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pubblicazione di marazzi group s.p.a. a marazzi group s.p.a. publication
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casa marazzi: uno scrigno in città le lacche: un viaggio nel regno degli smalti più misteriosi torre arcobaleno nanda vigo: casa a malo
1 sommario
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editoriale
Filippo Marazzi
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focus
Le Lacche Ispirazioni d'Oriente —– Eastern inspiration Oriente La poetica del Wabi-Sabi —– Wabi-Sabi poetry
24 sketch-book Le Lacche Note di stile, di Nicola Gallizia —– Style remarks, by Nicola Gallizia
26 mode
48 remind
Vanity fair Il bagno in primo piano —– Spotlight on the bathroom
New colors New design Il colore nelle collezioni Marazzi —– Color in the Marazzi collections
32 casa marazzi Scrigno in città Interno a New York —– New York interior
36 masterpieces Monocromo Una casa progettata da Nanda Vigo —– A house designed by Nanda Vigo
40 paesaggi Make-up urbano Torre Arcobaleno a Milano —– The Rainbow Tower in Milan
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60 tecnologia Lavorare a colori Le fughe colorate Mapei —– Mapei colorful joints
62 corporate Elogio della fantasia —– In praise of imagination
63 glossario
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Il senso delle cose —– The meaning of things
44 new words
64 archivio
( arte ) No global Porcellane per raccontare: Qubus —– Tell-tale porcelain: Qubus
Gio Ponti Triennale 1960 —– Gio Ponti Triennale 1960
( design ) New daily ritual Ceramica high tech —– High-tech ceramics ( arte ) Secondo natura Piastrelle d'autore di Petr Weigl —– Artist tiles by Petr Weigl In copertina: ceramiche della Collezione Le Lacche di Marazzi e Arte-wan Sumi di Eiko Fukagawa, produzione Fukagawa-Seiji. Styling: Studio CZ36. Foto: Leo Torri
( sinergie ) Geometrie liquide Hatria La collezione Sculture 2 —– Sculture 2 collection
—– On the cover: ceramics from the Le Lacche Collection by Marazzi and Arte-wan Sumi by Eiko Fukagawa, production Fukagawa-Seiji. Styling: Studio CZ36. Photo: Leo Torri
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editoriale
milioni di metri quadrati di idee 100 million square meters of ideas
Fase di produzione: le piastrelle sulla linea di collegamento tra la smaltatura ed il forno.
Ogni anno il Gruppo Marazzi produce oltre 100 milioni di metri quadrati di piastrelle, in monocottura, bicottura, grès porcellanato, piccoli e grandi formati. Dietro a questo enorme sforzo produttivo il Gruppo Marazzi dispiega un costante impegno nella ricerca: ricerche estetiche e formali, ma anche e soprattutto ricerca tecnica per migliorare le prestazioni dei prodotti e dei cicli produttivi. Solo questo investimento costante nell’innovazione dei processi consente ai prodotti Marazzi di partecipare a infiniti progetti, in situazioni diversissime, in contesti e scenografie abitate ai quattro angoli del pianeta. MRZ, la nuova rivista Marazzi, nasce con il preciso obiettivo di dare visibilità a tutto ciò che precede e accompagna il cruciale momento della produzione. Mostrare la genesi del processo estetico, la ricerca delle suggestioni che anticipano i trend più attuali, quelle stesse tendenze che attraversano sotterraneamente il mondo della moda e del progetto d’interni. Presentare i prodotti e le collezioni nelle loro collocazioni finali, svelando i paesaggi della vita quotidiana sia nella dimensione domestica della casa che nei tanti luoghi pubblici che attraversiamo ogni giorno. Dare indicazioni sull’uso migliore dei prodotti, suggerire collocazioni inattese, accostamenti inconsueti. Una rivista che soddisfi la curiosità degli acquirenti, ma che sappia anche sollecitare la loro fantasia, che mostri i migliori esempi del passato e le anticipazioni che saranno i successi di domani.
Every year, the Marazzi Group produces more than 100 million square meters of tiles, single or double fired, porcelain stoneware, available in small and large formats. On top of this conspicuous production, the Marazzi Group is also very active on the research front: research on aesthetics and forms but above all on technologies that will further enhance the products performance and the production cycles. Thanks to its serious investments in innovation, Marazzi products are perfectly suited to be applied in an infinite number of projects and diverse situations, in living contexts and experiences all over the world. MRZ, Marazzi’s new magazine, was created to give the due attention to all that happens before, during and after the crucial phase of production. To illustrate the genesis of the aesthetic process, the search for the suggestions that anticipate on the most recent trends – the same ones that play a key role in the world of fashion and interior design. To introduce products and collections in their final settings, thus unveiling daily landscapes both in domestic and in public settings, that we encounter every day. To provide ideas on how to use products in the best possible way, suggesting unexpected uses, alternative combinations. A magazine to satisfy the curiosity of Marazzi clients, and stimulate their creativity by showing the best examples from the past and by anticipating on the successes of tomorrow.
Filippo Marazzi presidente Marazzi Group
—– Production phase: tiles on the connecting line between the glazing phase and the firing.
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focus
Le Lacche
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La profondità del colore, i contrasti forti ma calibrati dei toni, l’energia del rosso. Un viaggio nel regno degli smalti più misteriosi, una proposta che coniuga gentilezza e fermezza, forza ed eleganza. Suggestioni orientali ma soprattutto un vocabolario di segni puri e decisi con cui disegnare sulle pareti il ritmo di un racconto. Daniela Pirastru, responsabile della ricerca creativa del Gruppo Marazzi, conversando con Enrico Morteo ha svelato la genesi e il carattere della nuova collezione. The depth of color, the strong yet calibrated contrasts of the tones, the energy of red. A voyage of discovery into the mysterious realm of glazes. A proposal that is at the same time gentle and firm, elegant and strong. Far Eastern hints form a vocabulary of pure and decisive signs, to be used to decorate walls with the rhythm of a tale. Daniela Pirastru, of the Marazzi creative research center, unveils to Enrico Morteo the genesis and the character of the new Marazzi collection: Le Lacche. Le Lacche Marazzi.
foto leo torri styling natascia vuk
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Le Lacche
Il rosso delle lacche è forte ma mai sfacciato, perfetto per l’immagine delle collezioni Marazzi The red of lacquer is strong yet never gaudy, and it suits the mood of the Marazzi collections perfectly
Le Lacche Marazzi.
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Le Lacche
Era naturale pensare alla Cina e all’estremo oriente, una geografia diventata onnipresente nelle nostre considerazioni quotidiane
"Dopo tanti anni di pura essenzialità minimale, di lavoro fatto soprattutto sulle superfici, sull’effetto satinato e sui colori neutri, avvertivamo il bisogno di tornare a lavorare con la materia. Lavorare di nuovo con la profondità del materiale, con la sua struttura, recuperandone la ricchezza pastosa e riscoprendo allo stesso tempo la forza del colore. Naturale dunque pensare ad un materiale come la lacca, senza voler per questo intraprendere un’operazione mimetica di imitazione, ma piuttosto per trovare ispirazioni che suggerissero una diversa immagine della ceramica, una speciale qualità delle superfici, quasi fossero lo strato visibile, morbido e ceroso, di una massa lavorata in spessore. Ci siamo dunque rivolti verso oriente, ripercorrendo allo stesso tempo la grande tradizione di un materiale nobile, ma anche lo straordinario patrimonio figurativo di culture quali quella cinese e giapponese. Insieme al gruppo che collabora nel laboratorio di ricerca, abbiamo visitato negozi di antiquariato orientale, alla ricerca d’immagini e suggestioni. La difficoltà stava nel saper cogliere fra mille lavorazioni e mille sfumature quelle adatte ad essere declinate con la ceramica, senza dover evocare in trasparenza la venatura del legno o limitarci alla brillantezza sfacciata di un nero lucido o di un rosso squillante. Del resto, se un materiale è anche sempre frutto di una cultura, era naturale pensare alla Cina e all’estremo oriente, una geografia
nero
beige
rosso
marrone
"For years, all our creative work was focused on minimalism and essentiality: obtaining perfect, satin surfaces, while using neutral colors. It was high time we started exploring materials from a wider perspective, unveiling their depth and structure, discovering their rich, dough-like density and the strength of colors. And when you start researching with these criteria in mind, you almost naturally end up working with lacquer. For us, working with lacquer did not mean copying lacquer art but getting to know it, and let it inspire us in developing a new approach to ceramics in which surfaces truly matter and are perceived as the visible, soft and waxy, manifestation of a mass with a depth of its own. We thus looked towards the Far East for inspiration, diving into the great tradition of this noble material and into extraordinary visual treasures coming from China and Japan. Working together with the research group, we visited antiques shops specialized in Eastern Art, searching for images and suggestions. Our challenge was to be able to figure out which working processes and nuances of lacquer – there are thousands! – were best suited to be applied on ceramics, without having to purposefully quote veins or limit ourselves with the gaudy brightness of black or of a shiny red. And, after all, China and the Far East are such Quattro varianti colore dalla collezione Le Lacche di Marazzi. —– Four color variations from the Le Lacche collection by Marazzi.
