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Potenza 19 La richiesta di archiviazione per l’associazione a delinquere da parte di Woodcock rilancia la discussione Sabato 7 febbraio 2009

Macchia Romana, «mai più errori» Il nuovo bando per i suoli anticipa l’assegnazione dei punteggi SE LA RICORDANO in molti quella riunione nella sala dell’Arco a Palazzo di città. Il “caso” cooperative era già scoppiato da un po’, ma quella fu la volta in cui amministrazione e cittadini, tra discussioni, toni alti e anche parecchie ore prima di venire a capo della vicenda, provarono a individuare una soluzione. Le cooperative a Macchia Romana. Le cooperative Tonale e Milan. Cittadini infuriati, cittadini che denunciavano di essere stati truffati, cittadini che per una casa avevano pagato, ma che si trovavano fuori dalla graduatoria. O soci della cooperativa che a lavori avviati si sono visti annullare i finanziamenti e la concessione del suolo. Oggi, quelle due cooperative sono ancora sotto sequestro. Parte alta di Macchia Romana, in direzione Piani del Mattino. Sul caso ha indagato il sostituto procuratore Henry John Woodcock che due giorni fa ha chiesto l’archiviazione per il reato di associazione a delinquere per alcuni degli indagati nell’inchiesta. L’ha chiesta anche per l’allora presidente delle cooperative, Giuseppe Pugliese. Tra lui e l’ex sindaco di Potenza, Gaetano Fierro, aveva individuato uno scenario «delicato» di rapporti, quando si riferisce all’iscrizione «nel registro degli indagati per il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio». Woodcock sostiene che «se da una parte appare indubbio che Pugliese abbia goduto di ampie protezioni in seno al comune» - è lo stesso pm a richiamare la vecchia conoscenza tra i due - «non sono stati acquisiti elementi sufficienti per poter sostenere in giudizio la tesi secondo la quale questa protezione risulti legata a una utilità determinata destinata a Fierro da Pugliese». Ovvero, «per ciò che riguarda l’ipotesi di reato di associazione a delinquere - spiega Woodcock nella richiesta - le risultanze investigative acquisite non consentono di sostenere l’accusa, dal momento che i reati di truffa e falso commessi

PER NON REPLICARE... A LUGLIO scorso l’annuncio, un mese dopo la pubblicazione del “nuovo” bando per le cooperative edilizie. «Il primo» nella storia del comune di Potenza. E le modalità di partecipazione sono precise, le regole chiare, con passaggi puntuali e requisiti chiesti a priori in modo che «ciascuno - spiega l’amministrazione - possa sapere fin dall’inizio se risulterà idoneo o meno». Così, l’estate scorsa arriva il bando pubblico per la selezione e la formazione di una graduatoria per le cooperative che potranno acquisire direttamente dai proprietari delle aree o dal comune le aree con destinazione di “edilizia residenziale pubblica”» in una zona compresa tra Malvaccaro e Macchia Giocoli. Quel bando era destinato alle cooperative edilizie «al fine di acquisire a prezzo agevolato le aree sulle quali realizzare gli alloggi da assegnare ai soci, in proprietà o in locazione per un periodo non inferiore a otto anni». Alla chiusura delle procedure di partecipazione, sono arrivate 15 domande. Saranno assegnati tutti i lotti disponibili (13), anzi l’amministrazione assicura di poter soddisfare tutte le richieste. Saranno realizzati circa 270 alloggi. Così, era toccato a Santarsiero e all’assessore all’urbanistica, Alessandro Singetta, spiegare che «si tratta di una risposta concreta alle esigenze abitative della città che va a soddisfare la domanda di edilizia di qualità a prezzi contenuti». Una veduta di Macchia Romana

non risultano espressione di un programma criminoso pianificato da un sodalizio costituito da tre o più persone». Un solo «deus ex machina». Le truffe, nel frattempo, però, si sono prescritte. Per l’ex presidente delle cooperative, «deus ex machina» della situazione, e per l’ex tecnico dell’ente, Giambattista Guglielmi, il pm anglonapoletano chiederà al giudice per le indagini preliminari il rinvio a giudizio per il reato di truffa. Per tutti gli altri indagati, circa una decina, ha chiesto l’archiviazione. La storia è lunga diversi mesi. A quella riunione “animata” nella sala dell’Arco si arriva dopo già diverse polemiche. Precedentemente gli uffici comunali avevano notato che le procedure per le due cooperative di Macchia Romana mostravano al presenza di alcune “anomalie”. Così l’uffi-

cio competente di Palazzo di città segnala le anomalie alla Regione, l’ente che aveva dato corso ai finanziamenti e che blocca l’erogazione. Di conseguenza, poichè le due procedure sono collegate, il comune revoca l’assegnazione dei suoli. Era emerso un quadro più che complicato: soci esclusi anche se avevano pagato, cittadini che avevano sborsato la propria quota ma che non comparivano nelle liste di titolari assegnatari. In quella riunione l’amministrazione convoca tutti, cercando di spiegare che non c’era la volontà di bloccare la costruzione delle case che tanti cittadini avevano desiderato. «Abbiamo denunciato le graduatorie per cui avevamo ravvisato delle illegittimità - ricorda Santarsiero dopo essere stati rigorosi nel verificare e abbiamo, così, denunciato, anche in quell’occasione, cosa non tornava».

