirage, un posto accogliente, un luogo che affaccia, con la sua sobria eleganza, direttamente sulla storia del porto di Santa Sabina e della sua Torre. È un altro passo avanti in direzione dello sviluppo ed è per questo che, come giornale locale, porgiamo le nostre congratulazioni e i nostri auguri all'amico Franco, alla sua famiglia ed al personale tutto che sicuramente saprà gestirlo con affabilità e competenza. PINUCCIO CALÒ
La triste storia della C hiesa di S an t’An n a
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vete presente le processioni, concittadini? La gente che vedete camminare con quelle tonache di vari colori appartiene alle varie confraternite delle Chiese di Carovigno. Anche mio nonno ne faceva parte e prima di lui i suoi antenati. È un affetto forte quello che ti lega ad una confraternita, è un legame forte quello che ti lega alla religione. Quando mia madre mi ha detto che la Chiesa di Sant’Anna è stata chiusa, ho visto una lacrima rigarle il viso e ho capito, quanto per chi è cresciuto con questo legame forte abbia significato la chiusura di un luogo così importante. Perchè la Chiesa di S. Anna è stata chiusa? Il parroco non si è dilungato molto nelle spiegazioni, adducendo un: “ ordine del vescovo la chiusura delle chiese minori!” . Ora “ minore” sta per piccola nel senso strutturale, architettonico; ma voi mi definite “ piccola” Sant’Anna? Una delle chiese che ha segnato la vita religiosa della vecchia Carovigno, quando il nostro paese era niente di più che un borgo.
Ci sono tre secoli di storia racchiusi nelle sue mura… Costruita tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, fu considerata “ ben ornata e disposta” e affidata per “ jus patronatus” a Michele Imperiali, feudatario carovignese. Egli concesse l’uso di questo luogo sacro alla confraternita del Santo Sacramento, riconosciuta nel millesettecentosettantanove dal re Ferdinando IV. Alla morte di Imperiali, la Chiesa (insieme a tutti i suoi beni) fu assorbita dalla corona Spagnola per mancanza di successori, ma quando quest’ultimi sei presentarono per chiedere la restituzione degli arredi sacri; il re ne dichiarò “ pacifico e legale il possesso” in favore della confraternita. Il sedici maggio millesettecentonovantuno fu concesso il possesso dei beni esistenti nel feudo di Carovigno al principe Gerardo Dentice di Grasso, che ne era stato l’acquirente. Si diede l’avvio alla restaurazione della Chiesa con l’ampliamento della stessa (originariamente era formata da un'unica navata), il pavimento fu costruito di cemento col sistema a mosaici orna-
mentali e per dipingere ad olio i quattro evangelisti sulla cupola centrale fu chiamato il famosissimo Pietro Sbano da Manduria. Dopo la breve conoscenza di alcune notizie storiche sulla Chiesa, secondo voi anche se piccola è giusto chiuderla e non permettere a tutti di godere della bellezza seppure modesta e contenuta della struttura? È giusto privare la gente davvero devota di questo luogo di preghiera così significativo? Pensate che la confraternita si era già mobilitata per la ristrutturazione della cupola e qualche anno fa, aveva fatto restaurare anche le statue di Sant’Anna e San Gioacchino. E poi se davvero le Chiese “ minori” devono essere chiuse, come mai la piccola Chiesa dell’Addolorata continua ad essere frequentata dai suoi fedeli a cui sono comunque assicurate delle messe? Caro parroco le chiedo almeno di celebrare una messa domenicale. È davvero triste che la gente non possa usufruire di un patrimonio cittadino e di un così caro luogo di preghiera. MARIA ANTONIETTA GRECO