It was natural to think of China and of the Far East, a geography that is omnipresent in our daily thoughts
Maschera per teatro no, XVIII secolo circa. Legno, gofun (polvere di conchiglia con collante), pigmenti. Lunghezza 13,6 cm. Sano bijutsukan, Mishima.
—– No theatre mask, approx. 18th century. Wood, gofun (shell dusk with glue), pigments. 13.6 cm long. Sano bijutsukan, Mishima. Da / From: Forma e Materia, di/by M. Dunn, 5 Continents, 2005.
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Le Lacche
Scatola per incenso, XV secolo. Lacca intagliata su legno. 8,3 x 2,9 cm. Hatekeyama kinenkan, Tokyo.
—– Incense box. Carved lacquer on wood, 15th century 8.3x2.9 cm
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diventata onnipresente nelle nostre considerazioni quotidiane. Una Cina però nobile e ricca, non il paese delle copie e della bassa qualità. Lavorare con le lacche era anche l’occasione per riscoprire una gamma cromatica diversa da quella imperante negli ultimi anni, fatta di tonalità tabacco, cacao, antracite. Il rosso delle Lacche è forte ma mai sfacciato, perfetto per l’immagine delle collezioni Marazzi. E insieme al rosso le profondità del marrone e del nero, cui abbiamo aggiunto il bianco e il beige. Se il bianco gioca con il nero per contrasto, quasi un richiamo alla filosofia orientale degli opposti, vuoto e pieno, maschile e femminile, il beige ha una tonalità insolita, che richiama la glassatura della porcellana. È nata così una insolita gamma di colori che, oltre agli abbinamenti più consueti e quasi irrinunciabili in ogni collezione, si prestava ad accostamenti meno convenzionali, allo stesso tempo classici e originali. Quello degli accostamenti è un argomento cui abbiamo dedicato molte attenzioni, non solo fra le varie soluzioni cromatiche e di finitura della collezione, ma anche in riferimento ad altre collezioni presenti nel catalogo Marazzi.
Le Lacche
Per esempio accostare Le Lacche a collezioni molto materiche come la collezione Wood Marazzi è un modo per assecondare le tendenze del progetto contemporaneo che rivela l’estrema versatilità della collezione. Un modo diverso di pensare non solo ai rivestimenti delle pareti, ma anche una proposta nuova sul tema delle superfici orizzontali dei pavimenti. Lo stesso atteggiamento ritorna nella scelta dei formati dove, accanto al classico quadrato 50X50 che contraddistingue l’alta qualità della gamma domestica, abbiamo introdotto il rettangolo di 39X50 e soprattutto un tondo di colore rosso, quasi un accento, una sottolineatura che diventa elemento distintivo dell’intera collezione. Oltre a ciò, una serie di listelli a rilievo, che non solo ci hanno permesso di recuperare motivi decorativi d’ispirazione orientale e geometrica, ma anche i mettere in risalto le qualità materiche del prodotto, tutto realizzato in gres porcellanato smaltato. Una nuova collezione in tutti i sensi: non solo un prodotto nuovo, ma un nuovo modo di guardare alla casa e al carattere dei luoghi in cui viviamo".
Hatekeyama kinenkan, Tokyo. Le Lacche Marazzi.
Da / From: Forma e Materia, di/by M. Dunn, 5 Continents, 2005.
Le Lacche Marazzi
Tavolo progettato dai designer giapponesi Intentionallies e laccato
Elmetto jingasa. XIX secolo. Lacca nera e oro.
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con tecnica traditionale nipponica dall’azienda Ubushina.
Diametro 39,5 cm. Collezione Frank/Sugiyama, foto Tim Fuller.
—– A table by the Japanese design studio Interntionallies, lacquered by Ubushina using the traditional Japanese technique.
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—– Jingasa helmet. Wood, black lacquer and gold, 19th century.
a daily presence in our thoughts and talks, that it is almost impossible, today, to live without actually referring to them in some way. Of course, there are many Chinas, and the one that we looked at is the noble, culturally rich China, rather than the country that thrives on copying and on producing low quality products. Working with lacquer was an opportunity for us to rediscover a chromatic palette that is very different from the one that was so widely used in the last years. A palette centered on the tobacco, cocoa and anthracite tones. The red of the lacquers is strong but never gaudy, and it suits the image of the Marazzi collections perfectly. And so do deep brown and black, as well as white and beige, which we added. White creates a playful contrast with black, almost toying with a reference to the oriental philosophy of opposites, empty and full, male and female. Beige is set on an unusual tone, almost a reference to the glazing of porcelain. The result of our studies was an unusual color palette which obviously proposes the “necessary” combinations – the ones that no ceramics collection can do without – as well as some others: less —–
Diameter 39.5 cm. Frank/Sugiyama collection, photo by Tim Fuller. Da / From: Forma e Materia, di/by M. Dunn, 5 Continents, 2005
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Le Lacche
Una speciale qualità delle superfici, una massa lavorata in spessore A special surface quality, a mass that is carved in thickness
Auricolare di Aliph, design Yves Béhar
—– Aliph speakerphone, designed by Yves Béhar.
Le Lacche Marazzi.
Le Lacche Marazzi.
Vassoio. XVIII secolo. Legno e lacca, 3 x 45,1 cm (particolare)
Elmetto jingasa, XIX secolo. Canna intrecciata, lacca e oro.
Ciotola, XIX secolo. Legno e lacca. 12,8 cm.
Nihon mingeikan, Tokyo.
Diametro 40,5 cm. Collezione Frank/Sugiyama, foto Tim Fuller.
Nihon mingeikan, Tokyo.
—– Tray. 18th century. Wood and lacquer, 3 x 45.1 cm (detail).
—– Jingasa helmet, 19th century. Woven cane, lacquer and gold.
—– Bowl, 19th century. Wood and lacquer. 12.8 cm.
Diameter 40.5 cm. Frank/Sugiyama collection, photo by Tim Fuller.
Nihon mingeikan, Tokyo.
Da / From: Forma e Materia, di/by M. Dunn, 5 Continents, 2005
Da / From: Forma e Materia, di/by M. Dunn, 5 Continents, 2005
Nihon mingeikan, Tokyo. Da / From: Forma e Materia, di/by M. Dunn, 5 Continents, 2005.
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conventional, for sure, yet also classical and original. A great deal of care and attention was paid to the possible color combinations between the Le Lacche elements but also between them and other Marazzi products. For instance, we considered combining Le Lacche with other very “material-focused” collections such as Wood. This thinking process perfectly suits contemporary interiors trends and reveals the great versatility of the collection. It is a different way of thinking, which fits both wall and floor covering which we applied also in the choice of formats. So next to the classical 50X50 square – a “must” in high quality classical domestic collections – we also introduced the 39X50 rectangle and, above all, a red circle which is almost an accent, a distinctive element for the whole collection. On top of that, a series of embossed splints, clearly eastern and geometrically-inspired decors that also underline the material qualities of the collection, thoroughly realized in glazed porcelain stoneware. A new collection by all means: not only a new product, but a new way of looking at the home and at the personality of the places where we live. —–
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Le Lacche
Accoppiata ai riflessi dell’oro e dell’argento la lacca compone un vocabolario di luci inattese, dalle oscurità brillanti del nero alla forza screziata del rosso acceso Combined with the reflections of gold and silver, lacquer creates a vocabulary of unexpected lights that ranges from the bright darkness of black to the streaked strength of ardent red
In alto. Elmetto jingasa, XIX secolo. Legno, lacca e oro. collezione Frank/Sugiyama Sotto. Piatto, XVIII secolo. Lacca makie. Collezione privata Tokyo. —– Top. Jingasa helmet, 19th century. Wood, lacquer and gold. Frank/Sugiyama collection. Bottom. Plate, 18th century. Makie lacquer. Le Lacche Marazzi.
Tokyo, private collection. Da / From: Forma e Materia, di/by M. Dunn, 5 Continents, 2005
Photo Tim Fuller
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Le Lacche
ORIENTE Wabi-Sabi è una delle fondamentali categorie dell’estetica giapponese. Più che uno stile, però, Wabi-Sabi è un modo di essere e di stare al mondo. È la bellezza delle cose imperfette, temporanee e incompiute. È la bellezza delle cose umili e modeste. È la bellezza delle cose insolite. Wabi-Sabi is a fundamental category of Japanese aesthetics. Rather than a style, though, Wabi-Sabi is a way of being and existing. It is the beauty of imperfect, temporary, and unfinished things. The beauty of humble and modest objects. The beauty of the unusual.
È firmato dal collezionista, giornalista e critico d’arte inglese Michael Dunn, esperto di arti tradizionali giapponesi, il libro Forma e Materia, pubblicato dalla 5 Continents. Un viaggio nel mondo dell’arte e del progetto nipponici, alla ricerca degli elementi che li rendono unici e ineguagliabili.
Sopra. Giardino Shinshin’an, Kyoto A destra. Interno tradizionale, Tsumago, provincia di Nagano, foto Ken Straiton.
