NOTIZIARIO DEL GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE O.N.L.U.S. – Via Brescia, 10 – 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. 030/2130053 – Fax 030/2130044
NUMERO QUATTORDICI - NATALE 2000 impianti: nadir - ciliverghe (bs) / stampa: euroteam - nuvolera (bs)
Per un Natale d’Amore a 2000 anni dall’Incarnazione
n Natale straordinario quest’anno? In un certo senso sì se vogliamo concludere degnamente quest’anno Santo che ci ricorda i 2000 anni dell’Incarnazione di Gesù, il Figlio di Dio. Ma la straordinarietà viene soprattutto dall’intensità e dall’accoglienza del messaggio che il Natale ci ripropone:l’annuncio dell’amore di Dio per l’uomo che ci invita a dimostrare con sempre rinnovata generosità il nostro amore a Dio attraverso l’amore ai fratelli. Giustamente il Natale è considerato la festa dell’amore, della gioia che si esprime anche nei doni; ma se si esagera si rischia di trasformare la festa in una kermesse commerciale e nella celebrazione delle vanità, negazione dello spirito del Natale. Riscoprire la serietà e l’impegno concreto del Natale vuol dire mettere a fondamento della nostra vita l’amore. L’amore di Dio nei nostri confronti che si è fatto carne in un bambino e che ha dato la sua vita per noi; l’amore nostro nei confronti dei fratelli come verifica dell’Amore Incarnato. Anche in questi giorni siamo testimoni, purtroppo, della legge del-
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la violenza e delle guerre che minacciano ancora tanti popoli nel mondo, dell’egoismo e dello sfruttamento. La legge cristiana dell’amore è stata, e rimane, la vera rivoluzione che può fermare la legge di morte che trasforma la vita in un inferno. Come è possibile spezzare le catene dell’odio e dell’egoismo che schiavizzano e corrompono i rapporti tra gli uomini e i popoli? Accettando la legge dell’amore proclamata da Gesù nel Vangelo. Solo l’amore può li-
berare l’uomo dalle schiavitù. Ecco perché con il Natale giubilare del 2000 vogliamo partire con l’operazione “Adotta una famiglia che adotta” per liberare tanti orfani burundesi dalle schiavitù della solitudine, della fame e dell’analfabetismo.Faremo così rinascere l’amore. Sarà un Natale di solidarietà e di speranza che durerà tutto l’anno;e ogni giorno sarà Natale, perché daremo vita alla Vita. Auguri. don Roberto
Messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale (Domenica 22 ottobre 2000)
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Adotta una famiglia burundese che adotta Nuova operazione di solidarietà di Museke hi opera nel volontariato, soprattutto nelle Missioni, e viene a contatto diretto con le condizioni di vita impossibili delle popolazioni provate dalla guerra e quindi dalla fame, dalla violenza,dall’abbandono,si rende conto che ciò che si fa è di gran lunga troppo poco rispetto alle necessità. Perciò cerca di trovare nuove alternative di aiuto e di organizzare interventi sempre più mirati a garantire nuova vita almeno accettabile.I più colpiti dalla tragedia della guerra sono i bambini ed è a loro che tante organizzazioni cercano di tendere una mano. In Burundi, dove il Gruppo Operazione Museke è tornato a operare per ricostruire quanto è stato distrutto, molti sono i bambini soli, che spesso vagano affamati e senza meta, in cerca di aiuto. Vengono raccolti in orfanotrofi che non dispongono di mezzi e sostengono al meglio questi fanciulli ai quali però non possono garantire un futuro. Ecco allora il desiderio del Gruppo Museke di non interrompere quel filo diretto che lo lega al Burundi e di venire in aiuto non solo nella rico-
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struzione delle strutture, ma tendendo una mano ai bimbi soli e abbandonati. Con quali interventi? Con la proposta di “adozioni a distanza” o meglio ancora di“adozioni della famiglia adottiva”,nel senso che il contributo offerto va alla famiglia del luogo che si prende carico di un orfano provvedendo ai suoi bisogni primari quali la salute, l’alimentazione e la scolarizzazione. Questo il destino, che si potrà concretizzare con l’aiuto di chi, sensibile al problema, vorrà aderire al progetto. Il gruppo Museke sarà felice di aiutare tutti voi ad “adottare una famiglia.” Amalia Gennari
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Perché ritornare in Burundi?
