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shade: superfici ritmiche autogrill: isole per viaggiare sicilia: energia sotterranea
sistema grandangolo® hatria
uffici marazzi: la scelta della luce
masterpieces: esfahan il cielo in terra marazzi in triennale
deSign nilo gioacchini
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MARAZZi gROUP
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SOHO MARAZZI
SHADE MARAZZI
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editoriale
Enrico Morteo
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focus
Shade Superfici ritmiche —– Rhytmical surfaces Pop Stripes Jim Lambie —– Jim Lambie
26 mode Spazio ai piccoli! Marazzi alla Fondazione Catella, Milano —– Marazzi at Fondazione Catella, Milano
32 casa marazzi Energia sotterranea Interno in Sicilia —– Sicilian interior
36 interno marazzi La scelta della luce Nuovi uffici Marazzi a Milano —– Marazzi’s new offices, Milan
44 masterpieces Il cielo in terra Le ceramiche di Esfahan —– Isfahan ceramics
50 paesaggi Isole per viaggiare Autogrill Secchia Ovest, Modena —– Secchia Ovest service station, Modena
56 new words ( tecnologie ) Da noia nasce cosa... Tristan Zimmermann —– Birth from boredom… A project by Tristan Zimmermann
In copertina: ceramiche della Collezione Shade di Marazzi. Styling: Studio CZ36. Foto: Leo Torri
—– On the cover: ceramics from the Shade Collection by Marazzi. Styling: Studio CZ36. Photo: Leo Torri
( design ) Sit down, please! Judith van den Boom —– Sit down, please! A project by Judith van den Boom
( design ) Oriente che passione Yonca Akcay —– Oriental passion A project by Yonca Akcay ( arte ) Solidità sperimentale Michael Eden —– Experimental solidity A project by Michael Eden
60 remind Black & White Le collezioni Marazzi tra eleganza e suggestioni optical —– Marazzi series, elegance and optical suggestions
70 corporate ( storie ) Una casa come un ritratto La casa di Elisa Brunella Zardo —– Elisa Brunella Zardo’s home ( eventi ) Marazzi alla Triennale Una seduta infinita - La casa in rosa —– An endless seat - The pink house
75 glossario 76 archivio Centro Stile Marazzi - Righe 1957 —– Marazzi Design Center - Righe 1957
editoriale
Ceramics and design between décor and function La serie Muri di Marazzi fa da sfondo alla sala riunione dei nuovi uffici Marazzi di Milano.
—– The Muri di Marazzi series in the background of the meeting room in the new Marazzi offices in Milan.
È un vero e proprio itinerario quello proposto dal quarto numero di MRZ. Un’occasione per cercare incontri e paesaggi diversi, per costruire relazioni inconsuete attraverso il mondo degli oggetti e dei progetti. È l’incontro della luce e dell’ombra quello messo in scena dalla collezione Shade, l’armonia dei colori scuri e dei toni chiari, della geometria e del ritmo, delle forme sinuose e delle righe multicolori. Una collezione versatile e capace di assecondare le più diverse esigenze senza rinunciare ad una spiccata personalità. Shade è anche l’occasione per incontrare Jim Lambie, uno dei più originali artisti della scena inglese, un virtuoso della manipolazione dello spazio, fra i pochi ad aver saputo trasformare la decorazione in un compiuto linguaggio espressivo. Colore e decoro tornano prepotenti nelle cupole di Esfahan, meta che ci riporta alle origini stesse della terracotta e della ceramica, viaggio in Persia dove gli smalti azzurri e decorati segnano trionfalmente l’incontro della terra e del cielo. Viaggi esotici o più quotidiani, seguendo le rotte delle autostrade d’Italia non si possono dimenticare gli Autogrill, luoghi di sosta e d’incontro, brevi intervalli che interrompono la monotonia del viaggio, oasi contemporanee sulle rotte dei grandi autotreni o lungo le annuali migrazioni verso le agognate vacanze. Viaggi nello spazio ma anche nel tempo: tornare bambini in spazi disegnati alla loro dimensione, luoghi progettati perché tutti possano imparare a muoversi nel mondo usando i cinque sensi e l’intera gamma delle emozioni. Viaggi fra la casa e il lavoro, nei nuovi uffici milanesi di Marazzi e in una casa siciliana, per scoprire che il progetto degli interni oggi non conosce più differenze fra la quiete domestica e l’operosità del fare, declinando un’idea di qualità globale che coniuga efficienza e bellezza, praticità e valore. Un viaggio a colori e in bianco e nero, fra allestimenti e architetture, un itinerario che mostra e suggerisce il linguaggio contemporaneo del progetto. Ancora una volta, un viaggio attraverso il mondo Marazzi è occasione per scoprire l’infinita gamma di situazioni e di soluzioni che si nascondono dietro una superficie di ceramica.
The fourth issue of MRZ proposes an itinerary, an opportunity to look for meetings and different landscapes and to build unusual relationships using the world of objects and design. It is the meeting of light and shade that the Shade collection stages, for instance, with the harmony of dark and light colors, the geometry of rhythm, the curves of forms and of multi-colored stripes. A versatile collection that can respond to the more diverse need without ever giving up on personality. Shade is also the opportunity to meet Jim Lambie, one of the most original artists of the British scene, amongst the few who was able to turn décor into an accomplished expressive language. Color and décor come back once again on the Esfahan domes – a place that brings us back to the very origin of ceramics through a journey in Persia where light blue decorated glazes triumphally mark the meeting of heaven and earth. Exotic or daily trips that follow the routes of Italian motorways and take us to the service stations – places of rest and meetings, short staying that interrupt the monotony of travel, contemporary oasis on the routes of big trucks or of holiday makes. Travels through space and time: to be kids again in spaces that were designed for children so that they can learn and use their senses and emotions. Travels between home and work in the new Marazzi offices in Milan and in a Sicilian home where we discover that there is no longer a difference between designing interiors for domestic and professional life, as if a global idea of harmony between efficiency, beauty, function and value was now truly established. Travel in the world of black and white, amongst exhibits and architectures, an itinerary that shows and suggests a contemporary design language. Once again, a journey through the Marazzi world that becomes an opportunity to find out the infinite array of situations and solutions that hide behind a ceramic surface. EM
Shade Marazzi
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focus
Shade
Shade: in inglese ombra, riparo, sfumatura. Il nome di una collezione è sempre una scelta delicata e il risultato deve essere una equilibrata miscela di descrizione ed evocazione. Occorre che il nome introduca alle qualità dell’oggetto e ne lasci immaginare le caratteristiche. Più che definire, però, il nome deve suggerire, dare un’indicazione e lasciare aperta la possibilità d’immaginare. Nello scegliere un nome, il significato delle parole conta quanto il loro suono che, insieme alle immagini, dà forma ad un paesaggio in cui funzionalità e fantasia convivono e si completano. Nella scelta del nome della collezione Shade, l’alchimia dei suoni rimanda a colori e materia, evoca luci smorzate e solide superfici. Ombre sono le sfumature più scure di una palette di nove colori che spazia dal bianco avorio al nero antracite. Ombre sono il marrone, il bordeaux, il verde intenso, il blu carico: ma non sono mai colori sordi, piuttosto tinte profonde, capaci di giocare con i riflessi che la luce accende sulle superfici.
Shade: in English shelter, nuance. The name of a collection is always the result of a delicate selection that balances description and evocative power. A name needs to introduce the qualities of the object and let the mind imagine its characteristics. Rather than defining, a name must suggest, provide an indication and let the door open for the mind to wonder. While choosing a name, the meaning of words is just as important as their sound that, together with the images, conjures up a landscape in which function and fantasy live side by side. In the choice of the name Shade, the alchemy of sounds evokes colors and materials, soft lights and solid surfaces. Shades are the darker nuances of a nine colors palette that ranges from ivory white to anthracite black. Brown and burgundy are shades, and so is intense green and charged blue: colors that are never dull. Rather, a series of deep chromes that can play with the reflections that light creates on surfaces. foto styling
leo torri natascia vuk
focus
Riparo è la sensazione di sicurezza e di solidità degli elementi
Shade Marazzi
tridimensionali, dove la materia acquista volume e consistenza, quasi fosse irrigidita da eleganti nervature o resa più salda da placche di rinforzo. Sfumature sono gli inattesi accostamenti che nascono dalla presenza dei colori più chiari come l’azzurro, il beige, il grigio chiaro. Campiture distese quasi fossero schermi di aria e di luce. Straordinariamente versatile, Shade è un alfabeto aperto, il perfetto palisensto su cui scrivere storie diverse e con cui costruire inattese atmosfere. Uno spettro di possibilità reso ancora più ampio dalla presenza
Shade
Sulle pareti i motivi ad ellissi diventano una trama sinuosa fatta di riflessi e di concavità The elliptical motifs on the wall turn into a sinuous texture made of reflections and textures
di listelli rigati e multicolori, vibrazioni che possono accendere un’intera parete o sottolineare uno stacco, disegnare una discontinuità. Nel loro insieme, le caratteristiche della collezione offrono una grande flessibilità d’uso, arricchita non solo da un’inconsueta ampiezza della gamma colori, ma soprattutto dai temi suggeriti dagli elementi tridimensionali. Da un lato la forza elegante delle righe con il loro gioco regolare di rilievi e di ombre; dall’altro il ritmo dei motivi ellittici, trama sinuosa fatta di riflessi e di concavità. Stripes e Glossy. Due mondi apparentemente lontani che invece trovano nella collezione Shade un perfetto punto di equilibrio • beige
white
brown
blue
azure
grey
green
bordeaux
black
Cinque colori intensi (nero, verde, marrone, bordeaux, blue) e quattro tonalità chiare (beige, bianco, grigio e azzurro) per una straordinaria versatilità d’impiego —– Five intense colors (black, green, brown, burgundy and blue) and four light tones (beige, white, gray and azure) offer extra-ordinary versatility in use.
