Museke N. 11 - Natale 1998

  • June 2020
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NOTIZIARIO DEL GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE – Via Brescia, 10 – 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. 030/2130053 – Fax 030/2130044

NUMERO UNDICI - NATALE 1998

impianti: nadir - ciliverghe (bs) / stampa: euroteam - ciliverghe (bs)

Natale di fraternità, Epifania di pace Preghiera di un bambino guatemalteco Come Te, Gesù, che hai scelto di nascere in un’epoca difficile, piena di ambizione e di egoismo, anche a me tocca vivere in questo duro momento della storia del mio paese: i poveri sono odiati e credere in Te è un delitto, per questo è così difficile essere bambino ed io oggi ti chiedo d’ascoltarmi. Come Te, Gesù, quand’eri bambino i potenti volevano ucciderti: oggi cento e cento bambini son torturati ed assassinati insieme ai loro padri, ci bruciano le case e i nostri campi seminati, molti di noi sono rimasti orfani e fuggono verso i monti per nascondersi, senza cibo né vestiti, solo col ricordo del fuoco e della morte per sempre inciso nello sguardo. Come Te, Gesù, che sei fuggito in Egitto per salvarti,

ho attraversato anch’io montagne per giorni interi, fino a giungere in questo paese che ci è fratello dove son chiamato rifugiato. Come Te, Gesù, ho lasciato alle mie spalle la terra che amo con tutto il cuore ma è là che voglio ritornare, come hai fatto Tu, il giorno che saranno scomparsi i potenti e la pace di nuovo vedrà la luce. In questo Natale, bambino Gesù, io raccolgo il tuo messaggio di verità e voglio ringraziarti per essere nato povero perché così ti rendi presente, dentro e fuori del Guatemala. Per mezzo tuo, Gesù, voglio far giungere un saluto fraterno a tutti i popoli del mondo: perché non ci hanno abbandonato e perché grazie a loro ho imparato a sillabare la parola FRATERNITÀ.

Giambettino Cignaroli (1706 - 1770), Natività.

“Oggi nasce dalla Vergine,Colui che tiene in sua mano tutta la creazione. E’ avvolto in povere fasce come un mortale, colui che per essenza è intoccabile. Viene deposto in una mangiatoia, il Dio che in principio ha fissato i cieli. Si nutre di latte dal seno, colui che nel deserto ha fatto piovere manna per il popolo. Invita i Magi lo sposo della Chiesa. Prende i loro doni il Figlio della Vergine.

Noi adoriamo,o Cristo,la tua nascita. Facci vedere anche la tua divina teofania”(Liturgia orientale, Ufficio bizantino del Natale). L’augurio che imploriamo dal Padre, che nel suo grande amore ci ha donato suo Figlio Gesù, è che tutti gli uomini possano generare amore nel mondo per costruire una fraternità solidale: cessino le guerre, che rinnovano la strage degli innocenti e il “caos” si trasformi in “cosmo”, Epifania della Pace di Cristo.

“Il fatto che il Verbo eterno abbia assunto nella pienezza dei tempi la condizione di creatura conferisce all’evento di Betlemme di 2000 anni fa un singolare valore cosmico. Grazie al Verbo il mondo delle creature si presenta come“Cosmo”,cioè come universo ordinato” (Giovanni Paolo II, Tertio millennio adveniente, 3).

La carta dell’O.N.U. La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, rappresenta un primo fondamentale passo nella definizione dei fondamentali diritti di ogni uomo. La Dichiarazione, nata come espressione del rifiuto ai crimini all’umanità, di cui purtroppo la storia è testimone, quali i campi di sterminio,la bomba atomica,l’odio e la violenza tra i popoli,è costituita da trenta articoli. Essa, dopo la volontà di pace (preambolo), enuncia il diritto dell’uomo all’uguaglianza (articolo 1),il diritto inalienabile alla vita, alla salute (art.3),al divieto di pratiche di tortura e ad ogni forma di offesa sull’uomo, al cibo, all’istruzione, alla libertà d’opinione (art.14), al lavoro (art.23), riuscendo a contemplare persino il diritto al riposo e allo svago. Alla base della costituzione e dell’adozione della dichiarazione universale vi è la dignità dell’uomo e la volontà di promuovere le condizioni per uno sviluppo integrale della persona. Si riesce a comprendere così il significato più profondo di tale dichiarazione: dichiarazione dell’uomo per l’uomo. Anche Papa Giovanni XXIII nell’enciclica “Pacem in terris”, a distanza di quindici anni dall’adozione della dichiarazione, individuava nella “tendenza a redigere in formule concise e chiare una carta dei di-