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li avocado, le papaie, i manghi non maturano sugli alberi. La natura non è rigogliosa; non ci sono più piante ed anche per questo non piove da nove mesi. A fine settembre tutto è secco, arido e desertificato. La gente è come la natura,non vive più come prima. Il conflitto che ha avuto il suo tragico apice nel 1993 non pare ancora terminato: le case sono state bruciate, i villaggi e i campi abbandonati, non c’è più scuola né lavoro. Mancavo dal Burundi dal 1985, allorché tutti i missionari stranieri furono espulsi, ma fortunatamente il centro di Museke ha continuato nel suo servizio sanitario e nelle sue attività di foyer, di ospitalità e di alfabetizzazione. Sono testimone di una situazione pesante, forse peggiore di quella di trent’anni fa quando Museke cominciò la sua avventura. Ne conosco le cause ma so anche che non può durare; come cristiano e uomo di Dio so che la guerra finirà, che la giustizia e la pace torneranno a splendere in Burundi. Nel frattempo resta la spada conficcata nel cuore vedendo mamme che portano alla missione bambini più
morti che vivi, sfiniti dalla fame, pieni di vermi intestinali e traballanti per le febbri malariche. Causa il coprifuoco,non ho potuto allontanarmi troppo dal nostro centro, ma già per il fatto di essere là, la gente prende coraggio. Non posso deluderli! Le centinaia di bambini abbandonati o letteralmente “accatastati” in orfanotrofi, privi del necessario, ti interrogano. Non puoi non far qualcosa, ecco allora la decisione. La stagione delle strutture può essere finita... dirigiamo direttamente la
nostra attenzione alle persone più indifese come i bambini, continuando del resto una sensibilità sempre presente a Museke. Ecco allora l’idea del Progetto NDERANSEKE (educami, così sarò felice) che unisce, nella lingua locale kyrundy, l’educazione alla gioia, alla felicità, al “sorriso” di Museke. Si tratta di una operazione di adozione a distanza che desidera intervenire sulla famiglia che ospita un bambino abbandonato perché possa essere educato e culturalmente integrato. r.l.
La morte del vescovo di Bukavu Il 3 ottobre, nelle vicinanze di Roma, mentre partecipava ai lavori del Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar, Mons. Emmanuel Kataliko è stato stroncato da un infarto. Mons. Kataliko era potuto rientrare solo lo scorso 14 settembre nella sua arcidiocesi di Bukavu (Rep. democratica del Congo), sotto occupazione ugando-rwandese. Era stato costretto
all’esilio a Butembo per 7 mesi dai ribelli RCD per le sue continue prese di posizione in difesa della popolazione soggetta ad occupazione. Mons. Paul Mambe, vescovo di Kundu ha ricordato: ”C’era un fuoco che bruciava in lui, causato dal fatto che non poteva tornare nella sua diocesi e soffriva perché ha lottato per la giustizia, ma è stato accusato di incitare all’odio”. (tratto da Fides
Home page) A seguito della notizia, a Bukavu sono scoppiati incidenti in cui sono stati uccisi due ragazzi, non si sono registrati altri incidenti a seguito dei reiterati appelli alla calma dei leader religiosi e civili. Mons. Kataliko sarà sepolto a fianco di Mons. Christophe Munzihirwa, il suo predecessore assassinato il 29 ottobre 1996.