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er tutte le aziende, le associazioni e i consorzi di impresa nasce il nuovo progetto "IMPRESANDO". E' un' iniziativa promossa da Karbina sas, la società specializzata in consulenza bancaria e finanza di azienda, sorta circa un anno fa a Carovigno grazie all' impegno di due giovani professionisti. Il progetto "IMPRESANDO" fa parte di una campagna di informazione e sensibilizzazione, che i due soci Karbina portano avanti con l' obiettivo di far conoscere anche ai "non addetti ai lavori" le complesse tematiche riguardanti il mondo bancario, con cui tutti o quasi devono fare i conti, pur in qualità di semplici correntisti. Mettere in guardia i correntisti da fenomeni quali l'anatocismo e l'usura, che la legge considera illegali, e allo stesso tempo condurre un'azione di mediazione nei rapporti banca/impresa. Come afferma Giacomo Andriola: "tale azione garantirebbe una "pax finanziaria"di non poco conto tra impresa e banca, i cui vantaggi sociali non sono di certo irrilevanti". Ma come riuscire in questo intento? L'azione è duplice: controllare, con mezzi analitici e software mirati, che la Banca mantenga i costi e quindi gli interessi entro i limiti consentiti dalla legge e rispettando gli accordi; controllare d'altra parte l'andamento dell'impresa, le sue oscillazioni, il fabbisogno di liquidità, individuarne i momenti di crisi e convocare le parti per le comuni soluzioni. Il fine del progetto è evitare che ulteriore liquidità continui ad essere ingiustamente sottratta alle piccole, medie o grandi aziende. Le aziende di un sud che già con molte difficoltà si accosta allo sviluppo dell' imprenditoria industriale e con altrettanti rischi ne affronta ogni giorno le sfide. "L'utilità del progetto continua Andriola - garantirebbe un aumento degli indici di redditività, un aumento del livello di occupazione ed una conseguente diminuzione della mortalità aziendale". Per venire in contro anche ai piccoli imprenditori il progetto "IMPRESANDO" prevede la valutazione
preventiva gratuita della propria situazione bancaria. La valutazione preventiva servirà a capire se esistono i presupposti necessari per l'avvio di un' azione verso la banca. Saranno inoltre organizzati seminari e corsi formativi. Il progetto "IMPRESANDO" nasce in seguito all' imminente entrata in vigore, il 1° gennaio 2007, delle norme contenute nell'accordo di Basilea 2", afferma il dott. Massimo Lanzilotti. "Secondo l' accordo di Basilea 2 le banche potranno erogare finanziamenti solo alle imprese meritevoli di credito, per cui il nostro scopo è preparare le aziende a questi cambiamenti e far assumere un ruolo centrale alla funzione finanziaria". L'iniziativa della valutazione preventiva gratuita si inserisce nella stessa ottica, come continua il dott. Lanzilotti: "queste valutazioni supportano le decisioni riguardanti le tematiche finanziarie di ogni impresa, fanno conoscere all'imprenditore un giudizio sul proprio merito creditizio e gli permettono di migliorarlo attraverso il controllo della propria situazione bancaria". In particolare è previsto lo svolgimento delle seguenti attivita': gestione e monitoraggio del conto corrente, analisi indici di indebitamento, determinazione ed ottimizzazione rating tecnico, rapporto oneri finanziari, analisi bancaria ottimizzazione flussi di cassa, costituzione e gestione fondo di garanzia, realizzazione e gestione progetti di finanza agevolata, fornitura supporti informatici, assistenza tecnica e legale nella gestione dei rapporti pregressi con gli istituti di credito, attivita' di mediazione nella gestione dei rapporti banca/impresa. Il tutto nel rispetto della legge vigente in materia e adoperando specifiche procedure informatiche. In definitiva un servizio di consulenza globale che possa ottimizzare le risorse finanziarie dell'impresa e quindi migliorarne l'aspetto economico/gestionale. Il consiglio degli esperti è dunque: "attivarsi per tempo"! Per informazioni si puòcontattare il numero verde 800 034 122 - www.karbina.it -