Shelter is the feeling of safety and solidity of three-dimensional element, where matter acquires volume and consistency as if it was almost made rigid by smart frames or as if it was more solid thanks to reinforced slabs. Nuances are the unexpected couplings that are born from the presence of lighter colors such as azure, beige, light gray. Wide colored areas like air and light displays. Extra-ordinarily versatile, Shade is an open alphabet, the perfect palimpsest on which to write various stories and built unexpected atmospheres. A spectrum of possibilities that is widened by the presence of striped, multi-colored slab, vibrations that can light up a whole wall or underline a detachment, or draw discontinuity. In the whole, the qualities of the collection offer great flexibility in use, thanks to an unusual variety in the color palette and especially to the themes suggested by the three-dimensional elements. On the one hand, the elegant strength of stripes with their regular game of textures and shades; on the other, the rhythm of elliptical motifs, a sinuous story of reflections and cavities. Stripes and Glossy. Two worlds that are only superficially distant from each other and that find in the Shade collection a perfect balancing point •
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Shade Marazzi
Shade
Campiture distese quasi fossero schermi di aria e di luce Laid out color fields like air and light displays
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Shade
Vibrazioni che possono accendere un’intera parete, sottolineare uno stacco o una variazione Vibrations that can light up a whole wall, underline a detachment or a variation
Shade Marazzi
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Shade
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Shade
Ripple di Toyo Ito per Horm, una panca in legno massello multistrato in cinque diversi legni. L’effetto policromo è ottenuto lavorando gli strati a pantografo
—– Ripple by Toyo Ito for Horm, a bench consisting of five differed types of layered woods. The multi-colored effect
Jonathan Ive, Apple Mighty Ive, 2005
is obtained by working the surface with a pantograph
Shade Marazzi
—– Jonathan Ive, Apple Mighty Ive, 2005
Issey Miyake, Bustino, autunno-inverno 1980
Michele Provinciali, Saponette 1985
Shade Marazzi
—– Issey Miyake, Corset, Fall/Winter 1980
—– Michele Provinciali, Soaps 1985
Shade Marazzi
Intramontabile glossy. Riflessi che seducono, luci che incantano. Il linguaggio della moda plastic fantastic non smette mai di fare tendenza Evergreen glossy. Seductive reflections, enchanting light. The language of plastic fantastic is always trendy
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Shade
Shade
Paul Smith docet. Righe, righine e rigone alla ricerca di un ritmo razionale, giocoso e sempre rigorosamente coloratissimo
Occhiali Shutter Shade
Colonne sull’arteplage di Yverdon-les-Bain
—– Column on the Yverdon-les-Bain Arteplage
Shade Marazzi
Shade Marazzi
Paul Smith docet. Stripes, large and small, in search for a rational, playful and rigorously colorful rhythm
—– Shutter Shade glasses
Alfredo Häberli, collezione da tavola Origo, Iittala
Shade Marazzi
—– Alfredo Häberli, Origo table collection, Iittala
Daniel Buren, To be underlined, 4 dipinti su tela, 1989
—– Daniel Buren, To be underlined, 4 painting on canvas, 1989
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Shade
I colori non sono mai sordi, piuttosto tinte profonde, capaci di giocare con i riflessi che la luce accende sulle superfici Colors are never dumb. They are, rather, deep presences that can play with the reflections that light creates on the surfaces
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Shade
Jim Lambie è un artista irlandese, nato a Glasgow nel 1964. Sin dal 1999 ha iniziato un originale percorso di ricerca, apparentemente decorativo, in realtà incentrato sulla percezione dello spazio. Il suo strumento di lavoro è il nastro adesivo, di strisce di materiale vinilico e colorate. A partire dalla planimetria dei luoghi, Lambie costruisce con il nastro dei pattern colorati, spesso concentrici, che trasformano dinamicamente l’immagine stessa dello spazio. Sebbene siano installazioni bidimensionali, gli interventi di Lambie interagiscono con l’ambiente nel suo insieme, introducendo una sorta di pulsante vibrazione visiva. Ritmo e composizione: il linguaggio di Lambie tradisce la sua formazione di musicista. Dice lo stesso artista: “Quando si ascolta un disco … si entra in uno spazio psicologico. Non si sta seduti a pensare la musica, la si ascolta. Si è immersi nello spazio che la musica costruisce intorno a noi”. Usando un vocabolario di colori squillanti e di effetti quasi onirici, Lambie usa il linguaggio dell’arte per trasfigurare luoghi normali: ogni suo intervento è unico, in quanto costruito a partire dalle forme dello spazio, ma non è riservato ai musei, e si trova a suo agio anche in piccole gallerie d’arte o semplici stanze. Arte come esperienza sensoriale, decorazione come strumento allegramente trasgressivo, senza troppe sovrastrutture teoriche e intellettuali •
Ritmo e composizione: il linguaggio di Lambie tradisce la sua formazione di musicista Rhythm and composition: Lambie’s language unveils his background as a musician
Installazione al MoMA, 2006. —– Installation at MoMA, 2006.
jim lambie: pop stripes
Jim Lambie is an Irish artist, born in Glasgow in 1964. In 1999 he started off on a research journey, apparently focused on décor but in reality centered on the perception of space. He works with cello-tape, stripes of colorful vinyl. Starting from surfaces, Lambie builts colorful patterns with tape, often concentric circles that dynamically transform the image of space itself. His installations are bi-dimensional yet Lambie’s work interacts with the whole of the space and introduces a sort of pulsing visual vibration. Rhythm and composition: Lambie’s language betrays his musical background. The artist says it himself: “When you listen to a music you enter a psychological entity. You do not sit down and think of music, you listen to it. You are immersed in the space that music builds around us”. Using a vocabulary made of bright colors and almost onirical effects, Lambie uses the language of art to transform normal places: each one of his interventions is unique because it is built starting from the shapes of space. Yet it is a language that is not conceived just for museums and that also functions in small art galleries or mere rooms. Art is thus a sensorial experience, and décor is a happily transgressive element, with no theoretical and intellectual superstructures • 18
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La forza elegante delle righe con il loro gioco regolare di rilievi e di ombre The elegant strength of stripes with their regular game of textures and shades
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Shade è un alfabeto aperto con cui costruire inattese atmosfere Shade is an open alphabet in which it is possible to build unexpected atmospheres
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La materia acquista volume e consistenza, quasi fosse irrigidita da eleganti nervature o rivestita da placche di rinforzo Matter acquires volume and consistency as if it was almost made rigid by elegant frames or covered by reinforcing plaques
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SPAZIO AI PICCOLI!
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Seven designers interpret children’s rights by creating playful landscape that are really open to all
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Fondazione Catella, Milano
Sette designer interpretano i diritti dei bambini creando paesaggi ludici aperti (davvero) a tutti
testo laura traldi foto mimmo capurso
Giocare è un diritto dei bambini, lo dice la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia approvata dall’ONU. E far giocare tutti è un dovere della comunità. Eppure spesso il godimento di questo diritto manca nelle città per l’impraticità, insicurezza o semplicemente cattiva progettazione degli spazi pubblici. A questo problema può rispondere la cultura del progetto cui la Fondazione Catella si è rivolta chiedendo a sette designer di realizzare installazioni-gioco, ognuna ispirata ai sette diritti fondamentali dei bambini (diritto al silenzio, agli odori, al selvaggio, all’ozio, a sporcarsi, all’uso delle mani e alla strada) e pensate per bambini con differenti abilità, temporanee e permanenti, in cui si favorisce l’interazione tra l’individuo, i suoi simili e la natura. Per il diritto al silenzio c’è Happy Silence di Antonio Citterio, una casetta in materiale fonoassorbente varcando la cui soglia i bambini si possono riposare e percepire suoni e rumori ovattati, regalandosi così un momento di relax; mentre Matali Crasset ha lavorato sul diritto agli odori realizzando un grande naso di maiale,
Kids ahead! Playing is a children’s right, as the International Convention of Infants’ Rights approved by the UN states. And letting all kids play is one of the duties of the community. Yet it often happens that it is impossible for kids to take full advantage of this right due to the impracticality, lack of safety or merely bad design of public spaces dedicated to them. The design culture can provide a suitable answer to this problem. And that’s why the Catella Foundation addressed its request to seven designers, commissioned with the realization of playful installations inspired by the seven rights of children (right to silence, smells, wilderness, lazyness, being dirty, using hands and being on the road) and suitable for kids with different abilities, temporary or permanent, in which the interaction between people and space flows seamlessly. Working on the right of silence, Antonio Citterio create Happy Silence, a small house covered with phono-absorbing materials. When entering the house,
Sopra e nella pagina accanto. L’installazione di Antonio Citterio che celebra l’importanza del silenzio per i bambini. Intorno all’installazione sono state utilizzate piastrelle stop code e attention della collezione Autonomy di Marazzi. —– Above and next page. Antonio Citterio’s installation that celebrates the importance of silence for children. Stop and attention code tiles from the Autonomy collection by Marazzi were used around the play area.
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Fondazione Catella, Milano A sinistra, dall’alto. La casetta colorata in materiale fonoassorbente progettata da Antonio Citterio in nome del diritto al silenzio. Uno dei due accessi al percorso olfattivo realizzato da Matali Crasset. Una delle sculture di Stefano Giovannoni in cui i bambini possono rifugiarsi e nascondersi. Left, from top. The colorful house is in phono-absorbing material and was designed by Antonio Citterio as a celebration of the right to silence. One of the two accesses to the smell-focused installation by Matali Crasset. One of Stefano Giovannoni’s sculptures where kids can hide.