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Progetto “NDERANSEKE” l progetto NDERANSEKE che intende aiutare finanziariamente le famiglie burundesi che accolgono i bambini orfani togliendoli dalla strada o dagli orfanotrofi, dove sopravvivono da quando sono stati separati dalle loro famiglie originarie, si basa sui seguenti presupposti.
stimoni dell’efficacia delle donazioni.
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• L’iniziativa di Museke si inserisce all’interno di un progetto a sostegno delle famiglie, portato avanti da un’organizzazione locale che fa da garante della corretta destinazione dei fondi e consente di impostare attività di educazione e di promozione sia per le famiglie che per i bambini; l’organizzazione locale si avvale sia di personale stipendiato (assistente sociale, medico) che di personale volontario per seguire la crescita dei bambini sotto gli aspetti nutrizionale,sanitario e scolastico; promuove inoltre attività educative e di promozione anche per le famiglie. • La divulgazione dell’iniziativa per la raccolta dei fondi avviene tramite l’Assemblea dei soci e la predisposizione di un opuscolo informativo,coinvolgendo tutti i soci nel passa parola per la raccolta di sostenitori. Mediante circolari o news letter i sostenitori sono informati almeno due volte l’anno sull’andamento del progetto; poiché per un maggior coinvolgimento è necessario identificare i beneMUSEKE - 5
• La quota necessaria per adottare una famiglia che ospita i bambini orfani per l’anno 2001 è pari a £. 400.000, e potrà essere versata, specificando la causale “Progetto Nderanseke” mediante accredito o sul c/c bancario 27499 del Banco di Brescia o sul c/c postale 15681257 intestati al Gruppo Operazione Museke Onlus. Giovanni Piotti ficiari del suo dono, è opportuno attivare della corrispondenza che trasmetta notizie particolareggiate sulla famiglia che ciascun sostenitore sta aiutando; l’organizzazione locale, non le famiglie direttamente, provvederà a trasmettere in Italia a Museke le notizie riguardanti ciascuna famiglia; Museke tramite alcuni volontari provvederà a far pervenire ai sostenitori le notizie sulla famiglia a loro assegnata. • Con lo scopo di proporre un’esperienza forte di aggregazione e coinvolgimento, Museke si propone di organizzare una volta all’anno,per un gruppo di volontari,un breve soggiorno presso l’organizzazione in loco; in quell’occasione i volontari parteciperanno ad alcune attività del progetto in Burundi, in modo tale che al rientro si facciano promotori della divulgazione dell’iniziativa e te-
AMA L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico: NON IMPORTA, AMALO. Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici: NON IMPORTA, FÀ IL BENE. Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri amici: NON IMPORTA, REALIZZALI. Il bene che farai verrà domani dimenticato: NON IMPORTA, FÀ IL BENE. Quello che per anni hai costruito, può essere distrutto in un attimo: NON IMPORTA, COSTRUISCI. Se aiuti la gente, se ne risentirà: NON IMPORTA, AIUTALA. Dà al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci: NON IMPORTA, DÀ IL MEGLIO DI TE. Madre Teresa di Calcutta
Buon Natale
Rendiconto della gestione 2000 ENTRATE • Per offerte • Proventi finanziari netto di oneri • Totale
L.