ritti fondamentali degli esseri me la grandezza e insieme la miseria. Il mondo che osserviamo, spesso umani, uno spiraglio che apriva la strada a verità, giustizia, amore e inermi, sui giornali o in tv sembra dimostrare un completo fallimento libertà” (Pacem in terris, n°31). “Una pietra miliare - ricorda an- della dichiarazione universale dei cora l’enciclica - sulla via che con- diritti dell’uomo, quasi essa non sia duce alla instaurazione di una riuscita minimamente a farsi portaconvivenza umana fondata sulla trice dei valori da essa stessa propuconvinzione che tutti gli uomini gnati. Questo risultato non deve però sono uguali per dignità naturale”. Per la prima volta nella storia del- scoraggiare coloro che condividono l’umanità i potenti della terra si era- le aspirazioni e la capacità che tali dino inchinati alla norma del diritto ri- ritti hanno nella costruzione di un nunciando a regolare i rapporti del- mondo che veda finalmente l’uomo l’umana convivenza in termini di for- libero da soprusi e violenze. Nelle parole di Giovanni Paolo za e di dominio. Oggi ricorre il Cinquantesimo an- II.” In Asia, in Africa, America, in niversario dell’adozione della di- Oceania, in Europa è a questa dichiarazione universale dei diritti del- chiarazione che uomini e donne l’uomo. convinti e coraggiosi si sono riSe è vero che, in questi anni, mol- chiamati” per tante battaglie di liti passi avanti sono stati compiuti e bertà. che molti paesi hanno raggiunto, anL’importanza della dichiarazione che faticosamente, ordinamenti de- dei diritti dell’uomo è dunque anzimocratici, purtroppo genocidi e vio- tutto nello slancio che essa ha imlazioni dei diritti umani in larga sca- presso a un maggior senso di rila non sono un ricordo di tempi lon- spetto dell’uomo e della sua dignità. tani, ma il passato prossimo e recenSotto questo profilo la vitalità te: quanto avvenuto nella ex Jugo- della dichiarazione universale non slavia, in Bosnia, nei grandi laghi, in si è ancora esaurita, ma continua a Cina e quanto continua ad accadere vivere e deve vivere per combattenel Kosovo, in Cambogia, in India, re per principi di umanità e di riBrasile, Burundi, Congo e Rwanda spetto per la persona e per la sua disono solo alcuni esempi di come i di- gnità. ritti che la dichiarazione sancisce LA MAPPA CONCETTUALE non sono riconosciuti e tutelati. La dichiarazione dei diritti dell’uomo ne espri-

SHALOM BEN-ESSERE

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Amicizia Guatemalteca Una partenza improvvisa, decisa una settimana prima, quasi per caso: destinazione Guastatoya. Soltanto alla fine del mio soggiorno, dopo circa 40 giorni, mi accorgo che non è un caso che sia finita qui,ma risponde al mio grido di sofferenza per l’indifferenza che regna tra le persone della nostra società. Guastatoya in questo senso è un luogo ideale, dove la gente ti accoglie con calore e amicizia sincera e, fin dal primo istante, ti fa sentire parte della loro comunità. In particolare io ho avuto la possibilità di condividere esperienze bellissime e molto forti con i giovani di Guastatoya, dal ritiro di alcuni giorni organizzati in parrocchia dai “ragazzi del Renacer”, alla distribuzione dei viveri nei villaggi danneggiati dall’uragano Mitch. Sono tutti ragazzi straordinari, uniti come una grande famiglia e