Da sempre il design è il motore per migliorare la qualità della vita di tutti Design has always been the engine to enhance the quality of people’s lives
nel cui interno pendono a caso dal soffitto dei vasi, pieni di erbe e fiori che permettono di imparare a riconoscere gli odori naturali, in particolare quelli vegetali. Stefano Giovannoni è stato l’araldo del diritto al selvaggio, creando sculture formate dalla aggregazione di sfere in materiale plastico che al loro interno individuano uno spazio dove il bambino può entrare e nascondersi, osservando grandi facce primitive. L’ozio impera invece nel paesaggio creato da James Irvine, sedute a forma di rocce su cui sedersi, arrampicarsi o semplicemente navigare, offrendo ai bambini la possibilità di rilassarsi confrontandosi con forme, texture 28
kids can rest and hear sounds in a cotton-wool environment. Matali Crasset has worked on the right to smell and realized a large pig nose in which vases full of herms and flowers hang freely and help kids learn about natural smells. Stefano Giovannoni was the herald of the right to wilderness and created sculptures from the clustering of plastic spheres. Inside the spheres, children can hide and observe primitive faces looking at them. The landscape by James Irvine is on the contrary the kingdom of lazyness. It consists of rocks on which to sit, climb or merely navigate in order to relax on shapes, textures and colors
e colori che non ritrovano in ambienti cittadini. Da sempre sporcarsi è un diletto di tutti i più piccoli. Per questo Gabriele Pezzini ha creato un tavolo concepito per facilitare l’accesso a tutti, in posizione seduta o eretta con vasche di raccoglimento dove giocare con terra, sabbia e acqua. Si ispira ad un passato in cui la strada era il luogo prediletto per il gioco, il progetto di Franco Raggi, una pista per i “tollini” come forma di emulazione delle corse dei campioni. Realizzato da Marazzi è invece Labirinto, un gioco di strada per nascondersi tra un’entrata e un’uscita. Un semplice percorso di destrezza dove il gioco consiste nel percorrere il tracciato senza
that are normally not part of an urban setting. Being able to get dirty has always been not only a right but also a privilege of little ones. For this reason, Gabriele Pezzini has developed a table conceived for easy access for all both in erected and in sitting position, with collection baths where kids can play with sand, earth and water. Franco Raggi got his inspiration from the time in which children would play in the street and created a track for bottle tops that mimics the races of champions. Labyrinth was developed with Marazzi support. This is a street game in which kids can play between and entrance and an exit, and
Al centro, un primo piano del sistema Autonomy di Marazzi, utilizzato all’interno del progetto. —– Above. A close up of the Autonomy system by Marazzi, used inside the installation.
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Fondazione Catella, Milano A sinistra, dall’alto. Sedute a forma di roccia nel paesaggio marino di James Irvine, pensato per il gioco e il relax. L’interno della casa-maiale di Matali Crasset, con vasi pieni di piante che stimolano l’olfatto. Pagina accanto. Vedute del Labirinto realizzato da Marazzi, un gioco di strada per nascondersi tra un’entrata e un’uscita con pareti rivestite di piastrelle colorate e texturizzate. Left, from above. Seats shaped as rock in the marine landscape by James Irvine conceived for playing and relax. The interior of the pig-house by Matali Crasset with vases full of plants that stimulate the sense of smell. Following page. Two views of the Labyrinth created by Marazzi, a street game in which to hide between and entrance and an exit, with walls covered in tactile tiles.
Un progetto ludico ma allo stesso socialmente impegnato, che guarda al futuro della città A playful project that is also socially engaged and looks at the future of our cities.
errori e senza toccare le pareti alte 120 cm e rivestite di piastrelle colorate. Una piccola architettura senza senso percorribile da tutti e con superfici misteriose e tattili per bambini ipovedenti. Tobia Repossi, infine, ha lavorato sul diritto all’uso delle mani realizzando un gioco-sfida a superare nuovi ostacoli e a mettersi in gioco per chi termina prima il giro, cercando strategie e posizioni per completare nel più breve tempo possibile i percorsi in acciaio. Un progetto ludico, leggero e chiaro ma allo stesso tempo socialmente impegnato che davvero ha usato il design per quello che è: un mezzo per migliorare la qualità della vita. Di tutti • 30
experience their ability to run through the track without touching the 120 cm height walls covered in tiles. It’s a small, senseless architecture that anyone can access with mysterious, tactile surfaces, perfect for blind and visually impaired children. Finally, Tobia Repossi worked on the right to use hands and made a challenging game in which players have to overcome obstacles and end in the shortest possible time the steel tracks. A playful, light project yet at the same time socially engaged that truly used design as a means to enhance people’s quality of life. For all •
Sopra e a destra. Il Labirinto, l’installazione di Franco Raggi sul diritto alla strada realizzata con la collezione Muri di Marazzi nelle varianti Diamanti Granato e Punti Lavagna ed Alabastro. Nel Parco sono anche state utilizzate piastrelle stop code e attention della collezione Autonomy di Marazzi. —– A view on Labirinth by Franco Raggi, on the right to the street, realized with the Muri di Marazzi collection with the Diamanti Granato and Punti Lavagna and Alabastro options. Throughout the park the stop and attention code tiles of the Autonomy by Marazzi collection were also used.
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ENERGIA SOTTERRANEA
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casa marazzi
Interno in Sicilia
Un paesaggio d’interni scarno e minimale, pervaso dalla forza materica del grès a effetto pietra, caratterizza la casa-laboratorio di un professionista siciliano An essential, minimal interior landscape, filled with the material power of porcelain stoneware with stone effect, characterizes the home-lab of a Sicilian professional testo duccio biasi foto sabrina cuomo
In questa pagina. Rivestita con le fasce 30 x 60 cm della serie Percorsi Nero di Marazzi, la quinta che fronteggia il piccolo living è il vero fulcro dell’allestimento. Pagina seguente. Il living a giorno espande lateralmente lo spazio compresso del disimpegno, creando un continuum visivo con l’accogliente e spaziosa cucina.
—– This page. With the 30 x 60 slabs of the Percorsi Nero series by Marazzi, the background that faces the small living area becomes the heart of the layout. Following page. The living area expands the compressed space of the hall and creates a visual continuum with the welcoming, large kitchen.
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Duplicandosi come per gemmazione, un grande appartamento al piano terra di una villa bifamiliare nei dintorni di Milazzo dà origine a due enclave autonome, specchio dei ritmi di vita complementari del padrone di casa: da una parte laboratorio professionale, dall’altra abitazione raffinata e minimale, luogo dell’intimità e del riposo. Arredi dal disegno essenziale, pareti monocromatiche e calibrati ribassamenti caratterizzano il paesaggio degli interni. Una scelta di neutralità che amplifica per contrasto la forza materica della pavimentazione continua in grès porcellanato Stonehenge Black di Marazzi, sulla cui superficie increspata si riversa e si rapprende la luce. La distribuzione pressoché simmetrica dell’appartamento, innervato da un lungo disimpegno rettilineo, è scompaginata da una scenografica quinta rivestita di grès a effetto pietra, punto nevralgico dell’intero allestimento, un inatteso colpo d’occhio trasversale
Underground energy It duplicates itself like a growing gem. The large ground floor flat of a two-families villa near Milazzo creates two single enclaves that act as mirrors for the complementary life styles of the owner. Partly professional studio, partly sophisticated, minimalistic home, a place for relaxation and rest. Essential furniture, mono-chromed walls and calibrated levels of the surfaces are the main characteristics of the interior landscape. A neutral choice that underlines by contrast the power of the material on the floor, porcelain stoneware Stonehenge Black, that catches and retains light on its crispy surface. The symmetric distribution of spaces in the flat, built around a long rectangular corridor, is livened up by a porcelain stoneware covered background with a stone effect that becomes the focus of the whole 33
casa marazzi
Interno in Sicilia
La distribuzione simmetrica è scompaginata da un inatteso colpo d’occhio trasversale, che mette il living in relazione diretta con l’accogliente cucina-sala da pranzo In alto. La cucina è arredata con mobili d’autore dalle forme essenziali. Anche qui il pavimento è rivestito di piastrelle di grès porcellanato 30 x 60 cm della serie Stonehenge Black di Marazzi, finite con fuga nera. Le ceramiche Marazzi sono state fornite da Gianpietro Napoli, Dimensione Ceramiche, Torregrotta (Messina). —– Above. The kitchen is furnished with designer pieces characterized by essential shapes. The floor is here as well covered with porcelain stoneware tiles 30 x 60 from the Stonehenge Black by Marazzi, with black joints. Marazzi ceramics are supplied by Gianpietro Napoli, Dimensione Ceramiche, Torregrotta (Messina).
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che mette in relazione diretta il living con l’accogliente cucina-sala da pranzo. L’illuminazione radente che scende a cascata lungo la parete evidenzia la texture naturale delle fasce modulari Percorsi Nero di Marazzi e ne esalta la variabilità strutturale con un riuscito effetto prospettico. Concepita come un tranquillo buen retiro dalle fatiche del lavoro, allestita su progetto dell'architetto Claudio Romagnolo, l’abitazione è pervasa in realtà da un’energia sotterranea che genera atmosfere calde e confortevoli, ideali per ritemprare la mente prima ancora che il corpo •
layout, like an unexpected element that connects the living area directly with the kitchen-dining room. The skimming light bathes the wall like a waterfall and underlines the natural texture of the modular bands Percorsi Nero by Marazzi and their structural variations thanks to a prospective effect. Conceived as a pleasurable buen retiro from work, the house projected by architect Claudio Romagnolo is thus filled with an underground energy that generates warm, comfortable atmospheres, ideal for regenerating the mind as well as the body. •
The symmetric distribution is interrupted by an unexpected element that connects the living area directly with the welcoming kitchen-dining room In alto. Le nicchie e le mensole in muratura del living hanno permesso di integrare nell’allestimento alcuni oggetti d’epoca del padrone di casa. A destra. Concepita come un “tempio del riposo”, la camera da letto è priva di armadi e dominata dalla parete di fondo di colore marrone.
—– Above. The wall niches and shelves in the living area have made it possible to include vintage pieces in the home décor. Right. The bedroom, conceived as a temple of rest, has no wardrobes and it is characterized by a background brown wall.
