Potenza Domenica 29 marzo 2009
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REDAZIONE: Via Nazario Sauro, 102 - 85100 Potenza - Tel. 0971.69309
L’accordo per risolvere il contenzioso in zona Poggio Tre Galli passa per il regolamento urbanistico
La transazione con Mancusi Due scenari legati alla sentenza d’appello e tempistica “urgente” «VORREI capire quale svantaggio ci sia per il comune, quale sia la perdita per l’amministrazione». Il commento è del legale della Mancusi Group, l’impresa protagonista indiretta, negli ultimi giorni, delle polemiche politiche sorte in consiglio comunale sul regolamento urbanistico e su due osservazioni che ne hanno bloccato la discussione. Quelle due osservazioni riguardano un vecchio contenzioso e una eventualità di soluzione tra l’amministrazione e l’impresa potentina, per un suolo (e volumetrie annesse) - il lotto 4 - del complesso a forma di rettangolo, il Secondo centro direzionale, che sta sorgendo a Poggio Tre Galli. Nei giorni passati, conferenze, incontri, note e dichiarazioni della politica su una vicenda dell’urbanistica potentina che nasce negli anni ‘70 e tocca varie amministrazioni. Ma l’imprenditore cosa ne pensa? E’ il suo legale a rispondere, atti alla mano, mostrando la transazione proposta dal comune. Quella transazione è stata inserita nelle due osservazioni al Ru proposte dall’Ufficio di piano (proprio il fatto che il proponente sia l’ufficio comunale è stata una delle critiche fatte non solo dall’opposizione) e su cui la discussione consiliare si è, momentaneamente, arenata. E’ il legale della Mancusi Group a spiegare i contenuti dell’accordo raggiunto dalle parti, ma che, per restare valido, dovrà essere recepito nel regolamento urbanistico. Il 9 giugno 2008 l’amministrazione comunale propone all’impresa una proposta di accordo che poi, in seguito, sarà recepita in un atto di indirizzo dell’esecutivo e resa, nel febbraio scorso, in un atto di transazione già sottoscritto da Mancusi. Il punto di partenza della proposta è di tipo “urbanistico” perchè su quel lotto dovrebbe essere costruito un fabbricato di 40 mila metri cubi, circa 11 piani di altezza o giù di lì, «per di più - spiegava l’amministrazione nella proposta - con destinazione “terziario”, che notoriamente comporta maggior carico di persone e veicoli». Allora, «alla luce di approfondimenti effettuati, anche con la consultazione del comitato di quartiere della zona interessata», si legge nella transazione, serve «perseguire il preminente interesse pubblico con una riduzione della volumetria insediabile». La proposta, sottoscritta la scorsa estate da entrambe le parti, e poi, spiega il legale della ditta, recepita nella transazione, stabilisce che l’edificio che sorgerà sul lotto 4 non dovrà comunque superare l’altezza dei palazzi previsti già sullo stesso lato del rettangolo: a conti fatti si arriva a una volumetria di 26 mila metri cubi. Che ne sarà della cubatura “limitata”? Dipende. Secondo la transazione, in caso «di definitiva pronuncia favorevole alla Mancusi Group (l’amministrazione ha fatto ricorso in Appello dopo la sentenza del
UNA LUNGA STORIA
Tutto comincia anni fa
DI quella zona di Poggio Tre Galli si parla da tempo. Se ne parla dai primi anni ‘70 quando il piano regolatore prevedeva che lì sorgesse persino un centro sociale. Nel tempo, diversi passaggi burocratici, compiuti da diverse amministrazioni, tra varianti al Prg, un piano particolareggiato, persino un Prusst, oggetto di accordo Quadro con Regione e Stato. Con la convenzione del 2004 con il comune, il consorzio edilizio ha assunto impegno a cedere gratuitamente all’ente le aree di proprietà dei consorziati destinate a opere di urbanizzazione e il lotto 4. Questo uno dei punti su cui nasce, di recente, la vertenza tra comune e impresa (oggi proprietaria dei suoli). Alla ditta, l’ente ha negato il permesso di costruire perchè, secondo la convenzione, titolare del lotto. Ma il Tribunale civile ha dato ragione all’impresa. Poi i ricorsi e l’attesa degli sviluppi. Il Secondo centro direzionale