—– Above. Shinshin’an Garden, Kyoto Right. Traditional interiors, Tsumago, Nagano province, photo by Ken Straiton. Da / From: Forma e Materia, di/by M. Dunn, 5 Continents, 2005
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Questa estetica della spontaneità controllata trova espressione nell’arte dei giardini, nella lavorazione delle ceramiche e, soprattutto, nella millenaria tradizione della lacca, conosciuta in Giappone già 10.000 anni prima di Cristo. Sostanza vegetale estratta dalla corteccia dell’albero omonimo, la lacca è una linfa tossica che solo una lunga lavorazione a caldo rende innocua e adatta alla fabbricazione di stoviglie. Trasparente allo stato naturale, la lacca acquisisce i suoi tradizionali colori – rosso, bruno, nero – grazie all’aggiunta di pigmenti naturali. Applicata in strati successivi e di diverso colore, la lacca deve a questo particolare procedimento la sua inconsueta densità, quasi un’accumulazione di strati di penombra. Ma solo nel tempo la lacca svela la propria ricchezza, quando l’usura lentamente lascia trapelare riflessi dagli strati profondi del rivestimento. Spesso accoppiata ai riflessi dell’oro, dell’argento o anche dello stagno, la lacca compone un vocabolario di luci inattese, che spazia dalle oscurità brillanti del nero alla morbidezza profonda del marrone fino alla forza screziata del rosso acceso.
This aesthetic of “controlled spontaneity” is expressed at its best in the art of gardening, in the ways of working ceramics and in the ancient lacquer tradition, known in Japan since 10,000 BC. A vegetable substance extracted from the bark of the lacquer tree, lacquer is a toxic lymph that becomes suitable for the production of crockery only after being treated at high temperature. Naturally transparent, lacquer acquires its traditional colors – red, brown, black – thanks to the addition of natural pigments. It is generally applied in several layers of different colors due to its density, like an accumulation of shades. But it is only through time that lacquer reveals its expressive power, when use unveils the deeper layers of the coating. Often combined with the reflections of gold, silver or tin, lacquer creates a vocabulary of unexpected lights that ranges from the bright shading of black to the soft depth of brown and the streaked strength of ardent red.
—– The book Forma e Materia was written by the English collector, journalist and art critic Michael Dunn, and published by 5 Continents. A voyage of discovery into the world of Japanese art and design, looking for the elements that make it unique. Micheal Dunn, Forma e Materia, 2005, 5 Continents Editions, Milano
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focus
Le Lacche
La profondità del nero, la morbidezza del marrone, la glassatura del beige The depth of black, the softness of brown, the glazing of beige
Le Lacche Marazzi.
Le Lacche Marazzi.
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focus
Le Lacche
Una serie di listelli in rilievo hanno permesso di mettere in risalto le qualità materiche della collezione A series of textured liners have underlined the material qualities of the collection
Le Lacche Marazzi.
Le Lacche Marazzi.
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focus
Le Lacche
Un modo diverso di pensare non solo ai rivestimenti delle pareti, ma anche una proposta nuova sul tema delle superfici orizzontali A different way of perceving walls coverings but also a new proposal for horizontal surfaces
Le Lacche Marazzi.
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sketch-book
Le Lacche
Nicola Gallizia
Le Lacche Marazzi.
Le proposte, i suggerimenti e le riflessioni di un progettista: note di lavoro sull’uso dei materiali, di Nicola Gallizia. A designer’s proposals, suggestions, and thoughts: working remarks on the use of materials by Nicola Gallizia. Le qualità cromatiche e materiche della collezione Le Lacche e la disponibilità di un insolito catalogo di pezzi speciali suggeriscono di lavorare sui contrasti di colore, sia che si tratti di campiture piene che di decori. I decori, ad esempio, diventano più interessanti se usati in modo non convenzionale. Sottratti al ruolo di elemento speciale o di piccole variazioni nella massa uniforme dei rivestimenti, gli elementi decorativi possono essere utilizzati per creare intere pareti, costruendo motivi e ritmi geometrici da alternare a superfici monocromatiche in tono. Data la ricchezza della materia, anche la sola contrapposizione di campiture a tinta unita di diverso colore può produrre effetti di grande impatto. In questo caso si potranno disegnare sulle pareti i ritmi cromatici di una geometria in fuori scala utilizzando l’alternanza e il contrasto fra i diversi campi di colore. Per esaltare la matericità di queste piastrelle, le luci devono essere radenti e accarezzarne la superficie.
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The chromatic qualities of the Le Lacche collection and the availability of an unusual catalogue of special pieces suggests us to work on color contrasts, both when dealing with a complete surface or with a mere décor. Décors, for instance, become more interesting if they are used in unconventional ways. Decorative elements can be considered as special, tiny variations to liven up the seamless surface of a wall or a floor. But they can also be used to create complete walls: building motifs or geometric rhythms, alternated to monochromatic surfaces with the same color tone. Considering the wealth of the material, even the mere contraposition of one-color segments is likely to create effects of great impact. In this case, chromatic rhythms can be drawn on the walls, following an off-scale geometry of alternating and contrasting colors. In order to underline the material value of these tiles, skimming lights should be used to caress their surface.
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il bagno in primo piano
mode
Il bagno non è più certo un luogo di cui vergognarsi. Se rimane l’unica stanza chiusa a chiave, è solo per celare le nostre più intime vanità
vanity fair testi
La vasca portatile Dutchtub del designer olandese Floris Schoonderbeek. Si riscalda a legna. —– The portable Dutchtub by the Dutch designer Floris Schoonderbeek. Water heats up through fire.
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enrico morteo
Già negli anni Cinquanta il rigore razionalista vacilla sotto l’irrompere del colore, primo sintomo di cambiamenti sociali ed ecomonici. Conquistata l’igiene, cresce il piacere – più profondo, intimo, personale – della cura del corpo. Ciò introduce all’interno del bagno nuove esigenze e nuove variabili. Se la tazza e il bidet (presenza immancabile nel bagno italiano ma poco frequentato in Francia e del tutto sconosciuto in Inghilterra) mantengono un’immagine prevalentemente funzionale, il lavandino diviene centro gravitazionale di operazioni complesse, in cui l’acqua non è l’unica protagonista. Nuove abitudini che si traducono in piani d’appoggio, cassetti, scaffali che circondano il lavandino. Alla trasformazione del lavandino seguirà pochi anni più tardi quella della vasca da bagno, che diventa un luogo ispirato al relax termale più che a spartane esigenze igieniche. Infine, sono nuovi elementi d’arredo a sancire il ritorno del bagno al ruolo di stanza. Anzi, una stanza ben organizzata in tre zone distinte: la zona “intima” con tazza e bidet; la zona “umida” con vasca e doccia; la zona “pubblica” con lavandino e armadietti, vero e proprio palcoscenico privilegiato dell’incontro narcisistico e compiaciuto fra noi e la nostra stessa immagine.
The bath is no longer a place to be ashamed of. It is still locked to protect our most intimate vanities
Rationalistic rigor started to totter in the 1950s, when color intrudes in home décor as a first consequence of great social and economic changes. Hygiene had been conquered and suddenly a deeper, more intimate, personal pleasure related to looking after one’s body started to grow and introduced new needs and requirements in the bathroom. While WC and bidet (omni-present in Italy but scarcely used in France and totally unknown in the UK) retained a purely functional role, the sink became the center of complex perations, in which water was no longer the only player. The new habits were supported by the development of new surface areas, drawers, shelves surrounding the sink. The bath will later follow the sink in this progressive development, inspired by spa relaxation therapies rather than by Spartan hygienic requirements. The entry of furniture in the bathroom made it once again a room, by all means. And a well organized one, consisting on three distinctive areas: an “intimate” part, featuring WC and bidet; a “wet” one, consisting of bath and shower; and a “public” one, with the sink and its cupboards, the preferred stage for narcissistic encounters between ourselves and our image.
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Il bagno in primo piano foto Annalisa Cimmino
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Né vacanza, né terme o palestra. Per James Irvine, designer inglese naturalizzato italiano, il bagno è un luogo intimo, nel quale gli oggetti sono personaggi della scena quotidiana. “Il bagno high tech – funzionale e preciso come un orologio – va bene”, dice, “ma solo sugli aerei”.
Collezione Glass Mosaic black Marazzi.
—– Black Glass Mosaic Collection by Marazzi.
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“Il mio bagno ideale è un ambiente tranquillo, sicuramente non tecnologico. Il bagno è un’oasi molto intima in cui trascorro circa un’ora tutte le mattine. Per me il bagno è un rifugio, una pausa che vivo in una dimensione assolutamente individuale. Mi piacciono i rubinetti con due manopole, con cui procedere ad un piccolo rituale di regolazione della temperatura dell’acqua, mentre non mi piacerebbe assolutamente un bagno troppo tecnico, di quelli che cercano di convincerti che tutto si può pulire con un semplice getto d’acqua. Non è mica detto che in bagno si debba sempre bagnare tutto: ci si può muovere con attenzione e anche mettere dei tappeti per terra. Trovo l’esperienza di entrare in un bagno sconosciuto sempre molto interessante. Sei lì, completamente nudo, non sai bene come muoverti, devi scoprire come funziona la doccia, devi abituarti alla forma di una vasca che è diversa dalla solita. Insomma, un bagno che non conosci ti insegna molto su cosa ti aspetti dal tuo bagno ideale. Invece i bagni degli aerei sono straordinari. Un esempio del miglior industrial-design americano. Tutto è perfetto, funzionale come un orologio: chiaro e razionale. E del resto su di un aeroplano che vola a 10.000 metri d’altezza trovo giusto che il bagno sia una semplice macchina igienica.”
