Rinnovare il modello di sviluppo sostenibile, trasformando la tutela dell’ecosistema in fattore di coesione sociale e di competitività dei territori Cabina di Regia per il coordinamento delle politiche di programmazione e per il PTR
SOMMARIO (1/2)
L’Ambiente Introduzione di Giuseppe Bortone Le criticità ambientali dell’Emilia-Romagna di Alessandro Maria Di Stefano Obiettivi ambientali per l'Emilia-Romagna di Giuseppe Bortone Criticità ambientali regionali e le priorità dei diversi strumenti di programmazione economica di Patrizia Bianconi Facciamo entrare la natura nel PTR di Enzo Valbonesi Il progetto del nuovo piano d’azione ambientale di Cristina Govoni VAS di Alessandro Maria Di Stefano
4 8 40 62 73 105 119
2
SOMMARIO (2/2) Le principali traiettorie dello sviluppo regionale Energia e sviluppo: gli obiettivi e le azioni del nuovo
piano energetico regionale di Massimo Cenerini
136
Qualità dello sviluppo e politiche pubbliche Il Settore turistico
di Walter Verlicchi
146
Il Paesaggio Dal piano delle condizioni alla politica per il paesaggio di Giancarlo Poli
160
L’Agricoltura Ricerca, sperimentazione, assistenza tecnica, formazione e
trasferimento dell’innovazione agricola nel sistema regionale di Giancarlo Cargioli
184
Le principali produzioni vegetali e zootecniche regionali
da valorizzare e promuovere di Davide Barchi Programma regionale di sviluppo rurale 2007-2013 di Giorgio Poggioli
208 205
L’ Aree urbane I piani di riqualificazione urbana
di Michele Zanelli
280
3
Introduzione Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa Giuseppe Bortone 19 ottobre 2007
4
INTRODUZIONE
Superamento del policentrismo e proposta di sistema regionale necessità del DUP e delle linee guida della GR per la programmazione (Accordi territoriali) (l’esperienza del Piano d’azione ambientale) Proposta di una chiave di lettura dei territori su Criticità ambientali definizione di indicatori Omogeneità (individuazione dei tematismi, e confronto nei tematismi) strumento per condividere strategie con provincie, ma anche con altri stakeholders, quali criticità divengono vincoli per lo sviluppo di settori produttivi e po’ sussistere la necessità di investimenti P/P, workshop con Confindustria Obiettivi ambientali (in massima parte definiti dalle direttive, altri assumono a riferimento strategie della CE, nazionali e regionali) Raggiungimento degli obiettivi richiede integrazione e contributo delle politiche settoriali, non basta solo l’ambiente
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
5
INTRODUZIONE
Raggiungimento degli obiettivi dipende anche da area vasta Quindi bacino, costa e reti ecologiche, la pianura, la montagna Ottimo esercizio:Criticità ambientali regionali e le priorità dei diversi strumenti di programmazione economica (PSR, POR, FESR E FAS) Il processo di avvicinamento agli obiettivi deve seguire l’integrazione degli aspetti ambientali, economici e sociali Ottimizzazione, approccio olistico (l’esempio del GIZC) E’ necessario restituire la verifica del percorso di avvicinamento agli obiettivi VAS, contabilità e bilancio Piano di azione ambientale 2007-2009
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
6
Carichi inquinanti ……. (sch.2) Perdita della qualità dovuta a: - rimessa in circolo inquinanti (ripascimenti,dragaggi, dumping) - calo della circolazione (barriere): - alterazioni granulometriche - rischio batteriologico Torbidità da movimentazione sedimenti - aspetti idrologici - aspetti idrogeologici Agricoltura (sch.7) -difesa da intrusione salina -emungimenti -derivazioni -subsidenza -rischio alluvioni per inefficienza rete scolante di pianura Portualità………(sch.3) -moli e aggetti -navigazione in acque basse -escavazione porti e ripascimenti
Sistema insediativo … (sch.9) -le città -le infrastrutture a rete -i porti -le strutture turistico balneari -le opere per la difesa costiera -estrazione acqua e gas – subsidenza -regimazione fiumi ed escavazioni in alveodeficit di trasporto solido
Turismo (sch.5) -sistemi di difesa innovativi -mantenimento degli arenili -buona qualità del materiale usato nei ripascimenti
Pesca maricoltura (sch.6) Sistema fisico costiero, fattori di rischio e strategie di difesa (sch.1)
Valorizzazione habitat….. (sch.4) Difesa: - intrusione salina (pinete costiere) - ingressione marina (foce Bevano) - habitat costieri (parco delta Po, dune) Principio di precauzione: - movimentazione fondali (ripascimenti, dragaggi, dumping)
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
Impatto da movimentazione fondali: -prelievo sabbie marine -ripascimenti, dumping Impatto su: -pesca vongole -venericoltura -zone di riproduzione nursery
Politiche energetiche…(sch.8) estrazione gas metano - subsidenza
7
Le criticità ambientali dell'Emilia-Romagna Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa
Alessandro Maria Di Stefano 19 ottobre 2007 8
QUALITÀ DELL’ARIA: ZONIZZAZIONE E STAZIONI DI MONITORAGGIO
(In rosso le zone più critiche da risanare, in giallo chiaro le zone da risanare, con punti gialli le stazioni di misura)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
9
CRITICITÀ PER L’ARIA
Diverse zone con atmosfera molta inquinata (particelle, ossidi di azoto, ozono, composti organici volatili, inquinanti secondari, ecc.) Per il PM10 il superamento della concentrazione limite (50 µg/m3) è pressoché ovunque sopra il massimo di giorni consentito (35 gg/a) ai sensi delle pertinenti Direttive europee Per gli NOx nonostante i miglioramenti rispetto agli anni '90 (introduzione di marmitte catalitiche) oggi le concentrazioni restano sopra i limiti (40 µg/m3) ai sensi delle pertinenti Direttive europee Per l'ozono al suolo sono rilevanti superamenti sia della soglia di informazione alla popolazione (180 µg/m3) sia per la protezione della vegetazione (AOT40) Indicatori ambientali prestazionali: emissioni, numero di giorni con superamenti dei limiti di concentrazione
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
10
SUPERAMENTI DEL LIMITE GIORNALIERO DI CONCENTRAZIONE DEL PM10 (50 µG/M3)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
11
POLVERI SOTTILI (PM10): MEDIE ANNUALI
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
12
Superamenti del limite giornaliero di concentrazione di NO2 al 2010 (200 µg/m3, da non superare più di 18 volte in un anno)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
13
Biossido di azoto (NO2): medie annuali
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
14
EMISSIONI SERRA
Le emissioni serra stanno crescendo invece di calare Il Piano energetico regionale ha ipotizzato il disaccoppiamento tra lo sviluppo e la riduzione delle emissioni serra % emissioni rispetto al 1990 Attorno allo scenario BAU è indicato l'intervallo di variabilità delle previsioni tendenziali.
