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24 ore in Basilicata
Venerdì 21 novembre 2008
L’ex badante di Mennonna, il presule più anziano del mondo, come Jean Valjean
Il ladro del vescovo sta per divenire prete DIVERRA’ sacerdote il romeno di 24 anni indagato dalla procura della Repubblica di Potenza, per truffa e furto aggravato: avrebbe rubato numerosi oggetti preziosi nella casa di monsignor Antonio Rosario Mennonna, che ha compiuto 102 anni il 27 maggio scorso ed è il vescovo più anziano del mondo. L’uomo - indagato insieme al cugino aveva lavorato in casa di Mennonna (che vive ritirato a Muro Lucano), come badante quando era già seminarista: i due per l’accusa rubarono nell’estate 2007 una croce che il presule aveva ricevuto da Giovanni Paolo II in occasione dei suoi 90 anni, un calice che i fedeli gli donarono nel 1962, quando partì dalla Basilicata, e numerosi altri oggetti, alcuni d’oro. Mennonna - sacerdote dal 1928 e vescovo
dal 13 marzo 1955, quando fu consacrato da Pio XII (è stato per 21 anni pastore della diocesi di Nardò) - non ha mai saputo nulla del furto, scoperto in ritardo dal nipote che lo cura più da vicino, Antonio Mennonna, quando i due romeni erano andati via. Ma la storia sembra tratta da «I miserabili», di Victor Hugo, pubblicato nel 1862. Proprio nella prima parte del romanzo, il galeotto Valjean ruba l’argenteria in casa del vescovo di Digne, monsignor Myriel. Catturato dalle guardie, l’ex galeotto è portato davanti al vescovo: stupefatto, invece della conferma dell’accusa, riceve da monsignor Myriel anche due candelabri d’argento, «da cui gli spiega l’uomo di Dio - potrete ricavare duecento franchi». Ottenuta la sua liberazione, il vescovo dice a Valjean: «Fra-
tello mio, voi non appartenete più al male ma al bene. Io compro la vostra anima; la sottraggo ai pensieri neri e allo spirito di perdizione, per donarla a Dio». Valjean, inebetito, cambia radicalmente vita. Parole scritte circa un secolo e mezzo fa, ma che si adattano perfettamente alla storia raccontata dagli avvocati romani Giacinto Canzona e Anna Orecchioni, che rappresentano la parte civile, cioè proprio monsignor Mennonna: il giovane romeno si sta preparando a ricevere l’ordinazione sacerdotale dal vescovo della comunità cattolica romena in Italia. Le indagini dovrebbero concludersi quanto prima: l’aspirante sacerdote rischia di dover comparire davanti ai giudici. Ma ormai la sua strada è un’altra, proprio come l’eroe romantico di Hugo.
Agrobios accoglie ricercatori dal Cile NEL CENTRO di ricerche Metapontum Agrobios a Metaponto è stata ricevuta una delegazione cilena. La delegazione americana, ospita della Regione Basilicata, arriva dalla zona di Tarapaca ed è guidata dal responsabile del dipartimento per l'Integrazione e la cooperazione internazionale, Luis Caucoto Ortega,. Ad accoglierla, il presidente del centro Salvatore Adduce e i ricercatori Gallitelli, Grieco e Lacertosa. Illustrate le attività in campo agroalimentare e ambientale che la Metapontum Agrobios sta sviluppando per affrontare problematiche ambientali di rilievo. Rimarcato il valore degli studi di Agrobios sulla risposta delle piante agli stress ambientali e la messa a punto di strategie, quali il miglioramento genetico, per la resistenza delle piante a situazioni ambientali critiche come la siccità, le alte temperature, la salinità dei terreni. I tecnici di Agrobios hanno parlato di progetti di innovazione e trasferimento tecnologico verso sistemi produttivi e lo scambio di ricercatori tra il Centro e la nuova facoltà di Biotecnologie dell’Università cilena Arturo Prat.
Terremoti/1 Il ruolo del Cris nella prevenzione dei disastri
L’ateneo lucano ha inventato l’isolamento delle case dai sismi DALL’UNIVERSITA’ della Basilicata potrebbe arrivare, nel prossimo futuro, un’importante innovazione per la protezione degli edifici dai terremoti: i ricercatori lucani, infatti, hanno sperimentato l’efficacia di “sistemi dissipativi innovativi» in grado di proteggere gli edifici nuovi e soprattutto quelli esistenti da scosse che normalmente ne determinano la distruzione totale. I test si sono conclusi in serata, a Potenza, e rientrano nell’ambito del progetto «JetpacsReLuis» interamente finanziato dalla Protezione Civile nazionale. I ricercatori lucani, per la prima volta in Europa, hanno testato su una tavola vibrante, che simula perfettamente un sisma, la reazione di una struttura equivalente a un edificio di due piani su cui sono stati installati differenti dissipatori. Nelle prove sono stati utilizzati dispositivi composti da molle in leghe a memoria di forma e pistoni che assorbono l’energia sismica. «L'edificio resiste al terremoto e il sistema – ha detto il direttore del laboratorio Ingegneria sismica dell’Università della Basilicata, Felice Ponzo – ha costi inferiori e un grado di sicurezza superiore rispetto agli standard attuali».