Ma in quella riunione l’amministrazione spiega che se le graduatorie vengono messe a posto, se i requisiti risulteranno finalmente adeguati, l’ente procederà di nuovo con l’assegnazione del permesso di costruire. E i cittadini coinvolti, venuto meno il presidente Pugliese, rimettono in ordine quelle graduatorie, alcuni presidenti si impegnano a restituire i soldi ai cittadini che avevano pagato ma che non erano rientrati in graduatoria. Si va avanti, solo allora, con la concessione del permesso a costruire. Fino all’intervento della magistratura. La Procura ha aperto un’inchiesta, quella di Woodcock. Palazzine sequestrate e sigilli ancora apposti sui cancelli delle due cooperative. Milan e Tonale. Adesso non resta che attendere la decisione dell’Autorità giudiziaria. Solo se dovesse intervenire un disseque-

stro le due palazzine potranno diventare fruibili. La procedura amministrativa, infatti, è stata messa in ordine. Nel frattempo, magari secondo l’idea che è bene non ripetere sempre gli stessi errori, Palazzo di città ha dato vita a una nuova modalità di affrontare il discorso “cooperative”. Il nuovo bando, il primo della storia della città, per l’assegnazione di suoli pubblici alle cooperative edilizie mette in chiaro i criteri in anticipo, le graduatorie sono state disegnate secondo punteggi già espressi nel bando e non assegnati a posteriori. Secondo le norme precedenti, i suoli potevano essere assegnati solo se la cooperativa era destinataria di finanziamenti pubblici. Nel nuovo bando, questo non è più l’unico criterio necessario, ma solo una eventualità ammissibile. Alla chiusura del bando di partecipazione, scaduto a

dicembre, si sono fatte avanti 15 cooperative «tutte nuove spiega Santarsiero - giovani, coppie di ragazzi, Forze dell’ordine. Hanno risposto anche cooperative formate da persone residenti nei prefabbricati a Bucaletto». Saranno tirate su 13 palazzine, per un totale di 250 appartamenti, «anche grazie alle norme che entreranno in vigore con il nuovo regolamento urbanistico. Norme che ci permettono di assegnare suoli a prezzi agevolati e competitivi, alle cooperative, ma anche all’Ater. Con il bando, curato dall’unità di direzione Edilizia e territorio, il comune di Potenza sarà anche in grado di offrire al mercato 25 alloggi da locare a canone concordato, «in modo da svolgere un’azione calmierante dei prezzi». Tanto per non replicare mai più «una vicenda simile». sa.lo.

PROGETTARE LA CITTÀ

Gli incontri nei quartieri delle associazioni e dei singoli per un governo “dal basso”

Cercando un capoluogo “diverso” TANTA energia nelle parole di tutti i partecipanti alla riunione convocata dall’associazione “Un’altra città è possibile”. Una piccola rivoluzione è ciò che si propongono i diversi componenti di questo gruppo di cittadini che a quattro mesi dalle elezioni comunali ha deciso di scendere in campo. Nello stesso tempo si avverte anche tanta disapprovazione nei confronti di chi ha amministrato la città fino a ora, ma anche, più in generale, contro tutta la classe politica. In un piccolo fabbricato al bordo del vecchio campo di calcetto di rione San Rocco, tra l’altro al centro di diverse cause tra il comune e la parrocchia, nel corso della serata di ieri si sono ritrovati una cinquantina di cittadini. Tra i primi a prendere la parola Gildo Claps, che ha sottolineato il carattere autonomo di questa associazione e soprattutto la grande voglia di cambiare. «Siamo stanchi di sopportare scempi e scelleratezze - precisa subito Gildo - dopo tanti anni di rifles-

sioni amare e di denunce abbiamo deciso di tentare, con tutte le nostre energie, di scrivere la parola fine. La politica in questa città, e nella Regione più in generale, non fa altro che allontanare la brava gente, ma proprio questo è ciò che vogliono, il nostro scoramento diventa la loro forza e tutto questo, insieme all’emigrazione delle nostre menti migliori, gli ha permesso per decenni, di amministrare non per i cittadini, ma solo per tutelare i loro interessi. Ognuno di noi deve fare un pò di autocritica e capire che abbiamo permesso a una classe politica mediocre di imprigionarci in una cappa di sudditanza. Contro la cementificazione e le lobby economiche che da decenni speculano con il beneplacito dell’amministrazione comunale, imponendo i loro interessi su quelli della gente». Tutti gli interventi dimostrano di avere come elemento comune il totale dissenso nei confronti della politica, di entrambi i principali schieramenti.

Parole che pesano come macigni e ampiamente condivise da tutti i presenti sono quelle pronunciate da Paolo Baffari, un giovane architetto, tra i primi a dare vita a questa associazione. «Continuiamo ad assistere ad una costruzione mafiosa della nostra città, non siamo noi movimenti civici a rappresentare l’antipolitica, sono proprio loro, tutti i politici, a fare tutto tranne che politica. Gli interessi dei cittadini non vengono tutelati mai, in nessun modo, la politica deve tornare a essere al servizio dei cittadini e non il contrario, con gli elettori schiavizzati dai piaceri ricevuti». L’amore per la città, il valore del convivere civile, l’educazione delle nuove generazioni al rispetto e al valore comune e l’ecologia, sono tra i valori più volte messi sul tavolo della discussione dai partecipanti. Gilda Rezzuti comincia così il suo intervento: «Non ho né casa né lavoro, pur avendo più di quaranta anni, ma non mi arrendo e soprattutto non starò più in silenzio». Una

Due momenti dell’incontro di ieri (foto Andrea Mattiacci)

associazione che si ripromette di costruire un progetto complessivo composto da un mattone per ogni quartiere della città, il cammino è ancora lungo, pieno di sfide, ma certamente un segnale forte a tutti i partiti della città è

stato lanciato. In vista di una elezione comunale che tra guerre interne alla maggioranza, cambiamenti di partito da parte di politici navigati, appare più che mai, aperta a ogni risultato. Alessandro Galella

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