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Uffici Marazzi, Milano
Nel cuore della Milano degli affari, della moda e del design i nuovi uffici Marazzi declinano i luoghi del lavoro con la qualità e la cura di un ambiente domestico In Milan, in the heart of the city that pulses for business, fashion and design, the new Marazzi offices interpret work areas with the quality and care of a domestic environment testo enrico morteo foto leo torri
Corso Europa a Milano è una di quelle strade nelle quali sembra di poter leggere con particolare immediatezza la densità stratigrafica della storia di una città, esempio perfetto dei tagli chirurgici che la modernità ha inferto nel cuore di tanti centri storici europei nel nome delle pressanti esigenze del traffico, dei nuovi modi di vita, del desiderio di spazi più ariosi, luminosi e salubri. Sospeso fra le vestigia di storici e densi quartieri arroccati attorno a superstiti palazzi e ombrose basiliche e nuove piazze disegnate dal flusso delle auto o dalle scale delle stazioni della metropolitana, corso Europa è una cortina di nuovi edifici funzionali affacciata però su scampoli di storia e di grazia. Qui, in un edificio degli anni Sessanta, il gruppo Marazzi ha aperto la nuova sede milanese, scegliendo di stare non solo al centro della città degli affari ma anche vicino alla città delle mode, dei consumi, del design. Affidato all’architetto Patrizia Cagliari, il progetto dei nuovi 36
The choice of light. Marazzi’s new offices in Milan Corso Europa in Milan is one of those streets in which it seems possible to read with particular clarity the layered history of a city that, like many other European centers, has suffered undergone several surgeon-like cuts inflicted by modernity in the name of pressing traffic and lifestyle needs, and of the desire to have more airy, light and healthy spaces. Suspended between remains of ancient and densely populated areas hung on left-over palaces, shady basilicas and new squares designed by the flow of cars or by the escalators of tube stations, corso Europa is a façade of new functional buildings, looking out on remains of history and grace. Here, in a 1960s building, Marazzi Group has opened its new Milanese headquarters, hence choosing not only to be in the heart of the business area of the city but also in that of fashion, consumption and design. Designed by architect Patrizia
LA SCELTA DELLA LUCE NUOVI UFFICI MARAZZI A MILANO
In queste pagine la grande sala riunione con le ampie finestre affacciate sul paesaggio della città. La parete di fondo è rivestita con la serie Muri di Marazzi.
—– In these pages, the great meeting room with large windows looking out on the city. The wall at the back is covered with the Muri di Marazzi series.
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interno marazzi
Uffici Marazzi, Milano
La reception di fronte all’entrata occupa una posizione centrale rispetto alla distribuzione degli uffici The reception in front of the entrance is in a central location, amongst the offices
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uffici valorizza sia gli spazi di lavoro che la grande sala riunioni sfruttando le lunghe vetrate dell’edificio, scenografico affaccio verso la città ma anche apertura verso il cielo e la luce. Dalla relazione del progettista Una delle principali esigenze della società, nella scelta dei nuovi uffici, era la possibilità di realizzare una grande sala riunioni. Sulle planimetrie questo appariva realizzabile in quanto i nuovi spazi permettevano diverse soluzioni distributive. Su questa base il progetto ha potuto prevedere anche ampi uffici, una reception facile da gestire, in posizione centrale di fronte ad una porta d’ingresso con vetrata oscurabile, e ampi spazi di servizio. Resisi accessibili i locali, ci siamo invece trovati in mezzo a piccoli spazi affollati e tortuosi;
Cagliari, the new offices leverage on the long windows to give life to the meeting room, providing scenic lookout posts on the city as well as on the sky and on light. From the architect’s report One of the company’s main requirements in the choice of new offices was the possibility to realize a great meeting room. On the plan this seemed to be possible thanks to the availability of different options for space distribution. The project also included wide offices and an easy to manage reception and service area, located centrally in front of the entrance, secluded by a glass wall that can be darkened when needed. Once we actually entered the building, we found ourselves amidst small, crowded,
La zona ingresso e segreteria posta al centro del corridoio di distribuzione. Sulla parete una composizione realizzata con la collezione Le Lacche di Marazzi.
—– The entrance and reception area at the center of the hall. On the wall, a composition created with the collection Le Lacche by Marazzi.
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interno marazzi
Uffici Marazzi, Milano
Per dare risalto al valore della ceramica, ogni stanza limita il rivestimento ad una sola parete, che diventa un grande arazzo decorato: a destra la collezione Soho Marazzi, a sinistra la collezione Satin Ragno.
—– In order to underline the value of ceramics, only one wall in each room was decorated, like a hanging tapestry. Right the Soho Marazzi collection, left the Satin Ragno collection.
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sembrava difficile poter arrivare a un buon risultato, ma poi, con la fattiva collaborazione della società proprietaria e dei suoi tecnici e impresari, tutto si è svolto secondo i piani prestabiliti. Per la realizzazione dei nuovi locali si è proceduto alla demolizione completa delle pareti mobili esistenti, che sono state sostituite da nuove pareti isolate acusticamente, e al sezionamento del nuovo impianto di climatizzazione. I lavori impiantistici sono stati particolarmente curati, in modo da poter gestire al meglio le nuove esigenze tecniche che potranno via via presentarsi. Concluse le opere strutturali si è proceduto a caratterizzare gli spazi utilizzando il colore: le pareti sono state dipinte in color sabbia, le porte sono state scelte in wengè, per tutti
winding spaces and the realization of the wished solution seemed quite difficult. Thanks to the active approach of the company, its technicians and managers, in the end we actually managed to achieve what we wanted. In order to create new spaces, we had to do away with all existing mobile walls that were replaced by new ones, acoustically isolated. The new air conditioning system also had to be sectioned. Structural systems were particularly looked after in order to guarantee the correct management of situations that would sooner or later arise. Once the structural work was completed, we had to characterize spaces using color: walls were painted with a sand color while doors are in wengé. For all floors, we used a dark
Sulle pareti color sabbia si staccano come grandi arazzi i rivestimenti in ceramica, diversi in ogni singolo ufficio On the sand colored walls ceramic coverings are like hanging tapestries, different in every office
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interno marazzi
Uffici Marazzi, Milano
Nei servizi sono stati usati a parete i listelli della serie Shade bianchi e i sanitari Hatria serie Fusion, e lavabo Area in diverse misure Restrooms feature white Shade slabs on the walls and sanitary fixtures by Hatria Fusion as well as Area washbasins in different sizes
Nella pagina precedente. Particolarmente curate le zone di servizio. Nei bagni i sanitari Hatria della serie Fusion e i lavabi Area in diverse misure sono accoppiati a rivestimenti della serie Shade Marazzi. Per tutti i pavimenti, compresi quelli dell’office e del corridoio, è stata scelta una ceramica di grande formato della collezione Revision Ragno.
—– In the previous page. Particular care was put in the design of restrooms and service areas. In the bathrooms, Hatria Fusion sanitary fixtures were used, together with Area sinks in different sizes, coupled with wall covering from the Marazzi Shade series. For all floors, including in the offices and in the hall, large format tiles by Ragno Revision collection were used.
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i pavimenti è stata usata una ceramica in grande formato, Revision della Ragno, colore marrone testa di moro, un grès porcellanato smaltato con un effetto di chiaroscuro molto elegante. La ceramica è stata usata anche in verticale: ogni locale ha una parete rivestita con un materiale diverso, dai grandi bolli della serie Le Lacche agli effetti a rilievo dei Muri di Marazzi, dal mosaico molto moderno della serie Soho al classico disegno damascato Satin di Ragno. Nei servizi sono stati usati a parete i listelli della serie Shade bianchi e i sanitari Hatria serie Fusion e lavabo Area in diverse misure. I mobili sono della ICF e le lampade della Flos. Come arredo iconografico degli spazi comuni sono stati utilizzati ingrandimenti di foto dell’archivio storico dell’azienda •
brown ceramic tile covering, a glazed porcelain stoneware with a light-dark effect that is very elegant. Ceramic was used also for the walls. Each room is covered with a different material ranging from the big circles of the Le Lacche series to the textured effects of the Muri di Marazzi series, from the very modern Soho series to the classic damasque Satin drawing by Ragno. Restrooms feature white slabs of the Shade series and sanitary fixtures by Hatria (Fusion series) as well as the Area washbasins. Furniture is by ICF and lighting by Flos. Hanging on the walls, as iconographic décor, there are blow ups of photographs from the historical archive of the company • 43
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masterpieces
Le ceramiche di Esfahan
IL CIELO IN TERRA
Interamente rivestiti di una preziosa pelle smaltata, le cupole e i minareti della fiabesca città di Esfahan risplendono nella luce intensa dell’altopiano, che ne esalta le sinuose decorazioni e le tonalità insolite e delicate Thoroughly covered with a precious glazed skins, the domes and minarets of the fairy-tale city of Isfahan shine in the intense light of the highlands that celebrates their sinuous decors and unusual, delicate tones testo foto
Sopra. Costumi tipici persiani del XVII secolo in un’ incisione di Sir John Chardin, XVII secolo. In alto. Lo scià Abbas I in un affresco del Palazzo di Chihil Sutun a Esfahan (Da Islam, art and architecture, a cura di Markus Hattstein e Peter Delius, In questa pagina. Particolare
Tandem Verlag 2007).
del fronte est della grande
—– Above. Typical Persian costumes
piazza, dominato dalla cupola
from the 17th century in an engraving
della moschea di Lutfallah.
by Sir John Chardin, 17th century.
—– In this page. A detail
Top. Shah Abbas I in a fresco of Chihil Sutun
of the Eastern front of the great
Palace in Esfahan (From Islam, art and
square, dominated by the
architecture, edited by Markus Hattstein
cupola of the Lutfallah mosque.
e Peter Delius, Tandem Verlag 2007).
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Regale e austera nel ritmo interminabile dei portici in mattoni color ocra, delicata e preziosa nelle pelli tese delle cupole e dei minareti rivestiti di smalti multicolori, che svettano sulla città creando scorci fiabeschi e quasi onirici. Così, piena di fascino e di contrasti, appare l’immensa spianata del Maidan nel cuore di Esfahan, un tempo capitale del favoloso regno di Persia e oggi uno dei tesori dell’esclusiva World Heritage List dell’Unesco. Una città in posizione felice, immersa in una conca verdeggiante ritagliata nelle desolate steppe dell’altopiano iranico, che deve molto della sua celebrità alla straordinaria inventiva dei suoi artisti nel plasmare l’argilla – unico materiale locale – per ricavarne edifici di notevole bellezza e superbe decorazioni in ceramica. Se si eccettua la breve parentesi dei Selgiuchidi, che nel Medioevo la elevano per un secolo a centro del loro impero sviluppando una fiorente produzione di maioliche, l’apice
duccio biasi robert harding, chris rennie
Sky on earth Royal and austere in the endless rhythm of its arcades in ochre-colored bricks, delicate and precious with its skins, stretching from domes and minarets covered in multi-colored glazes that tower the city and create fairy-tale, almost dream-like corners. Thus appears – enchanting in its wealth of contrasts – the immense square of Maidan in the heart of Isfahan, the once capital of the wonderful Persian kingdom and now treasure of the exclusive World Heritage List of UNESCO. A town in a happy location, immersed in a green valley, carved in the desolate areas of the iranic highlands, celebrated for the extra-ordinary inventiveness of its artists who, working local clay (the only material available here) were able to create wonderfully beautiful buildings and superb ceramic decors. Apart from the brief period of the Seljuks, who in the Middle Ages 45
masterpieces
Le ceramiche di Esfahan
La luce limpida e intensa dell’altopiano mette in risalto l’estrema finezza dei disegni ottenuti con la preziosa tecnica del mosaico The clear, intense light of the highlands underlines the extreme fineness of the drawings obtained with the precious mosaic technique
A fianco. Planimetria di Esfahan con indicati gli edifici costruiti dai Safavidi. A sinistra. La Corte interna della Moschea dello Scià in un’incisione dell’architetto francese Pascal Coste, 1841; particolare della stessa corte (Illustrazioni da Islam, art and architecture, a cura di Markus Hattstein e Peter Delius, Tandem Verlag 2007).