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
15
PROD. NON METALLIFERI IMPIANTI ENERGETICI 0
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano ALTRI CONSUMI CIVILI
RISCALDAMENTO, COND.
TRASPORTO PRIVATO H/hold - Other
Cooking, Air Cond
(04) H/hold - Heating, RAFFINERIE
(07) H/hold - Private traffic
CONCERIE
DF Coke, petroleum prod
CAVE
DC Leather products
MECCANICA
C Mining, quarrying
LEGNO
DN Manufacturing
ELETTRONICA
DD Wood products
DL Electrical, optical COSTRUZIONI
F Construction VEICOLI
DM Transport equipment
PLASTICA
MACCHINARI DH Plastic products
DK Machinery
TESSILE
DB Textile products
CARTA
DE Paper products
ALIMENTARI
DA Food products
trade ES. COMERCIO E PUBBL.
G, H Wholesale and retail
CHIMICA
DG Chemical products
DJ Metal products PROD. METALLIFERI
J-Q Other services SERVIZI VARI
I Transport, communication
LOGISTICA
AGRICOLTURA A, B Agriculture, fishing
E Electricity
DI Other non-metallic mineral prod
EMISSIONI SERRA (IN CO2 E PRODUZIONE (IN EURO) DAI SETTORI IN EMILIA-ROMAGNA(% SUL TOTALE)
25
20
15
PROD
10
CO2eq
5
GHG
Output
16
DEFICIT IDRICI
Maggiori necessità d’acqua per gli usi irrigui (58% del totale) rispetto a quelli civili (26%) e all'industria (16%) Prelievi superficiali (68%, soprattutto da Po) e falde (32%) Per i fiumi ci sono gravi deficit estivi soprattutto nei tratti di pianura Per le falde il sovrasfruttamento induce anche subsidenza Indicatori ambientali prestazionali: DMV, deficit di portata fluviale nei mesi estivi, deficit di ricarica delle falde
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
17
DEFICIT IDRICI
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
18
QUALITÀ DELLE ACQUE
Nutrienti, fertilizzanti e fitosanitari (da settore agro-zootecnico; estensioni irrigate sono in bacini emiliani) Sostanze organiche alogenati e metalli pesanti: da scarichi industriali (recapiti diretti maggiori in Secchia e Panaro; consistenti anche in Reno e Taro) Sostanze organiche biodegradabili (da insediamenti civili) Per la valutazione di criticità, è stato dato maggior peso ad acque sotterranee (perché maggiormente utilizzate a scopo idropotabile) La qualità delle falde deriva sia da inquinamento antropico (spec. in acquiferi liberi di alta pianura) sia da meccanismi idrochimici naturali (spec. in acquiferi confinati di medio-bassa pianura) Indicatori ambientali prestazionali: LIM, IBE, SECA, SACA, SCAS, SQuAS, SAAS
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
19
QUALITÀ DELLE FALDE: CLASSIFICAZIONE CHIMICA
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
20
PRODUZIONE PROCAPITE DI RIFIUTI URBANI E RACCOLTA DIFFERENZIATA (2003)
Piacenza: situazione in apparente equilibrio Parma: carenza di impianti di smaltimento /trattamento /incenerimento Reggio E.: situazione in apparente equilibrio Modena: situazione in apparente equilibrio Bologna: carenza di stazioni ecologiche /sistemi di raccolta differenziata Ferrara: gravi carenze nella gestione in generale Ravenna: situazione in apparente equilibrio Forlì-Cesena: criticità nella gestione della discarica di Sogliano e difficoltà nell’organizzazione della raccolta Rimini: gravi carenze nella gestione in generale Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
21
PRODUZIONE RIFIUTI URBANI RISPETTO AD ALCUNI INDICATORI ECONOMICI Continua accoppiameto tra crescita economica e produzione di rifiuti urbani
(1996=100)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
22
PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI RISPETTO AL PIL Accoppiameto tra crescita economica e produzione di rifiuti speciali
(1997=100)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
23
SITI CONTAMINATI
Le province più a rischio hanno ospitato nel tempo varie attività inquinanti: chimica, ceramica, galvaniche, meccaniche, idrocarburi.
