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La malattia
Fabio Piedimonte Male, si sentiva decisamente male. Non ricordava quando erano iniziati i primi dolori, era trascorso molto tempo. E poi, chi si preoccupa quando compare qualche piccolo e trascurabile sintomo? Ma la malattia era progredita e anche molto velocemente, e ormai sentiva dolori un po’ ovunque. Nessuna parte del suo corpo era risparmiata: aveva difficoltà a respirare e la sua temperatura era salita vertiginosamente. Temeva i medici: come molti sperava che le cose passassero da sole, negando a se stessa che forse non sempre si può guarire spontaneamente, rischiando oltretutto di far progredire la malattia oltre il punto in cui nemmeno la medicina può fare più nulla. Ora che la sofferenza aveva raggiunto il limite estremo, ora che non riusciva più a riposare, ora che il dolore non le dava tregua neanche per un breve istante, ora, e solo ora, si era decisa a chiamare il medico. Il dottore era un tipo schietto, burbero e bonario al tempo stesso. Non era il tipo che indorava la pillola, ma sapeva di potersi fidare di lui: di tutti i medici che aveva conosciuto era senz’altro il migliore. La prima cosa che le aveva chiesto era che sintomi presentasse. Ne aveva talmente tanti: da quale iniziare? Decise di raccontargli innanzitutto che da qualche tempo non riusciva più a respirare bene. Qui è il vostro cronista che vi parla dal Brasile. Là dove un tempo sorgeva rigogliosa la foresta Amazzonica oggi non rimane altro che un piccolo bosco dichiarato patrimonio dell’umanità. Il polmone della terra non esiste più. Ancora non è possibile dire quali saranno le conseguenze di questo evento epocale sul clima e sull’ecosistema del pianeta. Scienziati di tutto il mondo si interrogano su come
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reagirà la terra, mentre a tutti noi non resta che osservare increduli come non si sia riuscito a fare nulla perché questo evento, previsto ormai da decenni, non si verificasse. Il dottore le chiese se si fosse misurata la temperatura negli ultimi tempi. No, non lo aveva fatto, sempre per cercare di negare a se stessa di essere malata. Ma la febbre purtroppo l’aveva, si sentiva molto calda, ed il medico l’aveva rimproverata per la sua noncuranza. Cari delegati, siamo qui riuniti oggi per discutere del clima della terra. Ancora non è chiaro di quanto si sia innalzata la temperatura media del pianeta, ma è sotto gli occhi di tutti che le estati sono sempre più calde e gli inverni sono sempre più miti. Il deserto avanza e le risorse idriche diminuiscono. Inoltre i fenomeni atmosferici divengono sempre più violenti perché la terra non riesce più ad irradiare verso l’esterno, a causa dell’effetto serra, tutta l’energia che riceve dal sole. La percentuale di anidride carbonica in atmosfera sale continuamente e se non verranno adottate immediatamente delle misure ferree la situazione potrebbe essere definitivamente compromessa: rischiamo di trasformare la terra in una landa desolata e caldissima. Disse al dottore che spesso sudava. Comunicato stampa base artica. Alle ore 16.00 la calotta polare artica si è divisa in due. Si è scoperto che lo spessore del ghiaccio era molto inferiore rispetto a quello misurato in precedenza. In conseguenza della grande quantità di acqua gelida liberatasi dalla calotta polare, sembra che la temperatura dell’Atlantico 2