—– On the side. Plan of Isfahan with the buildings erected by the Safavids. Left. Inside court of the Shah’s mosque in an engraving of French architect Pascal Coste, 1841; a detail of the same court (Drawings from Islam, art and architecture, edited by Markus Hattstein e Peter Delius, Tandem Verlag 2007).
dello splendore giunge per Esfahan nel XVI secolo, quando la dinastia dei Safavidi la sceglie nuovamente come capitale e la sottopone a un’imponente trasformazione urbanistica che le varrà il soprannome di “perla dell’Islam”. L’ambizioso ridisegno intrapreso dopo il 1590 dallo scià Abbas I il Grande ha come fulcro il Maidan, la nuova “piazza del Disegno divino”: un invaso ampio come venti campi da calcio ai cui lati si aprono gli iwan, scenografici portali che danno accesso a due grandi moschee, al bazaar e al palazzo reale. Brulicante di vita a ogni ora del giorno e rischiarata da 50.000 lanterne di notte, affollata di mercanti di spezie, vasi e tappeti e animata in continuazione da parate, tornei di polo e concerti, la piazza diventa presto il palcoscenico principale di quella cultura cosmopolita, esotica e amante del lusso che alimenterà per due secoli nell’immaginario europeo il mito della Persia. Ma ad accrescere 46
made it the center of their empire and developed the production of majolica, the highest moment of splendor for Isfahan was in the 16th century when the Safavid dynasty selected it as its capital and carried out a thorough urban remake that turned it into the Pearl of Islam. The ambitious redesign carried out soon after 1590 by Shah Abbas I The Great had the new square of Divine Design, the Maidan, as its core. An area as big as 20 football pitches on whose sides iwans open, scenic portals that provide access to the mosques, the bazaar and the royal palace. Bubbling with life at all hours of days and nights and enlightened by 50,000 lanterns at night, crowded with spice merchants and sellers of vases and carpets, continuously busy with parades, tournaments and concerts, for two centuries this area fuelled the myth of Persia in European minds,
Dettaglio della corte interna della Moschea del Venerdì, nella città vecchia, capolavoro dell’architettura selgiuchide. Il rivestimento in ceramica a mosaico risale al XVII secolo.
—– Detail of the inner court of the Friday Mosque in the Old City, masterpiece of seljuks architecture. The mosaic ceramic covering is from the 17th century.
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masterpieces
Le ceramiche di Esfahan
Come una pelle tatuata iscrizioni, pattern geometrici e arabeschi floreali risaltano sui fronti degli iwan Like a tattooed skin, inscriptions, geometric patterns and arabesques shine out from the iwans’ fronts
A sinistra. Tappeto Ardabil, tessuto nel 1540 nell’Iran del nord, il più famoso tra tutti i tappeti persiani (Da Islam, art and architecture, a cura di Markus Hattstein e Peter Delius, Tandem Verlag 2007). Sotto. Cupola principale della Moschea dello Scià.
—– Left. Ardabil carpet, from 1540 Northen Iran. The most famous of all Persian rugs (From Islam, art and architecture, edited by Markus Hattstein e Peter Delius, Tandem Verlag 2007). Below. Main dome of the Shah’s mosque.
l’incanto e l’eleganza della nuova città sono soprattutto i rivestimenti architettonici in ceramica smaltata, che raggiungono in epoca safavide uno dei vertici assoluti della storia dell’arte islamica. Se i Selgiuchidi, maestri insuperabili nell’uso del mattone, ne avevano fatto lo sfondo “neutro” per occasionali inserti in ceramica turchese con iscrizioni sacre e motivi geometrici, con i Safavidi la decorazione prende decisamente il sopravvento e moltiplica la gamma di colori e di stili. Come una pelle tatuata iscrizioni, pattern geometrici e arabeschi floreali avvolgono le basi e i fusti dei minareti, si insinuano sotto le preziose volte a stalattiti degli iwan, risvoltano sui fronti adiacenti e si protendono sulle slanciate calotte delle moschee in un perfetto contrappunto di motivi e tonalità. Nella luce limpida e intensa dell’altopiano i colori appaiono brillanti e mettono in risalto l’estrema finezza dei disegni ottenuti con la preziosa tecnica del mosaico, utilizzando frammenti di piastrelle composti secondo un disegno prestabilito che annovera fino a sette colori. A un sistema più economico chiamato haft rangi, che consiste nel dipingere le piastrelle già cotte con vari colori separati da linee di smalto nero in modo che non si mescolino tra loro durante la seconda cottura, si fa ricorso invece per le superfici meno pregiate, ottenendo ugualmente composizioni di grande effetto che testimoniano di una delle più grandi civiltà artistiche della storia. • 48
conjuring up images of cosmopolitan, exotic and luxurious lifestyles. But it is the glaze coverings of its architectures that contribute the most to the enchanted look of the city that during the Safavid time reached an absolute peak in Islamic art history. The Seljuks were great masters in using bricks and made it the “neutral” background for occasional Turquoise ceramic inserts with holy writings and geometric drawings. But it was with the Safavids that décor truly gained space and importance, with a great widening of color palettes and styles. Like a tattooed skin, inscriptions, geometric patterns and floral arabesques wrap the basis and the bodies of the minarets and slide under the precious stalactite vaults of the iwans, turn on the side surfaces and head towards the slender domes of the mosques in a perfect contrast of motifs and tones. In the clear light of the plateau, colors are bright and underline the extreme fineness of drawings obtained with mosaics composed of fragments of tiles, using up to seven colors. A more economic approach called haft rangi was used for less precious surfaces. This consists in painting cooked tiles with several colors kept separate by black glazed lines so that they don’t mix in the cooking process. Despite the different process, results were nonetheless astonishing in their beauty, witnesses of one the greatest artistic civilizations in history. •
Arabeschi geometrici e floreali sul fronte d’ingresso della Moschea dello Scià.
—– Arabeschi geometrici e floreali sul fronte d’ingresso della Moschea dello Scià.
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paesaggi
Autogrill Secchia Ovest, Modena
ISOLE PER VIAGGIARE
Che la destinazione siano le vacanze, un appuntamento di lavoro o una visita a persone care, la sosta in autogrill è da sempre parte integrante dei riti del viaggio su strada. Identico nel concept in ogni angolo della penisola, imitato più o meno felicemente negli altri paesi europei, l’autogrill è un’invenzione tipicamente italiana, ancorata ai miti fondanti del boom economico: la rete autostradale come simbolo di civilizzazione, la spensieratezza delle vacanze di massa, l’espandersi dei nuovi consumi e di nuove abitudini alimentari. Valori che trovano un’originale sintesi architettonica ed estetica nei celebri ristoranti a ponte o nelle rotonde vetrate, scenografica evoluzione dei primi chioschi della fine degli anni Quaranta. Oggi gli autogrill sono nodi insostituibili della metropoli diffusa, alimentata da una linfa
Travel islands Whatever the purpose of travel – holidays, business, family visits – a stop in a service station seems to be always an integral part of the ritual of journey on the road. Identical in all corners of Italian peninsula, and mimicked in many other European countries, the “autogrill” (Italian branded service stations on the highways) is a typically Italian invention, anchored to the founding myths of the economic boom: the motorway as a symbol of civilization, the happiness of mass holidays, the rise of consumption and of new culinary habits. All these values find an original synthesis – both architectural and aesthetic – in the famous restaurants shaped as bridges or surrounded by circular glass walls, positioned as a scenographic evolution of the first kiosks of the late 1940s.
La zona bar e ristoro veloce, che fiancheggia una piccola piazza, è pavimentata interamente in piastrelle di grès porcellanato Biotite 40 x 40 cm della collezione Graniti di Marazzi.
—– The bar and fast food area located beside a small square is thoroughly covered with porcelain stoneware tiles Biotite 40 x 40 cm of the Graniti Marazzi collection.
testo foto
duccio biasi mimmo capurso
Nodi primari della metropoli diffusa assediata dal traffico, gli autogrill diventano spazi di decompressione che stimolano tutti i sensi e gratificano i nostri desideri di consumo Primary crossroads of diffused urbanization, service stations are now decompression areas that stimulate our senses and reward our consumption needs
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paesaggi
Autogrill Secchia Ovest, Modena
che scorre incessante lungo le autostrade e le tangenziali e si addensa nei centri commerciali, nelle multisale, nei templi del divertimento notturno. Così da semplici punti di ristoro sono diventati un arcipelago di “isole felici” nel perenne assedio causato da una motorizzazione sempre più pervasiva; luoghi in cui i processi vitali si riattivano dopo la lunga permanenza nell’involucro ermetico dell’automobile, sotto lo stimolo di allestimenti che coinvolgono tutti i sensi e predispongono all’allegria. Sottofondi musicali e profumi di cibi, colori accesi e luci calibrate, schermi multimediali e servizi sovradimensionati, tutto converge nel proporre un’esperienza intensa e concentrata, in un calcolato equilibrio di comfort e seduzione che raggiunge il culmine nello spettacolo
Autogrill today are irreplaceable elements of the diffused metropolis, fuelled by the continuous presence of people along motorways and circular urban roads, within commercial centers, cinemas, and all sorts of temples of night entertainment. Hence these places slowly turned into “happy islands” located in the never-ending flow of traffic. Places in which vital needs are re-activated after a long staying in the closed up environment of the car, under the stimulus of layouts that involve all senses and provide joy. Background music, food smells, bright colors and a whole range of services: all is there to provide for an intense and concentrated experience, in a calculated balance of comfort and seduction
Le tonalità calde e morbide del tappeto di grès creano un’atmosfera di comfort quasi The warm, soft tones of the porcelain domestico stoneware carpet creates a comfortable atmosphere… almost domestic style
Resistenza al calpestio, facilità di pulizia e proprietà antiscivolo sono le doti principali richieste alla pavimentazione degli autogrill.