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sempre disponibili nei confronti degli altri, soprattutto dei più bisognosi. Sicuramente mi hanno lasciato una grande ricchezza: la certezza che un sentimento vero e spontaneo come l’amicizia va al di là di ogni differenza di cultura, di lingua o colore della pelle. È stato molto toccante il fatto che tutti quei giovani mi abbiano scritto lettere per ringraziarmi della mia amicizia e di aver condiviso alcuni momenti di vita con loro. Qui non mi era mai successo che qualcuno mi ringraziasse semplicemente per essergli amica! Ritorno da questa meravigliosa esperienza arricchita nello spirito perché penso di aver incontrato il Signore negli occhi di quelle persone, e nel cuore perché sento di avere tanti nuovi amici che non dimenticherò mai. Marzia

Nona nipotina In uno dei viaggi fatti in Ecuador abbiamo avuto occasione di effettuare una adozione: la cosiddetta adozione a distanza che nel nostro caso, trovandoci sul luogo, è più corretto chiamare “ adozione a distanza …ravvicinata”. Nell’arco di qualche giorno abbiamo portato Nancy, una bambina di tredici anni ,prima al Battesimo e poi alla prima Comunione. Sono passati parecchi anni e siamo ancora in relazione con la nostra “figlioccia”. Adozione a distanza:impegno bello, buono ma….poca cosa se confrontato con la felice scelta di mia figlia Emanuela con il marito Giancarlo e dei tre figli Luca, Chiara e Francesca. Una scelta giunta a sorpresa per noi nonni non avendo avuto prima il minimo sentore di quanto stavano “combinando”: prendere in affido una bambina rwandese,orfana di due anni, di nome Annarosa che è arrivata da noi nel dicembre ‘95. Abbiamo dovuto constatare che i nostri figli hanno avuto tanto coraggio nel fare questa scelta; ci hanno superato nella concretezza e non a parole riguardo all’amore ed alla solidarietà. Non neghiamo che con il felice

stupore di questa decisione ci sia stato inizialmente in noi nonni anche un momento di perplessità… Sono passati tre anni e Annarosa si è inserita molto bene nella sua nuova famiglia. Anche gli altri numerosi componenti del Clan familiare, gli zii, i cinque cuginetti ed i parenti l’hanno accolta bene; del resto la bambina con il suo modo di fare “ruba il cuore”e si fa benvolere. E i nonni? I nonni Francesco e Maria sono contenti di sentirsi dire “Ciao, nonno!”“Ciao, nonna!” da Annarosa, che non manca di farci visita più volte al giorno, abitando al piano superiore. Inoltre ci sentiamo un po’ come “patriarchi” di nove nipoti svegli e movimentati che, quando sono tutti insieme,formano una banda allegra e piena di fantasia nell’inventare giochi

in cui Annarosa si trova perfettamente a suo agio. Tutto questo per noi è un modo per vivere serenamente e pienamente la nostra vita da nonni. Speriamo che per Annarosa si possa passare dalla situazione di precarietà data dall’affido all’adozione,visto che ha trovato una famiglia e nella famiglia amore e protezione. I nonni Francesco e Maria

Chierichetta e ballerina Ora so scrivere e leggere così posso anch’io scrivere sul giornalino di MUSEKE. Io sono molto felice di avere due genitori come papà Beppe e mamma Patrizia.Con Loro mi diverto molto.A me piace molto la scuola,anche se la matematica mi sta un po’antipatica,cerco di impegnarmi.Vado al catechismo e mi sto preparando per la prima comunione. Nei ritagli di tempo faccio la chierichetta e la ballerina, mi piace cantare e stare con i miei amici e quando è sera non dimentico mai di dire una preghiera ai miei genitori negretti. Io penso che loro siano felici di vedermi felice. Un bacione a tutti i miei bambini Ruandesi a tè Padiri, alla zia Enrica e alla

