2006-05

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il giornale dalla parte dei carovignesi

francam e nte B E N V E N U T I A L C A B A R E T SH O W

C’

era di tutto in piazza a Carovigno quella sera di sabato 6 maggio 2006. C’era di tutto. Ma non tutto. Non c’era, ad esempio, neanche l’ombra di mezza castagnola. E non ci riferiamo alla ghiotta castagnola, quel particolare dolce che, dopo impastato, va fritto a palline che bisogna tirar fuori dall’olio quando diventano ben gonfie. Di gonfio c’era ben altro. E non ci riferiamo a quel pesce piccolino chiamato appunto castagnola, l’antitesi della cernia, che di grosso ha soprattutto la testa. E non ci riferiamo a Castagnola, quel piccolo Comune del distretto di Lugano che conta molto meno di quindicimila abitanti. Calcolati sicuramente senza imbrogliare sul censimento. Né ci riferiamo alla Gioielleria Castagnola di via San Vincenzo a Genova. Qui dobbiamo accontentarci di chi vende occhiali. Ma questo, in fondo, non ci dispiace. Bisogna essere sempre nelle condizioni di veder bene le cose. Anche se parecchi si ostinano a non mettersi gli occhiali pur avendo la vista corta. C’era di tutto alla serata di celebrazione dell’onorevole Cosimo Mele, detto Mimmo, eletto per “trascinamento” alla Camera dei Deputati. C’erano le bancarelle con le noccioline, i pistacchi e i semi di zucca. Le salcicce e i marretti alla brace. C’erano le luminarie come nelle feste patronali. Anche se non proprio come

quelle dei festeggiamenti in onore di San Nicola a Bari. E neanche come quelle di Sant’Oronzo a Ostuni. Ma non potevano pretendere di più. C’era la banda (quella musicale, sia ben chiaro) e gli sbandieratori, come quando si esibiscono alla festa della Madonna.

Forse per questo qualcuno si è confuso e il giorno dopo ha detto, addirittura, che c’era stata la processione. Ma non bisogna confondersi: era solo un corteo. Invitiamo tutti a restare con i piedi per terra. Altrimenti, nella foga, potrebbe anche scappare qualche frase del tipo: “Santo, subito!”

C’erano, perfino, i fuochi d’artificio. Forse proprio a focalizzare l’artificio di una legge elettorale che permette di “eleggere” una persona scelta non dagli “elettori” ma da chi fa le liste e dal gioco delle opzioni. Così, ad esempio, un cittadino pensa di aver votato Casini e si ritrova invece a festeggiare il

terzo dei non eletti. Ma, presi da queste divagazioni, stavamo per dimenticarci della cosa più gongolosa: alla festa paesana del Mimmo deputato c’erano anche quelli del Mudù di Telenorba, ovvero le barzellette via etere. La trasmissione televisiva sinonimo di risate che ci propone, come dice la scheda della produzione, “personaggi squinternati, scene al limite del paradosso e del surreale, situazioni sgangherate, siparietti, comicità a profusione, dialoghi sconnessi e demenziali…” Tutto questo c’era la sera del 6 maggio a Carovigno alle Festa del Ringraziamento. Non possiamo che dire: complimenti per la scelta. E dobbiamo pur dire: meno male che mancavano le castagnole. E qui vogliamo intendere il nome gergale di quel piccolo strumento espressione della musicalità popolare che suona senza il bisogno del maestro che comandi l’orchestra. Per chi ancora non ha le idee chiare diciamo che si tratta delle nacchere. Non certo dello scacciapensieri. Per il resto il neo-deputato, finita la festa, dovrà cominciare a fare il suo mestiere. Dal palco può anche dire: “Chiamatemi Mimmo e non Onorevole”. Ma in Parlamento non può abdicare a quel ruolo che comporta più oneri che onori. Le nostre castagnole saranno sempre pronte a dar conto ai Carovignesi. Sarà una bella musica. NATALINO SANTORO

RICORDO DI UN SINDACALISTA, DI UN COMPAGNO, DI UN AMICO È venuto a mancare alcune settimane fa Mimino Cecere: compagno, sindacalista, amico. Mi hanno affidato il compito di delineare la sua figura e la sua storia. Ne sono onorato, e per questo mi affido alla storia del Sindacato e del Partito, ai ricordi personali ed a quello che ci siamo raccontati in circa un quarto di secolo di lavoro insieme. Infatti ho avuto l’onore di lavorare con lui dalla fine degli anni settanta, quando ancora ragazzino mi affacciai per la prima volta all’impegno sindacale, in poi. Il primo approccio di Mimino con il sindacato, con la CGIL, con Cannituccio, è alla fine degli anni 50, esattamente tra il 59-60,