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
24
NORMATIVA IN MATERIA DI RETE NATURA 2000
Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE Decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 Legge Regionale n. 06/2005 e successive modifiche Legge Regionale n. 07/2004 (Titolo I) Legge Regionale n. 04/07 Direttiva regionale n. approvata con D.G.R. n. 1191/07 “Valutazione di incidenza e misure di conservazione”:
LINEE GUIDA PER LA PRESENTAZIONE DELLO STUDIO DI INCIDENZA E LO SVOLGIMENTO DELLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA DI PIANI, PROGETTI ED INTERVENTI INDIRIZZI PER LA PREDISPOSIZIONE DELLE MISURE DI CONSERVAZIONE E DEI PIANI DI GESTIONE DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
25
REALIZZAZIONE DELLA RETE NATURA 2000 IN EMILIA-ROMAGNA
Fasi di realizzazione: periodo 1995 – 2000: prima individuazione di 111 siti con sup. di ha 183.000 periodo 2003 - 2006: individuazioni di 35 nuovi siti per adeguamento a richiesta UE per una superficie di ha 73.800 Stato attuale: attualmente la Rete Natura 2000 è costituita da 127 SIC e 75 ZPS (circa 256.800 ettari pari all'11,6% dell'intero territorio regionale)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
26
SISTEMA DELLE AREE NATURALI PROTETTE E RETE NATURA 2000 (PARCHI E RISERVE IN VERDE SCURO, SIC E ZPS IN VERDE CHIARO)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
27
CRITICITÀ DELLA RETE ECOLOGICA
Grande varietà di habitat naturali, ma frammentati Forte pressione esercitata da infrastrutture lineari su Rete Natura 2000
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
28
DENSITÀ DI POPOLAZIONE IN RETE NATURA 2000
Soprattutto in Emilia c'è alta densità di popolazione per siti situati lungo fiumi, in fasce collinari, in conoide ed in pianura
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
29
BOSCOSITÀ Il coefficiente di boscosità in pianura è molto basso (minore a Ferrara, Modena e Ravenna)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
30
CRITICITÀ IDROGEOLOGICA
L’Emilia-Romagna è tra le regioni più colpite dai fenomeni di dissesto idrogeologico e di erosione negli ambiti collinari Nessun comune appenninico è esente da frane (prevalenza in medio appennino emiliano) Circa 20% del territorio collinare e montano è in frana, di cui circa un terzo attiva o riattivata negli ultimi 20 anni La cartografia delle frane è aggiornata per Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena. È in revisione la cartografia nelle altre province Indicatori ambientali prestazionali: aree in frana, strade in frana, indici franosità, superfici in erosione
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
31
DISTRIBUZIONE DELLE FRANE
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
32
EROSIONE ATTUALE DEL SUOLO (INDICE DI EROSIONE METODO USLE)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
33
IDRAULICA
La valutazione delle criticità tiene conto di vari fattori: rischio di esondazione, estensione dei tratti arginati, superfici di valli servite da impianti idrovori; portate sollevate da impianti idrovori, investimenti per interventi di difesa del suolo e costa, di bonifica, di protezione civile, di crisi sismiche (nel periodo 2000-2004)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
34
ALVEI ATTIVI E FASCE FLUVIALI AD ELEVATA PROBABILITÀ DI INONDAZIONE
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
35
ZONE ESONDATE STORICAMENTE IN EMILIA-ROMAGNA
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
36
SUBSIDENZA
Il sovra - sfruttamento dei fluidi sotterranei abbassa i livelli piezometrici e produce subsidenza e intrusione salina negli acquiferi più vicini alla costa La subsidenza è particolarmente alta nel territorio bolognese Ci sono stati interventi per limitare i prelievi idrici, ma la subsidenza di origine antropica è ancora significativa Serviranno ulteriori misure; in tale direzione interviene anche l’attuale Programma di Sviluppo rurale Indicatori ambientali prestazionali: estrazioni d’acqua e metano, velocità di abbassamento dei suoli
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
37
SUBSIDENZA (periodo 1970/93-1999)
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
38
EROSIONE COSTIERA
Tipi morfodinamici
Direzione Generale Ambiente - Alessandro Maria Di Stefano
Tipi di difesa
39
Obiettivi ambientali per l’EmiliaRomagna Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa Giuseppe Bortone 19 ottobre 2007
40
NORME IN MATERIA DI ATMOSFERA E AGENTI FISICI
Inquinamento atmosferico
Inquinamento acustico
Inquinamento elettromagnetico
Aziende a rischio incidente rilevante
•D.Lgs 351/99 •DM 60/02
•Pm10 , NOx •O3
•L 447/95; •LR 15/01
•Class. acustica 5 classi
•D.Lgs. 194/05
•Mappatura •acustica
•L 36/01; •LR 30/00
Alte frequenze DPCM 7/8/03 Basse frequen. DGR 197/01
•D.Lgs. 334/99; •LR 26/03
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
Definizione aree di danno
41
MACROBIETTIVI PER LA QUALITÀ DELL’ARIA
Dal strategia tematica sull'inquinamento atmosferico UE (entro il 2020 rispetto al 2000): ridurre dell'82% emissioni di SO2, ridurre del 60% emissioni di Nox, ridurre del 51% emissioni di composti organici volatili (COV), ridurre del 27% emissioni di ammoniaca, ridurre del 59% emissioni del PM2,5 primario Dal Ministero Ambiente: ridurre le emissioni atmosferiche inquinanti e mantenere le loro concentrazioni sotto i limiti per salute umana, ecosistemi a patrimonio monumentale; ridurre emissioni naz. di gas serra del 6,5% nel periodo 2008-2012 rispetto al 1990; ridurre l’emissione di tutti i gas lesivi della fascia dell’ozono stratosferico.