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Settentrionale si sia notevolmente abbassata e che il flusso di acqua temperata della corrente del Golfo verso il nord Europa si sia estremamente ridotto. Il dottore, scrupoloso come sempre, le prescrisse molte analisi. Lei aspettava impaziente la diagnosi, da una parte spaventata dalla malattia che poteva avere, dall’altra speranzosa di riuscire presto a stare bene. Il dottore, però, voleva vederci chiaro, voleva capire esattamente quando tutto era iniziato e per questo, oltre alle analisi, la tempestava di domande. Lei gli aveva spiegato che non ricordava bene quando aveva cominciato a provare i primi dolori. Inizialmente la malattia era progredita molto lentamente, ed il suo fisico non ne aveva risentito più di tanto, poi all’improvviso la malattia era esplosa. Alla fine venne il momento della diagnosi. Il dottore la guardò negli occhi e le disse: “Gaia, piccola mia, hai una brutta malattia.” Ci fu un infinito attimo di silenzio, la ragazza chiuse gli occhi preparandosi a sentire il peggio. “Hai un tumore,” concluse il dottore. “È molto grave?” chiese Gaia sentendosi gelare. “Abbastanza,” replicò il dottore. “Morirò?” chiese Gaia terrorizzata. “No,” la tranquillizzò il dottore, “non morirai, sei ancora nella fase curabile della malattia; dovrai sottoporti ad una terapia molto forte, ma alla fine guarirai.” “Ma com’è potuto succedere?” chiese ancora Gaia. “Vedi,” rispose il dottore, “purtroppo non sempre è possibile trovare una causa certa alla tua malattia. Non so perché tu ti sia ammalata, sta di fatto che molte delle tue cellule non stanno più bene, sono come impazzite, e invece di aiutarti a vivere meglio e di cooperare tra loro per la tua salute e per il tuo benessere ti stanno 3
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distruggendo.” Gaia era atterrita. Ciononostante chiese speranzosa al dottore: “e ora cosa devo fare?” “Come ti ho detto,” rispose il dottore, “ti dovrai sottoporre a una terapia molto forte e pesante. La terapia non sarà indolore, ma è necessaria per distruggere tutte le tue cellule malate. Purtroppo starai molto male durante la cura, e oltre alle cellule impazzite moriranno anche molte cellule sane, ma alla fine sono sicuro che ti riprenderai perfettamente. Ovviamente potrebbero esserci delle ricadute, ma se riusciamo a non lasciare in vita neanche una cellula malata sono convinto che guarirai perfettamente. È un peccato dover intervenire in modo così drastico: queste cellule che si sono ammalate sono tra le più complesse e tra le più ricche di potenzialità del tuo organismo e se non fosse per questa loro inspiegabile follia sono sicuro che avrebbero potuto fare grandi cose per contribuire al tuo sviluppo.” “Ma perché si comportano così?” domandò Gaia, “non si rendono conto che distruggendo me distruggono l’unico ambiente nel quale possono vivere?” “Sono solo cellule impazzite, tu ne parli come se possedessero un’intelligenza, un cervello, ma per quanto evolute siano, sono solo cellule. E il fatto stesso che ti stanno distruggendo dimostra che non possono avere alcuna forma di intelligenza, neanche primitiva. Domani iniziamo con il primo ciclo di terapia.” Apriamo questo telegiornale con le notizie drammatiche che provengono dall’Europa. Uno sciame di terremoti, tutti di magnitudo massima, ha colpito vari punti del continente. Dal Portogallo fino alla Russia migliaia di scosse hanno seminato morte e distruzione: Lisbona, Madrid, Parigi, Vienna, Roma, Berlino e Mosca sono solo alcune delle città oramai ridotte ad un cumulo di 4
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macerie. Lo sciame sismico è durato alcune ore: come in un’immensa reazione a catena appena un sisma sembrava terminare, un altro di uguale potenza si sviluppava in un altro punto del continente. Tutte le comunicazioni con le zone colpite dai terremoti sono sospese e la macchina dei soccorsi non sembra in grado di mettersi in moto. “Come ti senti?” chiese il dottore a Gaia. “Stordita, come se qualcuno mi stesse martellando dentro.” “Purtroppo questi sono gli effetti collaterali della terapia,” replicò il dottore. “Sembra comunque che il primo ciclo di cura