quando non ancora diciassettenne si avvicina alla CGIL e vi rimane per 40 anni. C’è un principio di fondo in lui e un po’ in tutti noi: Aiutare!!! Aiutare chi non c’è la fa, chi non sapeva leggere né scrivere; chi non sapeva fare un’istanza, una richiesta anche quella più banale; chi doveva presentare una qualsiasi domanda per ottenere un beneficio, un diritto, una tutela. Questo e non solo era Mimino! Era la voce, l’orecchio, la mente di migliaia di cittadini, di lavoratori, di pensionati. Chi, nell’arco di alcuni decenni, si è rivolto alla CGIL trovava queste due figure: Cannituccio per la politica, Mimino per le “carte”. Il binomio vincente per tre generazioni di sindacato a Carovigno. Ma il suo ruolo non si esauriva con l’esaminare le “carte”, compito di vitale importanza per l’organizzazione. Lui era la “voce” della macchina che per decenni ha girato in lungo ed in largo per le vie del Paese annunciando o allarmando i lavoratori e le lavoratrici sulle grandi questioni, sulle problematiche della categoria: i rinnovi contrattuali, gli elenchi anagrafici, la cassa mutua, ecc. Ricordo limpidamente quando si sono affrontate le grandi questioni locali come le straordinarie manifestazioni per l’acqua e contro l’installazione della Centrale Nucleare. Lui era sempre lì, con modestia, senza mai ricercare uno spazio, una visibilità personale, ma pronto a qualsiasi “lavoro” a cui veniva chiamato dal Sindacato e dal Partito. Ricordo come se fosse ieri quando negli anni 80 e 90 si organizzavano i picchettaggi di notte contro il caporalato e per il rispetto dei contratti di lavoro in particolare nell’agricoltura. Non si andava a dormire ma restavamo nel sindacato in quanto già alle due del mattino era necessario organizzare i gruppi di attivisti per le strade del

paese. Ma la sua giornata non finiva lì. Dopo la notte insonne si annunciava la manifestazione e il relativo corteo con comizio della mattinata. Neanche il pomeriggio e la sera erano dedicati al riposo perché c’era da organizzare per il giorno successivo. Mi chiedevo e mi chiedo ancora oggi come faceva ad avere tutta quella forza, quella resistenza, considerando che spesso si andava avanti per settimane e tutto passava in secondo piano compreso la famiglia. L’esempio che ci ha lasciato Mimino, quello di mettersi a totale disposizione degli altri, dei più deboli, dei più bisognosi è il ricordo più bello di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al servizio del Sindacato e del Partito. Speriamo che il vuoto che oggi segna la sua scomparsa non sia incolmabile. Guardando al futuro della sinistra sindacale e politica, mi auguro che aldilà del doveroso rinnovamento culturale e generazionale, ci siano ancora tanti “MIMINO” a guidarla con la stessa passione e gli stessi valori. Solo così quel vuoto potrà essere colmato e il suo ricordo mantenuto vivo. ROCCO SEMERARO

francam e nte - nuova serie - n. 12 - MAGGIO 2006 - distribuzione gratuita mensile a cura della sezione "Enrico Berlinguer" dei Democratici di Sinistra di Carovigno Direttore responsabile: Natalino Santoro - Direttore editoriale: Mario Cicorio

Reg. Trib. di Brindisi n. 7 del 20.04.2001 - stampa: Nuova g@ srl - Ostuni - [email protected] (chiuso in Tipografia il 15/05/2006)

francamente è scaricabile dal sito www.carovigno.net

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Specchiolla: un paradiso perduto? L’URLO DELLA SIRENA Specchio del cielo, che si riflette nel mare. Specchiolla è uno di quei posti che fanno della costa salentina un gioiello che tutto il mondo ci invidia. A 10 km da Carovigno, ad 8 da San Vito dei Normanni, la si incontra, percorrendo la S.S. 379 Bari-Lecce, tra Ostuni e Brindisi. Diversi chilometri di costa contesi da splendide spiagge e comode scogliere; circondati da immense distese di ulivi secolari e incontaminate oasi naturali, dove ci si continua a stupire delle bellezze faunistiche e floreali della sempre più rara macchia mediterranea… Leggo queste prime righe sul sito internet www.specchiolla.it che presenta il territorio marino sotto l’ aspetto turistico, un modo accattivante e genuino per indurre il turista a visitare questo luogo dalla natura selvaggia ed incantevole. Ma oggi è veramente così? A proposito, mi ha incuriosito molto la lettera firmata relativa a “ Specchiolla” pubblicata su questo giornale il mese di aprile scorso. Leggendola mi è sembrato più il canto angosciato di una sirena che lamenta gli abusi e soprusi del suo pezzo di terra abbandonato e degradato a ghetto di seconda categoria. Chi, invece, doveva ascoltare si è abilmente sottratto al suo canto ammaliatore. Povera Specchiolla, che triste destino! Intanto il contenuto della lettera, avendo suscitato in me una certa curiosità, mi ha spinto a fare, nei giorni seguenti la Pasqua, una passeggiata in quel tratto di mare. Mi sono incamminato in lungo ed in largo per tutta la zona circostante. Nel guardarmi intorno, sento ancora il lamento angosciato della “ sirena” . Nella lettera si diceva che Specchiolla è un posto dimenticato da Dio. No, gentile lettrice: Dio non dimentica mai quello che Lui stesso ha creato. Quello che neanche Dio sembra non riesca a controllare e contrastare, purtroppo, è la mania distruttrice dell’ uomo. In questa occasione forse è meglio dire “ Specchiolla, distrutta e dimenticata dall’ Uomo!!!” . Che poi, guarda caso, è quella persona che si ritiene “ padreterno” , ossia il politico che più o meno eletto dal popolo tenta di rappresentarlo nei modi che più gli aggrada a seconda delle circostanze. La mia passeggiata prosegue. A parte il posto veramente splendido, ho visto di tutto: strade dissestate, cassonetti dei rifiuti stracolmi e traboccanti con montagne di spazzatura che non trovando posto era stata lasciata per terra, segno evidente che il servizio di raccolta rifiuti non funziona come dovrebbe come anche il servizio di sorveglianza. Vado avanti e mi imbatto in una strada con delle scritte sui muri che inneggiano ad una ipotetica “ Specchiolla: colonia normanna” oppure ad una frase confusa tra scritte e soprascritte, che però evidenzia chiaramente una volontà di appartenenza a San Vito dei Normanni. La lotta tra carovignesi e sanvitesi nel contendersi Specchiolla, si sa, è vecchia di secoli. Infatti secondo l’ enciclopedia on line su internet al sito http://it.wikipedia.org/wiki/Specchiolla si dice che: La località apparteneva in passato al comune di San Vito dei Normanni, ma essendo il signorotto locale dedito ad ardue scommesse, soprattutto con l'odiato cugino principe di Carovigno, la leg-