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
42
MACROBIETTIVI PER EMISSIONI SERRA ED ENERGIA Da Johannesburg: aumentare quote di produzione elettrica da fonti rinnovabili; eliminare progressivamente i sussidi per i combustibili fossili; stabilizzare concentrazioni gas serra a livelli non pericolosi per il clima. Dal VI° Programma UE: entro il 2010 raggiungere il 22% di produzione elettrica da fonti rinnov.; promuovere l’uso di tecnologie più pulite e l’efficienza energetica; stabilizzare concentrazioni di gas serra nell’atmosfera; realizzare gli impegni internazionali, compreso il protocollo di Kyoto; ridurre le emissioni serra di settori energetico, trasporti, industria. Dal Ministero Ambiente: ridurre consumi energ in settori trasporti, industriale, abitativo, terziario; incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili; elaborare Piani Energetico-Ambientali regionali che privilegino fonti rinnovabili, innovazione tecnologica, razionalizzazione della produzione elettrica e dei consumi energetici;
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
43
OBIETTIVI SPECIFICI IN MATERIA DI RIFIUTI (1 DI 3)
Raccolta differenziata 35% entro il 31/12/2006 (art. 205 D.Lgs. 152/06) 40% entro il 31/12/2007 (art. 1, comma 1108, L.296/2006) 45% entro il 31/12/2008 (art. 205 D.Lgs. 152/06) 50% entro il 31/12/2009 (art. 1, comma 1108, L.296/2006) 60% entro il 31712/2011 (art. 1, comma 1108, L.296/2006) 65% entro il 31/12/2012 (art. 205 D.Lgs. 152/06) Divieto di smaltimento in discarica (art. 6 D.Lgs. 36/03) divieto di conferimento di rifiuti con PCI (potere calorifico inferiore) maggiore di 13000 kJ/kg a partire dal 31/12/2008 divieto di conferimento di pneumatici interi fuori uso; divieto di conferimento di rifiuti sanitari a rischio infettivo; divieto di smaltimento in discarica per rifiuti inerti dei rifiuti in matrice cementizia contenenti amianto
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
44
OBIETTIVI SPECIFICI IN MATERIA DI RIFIUTI (2 DI 3)
Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) entro il 31/12/08 tasso raccolta separ. di 4 kg/ab/a da nuclei domestici PCB/PCT divieto smaltire in discarica rifiuti con PCB > 50 ppm (D.Lgs. 36/03) Rifiuti di imballaggio (D.Lgs. 152/06) Entro il 31/12/2008 almeno il 60% dei rifiuti di imballaggio deve essere recuperato o incenerito con recupero di energia. Entro il 31/12/2008 deve essere riciclato almeno il 55% e fino all’80% in peso dei materiali contenuti nei rifiuti di imballaggio come segue: 60% in peso per il vetro; 60% in peso per la carta e il cartone; 50% in peso per i metalli; 26% in peso per la plastica, tenuto conto esclusivamente dei materiali ricilati sottoforma di plastica; 35% in peso per il legno
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
45
OBIETTIVI SPECIFICI IN MATERIA DI RIFIUTI (3 DI 3)
Rifiuti urbani biodegradabili (RUB) <173 kg/ab/anno di RUB in discarica entro il 27/3/2008 (art. 5, comma 1 D.Lgs. 36/03); <115 kg/ab/anno di RUB in discarica entro il 27/3/2011 (art. 5, comma 1 D.Lgs. 36/03); <181 kg/ab/anno di RUB in discarica entro il 27/3/2018 (art. 5, comma 1 D.Lgs. 36/03). Green Public Procurement (GPP – DM 203/2003) Le Regioni individuano norme, destinate agli enti pubblici e società a capitale pubblico, perchè manufatti e beni siano realizzati con materiale riciclato pari almeno al 30% del fabbisogno annuale.
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
46
MACROBIETTIVI PER RIFIUTI E CONSUMO RISORSE
Da Johannesburg: promuovere modelli sostenibili di produzione e di consumo. Dal VI° Programma UE: conseguire una maggiore efficienza delle risorse naturali con modelli di produzione e di consumo più sostenibili; conseguire una sensibile riduzione delle quantità di rifiuti prodotte; incentivare il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio dei rifiuti. Dal Ministero Ambiente: promuovere un uso sostenibile delle risorse ambientali; ridurre il prelievo di risorse senza pregiudicare la qualità della vita; ridurre la produzione, il recupero di materia e il recupero energetico dei rifiuti.
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
47
OBIETTIVI SPECIFICI RISORSE IDRICHE
OBIETTIVO / DESCRIZIONE
ELEMENTI
STRUMENTI / TEMPISTICA
DIRETTIVA / NORMA DI RIFERIEMENTO
1.Buono Stato Ecologico delle acque superficiali
•Elementi di qualità biologica Elementi di qualità idromorfologica •Elementi di qualità chimicofisica
E – Obiettivo da conseguire al 2015
•Direttiva quadro sulle acque – 60 / 2000 / CE •D.Lgs 152/2006 – Parte III
2. Buono Stato Chimico delle acque superficiali
•Riduzione progressiva dell’inquinamento causato dalle sostanze prioritarie (33 sostanze). •Arresto / eliminazione delle emissioni delle sostanze pericolose prioritarie (10 sostanze). •Standard di Qualità Ambientale
A F – Obiettivo da conseguire al 2015
•Direttiva quadro sulle acque – 60 / 2000 / CE •D.Lgs 152/2006 – Parte III •Proposta direttiva SQA COM (2006) 398 del 17 luglio 2006
D – Obiettivo da conseguire al 2015
•Direttiva quadro sulle acque – 60 / 2000 / CE •D.Lgs 152/2006 – Parte III
3. Buono Stato Quantitativo delle acque sotterranee
1.Regime del livello delle acque sott. 2.Relazione con gli ecosistemi terrestri -acque superficiali
DMV e revisione degli usi Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
48
OBIETTIVI SPECIFICI RISORSE IDRICHE
STRUMENTI / TEMPISTICA
DIRETTIVA / NORMA DI RIFERIEMENTO
– Obiettivo da conseguire al 2015
•Direttiva quadro sulle acque – 60 / 2000 / CE •D.Lgs 152/2006 – Parte III •Direttiva 2006/118/CE sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento
1.Individuazione e definizione territoriale delle zone vulnerabili ai nitrati da fonte agricola (ZVN); 2.Revisione quadriennale delle ZVN
A–
•Direttiva 91/271/CEE •LR n. 4/2007 •Delibera Consiliare n. 96/2007
1.Individuazione e delimitazione cartografica delle Aree Sensibili (AS). 2.Individuazione e delimitazione cartografica dei Bacini Drenanti le AS. 3.Revisione quadriennale delle AS ed ei relativi bacini drenanti.