Cesarina e a tutti i volontari che mi hanno voluto bene. Un abbraccio

speciale a Odette e Maria Goretti. Margherita Ntakyrutymana

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Ridate speranza ai grandi laghi “Occorre fare tutto il possibile per ristabilire la pace nella regione dei Grandi Laghi”. E’ questo il messaggio che i vescovi del Burundi e del Ruanda hanno indirizzato alle comunita’ cristiane al termine della riunione a Gitega in Burundi, dell’Associazione delle Conferenze episcopali di Ruanda e Burundi. “Il numero dei rifugiati originari della nostra regione -hanno scritto i vescovi nel documento pubblicato alla fine di novembre e ripreso dall’Osservatore romanosta aumentando in modo drammatico e scandaloso. I campi di sfollati e quelli di raccolta stanno assumendo proporzioni sempre più inquietanti”. E dopo aver ricordato i “focolai di

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tensione che oggi esplodono in tutte le direzioni in Africa e rischiano di incendiare l’intero continente” i vescovi interpellano “vivamente tutti gli Stati, soprattutto le grandi potenze, come gli Stati Uniti e l’unione Europea, affinchè facciano tutto ciò che è in loro potere per ristabilire la pace nella regione dei Grandi Laghi”. “Chiediamo inoltre- continua il documento delle Conferenze episcopali- a tutti i belligeranti di porre fine alla guerra e d’impegnarsi risolutamente sulla via del dialogo e dei negoziati al fine di trovare soluzioni pacifiche, durature e vantaggiose per tutti”. I vescovi, oltre a “denunciare il reclutamento dei minorenni”, lanciano anche un appello alla Co-

munità internazionale affinchè sia fatto tutto il possibile per alleviare la miseria e le sofferenze dei popoli dei Grandi Laghi. “Lanciamo, nuovamente, un pressante appello ai Paesi della regione affinchè venga tolto l’embargo imposto al popolo del Burundi”. Nei due paesi la situazione resta drammatica con migliaia di rifugiati e milioni di persone costrette dagli scontri ad abbandonare le proprie abitazioni. A Kigali resta il problema della “uscita politica”dal genocidio con 130 mila detenuti nelle carceri e ai 350 mila bambini di strada chi penserà? Dal vertice per la pacificazione di Arusha una speranza per Bujumbura:l’embargo potrebbe essere tolto.

“Nel rispetto dei diritti umani sta il segreto della pace vera” (Giornata mondiale della pace 1999) LA PACE SI GARANTISCE • se a tutti gli esseri umani sono dati uguali diritti e dignità • se vengono tutelati anche i diritti dei bambini sfruttati • se nessuno viene discriminato in base alla sua cultura, religione o razza “OGNI BAMBINO E’ SEGNO VIVENTE DELLA VITA E DELLA SPERANZA RIVELATA IN GESU’ CRISTO, CHE SI E’ IDENTIFICATO CON I BAMBINI E LI HA POSTI AL CUORE DEL REGNO DI DIO” Giovanni Paolo II Un terzo dell’umanità è costituito da minori di 15 anni e di essi circa 750 milioni vivono nelle così dette “zone problema” e non godono dei più fondamentali diritti dell’uomo. I bambini hanno diritto alla famiglia, ma oggi 800 milioni di bambini non hanno una mamma che li accarezzi. I bambini hanno diritto ad essere nutriti e curati, ma ogni settimana nel mondo 250.000 bambini muoiono di malnutrizione,di polmonite, di febbri.

I bambini hanno diritto alla scuola, invece più di 30 milioni di ragazzi non ha mai visto un’aula scolastica. I bambini hanno diritto alla pace,ma nel mondo si combattono oggi 40 guerre, di cui 29 in Africa. I bambini hanno diritto a conoscere Dio, ma nel mondo ci sono ancora 3 miliardi e mezzo di persone che non hanno mai sentito parlare di Gesù, non sanno che tutti abbiamo un Padre che ci ama e ha mandato Gesù, suo Figlio, per salvare il mondo. MUSEKE - 6