—– Resistance to use, ease of cleaning and anti-slip qualities are the main requirements for service station tiles.
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paesaggi
Autogrill Secchia Ovest, Modena
strabiliante delle merci affastellate sugli scaffali. Accanto ai quali, tra acquisti d’impulso e gadget stagionali, va in scena ogni giorno una delle rappresentazioni più caratteristiche del senso di appagamento offerto dal consumo. La stessa performance interpretata dalle migliaia di inconsapevoli attori che percorrono in ogni direzione il piccolo mall e le zone di ristoro dell’area Secchia Ovest, lungo l’Autostrada del Sole, tracciando sul pavimento una mappa effimera fatta di bisogni, di impulsi e di relazioni. Una sfida ai massimi livelli in termini di resistenza al calpestio che le piastrelle di gres porcellanato Biotite della collezione Graniti di Marazzi affrontano con assoluta naturalezza, creando una superficie morbida e cromaticamente non invasiva che valorizza gli allestimenti e rievoca un po’ di quel comfort domestico che è all’origine e alla conclusione di ogni viaggio.•
who reaches its climax in the amazing show of goods on the shelves. Here, next to impulse purchases and temporary gadgets people everyday manage to fulfill their sensory purchase needs. The same performance is also interpreted, on a daily basis, by the unconscious actors who approach and enter the mall and restoration area of Secchia Ovest, on the Sun Highway in Italy. With their walks, they trace an ephemeral map of needs, impulses and relations on the floors that need to respond to this amazing challenge with a solid material. Thanks to the use of porcelain stoneware tiles Biotite of the Graniti collection by Marazzi, these surfaces create a soft and chromatically not invasive environment that underlines the layout and evokes a little domestic comfort that is always at the beginning and at the end of every journey •
Il calcolato equilibrio tra comfort e seduzione raggiunge il culmine nello spettacolo strabiliante delle merci affastellate sugli scaffali The calibrated balance between comfort and seduction reaches its climax in the amazing display of good on the shelves Grandi cariche di esercizio per i pavimenti rivestiti in piastrelle Biotite 40 x 40 cm di Marazzi. I servizi igienici sono particolarmente luminosi grazie al pavimento in piastrelle di gres Emerald 20 x 20 cm Graniti di Marazzi e ai rivestimenti a parete in gres Aliterio levigato 30 x 60 cm della serie Fossili di Marazzi.
—– Heavy duty for all floors, which are covered with tiles Biotite of Marazzi 40 x 40 cm. The restrooms are particularly light thanks to the tiles floor Emerald 20 x 20 cm of the Graniti by Marazzi and by the wall covering in Aliterio stoneware 30 x 60 cm from the Fossili series by Marazzi.
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( tecnologie ) new words
new words ( design )
Aveva un lavoro sicuro, come senior designer in una multinazionale della bio-medicina. Poi la diagnosi: cubicalia feverum, febbre da cubicolo, da noia mortale e da mancanza di stimoli creativi. Per questo Tristan Zimmermann, canadese, ha iniziato la sua avventura nel design in solitario fondando Science and Sons, una piccola azienda che ha come scopo “la progettazione di oggetti che non ci sono”. Da questa dichiarazione di intenti è nato il grammofono per iPod, recentemente visto a Milano durante il Salone del Mobile nel Temporary
da noia nasce cosa...
Store di Charles e Marie in Zona Tortona. Interamente realizzato in ceramica, il grammofono unisce l’estetica rétro
al fascino dell’high tech, offrendo anche – grazie alle
proprietà naturali della ceramica – una buona qualità di resa acustica. L A U R A
TRALDI
Sedie e sgabelli dalla seduta irregolare, pensata osservando il modo in cui il corpo si sposta per cercare la posizione più comoda. Le ha create la giovane designer olandese Judith van den Boom durante un suo soggiorno in Cina, colpita dalla grande capacità dei cinesi di inventarsi sedute di tutti i tipi, utilizzando materiali svariati. Per le sue sedute “ispirate alla spontaneità della vita cinese”, Judith ha lavorato insieme ad artigiani locali e ha utilizzato due materiali cari alla tradizione cinese – legno e porcellana. Secondo un approccio ormai sempre più diffuso nella sperimentazione progettuale di East Meets West. L A U R A
Sit down, please!
Birth from boredom… He had a steady job as senior designer in a bio-medical corporation. Then the diagnosis struck him: cubicalia feverum, cubicle fever, coming from intense boredom and lack of creative stimuli. For this reason,
Sit down please! Irregular chairs and stools, conceived by observing the way in which the body moves and looks for the best possible position.
Tristan Zimmermann from Canada started his adventure as a freelance designer and founded Science and Sons, a small company that aims at “designing objects that are not there”. The first newborn
They were created by young Dutch designer Judith van den Boom
from this declaration of intent was the iPod gramophone, recently seen
during her journey in China were she was pleasantly surprised by the great capacity
a the Milan Furniture Fair at the Charles and Marie Temporary Store
of the Chinese to invent all sort of seating. In order to develop her chairs,
in Zona Tortona. Thoroughly realized in ceramics, the gramophone puts
“inspired by the spontaneity of Chinese life”, Judith worked with local craftsmen and used
together a retro look and high tech fascination also offering – thanks
two materials that are dear to the Chinese tradition – wood and porcelain.
to ceramics’ natural features – a good acoustic sound.
Following an approach – now more and more appreciated – of East Meets West. www.scienceandson.com
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TRALDI
www.judithvandenboom.nl
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( design ) new words
new words ( arte )
Oriente che passione Un lavandino che è anche un mobile. La ceramica che incontra il legno in un mélange di decori tra l’astratto contemporaneo e lo stile ottomano tradizionale. È il Washbasin – semplicemente, Lavandino – della giovane designer Yonca Akcay
Josiah Wedgwoodn’t fu uno dei padri della rivoluzione industriale. E Michael Eden, ricercatore al Royal College of Arts, dedica a lui la sua linea di zuppiere che riprendono originali del XIX secolo, realizzate però con tecniche di prototipazione rapida utilizzando materiali ceramici che non richiedono cottura. “Perché oggi siamo di fronte ad una sorta di seconda rivoluzione industriale”, dice Eden, “quella che ci offre la prototipazione e la produzione rapida, finora poco studiata nel settore della ceramica, che cambiano il modo di pensare alla manifattura”. Il risultato? Grazie all’uso di un particolare tipo di ceramica, Eden è riuscito a creare oggetti non solo economici e veloci da realizzare ma anche solidi, sconfiggendo così la tradizionale fragilità dei prototipi. L A U R A
TRALDI
Solidità sperimentale
di Istanbul che da qualche anno espone con la collettiva 389g, venuta alla ribalta internazionalmente grazie alla presenza alla Istanbul Design Week. Un oggetto accattivante e squisitamente femminile che mette in risalto il ruolo ancora primario
Oriental passion. A sink that is also a piece of furniture. Ceramics meet wood in a mix of decors in which contemporary abstraction and ottoman style live together.
della ceramica nell’ambiente bagno, elevandolo a motivo decorativo semi-prezioso. LAURA TRALDI
inspired by originals of the 19th century but realized with rapid prototyping techniques using special ceramic materials that require no cooking process. “Because we are now in front of a new revolution”, says Eden, “the one that rapid prototyping presents us
The result is Washbasin by the young Turkish designer
with and that so far has not been fully applied
Yonca Akcay from Istanbul, recently known for her presence
to the ceramics sector”. The result? Thanks to these
at Istanbul Design Week within the 389g collective.
processes, Eden was able to develop economically
An appealing and wonderfully feminine object that
interesting objects that are also solid and
underlines the primary role of ceramics in the bathroom,
defeat the traditional fragility of prototypes.
making it a precious decorative element. www.389g.com
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Experimental solidity. Josiah Wedgwoodn’t was one of the fathers of the Industrial Revolution. And Micheal Eden, researcher at the Royal College of Arts, dedicates to him his collection of bowls
www.edenceramics.co.uk
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remind
black & white
Colore / non-colore. Il bianco e il nero occupano da sempre una posizione particolare nel mondo dei colori. Più che una tinta, il bianco è immagine di luce, purezza, vita. Il nero invece è identificato con l’assenza di ogni colore, è oscurità e tristezza. In realtà, assoluti e saturi, bianco e nero segnano solo gli estremi del campo simbolico dei colori. Eppure, combinati insieme, il bianco e il nero danno luogo a rappresentazioni del mondo talvolta più verosimili di quelle descritte dai colori. Cinema e fotografia ci hanno consegnato una realtà in bianco e nero di straordinaria forza e suggestione. Quello in bianco e nero è un universo modernissimo, sintetico e sorprendente, contrasti che svelano però inattese sfumature. Bianco e nero, quasi la realtà fosse un progetto messo su carta, ma anche un’illusione ottica, una vibrazione che inganna e confonde. Bianco e nero, un ritmo, una geometria, un’elegante modulazione della luce con cui costruire lo sfondo per tutti i colori del mondo.
BLACK & WHITE 2
3
1
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Color / non-color. Black and white have always played a particular role in the world of colors. More than anything else, white is a symbol of light, purity and life. Black is an absence, it is darkness and sadness. In reality, as absolute and full identities, white and black are merely the extremes of the symbolic field of colors. Yet when combined, black and white provide a whole range of representations of the world – strong and suggestive ones. The black and white universe is hyper-modern, synthetic and full of contrasts that also unveil unexpected nuances. Black and white, almost an optical illusion, a vibration that tricks and mixes up your mind. Black and white, a rhythm, a geometry, an elegant modulation of light to use to create a background for all the colors on earth.