Il bagno: un luogo vero, non una macchina da relax The bathroom: a real place, not a relaxation machine James Irvine è nato a Londra nel 1958 e lavora a Milano dal 1984. È stato membro dell’Olivetti Design Studio e partner dello Studio Sottsass Associati. Ha progettato per Toshiba, Mercedes Benz, Artemide, Whirlpool, Canon e per i grandi nomi dell’arredo quali Cappellini, B&B Italia, Magis e Coro.
James Irvine James Irvine was born in London in 1958 and works in Milan since 1984. He was a member of the Olivetti Design Studio and a partner of Sottsass Associati. He has designed for Toshiba, Mercedes Benz, Artemide, Whirlpool, Canon and for some well known furniture brands such as Cappellini, B&B Italia, Magis and Coro.
Neither a holiday place, nor a spa or a gym. For James Irvine, the British designer naturalized Italian, the bathroom is an intimate space, in which objects are the main players of daily rituals. “The high tech bathroom – as functional and precise as a watch – is OK”, he says, “but only on planes”. “My ideal bathroom is a restful place, and it certainly is not high tech. The bathroom is a very intimate oasis in which I spend roughly one hour per day, every morning. My bathroom is a refuge, a break that I experience in a thoroughly personal dimension. I like to have two control knobs because I enjoy the ritual of finding the right temperature. While I do not see the attractiveness of too technical a bathroom, that tries to convince you that everything can be cleaned with a water spurt. Who says that everything needs to be wet in the bathroom? It is always possible to put carpets on the floor. I find the experience of entering an unknown bathroom always very interesting. You are there, totally naked, and have no idea about how to move. You have to discover how the shower works, get used to the shape of the bath which you are not accustomed to. An unknown bathroom tells you a lot of what you expect from your ideal bathroom. On the contrary, bathrooms on planes are extraordinary. Everything is perfect and works like a clock: crystal-clear and rational. And after all, on an airplane flying at 10,000 meters above the ground, a bathroom should be a simple hygienic machine. And nothing else.”
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Il bagno in primo piano foto Annalisa Cimmino
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Progettista colto e attento alle trasformazioni dei modelli di vita contemporanei, Manolo De Giorgi ama costruire lo spazio come somma di ambienti a vocazione funzionale. Spazio ad alta densità d’uso, il bagno è un laboratorio sperimentale dell’intero universo domestico.
Collezione Glass Mosaic black Marazzi.
—– Black Glass Mosaic Collection by Marazzi.
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“Il bagno ha subito un’evoluzione sostanziale negli ultimi decenni. Ma, malgrado tutto il parlare che si fa sui bagni formato gigante – quelli che si vedono sulle riviste patinate – in realtà la maggior parte dei bagni è sempre una stanza di dimensioni ridotte, specie nelle grandi città. Le grandi sfide per i progettisti riguardo al bagno sono dunque due. Da un lato c’è la creazione di soluzioni funzionali da inserire in spazi sempre più limitati e in questo senso è interessante guardare agli interni dei trasporti come le barche a vela o i Jumbo dove i bagni sono sempre più compact. E dall’altro, c’è tutto l’universo che si apre se si progetta il bagno non come un luogo in sé ma come un insieme armonioso di tanti sottospazi, ognuno dei quali dedicato ad un’attività da espletarsi attraverso particolari elementi quali lavabo, doccia, WC ecc. Spazi che devono essere dotati di una certa autonomia, utilizzabili da più persone in contemporanea, e che andrebbero poi accostati l’uno all’altro creando in qualche modo un “luogo”. I materiali utilizzati nel bagno vanno di pari passo con quelli utilizzati negli altri ambienti della casa. Di fatto, la piastrella è sempre e comunque tra i materiali preferiti. C’è un ritorno alle tesserine di piccolo formato che si adattano con facilità alle misure degli spazi ristretti. Nel rivestimento invece prende sempre più piede il tema dell’orizzontale e delle fasce a seguire, che mima gli stilemi dell’architettura del Novecento.”
Il bagno: un luogo con molte funzioni The bathroom: a room with many functions Manolo De Giorgi, architetto, giornalista e scrittore. È autore di 45-63. Un Museo del Design in Italia (Segesta, 1996), Marco Zanuso architetto (Skira, 1999) e Carlo Mollino. Interni in piano sequenza (Segesta, 2004). Insegna presso il Politecnico di Milano.
Manolo De Giorgi Manolo De Giorgi is an architect, a journalist and a writer. He wrote 45-63. Un Museo del Design in Italia (Segesta, 1996), Marco Zanuso architetto (Skira, 1999) and Carlo Mollino. Interni in piano sequenza (Segesta, 2004). He teaches at the Polytechnic in Milan.
A cultivated designer, sensitive to the transformation of contemporary lifestyle models, Manolo De Giorgi loves building spaces like the sum of functional environments. Spaces with a high degree of usability, the bathroom is an experimental lab for the whole domestic territory. “The bathroom has undergone a major evolution in the last decade. Yet despite all talks about maxi-bathrooms – the ones that one can only see on glossy magazines – the majority of bathrooms are in fact rather small, particularly in big cities. There are two great challenges for designers with regard to the bathroom. The first one is the creation of functional solutions to insert in increasingly small spaces and in this sense it is interesting to look at the interiors of transports like sailing boats or Jumbo-jets where bathrooms are increasingly compact. The second one is the universe that opens up when designing a bathroom like more than a space in itself, like a harmonious cluster of many sub-spaces, each one dedicated to an activity to be carried out by elements such as the sink, the shower, the WC etc. Spaces that needs to be self-sufficient and usable by several people at the same time and then together create an “environment”. The materials that were used in the bath go hand in hand with the ones that are used in other areas of the home. The tile is actually still amongst the preferred materials. There is a come-back of small squares that can easily be adapted to narrow spaces. For wall covering the trend is clearly the horizontal décor and following bands, almost a mimic of 20th century architectural characteristics.”
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casa marazzi
Interno a New York
A New York l’appartamento del direttore di una importante banca internazionale, allestito alla fine degli anni Ottanta
duccio biasi oooooooooo
testi foto
scrigno in città
testo duccio biasi foto keith scott morton
The New York apartment of the director of an important international bank, furnished at the end of the Eighties La zona giorno si presenta come uno scrigno ricolmo di oggetti preziosi: collezioni di vetri, superfici laccate, comode sedute in pelle e delicati intrecci vegetali evocano i fasti e le raffinatezze di una ricca dimora orientale. Lo spazio compresso della casa di città si dilata come per incanto grazie ai giochi di specchi ma conserva la sua forza unitaria grazie ai rivestimenti in ceramica bianca, la cui luminosa compattezza proietta il padrone di casa e i suoi ospiti in una dimensione spaziale astratta, soffusa e quasi onirica, ideale per chi ama conversare d’arte e di bellezza. 32
the living area is like a jewel box, filled to the brim with precious objects: glass collections, lacquered surfaces, comfortable leather armchairs and the refinements of a wealthy oriental home. The compressed space of the urban home is magically enlarged thanks to mirroring effects yet retains its unifying force thanks to white ceramic coverings whose light compactness casts the owner and his guests in an abstract, soft, almost dream-like spatial dimension – perfectly suited for the lovers of conversations about art and beauty.
Per il rivestimento di pavimenti, cornici e architravi si sono impiegate piastrelle Polaris 60 x60adella serie Polaris Spazio Atomar S Il pavimento piastrelle di Marazzi a bassa porosità 60x60 dellaCeramiche, serie Spazio realizzate ed elevata ilresistenza attraverso processo all’usura. di —– Per il rivestimento di pavimenti, cornici monocottura Atomar, brevettato e architravi sono piastrelle Polaris da Marazzi. si —– Theimpiegate floor covered 60 x60 della tiles, serie 60x60, Spazio realized Atomar S di Marazzi with Polaris Ceramiche, bassa porosità through theaMarazzi patented ed elevata resistenza all’usura. single-firing process Atomar.
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casa marazzi
Interno a New York
The large format underlines the unifying spatial effect of the ceramic surfaces, also celebrating their traditional characteristics related to texture, color and light
Il grande formato sottolinea l’effetto di unificazione spaziale delle superfici ceramiche, oltre a esaltarne le tradizionali caratteristiche di texture, colore e luminosità
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testo foto
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monocromo masterpieces
Nanda Vigo, Casa Meneguzzo
Spazi fluidi che sembrano dilatarsi all’infinito; una luce pervasiva e onnipresente che mira a dissolvere i contorni degli ambienti
duccio biasi giorgio casali, enrico cattaneo, antonia mulas
Fluid spaces that seem to expand ad infinitum; a pervasive, omnipresent light, that aims at erasing the contours of the environments
Il living con il letto matrimoniale in primo piano. Tutte le superfici della casa sono rivestite con piastrelle di caolino smaltato bianco 20 x 20, che diffondono la luce in modo uniforme. Il raccordo obliquo tra pareti e pavimento accresce la fluidità dello spazio.
—– The living area, with the double bed at the forefront. All surfaces are covered with glazed white kaolin 20 x 20, that diffuse light evenly. The slanting connection between the walls and the floor increases the fluidity of the space.