40.203.110
L. L.
5.964.751 46.167.861
USCITE • Per progetto Gitega (Burundi) L. 245.058.574 • Per spese promozionali L. 6.000.000 • Per solidarietà Kosovo L. 6.000.000 • Per telefono e fax L. 1.137.200 • Per Bolli cancelleria ecc. L. 3.408.400 • Per oneri finanziari L. 3.511.012 • Parziale L. 218.947.325 • Disavanzo di gestione L. -172.779.464 • Totale L. 46.167.861 Il disavanzo di gestione e’ stato coperto con le eccedenze degli esercizi precedenti. Quanto al progetto Gitega si rammenta che fu portato all’attenzione dell’associazione allorche’ si stava concludendo quello in Guatemala. Il Consiglio del 22/9/1998 delibero’ infatti di prendere in esame la situazione del centro “storico” di Gitega realizzato circa 30 anni orsono da quello spirito missionario e di volontariato che diede poi il nome “Museke” alla nostra associazione. I fabbricati sono rimasti praticamente privi di manutenzione ed il dispensario e’ diventato di fatto fatiscente proprio nel momento in cui se ne sente maggiormente la necessita’ a motivo del fatto che l’ospedale esistente in loco da struttura governativa e’ diventato privato con costi, per accedervi, fuori dalla portata dei piu’. Un sondaggio sul posto da parte dei nostri volontari ha fatto emergere il piano di intervento con costi e priorita’che il consiglio ha approvato in successive delibere e che ad oggi risulta essere stato portato a compimento con il seguente consuntivo che comprende anche gli ultimi costi sostenuti nel 2000 oltre a quelli evidenziati nel rendiconto del 1999 sopra specificato: a – Spese per materiali acquistati in Italia b – Spese per materiali acquisiti in loco c – logistiche per trasferimenti e gestione ns. personale Totale
L.
72.000.000
L.
199.000.000
L. 31.000.000 L. 302.000.000
Il periodo trascorso a Gitega per la realizzazione del progetto ora commentato ha dato modo di constatare direttamente quanto gia’ ci aveva ampiamente illustrato mons. Simon Ntamwana l’arcivescovo che nel settembre del 1998 fu ospite della nostra associazione, in particolare lo stato di precarieta’ e di abbandono in cui versano un enorme ed imprecisato numeri di bambini orfani. Questo ha sollecitato il consiglio a considerare quale azione programmare per fare qualcosa che possa aiutare questi “ultimi dopo gli ultimi” ed e’ stato deliberato di procedere per attuare ed incentivare l’adozione a distanza delle famiglie locali che si faranno carico di accogliere questi orfani di strada. Per dare avvio al progetto come associazione si e’ deliberato di interessare 25 famiglie burundesi e questo per consentirci di mettere a regime un minimo di struttura organizzativa con riferimenti locali che saranno i nostri corrispondenti e permettere quindi di espandere a macchia d’olio (questo almeno ci si augura) questa forma di intervento adottivo familiare che riteniamo, meglio di qualsiasi orfanatrofio possa ricostituire l’appartenenza del bambino nel nucleo naturalmente piu’ qualificato: la famiglia. E’ un impegno nuovo per il nostro Gruppo e confidiamo nella sempre maggiore sensibilita’ di ognuno affinche’ sia posibile ridare “Museke” a quei bambini. Il Consiglio Direttivo
Monsignor Simon ed Enrica all’inaugurazione della maternità MUSEKE - 6
Cultura africana ed educazione Nella recente storia culturale dell’Africa si sono succeduti il modello educativo tradizionale, coloniale, funzionale. Oggi il continente è alla ricerca di un nuovo modello che unisca rispetto del passato, benessere per il presente e consapevolezza della mondializzazione dei problemi. a cultura africana, centrata sul concetto di “tradizione”, è profondamente disponibile all’educazione: bisogna sapere ciò che hanno fatto e pensato prima di noi! Nel più sperduto villaggio della savana o della foresta, i bambini vi mostrano con orgoglio il loro quaderno (quando l’hanno) o la lavagnetta (cancellabile e riutilizzabile) con le loro composizioni. Le poche università africane (neanche 100 per 700 milioni di abitanti) traboccano di studenti. Il problema “culturale” dell’educazione in Africa,oggi (lasciando da parte le altre questioni: economiche, politiche, sociali), è quello dei contenuti e delle finalità: cosa