1 M5 PC 20x20 cm 2 M5 PR 20x20 cm 3 MJ KT FOLK BIANCO 18x36 cm
MJ KZ FOLK BIANCO LISTELLATO 18x36 cm
MJ K5 FOLK BIANCO RIGATO 18x36 cm
4 MG VU BLACK RETE 32,7 x 32,7 cm (GLASS MOSAIC) 5 MG WL WHITE RETE 32,7 x 32,7 cm (GLASS MOSAIC) 6 M5 PJ 20x20 cm
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black & white
“Qui êtes-vous Polly Maggoo?” di William Klein, 1986. In basso. Un abito della collezione primavera-estate 1965 di André Courrege sulla copertina della rivista inglese The Observer.
—– Left. A frame from the fmovie “Qui êtes-vous Polly Maggoo?” by William Klein, 1986. Below. A garment from the S/S 1965 collection by André Courrege on the cover of the English magazine The Observer.
Photo Massimo Costoli, Punto Immagine
A sinistra. Un’inquadratura dal film
Still life Mimmo Capurso
remind
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FASHION
1
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A destra. 1 MK QM FASHION BLACK ONDA 2 18x36 cm
MK V6 FASHION BLACK 33,3x33,3 cm
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2 MK QC FASHION WHITE ONDA 1 18x36 cm 3 MK QC FASHION WHITE ONDA 1 18x36 cm
MK QE FASHION BLACK ONDA 1 18x36 cm
4 MK QK FASHION WHITE ONDA 2 18x36 cm
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black & white
e diamanti montati su di una struttura di platino, Cartier, 1913. In basso. Mick Jagger, Michèle Breton e Anita Pallemberg in un’inquadratura di “ Performance”, Donald Cammell, 1970.
—– Left. Hanging onyx slab on a platinum structure, Cartier, 1913. Below. Mick Jagger, Michèle
1
Photo Leo Torri
A sinistra. Piastra pendente in onice
Still life Mimmo Capurso
remind
3
Breton and Anita Pallemberg in a frame from “ Performance”, Donald Cammell, 1970.
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NEW YORK 4
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A destra. 1 M7 2X NEW YORK BLACK RETT. 60x60 cm
M7 3C NEW YORK WHITE 7,5x6 cm
2 M7 2W NEW YORK WHITE RETT. 60x60 cm
M7 21 NEW YORK WHITE RETT. 30x60 cm
M7 3C NEW YORK WHITE 7,5x60 cm
3 M7 28 30x60 cm 4 M7 22 NEW YORK BLACK RETT. 30x60 cm
M7 21 NEW YORK WHITE RETT. 30x60 cm
M7 26 30x60 cm
M7 27 30x60 cm
5 M7 3F 60x60 cm
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il salotto della casa Lenno sul lago di Como, 1970. In basso. Le seggiole Black & White di Gae Aulenti fotografate al Centro Fly di Milano nel 1966 in occasione di una mostra dedicata a Ettore Sottsass.
—– Left. Ico and Luisa Parisi, the living room of Lenno House on Como Lake, 1970.
1
black & white
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Photo Leo Torri
A sinistra. Ico e Luisa Parisi,
Still life Mimmo Capurso
remind
Below. The Black and White chairs by Gae Aulenti pictured at the Flay Center in Milan in 1966 during an exhibition dedicated to Ettore Sottsass.
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MURI DI MARAZZI 4
3 6
A destra. 1 MK RK PUNTI LAVAGNA 60x60 cm
MK RE PUNTI ALABASTRO 60x60 cm
2 MK RE PUNTI ALABASTRO 60x60 cm
MK RL TRAME ALABASTRO 60x60 cm
MH NV LE CROMIE ALABASTRO NAT. 60x60 cm
3 MK RY DIAMANTI LAVAGNA 60x60 cm
MK RE PUNTI ALABASTRO 60x60 cm
MK RL TRAME ALABASTRO 60x60 cm
4 MK RY DIAMANTI LAVAGNA 60x60 cm 5 MK RL TRAME ALABASTRO 60x60 cm 6 MK RY DIAMANTI LAVAGNA 60x60 cm
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Quaderna di Superstudio presentati nello show-room Zanotta di Parigi nel 1973. In basso. La Fondazione Vasarély progettata da Jean Sonnier e Dominique Rousseray nel 1978.
—– Left. Tables from the Quaderna series by Superstudio as they were presented at the
Photo Leo Torri
A sinistra. I tavoli della serie
black & white
Still life Mimmo Capurso
remind
1
Zanotta showroom in Paris in 1973. Below. Vasarely Foundation designed by Jean Sonnier and Dominique Rousseray in 1978.
2
5
LE LACCHE
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A destra. 1 M5 D9 8x50 cm
M5 DJ LE LACCHE BIANCO 50x50 cm
M5 E5 LE LACCHE NERO RETT. 50x50 cm
M5 E6 LE LACCHE BIANCO 19,5x50 cm
M5 FX 3x50 cm
2 M5 D9 8x50 cm
M5 DJ LE LACCHE BIANCO 50x50 cm
M5 E5 LE LACCHE NERO RETT. 50x50 cm
M5 E6 LE LACCHE BIANCO 19,5x50 cm
M5 FX 3x50 cm
3 M5 EM ø12
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4 M5 D9 8x50 cm
M5 E5 LE LACCHE NERO RETT. 50x50 cm
M5 E6 LE LACCHE BIANCO 19,5x50 cm
M5 FA LE LACCHE NERO 19,5x50 cm
M5 FX LE LACCHE NERO 3x50 cm
M5 DJ LE LACCHE BIANCO 50x50 cm
5 M5 E5 LE LACCHE NERO RETT. 50x50 cm
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M5 FX LE LACCHE NERO 3x50 cm
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storie
storie
Una casa come un ritratto
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L’ingresso della casa fonde in un unico insieme armonioso arredi antichi e moderni, colori accesi
Ai piedi delle Dolomiti la casa di un’artista costruita come un’opera in cui vivere le gioie di ogni giorno. A home like a portrait. At the feet of the Dolomites, an artist’s retreat is like a masterpiece in which live everyday’s joy.
e legno naturale, una grande specchiera dorata e i quadri realizzati dalla padrona di casa. Il pavimento in piastrelle Marazzi è l’unico elemento sopravvissuto alla ristrutturazione voluta da Elisa Brunella Zardo. Nella pagina accanto, il bozzetto originale della piastrella in terracotta
testo enrico morteo foto fabrizio gini
smaltata 20 x 20 cm dipinta a mano per mascherina dei primi anni Cinquanta (archivio Marazzi).
Elisa Brunella Zardo è un’artista nel senso più ampio e compiuto del termine. Pittrice, specializzata in opere su tela e plexiglass presenti in numerose collezioni sia in Italia che all’estero, Elisa Brunella Zardo esprime però la propria creatività in molte forme e diversi materiali. La casa che abita nei boschi trevigiani del Montello è forse il luogo in cui meglio cogliere i suoi multiformi talenti e le sue diverse passioni. Non solo 70
le opere che campeggiano sulle pareti, ma le pareti stesse sono state dipinte da lei, così come sue sono le tende, i cuscini e le stoffe che vestono i tavoli. Ma non sono i singoli interventi a poter restituire l’originalità di un’atmosfera: è piuttosto nell’insieme delle decorazioni, nelle scelte degli arredi e delle armonie cromatiche che è possibile ritrovare il suo sguardo personale e inventivo. Un gusto sicuro, capace di
fondere l’antico e il moderno, le suggestioni cortinesi e le atmosfere veneziane, il calore del legno, della pietra e della ceramica. Come nell’ingresso, dove ha voluto salvare un preesistente pavimento in piastrelle Marazzi degli anni Cinquanta che funge da trait d’union fra arredi di Frank Lloyd Wright, applique veneziane e porte in legno naturale. Una casa come un ritratto in cui leggere le gioie e ricordi dei giorni vissuti.
Elisa Brunella Zardo is an artist in the full meaning of the word. A painter, she is specialized in canvas and plexiglass and her work is on display both in Italy and abroad. She also expressed her creativity in many forms and materials. Her home in the wods of Montello is possibly the place in which her multi-faceted talent can be caught at its best, together with her many passions. She did not only hung her work on the walls, she also painted the walls herself, and made the curtains, pillows and textiles that cover the tables. But the special atmosphere of this place is not only made up of single interventions: rather, it comes out of the décor, the choice of furniture, and the harmonious colors that she used that express her personal, inventive glance on the world. A confident gesture that is capable of fusing the old with the new, Cortina suggestions and Venetian flavors, the warmth of wood, stone and ceramics. At the entrance, she wanted to safeguard a pre-existing Marazzi floor from the 1950s that acts as a trait-d’union between the Frank Lloyd Right’s furniture, the wall lamps and the doors in natural wood. A home that is like a portrait in which to read about the joys and memories of the past.
—– The entrance of the house mixes harmoniously ancient and contemporary furniture, lively colors and natural wood, a large golden mirror and paintings made by the owner. The Marazzi tiles floor is the only element that Elisa Brunella Zardo decided to keep from the previous owners’ décor. On the other page. The original sketch of the terracotta glazed tile 20 x 20 cm, hand-painted with mask in the early 1950s (Marazzi archive).
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Marazzi alla Triennale Insolite relazioni tra cibo e ceramica e una singolare iniziativa che coniuga design e impegno sociale: sono i due eventi a cui Marazzi ha scelto di partecipare nell’ambito dello scorso Salone del Mobile alla Triennale di Milano. testo duccio biasi
foto
mimmo capurso
Tra le eccellenze della creatività italiana a livello globale il cibo e la ceramica sono da sempre due stelle di prima grandezza, le cui possibili interazioni sono però ancora in buona parte da esplorare. Si tratta infatti di due comparti affini, soprattutto per la capacità di integrare con risultati innovativi la dimensione della sperimentazione artigianale con quella della produzione industriale su larga scala. Sfruttare la flessibilità tecnica e compositiva dei materiali
ceramici per ridisegnare gli spazi quotidiani dedicati al consumo degli alimenti era dunque l’obiettivo della mostra collettiva “Architectural Food” allestita nel Palazzo della Triennale dal 16 al 21 aprile, promossa da Confindustria Ceramica e curata da Aldo Colonetti. Otto designer sono stati invitati da altrettanti marchi rappresentativi dell’industria ceramica a utilizzare prodotti di serie per proporre soluzioni applicative originali che valorizzassero il connubio tra ceramica e cibo. Tilefilm,
Qui sopra Tilefilm di Luca Nichetto per Marazzi. Pagina seguente. Alcuni momenti dell’inaugurazione della mostra e un ritratto di Luca Nichetto.