Un singolare paesaggio di materiali, dove l’ipnotica continuità delle superfici in ceramica bianca smaltata e lucida è interrotta solamente dai rivestimenti degli arredi fissi in peluche di colore grigio. Sono le qualità davvero uniche della casa costruita fra il 1966 e il 1969 per il collezionista d’arte Giobatta Meneguzzo a Malo, nella campagna vicentina: un piccolo capolavoro semisconosciuto, scaturito da una quanto mai anomala collaborazione fra Gio Ponti e Nanda Vigo nel clima di sperimentazione culturale degli anni Sessanta. La storia della “casa sotto una foglia”, come fu ribattezzata inizialmente pensando al grande tetto sporgente che è insieme riparo e portico, è a dir poco romanzesca. Dopo averla disegnata come abitazione per le vacanze senza però riuscire a realizzarla, il grande maestro milanese ne pubblicò le tavole nel 1964 su “Domus”, suggerendo ai lettori l’opportunità di costruirsela da soli. Meneguzzo si fece avanti, chiedendo allo stesso Ponti di realizzarla come casa per la propria famiglia. Qualche incomprensione tra architetto
A very particular material landscape, in which the hypnotic continuity of white, glazed, glossy ceramic surfaces is interrupted only by the plush covers of the built-in furniture. These are the truly unique qualities of the art collector Giobatta Meneguzzo’s house, built between 1966 and 1969 in Malo, in the heart of the Vicenza countryside: a small, semi-unknown masterpiece, issued from the atypical collaboration between Gio Ponti and Nanda Vigo in the framework of the experimental climate of the 1960s. The story of the “house under the leaf” (as it was initially named due to its protruding roof that serves both as shelter and arcade) is almost fictional. After designing the building as a holiday home, Gio Ponti published the drawings on the magazine "Domus" in 1964, hinting to the readers that they could use the project and build the house if they wished to do so. As a consequence, Meneguzzi asked the Milanese master to build the holiday home for himself and his family. Due to a series of misunderstandings between the architect and the 37
masterpiece masterpieces
Nanda Vigo, Casa Meneguzzo
La casa, il giardino e la galleria d’arte al piano interrato sono state teatro di memorabili happening artistici e musicali.
—– The house, the garden and the art gallery in the basement have hosted memorable artistic and musical happenings.
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e committente interruppe al rustico la struttura. A terminare l’opera intervenne Nanda Vigo, giovane architetto amica di entrambi e coinvolta in molte ricerche artistiche di quegli anni, al confine fra percezione spaziale ed esperienza estetica. Grazie a lei la casa di Malo divenne un singolare esempio di paesaggio domestico, in cui le qualità tattili e luminose di materiali industriali come la ceramica vengono sfruttate per produrre nuovi stimoli sensoriali e inedite dimensioni spaziali. Uno spazio “cronotopico”, per usare il termine coniato dalla stessa Nanda Vigo. Composta da un piano terreno per gli usi quotidiani e da uno spazioso interrato per la collezione d’arte contemporanea, la casa si caratterizza per lo straordinario e accogliente living, centro di attrazione della vita domestica. Qui lo sguardo vaga senza soluzione di continuità dalle due zone di conversazione alla scala a chiocciola sotto il lucernario fino al letto matrimoniale, mentre alcune opere d’arte commissionate a Lucio Fontana, Le Parc e Castellani partecipano e condizionano la qualità spaziale degli ambienti. Senza dubbio una casa impegnativa eppure molto amata dai padroni, dai loro figli e dagli amici artisti, tanto da essere stata teatro, nel corso degli anni, di indimenticabili feste e performance creative e musicali.
the building work came to a sudden stop. It was later continued by Nanda Vigo, a young architect and friend of both Ponti and Meneguzzi, very active in artistic research between spatial perception and aesthetic experience. Thanks to Vigo, the Malo home became a very particular example of domestic landscape, in which the tactile and lighting characteristics of industrial materials, like ceramics, were used to produce new sensorial stimuli and spatial dimensions. A space that Nanda Vigo defined “chronotopic”, consisting of a ground floor (conceived for daily use) and by an underground space (conceived to host a contemporary art collection). In the home, the extraordinary, welcoming living room is the center point of domestic life. Here the glance is free to wonder without interruptions between the two conversation areas and the spiral staircase, to move from under the skylight up to the double bed, while some art pieces – specifically commissioned to Lucio Fontana, Le Parc and Castellani – play an important role in influencing the spatial quality of the environments. Without the shadow of a doubt, it is an engaging house, yet very much loved by its owners, their children and friends. To such an extent, that it was used for years to host unforgettable parties and creative, musical performances.
(Si ringrazia l'architetto Nanda Vigo per la disponibilità delle foto)
(With special thanks to architect Nanda Vigo for the use of the images)
—– commissioner,
A sinistra, l’ingresso con il rilievo di Enrico Castellani, al centro una camera da letto e a destra la galleria al piano inferiore. Riprendendo l’idea originaria di Ponti, la casa è priva di arredi mobili: solo armadi a muro e basi fisse rivestite di ceramica. L’uso di neon continui accentua l’effetto di a-dimensionalità degli spazi.
—– Left, the entrance with the sculpted wall by Enrico Castellani, at the center the bedroom and right the gallery in the basement. As per the original idea by Gio Ponti, the house has no freestanding furniture but only wall cupboards and fixed basis, covered in ceramic tiles. The use of neon lights increases the dimensionless feeling of the spaces.
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panorama
Torre Arcobaleno, Milano
make-up urbano Il restauro di una infrastruttura di servizio dell’acquedotto milanese è diventato l’occasione per un intervento cromatico nel paesaggio della città
testo duccio biasi foto mimmo capurso
I 1000 mq di superficie esterna della torre sono stati risanati e rivestiti in soli 35 giorni, grazie all’impiego di materiali ceramici e sistemi di fissaggio tecnologicamente evoluti.
—– The 1,000 square meters of external surfaces of the tower were restored and covered in only 35 days thanks to the use of ceramic materials and technologically advanced fixing processes.
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The restoration of a service infrastructure of the Milan waterworks has turned into an opportunity to liven up the city, through color Per chi li ha vissuti, i Mondiali di calcio di Italia ‘90 sono stati uno di quegli eventi che restano nel cuore e nella memoria. Un intero Paese in festa accolse a braccia aperte la colorata moltitudine dei tifosi di ogni continente, approfittandone per far conoscere a un mondo ormai già globalizzato le raffinatezze del “made in Italy” e città debitamente tirate a lucido per l’occasione. Del clima allegro di quella manifestazione e delle sue “notti magiche” rimane ancora oggi una traccia più viva che mai a due passi del centro di Milano. È la “Torre Arcobaleno”, un anonimo serbatoio dell’acqua costruito negli anni Sessanta sul perimetro dell’importante scalo ferroviario di Porta Garibaldi e “rigenerato” a tempo di record poco prima dei campionati per diventare un originale landmark urbano. L’opera in calcestruzzo dalla silhouette a iperbole, alta 35 metri e molto degradata, è stata sottoposta a un minuzioso trattamento di consolidamento e pareggiamento delle superfici esterne, che sono state successivamente “vestite” con un mantello di moduli Marazzi Ceramiche
The World Cup in Italy in 1990 left a fond memory in the hearts of those who experienced it. Purposefully “polished” cities welcomed the colorful mass of supporters coming from all over the world, while their enthusiastic citizens were taking advantage of the opportunity offered by this close encounter to convey to the world the meaning of “Made in Italy” as a quality label. It all happened a long time ago, yet something that was originated in the name of that special event and that was appreciated by the happy crowds during those “magical nights” is still there for all to see, very near the heart of Milan: the “Rainbow Tower”. Once an anonymous water-tank built in the1960s on the edge of the important railway station Porta Garibaldi, the structure was “regenerated” in record time just before the World Cup. It immediately became an urban landmark. The concrete, hyperbolic, 35 meter tall silhouette was very damaged and underwent a thorough treatment aimed at strengthening and smoothening its outer surface – later covered with tiles from the Colori Marazzi series 41
panorama
Torre Arcobaleno, Milano
della serie Colori Marazzi, in vari formati (da 10x10 a 20x20 cm) e 14 diverse tonalità. Il pattern geometrico semplice ma impattante e l’armonioso gioco di colori del paramento, concepiti dallo Studio Original Designers 6R5 di Milano, hanno trasformato così uno scarno manufatto di servizio in un segno architettonico inconfondibile, che svetta sul sorprendente “vuoto” dello scalo ferroviario dialogando con alcune emergenze significative dello skyline cittadino: il Famedio del Cimitero Monumentale ottocentesco, le due torri delle Ferrovie di Laura Lazzari, la “cittadella” direzionale condensata attorno al celebre grattacielo Pirelli di Gio Ponti. Questa continua tensione tra novità e tradizione, tipica di Milano, è perfettamente simboleggiata dalla scelta della ceramica, materiale radicato nella tradizione italiana ma in questo caso testimonial efficace dei valori di modernità e dinamismo di una metropoli da sempre epicentro dell’architettura e della creatività. Le piastrelle sono state fissate utilizzando adesivi Mapei e posate a fuga larga. Per le costolature è stata usata una speciale vernice protettiva nera.
—– The tiles were fixed using Mapei glues and laid with large joints. For the supporting elements a special protective black glazing was used.