D – Abbattimento di almeno il 75% del carico di N e P in uscita da tutti gli impianti di trattamento su scala regionale E – Obiettivo da conseguire al 2008
•Direttiva 91/271/CE sul trattamento delle acque reflue urbane •D.Lgs 152/2006 – Parte III; •Norme PTA – Delibera AL n. 40/2005
OBIETTIVO / DESCRIZIONE
ELEMENTI
4. Buono Stato Chimico delle acque sotterranee
•Evitare / contenere l’intrusione salina •Invertire tendenze significative e durature all’aumento di qualsiasi inquinante. •Norme di Qualità delle acque sotterranee
5. Prevenire l’inquinamento delle acque da nitrati da fonte agricole
6. Riduzione del carico di nutrienti (azoto e fosforo) nelle acque superficiali e marino costiere
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
49
OBIETTIVI SPECIFICI RISORSE IDRICHE
OBIETTIVO / DESCRIZIONE 7. Balneazione delle acque marino costiere •Esprime la necessità di preservare, proteggere e migliorare la qualità dell’ambiente e salvaguardare la salute umana: •Integra la direttiva quadro sulle acque 60/2000/CE
ELEMENTI 1.Classificazione dello stato qualitativo (eccellente – buono – sufficiente – scarso) 2.Valutazione della qualità delle acque di balneazione (al termine di ogni stagione balneare e nelle tre stagioni precedenti) 3.Profilo delle acque di balneazione : •caratteristiche geografiche, fisiche, idrologiche; •Individuazione/ valutazione delle cause di inquinamento; •Proliferazione delle macroalghe e fitoplanton; •Proliferazione dei ciano batteri
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
STRUMENTI / TEMPISTICA A – Primo Profilo da realizzare al marzo 2011
DIRETTIVA / NORMA DI RIFERIEMENTO •Direttiva 2006/7/CE
B - Prima Classificazione al 2015
50
MACROBIETTIVI PER LE RISORSE IDRICHE
Da Johannesburg: entro il 2015 dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile; entro il 2005 adottare i piani per una gestione integrata ed efficiente delle risorse idriche. Dal VI° Programma UE: raggiungere livelli di qualità acque che non presentino impatti o rischi significativi; garantire modalità estrattive sostenibili nel lungo periodo. Dal Ministero Ambiente: conservare o ripristinare la risorsa idrica; migliorare la qualità della risorsa; gestione sostenibile del sistema di produzione-consumo della risorsa; ridurre inquinamento di acque e del suolo.
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
51
LA RETE NATURA 2000 IN EMILIA-ROMAGNA Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 (mod. dal DPR N. 120/03) L.R. n. 7/04
1995 - 2000 prima individuazione di 111 siti con sup. di ha 183.000
2000 - 2006 individuazioni di 35 nuovi siti per adeguamento a richiesta UE per una superficie di ha 73.800 Complessivamente la Rete Natura 2000 in Emilia-Romagna attualmente è costituita da 146 siti:
circa 256.800 ettari, pari all'11,6% dell'intero territorio regionale N. 127 SIC e 75 ZPS 45% all’interno delle Aree naturali protette e 55% al di fuori
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
52
LA RETE NATURA 2000 IN EMILIA-ROMAGNA ATTUAZIONE
Legge Regionale n. 6/2005 e successive modifiche Legge Regionale n. 7/2004 (Titolo I, art. 1 -9) Legge Regionale n. 4/2007 (art. 35) Direttiva regionale approvata con D.G.R. n. 1191/07 “Valutazione di incidenza e misure di conservazione”: 1.
2.
LINEE GUIDA PER LA PRESENTAZIONE DELLO STUDIO DI INCIDENZA E LO SVOLGIMENTO DELLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA DI PIANI, PROGETTI ED INTERVENTI INDIRIZZI PER LA PREDISPOSIZIONE DELLE MISURE DI CONSERVAZIONE E DEI PIANI DI GESTIONE DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
53
MISURE DI CONSERVAZIONE: ZPS
In particolare, nelle aree comprese all’interno delle ZPS sono vietati: la realizzazione di nuovi impianti eolici; l’apertura di nuove cave o l’ampliamento di quelle esistenti, ad eccezione di quelle previste negli strumenti di pianificazione generali e di settore, vigenti; la realizzazione dei nuovi impianti di risalita, degli impianti a fune permanenti e delle nuove piste da sci, ad eccezione di quelli previsti negli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica vigenti; l’apertura di nuove discariche e degli impianti di trattamento e smaltimento di fanghi e rifiuti, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti; Inoltre, viene regolamentata l’attività venatoria in diversi punti, tra cui: divieto di attività venatoria in deroga, di cui alla Direttiva 79/409/CEE, art 9, par. 1, lett. c; la pre-apertura della stagione venatoria, con l’eccezione della caccia di selezione agli ungulati; l'attività venatoria nel mese di gennaio per più di due giornate fisse alla settimana, la riduzione delle aree precluse all’attività venatoria al momento dell’approvazione del presente atto, all’interno di ogni singola ZPS.
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
54
MISURE DA INCENTIVARE NEI SITI RETE NATURA 2000
Vi sono anche altri interventi di corretta gestione del territorio che andrebbero incentivati con altri fondi, al fine di salvaguardare ed incrementare la biodiversità ATTIVITA’ DA INCENTIVARE: azioni per il mantenimento ed il recupero di prati e pascoli pratiche pastorali tradizionali ripristino degli elementi naturali e seminaturali degli agro-ecosistemi azioni di gestione integrata delle zone umide
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
55
MACROBIETTIVI PER LA BIODIVERSITÀ
Da Johannesburg: entro il 2010 ridurre significativamente la perdita di biodiversità; promuovere approccio ecosistemico per protezione biodiversità marina; entro il 2012 generalizzare le pratiche della pesca sostenibile. Dal VI° Programma UE: entro il 2010 arrestare il deterioramento della biodiversità tutelando, conservando e ripristinando habitat naturali, flora e fauna; promuovere un uso sostenibile dei mari e la conservazione degli ecosistemi marini, delle zone costiere e delle zone umide. Dal Ministero Ambiente: conservare la biodiversità.
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
56
MACROBIETTIVI PER I SUOLI
Dal VI° Programma UE: promuovere un uso sostenibile del suolo, prevenendo fenomeni di erosione, deterioramento, contaminazione e desertificazione. Dal Ministero Ambiente: favorire il riequilibrio territoriale ed urbanistico; bonificare e recuperare le aree e i siti inquinati; proteggere il territorio dai rischi idrogeologici, sismici e vulcanici e dai fenomeni erosivi delle coste; ridurre il fenomeno della desertificazione.
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
57
ALTRE POLITICHE EUROPEE SULL'AMBIENTE (1 DI 2)
Strategia sull’Ambiente Urbano (2006) Strategia per l’uso sostenibile delle risorse naturali (2005) Strategia per un uso sostenibile dei pesticidi nell’UE (2006) COM(2003) 302 - Politica integrata dei prodotti. e concetto di "ciclo di vita ambìentale" (2003) Direttiva Seveso III su incidenti rilevanti – Dir. 2003/105/CE
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) Direttive su autorizzazioni ambientali (IPPC e VIA) Piano d’azione per le tecnologie ambientali - ETAP (2004) Libro bianco su Politica europea dei trasporti (2001) Convenzione di Århus (2001) e Direttiva 2003/35/CE su partecipazione in materia amb.