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In tutte le competizioni elettorali,susseguitesi nel nostro paese,uno degli argomenti più trattati ed inclusi nei vari (mai attuati) programmi elettorali è stato ed è (e chi sa per quanto tempo lo sarà ancora) la questione relativa alla zona o area artigianale. Sia San Vito D/N e soprattutto Ostuni per citare i paesi più vicini,hanno delle aree dedicate alle attività produttive di tutto rispetto.Degne di paesi civili ed evoluti. Carovigno invece si distingue sempre. Si distingue per degrado,inefficienza e pressappochismo. In Carovigno gli artigiani con i loro laboratori ed officine varie sono disseminati ovunque non dovrebbero e cioè sotto i condomini,nei garage,accanto o sotto le civili abitazioni e soprattutto adesso,fenomeno in forte crescita nelle campagne o zone prossime a diventare turistiche. Che belle scene da film:un trullo o una chiesa rupestre ed una officina meccanica. Splendido esempio di programmato sviluppo economico. Possibile che nessuno dica niente? Possibile che gli stessi artigiani o operatori in genere dei vari settori della povera economia locale non dicano niente e soprattutto non protestino? Possibile che le forze politiche in genere e soprattutto quelle di opposizione non dicano e non fanno di fatto niente? Evidentemente tutto ciò a Carovigno è possibile e senza problemi. E lei signor sindaco (o chi per Lei) non credo sia una bella cosa ad essere il primo cittadino di un paese dove non esiste a tutt’oggi ancora una zona artigianale. Siete,come centrodestra,ad amministrare da ormai ben 14 anni:perché non iniziate a costruire qualcosa di concreto? Si lo sappiamo è lunga storia che si trascina dal passato. E allora? Cari concittadini e artigiani il bello di tutto quanto ciò,se parlate con questi Signori,sapete qual è?:che la zona artigianale esiste già e da parecchio tempo. Se qualcuno l’ha vista in questo paese di ciechi si faccia avanti… Un
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a d ino d a l citt
A cura di Aldo Bellanova
AL SINDACO DEL COMUNE DI 72012 CAROVIGNO
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ANTONIO e MICHELE
te atro e cab are t d a Ze lig
SE QUESTA È LA P OLITICA
"Se
questa è la politica, la politica non è per me" Neppure per me, caro amico mio. E’ da oltre un anno che, dalle pagine di questo giornale, privilegiando sempre le linee di principio senza mai scendere nella sfera delle persone anche quando queste rivestono cariche pubbliche, che mi sforzo di analizzare la situazione socio-politica di questa città che fa fatica a crescere, che non riesce a uscire dagli schemi della contrapposizione con la quale la politica l'ha obbligata a convivere. Una politica senza un minimo di etica, senza un minimo di regole condivise; una politica che sulle lacerazioni della società ha costruito le fortune di qualcuno a scapito a un progetto di città capace di creare senso di appartenenza e di cittadinanza attiva. Tutto questo, sicuramente, ha avuto conseguenze deleterie sulla mancanza di reattività dei cittadini che non ha aiutato ne la democrazia ne le istituzioni. Se operazioni del tipo di quelle che un mio amico definisce con molto buonismo "fibrillazioni di mezza estate" sono possibili, è anche dovuto alla capacità della nostra gente di turarsi il naso. La politica prenda almeno coscienza che i salti delle quaglie legittimate a sistema prima o poi ne causeranno l'implosione non senza pri-
ma aver lasciato vittime sul campo. Io non so se continuerò più in questi appuntamenti mensili con la mia città, quello che posso affermare con certezza è di essere stato imparziale nelle mie analisi, di non avere mai offeso nessuno e di avere scritto sempre con l'animo di che intende offrire un suo contributo alla costruzione delle basi per una Carovigno diversa. Un favore, però, voglio chiederlo alla politica: Se questa squallida giostra per il potere deve continuare a girare e, mi auguro di no, risparmiateci almeno le giustificazioni a questo andazzo tirando in ballo le motivazioni ideologiche. PINUCCIO CALÒ
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