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by Marazzi Ceramiche. For the purpose, tiles of different formats (10x10 to 20x20 cm) were selected, featuring 14 different colors. The geometric decorative pattern is simple, and the chromatic palette (conceived by Studio Original Designers 6R5 in Milan) harmonious: together, they produce an overall effect of great impact and transform a meaningless service structure into an unmistakable architectural landmark that rises above the emptiness of the railway tracks, also creating a dialogue with other important high elements of the city skyline. Such as the 19th century Famedio of the Cimitero Monumentale, the two Railway Towers by Laura Lazzari, and the administrative “citadel” that grew around the famous Pirelli skyscraper by Gio Ponti. This continuous tension between novelty and tradition, which is so typical of Milan, is perfectly supported by the choice of ceramics, a material that is strictly linked to the Italian tradition and that becomes testimonial of the modern dynamic values of a City that is always at the forefront of architecture and creativity.
—–
Rigenerata a tempo di record, la Torre Arcobaleno è oggi un originale landmark urbano Regenerated in record time, the Rainbow Tower is today a characteristic urban landmark
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( arte ) new words
no global
Usa la porcellana per raccontare. Delle sue delusioni sul tanto agognato nuovo corso politico, della necessità per il suo paese di innovare attraverso il design, del pericolo di perdere la propria identità, abbracciando una cultura globale senz’anima. È Maxim Velcovsky, il giovane designer ceco, classe 1976, fondatore (insieme a Jakub Berdych) di Qubus,
new words ( design ) No global. He uses porcelain to tell stories. Stories about his disappointment on the much wanted new political era, about his country’s need to use design to innovate, about the dangers of identity loss that can occur to those who welcome a global, soulless culture. Maxim Velcovsky (1976) is the young mind behind Qubus, the first post-Velvet Revolution design studio of the Czech Republic, which he founded with Jakub Berdych. The Czech Republic is famous for porcelain manufacture and Qubus uses it to create small, irreverent objects, designed to make people think. “Design is always strictly bound to the identity of a nation”, says Velcowsky, “and we aim at creating a design culture in our country so that design can start moving economy and development”. Hence porcelain, the precious material derived from ceramics, becomes the protagonist of a new beginning.
il primo studio di design della Repubblica ceca del nuovo corso – post Velvet Revolution. La Repubblica ceca è famosa per la lavorazione della porcellana e Qubus la utilizza per creare piccoli oggetti dissacranti, progettati per far riflettere. “Il design è sempre strettamente legato all’identità di una nazione”, dice Velcowsky, “e il nostro scopo è creare una cultura del progetto nel nostro paese, perché il design diventi un motore per l’economia e per lo sviluppo”. Il prezioso derivato della ceramica, la porcellana, diventa quindi protagonista di una nuova rinascita.
new daily ritual “All’epoca della sua invenzione era l’epicentro della cucina. Oggi, invece, ha perso di appeal, ridotto com’è, il più delle volte, ad una scatoletta di plastica da nascondere nell’armadio” Parla del tostapane il giovane designer George Watson, che con il suo toaster in ceramica ha vinto, lo scorso gennaio, il primo premio della design competition Ceramics for Breakfast, indetta dalla rivista online Designboom. “Con il mio progetto volevo rendere dignità al tostapane e rinvigorirne il valore, creando un oggetto di cui essere fieri, da esporre – e non più nascondere.” L’uso della ceramica – materiale nobile e durevole per eccellenza – è perfetto per dare a questo piccolo elettrodomestico quel quid di prezioso che, secondo Watson, fa la differenza tra un oggetto usa e getta e uno che resta.
“When it was invented, it was the heart of the kitchen. Today, it has lost appeal and has turned – in most cases – into a plastic box to hide in the cupboard” The young designer George Watson is talking about the toaster, the domestic appliance that he redesigned using ceramics and presented at the design competition Ceramics for Breakfast, created by the online design magazine Designboom. His design won the first prize. “I wanted to give new dignity to the toaster, once again underline its value, and do so by creating a proud object, to show rather than hide.” The use of ceramics – noble and long-lasting – is perfect to give this appliance the precious touch that is exactly what, according to Watson, makes the difference between an object that stays and one that is thrown out. Ceramics for breakfast Giuria
—–
Jury:
Ennio Capasa, stilista di Costume National. Costume National stylist.
Nello Martini, giornalista. Journalist.
Aldo Cibic, architetto e designer. Architect and designer.
Birgit Lohmann, direttore di Designboom. Designboom editor.
Il premio è stato assegnato durante il Macef, la fiera della casa, lo scorso gennaio www.qubus.cz
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The prize was awarded during the last edition of Macef, the home fair in Milan, last January
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new words ( sinergie )
( arte ) new words According to nature. Petr Weigl, an English designer and artist, uses all materials that belong to the ceramics family – ceramics, gres, porcelain – as well as concrete
secondo natura Petr Weigl, designer-artista inglese, progetta con tutti i materiali appartenenti alla famiglia delle ceramiche – ceramica, grès, porcellana – e con il cemento Realizza i suoi manufatti ispirandosi alla natura e alla sua forza
geometrie liquide Hatria
He is inspired by nature
Funzionalità certo, ma anche l’elegante morbidezza di forme sinuose che accompagnano i gesti del corpo
and in particular by its
Il perfetto equilibrio fra leggerezza
uncontrollable and fierce force
e rigore è il tratto distintivo della
and creates art tiles that reproduce
collezione Sculture 2 di Hatria,
the “burnt” effect of fire or
progettata dallo studio Dal Lago.
the material curves of water on
Il disegno di ogni elemento nasce
sand. While for other creations
dall’innesto fra due componenti
he plays with the contrast between
distinti e complementari: il volume
the poor value of the base, when
di sostegno, compatto e raccolto,
he uses concrete for instance,
che alloggia le componenti tecniche,
and the preciousness of the décor,
e le geometrie liquide delle parti
for which he uses materials with
funzionali, che paiono disegnate
an important historical value,
dal fluido movimento dell’acqua.
Liquid geometries Hatria. Functionality, for sure, but also the elegant smoothness of curved forms that support the body gestures The perfect balance between lightness and
like gold leaf.
Curve biomorfe per una collezione
rigor is the distinctive trait of the Sculture 2 collection by Hatria, designed
pensile, che sembra fluttuare sospesa,
by studio Dal Lago. The design of each element comes from the joining
come la candida corolla di un fiore.
of two distinctive and complementary components: the supporting, compact
incontrollabile, dando vita a piastrelle d’arte che riproducono l’effetto
volume, that hosts the technical components, and the liquid geometries
“bruciato” del fuoco o le sinuosità materiche create dall’acqua sulla sabbia.
of the functional parts, that seem to be designed by the fluid movement
Mentre per altre creazioni gioca con il contrasto tra la matrice “povera”
of the water. Biomorphic curves for
del supporto – nel caso di piastrelle in cemento – e la preziosità del decoro
a suspended collection that seems to float
di superficie – per il quale non esita ad utilizzare materiali preziosi,
on air, like the white corolla of a flower.
con una grande storia alle spalle, come la foglia d’oro.
www.petrweigl.com
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www.hatria.com
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remind
i colori
new colors new design Dopo anni di tinte neutre e di elegantissimi grigi, stiamo assistendo ad un ritorno in forze del colore. Segno
For years, neutral and extremely elegant grey tones have dominated the interiors
inequivocabile dell’avvenuto tramonto del minimal più
scene. Today, color is coming back.
ortodosso, la rivincita del colore rivaluta un importante
This return of color is the unmistakable
strumento del progetto.
Senza ripercorrere gli eccessi
del pop anni Sessanta,
il colore riaccende
le profondità dello spazio
domestico, restituisce
up once again the depth of the domestic
identità agli ambienti,
landscape and provides space with
costruisce nuove
atmosfere quotidiane.
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sign of the end of the ultra-orthodox minimal style, and it enriches some design instruments with new value. Without necessarily going back to the pop excesses of the Sixties, color lightens
new identities, also creating new daily atmospheres. 49
viola Il viola è un colore misterioso. È il colore della penitenza e del peccato. Nelle sue varianti meno sature tende al tenero romanticismo. Ambiguo come un mauve, può diventare sfacciato e anche arrogante. A seconda della luce assume tonalità calde o fredde. Considerato un colore antico, è tornato prepotentemente di moda. Da evitare assolutamente a teatro.
Waterloo
Gadolinio
Gidda
Purple is the color of mystery. The color of penitence and sin. In its less strong shades, it hints to tender romance. Ambiguous as mauve, it can be gaudy and arrogant. Depending on the light, it gives a feeling of warmth, or coldness. It is considered ancient, yet it is clearly very trendy. To avoid at the theatre.
Gallo
Ginevra
Balat
una selezione della gamma colori Marazzi / a selection from the Marazzi color palette
i colori
remind
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
FIFTY
M5 GG M6 2G M5 G4 M5 GL
lilac
20x50 33,3x33,3 4x50 20x50
lilac green
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
CITTÁ ARCHITETTURA
ME EW ME 90
waterloo bianco classic new
20x20 10x10
serie /series
codice / code
colore / color
formato / size
RAINBOW
MJ KM-M5 ZT
violet
18x36
LE LACCHE
M5 E1
bianco rett.