geotecnica e geologia della facoltà di Ingegneria dell'ateneo lucano, ha concentrato il suo studio sugli edifici in cemento armato. Spiega: «Nella città di Potenza c'è una quantità imponente di edifici in cemento armato (Poggio Tre Galli, alcune aree del centro storico). La maggior parte è stata costruita negli anni Cinquanta e Sessanta. Vi abitano circa 30.000 cittadini. Purtroppo però questi edifici non sono antisismici. Non dobbiamo fare allarmismo. Sono edifici potenzialmente vulnerabili di cui ci dobbiamo occupare ma non preoccupare. E' una condizione che comunque dobbiamo conoscere». In realtà gli edifici in cemento armato rappresentano la tipologia più diffusa in Europa, in Italia oltre il 50% non è protetto sismicamente. Solo dopo il terremoto del 2002 di San Giuliano di Puglia il modo in cui viene affrontato il rischio sismico è notevolmente cambiato. «Da quel momento - fa sape-
re Masi - sono state introdotte nuove norme che consentono la messa in atto di misure concrete». Si parla infatti di una diffusione della cultura della prevenzione. Masi è anche il coordinatore scientifico del Cris (Centro di competenza regionale per lo studio e il controllo del rischio sismico). Il Cris nasce inizialmente come progetto nel 2003 con una delibera della giunta regionale. L'obiettivo del progetto è quello di affrontare in modo efficace il tema del rischio sismico in Basilicata elevando anche la capacità di risposta del tessuto economico, culturale e sociale del territorio lucano. L'ente finanziatore è la Regione che ha stanziato fondi per il finanziamento del progetto, l'Università degli studi della Basilicata mette invece a disposizione le risorse umane: ricercatori, docenti, tecnici e altre figure. Accanto al prof. Masi, figurano per la parte tecnica e scientifica due protagonisti:
POTEVA essere una domenica qualunque il 23 novembre del 1980. A sconvolgere la vita di migliaia di persone venne il terremoto. Per evitare che - in una terra ballerina come la Basilicata - altri eventi siano portatori di lutti e tragedie, in prima fila ci sono gli scienziati che cer-
cano sistemi capaci di minimizzare il danno. Fra questi, il professor Angelo Masi, coordinatore scientifico del Cris, ossia del Centro di competenza regionale per lo studio e il controllo del rischio sismico. Il professor Masi, docente al dipartimento di Strutture,
Terremoti/2 Mattia
Terremoti/3 Convegno a 28 anni dalla tragedia
«Progetti veri e non solo cerimonie»
Un Comune a Guardia della buona ricostruzione
CI VOGLIONO progetti concreti e non solo celebrazioni: lo dice Franco Mattia (Pdl), vicepresidente del consiglio regionale, sulle iniziative promosse in occasione del cosiddetto anniversario del terremoto del 1980. «Per chiudere - spiega - al più presto l'opera di ricostruzione, recuperare le aree industriali sorte in attuazione della legge 219/81 diventate “cimiteri” di un'industrializzazione durata pochi anni e monitorare il sistema regionale di Protezione civile. Per utilizzare in positivo questa occasione è necessario innanzitutto aggiornare i dati della ricostruzione e quindi del fabbisogno finanziario in modo da attivare ogni strumento utile a far affluire nelle casse dei Comuni fondi adeguati a rispondere ad ogni esigenza». «Sono certo - continua - che nonostante la difficile congiuntura economica il governo, grazie agli interventi dei parlamentari lucani del Pdl, non si sottrarrà dall'impegno di venire incontro ai problemi finanziari e favorirà il ricorso ai mutui, unica strada possibile per garantire il completamento dei lavori di ricostruzione in tempi ragionevoli».