—– Above. Tilefilm by Luca Nichetto for Marazzi. Following page. The exhibition opening and a portrait of Luca Nichetto.
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l’installazione ideata per Marazzi dal talento emergente Luca Nichetto, è una lunga panca costituita da due strisce parallele che presentano piani di appoggio e di seduta interamente rivestiti da un insolito patchwork ceramico, realizzato con decine di prodotti del catalogo Marazzi. I piani sono sfalsati in modo da permettere una varietà di modi d’uso correlati alle abitudini alimentari che caratterizzano la giornata tipo di ciascuno di noi, dalla colazione al riposo notturno.
Food and ceramics: two points of excellence of Italian creativity, acknowledged throughout the world. Yet the possible interactions between the two have always laid somewhat unexplored. As a matter of fact, the two domains are rather close to each other due to their capacity to integrate with innovative results the experimental crafty dimension and industrial production. The purpose of the collective exhibition Architectural Food, set at the Triennale Palace from 16 through to 21 April, promoted by Confindustria Ceramica
and developed by Aldo Colonetti aimed at leveraging on the technical and composite flexibility of ceramic materials to re-design daily spaces conceived for the consumption of food. Eight designers were asked by eight primary brands of the ceramics world to use production pieces to propose original applications to create value around the marriage between food and ceramics. Tilefilm, the Marazzi installation designed by emerging talent Luca Nichetto, was a long bench formed by two parallel slabs for holding the back and the seat, completely covered with an unusual ceramics patchwork realized with tens of catalogue products by Marazzi. The plans are not aligned in order to allow for a variety of uses related to food habits of people, from breakfast through to the night.
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glossario
Finitura
Piastrelle incollate
Finishes
Mounted tiles
Marazzi at the Triennale. Unusual relationships between food and ceramics and a particular initiative coupling design and social engagement: these were Marazzi’s choices as an active participant in the last edition of the Salone del Mobile in Milan, both at the Triennale.
Caratteristica tattile o visiva di una superficie ceramica. Dal punto di vista della lucentezza le denominazioni più comuni sono lucida, brillante, satinata, opaca, lappata, levigata. Per quanto concerne invece gli effetti grafici e strutturali le piastrelle vengono identificate come fiammate, nuvolate, venate, pennellate, gocciolate, incise, strutturate, rigate, cannettate ecc.
Textural or visual characteristics of a tile surface. As for brightness, finish may be gloss, bright, satin, matte, lapped, polished. As for graphic and texture effects, tiles can be flashed, clouded, veined, brushed, dripped, etched, textured, scored, ribbed etc.
testo duccio biasi
Giunto di dilatazione
Piastrelle costituite da più parti pre-assemblate dal produttore in modo da formare sagome tridimensionali. Il più tipico è l’elemento a L utilizzato come terminale per la pavimentazione delle terrazze. Si ricavano per incollaggio anche alcuni tipi di gradino per scale. Quando si ricorre a un semplice incollaggio posteriore, fissando i tozzetti a una maglia plastica o di carta, si parla invece di assemblaggio “su rete”. Questo tipo di preparazione è frequente per i piccoli formati, montati in “fogli” di dimensioni più grandi modulari rispetto ai formati a cui devono essere abbinati. Data la loro flessibilità, si conformano perfettamente anche a superfici circolari come le colonne. Meno frequente l’incollaggio frontale, poiché nascondendo parti delle superfici di esercizio rende più difficoltosa la posa in opera.
Tiles made of units that are pre-assembled by the manufacturer in order to form 3D shapes. Most common is the L-shaped unit, which is employed to end the pavement of terraces. Back-mounted tiles are also used for some types of step coatings. Mesh-backed tiles are obtained by mounting insets on a paper or plastic mesh. This system is often used for small tiles, that are mounted to “sheets” featuring the same module as nearby tiles. These sheets are flexible and are perfect for convex surfaces as of columns. Face mounted tiles are less common, because they partially hide operating surfaces and make lying hard.
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mimmo capurso
allestiti per tutta la durata del Salone quattro ambienti di una casa immaginaria (soggiorno, cucina, camera da letto e bagno), arredati con mobili e oggetti obbligatoriamente rosa acquistati su eBay dietro segnalazione dei lettori della testata Mondadori. L’allestimento era costituito da oltre 180 pezzi provenienti da ogni parte del mondo: Marazzi ha fornito le piastrelle in monocottura Guarini della serie Architettura che rivestivano le pareti dell’ambiente bagno. Terminata la manifestazione gli oggetti sono stati nuovamente messi all’asta attraverso eBay, e il ricavato è stato interamente donato all’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) per finanziare progetti di ricerca sui tumori femminili. Una dimostrazione di come, attraverso l’allargamento della partecipazione permesso dal web, il design possa diventare catalizzatore anche di progetti legati a importanti emergenze sociali. Di tutt’altro segno l’iniziativa in tre fasi delle Pink Rooms, divertente installazione promossa dal leader mondiale delle aste via web eBay con la testata di 74
arredamento “CasaFacile” che dietro il titolo scanzonato celava un progetto di raccolta fondi per una nobile causa sociale. Nei giardini di fronte alla Triennale sono stati
A completely different initiative was that of the three-phases Pink Rooms, a funny installation promoted by the world leader of online auctions eBay together with the magazine “CasaFacile” that, behind the light title, hid the willingness to collect funds for a noble social cause. In the gardens in front of the Triennale four rooms were built from an imaginary home (living room, kitchen, bedroom and bathroom) and furnished with pink objects coming from eBay and suggested by the readers of the Mondadori title. The layout included more than 180 pieces coming from all over the world: Marazzi provided the single-fired tiles Guarini of the Architecture series for the bathroom walls. After the exhibit, all pieces were once again given back to eBay and the earnings were donated to the AIRC (Italian Cancer Research Association) to finance projects related to women tumors. Another way of showing how, through the enlarged participation of events allowed by the web, design can become the attracting element for projects linked to important social issues.
Elemento di separazione ricavato tra i cosiddetti “campi di posa” (porzioni di pavimento che trasformano l’intera superficie pavimentata in riquadri più piccoli di 12-20 mq). I più comuni giunti di dilatazione sono bandelle in pvc e silicone di alcuni millimetri di larghezza e qualche centimetro di altezza, inseriti nello spessore della piastrella e del massetto di posa. Assumono un’importanza fondamentale nella posa di grandi superfici poiché annullano l’effetto dei movimenti (ritiro) delle malte cementizie.
Standard per le piastrelle di ceramica
Superficie decorativa dall’aspetto iridescente ottenuta applicando sulle piastrelle smaltate una pellicola metallica estremamente sottile, spesso costituita da metalli nobili come oro, argento, platino o rame.
Procedura di classificazione delle caratteristiche dimensionali, strutturali e chimiche delle piastrelle di ceramica. Negli Stati Uniti gli standard sono definiti dall’ANSI (American National Standard Institute), mentre in Europa si fa riferimento agli standard del CEN (Comité Europèen de Normalisation). Gli standard ISO (International Standard Organization) sono stati approvati di recente dalle organizzazioni che ne fanno parte per unificare gli standard a livello globale.
n 4 – ottobre 2 0 0 8
redazione / editorial staff Duccio Biasi (coordinamento) Manuela Corradini Laura Traldi
Inserti Elementi decorativi di piccolo formato, utilizzati in combinazione con piastrelle più grandi per formare dei motivi estetici. Possono essere realizzati in materiale ceramico ma sfruttano spesso materiali alternativi come vetro, metallo o legno.
Lustro
direttore / director Enrico Morteo direttore artistico / art director Daniele Ledda
collaboratori / collaborators Mimmo Capurso, Michela Demattio, Leo Torri, Ersilia Visci
Expansion joint Separation provided between “laying fields”, i.e. squares of floor each with 12-20 mq surface. The most common type of expansion joint is a pvc band that is few millimeters wide and few centimeters high, and is inserted between tiles into the thickness of the slab. Expansion joints are of utmost importance by tiling great surfaces because they contrast shrinkage of the cement mortar.
Inserts Small, decorative elements used in combination with larger tiles to create patterns. Inserts can be in ceramics, but they are often made of alternative materials like glass, wood, and metal.
Luster An iridescent decorative surface appearance on glazed tiles, usually produced by the application of a very thin metal film, such as gold, silver, platinum or copper, over the coating surface.
Standards for Ceramic tiles Grading procedures for the dimensional, structural, and chemical characteristics of ceramic tile. In the United States, standards are established by ANSI (American National Standard Institute). In Europe, the CEN (Comité Européen de Normalisation) standards are used. ISO (International Standard Organization) standards have recently been approved by member organizations to unify standards worldwide.
progetto grafico / graphic design xycomm
fotolito / photolithography Infolio - Milano
impaginazione / layout Gennaro Cestrone - xycomm Valerio Di Cecco - xycomm Francesca Farro - xycomm
stampa / print Arti Grafiche Amilcare Pizzi S.p.A. - Cinisello Balsamo (MI)
traduzioni / translations Laura e Robert Eckstein
© Copyright Marazzi Group S.p.A. 2008. È vietata la riproduzione anche parziale di testi e immagini senza l’autorizzazione esplicita dell’editore. © Copyright Marazzi Group S.p.A. 2008. None of the texts or images may be reproduced without the permission of the publisher. L’editore dichiara di aver fatto il possibile per rintracciare gli autori di foto e disegni pubblicati e resta a disposizione di eventuali aventi diritto. The publisher has made all efforts to identify and contact all authors of drawings and photographs published in this issue, and is available at any time for those which may not have been credited.
Editore Marazzi Group S.p.A. Registrazione del tribunale di Modena n. 1835 del 01.03.2007
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archivio
righe 76
formato / size
tecnologia / technology
design
20 X 20 cm
Maiolica
Centro Stile Marazzi
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