abbia avuto effetto: le cellule malate sono in leggera diminuzione. Ora cerca di riposarti: appena possibile inizieremo il secondo ciclo di terapia.” Sono trascorse appena due settimane dalla catastrofe che ha colpito l’Europa e un nuovo cataclisma sta sconvolgendo il pianeta. Lo strato di crosta terrestre che sorreggeva il Giappone è come imploso, e l’intero arcipelago è sprofondato nell’oceano Pacifico. A causa della violenza dell’evento si è sviluppato un enorme tsunami che in poche ore ha raggiunto tutte le coste del Pacifico. L’onda in alcuni punti ha raggiunto l’altezza di cinquecento metri e una velocità superiore alla velocità del suono, distruggendo tutto ciò che ha incontrato sul suo cammino. L’impatto con la costa è stato micidiale, l’onda è penetrata per decine di chilometri nell’entroterra. La costa ovest dell’America, la costa orientale della Russia, e parte delle coste australiane non esistono più. I danni, come per il cataclisma di due settimane fa, sono ingenti e le squadre di soccorso, già stremate per gli aiuti portati all’Europa, non sono in grado di intervenire. I geologi, che ancora non sono riusciti a spiegare le cause della sciame sismico di due settimane fa, si 5
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chiedono se esista un legame tra i due eventi. Il secondo ciclo di terapia aveva avuto effetti collaterali anche peggiori del primo su Gaia. Un forte tremito e poi molto sudore; ora aveva la nausea e si sentiva male. Il dottore cercava di rincuorarla e di confortarla, ma il suo umore andava di pari passo con le sue forze: più aumentava la spossatezza più si deprimeva. “Non devi fare così,” le disse il medico. “Non è facile, dottore. Se prima di iniziare la cura mi sentivo poco bene, ora mi sento proprio male. E poi questa debolezza… non ce la faccio a fare nulla.” Gaia ripensò per un brevissimo attimo alle ultime parole che aveva appena pronunciato: era incredibile come il dolore e la sofferenza che provava in quel momento le avevano quasi fatto dimenticare come stesse male prima di rivolgersi al medico. “Purtroppo anche la debolezza è conseguenza della cura,” replicò il dottore, “oltre alle cellule malate stanno morendo anche tante cellule sane.” Gaia guardò il dottore e gli chiese per l’ennesima volta: “È sicuro che guarirò?” “Te l’ho detto mille volte, la cura farà sicuramente effetto.” “E se invece morissi proprio a causa della cura? E se continuando a distruggere cellule, anche quelle sane, dovessero morire tutte e io con loro?” Il dottore le rispose in maniera ferma e decisa: sapeva che i malati volevano affetto, ma anche che spesso molto dipendeva dalla convinzione, dalla forza e dalla chiarezza con la quale i medici esprimevano le proprie opinioni. “Gaia, tu guarirai. Molte delle tue cellule moriranno, ma tu sei molto forte. E tra tutte le cellule ce ne sono alcune che a prima vista sembrano anche più piccole e insignificanti delle altre, ma che proprio per questo non periranno per 6
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le cure che stai facendo. E vedrai, così come sei nata da poche cellule che con il tempo si sono evolute e hanno dato vita a quella splendida creatura che sei, così ti riprenderai dopo la cura.” Il dottore fece una breve pausa e poi aggiunse: “a breve inizieremo il terzo ciclo di terapia.” A Gaia non restò che annuire. Convertitevi, non vedete i segni della volontà Divina? L’uomo ha peccato contro il Creatore e ora il Creatore distruggerà tutto. Non vi sono bastati i terremoti in Europa, l’inabissamento del Giappone e l’esplosione di tutti i più grandi vulcani della terra quasi contemporaneamente? E quest’ultimo non è proprio un segno della volontà purificatrice del Creatore? È l’inferno stesso che è arrivato sulla terra, inghiottendo con le sue colate