genda vuole che i due cominciarono ad alzare notevolmente la posta in gioco, fino a scommettere porzioni del feudo. Facile capire chi vinse la scommessa. Sebbene la località marina sia da sempre meta di villeggianti soprattutto di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, costoro continuano a rimproverare ai vicini rivali carovignesi la scarsa attenzione e conservazione della cittadina. A questo punto potrei esimermi da ogni commento visto che ci ha già pensato l’ autore della piccola storia innanzi presentata. Ma il fatto che i Carovignesi dedichino scarsa attenzione alla località Specchiolla, purtroppo, è cronico delle Amministrazioni comunali che si sono succedute sino ad oggi. Basti pensare che tempo addietro, o almeno fino a quando non è entrato in vigore il depuratore, mi risulta esserci stato tanto di cartello di divieto di balneazione a causa di scarichi fognanti e nessuno faceva nulla per evitarlo. Intanto bisognerebbe cercare di spiegare agli amici sanvitesi che sarà molto difficile poter far ritornare Specchiolla al Comune di San Vito dei Normanni. Invece, sarebbe molto più giusta una adeguata cooperazione per gestire e far funzionare al meglio questa splendida costa, con servizi, ritrovi e tutto quello che serve per rendere una vacanza degna di questo nome.

Infatti, senza cooperazione ognuno marcia per conto proprio con risultati devastanti: da una parte la trascuratezza dell’ Amministrazione di Carovigno e dall’ altra l’ intransigenza dei cittadini Sanvitesi che vogliono assolutamente fare qualcosa ma con scarsi risultati, dando vita ad un pastrocchio senza limiti. Il risultato che si mostra ai miei occhi oggi è una totale confusione, un disordine urbanistico tale da far accapponare la pelle; case sparse ovunque, alcune diroccate con scarsa manutenzione o non completate ed in molti casi senza decoro, il verde abbandonato a se stesso, una pineta mal curata e dimezzata. Con quale coraggio si può dire al turista che Specchiolla è un posto accogliente e che offre il massimo comfort, se effettivamente, come si dice nella lettera, non ci sono neanche ritrovi adeguati e né tanto meno una vera e propria programmazione estiva di intrattenimento, salvo qualche spiaggia attrezzata, qualche campeggio e i tanti ristoranti che operano nella zona? FOGNA A CIELO APERTO L’ urlo della sirena si fa ancora più travolgente. Proseguo la mia passeggiata, mi affaccio sulla costa e noto un paesaggio veramente incantevole con una meravigliosa macchia mediterranea e spiagge di incomparabile bellezza, “ ma sporche” dei residui di quei bagnanti sporcaccioni della scorsa estate, (e di alghe, ma quello è un fattore naturale). Anche qui un’ altra nota dolente, a parte gli sporcaccioni, la pulizia ordinaria dell’ arenile la scorsa estate si è fatta desiderare, non ha brillato molto in efficienza e questo, purtroppo, su tutto il litorale. Durante il tragitto, mi imbatto in alcuni conoscenti. E’ un piacere incontrarli dopo tanti anni e, tra uno scambio di parole e l’ altro, mi chiedono il motivo di questa mia visita a Specchiolla. Una volta