58
ALTRE POLITICHE EUROPEE SULL'AMBIENTE (2 DI 2)
Strategia tematica sull'inquinamento atmosferico (2005) Libro verde - Strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura (2006) Libro verde sull’efficienza energetica (2005) Strategia tematica per la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti (2005) Direttive quadro sui rifiuti, su restrizione d'uso di sostanze pericolose, su imballaggi, su veicoli fuori uso, su incenerimento
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
Convenzione su Zone Umide di importanza internazionale, Convenzione di Berna su vita selvatica e dell'ambiente naturale, Convenzione su biodiversità di Rio de Janeiro, Direttive su conservazione degli uccelli selvatici e su conservazione degli Habitat Comunicazione della Commissione: Arrestare la perdita di biodiversità (2006) Piano d’azione comunitario per la Biodiversità (2001) Strategia per la protezione del suolo UE (2006)
59
POLITICHE AMBIENTALI DI RIFERIMENTO EUROPEO
Sesto programma di azione europea per l'Ambiente (relativo al periodo 20012010) e meccanismi della strategia europea sullo sviluppo sostenibile (SSS):
MECCANISMI DI GESTIONE DEL CAMBIAMENTO INCLUSE ATTIVITÀ PILOTA MOBILITAZIONE E DISTRIBUZIONE DI RISORSE FINANZIARIE PRIORITÀ, PIANIFICAZIONE E DECISIONI
COMUNICAZIONE E AUMENTO DI CONSAPEVOLEZZA MONITORAGGIO E RENDICONTAZIONE VISIONE FINI OBIETTIVI
NEGOZIAZIONE E GESTIONE DEI CONFLITTI
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
SISTEMI INFORMATIVI: -TENDENZE, BISOGNI -RICERCA E ANALISI VALUTAZIONE STRATEGICA: -AMBIENTALE -ECONOMICA -SOCIALE
60
LE SETTE SFIDE DELLA SSS EUROPEA
Cambiamento climatico ed energia pulita: conseguimento dei traguardi delle
energie rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Trasporti sostenibili: riduzione dell’inquinamento e delle vittime degli incidenti stradali. Consumo e produzione sostenibili: attuazione del piano d’azione per le tecnologie ambientali (ETAP) e compatibilità ecologica di prodotti e processi. Conservazione e gestione delle risorse naturali: arresto della perdita di biodiversità entro il 2010 e migliore gestione delle risorse atmosferiche, idriche, suoli, forestali e ittiche. Sanità pubblica, con particolare attenzione ai bambini. Inclusione sociale, demografia e immigrazione: fornitura di assistenza ai gruppi più vulnerabili come gli anziani. Povertà globale e sviluppo sostenibile: assunzione di un ruolo di primo piano in tutte le politiche esterne dell’UE.
Direzione Generale Ambiente – Giuseppe Bortone
61
Criticità ambientali regionali e le priorità dei diversi strumenti di programmazione economica Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa Patrizia Bianconi 19 ottobre 2007
62
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e Assi/Misure del PSR Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del PSR 2007-2013
Criticità Sismica
Idrogeologia
Asse PSR
Obiettivo specifico
Misura
//
//
//
Asse 2 Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale
Tutelare la risorsa suolo contrastando il dissesto idrogeologico, l’erosione e la contaminazione chimica
Misura 214 pagamenti agroambientali. In particolare v Az. 1 produzione integrata v Az. 2 produzione biologica v az. 3 copertura vegetale per contenere il trasferimento di inquinanti dal suolo alle acque v az. 4 Incremento della sostanza organica v az. 8 regime sodivo e praticoltura estensiva Misura 221 imboschimento dei terreni agricoli v az. 1 Boschi permanenti v Az. 2 Aroboricoltura da legno a ciclo medio-lungo Misura 227 sostegno agli investimenti forestali non produttivi Indiretta: asse 3 misura 321 azione 2 miglioramento viabilità rurale locale
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
63
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e Assi/Misure del PSR Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del PSR 2007-2013
Criticità
Idraulica Qualità della risorsa idrica
Asse PSR
Asse 2 Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale
Obiettivo specifico
Tutelare la risorsa suolo contrastando il dissesto idrogeologico, l’erosione e la contaminazione chimica Tutelare la risorsa acqua sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
Misura Misura 214 pagamenti agroambientali. In particolare v Az. 2 produzione biologica v az. 3 copertura vegetale per contenere il trasferimento di inquinanti dal suolo alle acque v az. 8 regime sodivo e praticoltura estensiva v az. 9 conservazione di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario Misura 216 Sostegno agli investimenti non produttivi v az. 2 Conservazione di ecosistemi ad alta valenza naturale e paesaggistica v az. 3 ripristino di spazi maturali e seminaturali del paesaggio agrario Misura 221 imboschimento dei terreni agricoli Misura 227 sostegno agli investimenti forestali non produttivi
64
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e Assi/Misure del PSR Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del PSR 2007-2013
Criticità
Infrastrutture idriche
Asse PSR
Asse 3 Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale
Obiettivo specifico Accrescimento dell’attrattività dell’ambiente rurale come sede di residenza ed investimenti, attraverso il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi, il recupero del patrimonio storicoculturale
Misura
Misura 321 servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale Azione 1 ottimizzazione rete acquedottistica rurale
Siti contaminati
Rifiuti
Asse 1 Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
Sostenere la razionalizzazione e l’innovazione dei processi nel segmento della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali al fine di garantire un incremento di valore aggiunto ai produttori agricoli
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
Misura 123 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali Az. 1 trasformazione e/o commercializzazione dei prodotti Allegato I del tratto (all’interno possibilità di azioni di investimenti finalizzati al recupero ed allo smaltimento di rifiuti e sottoprodotti di provenienza agroindustriale, anche con finalità energetiche)
65
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e Assi/Misure del PSR Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del PSR 2007-2013
Criticità
Asse PSR
Asse 2 Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale Rete ecologica
Asse 3 Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale
Boscosità
Asse 2 Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale
Obiettivo specifico
Salvaguardare e valorizzare la biodiversità di specie e habitat dei territori agricoli e forestali, favorire una corretta gestione delle aree della Rete Natura 2000, tutelare e sviluppare i sistemi agricoli e forestali ad alto valore naturalistico (AVN) Accrescimento dell’attrattività dell’ambiente rurale come sede di residenza ed investimenti, attraverso il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi, il recupero del patrimonio storicoculturale Salvaguardare e valorizzare la biodiversità di specie e habitat dei territori agricoli e forestali, favorire una corretta gestione delle aree della Rete Natura 2000, tutelare e sviluppare i sistemi agricoli e forestali ad alto valore naturalistico (AVN)