50x50
Guarini
50
serie
codice
colore
formato
serie / series
codice / code
colore / color
formato tessera / card size
FOLK
MJ KU M6 2W M6 2N
viola
18x36 4,5x36 33,3x33,3
GLASS MOSAIC
MG V2
light purple
2x2
51M R Z
5
i colori
giallo Il giallo è il colore del sole. È allegro, caldo e luminoso. Ma il giallo è anche il colore della gelosia e dell’inganno. In casa il giallo piace ai bambini e aiuta a ravvivare una stanza con poca luce diretta. La sua energia è contagiosa, serve a dilatare gli spazi ristretti ed è un perfetto reagente di contrasto con quasi tutti i colori.
Azoto
Adler
Herrera
Yellow is the color of the sun. It is happy, warm, light. But it is also the color of jealousy and intrigue. At home, it is kids’ favorite and it helps giving new life to a scarcely lit room. Its energy is contagious and it can be used to dilute small environments while it perfectly reacts, by contrast, with almost all other colors.
Citrino
Boito
Zolfo
una selezione della gamma colori Marazzi / a selection from the Marazzi color palette
remind
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
I MURI CITTÁ
ME EM MK RX ME EL ME 8D
austin Diamanti algeri Sodalite boito
20x20 60x60 20x20 20x20
ARCHITETTURA
Quarz yellow
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
M5 GH M6 2D Lavabo Hatria Happy hour 09:00
yellow
20x50 33,3x33,3
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
QUARTIERI
ME GL
algeri
10x10
FIFTY
Boro
Aleotti
52
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
serie / series
codice / code
colore / color
formato tessera / card size
FOLK
MJ KQ MJ KX MJ K3 M6 3J M6 2K
giallo
18x36 18x36 18x36 2x36 33,3x33,3
CRYSTAL MOSAIC
M5 30
gold
2,3x 2,3
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i colori
azzurro Azzuro è il colore dell’aria e del cielo. È il colore dell’innocenza e della trasparenza. Oggi, nelle sue infinite tonalità, è diventato il colore per eccellenza, la migliore soluzione per ogni occasione. L’eleganza del vestito buono, ma anche la disinvoltura del jeans. L’azzurro è luminoso e rassicurante: distensivo in camera da letto, energetico per la doccia del mattino.
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Azure is the color of the air and the sky. The color of innocence and transparency. Today, in its infinite variations, it has become The Color, the best possible solution for all occasions. The elegance of the best dress but also the ease of jeans. Azure is light, and it reassures: relaxing for the bedroom, energetic for the morning shower.
Tungsteno new
Ossigeno
Tormalina
Quarz azure
Sodalite
Cianite
una selezione della gamma colori Marazzi / a selection from the Marazzi color palette
remind
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
ENERGY
M5 PP
rif. panama new
20x20
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
serie / series
FOLK
MJ K7 MJ K1 MJ KV M6 29 M6 2P
blu
18x36 18x36 18x36 18x36 33,3x33,3
RAINBOW
codice / code
MJ KN M5 ZR MJ KH M5 Z5 Lavabo Hatria Happy hour 22:00
colore / color
formato / size
blue
18x36 7x36 18X36 33,3x33,3
white white
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
FIFTY
M5 GJ M6 2C M5 GK
white azure
20x50 33,3x33,3 20x50
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
MURI DI MARAZZI
MK RX
diamanti sodalite
60x60
55
i colori
verde Verde è il colore del rischio e dell’azzardo. Ma è anche il colore della natura e dell’armonia. Il verde è un colore che richiede molta sensibilità. Nelle tonalità luminose della giada richiama le sfumature del mare. Troppo intenso diventa abbagliante e qualche volta artificiale. Scuro è un colore profondo e meditativo.
Lutezio
Garnier
Glasgow
Green is the color of risk and gambling. But also of nature and harmony. Green as a color asks for sensitivity. In its light tones it is jade and it conjures up images of the sea. When it is too intense, it blinds and it sometimes looks too artificial. In its dark versions, it is a deep color, that fosters meditation.
Quarz green
Osmio new
Malevic
una selezione della gamma colori Marazzi / a selection from the Marazzi color palette
remind
serie / series
codice / code
colore / color
formato tessera / card size
GLASS MOSAIC
MG V9
dark green
2x2
Salonicco new
Argon
56
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
FOLK
MJ K4 MJ KY M6 26 M6 2U M6 2Y M6 2L
verde
18x36 18x36 4,5x36 18x36 4,5x36 33,3x33,3
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
RAINBOW
MJ KK M5 ZU MJ KH M5 Z2 M5 Z5
green
18x36 18x36 18x36 2x36 33,3x33,3
white white
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
FIFTY
M5 GL M5 MD M6 2E
green
20x50 3x50 33,3x33,3
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
MURI DI MARAZZI
MK RW
diamanti smeraldo
60x60
57
i colori
rosso La passione e l’inferno. Il rosso è il colore del potere e dell’amore. Questo colore è un concentrato di forza e di energia, e in casa va dosato con cura. Le grandi superfici richiedono tonalità scure o addolcite dal giallo. Usato nella sua massima concentrazione, il rosso diventa un segnale di attenzione, che cattura e ipnotizza lo sguardo.
Passion and hell. Red is the color of power and love. A cocktail of strength and energy that needs to be carefully calibrated for home use. Large surfaces require dark tones, or sweetened through yellow. When it is used in its most intense version, red becomes an attention warning that captures and retains the glance.
Madrid new
Barcellona
Bernini
Bangkok
Berlino
Bullet
una selezione della gamma colori Marazzi / a selection from the Marazzi color palette
remind
serie / series
codice / code
colore / color
formato / size
MURI DI MARAZZI
MK RU
diamanti granato
60x60
serie / series
codice / code
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GLASS MOSAIC
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ARCHITETTURA
ME 8G
bernini
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prodotto / product
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gres porcellanato smaltato serie CITTÁ, Marazzi
GLASS MOSAIC
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tecnologia
lavorare a colori Working with colors. Joints and tiles happily live together today and this overcomes several aesthetic and functional problems
La felice convivenza tra i riempitivi per le fughe e le piastrelle ha oggi permesso di superare numerose problematiche sia estetiche che funzionali La ricerca tecnologica sui materiali di stuccatura dei rivestimenti ceramici, un tempo costituiti semplicemente da sabbia e cemento (dunque
una struttura porosa, molto assorbente ed in grado di offrire semplici sfumature di grigio), ha prodotto materiali evoluti che mettono insieme praticità di utilizzo, facilità di manutenzione e pulizia e, non da ultimo, una sorprendentemente ricca capacità di espressione e di personalizzazione degli ambienti. Molti produttori di collanti e riempitivi offrono al mercato una ampia gamma di colorazioni disponibili, lasciando alla fantasia del progettista la possibilità di assecondare il colore della piastrella (tono su tono) o di dare libero sfogo all’inventiva giocando su contrasti di colore fuga/piastrella. Per chi fosse alla ricerca della perfezione cromatica, potremmo anche evidenziare che le colorazioni standard possono essere miscelate alla ricerca di tonalità più esclusive e adattate al
colore desiderato. Dal punto di vista tecnico, inoltre, occorre considerare che i riempitivi, pur restando a base cementizia, sono modificati con additivi e polimeri in grado di impedire le efflorescenze, non perdono la colorazione, non perdono elasticità nel tempo e non si sgretolano come una fuga tradizionale è destinata a fare in breve tempo. Inoltre, riempitivi di questo tipo possono essere utilizzati in granulometrie differenziate a seconda della larghezza della fuga. Sul mercato sono normalmente proposte granulometrie adatte a dimensioni di fuga da 2-3 mm a 15 o più mm. Per tutte queste notevoli caratteristiche, le fughe colorate costituiscono uno strumento particolarmente mirato alle migliori performances delle nostre ottime ceramiche.
Technological research on ceramics coverings, once merely formed by sand and concrete (a porous, absorbing structure, that could offer only grey nuances), has produced evolved materials that join together ease of use, maintenance and cleanliness but also a surprisingly wealthy possibility of self expression and personalization of the environments. Many glue and fillings producers offer o the marker and wide array of colors, thus allowing the designer to support the tile color (ton-sur-ton) or to be more creative and play on the contrast joint/tile. For those looking for chromatic perfection, it could also be possible to underline that the standard colors can be mixed in search for more exclusive tone, suited for the desired color. Technically speaking, it is important to consider
that the joints, although cement-based, were modified with additives and polymers in order to avoid efflorescences, and do not fade in color or in elasticity through time and do not go into bits like a traditional joint. Furthermore, they can be used in different granulometries according to the width of the joint. On the market, granulometries suited for joints between 2-3 mm and 15 or more mm are offered. For all these remarkable characteristics, colored joints are particularly suitable tool for the obtaining the best performance from our ceramics.
Un dettaglio del Millepiedi, progetto di Aldo Cibic per il giardino della Triennale di Milano realizzato in grès porcellanato Le Cromie di Marazzi 20x20 e fughe colorate Mapei.
—– A detail of the Millepiedi, design by Aldo Cibic for the garden of the Triennale in Milan, realized using porcelain stoneware Le Cromie by Marazzi 20x20 size and colored joints by Mapei.