motivata la mia presenza in quel luogo, da parte loro si scatena un vero inferno di lamentele, di episodi strani, di rabbia che portano inesorabilmente ad un altro increscioso balzello - “ la fogna” - argomento certamente meritevole di attenzione. In poche parole, questi amici mi dicono chiaramente che l’ estate, quasi tutti i giorni, la puzza di fogna è insopportabile a causa del depuratore mal funzionante e, mentre mi spiegano tutto questo mi portano nella zona incriminata. In apparenza sembra tutto normale, anche se si nota lo stato di abbandono totale; si vede un fabbricato di media altezza circa tre metri fuori terra, un reticolato avvolto da una folta erbaccia come anche il fabbricato stesso con tante pozze acquitrinose intorno. Mi viene indicato quel posto come responsabile del fatidico odore insopportabile durante l’ estate. Naturalmente non si tratta del depuratore, ma è solo un centro di raccolta del sistema fognante che poi dovrebbe essere mandato al depuratore con delle pompe. E’ ovvio che se tutto il sistema funzionasse correttamente, non dovrebbe sentirsi alcun cattivo odore. Se, e dico se, il funzionamento non è corretto le cause sono due: o il tutto fuoriesce per il troppo pieno, oppure c’ è il lavorio continuo degli autospurgo (in entrambi i casi il cattivo odore è inevitabile); e se così fosse, significa anche che la cabina in questione o non è collegata al depuratore o è, per cause da accertare, malfunzionante!!! Nella lettera si parla di costi esorbitanti per la realizzazione del depuratore, e siccome il problema c’ è e non è da prendere sottogamba anche per il forte impatto igienico ambientale che un inquinamento del genere può causare, sarebbe il caso che gli organi di competenza intervengano con la massima urgenza per risolvere l’ inconveniente, sia per l’ imminente stagione estiva sia per tutelare la salute di tutti i cittadini. RITROVARE IL PARADISO PERDUTO? Di trascuratezza e di colpe verso “ Specchiolla” ce ne sono tante, esse sono vecchie di anni e l’ argomento non è mai stato affrontato con serietà e determinazione e sono sempre mancati dei progetti seri per chiedere finanziamenti adeguati e soprattutto mirati al risanamento totale del territorio. La speranza guarda verso le giovani generazioni che certamente sapranno operare con determinazione ed intelligenza affinché possano porre rimedio a tutti gli errori che sono stati commessi sino ad ora e che facciano risplendere finalmente quello che “ Specchiolla” può veramente essere. Intanto, in attesa delle giovani leve, cerchiamo di fare qualcosa noi e subito per evitare il degrado di questo bellissimo territorio che, insieme a Santa Sabina e Torre Guaceto, è un piccolo angolo di paradiso che merita di essere salvaguardato, preservato, curato e presentato con orgoglio al mondo intero. Spero solo che il canto della nostra sirena questa volta venga ascoltato da tutti, e che a breve tutti possano lasciarsi ammaliare dalla sua meravigliosa melodia di gioia. Di una cosa dobbiamo essere certi: rispettare il nostro territorio, rispettare le tradizioni e la cultura è un dovere morale di tutti noi. Basta un po’ di buona volontà, senza le odiose rivalità politiche o altro, per dare lustro a tutto quello che i nostri avi hanno conquistato e tramandato nel tempo. Tengo a precisare che questo articolo non vuole accusare nessuno, ma attraverso le colonne di questo giornale si vuole solo aprire un dibattito civile che possa dare vita ad un piano di recupero ambientale che appartiene a tutti i cittadini. GIULIANO MARTINI

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SCUOLA DELL’INFANZIA DI VIA CRISPI: C’È MANCATO POCO

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he fortuna avere un castello!!! A Carovigno il magnifico castello del XV secolo, restaurato negli ultimi anni e lasciato senza una minima e decorosa destinazione d' uso, è un jolly nelle mani dei nostri amministratori. Infatti, oltre ai locali adibiti a biblioteca Comunale, nel castello si fa di tutto: dai matrimoni alle feste da ballo, da qualche sfilata di moda al ricovero d’ associazioni presiedute dagli amici e/o, in ogni caso, utilizzati ai fini clientelari. Ultimamente, miracolo dell' esistenza, alcuni locali vengono destinati, forse per diritto di successione, a scuola dell' infanzia "E. Dentice di Frasso". Sì, proprio quella famosa Elisabetta Dentice che aveva mostrato tanta attenzione per l' infanzia, tanto da dedicare ai bambini una raccolta di racconti molto interessante e bella. Ma, povera Elisabetta, a lei Carovigno ha saputo intitolare solo un plesso scolastico, in precarie condizioni di salute. Infatti, gli stessi locali sono stati dichiarati “INAGIBILI”. La dichiarazione d’ inagibilità è maturata nel mese d’ aprile, quando è pervenuta al dirigente scolastico una lettera di alcuni genitori di alunni che frequentano la predetta scuola. Essi segnalavano diverse carenze dell' edificio: la presenza d’ umidità sui soffitti delle aule, il pericolo degli intonaci cadenti con relativa incerta staticità dei locali, la continua esposizione dei locali ad atti vandalici per la precaria recinzione e gli incerti sistemi di chiusura, l' inadeguato impianto di riscaldamento. La protesta dei genitori era mirata a ottenere interventi manutentivi urgenti sulle strutture in modo da rendere sicuro l' edificio sotto il profilo statico ed igienico-sanitario almeno per il prossimo anno scolastico. Va detto che le rimostranze dei genitori sono state l'ultimo atto di una lunga serie di segnalazioni. Gli insegnanti, e tutto il personale della scuola, hanno costantemente fatto presente al Dirigente Scolastico tutte le situazioni di pericolo presenti negli ambienti scolastici. Con altrettanta costanza, il dirigente ha provveduto ad inoltrarle al signor Sindaco del Comune di Carovigno, ma, non risulta che questi abbia assunto provvedimenti risolutivi finalizzati al risanamento. Risul-