Le Beatitudini dei sofferenti Beati coloro che soffrono con amore: perché espiano i propri peccati; perché si staccano dalle realtà terrene e aspirano a "cieli nuovi"; perché la loro sofferenza coscientemente accettata e offerta al Padre, li rende corredentori con Cristo; perché sono i privilegiati del Regno e fratelli di Cristo sofferente, con il quale salvano il mondo; perché le loro sofferenze sono nulla in confronto alla gloria futura; perché sanno che se soffrono con Cristo con Lui vivranno e regneranno; perché la sofferenza li rende simili a Gesù, una somiglianza che rende santi; perché la sofferenza è e sarà sempre valido strumento di redenzione universale. Profeti del nostro tempo aprono la strada al disamore non i disamati,

ma coloro che non amano, perché amano solo se stessi. Chi prende l'iniziativa della tirannia non sono i tiranneggiati, ma i tiranni. Chi prende l'iniziativa dell'odio non sono gli odiati, ma quelli che per primi hanno odiato. Chi prende l'iniziativa della negazione degli uomini non sono coloro la cui umanità è stata negata, ma coloro che la negarono, negando anche la propria. Chi apre il processo della violenza non sono coloro che sono divenuti deboli sotto la pressione del forte, ma i forti che li hanno indeboliti. L'importante è che la lotta degli oppressi si faccia, e così superi la contraddizione in cui essi si trovano. E che questo superamento sia la nascita dell'uomo nuovo: non più oppressore, non più oppresso, ma uomo che libera se stesso. Paulo Freire

Paulo Freire nasce nel 1921 a Recife; muore a S.Paolo (Brasile) nel maggio del 1997. Laureato in giurisprudenza, fonda nel 1962 il movimento di Cultura Popolare. Dopo il colpo di stato dell'aprile 1964 viene arrestato e poi costretto all'esilio per 16 anni. Le sue opere fondamentali sono La pedagogia degli oppressi (Milano,1971) e L'educazione come pratica della libertà (Milano, 1973).

Il 29 ottobre 1998 Enrica e Don Roberto sono andati a Basilea per incontrare il nuovo Vescovo di Gitega (Burundi), mons. Simon Ntamwana, già vescovo di Bujumbura. Egli è succeduto a mons. Ruhuna, morto martire della pace. È stato un incontro molto cordiale nel quale si è convenuta la possibilità di un intervento sul Centro Museke di Gitega. Infatti le prime costruzioni risalgono alla fine degli anni '60; dopo 30 anni quindi abbisognano di qualche ristrutturazione. Abbiamo dato la nostra disponibilità, essendo stata quell'opera la prima iniziativa di Enrica in campo missionario, da cui poi è scaturito anche il nome del nostro gruppo.Verso Pasqua una delegazione si porterà in Burundi per verificarne la fattibilità e preparare un intervento.

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Viene Gesù Una filastrocca per andare incontro a Gesù che viene a salvarci Indicare verso l’alto

Dio Padre ci ha fatto un gran dono: ecco suo Figlio, ci reca il perdono. Prepariamo la strada al Signore: viene Gesù, il Redentore.

Braccia aperte Battere le mani Imitare la «camminata»

L’angelo porta un messaggio divino: «Ave, Maria, avrai un bambino». La giovane disse di sì, la nostra salvezza ha inizio così.

Indicare la bocca

Cullare

Fare segno di «sì» con la testa Fare segno di «vittoria»

Giuseppe e Maria a Betlemme sono andati, Stringersi solo una grotta li ha ospitati. nelle spalle Ora una luce illumina il cuore: «È nato per noi il Salvatore!». Venite fedeli, venite esultanti adoriamo Gesù con lieti canti.

Indicare il cuore Sollevare le braccia in segno di gioia Fare cenno di «venire»

Una famiglia con noi vuol creare apriamogli il cuore, lasciamoci amare.

Gesto di preghiera Tenersi per mano

Abbracciarsi

sinceri Auguri di Buon Natale e di un prospero Anno Nuovo  Noheli Nziza Umuvaka Mushya Muhire

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