insegnare? In vista di quale idea di persona e di società? L’educazione tradizionale, prima del colonialismo, nell’Africa a sud del Sahara, non si impartiva nelle scuole, con l’eccezione dei villaggi islamizzati del Sahel o cristianizzati dell’Etiopia, dove si insegnava il Corano e il Catechismo. I ragazzi imparavano tutto in famiglia: il lavoro casalingo per le femmine e agricolo per i maschi, i riti religiosi, la cultura degli antenati. Pochi giovani (maschi) seguivano particolari corsi di apprendimento: gli artigiani (soprattutto del ferro), i guerrieri, i guaritori e gli indovini, i depositari degli antichi poemi e dei rituali regali che erano obbligati a ricordare perfettamente a memoria. L’obiettivo era il perpetuare la vita del gruppo, ricevuta dagli Antenati e trasmessa alle nuove generazioni. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, l’educazione coloniale scardina questo sistema. Vengono organizzate scuole di tipo europeo, dove si insegna a leggere e a scrivere in lingua locale e in lingua coloniale, dove i contenuti riflettono la cultura del
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popolo colonizzatore (storia, geografia, letteratura, religione della metropoli e non del paese africano), dove l’educazione è finalizzata a favorire gli interessi della nazione colonizzatrice.Nelle colonie francesi e belghe, in genere, viene curata l’educazione di base per tutti, gli inglesi si preoccupano soprattutto di formare una classe intermedia efficiente. Con l’avvento dell’indipendenza, ne-
Far conoscere ai tuoi amici il nuovo progetto NDERANSEKE del gruppo Museke. E’ una operazione di adozione familiare a distanza. Tante persone generose desiderano donare... forse non conoscono o non si fidano. Distribuisci il nostro depliant e sostieni l’iniziativa. E’ un modo di prolungare la gioia del Natale per tutto l’anno.
gli anni Sessanta, anche i modelli educativi cambiano.Vi è la riscoperta della tradizione culturale africana, si diffondono gli studi scientifici e tecnici, nascono le università locali.A livello di base, adattano all’Africa le idee del pedagogista brasiliano Paulo Freire (1921-1997),viene introdotta la cosiddetta educazione funzionale. I numerosi volontari delle Organizzazioni Non Governative (ONG) ne divengono i principali sostenitori: partire dalla situazione concreta delle persone (soprattutto dalla famiglia e dal lavoro agricolo), per renderle, attraverso l’alfabetizzazione, maggiormente coscienti delle proprie possibilità di sviluppo e di benessere. Negli anni Novanta, lo sprofondamento politico sociale del Continente nero, provocato dai conflitti interni e dalla globalizzazione selvaggia dell’economia, mette in crisi anche questo metodo.Esso viene accusato, insieme col volontariato che lo sostiene, di favorire una “visione micro-economica dello sviluppo. Small is beautiful” (rivista “Dialogue”, marzo-aprile 2000, p.37). Non basta, dicono i critici, educare a partire dai problemi quotidiani della gente, ma occorre partire anche dalla consapevolezza dell’ingiusta distribuzione planetaria delle risorse e delle storture del commercio internazionale. Africa in crisi,ma anche Africa madre di speranza. Le istanze presenti nei modelli educativi che si sono succeduti nel tempo,dovranno trovare una sintesi. Faticosamente sta nascendo l’uomo africano,radicato nel passato e preoccupato del presente del suo popolo, ma insieme capace di leggere i problemi sul più ampio scenario delle vicende internazionali. Gabriele Scalmana
Catechesi natalizia per i più piccoli Gioco 2 Seguendo le «funi» trasporta le lettere riportate dentro le stelle nei corrispondenti quadrati. Leggendo in successione le lettere che compariranno nei quadrati, potrai conoscere la parola che dovrai scrivere nello spazio puntinato della pagina successiva.
Gioco 1 Scrivi (in senso orizzontale) le risposte ai quiz dentro lo schema qua-
drettato. A lavoro ultimato, leggendo (dall’alto verso il basso) le lettere che compaiono nelle caselle grigie,
potrai conoscere il vocabolo che dovrai scrivere nello spazio puntinato della pagina successiva.
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