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tano, infatti, agli atti della scuola le Dopo una lunga serie adibire a laboratori. numerose richieste che i dirigenti di richieste inevase, In tal modo ciascuno, anche l' ente scolastici hanno inoltrato all' Uffilocale, potrebbe dare il proprio solo l’intervento cio Tecnico del Comune, dal precontributo per la realizzazione delcedente dirigente dottoressa Sici- dei genitori è riuscito la tanto difesa riforma della scuoad evitare il peggio liano all’ attuale capo d' istituto la. Sarebbe, inoltre, auspicabile prof. Brancasi. Tutti hanno segnache i progettisti incaricati tenesselato le precarie condizioni del plesso di via Cri- ro conto di suggerimenti esplicitati da incaricati spi, e in tutte le segnalazioni, dalle remote alle scolastici finalizzando il tutto acchè tutti gli interpiù recenti, si può leggere la gravità crescente venti siano adeguati alle necessità degli utenti. della struttura, ma il tutto è rimasto inevaso. Cari lettori, sembra un sogno vero!!! Potrebbe diRicevuta la lettera dei genitori, il dirigente scola- ventare realtà, basta che qualcuno ricordi i propri stico riuniva gli organi collegiali delle scuola per doveri di amministratore, prenda a cuore la siillustrare, con documentazione alla mano, che ave- tuazione, consapevole che la scuola rappresenta va provveduto più volte a segnalare a chi di com- per il nostro paese una priorità per il destino dei petenza l' urgenza degli interventi di ristrutturazio- nostri cittadini di oggi e di domani. ne, ma le varie richieste cadevano nel vuoto. La crescita sociale, economica e civile di un poAll' incontro degli organi collegiali della scuola è polo non può prescindere dall' istruzione. seguita un’ ulteriore comunicazione agli uffici di Ci auguriamo che nel prossimo bilancio il "Capicompetenza, compresi i diretti superiori. tolo Scuola” , a livello locale, regionale e nazioE, finalmente, la macchina si è messa in moto, i nale, venga posizionato al primo posto in graduatecnici hanno predisposti i sondaggi in seguito ai toria. Al nostro Sindaco chiediamo di volgere lo quali hanno dichiarato i locali della scuola dell' in- sguardo verso tutti quei bambini che si affidano a fanzia inagibili. Gli alunni temporaneamente (ma noi ogni anno e che da noi, ma non solo da noi, si chi sa per quanto) sono stati ospitati nei locali del aspettano linfa vitale per la loro crescita culturacastello “ Dentice di Frasso” per completare l' anno le ed umana. Ora, comunque, possiamo esultare scolastico in corso, in condizioni di assoluta pre- per lo scampato disastro che si sarebbe potuto carietà: tre sezioni in un monolocale in piena con- verificare, dato lo stato di degrado strutturale del vivenza nonostante le differenze di età; una quarta plesso di via Crispi. sezione in un altro locale privo di adeguata illumi- Al signor Sindaco è rivolto anche un secondo innazione, eccezioni fatta per le luci al neon. vito: risolvere il disagio creatosi quando al II CirL' Amministrazione si impegna alla ristrutturazio- colo Didattico di Carovigno sono stati sottratti i ne della scuola durante il periodo estivo e, comun- locali della scuola dell' infanzia sita in via Marque, per garantire il ritorno degli alunni nella loro cello, ceduti all' Istituto Alberghiero e ora di proscuola all' inizio del prossimo anno scolastico. prietà non più del Comune ma della Provincia. Ci auguriamo che il tutto venga preceduto da una In quella occasione l' Amministrazione ha preso riprogettazione degli ambienti e che la stessa formale impegno che entro due anni dalla data venga fatta tenendo conto delle esigenze degli di trasferimento sarebbe stato costruito un nuovo alunni fruitori. Alcune aule esistenti, infatti, sono edificio per il plesso "Vincenzo Andriani". troppo piccole per ospitare il numero degli alunni E’ già passato un anno, ma ancora all' orizzonte frequentanti. Sarebbe auspicabile anche un am- non si vede nulla. pliamento che permetterebbe di accogliere nello La scelta operata dall' attuale Amministrazione stesso plesso di via Crispi gli alunni che frequen- non è stata oculatamente pensata, tenuto conto tano il plesso di via S. Quasimodo, liberando così che hanno sottratto alla scuola dell' infanzia una nella sede centrale della scuola primaria locali da struttura che comunque è insufficiente a conteneadibire ad uffici e, quindi, per reperire spazi da re la continua crescita dell' utenza dell' Istituto Al-