GUARDIA PERTICARA Erano le 19.35 del 23 novembre 1980, quando due scosse sismiche a distanza di pochi secondi una dall'altra sconvolsero per un interminabile minuto e trenta secondi una vasta area dell'Appenino meridionale, a cavallo tra l'Irpinia e la Basilicata. E 28 anni dopo la “Ricostruzione e recupero dei centri storici”. Ed è Guardia Perticara un possibile esempio di modello per l'utilizzo di soldi pubblici per la ricostruzione post-sisma”. Ed è nell'incontro che si è svolto ieri mattina nella sala comunale del “Borgo d' Italia più bello” che si è affrontato il discorso della ricostruzione e del recupero con i fondi post sisma. Appuntamento, seguito con altre due giornate a Bella e a Potenza, dedicati alla nuova cultura di memoria storica del terremoto. Un risultato significativo quello del recupero del centro storico di Guardia indirizzato a un meritato riconoscimento istituzionale dei “Borghi più belli d'Italia”. Marchio dato dall'Anci. Ed è con orgoglio e entusiasmo che il sindaco del paese
il professor Mauro Dolce e l'ingegner Nello Vietro. Diverse e numerose sono state le attività che il Cris ha condotto nel corso degli anni. Nel 2004 è partito un progetto che sta ancora ultimandosi a opera del prof. Masi: “Censimento e valutazione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio privato della Regione Basilicata”. Un'altra attività è la “Riclassificazione sismica del territorio della Basilicata” svolta dal prof. Marco Mucciarelli. Attualmente l'attività di “Definizioni di strategie di intervento su ospedali e scuole” è condotta da Masi, mentre gli “Studi sulla microzonazione sismica del territorio Regionale” da Mucciarelli. Nel Cris la diffusione del tema della prevenzione viene divulgata attraverso convegni, seminari, attività di formazione dei tecnici e professionisti nonché esercitazioni che vedono coinvolti in prima persona i cittadini, che diven-
Il tracciato di un sismografo
tano parte attiva di questo processo. «Nel maggio del 2006 - spiega Masi - in Val d'Agri si svolse un'esercitazione nazionale sul fronteggiamento della fase di emergenza post-sisma». Anche questa è prevenzione. Le aree storicamente interessate a eventi sismici sono le zone Nord-Ovest più a contatto con l'Irpinia, la Val d'Agri, il Vulture Melfese e il Lagonegrese. Ma prevenzione vuol dire anche fare in modo che la vita continui. E quindi è importante che siano potenziate le strutture sulle quali ruota la società: i trasporti, gli ospedali, le scuole e tutto ciò che serve alle attività dell'uomo. Simona Grieco
Da sinistra Bozzi, il professor Rescio, il sindaco Caporeale e Basile
La lettera di Zamberletti ERA molto atteso ma per gravi problemi di salute della moglie Giuseppe Zamberletti, ex commissario straordinario del Governo in Campania e Basilicata dopo il terremoto del 23 novembre 1980 e “padre” della Protezione civile, non ha preso parte all'incontro sulla ricostruzio a Guardia Perticara. Comunque il suo saluto e messaggio d'augurio fraterno lo ha inviato lo stesso con una breve lettera al sindaco, Massimo Caporeale. «Avrei tanto desiderato - scrive nella missiva - partecipare al vostro convegno. L'avrei fatto per riprovare l'emozione dei giorni del terremoto 1980, giorni e mesi terribili dell'emergenza che hanno messo in rilievo l'impegno e la generosità di tanti in un operazione di soccorso complessa e difficile, dopo la più grande catastrofe verificatasi in Italia nella seconda metà del secolo scorso. Avrei voluto essere presente - spiega nella lettera - anche per sottolineare la mia gratitudine ai sindaci e agli amministratori locali che in quell'occasione si dimostrarono capaci di reggere responsabilità pesantissime mostrando grande vigore operativo». «Fin dai primi momenti del mio mandato - conclude Zamberletti - affidai ai sindaci la responsabilità di guidare le popolazioni nella tempesta dell'emergenza e nel difficile impegno della ricostruzione. I risultati, anche, se poco celebrati e poco conosciuti dall'intera comunità nazionale, furono mirabili e per questo la mia riconoscenza è sempre viva e profonda». a. p. Massimo Caporeale ne parla ai presenti, sindaci dell'area, rappresentanti istituzionali locali, provinciali e regionali, professionisti e
tecnici del Comune. «Il recupero di Guardia spiega il sindaco - ha superato i confini regionali e nazionali, ottenendo il ricono-
scimento come Borgo d'Italia più bello». Un recupero legato a un binomio: identità e futuro. Intervento globale e qualificante «grazie all'opera svolta dei tecnici del Comune che non hanno stravolto l'assetto urbanistico». Un recupero non solo con fondi «ex 219 ma anche con altre risorse». Messaggio finale del sindaco ai suoi concittadini: «Si va insieme verso la stessa meta e non verso futili operazioni che non portano a niente come quella fatta da qualche cittadino di pitturare le porte di colore rosso. Nessuna storia infinita per la ricostruzione come spesso viene scritto sui giornali locali esordisce il moderatore, dirigente della Protezione civile della Regione Giuseppe Basile - La ricostruzione è finita, ora ci aspetta il completamento degli interventi». La ricostruzione è la quarta attività della Protezione civile e la Basilicata è l'unica ad avere un struttura che si occupa di ricostru-
zione post-sima. Il professor Pierfrancesco Rescio, archeologo e docente di Topografia antica al “Suor Orsola Benincasa” di Napoli aggiunge: «Il recupero dei centri storici non è solo mettere a nudo la roccia ma si tratta di riconoscere le proprie radici per essere trasmesse anche e soprattutto a chi viene da fuori». Lavori conclusi dalla dirigente generale del ministero dei Lavori pubblici, Maria Teresa Bozzi, con l'intervento «sull'avere per il futuro un ottica diversa nel concepire la ricostruzione. I fondi - ha spiegato - che vengono dati per la ricostruzione del terremoto non sono regali o elemosina che si dà alle singole persone ma sono investimenti produttivi. Investimento produttivo che va valorizzato e sinergizzato con altri programmi che possono essere varati propri per completare, come bene ha fatto a Guardia». Angela Pepe