l’umanità perduta. Ma io vi dico che potete ancora salvarvi, seguitemi, offriamoGli le vite di coloro che sono nel peccato e imploriamo il Suo perdono. La conseguenza più sgradevole del terzo ciclo di terapia era stato il forte bruciore che aveva provato. Ma Gaia aveva deciso di farsi forza e cercava di tollerare tutte queste sofferenze pensando a quando sarebbe stata meglio. Secondo il dottore non doveva mancare molto; le aveva detto che ora si aspettava che le cellule malate reagissero innescando, nella loro pazzia, un processo di autodistruzione. E comunque, nel frattempo, la terapia continuava. È la fine? Questa potrebbe essere l’ultima edizione del nostro programma. A seguito di tutti i cataclismi che hanno colpito la terra, dai terremoti fino agli ultimi devastanti uragani dei giorni scorsi, a seguito della follia e del fanatismo dilagante e a seguito della riduzione drastica di tutte le risorse, a partire da quelle idriche, il 7
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governo ha dichiarato la legge marziale. Tutti i sistemi bellici sono in preallarme; i governi nazionali invece di collaborare in questo drammatico momento si accusano a vicenda di essere la causa dello squilibrio planetario che secondo alcuni sarebbe alla base di tutti i cataclismi. Le poche risorse a disposizione sono al centro di aspri conflitti. Un momento... mio Dio... ci è giunta ora la notizia che alcuni testimoni hanno visto partire dei missili dal deserto. Quello che Gaia aveva provato questa volta era indescrivibile: i leggeri bruciori all’improvviso erano divenuti un’incontenibile esplosione e sentì come un immenso fuoco arderle dentro. Svenne per lo choc, e subito il dottore la soccorse. Ci mise un po’ di tempo per rinvenire. Quando si svegliò la prima cosa che pensò fu che forse la fine era veramente vicina e che la cura e la malattia l’avrebbero uccisa molto presto. Poi sentì la voce del dottore. “Piccola, hai avuto un collasso a seguito della reazione della malattia alle cure. La reazione è stata particolarmente violenta, ma quasi tutte le tue cellule malate si sono distrutte. Però anche moltissime delle sane non esistono più; ma non ti preoccupare, ora che le malattia è quasi passata vedrai che il tuo corpo si riprenderà molto velocemente. Abbiamo finito con la terapia, ora dobbiamo solo aspettare un pochino.” Nessuno, non aveva trovato nessuno. I sopravvissuti con lui erano morti nei giorni successivi all’olocausto. Erano settimane che continuava a vagare ma non aveva trovato nessuno, e tutte le sue scorte erano finite. Non sapeva dove andare, intorno a lui vedeva solo deserto. Cadde in ginocchio esausto, non ce la faceva più. Il cielo era coperto da una scura nube nera e faceva freddo. Si accasciò, si sentiva troppo stanco per continuare. Decise che voleva 8
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dormire e lentamente chiuse gli occhi. “Sei guarita Gaia,” disse il dottore. “Tutte le cellule impazzite sono morte, ora devi solo pensare a riposarti e a riprenderti. Vedrai che ti sentirai bene come prima. Ci vorrà del tempo, ma alla fine tornerai ad essere la stessa di sempre.” “Grazie per tutto quello che ha fatto per me dottore.” “Non hai nulla di che ringraziarmi, ho solo fatto il mio dovere, ed è stato un piacere aiutarti. Mi raccomando, se dovessi sentirti di nuovo male non aspettare tanto tempo prima di chiamarmi: certe malattie prima si affrontano e meglio è.” Gaia si addormentò e sognò. Sognò cieli blu e prati fioriti. Sognò un mare limpido e vette innevate. Sognò un mondo pulito, dove tanti animali erano liberi di correre, di volare e di nuotare. Poi ebbe un piccolo tremito, perché tra tutti gli animali le parve di scorgerne uno che si era appena alzato in piedi.
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