berghiero. Infatti ora le scuole da edificare saranno due: la scuola “ dell' infanzia” e l' ampliamento “ dell' Istituto Alberghiero” . E’ vero che non dipendono entrambe dallo stesso ente, ma ambedue attingono alle risorse dello Stato. Forse sarebbe stato più semplice ospitare l' Istituto Alberghiero in altri locali in modo temporaneo, lasciare gli alunni nella loro scuola dell' infanzia, nel frattempo la Provincia avrebbe provveduto a costruire un istituto per accogliere la scuola secondaria. Operando in questo modo non avrebbero sconvolto l' esistenza di alunni, docenti e famiglie della scuola dell' infanzia, non avremmo come Comune dovuto cedere locali di proprietà comunale all’ Amministrazione Provinciale. Senza entrare nello specifico, la certezza più evidente è quella che c' è stato un grande spreco di denaro pubblico perché questa scelta ha gravato ulteriormente il bilancio comunale, sia con spese di adeguamento dei locali in uso dell' Istituto Alberghiero, sia per l' adeguamento dei locali in cui è ubicata la scuola dell' infanzia, sia per l' onere di locazione, in quanto la struttura attualmente utilizzata dalla scuola dell' infanzia è di privati. Che spreconi!!!! Sarebbe stato difficile investire la stessa cifra in un bene che poi sarebbe rimasto di proprietà del Comune, ma forse questo avrebbe interrotto la giostra, sempre in moto, del clientelismo che garantisce un ritorno elettorale appetitoso. Signor Sindaco le scelte vanno fatte ascoltando anche la base, le competenze dei cittadini di Carovigno sono notevoli e potreste tenerne conto, ma oltretutto siamo contribuenti e paghiamo le spese dei conti fatti male. È, invece, dovere di ogni Amministrazione, se tale si definisce, porre orecchio alla voce degli amministrati. Cari concittadini, vedete come nei meandri della burocrazia e del governo approssimato le tortuosità diventano infinite ed i problemi che si dovrebbero risolvere in modo esaustivo e definitivo vengono, nelle migliori evenienze, solo tamponati alla meno peggio, forse anche con risparmio sui materiali ma che non significa risparmio di spesa. Auguriamoci, comunque, di non lasciarci mai le penne!!! MICHELA LOTTI

Turismo fai da te? Ahi ahi ahi ahi...

turismo è l’ insieme di tutte le attività, principalmente di natura economica, che hanno a che fare con il soggiorno e il movimento di stranieri verso l’ interno di un paese. È un elemento di rilevante importanza poiché costituisce l’ 8% del prodotto interno lordo italiano. Questo ci fa capire quanto sarebbe importante per Carovigno (Paese che si affida per lo più all’ agricoltura) avere un turismo sviluppato. Il problema fondamentale è che il nostro è un turismo stagionale (turismo balneare). Siamo in presenza a Carovigno di strutture (per lo più hotel e villaggi turistici) poste sul mare e costrette ad aprire per solo 3-4 mesi all’ anno. Pur avendo una qualche ricaduta sull’ occupazione locale, la formula “villaggio turistico” non favorisce la circolazione di moneta all’ interno della località in quanto il cliente tende a rimanere in loco. Carovigno non può vivere solo di turismo balneare (stagionale e prettamente locale) perché ha tutte le potenzialità per avere un turismo con presenze durante tutto l’ anno. Le bellezze delle sue campagne, i siti archeologi, il castello, le masserie, la vicinanza a città come Ostuni, Alberobello, Martina, Lecce potrebbero caratterizzare Carovigno come polo turistico di interesse culturale, religioso, ed enogastronomico vista l’ ottima cucina locale. Bi-

sogna ripartire da queste risorse concertando con gli enti territoriali e l’ Amministrazione pubblica opportune politiche di programmazione a medio e lungo termine. Innanzitutto si devono riqualificare il centro storico e la marina con interventi di carattere estetico, architettonico e urbanistico. In seguito a ciò sarà opportuno incentivare i privati ad investire in attività commerciali collegate al turismo (pub, negozi souvenir, menù turistici nei ristoranti) e organizzare eventi, sagre, spettacoli che rispecchino l’ identità del paese. Una volta “abbellito” il paese bisogna concentrarsi sulla cosa più importante nella crescita di una località turistica e cioè i servizi quali l’ accoglienza, la viabilità, punti di informazione turistica (con personale che sapesse parlare l’ inglese), guide, trasporti pubblici, in quanto una località turistica, anche se bella dal punto di vista paesaggistico, non può prescindere dai servizi eccellenti che si offrono al turista. Per quanto mi riguarda, con il patrocinio del Comune, si dovrebbe istituire una vera e propria cooperativa di servizi turistici che creerebbe occupazione per i giovani carovignesi e renderebbe piacevole il soggiorno per i turisti del nostro paese. Un noto psicologo del turismo afferma che non importa tanto la bellezza del luogo che si visita quanto il ricordo piacevole che il turista porta con sé al rientro

a casa. Ogni paese punta tutto sulle proprie qualità e Carovigno dovrebbe puntare sulla sua riconosciuta tradizione enogastronomica, e non mi riferisco solo ai ristoranti, ma bisogna coinvolgere le cooperative di olio, le enoteche, i forni, i caseifici dove i turisti possano degustare ed acquistare i nostri prodotti e passare quindi una giornata diversa accompagnati e assistiti da guide locali. Cercare quindi di dare un marchio enogastronomico al paese in modo da differenziarsi nella vasta offerta turistica pugliese. Ben vengano quindi strutture ricreative come bed and breakfast, residence, agriturismi, che a differenza del villaggio portano il turista a partecipare alla vita del paese in tutte le sue manifestazioni facendo circolare moneta e quindi portando ricchezza al paese stesso. Per fare tutto ciò bisogna quindi che alla pianificazione e programmazione si aggiunga anche una stretta collaborazione fra amministrazione pubblica e privati perché solo così si potranno avere dei risultati positivi. Con un po’ di volontà, inventiva e qualche professionista del settore, si può davvero cercare di creare qualcosa di importante (Ostuni ci insegna) e rendere Carovigno una meta obbligata per chi decide di passare le vacanze nella nostra splendida Puglia. GIUSEPPE LEPORE