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
Misura
Tutte
Misura 323 Tutela rete natura 2000
Misura 216 sostegno agli investimenti non produttici Misura 221 Imboschimento dei terreni agricoli Misura 226 interventi pr la riduzione del rischio di incendio boschivo Misura 227 sostegno agli investimenti forestali non produttivi
66
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e Assi/Misure del PSR V Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del PSR 2007-2013
Criticità
Qualità dell’aria
Asse PSR
Obiettivo specifico
Asse 2 Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale
Contribuire all’attenuamento dei cambiamenti climatici e al miglioramento della qualità dell’aria
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
Misura Misura 214 Pagamenti agroambientali Misura 221 Imboschimento dei terreni agricoli
67
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e Assi del FESR Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del POR 2007-2013, in quanto di riferimento per il Fondo Europeo Sviluppo Regionale
Criticità
Qualità della risorsa idrica
Asse POR
Obiettivo specifico
Obiettivi operativi
4. valorizzazione e qualificazione del patrimonio culturale ed ambientale
tutelare, valorizzare e promuovere il patrimonio ambientale e culturale della regione a sostegno dello sviluppo socioeconomico ed in quanto potenziale per lo sviluppo del turismo sostenibile
valorizzare e promuovere le risorse ambientali e culturali a sostegno dello sviluppo socio-economico
Rete ecologica 4. valorizzazione e qualificazione del patrimonio culturale ed ambientale
tutelare, valorizzare e promuovere il patrimonio ambientale e culturale della regione a sostegno dello sviluppo socioeconomico ed in quanto potenziale per lo sviluppo del turismo sostenibile
Boscosità
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
valorizzare e promuovere le risorse ambientali e culturali a sostegno dello sviluppo socio-economico
qualificare ed innovare i servizi e le attività per accrescere il livello di fruibilità del patrimonio ambientale e culturale
68
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e Assi del FESR Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del POR 2007-2013, in quanto di riferimento per il Fondo Europeo Sviluppo Regionale
Criticità
Asse POR
Obiettivo specifico
Obiettivi operativi sostenere la qualificazione ambientale ed energetica del sistema produttivo
Qualità dell’aria
3. qualificazione energetico-ambientale e sviluppo sostenibile
promuovere la competitività energetica e la riqualificazione energetico-ambientale
promuovere soluzioni sperimentali di mobilità sostenibile e di logistica merci e persone finalizzate all’efficienza energetica o all’utilizzo di energie a minor impatto ambientale
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
69
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e le PRIORITA’ del FAS Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del QSN 2007-2013, in quanto di riferimento per il Fondo Aree Sottoutilizzate
Criticità
Priorità QSN
Rete ecologica 5. valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo
Boscosità
Obiettivo generale
5.1 valorizzare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali trasformandole in vantaggio competitivo per aumentare l’attrattività, anche turistica, del territorio, migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovere nuove forme di sviluppo economico sostenibile
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
Obiettivi specifici
5.1.1 valorizzare la rete ecologica e tutelare la biodiversità per migliorare la qualità dell’ambiente e promuovere opportunità di sviluppo economico sostenibile
70
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e le PRIORITA’ del FAS Vengono presi in considerazione priorità, obiettivi specifici e obiettivi operativi del QSN 2007-2013, in quanto di riferimento per il Fondo Aree Sottoutilizzate
Criticità
Priorità QSN
Obiettivo generale
Obiettivi specifici
3.2 garantire le condizioni di sostenibilità ambientale dello sviluppo e livelli adeguati di servizi ambientali per la popolazione e per le imprese
3.2.1 accrescere la capacità di offerta, la qualità e l’efficienza del servizio idrico e rafforzare la difesa del suolo e la prevenzione dei rischi naturali
Sismica
Idrogeologia
Idraulica
Infrastrutture idriche
3. energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo
Qualità della risorsa idrica
Siti contaminati
Rifiuti
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
71
CORRELAZIONE TRA LE CRITICITA’ AMBIENTALI REGIONALI e le PRIORITA’ del FAS
Criticità
Priorità QSN
Obiettivo generale
Obiettivi specifici
6.1.1 contribuire alla realizzazione di un sistema logistico nazionale, supportando la costruzione di una rete nazionale di terminali di trasporto e di logistica, integrata, sicura, interconnessa ed omogenea
6. reti e collegamenti per la mobilità
6.1. accelerare la realizzazione di un sistema di trasporto efficiente, integrato, flessibile, sicuro e sostenibile per assicurare servizi logistici e di trasporto funzionali allo sviluppo
Qualità dell’aria
6.1.2 Promuovere la mobilità urbana sostenibile e la logistica urbana
6.1.3 Favorire la connessione delle aree produttive e dei sistemi urbani alle reti principali, le sinergie tra i territori e i nodi logistici e l’accessibilità delle aree periferiche: migliorare i servizi di trasporto a livello regionale e promuovere modalità sostenibili
3. energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo
3.1. promuovere le opportunità di sviluppo locale attraverso l’attivazione di filiere produttive collegate all’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e al risparmio energetico
Direzione Generale Ambiente – Patrizia Bianconi
3.1.1 diversificazione delle fonti energetiche e aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili
3.1.2 promozione dell’efficienza energetica e del risparmio dell’energia
72
Facciamo entrare la Natura Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa Servizio Parchi e Risorse Forestali
Enzo Valbonesi 20 Settembre 2007
73
LA COLLOCAZIONE BIOGEOGRAFICA DELL’EMILIA-ROMAGNA
La nostra regione ha una collocazione geografica strategica, sotto il profilo naturalistico, nel panorama italiano. Essa infatti fa da crocevia tra le regioni biogeografiche Alpina, Continentale e Mediterranea. Questa posizione “di margine” le conferisce una importanza ecologica notevole in quanto per alcune specie, animali e vegetali, l’EmiliaRomagna rappresenta la stazione naturalistica più meridionale e per altre quella più settentrionale. Questo vale innanzitutto per la dorsale appenninica ma non solo. Il fatto che la nostra pianura sia stata negli ultimi secoli, di fatto, quasi deforestata completamente non deve tuttavia portare a ritenere che non siano ancora presenti ecosistemi ( anche se spesso esistenti in forme quasi “relitte”) di notevole pregio conservazionistico. Basti pensare all’importanza delle zone umide tra le quali, quelle del Delta del Po, sono classificate nell’elenco delle aree Ramsar . Si tratta in questo caso di aree umide tra le più importanti d’Europa.
Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi
74
COME STA LA BIODIVERSITÀ IN EMILIA-ROMAGNA ?
E’ vero che…
- Il LUPO è tornato - Gli UNGULATI sono più numerosi (fin troppo!) - ALCUNE SPECIE DI RAPACI hanno ricolonizzato la Regione (nidificando anche nelle torri della Regione) - ALCUNE SPECIE DI UCCELLI ACQUATICI sono ricomparsi ed ora nidificano in Regione (come il Fenicottero) grazie alla protezione loro accordata dai Parchi
Ma… Numerosi ecosistemi, habitat e gruppi di specie, caratteristici della nostra Regione, sono soggetti ad un crescente degrado, ed in particolare: i litorali marini gli habitat delle zone umide di acqua dolce i corsi d’acqua di pianura i prati stabili e pascoli in pianura, collina e montagna (segnati dalla riduzione o dalla vera e propria scomparsa) Inoltre è in progressivo aumento: la frammentazione delle connettività ecologiche in pianura e nei fondo valle a causa soprattutto della crescente urbanizzazione e della dispersione insediativa. il fenomeno del bioaccumulo di sostanze tossiche nei grandi predatori, nei chirotteri e negli anfibi che mette a rischio le specie più fragili.
Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi
75
La carta rappresenta la distribuzione “potenziale” della biodiversità regionale, ed ha a riferimento i vertebrati. Essa segnala le aree che presentano le migliori condizioni ecologiche per potere garantire la sopravvivenza di numerose specie ed habitat comunitari. Sono individuati, in colore marron scuro, le zone più importanti e quelle meglio in grado di favorire la conservazione dei vertebrati.
Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi
76
I PRINCIPALI CORRIDOI ECOLOGICI E GLI HABITAT “NON RIMPIAZZABILI” 1/2 …la cui alterazione comporta una minaccia sostanziale per la sopravvivenza delle specie
Conservazione e ripristino Importanza dei siti per la conservazione dei vertebrati
Si tratta di quegli habitat non sostituibili con altri tipi di habitat esistenti in regione per il mantenimento di determinate specie animali e vegetali. La carta evidenzia i principali corridoi ecologici fluviali.
Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi
77
I PRINCIPALI CORRIDOI ECOLOGICI E GLI HABITAT “NON RIMPIAZZABILI” 2/2
Le 2 immagini precedenti sono tratte dal lavoro svolto per la nostra regione dal Prof. Luigi Boitani dell'Università La Sapienza; lavoro commissionato per fornire analisi e proposte capaci di indicarci quali gradi di protezione sarebbe opportuno accordare ai diversi territori regionali posti al di fuori delle Aree protette (Parchi e Riserve) e dei siti di Rete Natura (SIC e ZPS). Il tutto finalizzato a predisporre il 1° programma triennale per il "sistema regionale delle aree protette e dei siti di Rete Natura 2000". Le due immagini presentano molte coincidenza fra di loro , nel senso che si può notare un buon grado di sovrapposizione tra alcune delle aree rappresentate nella prima e nella seconda slide. Le indicazioni che l'incrocio tra le due slides ci fornisce sono le seguenti: L'importanza ecologica della dorsale appenninica e dell'alta collina; Il valore ecologico, come principali corridoi naturali, di alcuni corsi d'acqua: in
particolare quelli dell'Emilia Occidentale che confluiscono nel Po ed il tratto del Po compreso tra Guastalla e il Piacentino; L'importanza delle zone umide con particolare riferimento a quelle del delta del Po.
Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi
78
IL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE
Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi
79
IL SISTEMA REGIONALE DELLE AREE PROTETTE E DI RETE NATURA 2000 L'immagine precedente rappresenta il sistema regionale delle aree protette e dei siti della Rete
natura 2000 (SIC-ZPS). Va tenuto presente che i siti di Rete Natura per il 50% della loro superficie complessiva sono
interni ai Parchi nazionali e regionali. La superficie delle aree protette e dei siti di Rete Natura 2000 (SIC-ZPS) è pari a circa il 13 %
della superficie della regione a fronte di una media nazionale del 22% circa. Tuttavia occorre precisare che la nostra regione ha istituito SIC e ZPS in tutte le principali aree
che conservavano habitat e specie di interesse comunitario. E' per questa ragione che nei nostri confronti, da parte dell'UE, non è stata intrapresa alcuna procedura di infrazione, per una insufficiente designazione di aree SIC e ZPS, come invece è avvenuto per altre regioni italiane ed europee. Va ancora segnalato che la maggior parte delle aree protette e dei Siti della Rete Natura
presenti in Emilia-Romagna interessano territori fortemente antropizzati, a differenza di quelli di altre regioni che invece in buona misura afferiscono ad aree collocate in alta quota dove sono sicuramente inferiori i conflitti tra le esigenze di conservazione della biodiversità e quelle di sviluppo economico. Rispetto alle indicazioni che emergono dal lavoro svolto dal Prof. Luigi Boitani, illustrate nelle
immagini precedenti ,si può notare che non sono ricompresse tra i Parchi esistenti alcuni territori ritenuti strategici per una idonea politica di conservazione della biodiversità regionale e in particolare i seguenti: basso Trebbia, basso Taro, fiume Marecchia, fiume Conca e il tratto del Po che interessa le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Servizio Parchi e Risorse Forestali – Enzo Valbonesi
80