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corporate
glossario
elogio della fantasia “Sorprendere e affascinare”: sono queste le parole d’ordine per l’immagine Marazzi firmata dall’agenzia Göttsche. In praise of imagination. “Surprise and charme”: these are the keywords for the Marazzi image, developed by the agency Göttsche. La nuova campagna stampa mette in luce lo stile Marazzi e la sua capacità di incontrare i gusti e i desideri delle persone. È articolata in più soggetti che puntano decisamente all’emozione e raccontano, attraverso immagini sorprendenti e suggestive, come le ceramiche Marazzi danno vita ad una personale idea di casa. Le Lacche e Sahara, splendide nuove collezioni protagoniste della nuova creatività, si presentano al pubblico in una veste non convenzionale, trasformandosi da oggetti di innovativo design in vere e proprie fonti d’ispirazione per l’immaginazione. In ogni annuncio della campagna un personaggio interagisce fantasiosamente con le ceramiche: Le Lacche diventano una costruzione simile ad un castello di carte; le piastrelle della collezione Sahara sono una scala che si arrampica sorprendentemente nel vuoto. Scatti decisamente originali ed accattivanti, realizzati da Riccardo Bagnoli, uno dei fotografi italiani più apprezzati nel panorama dell’advertising nazionale ed internazionale, autore di campagne sempre originali e innovative, premiate in tutto il mondo. Immagini che catturano 62
Due immagini della nuova campagna Marazzi.
—– Two images from the new Marazzi campaign.
lo sguardo e sottolineano insieme alla nuova headline – La casa che hai dentro – la capacità del marchio di capire i bisogni del consumatore e di interpretarne i sogni. Una creatività d’impatto e nuova, non solo nel settore delle ceramiche, ideata con la direzione creativa di Michael Göttsche, dall’art Cristiano Guerra e dal copy Giuseppe Pavone. Una campagna stampa di grande respiro con 120 uscite da Aprile a Dicembre, sviluppata non solo su tutte le più importanti riviste del settore arredamento, casa e design, ma anche sugli specializzati del settore ceramico. Una presenza costante, mese dopo mese, per sollecitare con le nuove immagini la curiosità, la fantasia e il desiderio di entrare nel mondo Marazzi.
The new communication campaign highlights the Marazzi style and its capacity to meet the taste and desires of people. It is articulated in several subjects that underline the emotional aspect and tell, through surprising and suggestive images, how Marazzi ceramics provide a personal idea of home. Le Lacche and Sahara, the wonderful new collections at the heart of the new creativity, are introduced to the public under an unconventional perspective and are transformed: from objects of innovative design into inspirational sources for imagination. In each campaign announcement a character interacts with the ceramics: the Le Lacche become
a similar construction to a cards castle; the tiles of the Sahara collection become a ladder that amazingly climbs into the emptiness. Photos that are definitely original and capture imagination, realized by Riccardo Bagnoli, an Italian photographer amongst the most appreciated in the advertising international field, who has also signed other innovative campaigns throughout the whole world. Images that capture the eye and underline, together with the new headline “The house inside you”, the capacity of the brand to understand consumers’ needs and interpret their dreams. A high impact creativity, new not only for the ceramics field, conceived under the creative direction of Michael Göttsche, art director Cristiano Guerra and copywriter Giuseppe Pavone. A press campaign of great impact, with 120 ads published between April and December on the most important magazines dedicated to design and the home but also on specialized ceramics press. A constant presence, month after month, to stimulate curiosity, creativity and the desire to enter the Marazzi world.
Ceramica e derivati
Fughe a giunto aperto
Con il termine “ceramica” si indicano in modo generico tutti quei materiali che sono formati a freddo con un impasto plastico di argille e acqua successivamente solidificato a fuoco. Pertanto appartengono alla grande famiglia delle ceramiche: la porcellana, la terraglia, la terracotta, la maiolica, il grès. La porcellana è la più pregiata, (era chiamata “oro bianco”), e si differenzia dagli altri materiali perché è una ceramica durissima, a pasta bianca traslucida e compatta, impermeabile, resistentissima agli urti e al calore. Queste sue proprietà sono dovute alla composizione dell’impasto costituito da caolino, quarzo e feldspati.
Sistema di posa per le piastrelle caratterizzato da una maggiore distanza (3-4 mm) tra i singoli pezzi rispetto al sistema a giunto unito in cui le piastrelle sono pressoché unite. Nel sistema a giunto aperto la maggior evidenza visiva data alle fughe crea una trama sulla superficie piastrellata, che può assumere un marcato valore estetico grazie anche alle diverse possibilità cromatiche offerte dai materiali di riempimento (fughe colorate). Ha notevoli vantaggi poiché permette di migliorare l’effetto estetico complessivo, di diminuire il rischio di distacchi o sollevamenti e di ammortizzare al meglio le differenze dimensionali tra le singole piastrelle.
Bicottura
Grès porcellanato
Procedimento di produzione industriale utilizzato per le piastrelle smaltate (maiolica, cottoforte e terraglia-pasta bianca), che vengono sottoposte a una doppia cottura: la prima per l’indurimento del supporto (sinterizzazione), la seconda per il fissaggio dello smalto. Dopo la prima cottura, effettuata a temperatura variabile tra 900°C e 1100°C a seconda del tipo di prodotto, la ceramica viene smaltata e sottoposta a una seconda cottura più rapida e a temperature inferiori (tra 750°C e 950°C), che fonde lo smalto vetrificandolo. La vetrificazione aumenta considervolmente l’impermeabilità della superficie, rendendola meccanicamente resistente.
Prodotto ottenuto da una miscela di materie prime che comprende argille caolinitiche, fondenti (principalmente feldspati) e inerti (sabbie o quarzo). Le piastrelle vengono realizzate per pressatura e presentano un’elevata resistenza meccanica, un assorbimento d’acqua quasi nullo e un’ottima resistenza al gelo. Il grès porcellanato viene impiegato in larga parte nelle pavimentazioni e può essere smaltato (GL) o non smaltato (UGL). Nato come materiale “tecnico”per pavimentazioni industriali e ad alto rischio di usura, negli ultimi anni è stato esteticamente migliorato grazie alle tecniche di miscelazione delle polveri o alla smaltatura superficiale.
n 1 – maggio 2 0 0 7
direttore / director Enrico Morteo direttore artistico / art director Daniele Ledda
redazione / editorial staff Duccio Biasi Manuela Corradini Laura Traldi collaboratori / collaborators Mimmo Capurso, Annalisa Cimmino, Nicola Gallizia, Manolo De Giorgi, James Irvine, Marino Luppi, Leo Torri, Ersilia Visci, Natascia Vuk
Ceramics and derived materials The word “ceramics” includes all materials that were formed by a plastic, cold mixture of clay and water, later solidified through a cooking process. Hence belong to the great ceramics family also porcelain, pottery, earthenware, majolica, stoneware. Porcelain is the most precious of all these materials and used to be called “white gold”. It differs from all other ceramics because it is extremely hard, white, matt and compact, waterproof and resistant to shocks and heat. These properties are due to the composition of its dough, which is made of kaolin, quartz and feldspars.
Double firing
Open-jointed gaps Tiles laying process that leaves larger spaces (3-4 mm) between the tiles than with the unified joint process in which tiles are basically ajar. This creates a visual pattern between the tiles that can have a strong aesthetic value also thanks to the different chromatic possibilities now offered by filling plasters (colored suites). It offers great advantages because it enhances the overall aesthetic look and decreases the risk of tiles getting detached or lifted and also minimizes the differences in the tiles dimensions.
Porcelain stoneware
Industrial production procedure used for glazed tiles (majolica, pottery, white dough earthenware) that undergo a double firing process. The first firing phase hardens the support and the second one glazes it. After the first firing phase, carried out with temperatures ranging from 900°C and 1,100°C depending on the product, ceramic is glazed and then undergoes a second firing process at lower temperature (between 750°C and 950°C) that melts the enamel and glazes it. The glazing process dramatically increases the watertightness of the surface and makes it mechanically harder.
This product is obtained through a mix of primary materials that includes kaolin clays, feldspars, sands and quartz. Tiles are then pressed and feature a very high mechanical resistance, virtually no water penetration, and strong resistance to freezing temperatures. Porcelain stoneware is very often used for flooring and can be glazed (GL) or unglazed (UGL). Originally developed as a “technical” material for industrial flooring, in the last few years has enhances its aesthetics thanks to new dust mixing techniques or to surface glazing.
progetto grafico / graphic design xycomm
fotolito / photolithography Infolio - Milano
impaginazione / layout Gennaro Cestrone - xycomm Daniele Ghiraldini - xycomm
stampa / print Imprint - Milano
traduzioni / translations Laura e Robert Eckstein
© Copyright Marazzi Group S.p.A. 2007. È vietata la riproduzione anche parziale di testi e immagini senza l’autorizzazione esplicita dell’editore © Copyright Marazzi Group S.p.A. 2007. None of the texts or images may be reproduced without the permission of the publisher.
Editore Marazzi Group S.p.A. Registrazione del tribunale di Modena n. 1835 del 01.03.2007
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archivio
triennale 64
formato / size
tecnologia / technology
design
18,5 X 29 cm
Maiolica
Gio Ponti
1960