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Storia della devastazione di una piazza

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UN’IDEA PER BELVEDERE

oglio, da queste pagine, lanciare l’ idea di un progetto, che da tanto tempo mi sta a cuore, e che riguarda il Santuario di Bel-

piazzette di quartiere vengono riqualificate mediante l’ inserimento di nuove panchine, di piante verdi, di fiori e di spazi di gioco pensati per i bambini e per i ragazzi della zona, che da noi invece hanno dovuto dire addio al loro spazio. Purtroppo queste scelte sono lontane da noi anni luce, sono scelte che fanno la differenza, ed è per questo che noi non saremo mai rinomati come la bella “ Città bianca” , o la città di San Vito dei Normanni, il cui Comune da due anni sta finanziando un importante progetto di scavo archeologico in collaborazione e sotto la direzione dell’ Università degli Studi di Lecce per riportare alla luce l’ area messapica scoperta. Se, l’ erezione del nuovo edificio postale potrà incrementare i guadagni dei commercianti della zona, che probabilmente hanno condiviso la scelta fatta, mi chiedo invece se tutti noi altri cittadini abbiamo accettato di buon grado la cosa, senza meravigliarci troppo, e se così fosse, allora mi chiedo cosa siamo disposti ad accettare ancora? Carissimi lettori di Francamente, questo articolo è scritto con il dolore per la distruzione di una piazzetta e col valore di una accorato appello di riscatto per la piazzetta in via G. Pascoli e A. De Gasperi. Non è ancora troppo tardi. CARMELA IAIA

Cari Signori, non so se avete notato che a Carovigno la viabilità sta diventando un problema molto serio. Stiamo assistendo ad un sempre più crescente numero di strade dove non solo si parcheggia, senza alcuna preoccupazione, a destra e a sinistra ma si circola in ambo i sensi. Non credete che in una tale situazione sia quasi impossibile una civile e serena viabilità? E che giudizio si faranno, fra qualche settimana, i turisti che perverranno nel nostro territorio? Non si mettono in dubbio le Vostre professionalità, ma purtroppo il principio del buon senso comune e del rispetto delle regole non funziona. Al contrario per Carovigno funziona il sano principio del consapevole menefreghismo. È ora, credo, che si debba intervenire con tutti i mezzi (democratici) disponibili affinché si ponga fine a questa nascenda giungla. Una buona e intelligente viabilità è un valore aggiunto per la società e per l’economia di un paese. Non serve a nulla, se non a portare qualche voto, far diventare ora questa ora quella strada a senso unico per poi cambiarla dopo qualche mese. Occorre programmare un piano generale di viabilità studiato a tavolino con le persone competenti eventualmente ascoltando quella parte di cittadinanza interessata alle sorti del proprio paese. Abbiamo bisogno solo e semplicemente di un modo nuovo di concepire un paese moderno proiettato nel futuro in rispetto delle nuove generazioni. Come si fa a presentarsi alla Bit di Milano in queste condizioni? Non sarà forse il caso di iniziare a fare qualcosa? luto Un sa

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P. z z aI t a l i a , 2 2( Vi a l ePol a )Os t uni ( BR)

uesta è la triste storia della scomparsa di una piccola piazza di quartiere, sorta nella prima metà del Novecento, insieme all’ erezione del complesso di nuove case popolari destinate ai senza tetto, realizzate dall’ INA CASA tra via A. De Gasperi e via G. Pascoli, una misura sociale molto importante, che avrebbe dato all’ erigendo complesso anche lo spazio adeguato di aria e luce. Oggi, a distanza di quasi 60 anni, a dispetto di ogni politica di riqualificazione urbana e di quartiere, la nostra città ha scelto di realizzare il nuovo edificio postale in quello spazio pubblico, una scelta a mio avviso sbagliata, che ha prospettato ai cittadini l’ opzione tra una struttura nuova, indispensabile alla cresciuta comunità, e uno spazio di verde pubblico, divenuto ormai parte della nostra storia. Sebbene la nuova struttura fosse ormai da tempo richiesta e quanto mai necessaria, la sua costruzione ha tuttavia portato alla devastazione della piazzetta, che da quasi due mesi a questa parte, è stata sventrata nella sua quasi totale superficie, mentre alcuni alberi sono stati inevitabilmente abbattuti; e intanto, si assiste al sorgere della nuova costruzione, contro ogni criterio logico di sviluppo urbanistico. L’ edificazione non deve mai comportare la cancellazione di altre aree, quelle che ai più sprovveduti possono sembrare inutili, ma che in realtà per il loro interesse storico, costituiscono il patrimonio culturale di un paese. Senza contare poi, che quella piazzetta potrebbe nascondere i resti del passato di Carovigno, visto che si trova vicino ad una delle aree necropoliche di epoca messapica, confermata dai miei ultimi studi, che rappresentano per quella fase anche quelli più aggiornati. E mi domando se non siano stati già trovati, visto che si è preferito non andare troppo in profondità per le fondamenta della nuova struttura. In altre città, i siti archeologici vengono valorizzati in vista dello slancio culturale e turistico che dà ai territori come il nostro, mentre le