Tribunale civile di Potenza che attesta la titolarità di quel lotto all’impresa, ndr)», gli altri 14 mila metri cubi potranno essere delocalizzati e realizzati su suoli di proprietà della ditta, nella parte alta del quartiere nota coma “zona G”. Ma sempre in questo caso, si dovrà procedere allo scomputo della percentuale degli oneri concessori (le tasse sull’edificazione) già versate dall’impresa per la volumetria non più realizzabile nel rettangolo. Mentre dei 26 mila che rimarrebbero nel rettangolo, il 75 per cento dovrà essere destinato a edilizia residenziale, il resto a terziario. C’è di più. Con questa transazione si richiama anche un altro contenzioso in corso tra l’impresa e il comune, quello relativo al Primo centro direzionale in via Nazario Sauro (noto in città come “le due torri”), per circa 9 mila metri cubi non realizzati «che rivengono - spiega il legale - dalla cessione gratuita dei suoli su cui il comune ha costruito il pon-
te e parte dell’ex stazione autolinee di rione Francioso». Visto che, si legge ancora nella transazione, «risulta acclarato da atti ufficiali e validi un residuo diritto edificatorio spettante alla Mancusi Group», quei 9 mila metri cubi potranno essere «realizzati in lotti rimasti inedificati» di Mancusi, sempre in zona G. Potranno essere accorpati alle volumetrie delocalizzate dal Secondo centro direzionale. Ora, la localizzazione della nuova volumetria complessiva «non comporta - si legge nella transazione - variazione degli standard urbanistici», inoltre sono già presenti le opere di urbanizzazione (tutti quei servizi necessari alla vivibilità, come fognature, impianti, strade, marciapiedi) «capienti e idonee ad assorbire la maggiore volumetria». Sulla zona G già insiste un vecchio piano particolareggiato con relativo piano attuativo (sono le fasi della progettazione di un qualsiasi complesso edilizio ampio) e lo spo-
stamento della volumetria «non comporta varianti urbanistiche». Per questo - si legge nella proposta estiva - «l’edificabilità è diretta», basta il permesso di costruire, «laddove il consiglio comunale approverà l’osservazione». Fin qui una strada. Poi c’è l’altra opzione prevista dalla transazione. «In caso di pronuncia definitiva dell’autorità giudiziarie in favore del comune di Potenza, ferma restando la volumetria dei 26 mila metri cubi (cioè, livellata sugli altri edifici e non più una previsione di 11 piani, ndr) l’amministrazione comunale potrà valutare di realizzare, o far realizzare, edilizia residenziale pubblica». Questi i due scenari lasciati aperti dall’accordo. Ma non è tutto. Innanzitutto la Mancusi Group, «indipendentemente dalla sentenza civile» di primo grado che ha dato ragione all’impresa sulla titolarità del suolo, «dichiara che non insisterà nella richiesta di permesso di costruire» per il lotto
4, fino alla pubblicazione della sentenza di Corte d’Appello (dopo il ricorso dell’ente). C’è poi la questione relativa ai suoli attorno al rettangolo: l’impresa ha fatto ricorso al Tar «per il risarcimento dei danni derivanti alla società dalla illegittima occupazione dei suoli utilizzati per la realizzazione di strade» limitrofe alla zona. Così, «l’ufficio espropri del comune eseguirà - ancora la transazione - la stima del valore di tali aree da conguagliare con il valore della superficie di proprietà comunale inserita nel Secondo centro direzionale» ampia circa 1.000 metri quadrati. Poi, «la Mancusi Group dichiara di rinunciare a ogni e qualsivoglia pretesa risarcitoria in relazione ai contenziosi in corso, anche in caso di esito positivo, parziale o totale, dei giudizi, sia civili che amministrativi». Esiste, però, un limite inderogabile. La transazione avrà effetto a condizione che il comune adempia a tutte le pre-
visioni dell’accordo entro la data d’approvazione del regolamento urbanistico, altrimenti l’accordo si riterrà nullo. «Mi chiedo come si possa dire che l’accordo favorisca l’impresa - spiega il legale della Mancusi Group - Sarà l’ente a fare una stima dei terreni circostanti e di quello interno al rettangolo, altrimenti poco fruibile. Se, poi, la sentenza darà ragione all’amministrazione, disporrà del lotto come vuole. In più, l’impresa rinuncia a tutti gli eventuali diritti risarcitori». Così l’avvocato, transazione alla mano, spiega di non comprendere su che cosa «si stai effettivamente discutendo». Quanto alla tempistica, secondo l’accordo, meglio che la “concretizzazione” del percorso avvenga, come data indicativa, entro fine marzo. E proprio per martedì è prevista la discussione interrotta sulle due osservazioni del caso. Sara Lorusso