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adino dal citt

vedere. Sappiamo quanto questo sito sia amato dai carovignesi e dai tanti fedeli che, sempre più numerosi, vengono a visitarlo perché devoti della Madonna, ma anche perché attratti dai preziosi affreschi esistenti e da quelli che sono venuti alla luce grazie, soprattutto, all’ interessamento e alla passione di un nostro concittadino. Fu intorno alla seconda metà degli anni ottanta, che insieme all’ amico Dino Russo, responsabile e titolare di una TV locale, effettuammo riprese impietose dello stato in cui versava, all’ epoca, il Santuario e tutto il contesto intorno ad esso. Da allora, tra risistemazioni, restauri e ristrutturazioni, tante cose sono andate nel verso giusto al punto che, il Santuario, è oggi la bella realtà che conosciamo e, contemporaneamente, un grande momento di fede e di aggregazione. In questo contesto, credo siano maturi i tempi per rilanciare la mia idea relativa al recupero e al restauro delle colonne della Via Crucis che accompagnano i pellegrini nel loro percorso di preghiera. Alcune di queste giacciono abbandonate tra le erbacce o inglobate nei muri a secco e, comunque, tutte versano in condizioni di grande precarietà.

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Io sono convinto che il restauro di questi monumenti storici può avvenire a costo zero per le casse dell’ erario perché è talmente così radicata la devozione del nostro popolo nei confronti della Madonna che, nel momento in cui l’ Amministrazione Comunale affidasse ai propri tecnici la redazione di un progetto di recupero, i cittadini contribuirebbero volentieri, ognuno secondo le proprie possibilità, alla realizzazione dell’ opera. Naturalmente, i dettagli del percorso da seguire, sarebbero da concordare nel caso questa idea riuscisse a farsi strada. E’ questa la sfida che lancio, dalle pagine di questo giornale, a me stesso, agli amici di Carovigno, all’ Amministrazione e al Consiglio Comunale. [email protected] P.S.: Mi auguro vengano spostati i bidoni della spazzatura dalla zona antistante il Santuario e che si pensi di attivare i bagni pubblici almeno nelle occasioni in cui Belvedere viene raggiunta da un grande numero di fedeli e di visitatori. Una preghiera voglio indirizzarla al buon cuore di Don Giovanni Di Latte che invito a dare un segnale forte alla città e alla nostra protettrice con la cessione al Santuario, anche a titolo oneroso, del terreno retrostante.

SPIAGGE SPORCHE PER I PONTI DI APRILE

prile, mese di apertura alla bella stagione, mese del pigro risveglio dei sensi, di evasione dal grigio torpore invernale, e della voglia di gite fuori porta …. Un periodo dell’ anno che amiamo particolarmente! Quest’ anno poi, il calendario, ha riservato a noi tutti nel mese di Aprile molti piacevoli ponti: piccoli spazi di svago e di relax, da trascorrere fuori casa, fuori città, ovunque ma all’ aperto, secondo la disponibilità e le possibilità di ciascuno. E ci sono stati i primi viaggi, che hanno interessato anche il A cura di Aldo Bellanova Sud Italia, viaggi di turisti stranieri che al loro arrivo hanno potuto ammirare, in anteprima, il fresco vestirsi dei nuovi colori primaverili del nostro straordinario territorio. Ma in questo idilliaco panorama, tra i profumi e i colori rinnovati della macchia mediterranea, solo un particolare ha stonato terribilmente: l’ ammasso di rifiuti altrettanto variegati e colorati, presenti in ogni angolo delle nostre coste. SIMEONE LEONARDO Rifiuti invernali, che il mare ha ripetutaASSESSORE AL mente gettato sulla costa ad ogni maregTRAFFICO giata, liberandosene, e rifiuti per così dire “ stagionali” , ammassatisi lì di estate in PARISI EMILIO estate, creando vere discariche all’ aperCOMANDANTE DEI to, senza che nessuno se ne preoccupi e VIGILI URBANI occupi. Di certo il periodo pasquale con tutte le DEL COMUNE DI sue festività, con i ponti primaverili e le feste patronali che ci caratterizzano, dovreb72012 CAROVIGNO be rappresentare per noi meridionali, il manifesto pubblicitario del nostro territorio, la migliore presentazione delle no-

stre bellezze, l’anteprima delle nostre potenzialità, amplificate poi nel periodo estivo, di grandissimo richiamo turistico, regionale e non solo… Questo accade altrove sia in Puglia, sia in Italia. Puntare su questi piccoli ma essenziali aspetti fa di noi una comunità di persone pulite, ma anche una comunità di persone civili, preparate ad accogliere nel migliore dei modi il turista. Per non dare sempre l’ immagine di quelli che si organizzano all’ ultimo minuto, che si improvvisano su ogni aspetto e soprattutto per non dare l’ immagine di una comunità sporca! CARMELA IAIA

francamente è aperto alla collaborazione dei cittadini

Per collaborazioni, informazioni, sponsorizzazioni: Cell. 338.9861242 - e-mail: [email protected] Sede: C.so V. Emanuele, 35 72012 CAROVIGNO (BR)

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